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1 Il quasi-monopolio di Sky Italia - Lavoce.info Page 1 Il quasi-monopolio di Sky Italia Antonio Nicita Precisi impegni pro-concorrenza hanno garantito il "sì" europeo alla fusione tra Telepiù e Stream. Ne dovrebbero beneficiare gli operatori che utilizzano piattaforme alternative al satellite. Che però in Italia sono deboli per i ritardi nella diffusione del digitale terrestre e del cavo e con il rischio che i grandi gruppi televisivi e di Tlc riescano ad impedirne lo sviluppo. Un "quasi-monopolio". Così il commissario europeo alla Concorrenza Mario Monti ha definito la costituzione di un unico operatore satellitare nel mercato italiano della pay-tv, Sky Italia, nato dalla concentrazione delle due piattaforme satellitari esistenti, Telepiù e Stream. Il sì condizionato di Monti Per i non addetti ai lavori l autorizzazione di un "quasi-monopolio" deve apparire ben strana, specie dopo le polemiche suscitate dalla bocciatura dell operazione GE/Honeywell. Ma il "quasi", sussurrato da Monti, è riferito all impatto pro-concorrenziale degli impegni assunti dalla nuova entità. Per l accesso alle infrastrutture trasmissive, Sky ha garantito la possibilità di accedere alla propria piattaforma satellitare e la rinuncia alla trasmissione Dtt. Per l accesso ai contenuti, Sky Italia si è impegnata su tre fronti. Innanzitutto, la riduzione della durata dei nuovi contratti in esclusiva per la trasmissione sulla piattaforma satellitare (fino a un massimo di due anni per le partite del campionato di calcio e di tre anni per i film). In secondo luogo, vi è l impegno a rinunciare a ogni forma di esclusiva per piattaforme trasmissive diverse dal satellite (quali il cavo e il digitale terrestre). Infine, Sky Italia ha assunto l obbligo di formulare un offerta wholesale dei canali e dei singoli contenuti premium (ad esempio la partita di calcio) a tutti gli operatori attivi su piattaforme alternative al satellite e sulla base del principio retail minus derivato dall esperienza delle telecomunicazioni. Le opportunità La liberazione delle frequenze digitali e l accesso alla piattaforma satellitare potranno consentire l ingresso di nuovi operatori anche selettivi (le squadre di calcio, i canali tematici e così via). Gli impegni più dirompenti riguardano tuttavia il trattamento delle esclusive sui contenuti premium. Fino a oggi la Commissione le ha sempre giustificate come una condizione necessaria per valorizzare la programmazione televisiva a pagamento. Con la decisione su Sky Italia, la Commissione sembra abbandonare il modello della "concorrenza per il mercato" (nel quale gli operatori satellitari si contendono le esclusive pluriennali sugli eventi premium) per passare a un modello di "concorrenza nel mercato" tra piattaforme trasmissive alternative. Gli operatori satellitari e operatori via cavo possono trasmettere i medesimi contenuti e la concorrenza interpiattaforma può così manifestarsi non già in ragione dell esclusività dei contenuti offerti, ma grazie alla qualità dei servizi prestati e alle condizioni economiche offerte. La ragione di questa posizione risiede nell idea che l acquisizione esclusiva dei diritti di eventi premium da parte dei "first comer" può eliminare ogni possibile confronto concorrenziale tra operatori esistenti e nuovi entranti attivi in piattaforme alternative, inibendo ogni forma di sviluppo tecnologico e di concorrenza per lo standard tecnologico. Sotto questo profilo, particolarmente innovativa appare la creazione di un mercato wholesale dei contenuti (non solo dei pacchetti e dei canali premium, ma anche dei singoli contenuti per la pay per view e il video on demand) che permetterà l accesso immediato di operatori attivi nell offerta di contenuti audiovisivi in larga banda, come dimostra l offerta wholesale di BskyB in Inghilterra. Nuovi operatori cavo e Dtt potranno in tal modo assicurarsi subito un adeguata base clienti, prima di acquistare direttamente i contenuti dai fornitori con contratti che prevedono elevati "minimi garantiti". 01/11/

2 Il quasi-monopolio di Sky Italia - Lavoce.info Page 2 Le ambiguità Nella decisione della Commissione resta una forte ambiguità di fondo sul modello concorrenziale che dovrebbe caratterizzare la pay-tv. Il modello che la Commissione sembra suggerire è quello di una concorrenza tra piattaforme trasmissive alternative, che possono tuttavia disporre dei medesimi contenuti (non esclusiva). Un nuovo operatore satellitare non potrà invece beneficiare dell offerta wholesale di contenuti e dovrà contenderli all operatore dominante in prossimità della scadenza dell esclusiva. Ciò sembra implicitamente suggerire l idea di un "monopolio naturale" nella trasmissione via satellite. Una tesi che non viene mai né esplicitata né argomentata. Ne deriverebbe il paradosso che mentre due operatori cavo possono disporre della medesima offerta wholesale di Sky, un nuovo operatore satellitare non potrà replicarla se non sottraendo a Sky l acquisto diretto in esclusiva dei contenuti. Ma chi avrà mai tanto coraggio da sfidare l operatore dominante sulla piattaforma satellitare? Ne può derivare la mancata contendibilità di almeno due terzi del mercato potenziale, rappresentato da tutti gli utenti che dispongono già di parabola e decoder. I rischi I rischi del "quasi-monopolio" sono collegati alla circostanza che la concorrenza potenziale sui contenuti può contare, nel breve periodo, solo su un assetto infrastrutturale decisamente modesto. Il maggior problema è rappresentato dal ritardo dell avvento del digitale terrestre e dalla limitata penetrazione del cavo. L Italia (insieme alla Grecia) è agli ultimi posti in Europa, con una penetrazione inferiore all 1 per cento (mentre ad esempio la Gran Bretagna supera il 40 per cento). Nuovi entranti hanno cablato diverse città e potranno promuovere nei prossimi mesi un offerta competitiva, limitatamente però ai segmenti territoriali di mercato nei quali sono presenti. L operatore dominante di Tlc potrà disporre di una rete capillare, con l offerta Adsl, ma l elevata partecipazione azionaria di Telecom Italia in Sky (20 per cento) potrebbe indurre incentivi perversi a segmentare il mercato, con un coordinamento implicito con Sky, e non ad alimentare la concorrenza tra piattaforme alternative. Ne deriva che in assenza di misure regolatorie asimmetriche in favore di nuovi entranti in piattaforme trasmissive alternative, il grado di contendibilità che potrà svilupparsi sul mercato della televisione a pagamento in Italia appare quantomeno limitato. Molto dipenderà dagli esiti prodotti dalla legge di riordino del settore attualmente in discussione in Parlamento, specie in relazione all avvento del digitale e alle forme di incentivazione a nuovi investimenti da parte di operatori alternativi. L auspicio è che nel definire nuove forme di regolazione della convergenza tra piattaforme alternative si permetta ai nuovi operatori di consolidare la propria posizione, e non ai grandi gruppi televisivi e di Tlc di impedirne lo sviluppo. *L'autore è stato consulente di e-biscom nel procedimento antitrust C Groupe Canal+/ Stream presso L Autorità antitrust italiana. Il copyright degli articoli è libero. Chiunque può riprodurli. Unica condizione: mettere in evidenza che il testo riprodotto è tratto da Condizioni per riprodurre i materiali --> Tutti i materiali, i dati e le informazioni pubblicati all'interno di questo sito web sono "no copyright", nel senso che possono essere riprodotti, modificati, distribuiti, trasmessi, ripubblicati o in altro modo utilizzati, in tutto o in parte, senza il preventivo consenso di LaVoce.info, a condizione che tali utilizzazioni avvengano per finalità di uso personale, studio, ricerca o comunque non commerciali e che sia citata la fonte attraverso la seguente dicitura, impressa in caratteri ben visibili: " Ove i materiali, dati o 01/11/

3 Il quasi-monopolio di Sky Italia - Lavoce.info Page 3 informazioni siano utilizzati in forma digitale, la citazione della fonte dovrà essere effettuata in modo da consentire un collegamento ipertestuale (link) alla home page o alla pagina dalla quale i materiali, dati o informazioni sono tratti. In ogni caso, dell'avvenuta riproduzione, in forma analogica o digitale, dei materiali tratti da dovrà essere data tempestiva comunicazione al seguente indirizzo (info@lavoce.info), allegando, laddove possibile, copia elettronica dell'articolo in cui i materiali sono stati riprodotti. Disclaimer --> Alcuni materiali, dati e informazioni sono forniti da soggetti terzi e riflettono le loro opinioni personali. Tali materiali, dati e informazioni sono resi accessibili al pubblico attraverso il sito web, in particolare nelle aree ad essi dedicate. LaVoce.info non effettua alcun controllo preventivo in relazione al contenuto, alla natura, alla veridicità e alla correttezza di materiali, dati e informazioni pubblicati, né delle opinioni che in essi vengono espresse. L'unico responsabile è il soggetto che ha fornito i materiali, i dati o le informazioni o che ha espresso le opinioni. LaVoce.info, in ogni caso, farà in modo di adottare ogni misura ragionevolmente esigibile per evitare che siano pubblicate, nel sito web, opinioni manifestamente diffamatorie ed offensive o chiaramente in contrasto con diritti di terzi. In considerazione del fatto che i materiali, dati, informazioni e opinioni di cui sopra sono resi accessibili nelle forme sopra indicate, LaVoce.info non può essere ritenuta responsabile, neppure a titolo di concorso, di eventuali illeciti che attraverso di essi vengano commessi, né comunque di errori, omissioni ed inesattezze in essi contenuti. LaVoce.info non può, in particolare, essere considerata responsabile, neppure a titolo di concorso, in ordine alla violazione di diritti di terzi attuata nel sito web mediante la diffusione di materiali, dati, informazioni o opinioni. LaVoce.info ha la facoltà di cancellare e rimuovere dal sito web materiali, dati, informazioni o opinioni che violino diritti di terzi. Qualora l'utente del sito web riscontri errori, omissioni ed inesattezze nei materiali, dati o informazioni pubblicati, o nelle opinioni espresse, ovvero ritenga che tali materiali, dati, informazioni o opinioni violino i propri diritti, è pregato di rivolgersi a LaVoce.info. LaVoce.info procederà alle dovute verifiche e a rimuovere dal sito web materiali, dati, informazioni o opinioni che risultino non completi, inesatti o costituire violazione di diritti di terzi. 01/11/

4 IP/03/478 Bruxelles, 2 aprile 2003 La Commissione dà il via libera alla fusione tra Stream e Telepiù, subordinatamente al rispetto di alcune condizioni La Commissione europea ha autorizzato la proposta di acquisizione da Vivendi Universal della pay-tv italiana Telepiù da parte del gruppo australiano dei media Newscorp. Telepiù sarà fusa con Stream, l'altra televisione a pagamento operante in Italia, attualmente detenuta al 50% da Newscorp e al 50% da Telecom Italia. Newscorp avrà il controllo della nuova società), mentre Telecom Italia deterrà una quota di minoranza non superiore al 19,9%. Anche se l'operazione determina una situazione di quasi monopolio sul mercato italiano della televisione a pagamento, la Commissione ha ritenuto che l'autorizzazione della concentrazione, subordinatamente al rispetto di adeguate condizioni, sia più utile ai consumatori rispetto ai disagi causati dalla probabile scomparsa di Stream, l'operatore più piccolo e più debole dei due presenti sul mercato. "Sono soddisfatto perché la Commissione, dopo un'indagine approfondita ed intense trattative con le parti, ha fissato le condizioni atte a permettere al mercato italiano della televisione a pagamento di rimanere aperto e di evolversi in condizioni di concorrenza su una base duratura a vantaggio dei consumatori," ha dichiarato il Commissario Monti, responsabile della concorrenza. Il 16 ottobre 2002 la Commissione aveva ricevuto la notifica con la quale la società australiana The News Corporation Limited (Newscorp) annunciava che avrebbe acquisito il controllo dell'insieme delle televisioni a pagamento italiane Telepiù Spa e Stream Spa mediante l'acquisto di azioni. Telepiù e Stream avrebbero successivamente fuso le proprie attività costituendo una piattaforma satellitare combinata di diffusione di programmi a pagamento. Telecom Italia, il principale operatore italiano delle telecomunicazioni, avrebbe mantenuto una quota di minoranza (al massimo il 19,9%) nella nuova piattaforma. Ad eccezione della partecipazione di Telecom Italia, l'operazione è praticamente equivalente a quella (non realizzata) con la quale Vivendi aveva previsto di acquisire Stream fondendola poi con Telepiù. Tale operazione era stata esaminata ed autorizzata, subordinatamente al rispetto di alcune condizioni, dall'autorità Garante della Concorrenza e del Mercato il 13 maggio 2002, ma il progetto era stato successivamente abbandonato dal gruppo Vivendi.

5 A differenza della precedente, la nuova operazione - nella quale l'acquirente è Newscorp - deve essere autorizzata dall'unione europea ai sensi del regolamento comunitario sulle concentrazioni 1. L'operazione crea un quasi monopolio nel mercato italiano della televisione a pagamento. Con una quota di più di due terzi del mercato della pay-tv, Telepiù è già in posizione dominante e la sua posizione verrà ulteriormente rafforzata dalla fusione con Stream. Telepiù e Stream (che sono entrate nel mercato italiano, rispettivamente, nel 1991 e nel 1996) non sono mai state in attivo. I costi di programmazione, dovuti soprattutto all'acquisizione di contenuti di alto livello, i cosiddetti contenuti "premium" - film e diritti sugli eventi sportivi - hanno in effetti sempre superato le entrate. La forte presenza in Italia di 12 emittenti televisive nazionali in chiaro - soprattutto i canali di stato della RAI e quelli delle società Mediaset - e di una serie di emittenti locali ha avuto effetti sul tasso di penetrazione della televisione a pagamento e dunque sulla sua redditività. Nella fase finale dell'indagine, Newscorp ha sostenuto che esistono in questo caso le condizioni per applicare la cosiddetta eccezione dell'impresa in stato di insolvenza e che Stream sarebbe inevitabilmente uscita dal mercato se l'operazione fosse stata bloccata. L'eccezione dell'impresa in stato di insolvenza è un concetto giuridico ed economico accettato dalle autorità responsabili della concorrenza ed è stata utilizzata in due occasioni dalla Commissione 2. Secondo questo concetto, una determinata operazione può essere ammessa in quanto operazione di salvataggio se la struttura concorrenziale del mercato si deteriorerebbe comunque anche se la concentrazione non avesse luogo (perché l'impresa uscirebbe dal mercato). La Commissione ha ritenuto che nel caso di specie non fossero soddisfatte le condizioni giuridiche molto rigorose previste per applicare l'eccezione dell'impresa in stato di insolvenza. La Commissione ha tuttavia preso in debita considerazione le croniche difficoltà finanziarie di entrambe le società, le caratteristiche specifiche del mercato italiano e i disagi che un'eventuale chiusura di Stream causerebbe agli abbonati italiani della televisione a pagamento. Garantire che il mercato rimanga aperto Per la Commissione la priorità fondamentale era imporre alla piattaforma satellitare combinata di diffusione di programmi a pagamento condizioni sufficienti ed adeguate a garantire che il mercato rimanga aperto. Sotto il profilo della concorrenza, le attività della nuova entità verranno in futuro condizionate da e.biscom (un operatore via cavo con alcune risorse di capacità), da future emittenti DTT (trasmissione digitale terrestre), da canali televisivi satellitari ed eventualmente da una vera e propria piattaforma satellitare alternativa. 1 2 La Commissione è competente per le fusioni e le acquisizioni che interessano le imprese con un fatturato mondiale combinato superiore ai 5 miliardi ed un fatturato individuale nell'unione europea di almeno 250 milioni di euro. Quando l'acquirente era Vivendi, Stream non superava la soglia relativa all'ue, mentre con Newscorp come acquirente sono raggiunte entrambe le soglie. Casi Kali+Salz/MDK/Treuhand e BASF/Eurodiol/Pantochim. 2

6 Affinché questi vincoli concorrenziali possano concretizzarsi, è necessario tuttavia che siano presenti le opportune condizioni. È soprattutto indispensabile che siano accessibili in futuro i film di grande richiamo e le partite di calcio, in quanto sono proprio questi contenuti premium a determinare gli abbonamenti alla televisione a pagamento. Inoltre, per quanto riguarda la concorrenza potenziale dagli operatori satellitari, è fondamentale l'accesso ad una piattaforma satellitare ed ai relativi servizi. In mancanza di misure correttive, Newscorp sarebbe l'unica ad avere la possibilità di concedere accesso alla piattaforma tecnica satellitare. La piattaforma tecnica può essere definita come il sistema che controlla l'accesso condizionato e la prestazione dei relativi servizi tecnici 3. La piattaforma tecnica decripta i segnali inviati dal fornitore dei programmi e li trasmette agli abbonati attraverso il decodificatore. Newscorp sarebbe inoltre l'unica a concedere la tecnologia CAS (sistema di accesso condizionato (programma di software che permette ai decodificatori di decriptare il segnale criptato) poiché la nuova società adotterà molto probabilmente la tecnologia proprietaria di NDS, una controllata di Newscorp. I nuovi concorrenti dipenderebbero così da Newscorp per ottenere le licenze. I concorrenti potenziali non disposti ad utilizzare la tecnologia CAS di Newscorp dipenderebbero inoltre dalla volontà di Newscorp di cooperare concludendo accordi di simulcrypt - ossia sistemi che consentono agli stessi decodificatori di "leggere" segnali criptati con tecnologie diverse. La Commissione ha concordato sul fatto che l'ampio pacchetto di misure correttive presentate da Newscorp, che comprende impegni di carattere sia strutturale che di comportamento, crea le condizioni necessarie per una concorrenza effettiva, affrontando in maniera corretta tutti i problemi specifici. Condizioni per l'autorizzazione Accesso ai contenuti Gli impegni relativi ai contenuti garantiranno che i film di grande richiamo, le partite di calcio e gli altri diritti su eventi sportivi siano disponibili e contendibili sul mercato. Newscorp rinuncerà ai diritti esclusivi relativamente a tali contenuti per la trasmissione non satellitare. Gli operatori via cavo, DTT e Internet potranno così acquisire i contenuti direttamente dai proprietari dei diritti (per esempio produttori cinematografici, club calcistici, altri proprietari di diritti sportivi). I concorrenti non satellitari potranno inoltre acquistare i contenuti premium da Newscorp attraverso una "offerta all'ingrosso" basata sul cosiddetto principio del "retail minus" (prezzo all'utente meno una determinata percentuale). L'offerta all'ingrosso si fonderà su una base disaggregata e non esclusiva. 3 I servizi tecnici che possono essere forniti da Newscorp tramite la piattaforma comprendono la gestione condizionata dell'accesso, il transito attraverso i decoder e l'inclusione nell'elenco predefinito di servizi (sintonia automatica), digitalizzazione e criptaggio, uplink satellitare e, in particolare, l'accesso alla guida elettronica dei programmi (EPG). 3

7 L'accesso ai contenuti, inoltre, sarà facilitato anche per i concorrenti satellitari potenziali permettendo ai proprietari dei diritti di rescindere unilateralmente senza penali i contratti in corso con la piattaforma combinata e limitando la durata dei futuri contratti (2 anni per i club calcistici e 3 anni per i produttori cinematografici). Sempre per facilitare l'ingresso sul mercato di concorrenti satellitari, Newscorp si è inoltre impegnata a non "boicottare" i cosiddetti diritti di seconda visione. Si tratta di diritti relativi alla diffusione differita e più economica (rispetto ai diritti di prima visione) di film di grande richiamo sulla televisione a pagamento. In mancanza di queste condizioni, Newscorp sarebbe stata in grado di decidere di acquistare solo diritti di prima visione, impedendo nel contempo a concorrenti potenziali di acquistare diritti di seconda visione. Grazie a questo impegno, le barriere all'ingresso sul mercato sono state ulteriormente abbassate ed i consumatori potrebbero essere in grado di decidere quando e a quale prezzo guardare film sulla televisione a pagamento. Accesso alla piattaforma Grazie a queste condizioni, i concorrenti effettivi o potenziali avranno la possibilità di emettere via satellite senza dover realizzare una propria piattaforma, che potrebbe costituire una barriera all'ingresso molto alta. Newscorp concederà l'accesso alla propria piattaforma ai concorrenti satellitari ed offrirà tutti i servizi relativi a condizioni eque e ragionevoli. Newscorp rilascerà licenze per la sua tecnologia proprietaria CAS a tutti i richiedenti su base equa e non discriminatoria. Newscorp sarà infine tenuta a concludere accordi di simulcrypt entro nove mesi dalla richiesta presentata da concorrenti intenzionati ad adottare una tecnologia CAS diversa da quella di proprietà di Newscorp. Dismissioni Newscorp si è impegnata a cedere le attività di radiodiffusione terrestre digitale ed analogica di Telepiù e a non intraprendere ulteriori attività DTT né come rete né come operatore al dettaglio. In questo modo verrà efficacemente incoraggiata la concorrenza potenziale attraverso questo sistema di trasmissione. Le frequenze dovranno essere acquistate da un'impresa disposta ad includere la radiodiffusione di pay-tv su uno o più canali nel proprio piano aziendale per la gestione delle attività cedute dopo il passaggio dalla radiodiffusione televisiva terrestre analogica a quella digitale in Italia. Attuazione effettiva delle condizioni Newscorp ha proposto una procedura di arbitrato per garantire l'attuazione effettiva degli impegni. Questo sistema arbitrale prevede un ruolo importante per l'agcom (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) per le questioni di sua competenza secondo la legge italiana e per il controllo del funzionamento della "offerta all'ingrosso". Durata delle condizioni Gli impegni resteranno in vigore fino al a meno che, su richiesta di Newscorp, la Commissione non decida di abbreviarne la durata perché le condizioni di concorrenza non ne giustificano più la sussistenza. 4

8 La Commissione ha concluso che questi impegni abbasseranno le barriere all'ingresso sul mercato e creeranno le condizioni per un'efficace concorrenza effettiva e potenziale, eliminando dunque i seri dubbi in merito alla creazione o al rafforzamento di una posizione dominante che ostacolerebbe significativamente un'effettiva concorrenza. La Commissione ha accettato questi impegni e ha di conseguenza deciso di non opporsi all'operazione. Partecipazione di minoranza di Telecom Italia e collegamento con i mercati delle telecomunicazioni Durante l'indagine è stata esaminata una serie di questioni che erano motivo di preoccupazione per quanto riguarda i mercati delle telecomunicazioni (ad esempio l'accesso Internet a banda larga ) a causa della partecipazione azionaria di Telecom nella società di nuova costituzione. Non è stato tuttavia possibile trovare prove sufficienti per concludere che la concentrazione determinerà il rafforzamento di una posizione dominante di Telecom Italia su tali mercati. 5

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