CONFERENZA DEI SERVIZI DSM RM H APRILE 2015 SERVIZIO PSICHIATRICO DIAGNOSI E CURA: CRITICITÀ E OBIETTIVI PER MIGLIORARE LA QUALITÀ

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1 CONFERENZA DEI SERVIZI DSM RM H APRILE 2015 SERVIZIO PSICHIATRICO DIAGNOSI E CURA: CRITICITÀ E OBIETTIVI PER MIGLIORARE LA QUALITÀ

2 COMMISSIONE SS PP DD CC SPDC H1, H2, CSM H4 AUTORI: : CIARAMELLA A. D AURIA D A. RELATORI: : ABRUSCI A., CIARAMELLA A., FILESI S., PAULIS A.M.

3 DATI RICOVERI SPDC H1 FRASCATI Anno 2014

4 ITEM 1: DIMISSIONE ITEM 2: TSO N. TOTALE 78 16,45% EFFETTUATI FUORI REPARTO 63 13,2% EFFETTUATI IN REPARTO 15 3,1%

5 ITEM 3: SESSO MASCHI ,0% FEMMINE % ITEM 4: PAZIENTI STRANIERI STP ASL RM B 1 STP SENZA FISSA DIMORA 1 ENI ASL RM G 1 ENI ASL RM H 1 ENI NORVEGESE 1 PAGANTI NUMERO TOTALE

6 ITEM 5: FASCE DI ETA DEI PAZIENTI 0-17 anni 2 0,4% anni ,6% anni ,5% > 65 anni 40 8,5% ITEM 6: COMPETENZA TERRITORIALE H ,9% H ,4% X CIRC (ASL RM B) ,8% FURI SEDE 56 11,3% SENZA FISSA DIMORA 2 0,4%

7 ITEM 7: DURATA RICOVERI GIORNATE DEGENZA 3109 DEGENZA MEDIA 6,56 MEDIANA GIORNI ,2% 4-29 GIORNI ,5% 30 (E OLTRE) GIORNI 6 1,3% ITEM 8: INDICI DI ATTIVITA TASSO DI OCCUPAZIONE 121,7% INDICE DI TURN-OVER -1,17% (gg) INDICE DI ROTAZIONE 47,7% (pp)

8 ITEM 9: TIPO DI DIMISSIONE DIMISSIONE A DOMICILIO ,7% TRASFERIMENTO ,14% CONTRO PARERE DEI SANITARI 78 16,45% DECESSO 0 DIMISSIONE PROTETTA 8 1,6% ITEM 10: TIPO DI DIAGNOSI PSICOSI ,82% SCHIZOFRENIE/STATI PARANOIDI ED ALTRE PSICOSI % PSICOSI AFFETTIVE % DISTURBI DI PERSONALITA IN ASSE ,76% DISTURBI DI PERSONALITA IN ASSE ,76% RITARDO MENTALE 2 0,42% NEVROSI 0

9 ITEM 11: DOPPIA DIAGNOSI DOPPIA DIAGNOSI 61 13,3% ABUSO DI SOSTANZE 24 5,2% ITEM 12: REVOLVING DOOR PAZIENTI CON PIU DI 3 RICOVERI 29 6,11% NUOVO RICOVERO ENTRO 30 GIORNI 24 5,06%

10 MIGLIORAMENTO DEL CONTESTO ASSISTENZIALE IN SPDC LABORATORIO DI ARTE TERAPIA GRUPPO PSICOANALITICO MULTIFAMILIARE GLI U.F.E. (UTENTI FAMILIARI ESPERTI)

11 All interno dei due Servizi di Diagnosi e Cura della ASL RMH stiamo lavorando ad attività ed iniziative volte ad una umanizzazione del Reparto attraverso attività psicoterapeutico- riabilitative di gruppo. Tali attività consentono sia di promuovere una migliore umanizzazione del reparto e un clima organizzato di spazi condivisi, sia di favorire nei pazienti l educazione l alla comunicazione e all espressione di sés e dei propri vissuti in un ambiente protetto, in un ottica di collegamento istituzionale di rete con il territorio.

12 LABORATORIO DI ARTE TERAPIA E' attivo un Laboratorio di Arte Terapia come spazio di condivisione e di socializzazione, mediante attività di gruppo. Il lavoro è stato condotto Dott. ssa Iole Del Casi, Dirig I Liv Psicologo del Reparto, coadiuvata dalle psicologhe tirocinanti, la Dott.ssa Moira Reali e la Dott.ssa Ilaria Donatelli, con il supporto del gruppo Caritas/A.T.S. (Associazione Tuscolana Solidarietà),costituito da sette volontari, presente da circa undici anni con c attività di volontariato in SPDC. Le attività dello stare insieme e del fare insieme del Laboratorio di Arte Terapia si svolgono in Reparto con due incontri settimanali. Sin dalla prima seduta delle attività,, i pazienti hanno partecipato con impegno e motivazione. Tali incontri hanno facilitato l interazione l fra i partecipanti operatori-pazienti pazienti-volontari, nonché la libera condivisione di vissuti emotivi grazie alle attività espressivo-esperienziali. esperienziali.

13 Negli anni il gruppo di volontari ha portato avanti il Progetto Accanto ed Oltre,, affiancando i pazienti e gli operatori in attività di socializzazione e di umanizzazione, attività espressive, incontri musicali in Reparto, attività conviviali e di sostegno ai pazienti anche attraverso una continuità con l' esterno come: pranzo dei pazienti al Ristorante festeggiamento di compleanni di pazienti lettura dei giornali in Reparto pranzo di Natale venuta degli zampognari in Reparto consegna dei regali di Natale ai pazienti etc. Progressivamente si stanno coinvolgendo tutte le figure professionali del Reparto, in particolare gli infermieri, anche con attività di riflessione e di discussione nel Post Gruppo, come attività formativa in associazione con altre attività di formazione promosse dalla Direzione del Dipartimento di Salute Mentale.

14 GRUPPO MULTIFAMILIARE Il Gruppo di Psicoanalisi Multifamiliare si configura come un volano delle attività terapeutiche e riabilitative nei confronti della patologia mentale grave che coinvolge pazienti e familiari. Non sostituisce ma integra le altre forme di intervento psicoterapeutico, rendendo inoltre possibile al suo interno, la collaborazione tra operatori con formazioni professionali e psicoterapeutiche diverse. E E già attivo da 5 anni un gruppo psicoanalitico multifamiliare presso il CSM di Frascati condotto dalla Dott.ssa M.Venier e dal Dott. M. D Alema. D

15 La Storia Il gruppo di psicoanalisi multifamiliare si origina dall'esperienza di Jorge Garcia Badaracco che iniziò a metterlo a punto intorno agli anni '60 quando divenne direttore di un reparto dell'ospedale Psichiatrico Maschile di Buenos Aires, dopo avere effettuato la sua formazione psicoanalitica in Europa. L'osservazione delle interazioni tra figli e genitori della stessa sa famiglia e di famiglie diverse, e tra genitori e genitori, e tra figli e figli, e degli scambi con gli operatori, sembrò confermare la veridicità del nucleo centrale della teoria esplicativa psicoanalitica a proposito della psicosi: il mancato sviluppo del processo di separazione-individuazione individuazione tra un figlio psicotico e un genitore, e il permanere stabile nel tempo dell'originaria simbiosi. In un assetto in cui il genitore non riconosce il figlio come un'entit 'entità separata da sés ed in grado di decidere ciò che lo riguarda, si sviluppano dei processi identificativi patologici definiti interdipendenze patologiche e patogene ovvero delle vere e proprie gabbie al cui interno, figli e genitori rimangono imprigionati.

16 Come funziona il Gruppo L'instaurazione dei cosiddetti transfert multipli costituisce una delle prime osservazioni che si verificano in un gruppo, e colpisce gli operatori: ben presto ci si accorge che un figlio riesce a parlare con il padre di un'altra famiglia e viceversa, e che figli e genitori si parlano tra loro scambiandosi impressioni ma anche giudizi scoprendo così nuove potenzialità come quella di ragionare in modo autonomo senza timori. Le regole fondamentali da seguire sono 1. ognuno ha diritto di parlare mentre gli altri hanno il dovere di ascoltarlo 2. ognuno deve abbandonare l'idea di pretendere di avere ragione e rassegnarsi all'idea che l'altrui visione della realtà sia da considerare altrettanto valida della propria anche se parzialmente o totalmente divergente

17 I conduttori, che possono essere più di due, devono soprattutto vigilare affinché gli interventi di tutti i partecipanti, compresi i propri, si susseguano in base alle prenotazioni e si evitino, per quanto possibile, i dialoghi (funzionamento della mente per processo secondario). In questo modo gli interventi risulteranno, apparentemente, non connessi tra loro (libere( associazioni ioni e processo primario). Ci si accorgerà così pian piano, che la scelta degli argomenti condurrà ad una situazione in cui i singoli interventi acquisiranno senso nel momento in cui ci si accorgerà che, messi tutti insieme, stanno dando luogo al pensiero di una mente ampliada (Badaracco, 1997) costituita dai pensieri di tutte le persone che sono e non sono intervenute.

18 CONSIDERAZIONI E RICADUTE SUI PROCESSI DI UMANIZZAZIONE I pazienti Se il lavoro del gruppo consente di allentare le interdipendenze patologiche e patogene,, a quel punto diventa possibile che da ognuno dei due o tre membri di quella famiglia incastrati da una vita l'uno nell'altro, possano emergere aspetti delle rispettive personalità che fino a quel momento non avevano potuto avere l'opportunità di svilupparsi: le cosiddette virtualità sane. Il concetto di virtualità sana di Jorge Garcia Badaracco (2007) corrisponde in maniera significativa a quello dei cosiddetti Sé multipli,, immaginato da Philip Bromberg (1998) cioè all'idea che la personalità di un individuo sia costituita da un insieme di Sé. S. Abitualmente ne sono usati solo alcuni, mentre la maggior parte dei Sé, S, che non vengono usati, perché sono stati scissi e resi dissociati, sono riutilizzabili e non perduti per sempre, purché si creino le condizioni in cui ciò sia possibile che si verifichi.

19 Gli operatori Se gli operatori di un Servizio partecipano ad un gruppo con regolarità,, iniziano a condividere le emozioni e gli affetti che circolano tra le diverse persone che provengono da situazioni a transazione molto disturbata. Ciò li induce da un lato a conoscere aspetti della malattia e della sanità delle persone presenti e altrimenti difficilmente raggiungibili, dall'altro possono confrontarsi continuamente tra loro in azione, fatto del tutto insolito. Questo può aiutare a far crescere tra loro una solidarietà nuova e profonda. Lo stesso può verificarsi tra operatori appartenenti a Servizi diversi all'interno di un Distretto, e addirittura tra operatori appartenenti a Distretti differenti ma tutti facenti parte di un unico Dipartimento di Salute Mentale.

20 Se si danno queste condizioni gli operatori dei Servizi che compongono un DSM condivideranno la tendenza ad osservare i fenomeni di cui si devono occupare da un punto di vista simile, proprio per l'uso sistematico del gruppo all'interno di ogni Servizio. Le inevitabili interazioni tra i Servizi di un DSM che si devono occupare del paziente - da quando sta male in fase acuta a quando riesce a farsi aiutare regolarmente presso il Centro di Salute Mentale (CSM)- potranno essere governate con maggiore continuità.

21 ATTIVITA U.F.E. Prossima attivazione di uno sportello U.F.E. anche presso SPDC H1 di Frascati Implementazione dell attivit attività dello sportello di accoglienza del reparto SPDC H2 di Albano Laziale gestito dai familiari UFE.

22 DAY HOSPITAL SPDC H2 ALBANO LAZIALE

23 a. L apertura del DH ad un minimo di 36 ore settimanali suddivise in 3 giorni lavorativi b. l individuazione di personale specifico (n 3 CPSI) che garantirà una struttura organizzativa costante

24 c. Il l personale medico, nella figura di 2 colleghi designati, garantirà la copertura dei turni , permettendo in questo modo la presa in carico di utenti, le valutazioni cliniche e quanto altro previsto dalla funzione di medico, mentre nell orario pomeridiano saranno concordate le attività ambulatoriali, di consulenza e gruppali di automutuoaiuto che saranno necessarie per gli utenti e familiari.

25 d. consegnare al D.H. anche un ruolo post crisi data la nuova ristrutturazione delle C.C. accreditate sempre più indirizzate ad una funzione riabilitativa lasciando, di fatto, una fase così delicata, quale la post crisi, non più sostenuta adeguatamente da una azione di continuità terapeutica. Divenire luogo di contenimento ancora della crisi dove applicare una terapia semintensiva con mezzi farmacologici e di natura psicosociale (penso ad una unità crisi dipartimentale), comunque esterna al reparto SPDC con caratteristiche di accoglienza semiresidenziale di alta specializzazione.

26 e. continuare a partecipare a questa evoluzione terapeutica che mira alla stabilizzazione dei quadri clinici inserendo farmaci long acting e monitorando la corretta compliance al trattamento

27 f. Implementazione dell attivit attività dello sportello di accoglienza gestito presso il D.H. del reparto SPDC di Albano Laziale dai familiari UFE. Tale sportello, considerato un investimento finalizzato allo sviluppo di un servizio di supporto ai familiari dei pazienti ricoverati, dovrebbe essere inserito nei progetti finanziati dalle istituzioni per potenziarne la valenza.

28 g. Sviluppare modalità operative che possano adiuvare i processi di diagnosi e progettualità riabilitative richiesti dai CSM territoriali del nostro Dipartimento, proponendosi il D.H. come struttura agile, funzionale e certa per il prosieguo del progetto.

29 UN APPROCCIO OPERATIVO SPDC-CSM CSM CSM H4 POMEZIA

30 AVANZANDO NEL PERCORSO DELLA INTEGRAZIONE TRA SPDC E CSM APPARE UTILE CREARE UNA COMPONENTE DI REPORT SNELLA E SENSIBILE

31 QUINDI LA CREAZIONE DI UNA SCHEDA DI COLLABORAZIONE SPDC CSM CSM

32

33 RAPPORTO CSM SPDC PROGETTO CARTELLA ELETTRONICA CONSULTABILE, INCONTRO E SUPERVISIONE

34 GLI INDICATORI DI QUALITA PROPOSTA DI ACCORDO STATO-REGIONI SULLA DEFINIZIONE DEI PERCORSI DI CURA DA ATTIVARE NEI DSM PER I DISTURBI SCHIZOFRENICI, I DISTURBI DELL UMORE E I DISTURBI GRAVI DI PERSONALITA LA GESTIONE DELLA FASE ACUTA

35 Premessa Il Piano Nazionale di Azioni per r la Salute Mentale (PANSM), approvato dalla Conferenza Stato Regioni nella seduta del 24 gennaio 2013, fermo restando l assetto l dipartimentale dei Servizi di Salute Mentale, propone una riorganizzazione dei medesimi, funzionale all adozione adozione di una metodologia fondata sulla necessità di lavorare per progetti di intervento, specifici e differenziati,, sulla base della valutazione dei bisogni delle persone e della implementazione di percorsi di cura; ciò implicando un approccio sistemico da parte delle équipe, rispetto a modalità di lavoro segmentali.

36 Gestione della fase acuta in SPDC (dati nazionali) In Italia nel 2011 il 17.5% dei ricoveri è seguito da una riammissione entro 30 giorni dalla prima dimissione (appropriatezza del ricovero e fenomeno del revolving door) Evitare degenze troppo lunghe (in Lombardia il 12% ha una degenza a in ospedale maggiore di 30 giorni). Circa un decimo dei ricoveri (12%) avviene in regime di TSO. Durante il trattamento della fase acuta in SPDC sei pazienti su dieci dei pazienti ricevono o un dosaggio appropriato di farmaci antipsicotici, in linea con le raccomandazioni. il monitoraggio periodico della glicemia ia e della iperlipidemia nei pazienti in mantenimento con antipsicotici di seconda generazione all inizio del trattamento (almeno 2 controlli nelle 12 settimane iniziali) avviene solo nel 14% dei casi. Un elemento critico è la continuità tra ospedale e territorio alla dimissione: Il 52% dei pazienti dimessi dall SPDC ricevono una visita psichiatrica nel CSM nelle due settimane seguenti alla dimissione. L attivitl attività domiciliare nelle due settimane seguenti la dimissione dal SPDC interessa solo il 7% dei pazienti.

37 Raccomandazioni gestione fase acuta Il paziente con episodio acuto può venire trattato in differenti setting, a seconda della configurazione del Servizio: oltre che in SPDC, anche a livello ambulatoriale e domiciliare a cura del CSM, a livello semiresidenziale nei Centri Diurni, e a livello residenziale nelle Strutture Residenziali. Se il paziente viene ricoverato in SPDC vengono messe in atto misure per limitare il ricorso al TSO e vengono attivati interventi che c evitino episodi di contenzione a fronte di eventuali comportamenti agitati/violenti.. La durata del ricovero è limitata nel tempo e sono da evitare riammissioni nei mesi successivi. Il paziente con un episodio acuto riceve un dosaggio appropriato di farmaci antipsicotici per un periodo di almeno 1-2 anni e nel caso che c i farmaci vengano interrotti viene attuato un monitoraggio clinico di eventuali ricadute per almeno 2 anni. Particolare attenzione va posta a fin dall inizio del trattamento alla sicurezza dei trattamenti psicofarmacologici, monitorando gli effetti collaterali dei farmaci aci antipsicotici.

38 Nei pazienti con schizofrenia resistente viene impostato un trattamento con clozapina mentre è preferibile un trattamento con farmaci antipsicotici depot per i pazienti con ricadute frequenti i e/o che esprimono una preferenza per tale tipo di trattamento, con dosaggi, frequenza delle somministrazioni e dei controlli clinici adeguati. Al momento della dimissione, al fine di favorire la continuità della cura, il paziente riceve in tempi brevi un appuntamento in CSM e viene seguito in modo intensivo a livello territoriale nel periodo che segs egue l episodio acuto. Nei pazienti con ricadute frequenti/condizione clinica instabile durante la degenza o alla dimissione, viene v attuata una revisione del programma di cura all interno dell équipe multidisciplinare del CSM o dell équipe congiunta CSM SPDC

39 INDICATORI CLINICI PER IL MONITORAGGIO DEI PERCORSI DI CURA NEI DISTURBI MENTALI GRAVI Un indicatore è una variabile misurabile che serve a descrivere sinteticamente un fenomeno significativo per i Servizi di Salute Mentale e per la popolazione che ne usufruisce e che può pertanto essere utilizzata per misurare il cambiamento. Più nello specifico gli indicatori clinici sono variabili che misurano la qualità professionale in ambito clinico e sono utili a prendere decisioni al fine di migliorarla. La finalità di questi indicatori di carattere clinico è quella di monitorare l applicazione dei percorsi. Il loro utilizzo può avvenire in scenari diversi, decisi a livello regionale. Infatti possono essere utilizzati in maniera routinaria e generalizzata,, ma la loro raccolta può avvenire anche su campioni di utenti (ad esempio in specifiche aree regionali) oppure periodicamente ad intervalli di anni oppure una tantum per ricerche e azioni di Miglioramento Continuo di Qualità.

40 INDICATORI DERIVATI DALLE RACCOMANDAZIONI RELATIVE AL DISTURBO SCHIZOFRENICO (gli indicatori principali sono individuati da una X) Ricoveri in regime di TSO Riammissioni in SPDC entro 30 giorni dalla dimissione X Degenze ospedaliere superiori ai 30 giorni X Contenzione fisica in SPDC Dosaggio dei farmaci antipsicotici durante il ricovero in SPDC Trattamento continuativo con farmaci antipsicotici nel periodo successivo all episodio acuto X Controllo della glicemia e dell iperlipidemia in pazienti all inizio del trattamento con farmaci antipsicotici Pazienti che ricevono una visita psichiatrica in CSM entro 14 giorni dalla dimissione in SPDC X X Attività domiciliare dopo la dimissione dal SPDC Continuità del trattamento territoriale dopo la dimissione dal SPDC Revisione del programma territoriale nei pazienti con ricadute frequenti

41 INDICATORI DERIVATI DALLE RACCOMANDAZIONI RELATIVE AL DISTURBO BIPOLARE (gli indicatori principali sono individuati da una X) Ricoveri in regime di TSO. Riammissioni in SPDC entro 30 giorni dalla dimissione Degenze ospedaliere superiori ai 30 giorni X X Contenzione fisica in SPDC Trattamento continuativo con farmaci stabilizzatori dell umore nel periodo successivo all episodio acuto. X Screening delle condizioni mediche generali Monitoraggio della litiemia in pazienti all inizio del trattamento con litio. Pazienti che ricevono una visita psichiatrica in CSM entro 14 giorni dalla dimissione in SPDC X Continuità del trattamento territoriale dopo la dimissione dal SPDC Rivalutazione del caso in pazienti con frequenti ricadute

42 INDICATORI DERIVATI DALLE RACCOMANDAZIONI RELATIVE AL DISTURBO GRAVE DI PERSONALITA (gli indicatori principali sono individuati da una X ) Pazienti ricoverati in SPDC X Ricoveri in regime di TSO X Riammissioni in SPDC entro 30 giorni dalla dimissione X Degenze ospedaliere superiori ai 30 giorni Contenzione fisica in SPDC X Revisione del programma territoriale nei pazienti con ricadute frequenti

43 PROBLEMI APERTI WORK IN PROGRESS

44 RAPPORTI SPDC E PRONTO SOCCORSO RAPPORTI CON L OSPEDALE L FORMAZIONE OPERATORI STRESS LAVORO CORRELATO TURN OVER PERSONALE PAZIENTI IN DOPPIA DIAGNOSI MINORI PAZIENTI EX OPG OPG

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