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1 LA FIABA SINFONICA: DALL ASCOLTO ALLA DRAMMATIZZAZIONE LO SCHIACCIANOCI Obiettivi: * seguire la narrazione di testi ascoltati o letti mostrando di saperne cogliere il senso globale; * comprendere l argomento e le informazioni principali di discorsi affrontati in classe; * interagire in una conversazione formulando domande e dando risposte pertinenti su argomenti di esperienza diretta; * imparare nuovi vocaboli; * favorire il lavoro di gruppo; * acquisire la tecnica del Suoniamoci su utilizzando partiture informali; * eseguire danze di gruppo; * utilizzare i vari linguaggi artistici. Ordine di scuola: Primaria PERCORSO DIDATTICO Sono gli attributi a conferire alla favola la sua vivacità, la sua bellezza e il suo fascino. Esercitano la loro influenza la poesia epica dei popoli vicini, la letteratura, la religione, si tratti di quella cristiana o di credenze locali. La favola conserva nel suo intimo le tracce del più antico paganesimo, gli usi e iriti arcaici. Sul piano storico nelle sue basi morfologiche la favola di magia rappresenta un mito. (V. JA. Propp Morfologia della fiaba L esperienza in classe ha avuto inizio con la lettura della fiaba e poi con l ascolto; gli alunni durante questa fase hanno potuto disegnare liberamente. L atto della comunicazione si basa su un aspettativa reciproca di cooperazione tra il locatore e l ascoltatore. (S. Pinker L istinto del linguaggio)

2 Si è quindi passati alla visione del cartone animato: Un sasso gettato in uno stagno suscita onde concentriche che si allargano sulla sua superficie, coinvolgendo nel loro moto, a distanze diverse, con diversi effetti, la ninfea e la canna, la barchetta di carta e il galleggiante del pescatore. Oggetti che se ne stavano ciascuno per conto proprio una parola, gettata nella mente a caso, produce onde di superficie e di profondità, provoca una serie infinita di reazioni a catena, coinvolgendo nella sua caduta suoni e immagini, analogie e ricordi, significati e sogni, in un movimento che interessa l esperienza e la memoria, la fantasia e l inconscio (G. Rodari La grammatica della fantasia ) Il dott. Stahlbaum, (un sindaco) organizza, per la vigilia di Natale, una bella festa per i suoi amici e i loro figli. I ragazzi si divertono, danzano e aspettano i regali. Arriva un vecchio amico di famiglia, il signor Drosselmeyer, che diverte i bambini con i giochi di prestigio e regala a Clara, figlia del sindaco, uno schiaccianoci, ma il fratello Fritz, per dispetto, lo rompe. Drosselmeyer interviene aggiustando lo schiaccianoci. Giungono altri invitati, ma Clara, molto stanca, si addormenta su una sedia e sogna. Tutto assume proporzioni gigantesche: la sala, l albero di Natale, i mobili, un esercito di topi che cercano di rubare lo schiaccianoci. Clara lo difende scagliando contro i topi le sue bambole, ma lo schiaccianoci diventa un essere vivente al comando di un piccolo esercito. Alla fine rimangono lo schiaccianoci e il re Topo, mentre lo schiaccianoci si trasforma in un bellissimo principe. Clara ed il suo principe arrivano in una grotta incantata. La grotta si trasforma nel teatrino dove danzano le sue bambole. Il sogno si conclude. Clara è risvegliata dai genitori al termine della festa. Tutti se ne vanno e Clara pensa, felice, alla sua avventura. I bambini hanno ricostruito la storia in sequenze:

3 Tutte le classi hanno partecipato alla spettacolo di Natale alternandosi nella recitazione, nelle danze e nella musica d insieme con la tecnica del Suoniamoci su

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15 non si può più pensare ad una scuola che non parta da una considerazione effettiva della storia del bambino, visto come essere psicofisico nella sua struttura corporeo-sensoriale, nella sua modalità di porsi in relazione all ambiente, ai fini di un adeguato sviluppo della personalità La scuola deve porsi proprio nell ottica di un rinnovamento interiore e che partendo dalla integrazione, coinvolga effettivamente tutti i docenti e tutti i discenti, non solo una parte di essi. E vero rinnovamento non potrà esserci senza opportuni adeguamenti dei docenti alle esigenze programmatorie e ai momenti di una interdisciplinarità effettiva e concreta che valorizzi, attraverso interrelazioni svariate, la globalità dei linguaggi, rendendo possibile a tutti di esprimersi e di comunicare, superando difficoltà ed ostacoli altrimenti insormontabili. (S. Guerra Lisi Il metodo della globalità dei linguaggi )

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