DIPARTIMENTO DELLE DIPENDENZE PIANO LOCALE DELLA PREVENZIONE DELLE DIPENDENZE ASL MI 1. Richiamata la DGR IX/1999 del 13/07/2011

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1 DIPARTIMENTO DELLE DIPENDENZE PIANO LOCALE DELLA PREVENZIONE DELLE DIPENDENZE ASL MI 1 Finalità: Richiamata la DGR IX/1999 del 13/07/2011 Lungo ciascuno di questi assi si pianificheranno azioni e programmi a livello locale utili al raggiungimento dell obiettivo generale di contenimento e di riduzione del consumo di sostanze legali ed illegali nel territorio dell ASL MI 1 Asse 1 Coordinamento multilivello degli interventi e della programmazione intersettoriale. Da gennaio 2007 è stato nominato il referente dell area prevenzione il cui ruolo è di orientare gli interventi preventivi in sinergia con il Tavolo Tecnico Regionale Dipendenze, coordinare ed esportare gli elementi tecnici e conoscitivi utili al miglioramento qualitativo e di appropriatezza degli interventi preventivi in ASL garantendo la diffusione e l applicazione delle linee guida regionali e armonizzando le diverse aree di intervento a livello di prevenzione universale, selettiva e indicata. Il referente per la prevenzione, oltre a partecipare al Tavolo Tecnico Regionale Prevenzione Dipendenze, partecipa al Tavolo intraaziendale (costituito nell ottobre 2007)per la programmazione ed il coordinamento degli interventi di promozione della salute secondo una strategia condivisa e mediante azioni basate sull evidenza. Mediante la partecipazione ai diversi tavoli di lavoro il Dipartimento delle Dipendenze acquisisce una visione complessiva degli interventi che si concretizza nell individuazione di sinergie possibili fra i diversi livelli aziendali. In tal modo il dipartimento esplica le sue competenze specifiche di promotore e di facilitatore dell avvio di processi istituzionali che coinvolgono i diversi dipartimenti; uno strumento fondamentale per la costruzione di un approccio intersettoriale all interno del sistema socio-sanitario è costituito dal Piano Integrato Locale per la promozione della salute. Il Piano di Organizzazione aziendale adottato dal direttore Generale con decreto n II/59 del prevede la costituzione del Dipartimento delle Dipendenze così strutturato: Unità Organizzativa Complessa Governo Unità d Offerta Unità Organizzativa Semplice Prevenzione Dipendenze e Disagio. In conformità all allegato 17 della DGR IX 937 del , con deliberazione n.309 del 30 Maggio 2011 si è approvata l adozione del regolamento di funzionamento degli organismi afferenti al Dipartimento, tra i quali il Comitato Rete Territoriale della Prevenzione. Tale organismo collegiale a carattere consultivo, ha il compito, fra l altro, di consolidare i rapporti di collaborazione interistituzionale e di attivare il confronto sul tema della prevenzione delle dipendenze, partendo dall analisi dei bisogni per individuare proposte strategiche per la programmazione degli interventi. 1

2 Mediante la prosecuzione del progetto interregionale di prevenzione Re-ligo, il Dipartimento ha fatto proprio l obiettivo di potenziare la sinergia fra tutti quegli attori istituzionali e non istituzionali che si occupano a vario titolo di prevenzione, pertanto già nel 2006, ancor prima della adozione della DGR VII/8243, si è potenziato in via sperimentale il collegamento fra la rete degli interventi preventivi dell area delle dipendenze con le azioni di educazione alla salute promosse dalla rete dei consultori. Tale collegamento è stato successivamente valorizzato dalle opportunità offerte dall applicazione della DGR VII/8243 dell ottobre 2008, con particolare riferimento: Al potenziamento delle azioni di educazione alla salute e a stili di vita corretti (Programma Re-ligo osservare e costruire, Progetti Contatto, Salute e Lavoro, An.Co.Re) Al sostegno al ruolo genitoriale nella cura e nella crescita dei figli (Progetto Mosaico) Al coinvolgimento dei consultori per interventi preventivo pedagogici diretti a giovani segnalati dalle forze dell ordine per uso/possesso di sostanze (Progetto Prefettura). Inoltre il personale del Dipartimento collabora con l ufficio preposto per la gestione delle procedure connesse alla gestione dei progetti finanziati dalla LR 23/99, potenziando in tal modo il collegamento fra le reti degli interventi preventivi. Con il medesimo obiettivo, al fine quindi potenziare a livello locale la programmazione sinergica, il Dipartimento è impegnato nella concertazione degli interventi preventivi con gli ufficio di piano degli ambiti territoriali. L art. 18 della l.r. 3/2008 definisce il Piano di Zona come lo strumento della programmazione in ambito locale della rete d offerta sociale e dell attuazione dell integrazione tra la programmazione sociale e la programmazione sociosanitaria in ambito distrettuale, anche in rapporto al sistema della sanità, dell istruzione e della formazione, della casa e del lavoro. Il Piano di Zona si configura dunque come lo strumento privilegiato per conseguire forme di integrazione tra le varie politiche mediante l analisi dei bisogni, la definizione delle priorità, la gestione innovativa, flessibile e partecipata del sistema di offerta. La collaborazione con i diversi uffici di piano si concretizza : nella realizzazione di azioni/iniziative di raccordo, con particolare riferimento alle attività dell Osservatorio territoriale delle Dipendenze, al fine di armonizzare la programmazione degli ambiti con l offerta preventiva in atto e al fine di condividere dati di conoscenza sulle caratteristiche evolutive del fenomeno dipendenze. nella realizzazione di interventi preventivi rivolti in modo specifico alle caratteristiche della popolazione dei singoli ambiti al fine di migliorare l efficacia dell intervento. Nel potenziamento della sinergia tra i progetti, per accrescere gli effetti dell intervento sui destinatari agendo contemporaneamente/parallelamente su diversi soggetti in relazione tra loro e/o in differenti contesti e per ottimizzare l utilizzo delle risorse economiche e professionali impiegate. nell applicazione locale di programmi basati sull evidenza, al fine di avere maggiori garanzie di efficacia ( Unplugged e Life Skill Training Program) 2

3 ASSE 2 Estensione dell impatto delle azioni preventive messe in atto 1. Gruppo di lavoro Tecnico prevenzione costituito ex DGR 7223 del 8 Maggio 2008 Obiettivi: Garantire e favorire la diffusione e l applicazione delle Linee Guida Linee guida regionali di prevenzione delle diverse forme di dipendenza nella popolazione preadolescenziale e adolescenziale. Sviluppare il ruolo e la funzione del Dipartimento delle Dipendenze inteso come anello di congiunzione fra i diversi attori del sistema di intervento preventivo. Svolgere una funzione attiva in campo preventivo favorendo e stimolando la circolazione delle informazioni raccolte e analizzate (Osservatorio Territoriale Dipendenze) in modo che possano orientare la progettazione a livello locale (uffici di Piano). Si tratta di un gruppo di lavoro multidisciplinare, la cui composizione rispecchia la composizione professionale delle U.O. SerT e Noa. Sempre nel 2008 si è stabilito che ogni equipe SerT e NOA dedicasse il 5 % del monte ore complessivo ad attività di prevenzione, non individuando un unico referente per la prevenzione del singolo SerT/NOA ma definendo, per i diversi ambiti/interventi, il professionista di volta in volta coinvolto. Negli ultimi due anni gli interventi di prevenzione hanno subito un incremento notevole, generando, all interno delle equipes di SerT/NOA, figure professionali referenti dei diversi interventi preventivi. Questo processo ha portato ad una specializzazione dei professionisti coinvolti, arricchendo i servizi territoriali, al di là delle competenze trattamentali, di competenze professionali preventive, valorizzando la differenziazione delle risorse. Nella programmazione e pianificazione degli interventi preventivi sono stati valorizzati il ruolo di catalizzatore del Tavolo Tecnico Regionale, le linee guida regionali ed in particolare sono stati attuati interventi con metodologie riconosciute e validate a livello scientifico internazionale. Prevenzione universale - ambito scolastico: Re-ligo: osservare e costruire, LSTPL e Unplugged La costruzione di una rete locale costituisce l obiettivo centrale individuato nella prosecuzione del Progetto Re-ligo nell ASL MI 1. 3

4 Il progetto è stato denominato Religo: osservare e costruire e risponde all esigenza di implementare la funzione di consulenza programmatoria, sviluppando a livello locale il processo di sostegno della rete sociale, per ciò che concerne l attività di prevenzione. Tra gli obiettivi perseguiti si segnalano: Diffusione del Manuale e confronto sulle buone prassi individuate dalla sperimentazione inter-regionale, con particolare riferimento agli Uffici di Piano ed agli Enti Locali, nonché ai Distretti ed ai Dipartimenti dell ASL; Potenziamento dell interazione tra i diversi settori e istituzioni che si occupano direttamente e/o indirettamente di attività di prevenzione delle dipendenze, creando equipe multidisciplinari e integrate tra servizi all interno dell ASL ma anche tra ASL e Privato Sociale. Offerta di opportunità formative in relazione ai temi della programmazione in ambito preventivo. Nel corso degli anni questo progetto ha assunto le caratteristiche più estese di un programma ed ha ricompreso tutti gli interventi di prevenzione in ambito scolastico attuati dal Dipartimento Dipendenze. Per il Dipartimento il Programma Re-ligo: osservare e costruire ha significato promuovere l omogeneità degli interventi rivedendo le pratiche professionali ; in particolare, si è tradotto nell offrire a tutte le scuole del territorio, di ogni ordine e grado interventi preventivi basati su evidenze d efficacia fornite dalla letteratura scientifica, diffondendo anche la cultura della valutazione. Queste azioni si sono configurate come processo circolare, in continuità con gli indirizzi regionali, nell ottica di migliorare la qualità degli interventi proposti ed aumentare le conoscenze di tutte le persone a vario titolo coinvolte. Il Dipartimento delle Dipendenze ha assunto sia all interno dell ASL che con Enti Locali e del Privato Sociale, un ruolo propositivo adottando una dimensione di processo: per garantire la programmazione degli interventi preventivi per connettere la rete interna ASL con le reti esterne. All interno del processo di miglioramento degli interventi di educazione sanitaria realizzati dalle Asl in collaborazione con la scuola, intrapreso dalla regione Lombardia, si inserisce il Programma Scuole che Promuovono salute. Tre istituti comprensivi, tra cui due che hanno partecipato al Programma Religo osservare e costruire, stanno partecipando al percorso integrato, il cui obiettivo è co-progettare il profilo di salute della propria scuola. Infatti La "Scuola lombarda che promuove salute sostiene nell'ambito della determinazione territoriale dei curricola l'inserimento delle tematiche relative alla salute e lo sviluppo delle correlate competenze attiva un processo di auto-analisi in relazione ai diversi determinanti di salute così da definire il proprio "profilo di salute pianifica il proprio processo di miglioramento individuando priorità ed obiettivamete in atto azioni fondate su evidenze di efficacia e/o buone pratiche validate 4

5 monitora il processo intrapreso e valuta i risultati sulla base dei quali ridefinisce gli obiettivi attiva il dialogo all'esterno valutando tutte le opportunità a sostegno del percorso di miglioramento Nell ambito di questo processo si sviluppano i due programmi regionali: Life Skills Training Program Lombardia (LSTPL) e il Programma Unplugged. Il Dipartimento delle Dipendenze, così come previsto dalle regole di sistema 2011, prevede l attuazione dei Programmi regionali Life Skills Training Program Lombardia (LSTPL) e del Programma Unplugged Lombardia, inserendoli nel Programma Religo:osservare e costruire. Ciò ha comportato da una parte la formazione di operatori, anche al di fuori del sistema di intervento sulle dipendenze, questi ultimi già formati sulla metodologia Llife skill education, dall altra una riflessione costante sulla metodologia introdotta dai due programmi. Sono stati formati 15 operatori afferenti alle Dipendenze, all area Consultoriale e al Dipartimento Prevenzione. Come da indicazioni regionali si è trattato di personale con esperienza in campo preventivo ed inoltre, nella scelta del personale, si è cercato di privilegiare operatori attivi da anni nel programma Re-ligo osservare e costruire, al fine di potenziarne il bagaglio culturale e formativo ed al fine di ricercare le connessioni operative per offrire alla scuola un programma preventivo articolato e contestualizzato. La Regione ha previsto che nell anno scolastico , per l ASL MI 1, il Life skill Training Program fosse sviluppato possibilmente in 8 scuole, o meglio in 48 classi prime. Essendo il LSTPL un programma triennale, nei prossimi due anni l obiettivo sarà di mantenere le scuole (classi) aderenti e di promuovere il programma in nuove scuole. Per quanto riguarda Unplugged, l obiettivo da raggiungere, non come singola ASL ma come obiettivo comune alle altre ASL di Milano e provincia, è l effettuazione del programma in 4 scuole secondarie di 2 grado; al momento attuale nell ASL MI 1 vi è l adesione di 6 scuole secondarie di 2 grado. Per questo programma sono state formati 13 operatori, tre al di fuori dell area dipendenze. L obiettivo per l anno scolastico è garantire la continuità dell intervento nelle scuole. Va precisato che nell anno scolastico che molte scuole hanno dato la propria adesione al programma Re-ligo:osservare e costruire, in continuità con quanto realizzato nell anno scolastico precedente, il che sta a significare che alcune scuole termineranno il programma nell anno scolastico Va segnalato che vi è sempre più la convinzione, da parte degli addetti, che la prevenzione nel settore delle dipendenze dovrebbe iniziare molto precocemente, nella prima infanzia, quando non si parla di sostanze, in quanto la consapevolezza della propria 5

6 salute presuppone una coscienza del proprio corpo che, appunto, si acquisisce molto precocemente. Il lavoro di questi anni sulle life skill ha sviluppato questa consapevolezza e, di conseguenza, pervengono richieste di intervento sia dalle scuole primarie che dalle scuole dell infanzia. Riteniamo che, come esplicitato dalle linee guida regionali, ciò rappresenti un obiettivo da perseguire, anche perché questo grado scolastico non è coperto da altri programmi regionali. Ambito lavorativo:salute e lavoro I dati epidemiologici rilevano che, a livello nazionale, in media, ogni giorno tre lavoratori hanno incidenti mortali sul lavoro; che migliaia di persone ogni anno, a causa di infortuni sul lavoro contraggono invalidità parziali o totali; che molti lavoratori vivono situazioni di malessere psico-fisico dovute alla forte precarietà e incertezza rispetto al futuro o causate da situazioni di stress. A volte per contrastare il malessere si ricorre all uso o all abuso di psicofarmaci, di sostanze stupefacenti e di alcol o si cade nella trappola del gioco patologico. Essere consapevoli che il mondo del lavoro non è esclusivamente luogo di potenziale integrazione, ma anche realtà in cui si può originare disagio, è il primo passo per poter considerare l azienda come uno dei possibili spazi in cui realizzare interventi sociali per promuovere la salute e il benessere mediante un dialogo tra mondi diversi. Il progetto Salute e Lavoro, in conseguenza di ciò, nasce dalla consapevolezza che per promuovere la salute nei luoghi di lavoro sia necessario prevenire i comportamenti di abuso. Il problema del consumo in ambito lavorativo è già da diversi anni all attenzione dei principali organismi di settore e collegato alle politiche per la salute e la sicurezza. Il fenomeno dell abuso, oltre a produrre i conosciuti e già stimati effetti a livello individuale, interpersonale e familiare nell ambito lavorativo, può incidere sulla produttività, sull assenteismo, sugli infortuni, sulle malattie e la mortalità su lavoro, può inoltre minacciare la sicurezza propria ed altrui con tutti i costi associati. Alcuni ostacoli impediscono un attivazione, ed in particolare: o una cultura della tolleranza diffusa nei luoghi di lavoro rispetto all uso moderato di sostanze (in particolare di alcol), che in alcuni casi sfocia addirittura nell uso compatibile o funzionale all attività lavorativa (si pensi all uso della cocaina che rende in una prima fase più produttivi e capaci di sostenere livelli di stress elevati); o un atteggiamento di negazione del problema da parte dei lavoratori che temono di perdere il posto di lavoro; o la resistenza da parte delle dirigenze aziendali ad affrontare il tema per le possibili conseguenze negative collegate alle normative vigenti e all immagine dell azienda; o la convinzione errata che gli interventi di prevenzione nei confronti degli adulti siano del tutto o scarsamente efficaci e che sia molto meglio investire nelle giovani generazioni con interventi all interno delle scuole. Il progetto Salute e Lavoro, (realizzato dagli operatori dei servizi del Dipartimento delle Dipendenze in collaborazione con CS&L consorzio sociale ), nasce per affrontare questi problemi e per cercare di sperimentare e poi diffondere un modello di prevenzione sul tema dell uso e abuso di sostanze stupefacenti, dell alcol e del gioco patologico nei luoghi di lavoro. Inoltre, l ASL MI 1, grazie a questo progetto e ai servizi preposti, persegue una politica di miglioramento della sicurezza e della salute nei luoghi di lavoro coerente con le linee di 6

7 intervento sociale promosse dall Unione Europea e, in particolare, in sintonia con la strategia comunitaria per la salute e la sicurezza sul lavoro La modalità innovativa permette di promuovere una immagine meno legata all idea del controllo e della vigilanza e più vicina alla mission di garantire la salute a tutti cittadini. Il progetto Salute e Lavoro tenta di far conoscere gli altri volti (Dipartimenti) dell ASL instaurando un processo virtuoso e promuovendo nuove sinergie all interno dell ASL stessa. L occasione per riflettere in merito alle strategie d intervento preventivo in ambito lavorativo nasce dal Progetto interregionale Re-ligo ( ) e dalla volontà di sperimentare una rete locale (che favorisse il confronto tra servizi pubblici e privati, enti locali, associazioni) per prevenire e contenere il disagio e favorire la salute. Il Dipartimento delle Dipendenze dell ASL MI 1, dopo un percorso formativo, ha istituito dei gruppi di miglioramento (autunno 2007) che avessero come tema la prevenzione in ambito scolastico e la prevenzione nei luoghi di lavoro. Il gruppo di miglioramento Salute e Lavoro (composto da operatori del Dipartimento Dipendenze, del privato sociale, delle organizzazioni sindacali e degli Enti Locali) ha ipotizzato un intervento di prevenzione finalizzato a promuovere la salute e il benessere dei lavoratori. Il contenuto del programma di prevenzione ipotizzato si proponeva di trasmettere ai destinatari l acquisizione di abilità spendibili ed efficaci da adottare per affrontare i diversi problemi della vita quotidiana; abilità quindi protettive rispetto all acquisizione di comportamenti di abuso. Pertanto nel 2008 è stata attivata la prima sperimentazione Salute e Lavoro. Sono quindi state individuate alcune aziende del territorio dell ASL che operano nel settore dei trasporti pubblici e privati. Questa prima esperienza è servita principalmente a realizzare un indagine qualitativa che ha restituito una fotografia della percezione che i lavoratori hanno riguardo alla loro salute e alle loro abitudini riguardo ai comportamenti di abuso. Nel , invece, il progetto si è rivolto ad aziende del settore chimico e ha proposto un lavoro più articolato. Infatti, dopo aver realizzato l indagine qualitativa ha anche attivato dei percorsi formativi di tipo preventivo rivolti ad alcune figure chiave del mondo aziendale affinché questi soggetti possano offrire supporto ai colleghi in eventuali situazioni di disagio. Nel 2011 il progetto sta proseguendo sulla falsa riga dell annualità precedente, allargando l intervento a tutte le tipologie aziendali. In questi anni di sperimentazione lo sviluppo del progetto sta costruendo una alleanza con le organizzazioni sindacali e di categoria utile a sostenere e a diffondere l iniziativa in sinergia con le altre azioni territoriali in atto. Una delle caratteristiche principali del progetto Salute e Lavoro è favorire un sistema integrato tra servizio pubblico e privato sociale. Promuovere un sistema integrato di interventi in questo settore significa ricondurre ad una unità programmatoria e gestionale comune mettendo insieme culture, risorse differenti e a volte considerate tradizionalmente separate. (Olivetti Manoukian 2005). 7

8 Nello specifico per il Dipartimento delle Dipendenze ha significato: o promuovere una forte collaborazione con il privato sociale (CS&L) che da anni (anche con i progetti ex L.45/99) collabora sul tema lavoro, per lanciare una nuova sfida, ovvero conseguire obiettivi di salute nel mondo del lavoro; o ricercare modalità di collaborazione di carattere innovativo con agenzie sociali (ad esempio con i sindacati); o spostare l attenzione dal cosa fare alle riflessioni in merito al come fare e prevedere le ricadute istituzionali. Il nucleo fondante del modello è legato alla formazione dei moltiplicatori dell informazione: ciò significa che indipendentemente dal contesto aziendale in cui il progetto si trova ad operare è necessario individuare delle figure chiave disponibili a lavorare sul tema della prevenzione e a svolgere in azienda il ruolo di tutori rispetto a queste tematiche. E necessario ricordare che ogni volta che ci si rivolge ad un adulto con un ruolo lavorativo definito ci si rivolge potenzialmente anche ad un genitore o comunque ad una persona che come afferma la Carta di Ottawa:. gioca, lavora, studia ed ama cioè incarna ruoli diversi in diversi contesti, quindi il messaggio preventivo non esplica la propria efficacia solo in quell azienda o in quella scuola ma a cascata, rafforzandosi. Pertanto sia l adulto sia il giovane possono essere sia moltiplicatori dell azione preventiva o peer educator piuttosto che destinatari dell intervento. In relazione a questa dimensione il progetto Salute e Lavoro si pone l obiettivo di trasformarsi nel tempo da sperimentazione a intervento strutturato, capace di offrire alle aziende una risposta concreta e stabile sui temi della promozione della salute. Si rendono pertanto necessari i seguenti passaggi: o o o è necessario pensare che la sperimentazione condotta finora possa divenire, nel 2012, patrimonio degli operatori di tutte le UU OO del Dipartimento delle Dipendenze. In tal modo sarà possibile offrire una risposta alle aziende di tutti i distretti dell ASL MI 1 ed ogni UO potrà condividere gli strumenti di intervento sulla salute nei luoghi di lavoro. gli argomenti trattati con le aziende possano trascendere il tema della prevenzione all uso di sostanze per arrivare a parlare di corretti stili di vita ; ciò rende necessaria la collaborazione con il Dipartimento di Prevenzione per offrire alle aziende un pacchetto progettuale sulla salute più ampio e completo. è importante dotarsi di strumenti che fidelizzino le aziende con le quali è stato sperimentato l intervento. Per questo motivo nell arco del 2011 è stato predisposto un Protocollo di collaborazione con il quale il Dipartimento delle Dipendenze si impegna ad offrire all azienda una consulenza costante in materia di accertamenti sull uso di sostanze, di prevenzione e di salute, mentre l azienda si impegna a progettare un piano di 8

9 intervento annuale sulla salute e sostenere la formazione e il monitoraggio dei moltiplicatori dell informazione. Obiettivo individuato per il 2012 è rappresentato dalla promozione e diffusione del protocollo a livello territoriale. Iniziativa sperimentale Corretti stili di via in ambiente lavorativo Il programma Ministeriale Guadagnare Salute- rendere facili le scelte salutari invita a promuovere politiche per contrastare i comportamenti nocivi e attivare interventi efficaci che possano agire globalmente sui diversi fattori di rischio, sulle condizioni socioambientali, individuando anche i luoghi di lavoro come ambiti in cui sviluppare le quattro linee programmatiche: l alimentazione, l attività fisica, il fumo e l alcol. Con questa finalità e al fine di recepire le indicazioni contenute nell art.28 c 1- bis del D.Lgs 9 Aprile 2008, che definisce un percorso metodologico quale livello minimo di attuazione dell obbligo di valutazione del rischio da stress lavoro-correlato, nel 2011 è stato attivato a livello aziendale (Dipre: Smeprec, Sian e Dip.Dipendenze) un gruppo di lavoro con l obiettivo di sperimentare un percorso di promozione della salute e prevenzione dello stress lavorocorrelato all interno di una azienda profit, con una particolare attenzione al benessere fisico, psicologico e sociale del lavoratore. E stata individuata, dopo attente analisi di contesto un azienda ubicata sul territorio di Abbiategrasso, la quale ha dato la propria disponibilità. Ambito aggregativo : An.Co.Re: Animazione di Comunità rete Il progetto An.co.re è finalizzato alla costruzione di interventi di prevenzione dell uso di sostanze e dei comportamenti di abuso in contesti di socializzazione (luoghi di aggregazione spontanea, luoghi in cui si pratica sport ecc..) Come indicato dalle Linee Guida Regionali: Prevenzione delle diverse forme di dipendenza nella popolazione generale, in questi contesti è dimostrato che l utilizzo di sostanze (in primis l utilizzo di sostanze dopanti per le attività sportive) avviene allo scopo di migliorare la prestazione e la socializzazione; inoltre le linee guida Adolescenti e preadolescenti riportano come maggiormente efficaci i progetti basati sulla promozione della partecipazione di tutta la comunità e delle sue istituzioni anziché un approccio educativo individuale, privilegiando lo sviluppo di interventi integrati che vedano coinvolti la scuola, i CAG, gli Oratori, i progetti di educativa di strada, le Associazioni Sportive ed ogni altra risorsa eventualmente presente sul territorio, con la finalità di individuare obiettivi comuni a partire da una lettura condivisa dei fenomeni e delle modalità di intervento. E obiettivo del Dipartimento monitorare i fenomeni di consumo in questi contesti e prevedere dei programmi per innalzare e accrescere i fattori di protezione e la funzione socializzante positiva. Il modello di intervento è riferito alla messa in rete di moltiplicatori dell azione preventiva, ovvero quelle figure chiave che appartengono al contesto dei destinatari dell intervento, creando sempre di più una cultura condivisa contro l abuso di droga sia nei giovani che negli adulti. 9

10 Il progetto Ancore ha previsto una prima fase di studio dei bisogni relativi al fenomeno dei comportamenti di abuso nei territori individuati: Distretto di Abbiategrasso, Distretto di Corsico, Comune di Mesero. Per realizzare l analisi del bisogno nei primi due Distretti citati si è deciso di utilizzare come strumento di indagine una intervista rivolta ad alcuni stackholder, oltre all esame della documentazione disponibile in ambito, quale, ad es., il piano di zona. Dopo attenta valutazione si è deciso di intraprendere la sperimentazione sul territorio di Abbiategrasso e, dopo richiesta specifica dell Amministrazione Comunale, nel Comune di Mesero. Il progetto Ancore prevede che gli strumenti da utilizzare per la promozione della salute e la prevenzione dell uso di sostanze siano afferenti all area della rete internet e dei social network, poiché nella fase di rilevazione del bisogno è stato evidenziato dagli stakeholder che il nuovo e principale luogo di scambio e di ritrovo nel territorio di Abbiategrasso, è la piazza virtuale. A tal fine sono stati co-costruti tramite un laboratorio-formativo (affidato ad un agenzia di comunicazione) cui hanno partecipato oltre ad operatori ASL anche operatori del privato sociale afferente al sistema dipendenze sul territorio di Abbiategrasso, un blog ( fai.org) e la pagina facebook Che fai? Gli obiettivi del Dipartimento per il sono stati: - sostenere l attivazione di una rete locale composta da soggetti del privato sociale, del quarto settore e delle Istituzioni che presidiino il territorio rispetto al tema della prevenzione e funga da motore propulsivo della promozione della salute -avviare azioni di promozione della salute attraverso l individuazione di strumenti innovativi di comunicazione che riescano a parlare realmente agli adolescenti e ai giovani nel loro tempo libero. L obiettivo non è di limitarsi a proporre interventi dissuasivi o informativi, ma di porsi come adulti mediatori capaci di riconoscere le esigenze e le motivazioni evolutive dell adolescente al fine di sostenere il suo percorso di crescita verso il raggiungimento del modello dell adulto responsabile. -promuovere l individuazione di moltiplicatori dell azione preventiva scelti tra gruppi di pari o tra gli educatori/ animatori del territorio, anche attraverso l organizzazione di specifici eventi Gli obiettivi del dipartimento per il secondo semestre 2011 e tutto il Costruire un tavolo interno all ASL finalizzato alla progettazione e alla realizzazione degli interventi di sensibilizzazione degli operatori informali (inizialmente associazioni sportive) - Coprogettare, con la partnership del comune di Abbiategrasso e degli enti del terzo settore già afferenti al progetto An.Co.Re, un progetto da realizzarsi da settembre 2011 a tutto il Comune di Mesero 10

11 Il Dipartimento Dipendenze dell ASL Provincia di Milano 1, nel 2010/2011 ha supportato L Amministrazione Comunale di Mesero, ed in particolare l Assessorato alle politiche Giovanili e l Assessorato alla Sicurezza : 1. nella costruzione delle premesse culturali e metodologiche per contrastare il consumo/abuso di sostanze psicoattive 2. nella costruzione di azioni di promozione della salute e di prevenzione dell uso di sostanze nel Comune di Mesero rivolte ai giovani, coinvolgendo le risorse proprie del tessuto locale. 3. nella creazione di un tavolo tecnico finalizzato a promuovere un confronto fra tutti gli attori locali coinvolti o coinvolgibili al fine di individuare un ipotesi progettuale (spazio aggregativo/culturale) condivisa che rappresenti una risorsa riconosciuta per i giovani e per la comunità locale Riguardo all obiettivo 1) le attività realizzate hanno previsto inizialmente il coinvolgimento del Servizio Unità Mobile Giovani sia nei luoghi in cui si è ritenuto di contrastare il consumo di sostanze, sia in ambito preventivo, in eventi cittadini. Per il raggiungimento del secondo obiettivo il Dipartimento delle Dipendenze, in linea con quanto indicato dall Assessore alle Politiche Giovanili e dall Assessore alla Sicurezza, ha individuato, quale modalità operativa, la creazione di momenti di sensibilizzazione finalizzati alla promozione della salute e agli stili di vita sani all interno di eventi cittadini già esistenti e la progettazione di un evento specifico, promosso dall Amministrazione Comunale, con lo stesso tema di fondo. Un obiettivo specifico era infatti quello di costruire iniziative che coinvolgessero i giovani e gli adolescenti, attivandone il protagonismo in maniera positiva e quindi preventiva. Di seguito si riassumono i risultati raggiunti nei primi due anni di progetto: - Realizzazione di un video finalizzato alla raccolta di interviste agli abitanti di Mesero con particolare attenzione ai giovani e agli adolescenti. Il focus della videointervista era centrato sul concetto di salute, sulle abitudini comportamentali, sulla percezione riguardo all'uso di sostanze legali e illegali, sulla percezione di sicurezza / insicurezza vissuta nel paese, sulla percezione della qualità della vita. Uno degli aspetti più interessanti della preparazione del video è legato al fatto che le interviste sono state realizzate in alcuni momenti di festa della comunità e in diverse occasioni aggregative, in ognuna delle qual,i dunque, è stato sottolineato il tema preventivo. - Partecipazione ad un tradizionale evento cittadino di grande richiamo : l Ex Festa della Birra 2010, declinata in: Bevi responsabilmente. Gli eventi, sono stati molto seguiti dalla comunità e non hanno generato situazioni di tensione come invece era accaduto negli anni precedenti. Si ritiene che questo risultato sia dovuto anche alle modalità utilizzate per preparare le iniziative. Infatti l evento è diventato un contenitore più ampio rispetto alla festa della birra intesa in senso classico; contenitore nel quale sono state realizzate iniziative tese a sensibilizzare il target riguardo ad un consumo consapevole e a prevenire il più possibile gli effetti negativi generati dall alcol 11

12 L elemento più interessante di questa iniziativa è determinato, senza dubbio, dalla alleanza sinergica che si è creata con un gruppo di giovani del paese. Questo gruppo ha organizzato la festa, costituendosi inizialmente in associazione e successivamente nella PRO LOCO del paese. In questo percorso il progetto An.co.re ha funzionato come elemento propulsivo e allo stesso tempo ha beneficiato della risorsa che si è venuta a creare. Infatti, dopo la costituzione della Pro Loco è stato possibile iniziare una vera interlocuzione con il gruppo target dell intervento e costruire con esso i passaggi progettuali successivi. Ai giovani della Pro Loco sono stai affiancati degli operatori professionali della prevenzione, in particolare afferenti ad una cooperativa sociale attiva da anni sul territorio ( Cooperativa Albatros), che hanno fornito uno start up alle iniziative,. La sinergia tra Pro Loco, Amministrazione Comunale e Privato Sociale ha attivato un percorso laboratoriale finalizzato alla Ex festa della Birra 2011 che ha consentito il contatto ed il coinvolgimento di ragazzi molto giovani. Anche quest anno la festa della birra non è stata solo un pretesto per organizzare un momento aggregativo per la comunità; l attenzione delle persone/dei giovani, non si è risolta nel consumare, ma è stata indirizzata verso momenti di creatività ed espressività, realizzati con il supporto della Cooperativa Albatros. Il Dipartimento delle Dipendenze ritiene che gli elementi a cui porre particolare attenzione in questo percorso, al fine del raggiungimento degli obiettivi (2012) del progetto An.co.re siano: - Responsabilizzare il gruppo dei giovani affinché si sentano titolari e partecipi dell azione pur non gestendo il budget destinato alla realizzazione dell azione stessa, che rimarrà, invece, in capo alla Amministrazione Comunale, così come definito da quest ultima. Ciò significa dedicare attenzione ai ruoli, alle funzioni e alle partnership tra i vari attori coinvolti nella realizzazione dell iniziativa. - Garantire che il percorso di accompagnamento previsto dalla Cooperativa Sociale sia finalizzato allo start up delle attività preventive. E necessario fare in modo che gli operatori professionali siano di supporto ai giovani della Pro Loco nell organizzazione dell iniziativa, ma non si sostituiscano ad essi. Il ruolo degli operatori dovrebbe essere quello di guida e supervisione piuttosto che di organizzazione. Tutto ciò servirà a garantire che i giovani del territorio apprendano le modalità per promuovere iniziative preventive per poi essere in grado di proseguire in futuro autonomamente. -Esercitare sorveglianza affinché i messaggi comunicativi proposti alla comunità siano univoci e non contradditori, e che abbiano valenza preventiva. - Infine, ma non da ultimo, che sia possibile valorizzare il lavoro fatto attraverso la realizzazione di video interviste, legandolo ad un iniziativa laboratoriale, al fine di capitalizzare lo sforzo compiuto per arrivare al risultato del pre-montaggio video e di restituire alla comunità quanto emerso dal contributo che parte di essa ha dato al progetto. 12

13 Resta vivo l obiettivo del coinvolgimento di tutte le altre realtà che si occupano di giovani ed adolescenti in una rete locale che si occupi di prevenzione, in cui ogni realtà potenzi e valorizzi le proprie risorse e si coordini con le altre rispetto a questa tematica. Prevenzione indicata: Progetto Mosaico e UMG Progetto Mosaico:genitorialità e dipendenza La sperimentazione locale ASL Milano 1 nasce a seguito del progetto interregionale Il Mosaico (finanziato dal Ministero della Salute) conclusosi nel gennaio 2006 con la presentazione, tra l altro, delle Linee di indirizzo per la stesura di un protocollo tecnicooperativo tra servizi di aziende sanitarie, enti locali e del privato sociale per la gestione di donne tossicodipendenti in gravidanza/con figli minori o coppie con figli minori. Il Dipartimento Dipendenze dell ASL MI 1, al termine del percorso interregionale, ha stabilito di attivare un intervento destinato specificatamente al miglioramento del trattamento rivolto a donne tossicodipendenti o nuclei famigliari con figli minori e donne tossicodipendenti in gravidanza. La scelta di questo target specifico teneva conto di evidenze di letteratura (aumento di donne o genitori tossicodipendenti con figli minori, presenza di rischi nell offerta di cure primarie non adeguate, nel rapporto madre-figlio, rischi di compromissione dello sviluppo psico-fisico dei figli, insufficiente tutela per i minori) ma anche dei dati epidemiologici dei servizi e della considerazione che gli altri due target erano già presidiati (gruppo di lavoro sulla doppia diagnosi) o meno significativi (numero di immigrati fra gli utenti molto ridotto). La finalità del progetto è di supportare il corretto esercizio delle funzioni genitoriali, in presenza di madri o genitori tossicodipendenti con figli minori. prima fase: Costruzione buone prassi di relazione tra operatori appartenenti a più organizzazioni e alle due istituzioni, l ASL MI 1 e i comuni della zona, in funzione della costruzione / realizzazione di interventi personalizzati, unitari e integrati. Queste azioni (formazione e aggiornamento, supervisione, attivazione tavolo di regia e coordinamento) sono state realizzate nel 2006 e seconda fase: Costituzione di tavoli distrettuali interprofessionali, interorganizzativi e interistituzionali che hanno portato alla stesura di protocolli operativi di collaborazione tra i diversi servizi coinvolti nella gestione di nuclei familiari multiproblematici: nel periodo , con tempi e modalità diverse, sono stati attivati i tavoli mosaico in tutti i distretti. In cinque dei sette Distretti della ASL MI 1 (Distretto 1 Garbagnate M.se; Distretto 2 - Rho; Distretto 3 Corsico; Distretto 5 - Castano; Distretto 6 - Magenta) i protocolli operativi Mosaico, prodotti dai tavoli, sono stati approvati. Tre distretti hanno poi avviato la sperimentazione dei protocolli (Distretto di Garbagnate M.se; Distretto di Rho; Distretto di Castano Primo) prevista per circa 1 anno. In questi 13

14 distretti i tavoli mosaico, coordinati dai Responsabili UOS distrettuali, hanno assunto il nuovo compito di monitoraggio della sperimentazione. terza fase La sperimentazione dei protocolli nei primi tre distretti è iniziata in tempi diversi e si è sviluppata nel 2009 e La gestione di casi complessi da parte delle equipes multidisciplinari integrate sul caso (così come definiti dai singoli protocolli) ha rivelato la necessità di usufruire di supervisione, orientata sul caso e/o sul processo di lavoro. L attività di supervisione si è concretizzata, nei Distretti di Garbagnate M.se, Rho, Castano Primo, da luglio a dicembre 2010: è stato proposto un modulo di lavoro costituito da n. 4 incontri di supervisione di due ore ciascuno per distretto. L incarico di supervisione è stato assegnato al Centro di Psicologia e Analisi Transazionale di Milano. Sempre nel 2010, alla luce dei percorsi già attuati e dei protocolli integrati, si sono organizzati dei percorsi di formazione al fine di far emergere risorse e opportunità strategiche volte ad incentivare processi diagnostici e di presa in carico sia di adulti che di minori. Nel 2011/12 gli obiettivi del Dipartimento sono 1. proseguire l attività di supervisione per le equipe multidisciplinari integrate dei Distretti di Garbagnate M.se, Rho, Castano Primo; 2. estendere l attività di supervisione alle equipe multidisciplinari integrate dei Distretti di Corsico, Magenta e Abbiategrasso; concludere l iter di sottoscrizione del protocollo nel Distretto di Legnano. 3. realizzare corso di formazione sugli aspetti legali "Mosaico: ruoli e responsabilità degli operatori nella complessità del lavoro di rete. quale equilibrio tra la norma e la prassi operativa Nei primi mesi del 2011 sono state effettuati incontri di verifica dell esperienza di supervisione 2010 che hanno consentito di ridefinire: il tempo di supervisione (da 2 ore a 2,30 ore) le finalità (favorire un lavoro di gruppo efficace e consentire alle équipes la definizione di una progettualità condivisa nei casi complessi ) l adozione di una scheda sintetica di presentazione del caso ai supervisori prima della seduta 3 incontri con i coordinatori dei tavoli distrettuali per informazioni e monitoraggio. Unità Mobile Giovani A partire dal 2006 il Dipartimento delle Dipendenze si avvale delle Unità Mobili Giovani e Divertimento. Le UMG sono connotate come modello di intervento rivolto ai giovani consumatori e per questo sono presenti in contesti dove difficilmente i servizi tradizionali riescono ad arrivare: luoghi del tempo libero e del divertimento come i bar, i locali notturni, le feste popolari che coinvolgono soprattutto i giovani, i rave. 14

15 Nel 2010, a seguito dell espletamento di Bando Regionale, sono stati presentati, approvati e finanziati due progetti, come risulta dal Decreto n. 66 del (ad oggetto Approvazione delle graduatorie relative al Bando per l erogazione di contributi per la promozione di programmi di prossimità nell ambito delle dipendenze e del consumo di sostanze psicotrope e per la prevenzione delle patologie correlate anno 2010 in attuazione della DGR 3 febbraio 2010 n ). Dal 2010 al progetto Unità Mobile Giovani Piccolo Chimico, attivo nei Distretti 1, 2 e 3 fin dal 2006, si è aggiunto il progetto All Night Long Unità Mobile Giovani che esplica le sue attività nei Distretti 4, 5, 6 e 7. Entrambi i progetti sono proposti e gestiti dalla Cooperativa Lotta Contro l Emarginazione (COLCE). Le unità mobili giovani si occupano di prevenzione e riduzione dei rischi: lavorano nei contesti di aggregazione e di divertimento notturno con l obiettivo principale di ridurre i comportamenti a rischio causati dall assunzione di alcol e delle sostanze stupefacenti (in particolar modo i rischi connessi alla guida: guida in stato di ebbrezza, incidenti, ritiro e sospensione della patente, ecc.). L obiettivo che le UMG si pongono è quello di aumentare l informazione e la percezione dei rischi sanitari, sociali e legali, collegati all uso e abuso di sostanze psicotrope lecite e illecite. Le UMG rappresentano anche un osservatorio dei fenomeni legati agli stili di consumo. In particolare, rispetto al target diretto di intervento (giovani tra i 15 e i 30 anni presenti nei luoghi del divertimento consumatori di sostanze psicotrope legali e illegali) gli obiettivi specifici sono: 1. Ridurre i comportamenti a rischio dei consumatori che utilizzano sostanze aumentando la percezione del proprio stato di alterazione nel qui ed ora e dei rischi correlati ( guida, colpo di calore etc..) 2. Aumentare la percezione dei rischi sanitari connessi all uso di sostanze psicoattive, attraverso colloqui individuali e di gruppo e la distribuzione di materiali specifici che mettono in rilievo i rischi a breve e medio termine 3. Aumentare la consapevolezza dei rischi legali legati al consumo attraverso la distribuzione di materiale informativo ad hoc e colloqui individuali e di gruppo 4. Promuovere azioni di tutela della salute sugli effetti indesiderati delle sostanze nel breve e medio periodo e sulle sostanze circolanti particolarmente pericolose indicate dal Sistema di Allerta Rapido e recepite attraverso mail periodiche e contatti con la rete dell'allerta Rapido 5. Promuovere la conoscenza e l'avvicinamento ai servizi territoriali C è un target indiretto degli interventi che è costituito dai gestori dei locali del divertimento, dagli adulti del territorio e giovani non consumatori che richiedono interventi. Rispetto a questo target gli obiettivi sono: 15

16 1. Fornire informazioni specifiche legate al consumo di sostanze: rischi sociali, rischi sanitari (effetti indesiderati delle sostanze), rischi legali e patologie correlate 2. Promuovere la progressiva partecipazione dei gestori o organizzatori di eventi, attraverso il loro coinvolgimento attivo nella costruzione di iniziative presso il proprio locale/evento 3. Presenziare a iniziative territoriali di sensibilizzazione rivolte alla comunità. La presenza sul territorio è caratterizzata anche da una forte relazione con gli interventi in ambito preventivo ed educativo promossi dagli enti locali, con un forte impegno di relazione con la rete dei servizi. La sovradistrettualità, caratteristica di entrambi i progetti, da un lato consente di riconoscere esperienze e caratteristiche diverse dei singoli ambiti e soggetti, dall altra tiene conto del fatto che i giovani si muovono da un territorio all altro alla ricerca del contesto più interessante per sé. Gli strumenti utilizzati dagli operatori nell attività di Unità Mobile Giovani: o o o o o o Materiali informativi: sono materiali cartacei riguardanti le sostanze stupefacenti che vengono messi a disposizione dei consumatori, esposti sul tavolo e consultabili facilmente. Non vengono mai distribuiti a mo di volantinaggio, ma sempre accompagnati da spiegazioni da parte degli operatori. Riguardano la cocaina, l hashish, alcool, lsd, ecstasy, il mix di sostanze, l uso di sostanze da parte delle donne, i rischi dal punto di vista legale. Etilometro: a coloro che si avvicinano alla postazione si propone di effettuare il test del tasso etilico. Questa prova ha come finalità far emergere il dato oggettivo del tasso alcolico, avviare un dialogo sul tema, proporre approfondimenti a partire dall uso del questionario. Materiali sanitari: il progetto prevede la distribuzione di materiali di profilassi sanitaria quali profilattici e laddove necessario distribuzione di acqua e succhi di frutta (per la prevenzione della disidratazione e del colpo di calore), Kit Cocaina e il narco-test nel caso di contesti particolarmente a rischio/problematici. Mezzo mobile: viene utilizzato per gli spostamenti sui territori e per posizionarsi fuori dai locali. Durante le uscite viene allestito un banchetto per il contatto dei consumatori. Negli interventi estivi, feste della birra, concerti, il furgone corredato da un gazebo (3x2) diventa quasi uno stand della prevenzione inserito nell iniziativa. Questionari: strumento di rilevazione dati, relativi al consumo di sostanze da parte degli utenti. Quando le condizioni lo permettono viene proposta l iniziativa Guidatore sicuro, lo spazio chill out, uno spazio - anche fisico - per un piccolo colloquio, ecc. Unità Mobile Giovani Piccolo Chimico Il progetto Unità Mobile Giovani Piccolo Chimico è connotato dalla continuità con le esperienze degli anni precedenti. 16

17 L attività dell Unità Mobile Giovani Piccolo Chimico, coinvolge i territori dei distretti n. 1 Garbagnate, n. 2 Rho e n. 3 Corsico. All Night Long - Unità Mobile Giovani Questo progetto è caratterizzato dalla novità di rivolgersi a ambiti prima non toccati da queste iniziative o solo in misura minore molto ridotta e dalla gestione in partnership con due cooperative attive negli stessi ambiti nelle attività di prevenzione con i giovani. L attività di All Night Long - Unità Mobile Giovani (di seguito All Night Long) si è sviluppata nei territori dei comuni dei Distretti Socio-Sanitari n. 4 Legnano, n. 5 Castano Primo, n. 6 Magenta, n. 7 - Abbiategrasso dell ASL Provincia di Milano 1. Da alcuni anni si è costituito un gruppo di lavoro sull Unità Mobile Giovani presso il Dipartimento delle Dipendenze, costituito attualmente da: Il gruppo di lavoro si riunisce periodicamente per monitorare le attività e studiare collaborazioni con altri servizi e progetti del Dipartimento. Un referente della Cooperativa COLCE, a nome anche dei partnes, partecipa al gruppo di lavoro dell Osservatorio per una condivisione di esperienze, uno scambio di conoscenze a carattere antropologico, epidemiologico, tecnico-scientifico. Dati rilevati dagli operatori dell UMG sono inseriti nel Report annuale dell Osservatorio dipartimentale. Prevenzione selettiva: Contatto e Prefettura La Sperimentazione Prefettura, finanziata dalla Regione Lombardia, coinvolge la nostra ASL dal 2005 e ha come target i giovani consumatori di sostanze stupefacenti. L obiettivo è quello di offrire loro attività informativo-educative nell ottica di una prevenzione selettiva dei comportamenti a rischio e attuare un aggancio precoce ai servizi laddove necessario. Nel corso di questi primi sei anni hanno beneficiato delle attività del progetto: -giovani minori di 26 anni segnalati alla Prefettura per possesso di stupefacenti per uso personale (art 75 L 309/90) -adolescenti coinvolti in procedimenti del penale minorile -adolescenti inviati da altri servizi -adolescenti rivoltisi spontaneamente o su richiesta dei genitori 17

18 Per questa fascia di utenza, che in base all età e alle modalità di consumo, presenta caratteristiche e bisogni assai differenti dalla maggioranza dell utenza in carico e manifesta spesso resistenze ad usufruire dei servizi per le dipendenze, è stata messa a punto nel corso del tempo un offerta specifica e personalizzata che è stata potenziata attraverso i fondi regionali. Tale offerta in base alla situazione del ragazzo prevede interventi finalizzati a: - garantire un accoglienza capace di favorire l ascolto e creare i presupposti per una relazione di fiducia - offrire momenti di riflessione sul significato del consumo di sostanze stupefacenti e altri comportamenti a rischio all interno della propria storia ed esperienza di vita - offrire un informazione corretta e competente sulle conseguenze dell uso di sostanze legali e illegali - garantire, laddove necessario, un approfondimento psicodiagnostico e un supporto psicologico - offrire uno spazio di ascolto e di coinvolgimento dei familiari attraverso colloqui individuali oppure percorsi di gruppo come al Sert di Passirana - creare opportunità espressive all interno di laboratori di musica e artistici - favorire percorsi di socializzazione, inserimento lavorativo o formativo e orientare il ragazzo all utilizzo di altri Servizi e agenzie del territorio Per quanto riguarda specificamente i giovani segnalati dalle forze dell ordine per possesso di sostanze stupefacenti, l attività prevede anche l effettuazione presso la ASL dei colloqui art 75 L309, di norma effettuati dalla Prefettura. Le sedi attualmente utilizzate sono a Parabiago in Via Spagliardi 19 e presso i Consultori Familiari di Arluno, Via Deportati di Mathausen, Abbiategrasso Via De Amicis 1 e Castano Primo Via Moroni. Nei colloqui, svolti da un Assistente Sociale del Dipartimento Dipendenze, vengono raccolti gli elementi per valutare la situazione e l invio della relazione al Prefetto, necessaria alla definizione del provvedimento. Se l operatore lo ritiene necessario, propone alla persona un percorso educativo da svolgersi all interno del Servizio più accessibile all interessato. 18

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