PROBLEMATICHE ALCOL E LAVORO

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1 ALCOL E LAVORO Giornate Fiorentine di Medicina del Lavoro 11 maggio 2011 PROBLEMATICHE ALCOL E LAVORO Valentino Patussi Centro Alcologico Regionale Toscano Centro di Alcologia - Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi (Fi) Tiziana Fanucchi

2 ALCOL E LAVORO..fin dall antichità PLATONE Le leggi, Libro II e approverei la legge dei Cartaginesi, e vorrei ordinare che mai nessuno gusti questa bevanda in guerra, che per tutto il tempo della guerra non si beva che acqua, che per la città ne servo ne serva ne bevano mai, e non ne tocchino i magistrati nell anno in cui sono in carica, ne chi comanda le navi, ne i giudici nell esercizio della loro funzione, non chi vada a esprimere la sua decisione ad un consiglio importante, nessuno quando intenda, uomo o donna che sia, procreare dei figli. Altri moltissimi casi potrebbero essere enumerati in cui non ha da bere vino chi ha sano intelletto ed una legge giusta.

3 ALCOL E LAVORO alla fine del 1800 Rivoluzione Industriale Urbanizzazione: l alcol costituisce una minaccia per lo sviluppo industriale e causa di fenomeni di emarginazione sociale e delinquenza Tutte le lusinghe, tutte le possibili tentazioni si uniscono per spingere gli operai all ubriachezza. Friedrich Engels - La situazione della classe operaia in Inghilterra (1845)

4 Unione Operaia Escursionisti Italiani - UOEI: Associazione finalizzata all'elevazione dell'uomo attraverso la promozione del vivere a contatto con la natura e la sua conoscenza, con particolare riguardo alla montagna. Tra gli scopi dell associazione comparivano la lotta contro il vizio del gioco d azzardo e dell alcolismo e il togliere gli operai dalle bettole e dalle osterie. Il programma aveva come slogan: programma Per il monte, contro l alcool. Associazione Antialcolica Proletari Escursionisti - APE : 1920 Associazione Proletaria per l Educazione Fisica APEF: 1920 Marciatori Anti-Alcolici ALCOL E LAVORO agli inizi del 1900 Poi ci pensò il fascismo con velleità igieniche, liberali, patriottiche, morali, atletiche, a concludere, con incursioni, sequestri e soppressioni di testate l'esperienza sportivo- proletaria.

5 ALCOL E LAVORO Nel 1913 in una Camera apertamente annoiata e ansiosa di passare ad altro, sarà approvato proprio col concorso dei deputati socialisti il disegno di legge provvedimenti per combattere l alcolismo che era stato presentato due anni prima dal presidente del consiglio dei ministri, on. Giolitti, in concerto col Ministro di grazia, giustizia e dei culti, con l intento di disciplinare la concessione delle licenze per la vendita di alcoolici, di proibirne la vendita in certe ore della notte, di vietare che una parte del salario degli operai venisse corrisposto dagli imprenditori in alcoolici ( ma nel computo non rientrava il vino), di sancire un rapporto tra esercizi di vendita di vino, birra, liquori e popolazione (1 per ogni 500 abitanti). Non passò invece l articolo che originariamente prevedeva la cancellazione dalle liste elettorali per cinque anni ai recidivi di ubriachezza molesta e ripugnante.

6 IN EUROPA ALCOL E LUOGHI DI LAVORO: IL PERCORSO STORICO 1992: Primo Piano d Azione Europeo sull Alcol 1995: Carta Europea sull Alcol 2005: Framework for Alcohol Policy 2006: Strategia Europea per la riduzione dei danni correlati 2010: Strategia globale per ridurre l'uso rischioso di alcol IN ITALIA 2001: Legge : Progetto Nazionale Alcol e Lavoro (Regione Toscana - CAR) 2006: Conferenza Stato Regioni : Piano Nazionale Alcol e Salute e Guadagnare Salute : Progetto Nazionale Formazione sull Identificazione Precoce e l Intervento Breve per la prevenzione dei problemi e danni alcolcorrelati nei contesti lavorativi e nell assistenza sanitaria di base (Regione Toscana - CAR)

7 ALCOL & LUOGHI DI LAVORO Il consumo di alcol nei luoghi di lavoro costituisce un fattore di rischio aggiuntivo rispetto a un rischio lavorativo pre-esistente, legato ai comportamenti dei lavoratori, che può determinare una riduzione dell'integrità psico-fisica del lavoratore ed incidere in modo significativo anche sulla salute e sicurezza di terze persone.

8 RILEVAZIONE DEL PROBLEMA In passato gli studi hanno focalizzato l attenzione soprattutto sul rapporto tra infortuni mortali e intossicazione acuta da alcol, trascurando quello tra infortuni non mortali e consumo di alcol. Più recentemente vari autori hanno evidenziato la relazione tra consumo di alcol e ridotta produttività, sia a causa dell'assenteismo che del presenzialismo (Anderson, 2010; Anderson & Baumberg, 2006; Rehm et al, 2009): si riportano errori nelle procedure, danno ai macchinari, aumento d infortuni, malattia e danno a terzi, perdita di capacità lavorativa, necessità di assistenza ai familiari dei lavoratori con problemi alcolcorrelati.

9 PROBLEMI LEGATI ALL ASSUNZIONE DI ALCOL NEI LAVORATORI Aumento del rischio infortunistico, soprattutto nel caso di esecuzione di compiti complessi Lavoro in altezza Conduzione di mezzi Richiesta attenzione/vigilanza, ecc.. Danno a terzi Danno d organo derivante dalle interazioni con sostanze presenti in ambiente di lavoro: Tossici che interagiscono con l etanolo (solventi) Agenti biologici (virus epatotropi)

10 STIMA DELLA QUOTA DI INFORTUNI SUL LAVORO ALCOL-CORRELATI L ILO - Organizzazione Internazionale Lavoro stima che il 10-12% dei lavoratori adulti beve a livelli pericolosi per se e per gli altri e il 10-20% degli infortuni sul lavoro sono alcol-attribuibili. Le stime dell OMS riportano valori tra il 10-30% Una rewiew del Rand Center For Health And Safety in Workplace (Ramchand et al., 2009) evidenzia alcune difficoltà di rilevazione del problema e riporta percentuali di incidenti sul lavoro alcolcorrelati che variano in prevalenza tra %.

11 Fonte: RAND Center For Health and Safety in the Workplace, 2009

12 Considerando che il Italia nel 2010 sono stati denunciati all'inail infortuni (in calo dell 1,9% rispetto ai del 2009) si può ipotizzare che di essi, tra e hanno avuto cause legate al consumo di bevande alcoliche.

13 NORMATIVA DI RIFERIMENTO D. Lgs. 81/08 T.U. per la tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro Art Sorveglianza sanitaria 4) Le visite mediche finalizzate anche alla verifica di assenza di condizioni di alcoldipendenza e di assunzione di sostanze psicotrope e stupefacenti. D. Lgs. 106/09 Correttivo ed integrativo del D. Lgs. 81/08 Art Sorveglianza sanitaria 4 bis. Entro il 31 dicembre 2009, con accordo in Conferenza Stato- Regioni, adottato previa consultazione delle parti sociali, vengono rivisitate le condizioni e le modalità per l accertamento della tossicodipendenza e della alcol dipendenza.

14 ALCOL: definizione dell OMS L alcol è una sostanza tossica, potenzialmente cancerogena; è una droga capace di indurre dipendenza superiore rispetto alle sostanze o droghe illegali più conosciute. L alcol, pur apportando circa 7 Kcalorie per grammo, NON È UN NUTRIENTE come le proteine, i carboidrati o i grassi alimentari.

15 ALCOL: sostanza psicotropa Anche se non rientra tra le sostanze stupefacenti e psicotrope previste nelle tabelle ministeriali (tabella I, ex D.P.R. 309/90 e succ.), l alcol è a tutti gli effetti, una sostanza psicotropa.

16 DALYs (000's) DALYs (000's) FORSE NON TUTTI SANNO CHE L ALCOL Terzo più importante fattore di rischio per malattia e morte prematura nel mondo, dopo il fumo e l ipertensione, più rilevante dell ipercolesterolemia e del sovrappeso Tabacco Ipertensione Alcol Ipercolesterolemia Sovrappeso Alcol Diabete Asma Fonte: World Health Organization (2002) The World Health Report Reducing risks, promoting healthy life. Geneva; World Health Organization. *Un DALY (Disability Adjusted Life Year-Anni di vita al netto di disabilità) è l unità di misurazione di un anno di morte prematura o malattia, aggiustata per la gravità della malattia

17 FORSE NON TUTTI SANNO CHE L ALCOL E causa di circa 60 differenti condizioni di malattia ed infortunio. E responsabile di diffusi danni sociali, mentali, emotivi, compresi criminalità e violenza in ambito familiare, che causano enormi costi sociali. Non danneggia solo chi lo consuma ma anche coloro che circondano chi beve e tra questi il feto, i figli, i familiari, le vittime della criminalità, della violenza a degli incidenti stradali conseguenti al consumo di alcol.

18 The report was launched in Geneva on Friday 11 February 2011 during the first meeting of the WHO global counterparts for implementation of the global strategy to reduce the harmful use of alcohol. World Health Organization 2011

19 GLOBAL STATUS REPORT ON ALCOHOL AND HEALTH WORLD HEALTH ORGANIZATION 2011 Alcohol consumption is the world s third largest risk factor for disease and disability; in middle-income countries, it is the greatest risk. Alcohol is a causal factor in 60 types of diseases and injuries and a component cause in 200 others. Almost 4% of all deaths worldwide are attributed to alcohol, greater than deaths caused by HIV/AIDS, violence or tuberculosis. Alcohol is also associated with many serious social issues, including violence, child neglect and abuse, and absenteeism in the workplace. The hazardous and harmful use of alcohol is a major global contributing factor to death, disease and injury: to the drinker through health impacts, such as alcohol dependence, liver cirrhosis, cancers and injuries; and to others through the dangerous actions of intoxicated people, such as drink driving and violence or through the impact of drinking on fetus and child development

20 ALCOL SOCIALMENTE PIÙ DANNOSO DELLE DROGHE ILLEGALI

21 IMPATTO DELL ALCOL RISPETTO ALLE DROGHE ILLEGALI DANNI, LESIONI, INCIDENTI a danno di terzi: Incidenti stradali, violenza, violenza domestica, danni al feto, trasmissione di virus, danni al patrimonio PROBLEMI FAMILIARI : divorzi, separazioni, perdita della sicurezza economica e del benessere familiare, maltrattamento dei minori, perdita del lavoro COSTI PAGATI DALLA SOCIETA : perdita della produttività, assenteismo, costi sanitari, contrasto agli atti di criminalità agiti sotto gli effetti dell alcol, costi della sicurezza, delle forze dell ordine, costi sostenuti dalle assicurazioni, dal sistema carcerario

22 PROBLEMI E PATOLOGIE ALCOLCORRELATE Espressione con cui ci si riferisce a tutte le conseguenze e le complicazioni, di vario ordine e natura, causate e legate all'assunzione episodica o protratta di bevande alcoliche. Concetto più ampio rispetto a quello tradizionale di alcolismo o alcoldipendenza che rappresenta solo uno di questi problemi. Le PPAC sono condizioni estremamente più diffuse nella popolazione rispetto all alcoldipendenza e richiedono una gestione autonoma, differenziata per professionalità e competenze impiegate e quasi mai connessa alla dipendenza da alcol.

23 ALCOLDIPENDENZA O CONSUMO DI ALCOL? Esistono persone con diagnosi di dipendenza da alcol che durante l orario di lavoro rimangono astinenti. Esistono altre persone che durante i pasti o nelle pausa di lavoro assumono bevande alcoliche in quantità socialmente condivise, ma che causano di fatto un importante riduzione delle loro abilità, comportando rischi per se stessi e terze persone. La NON IDONEITÀ non necessariamente è associata alla DIPENDENZA!

24 ALCOLEMIA Il tasso alcolemico (o alcolemia) rappresenta il quantitativo di alcol etilico nel sangue. Viene espresso in g/l (grammi per litro). Dipende da molti altri fattori: quantità di alcol ingerita peso: struttura corporea stato di salute età sesso stato di digiuno o sazietà: il contenuto dello stomaco determina la velocità di assorbimento dell alcol che avviene tramite le pareti dello stomaco e dell intestino. A stomaco vuoto si raggiunge in minor tempo la concentrazione max di alcol nel sangue mentre il cibo ritarda il passaggio dell'alcol all'intestino farmaci: in particolare analgesici e tranquillanti, aumentano gli effetti negativi dell'alcol.

25 G/L EFFETTI DELL ALCOL A LIVELLI CRESCENTI DI ALCOLEMIA 0,2 iniziale tendenza ad operare in modo più rischioso: riflessi leggermente rallentati. 0,4 0,5 0,6 0,7 0,9 1 > 1 rallentano le capacità di vigilanza ed elaborazione mentale le percezioni, i movimenti o le manovre vengono eseguiti bruscamente con difficoltà di coordinazione. Mancata percezione di tali alterazioni. si riduce la visione laterale e ritardata la percezione degli ostacoli, della segnaletica, degli stimoli sonori, luminosi e uditivi e della conseguente capacità di reazione. Mancata percezione di tali alterazioni. i movimenti e gli ostacoli vengono percepiti con notevole ritardo e la facoltà visiva laterale è fortemente compromessa i tempi di reazione sono fortemente compromessi l esecuzione dei normali comportamenti alla guida è priva di coordinamento, confusa e conduce sempre a gravi conseguenze si riduce la capacità di adattamento all oscurità e sensibilmente compromessa la valutazione degli ingombri stradali, delle traiettorie dei veicoli e delle percezioni visive simultanee (per esempio di due veicoli se ne vede solo uno) il livello della capacità visiva e di attenzione ed i tempi di reazione diventano assolutamente inadeguati si manifesta chiaramente lo stato di ebbrezza caratterizzata da euforia e disturbi motori che rendono precario l equilibrio lo stato di euforia viene sostituito da uno stato di confusione mentale e di totale perdita della lucidità accompagnata da forte sonnolenza

26 ALCOL E LUOGHI DI LAVORO A comportare rischi per la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro non necessariamente è la dipendenza da alcol ma piuttosto il consumo di alcol come stile di vita, spesso normalizzato dalla popolazione generale.

27 ALCOLDIPENDENZA: insieme di fenomeni fisiologici, comportamentali e cognitivi in cui l'uso di alcol riveste una priorità crescente rispetto ad abitudini in precedenza importanti. OMS: CLASSIFICAZIONE DEL CONSUMO DI ALCOL CONSUMO A BASSO RISCHIO: livello di consumo inferiore a 20 grammi di alcol (1-2 U.A.) al giorno per le donne adulte, a 40 grammi (2-3 U.A.) al giorno per gli uomini adulti. CONSUMO A RISCHIO: livello di consumo o una modalità del bere che possono determinare un rischio nel caso di persistenza di tali abitudini. CONSUMO DANNOSO: modalità di consumo alcolico che causa danno alla salute, a livello fisico o mentale. A differenza del consumo a rischio, la diagnosi di consumo dannoso può essere posta solo in presenza di un danno alla salute del soggetto.

28 QUANTITÀ O BICCHIERI STANDARD Un bicchiere standard contiene circa 12 grammi di alcol puro UNITÀ ALCOLICA (U. A.). Ad esempio: 330 ml di birra (5 alcolici) 125 ml di vino (12 alcolici) 80 ml di aperitivo (18 alcolici) 40 ml di cocktail alcolico (36 alcolici)

29 STRALCI di STORIA L Enciclopedia Medica Italiana afferma nel 1868 che il vino «favorisce la digestione, l introduzione e quindi l assorbimento di altro materiale alimentare e fisiologico e ( ) l alcol rende possibile che l uomo lavori con maggiore attività e che spieghi maggior forza e per più lungo tempo» Nell ultimo decennio del secolo, questa media nazionale salì a 91 litri. In questo periodo, coi suoi 220 litri per abitante, Roma deteneva un primato imbattibile; nelle altre maggiori città del nord si andava dai 168 litri di Torino, ai 152 di Firenze, 131 di Genova, 98 di Milano fino a scendere nel sud ai 97 litri di Napoli e ai 71 di Palermo. Il commento degli esperti era molto rassicurante: queste cifre dicevano non hanno nulla di eccessivo o inquietante: si consideri che il vino è un alimento nervoso, tanto più apprezzabile in un regime alimentare qual è quello della massa dei lavoratori italiani. Secondo gli indici medi del , rispetto agli altri paesi europei l Italia era al primo posto nel consumo del vino, ma all ultimo e con grande distacco in quello della birra e dei liquori che, come è noto, sono per la salute concorrenti ben più pericolosi del vino. Dunque, non era proprio il caso di preoccuparsene troppo, almeno fino ai primi anni del 900. Poté anzi succedere che, in un discorso tenuto a Bari nel 1901, l on. Luigi Luzzatti senza sollevare il minimo scandalo esortasse gli italiani a bersi ogni giorno un mezzo litro di vino in più.

30 DIETARY GUIDELINES FOR AMERICANS, 2010 U.S. Department of Agriculture U.S. Department of Health and Human Services Consumo a basso rischio: Quantità giornaliera di etanolo inferiore o pari a 2 U.A. (20-25 g) per l uomo e a 1 U.A. (10-12 g) per la donna e l anziano, indipendentemente dal tipo di bevanda alcolica.

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32 RELAZIONE AL PARLAMENTO MINISTRO DELLA SALUTE 2011 In Italia il 25,4% degli uomini ed il 7,3% delle donne di età superiore a 11 anni, circa persone, consumano alcolici senza rispettare le indicazioni di consumo delle agenzie di sanità pubblica, esponendosi a rischi alcolcorrelati.

33 PROGRESSI DELLE AZIENDE SANITARIE PER LA SALUTE IN ITALIA Sistema di sorveglianza della popolazione adulta (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), affidato dal Ministero della Salute al CNESPS dell ISS, che ha l obiettivo di stimare la frequenza e l evoluzione dei fattori di rischio per la salute, legati ai comportamenti individuali, oltre che la diffusione delle misure di prevenzione. Tutte le 21 Regioni o Province autonome hanno aderito al progetto che riguarda un campione di residenti di età compresa tra 18 e 69 anni estratto con metodo casuale dagli elenchi delle anagrafi sanitarie e intervistato telefonicamente da personale delle Asl, specificamente formato, con un questionario standardizzato, nel pieno rispetto della privacy.

34 QUANTO GLI OPERATORI SANITARI VALUTANO IL CONSUMO DI ALCOL IN ITALIA? Solo il 15% degli intervistati riferisce che un medico o un altro operatore sanitario si è informato sul consumo di alcol. Solo il 6% dei bevitori a rischio dichiara di aver ricevuto da un medico o da un altro operatore sanitario il consiglio di bere meno. Questi dati sono stabili dal 2007.

35 QUANTO GLI OPERATORI SANITARI VALUTANO IL CONSUMO DI ALCOL IN TOSCANA? Solo il 14% degli intervistati riferisce che un medico o un altro operatore sanitario si è informato sul consumo di alcol. Il 6% dei bevitori a rischio dichiara di aver ricevuto da un medico o da un altro operatore sanitario il consiglio di bere meno. Tra gli altri stili di vita, l abitudine al consumo di alcol, comune in Toscana, è quello di cui si ha meno consapevolezza.

36 IDENTIFICAZIONE PRECOCE DEL RISCHIO Agire prima dell insorgenza della patologia: prevenire è meglio che curare Intercettare precocemente le PPAC nella loro più ampia accezione ed intervenire in maniera specifica su milioni di individui che non sono dipendenti ma che, con il loro comportamento, sono a rischio e possono causare danni. Chiedere il CONSUMO di alcol

37 AUDIT Alcohol Use Disorders Identification Test AUDIT C Frequenza consumo, quantità, frequenza del binge drinking BRIEF INTERVENTION GLI STRUMENTI LIVELLO DI RISCHIO BASSO A RISCHIO PUNTEGGI AUDIT AUDIT < 7 AUDIT-C < 5 (uomo) o 4 (donna) 8 < AUDIT < 15 AUDIT-C > 5 (uomo) o 4 (donna) DANNOSO 16 < AUDIT < 19 ALCOL - DIPENDENZA Colloquio motivazionale breve che prevede 5 fasi: AUDIT > Ask/Assess: chiedere/valutare 2. Advise: fornire suggerimenti 3. Agree: Concordare 4. Assist: Assistere 5. Arrange: Organizzare

38 ALCOL E LUOGHI DI LAVORO Progetto Nazionale: Formazione sull Identificazione Precoce e l Intervento Breve per la prevenzione dei problemi e danni alcolcorrelati nei contesti lavorativi e nell assistenza sanitaria di base ENTE PROPONENTE: Ministero della Salute ENTE GESTORE: Regione Toscana, Regione Capofila SOGGETTO ATTUATORE: Centro Alcologico Regionale Toscano DURATA DEL PROGETTO: Aprile 2009 Settembre 2011 FINANZIAMENTO: Risorse L. 125/01 Piano Nazionale Alcol e Salute REGIONI PARTNER: Abruzzo, Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Marche, Puglia, Liguria, Sicilia, Sardegna, Veneto, Lazio, P.A. Trento.

39 IDENTIFICAZIONE PRECOCE E INTERVENTO BREVE Metodologia promossa a livello internazionale dall OMS: PROGETTO EIBI - Early Identification and Brief Intervention PROGETTO PHEPA - Primary Health Care European Project on Alcohol MODELLO FORMATIVO STANDARD OBIETTIVI 1. Sensibilizzare gli operatori dell assistenza sanitaria di base ai rischi legati al consumo di alcol 2. Fornire strumenti utili nella pratica professionale per individuare precocemente i PPAC ed intervenire sul consumo di alcol rischioso e dannoso.

40 Partecipanti ai corsi ANALISI DESCRITTIVA REGIONE n. partecipanti Marche 27 Abruzzo 37 Puglia 37 Friuli V. G. 33 P.A. Trento 41 Calabria 40 Sicilia 29 Veneto 28 Liguria 27 Campania 29 Sardegna 34 Toscana 47 Lazio 29 Totale 438

41 ANALISI DESCRITTIVA CAMPIONE NAZIONALE Conoscenza della metodologia dell Intervento Breve

42 ANALISI DESCRITTIVA Post Test: Contesto di lavoro Presenza in cartella clinica di indicatori sulle PPAC REGIONE N INDICATORI CLINICI PPAC SI NO Marche Abruzzo Puglia Friuli V. G P.A. Trento Calabria Sicilia Veneto Liguria Campania Sardegna Toscana Lazio Totale 438

43 ANALISI DEL CAMBIAMENTO *SSI = Indice di Stabilità forte PCI = Indice di Cambiamento Positivo ç NCI = Indice di Cambiamento Negativo Conoscenze/competenze sulle PPAC SSI* PCI NCI ç Misurazione del consumo di bevande alcoliche in bicchieri standard settimanali Identificazione dei bevitori a rischio in base all AUDIT Identificazione dei bevitori a rischio in base all AUDIT-C Conoscenza del modello di Prochaska e Di Clemente sugli stadi di cambiamento Conoscenza delle componenti di base di un intervento breve Realizzazione dell intervento breve ad un bevitore a rischio, prendendo in considerazione il suo stadio di cambiamento Riconoscimento delle resistenze tipiche dei pazienti ad adottare uno stile di vita che favorisca la salute Capacità di rispondere alla resistenza di un paziente in modo tale da non provocare ulteriori chiusure Conoscenza dei problemi correlati al consumo costante di bevande alcoliche Conoscenza dei problemi correlati all intossicazione da alcol Descrizione dei criteri ICD-10 per l alcoldipendenza Conoscenza dei criteri di base per l invio di una persona con problemi alcolcorrelati a un servizio specializzato sull alcol

44 ANALISI DESCRITTIVA Post Test: Competenze sull Intervento Breve Assegna a ciascuna fase un punteggio da 0 (minimo) a 10 (massimo) N. MEDIANA MEDIA D.S. ASK: fare domande sul consumo di alcol ASSESS: valutare il livello di rischio del consumo di alcol ADVISE: fornire informazioni sui rischi derivanti dal consumo di alcol ASSIST: fornire assistenza alla persona che vuole ridurre o cessare il consumo di alcol ARRANGE: organizzare il supporto per la persona In ogni Regione la fase che ha riportato punteggi di più alti è quella dell ADVISE e quella che ha riportato punteggi (relativamente) più bassi è quella dell ARRANGE.

45 IPIB NEI LUOGHI DI LAVORO 1. Il progetto ha coinvolto circa 450 operatori sul territorio nazionale che potranno continuare a diffondere e implementare gli strumenti forniti. 2. La maggior parte dei partecipanti sono medici che lavorano all interno del SSN senza precedenti esperienze né lavorative né formative in ambito alcologico. 3. Dall analisi delle motivazioni e delle aspettative espresse dai partecipanti è emerso un elevato bisogno formativo sulle PPAC sia dal punto di vista delle conoscenze teoriche che pratiche. 4. Quasi il 75 % dei partecipanti all inizio del corso non conosce la metodologia dell Intervento Breve. 5. Circa il 35% dei partecipanti nella loro attività clinica non sono soliti indagare il consumo di alcol. 6. I corsi hanno prodotto un aumento significativo delle conoscenze e competenze alcologiche, soprattutto nella metodologia IPIB. 7. I corsi hanno soddisfatto le aspettative dei partecipanti sia per gli aspetti formativi e di contenuto che logistici. 8. I partecipanti ritengono di poter utilizzare nella propria pratica professionale gli strumenti forniti dai corsi (AUDIT-C in cartella)

46 ALCOL E LAVORO Il consumo di alcol costituisce uno dei principali rischi aggiuntivi nei luoghi di lavoro, legato alle abitudini dei lavoratori, capace di comportare infortuni e malattie professionali. Per valutare e prevenire tale rischio non è sufficiente utilizzare e applicare criteri e metodi precisamente stabiliti, così come avviene per i rischi lavorativi tradizionalmente intesi nell ambito della medicina del lavoro. Diventa, piuttosto, necessario agire sugli stili di vita dei lavoratori e sulla cultura dell organizzazione attraverso azioni comuni e condivise con i vari attori che la vivono, che prevedono prima della valutazione, la sensibilizzazione e la formazione. Centro Alcologico Regionale Toscano

47 ALCOL E LAVORO I luoghi di lavoro, per la loro valenza sociale di comunità del territorio, rappresentano un ambito elettivo di intervento per prevenire i rischi legati all assunzione di bevande alcoliche. Più in generale, essi costituiscono un settore di primaria importanza per fare azioni di promozione della salute con ricadute importanti anche per la collettività. Centro Alcologico Regionale Toscano

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49 Centro Alcologico Regionale della Toscana Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi Largo Brambilla, Firenze Tel/fax cartoscana@alcolonline.it Grazie per l attenzione

50 Curiosità per il futuro

51 un controllo antidoping ante litteram Il consumo di bevande alcoliche era proibito agli atleti che partecipavano alle Olimpiadi dell antica Grecia, tanto che un sacerdote ne controllava l alito, all ingresso dello stadio, per scoprire e squalificare coloro che ne avessero fatto uso

52 Con una sentenza (Cass. civile sez. lavoro, n. 85 dell'8 gennaio 2003) la Corte di Cassazione ha affrontato il problema della sicurezza sul lavoro delle società sportive professionistiche verso i propri tesserati in una luce sostanzialmente nuova: dal ragionamento giuridico della Suprema Corte emerge una chiarissima interpretazione dei doveri di sicurezza delle società professionistiche verso i propri giocatori del tutto sovrapponibili a quelli gravanti su qualunque altro imprenditore. La conseguenza obbligata di tale impostazione è la esplicita attribuzione al ruolo dei medici sportivi societari di un ruolo praticamente sovrapponibile a quello dei medici competenti aziendali.

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