LaRepubblica.it 24/09/2010

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1 LaRepubblica.it 24/09/2010

2 La scuola che vorrei Vizi e virtù delle nostre classi L indagine di Milano- Bicocca con la fondazione Intercultura ha prodotto tre tabelle basate sui risultati della ricerca La scuola che vorrei, condotta da Susanna Mantovani, professore di Pedagogia generale e sociale dell università di Milano- Bicocca e membro del comitato scientifico della fondazione Intercultura. Le tabelle sono una sintesi di giudizi molto più articolati che verranno pubblicati nei prossimi mesi

3 l intervista Lezioni dal mondo per la scuola italiana Perché mai una manciata di ragazzi dovrebbe dirci come rifare la scuola? Per migliorare il nostro sistema scolastico non abbiamo niente di meglio di una cinquantina di studenti universitari che, per le loro proposte di riforma, ripensano a quando hanno fatto il liceo? Non si poteva fare, per esempio, un ampio sondaggio consultando un campione numericamente significativo e rappresentativo di docenti e studenti? Niente affatto, come spiega Susanna Mantovani, prorettore dell università di Milano- Bicocca, che ha condotto, in collaborazione con la fondazione Intercultura, la ricerca La scuola che vorrei, di cui pubblichiamo alcuni risultati in queste pagine. «In Italia siamo abituati alle ricerche quantitative, ma non sappiamo apprezzare il valore di quelle qualitative. Invece l esperienza di questi ragazzi è importante e può dirci cose attendibili su come migliorare la nostra scuola. Devo sottolineare il livello di maturità, informazione e articolazione del discorso degli studenti. Cercavamo testimoni, abbiamo trovato interlocutori competenti e motivati». L esperienza importante di questi ragazzi consiste nell aver personalmente sperimentato un altro sistema scolastico, per un anno durante le superiori. Spesso si dice: dovremmo fare come in Germania, negli Stati Uniti, in Inghilterra, ma un conto è parlarne in teoria, un altro è averlo provato sulla propria pelle. Perché i ragazzi sono stati consultati quando erano ormai al secondo anno di università,

4 considerato che hanno studiato all estero in genere durante il quarto anno delle superiori? «Per avere opinioni decantate e meditate. Inoltre, visto che il momento di massimo abbandono degli studenti è al primo anno di università, abbiamo scelto quelli del secondo per avere ragazzi rimasti nella scuola e con un buon curriculum». Dalla Francia alla Cina, dall Honduras all Olanda, con netta maggioranza di Paesi europei e degli Stati Uniti: i ragazzi offrono un esperienza ad ampio spettro. Fra i tanti argomenti, ne abbiamo scelti tre, con i giudizi sintetizzati nelle tabelle: pregi e difetti della scuola, le materie, i professori. Si tratta di un estrema sintesi, ma sul sito della fondazione Intercultura c è un abstract e presto uscirà il libro della professoressa Mantovani con tutta la ricerca. Pregi e difetti della nostra scuola in confronto alle altre scuole? «Alcune opinioni erano prevedibili, altre meno. Per esempio, fra i pregi l impianto storico-culturale della nostra scuola, la sua equità e la rappresentanza che offre agli studenti nei consigli di istituto e nell autogestione: molti ragazzi hanno citato gli Stati Uniti, dove in genere si ha voce in capitolo su cose irrilevanti. Tra i difetti l educazione alla cittadinanza e lo sport, che hanno chiamato proprio così, e non educazione fisica: non gli abbiamo dato risposte precostituite proprio per lasciarli liberi di scegliere le parole e le conseguenti categorie culturali che ritenevano migliori. Ma il difetto più grande della nostra scuola è mettere al centro i contenuti e non gli studenti. Un commento è stato: «Ho studiato Catullo e Orazio. Bellissimi. Ma nessuno ti chiede se sei d accordo sul carpe diem». E sulle materie? «Il primo dato è che sono troppe. Ne è venuta una divisione fra obbligatorie e opzionali. Nel complesso viene fuori l idea di una scuola unica in cui andando avanti aumentano le materie opzionali. Frequente l idea che all interno delle varie materie dovrebbe esserci un ulteriore possibilità di scegliere approfondimenti e percorsi personali». Il giudizio sui professori è stato più controverso: molto severo ma anche solidale: i ragazzi li vedono frustrati e demotivati, ma ne capiscono le ragioni. Alla fine della ricerca, che avrà altri sviluppi di indagine, perfino i ragazzi sono stati sopresi dai risultati: «Non credevamo di avere tante cose da dire». Adesso servirebbe qualcuno che sappia ascoltare. (Aurelio Magistà)

5 la fondazione Andate all estero studiate le lingue imparate la pace L associazione Intercultura ha radici antiche che affondano nei tempi della prima guerra mondiale, quando si formarono i corpi volontari di ambulanzieri per soccorrere i feriti. Corpi come l Afs (American field service), l organizzazione francostatunitense che nel 1955 prende in Italia il nome di Intercultura. I principi sono gli stessi: aiutare gli altri e «fare qualcosa di buono, solo che all epoca, in tempo di guerra, lo facevamo in ambito medico-assistenziale, oggi, in tempo di pace, lo facciamo in ambito pedagogico-assistenziale» spiega Roberto Ruffino, segretario generale della fondazione Intercultura, costola dell associazione. «Ci siamo concentrati sui giovani, in una fascia d età, anni, molto delicata, in cui un ragazzo forma la sua personalità e in cui è fondamentale che capisca che non esiste solo la sua gabbia, la sua casa, ma esistono altre case, intese come culture diverse. Ecco, noi lo aiutiamo a uscire dalla sua casa, a guardarsi da fuori, a dialogare con altri ragazzi di altre nazioni in modo non arrogante o aggressivo. Gli studenti spesso partono per imparare una lingua ma poi tornano con una maggiore conoscenza di se stessi, con le idee più chiare sul proprio futuro e su quello che vogliono fare da grandi. Questo cozza con la struttura monolitica del nostro sistema scolastico, dove la scuola è vista come una continuazione dell eredità nazionale». Per favorire questo dialogo Intercultura mette a disposizione annualmente circa mille borse di studio, grazie ai finanziamenti di pubblici e privati che consentono di raccogliere 3-4 milioni di

6 euro l anno. Per il corso scolastico Intercultura ha fatto partire giovani, verso le destinazioni più diverse, dagli Stati Uniti alla Thailandia. Sono infatti cambiate le mete scelte, anche in funzione delle prospettive e dell informazione. «Fino a poco tempo fa si sceglievano Paesi come Stati Uniti, Australia, Canada ma anche Francia, Regno Unito e Germania perché l obiettivo era imparare meglio la lingua straniera studiata a scuola» dice Ruffino «mentre oggi non è più solo così: la scelta è orientata al futuro, quindi ecco che le destinazioni iniziano a essere Asia (Cina, Giappone, India) o anche America Latina e Paesi nordici dell Ue. La lingua può spaventare ma ricordiamoci che l aspetto fondamentale di questi viaggi è la rete di conoscenze e amicizie che il ragazzo si costruisce, relazioni che si porterà dietro tutta la vita e che costituiscono un patrimonio per se stesso e per il Paese. Noi lo aiutiamo, lo indirizziamo nella scelta, con una corretta informazione - siamo presenti direttamente in 65 Paesi - e tenendo conto delle attitudini e inclinazioni personali». (Agnese Ananasso) l associazione Costruire il dialogo

7 Gestita e amministrata da migliaia di volontari, che operano nel settore educativo e scolastico per favorire un apertura verso una dimensione internazionale. Promuove e organizza incontri, corsi per presidi, insegnanti e per i propri volontari, ma soprattutto scambi interculturali. Ogni anno infatti invia quasi ragazzi delle scuole secondarie a vivere e studiare all estero; accoglie nel nostro Paese altrettanti giovani di ogni nazione. È presente in 135 città italiane e in 65 Paesi di tutti i continenti. Finanziare lo sviluppo Studiare e vivere all estero può risultare oneroso per le famiglie meno abbienti. Per questo Intercultura mette a disposizione, tramite il proprio fondo, delle borse di studio a copertura totale o parziale del periodo da trascorrere all estero. Anche quest anno sono previste 445 borse a cui vanno aggiunte le centinaia finanziate da fondazioni bancarie, enti pubblici e imprese private. Per quest anno è previsto un aiuto ulteriore per le famiglie numerose e a basso reddito. C è tempo fino al 10 novembre per farne richiesta. Per il bando: Incontri in piazza Studiare all estero con Intercultura? Ecco gli appuntamenti per sapere come L AQUILA 15 ottobre ore 16 Auditorium Sericchi Cassa di risparmio dell Aquila Via Pescara 2/4 GENOVA 20 ottobre ore 15 Palazzo Ducale Piazza Matteotti TORINO 20 ottobre ore 20,45 Giardino d Inverno Piazzale Valdo Fusi NAPOLI 21 ottobre ore 17,30 Via Andrea D Isernia 36 BARI 22 ottobre e 5 novembre ore 16,30 Itc Giulio Cesare Viale Einaudi 66

8 MESTRE (VENEZIA) 25 ottobre ore 17,30 Sala consiliare Sernaglia Via Sernaglia 43 FIRENZE 26 ottobre ore 17,30 BiblioteCaNova Isolotto di Firenze REGGIO CALABRIA 28 ottobre ore 16 Sala della Provincia Palazzo Foti MILANO 28 ottobre ore 18,30 Università Bocconi, aula Zappa via Sarfatti 25 PALERMO 6 novembre ore 15,30 Villa Niscemi Piazza Niscemi Le tappe per partecipare agli scambi Le selezioni Si organizzano incontri con famiglie e ragazzi per conoscere meglio i candidati ma anche per illustrare i programmi La preparazione In primavera i volontari già partiti con Intercultura incontrano i nuovi candidati per dargli consigli e prepararli all esperienza La partenza Tra giugno e settembre si organizzano le partenze: gli studenti confluiscono a Roma per un grande incontro finale, a cui prendono parte anche i genitori Il soggiorno Al loro arrivo gli studenti trovano i volontari che li accompagnano concretamente nell integrazione nel Paese e nella famiglia ospitante Il rientro in Italia Il periodo di studi effettuato all estero viene riconosciuto in Italia. La onlus aiuta lo studente nel reinserimento e organizza incontri tra i returnees

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