L IMMIGRAZIONE NELLA REGIONE SICILIA

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1 ottobre 2010

2 Progetto: GC-AC Give Competence A Chance Transparency and Self-employment for migrant workers through Assessment Center Convenzione n.: LLP-LDV/TOI/O9/IT/0504 Beneficiario: Provincia di Perugia A cura di: Gloria Neerman (bbjshare.it)

3 INDICE 1. Il contesto regionale (Caratteristiche e numeri della popolazione immigrata in Sicilia) 1.1. Le aree di origine dei flussi migratori 1.2.Caratteristiche e numeri della popolazione immigrata su tutto il territorio 2. Quadro normativo regionale 3. La condizione lavorativa della popolazione immigrata 4. Il Fabbisogno formativo e l offerta del territorio 5. Le Reti di Protezione sociali 6. La domanda di servizi e l offerta sul territorio 7. Il ruolo degli Sportelli Multifunzionali della Regione nell inserimento formativo e lavorativo degli immigrati 8. Conclusioni 3

4 1. IL CONTESTO REGIONALE (Caratteristiche e numeri della popolazione immigrata in Sicilia) Considerazioni sulla situazione economica regionale. La crisi finanziaria internazionale ha colpito fortemente il Mezzogiorno e la Sicilia, soprattutto nei settori del manifatturiero, dei trasporti e del commercio. Persino nelle costruzioni, settore tradizionalmente vitale in Sicilia, si è manifestato un forte rallentamento. Il pilastro del comparto turistico ha accentuato la dinamica negativa del 2007 e, registra una diminuzione degli arrivi del 9,3%. Il settore industriale è altresì in piena congiuntura negativa con livelli di ordini particolarmente bassi, addirittura raffrontabili a quelli del Il mercato del lavoro ha registrato così un forte aumento delle persone in cerca di occupazione. I senzalavoro siciliani sono , praticamente sul totale dei disoccupati meridionali uno su quattro è siciliano. Per quanto il quadro complessivo risulti attualmente di particolare fragilità notiamo che la Sicilia conserva comunque per gli stranieri una sua attrattiva. Il numero degli immigrati che nel 1991 era di ora risulta superare i e l incidenza sulla popolazione complessiva è salita dallo 0,5 al 2,3%. Comunque, in generale, il Sud ed in particolare la Sicilia, spesso rappresenta per gli immigrati una tappa intermedia del processo di insediamento nel territorio nazionale, infatti si segnala che gli stranieri residenti in Sicilia rappresentano appena il 2,9% del totale nazionale. 4 Prima di esaminare la situazione per singola provincia consideriamo alcuni indicatori demografici Istat, che ci fanno comprendere come e quanto l immigrazione influisca su alcune dinamiche territoriali. Un primo elemento ci viene dalla suddivisione per genere. Nel 2007 si era registrato il sorpasso della componente femminile su quella maschile, una migrazione non più riservata ad uomini lavoratori ma segnata anche dalla presenza di famiglie e di donne impiegate nel mercato del lavoro..nel 2008 la percentuale femminile è cresciuta ulteriormente arrivando al 52,6% (in rappresentanza di oltre immigrate residenti). Un altro dato interessante è quello relativo alle nascite di bambini stranieri: nel corso del 2008, cifra che, seppure distante dai dati del Nord Italia, contribuisce a determinare una saldo naturale della popolazione siciliana in attivo. Inoltre la Sicilia registra la percentuale più alta di popolazione

5 Romania Tunisia Marocco Sri Lanka Albania Cina Rep. Popolare Polonia Filippine Mauritius Bangladesh Germania Ucraina Francia Serbia Algeria Eritrea Altri L IMMIGRAZIONE NELLA straniera minorenne di tutto il Mezzogiorno (20,4 del totale degli stranieri.). All inizio del 2008 la fascia di età piu presente fra migranti risulta essere fra i 18 ed i 39 anni (48% sul totale), mentre quella fra i 40 ed i 64 anni raggiunge il 28%.. La composizione particolarmente sbilanciata sul versante giovanile porta l età media dei miigranti residenti in Sicilia a 32 anni a fronte dei circa 42 d età media relativa a tutta la popolazione residente in regione Le aree di origine dei flussi migratori L incremento della componente romena conseguente all apertura delle frontiere, è ormai consolidato già dal 2007, la comunità è divenuta la prima collettività presente nell Isola (assorbendo il 17,8% di tutta l immigrazione presente). Presenze di più antica data come la Tunisia (15,1%), il Marocco (9,6%), lo Sri Lanka (8%), l Albania (6%) e la Cina (4,6) perdono di un posto. Per la prima volta il continente maggiormente rappresentato nell Isola è quello Europeo, da cui giunge il 39,6% di tutti i migranti. L Africa rappresenta il continente di provenienza del 35,1%, mentre l Asia il 20,9% Popolazione residente in Sicilia al 1 gennaio 2009 per cittadinanza

6 1.2.Caratteristiche e numeri della popolazione immigrata su tutto il territorio La Sicilia,al 31 dicembre 2008, secondo l ISTAT, ha raggiunto i residenti con un balzo del 14% in più rispetto all anno precedente e del 16,8% in confronto all analogo dato ISTAT sui residenti al 31/12/2007. È un incremento maggiore per la Sicilia, rispetto al contesto nazionale, dove la presenza di stranieri è cresciuta del 13,3%. Passando ad esaminare in dettaglio i contesti provinciali, si può constatare che l aumento della popolazione regionale si trova distribuito abbastanza uniformemente su tutte e nove le province, con qualche picco nelle zone di pù recente insediamento e che hanno una maggiore propensione all incremento. Palermo e provincia, registra un popolazione di residenti stranieri con un incremento del 12,1 rispetto all anno precedente, facendo registrare fra l altro la percentuale di donne più alta in Sicilia( 57,7%). La cittadinanza degli immigrati è varia, più di 52 i Paesi rappresentati, dall Africa all America latina, dall Asia all Europa: Costa d Avorio(13,9%), Tunisia( 12,5%), Marocco(12,5) Ghana (10,7%), Romania (10,5%), Bangladesh (4,8%), Paesi dell ex Iugoslavia(4,6%). Seguono in ordine decrescente:isole Mauritius, Nigeria, Sri Lanka,Perù, Filippine, isole di Capo Verde,Liberia, Sudan,Ecuador. La presenza femminile (42,0%), anche se in aumento rimane inferiore a quella maschile (58,0%).La fascia di età preminente è quella dei nati tra il 1980 e il 1999, circa; il 24 0% è quella dei ; il 14,0% è quella più anziana fino a 70 anni.dai dati della Caritas, i bisogni esplicitati dagli immigrati del territorio palermitano sono collegati con problemi di povertà( 18,5%), di disoccupazione( 0,9%), abitativi (17,1%), con problematiche collegate all assistenza legale(15,8%), con la richiesta di asilo politico 7,1%, con problemi di salute( 3,6%), di usura o richieste di microcredito( 0,7%), con problemi legati a dipendenze patologiche(0,4%), con problemi di handicap(0,4%). 6 Gli immigrati che dichiarano di avere un domicilio sono il 52,3%; quelli che sono senza fissa dimora il 14,8%, mentre il 32,0% non specifica nulla. Solo il 14,6% dichiara di essere occupato, mentre gli altri sono disoccupati o non specificano la loro condizione lavorativa.

7 Catania è passata da poco più di presenze nel 2007 a nel La terza provincia per numero di migranti è Messina con presenze e un aumento del 17,8%. Con questi numeri il capoluogo peloritano arriva a contare quasi tre residenti stranieri ogni cento abitanti. In tutti e tre i grandi contesti metropolitani dell isola è ormai preponderante la presenza femminile. Palermo fa registrare la percentuale più alta di donne in Sicilia (se si esclude la piccola provincia di Enna) con il 57,7% di residenti, che è uno dei valori assoluti più alti del Sud Italia ( Messina e Catania si attestano rispettivamente sul 55,2% e 55,9%. Procede di pari passo l incremento di stranieri per le province di Trapani e Ragusa; entrambe, fanno registrare un aumento del 15%. e che vede un significativo sorpasso delle presenze femminili su quelle maschili. Palermo, vede stabilmente in testa la graduatoria delle presenze di cittadini dello Sri Lanka e del Bangladesh, ma con una fortissima crescita della componente femminile proveniente dalla Romania. Anche a Messina i cittadini neo comunitari della Romania sono in prevalenza donne e l intera comunità sta raggiungendo il primato dei cingalesi nella città dello Stretto. Questa preminenza che è riscontrabile un po in tutte le Province siciliane è invece limitata nelle due zone di tradizionale concentrazione maghrebina, quali Trapani e Ragusa in cui la componente tunisina è ancora largamente maggioritaria. Da notare anche il consolidamento della comunità cinese soprattutto nelle province di Catania, Trapani, Agrigento, Caltanissetta ed Enna. 2. QUADRO NORMATIVO REGIONALE La Regione Sicilia ad oggi, non ha ancora una sua legge sull immigrazione. 7 Nel 2007 è stato presentato un disegno di Legge Interventi in favore dei diritti degli immigrati dal Partito democratico all Assemblea regionale siciliana. Il testo prevede la creazione di una Consulta regionale sull immigrazione, nuove misure in materia di

8 assistenza sanitaria, il diritto al voto amministrativo agli immigrati con regolare permesso di soggiorno, la presenza del facilitatore linguistico presso le scuole e del mediatore interculturale. A livello provinciale, a Catania, si è inaugurato la nascita dello sportello provinciale per l integrazione. L ufficio ubicato nel centro della città fornisce assistenza a migranti e rifugiati. Il Consiglio provinciale ha approvato anche l istituzione di una Consulta degli immigrati extracomunitari; un organismo propositivo e consultivo sulle problematiche degli immigrati, che può essere anche un centro di partecipazione e confronto tra le varie comunità, il terzo settore e le istituzioni. Lo sportello coordinerà le attività delle altre sedi presenti nei 58 Comuni etnei, delle strutture sanitarie del territorio e dell Ufficio provinciale del lavoro. 8 Una novità particolarmente interessante da segnalare è la recente pubblicazione di un bando per istituire un ufficio di mediazione interculturale nella città di Palermo, previsto dal Piano di Zona del distretto socio sanitario 42. Legge 328/2000 Legge Quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali. La finalità generale di questa innovazione nella gestione delle problematiche sociale consiste nella rimozione degli ostacoli culturali e delle difficoltà culturali, relazionali e linguistico- comunicative. Inoltre l azione risponde agli scopi comuni degli interventi dell Area immigrati, ovvero: partecipare alla promozione del benessere degli immigrati (come una condizione di soddisfazione delle proprie esigenze materiali e psico-sociali ); creare un polo unico di riferimento sia per gli immigrati che per gli operatori attraverso il quale sviluppare circuiti virtuosi di crescita civile e di convivenza pacifica ( per gli stranieri ma anche per la stessa popolazione locale, indigena ); realizzare una integrazione reale delle azioni, connettendo servizi e sistemi, bisogni, domande ed offerte; potenziare l attivazione di percorsi di accoglienza e assistenza nei servizi sanitari,

9 sociali, scolastici e della giustizia attraverso l individuazione di specifiche metodologie di intervento; promuovere iniziative culturali a medio e lungo termine; informare, facilitare l accesso, rimuovere gli ostacoli che si frappongono all uso dei servizi; Facilitare la comprensione dei materiali informativi; intervenire in situazioni di crisi e di conflitto, gestire eventuali incidenti interculturali; facilitare la comunicazione tra gli operatori e i migranti, favorendo il confronto e l incontro tra le diverse identità culturali del territorio; monitorare l offerta del servizio di mediazione culturale all interno delle istituzioni pubbliche e del privato sociale operanti nel DSS 42, per favorire la messa in rete delle risorse. 3. LA CONDIZIONE LAVORATIVA DELLA POPOLAZIONE IMMIGRATA 9 Nel corso del 2008, per il secondo anno consecutivo, l occupazione in Sicilia è diminuita dello 0,6 per cento.tale riduzione, ha riguardato esclusivamente l offerta di lavoro maschile (-1,3 per cento), mentre le donne occupate sono aumentate dell 1,0 %. L agricoltura e l industria hanno resistito alla crisi, così come il settore delle costruzioni che ha registrato un aumento del 2,7 per cento soprattutto nel primo semestre del La Banca d Italia, nella sua relazione sulla Sicilia, fa notare che il tasso di occupazione degli immigrati con un età compresa tra 15 e 64 anni in Sicilia, come nel resto del Paese, è superiore al dato relativo ai cittadini italiani. Nella media dei primi tre trimestri del 2008 il valore riferito agli stranieri era pari al 60,0%, rispetto al 44,1% relativo agli italiani. I tassi più alti di partecipazione registrati per gli stranieri accomunano la Sicilia e, più in generale, l Italia agli altri paesi dell Unione europea (Spagna, Grecia e Portogallo) che solo di recente hanno conosciuto un intenso afflusso migratorio.

10 RHONCUS TEMPOR Gli stranieri svolgono in misura prevalente attività lavorative di tipo dipendente, mentre la percentuale di lavoratori autonomi nella media del periodo è stata pari al 22,0%, quasi tre punti in meno del dato riferito agli italiani. I lavoratori stranieri, inoltre, tendono a essere maggiormente impiegati nei comparti più tradizionali. Nel 2008 il 72% di essi, contro il 53,2% degli italiani, risultava occupato in agricoltura o in comparti manifatturieri definiti dall OCSE a contenuto tecnologico basso o medio basso, oppure in settori del terziario diversi dall intermediazione creditizia e da quelli professionali. La quota di stranieri nei settori più tradizionali è cresciuta in Sicilia dal 2000 al 2008 del 3,4%, a fronte di un calo del 2,1%, di quella riferita ai lavoratori italiani. Il database dell INAIL conta al 2008, occupati esteri, che fa salire al 7,9% (+1% rispetto al 2007) la percentuale di mano d opera straniera impegnata in regione. 10 Nell analisi dei dati troviamo pressoché invariata al 36,2% la quota di partecipazione femminile al mercato del lavoro dei nati all estero. Il maggior numero di occupati si trova a Catania (15.372), seguita da Ragusa (14.432), Palermo (14.136) e Messina (12.766). Il maggior numero di assunzioni si è verificata, invece, nella provincia di Ragusa con assunzioni e cessazioni. Numeri che si spiegano col carattere stagionale dell economia agricola della zona. Osservando la serie storica degli occupati dal 2000 al 2008, per tutte le nove province siciliane, il 2007 è stato l anno che ha portato al raddoppio del dato di partenza. In otto anni, insomma, la quota di cittadini stranieri lavoratori è aumentata del 100%. I settori che vedono maggiormente impiegati gli stranieri sono quello dei servizi (con il 52,1% degli occupati), preponderante a Messina, Palermo e Catania,soprattutto per quel che riguarda il commercio e l impiego in alberghi e in ristoranti. A seguire troviamo l industria (soprattutto quella delle costruzioni) anch essa molto presente nelle aree metropolitane e nella provincia di Siracusa nonché l agricoltura, concentrata nel ragusano e nel trapanese.

11 Il Lavoro Femminile In relazione alle differenze di genere, è possibile sottolineare la quota certamente non marginale dei permessi di soggiorno rilasciati alle donne per motivi di lavoro. Nel dettaglio, il 50,4% delle donne ha ottenuto il permesso di soggiorno per lavoro dipendente e il 4,3% per lavoro autonomo. Si tratta di un dato particolarmente interessante se confrontato con quello relativo al permesso di soggiorno per motivi familiari (33%). Esso testimonia la cospicua presenza di donne promotrici di un personale progetto migratorio, indipendente dalla famiglia di origine, alla ricerca di un miglioramento delle proprie condizioni economiche. La progressiva femminilizzazione dei flussi migratori assume maggiore significatività se si considera la provenienza dei soggiornanti. Considerando le prime dieci nazionalità presenti in Sicilia, due importanti comunità come quella tunisina e marocchina, continuano comunque a far registrare una netta prevalenza di uomini con permesso di soggiorno per motivi di lavoro, così come per lo Sri Lanka, la Cina e il Bangladesh. Le comunità straniere che invece stanno normalizzando la struttura per genere sono quella filippina, mauriziana, e dei paesi dell Est-Europa, soprattutto Romania e Polonia. Lavoro autonomo 11 Le iniziative lavorative autonome di stranieri sono principalmente svolte sotto forma di imprese individuali. Sulla base dei dati elaborati dal centro studi della CNA, le ditte di proprietà di immigrati,a maggio del 2009, sono (+11,6% rispetto al 2008), concentrate per l 82,9% nel settore commerciale. Le restanti quote principali sono appannaggio dell agricoltura (3,5%), dell edilizia (3,1%) e dei servizi (2,5%). Il 53,2% delle attività è gestito da cittadini marocchini e cinesi, attivi nel settore della vendita commerciale. Riguardo agli altri comparti, i cittadini del Marocco privilegiano l attività edilizia, mentre quelli della Cina la ristorazione.

12 Da sottolineare la dinamica partecipazione alla vita imprenditoriale di ben 50 nazionalità, tra cui si distinguono quelle del Senegal e del Bangladesh, attive nei contesti metropolitani nel comparto del commercio e quelle della Tunisia nel settore agricolo. Questi numeri confermano l'impresa come corsia preferenziale scelta da tanti immigrati per l'integrazione in Sicilia. La Sicilia, potrebbe ancora una volta assumersi la propria responsabilità storica di territorio favorevole agli scambi, oltrepassando il senso puramente economico del termine, per contribuire all incontro e consolidare legami che l attività imprenditoriale stessa riesce a creare. Ricordiamo, inoltre, che la ricchezza prodotta in Italia dai migranti attivi sul mercato del lavoro, contribuisce, tramite le rimesse, anche allo sviluppo dei paesi di origine. Lo scorso anno dalla Sicilia sono partiti più di 187 milioni di euro un dato pari al 2,9% di tutte le rimesse inviate dall Italia. Secondo i dati di Movimpresa, in Sicilia sono oltre i piccoli imprenditori non comunitari, titolari di aziende individuali, che al 30 giugno scorso risultavano iscritti ai registri delle Camere di commercio dell'isola, pari al 4,29% sul totale regionale. 12 Dalla rilevazione trimestrale condotta da Infocamere, emerge che in Sicilia, da aprile a giugno, le imprese di immigrati sono aumentate dello 0,19% rispetto al trimestre precedente. In Sicilia, la provincia più rappresentativa di imprese di immigrati e' Palermo con : imprenditori non comunitari su Segue Messina con una presenza del 5,26% (2.058 aziende con titolare extracomunitario su ) e Ragusa con 4,86% (1.104 aziende su ). Per numero di imprese, invece, dopo Palermo si classifica Catania: aziende non Ue con un peso sul totale pari al 3,67% (in tutto imprese individuali attive.) Il settore che accoglie più imprenditori con cittadinanza non italiana è quello del commercio, fornendo beni a prezzi competitivi, in un settore che in Italia ha raggiunto ormai un basso valore aggiunto.

13 Le restanti quote sono appannaggio dell agricoltura, dell edilizia e dei servizi. 4. FABBISOGNO FORMATIVO E L OFFERTA DEL TERRITORIO La metodologia utilizzata per la raccolta delle informazioni è consistita nella realizzazione di interviste a testimoni privilegiati, individuati presso enti pubblici e privati, realtà economiche e associative che, a diverso titolo, si occupano di formazione. Nella formazione professionale per gli immigrati si sottolinea la difficoltà degli interventi realizzati in passato in quest area dalle politiche attive del lavoro con: scarsa partecipazione ai corsi attivati; diffusi fenomeni di abbandono; faticoso raccordo con il mercato del lavoro e con le imprese. A queste difficoltà di base si aggiunge anche la valutazione di una certa inutilità dei corsi proposti: se gli immigrati trovano lavoro, ciò non sembra dipendere dalla formazione acquisita, anzi, questa tende a innalzare le loro aspettative rispetto a una domanda di lavoro concentrata invece su mansioni di basso profilo e scarsa qualificazione. Il ruolo degli interventi di accompagnamento al lavoro e di formazione professionale non può che essere marginale in quanto si osserva che, l inserimento lavorativo degli immigrati è largamente predeterminato dall offerta del mercato, ed utilizza inoltre i canali del sommerso. 13 La fascia d età dei partecipanti ai corsi è molto ampia e comprende sia i giovani usciti dalla scuola dell obbligo che gli adulti che hanno superato la fase iniziale della carriera occupazionale. Per quanto riguarda l utenza femminile, molte richieste di lavoro e di formazione provengono da cittadine dei paesi dell Est anche di età superiore ai 50 anni, e da poco regolarizzate come badanti. Nella partecipazione ai corsi si riscontra un aumento nel numero dei giovani arrivati in

14 Italia per ricongiungimento familiare, provenienti soprattutto dai paesi dell Est. In questi casi sono spesso i genitori che li accompagnano alla formazione, in funzione del primo inserimento nel mercato del lavoro locale. Viene notato inoltre che molti di coloro che presentano domanda di partecipazione ai corsi di formazione, hanno un permesso di soggiorno (per lavoro o per motivi familiari) spesso in scadenza, da poco ottenuto tramite la regolarizzazione. Le abilità linguistiche e relazionali di questi soggetti, rivelano che si tratta in gran parte di persone che, sebbene solo recentemente regolarizzate, vivono in Italia da anni e hanno già avuto esperienze lavorative (irregolari). Ciò che spinge molti di loro a iscriversi ai corsi di formazione è la volontà di trovare un occupazione lavorativa regolare e più stabile. In alcuni casi, trattasi di persone che già lavorano regolarmente, che vogliono acquisire qualche competenza in più per cambiare lavoro o per migliorare la propria posizione. 14 Per gli uomini la formazione, dunque, oltre a riempire il tempo di attesa di occupazione, oggi ridotto al periodo massimo di sei mesi, sembra rispondere soprattutto all esigenza di rafforzare una professionalità di cui l immigrato è già in possesso ed acquisire una certificazione di tale professionalità al fine di veder agevolato l inserimento occupazionale. Per quanto riguarda le donne, invece, sebbene molte di loro vivano in Italia già da molto tempo e alcune hanno anche figli nati qui, spesso il corso di formazione e lo stage ad esso collegato, rappresentano la prima esperienza nel mondo del lavoro. In alcuni, casi il corso di formazione ha anche una funzione che va al di là dell inserimento lavorativo, mirando ad attivare percorsi più ampi di reinserimento sociale. Il livello di istruzione dei partecipanti ai corsi è medio, la maggioranza ha un titolo corrispondente al nostro diploma di scuola media inferiore. Circa il 20% degli immigrati partecipanti ai corsi ha frequentato nel paese di origine, scuole tecniche superiori Molte donne provenienti dall Est Europa, sono anche in possesso del titolo di laurea o

15 R di qualifiche di vario livello nel settore sanitario, purtroppo, il più delle volte non riconosciute. A fronte di una domanda crescente di formazione professionale, il numero dei corsi attivati per gli immigrati in Sicilia risente di una serie di vincoli che vanno dalla rigidità strutturali dei corsi finanziati al Fondo sociale europea, ad una sensibile difficoltà economica da parte della Regione ad investire in servizi di formazione/aggiornamento. Le aziende stesse, si trovano ad avere oggi più manodopera rispetto alle loro richieste e quindi selezionano manodopera sempre più qualificata, l operaio generico non è più richiesto nell edilizia così come in altri settori e ne consegue che la formazione professionale risulta spesso indispensabile in un periodo in cui la crisi dei mercati acquista una certa rilevanza. A questi elementi si deve aggiungere anche la crescente femminilizzazione della presenza immigrata rispetto all offerta di lavoro. Ciò è legato all esigenza da parte delle donne di trovare una propria dimensione sociale e occupazionale dopo qualche tempo che si sono stabilizzate. Gli attuali strumenti a disposizione della formazione per gli immigrati sono molto ordinari, invece, i percorsi per essere significativi, devono avere una specificità legata al target. 15 Corsi brevi con varie forme di finanziamento Tenuto conto dei limiti della formazione, sinora evidenziati, e le nuove norme che riducono significativamente il periodo di tempo spendibile dall immigrato nella ricerca di lavoro, i corsi di formazione brevi, di ore, per stranieri di solito già occupati, sono quelli con una forte domanda. All interno di questa categoria rientrano sia corsi di formazione professionale, sia corsi

16 di alfabetizzazione e di orientamento socio-culturale e socio-lavorativo, finalizzati a comprendere gli elementi basilari dell organizzazione sociale e istituzionale del paese ospitante, nonché gli elementi principali della normativa del lavoro. Trattasi di corsi finanziati, per lo più promossi dai centri per l impiego e dalle agenzie di lavoro interinale. Queste ultime, sono infatti tenute ad accantonare una parte dei loro proventi in un fondo per la formazione. Questo tipo di aggiornamento riguarda professioni di basso profilo, verso le quali gli italiani non sono più attratti, ma che comunque richiedono specifiche competenze relazionali. Infine, esistono come Progetti Pilota, alcune offerte formative che promuovono processi che mirano alla certificazione delle competenze, da ottenere con azioni di orientamento e formazione. 5. LE RETI DI PROTEZIONE SOCIALE Le relazioni sociali su tutto il territorio nazionale, ma in particolare nella regione Sicilia, risultano essere canali preferenziali per la ricerca di lavoro e per il miglioramento delle situazioni occupazionali, considerato che il 50,4% degli immigrati ha trovato l attuale lavoro ricorrendo a un parente o a un amico o a un connazionale; il 29,2% lo ha trovato da solo e il 15,3% grazie ad amici italiani o stranieri di altri paesi. Emerge, altresì, la costruzione di parentele su base sociale che danno vita a forme di solidarietà e di protezione fra i componenti della stessa comunità. Si creano, infatti, forme di parentele sostitutive, dette nicchie etniche, che rappresentano spesso un legame importante nella migrazione. Pertanto, sono anche le reti sociali che consentono l incontro tra domanda e offerta di lavoro, ed è all interno di queste che si reperiscono le informazioni riguardanti opportunità lavorative e che influenzano le scelte dei datori di lavoro. 16 Si tratta di reti etniche, composte soprattutto da parenti e connazionali, che strutturano l azione economica: è l autorganizzazione dell offerta, regolata in base alle relazioni interpersonali, che influenza i meccanismi di reclutamento e le modalità di incontro tra

17 POR domanda e offerta del lavoro.le reti di relazioni tra connazionali diventano agenzie di supporto nei percorsi di integrazione economica e sociale, colmando spesso i disservizi del territorio ospitante e svolgendo diverse funzioni: dall accoglienza a tutto ciò che è connesso alla sistemazione alloggiativa, dalla ricerca di lavoro al supporto sociale e al sostegno emotivo. Esse possono determinare effetti positivi, ma anche negativi qualora rafforzino la segregazione, spingano verso attività devianti e stabiliscano rapporti di sfruttamento. La nostra ricerca comunque ha potuto coinvolgere nell analisi della rete realtà particolarmente attive nelle due Province di Palermo e di Trapani. Qui di seguito l elenco: Palermo UIL Patronato CGIL Multisportelli e centri per l impiego Ufficio immigrati del Comune Caritas ANDA- RIRFA Centro Santa Chiara di Palermo Centro Pellegrino della Terra, Associazione ANYMORE Trapani CGIL Multisportelli e centri per l impiego Uffici immigrati Comune di Alcamo associazione NO COLORS Caritas Associazione Opere Pie Riunite Pastore San Pietro ( Alcamo ), Missione speranza e carità (Biagio Conte ) Associazione Gange onlus. 17 Queste organizzazioni, offrono servizi rivolti alla persona e prevalentemente ad immigrati, sono aperti al pubblico con normali orari di ufficio e sono forniti con continuità, ed operano principalmente sul territorio di Palermo e Trapani e provincia.un dato significativo rilevato è che le organizzazioni e gli uffici preposti che sono stati individuati, sono prevalentemente orientati a fornire risposte a bisogni

18 primari.. Durante la fase di ri-costruzione del target di riferimento, si è tentato di effettuare una breve analisi di campo, coinvolgendo tramite conoscenza diretta e contatti interpersonali ormai consolidati nel tempo, le realtà del Terzo settore attive nel campo dell immigrazione e con gli Enti pubblici quali : l Ufficio immigrati del Comune di Palermo e del Comune di Alcamo, nonché l Ufficio Immigrati della CGIL, e Uffici Patronati. Dobbiamo comunque segnalare che la maggior parte dei referenti non è stata in grado di fornire informazioni strutturate che ci permettessero di fotografare puntualmente il fenomeno sul territorio. 6. LA DOMANDA DI SERVIZI E L OFFERTA SUL TERRITORIO Per quanto riguarda le rappresentazioni dei fabbisogni e delle loro soluzioni ritenute ragionevolmente soddisfacenti, la maggioranza degli intervistati pone l alloggio come bisogno principale per l utenza immigrata; problema questo già evidenziato agli inizi degli anni novanta (Censis, 1990) e che si è riproposto continuamente nell arco di tutto il decennio senza cambiamenti significativi (Caritas di Roma, 1999; Ismu, 1999): Seguono poi, il lavoro e l assistenza sanitaria e, condizioni necessarie anche per accedere ai primi due, l informazione e l apprendimento dell italiano. Per le donne sembrano essere più importanti che per gli uomini l assistenza sanitaria e, in minore misura, i servizi sociali ed educativi. La formazione invece è ritenuta mediamente importante sia per le donne che per gli uomini. Inoltre le donne sono fruitrici anche di interventi ad hoc, attenti alla specificità culturale. I servizi per gli immigrati 18 La maggioranza degli enti di protezione sociale è rappresentata da servizi di

19 informazione e orientamento, seguiti dai servizi di accoglienza e ascolto, dai servizi sociosanitari, da quelli per minori, e quindi da quelli per il sostegno economico e dai servizi di mediazione. L utenza, nella maggiore parte dei casi, è composta sia da donne che da uomini immigrati, non mancano però i servizi dedicati alle persone straniere e a quelle italiane, seguite da quelli specializzati per genere, rivolti esclusivamente a donne immigrate e non. Più della metà dell utenza ha un età compresa tra i 30 e i 35 anni. I servizi che vengono richiesti più frequentemente sono quelli di informazione e orientamento generico, di orientamento al lavoro, consulenza legale e assistenza disbrigo pratiche burocratiche, servizi-sociosanitari, formazione e alfabetizzazione, prima accoglienza, servizi per minori (15%), mediazione culturale e sostegno economico. Rispetto alla scarsa conoscenza della lingua da parte di molti immigrati, forte ostacolo ad una reale possibilità di inserimento ed integrazione, sarebbe opportuno garantire un forte potenziamento dei servizi di mediazione linguistico-culturale. Un esempio emblematico è la mission dell associazione Pellegrino della terra. Dal 1996 si propone di aiutare i migranti ad inserirsi nel mondo lavorativo ed, in maniera specifica, le vittime della tratta, in particolare provenienti dalla Nigeria, presenti nella città di Palermo e nei suoi dintorni, in collaborazione con la chiesa metodista e valdese e con l associazione dei Comboniani di Palermo. Per risolvere in parte il problema del lavoro, il Pellegrino della Terra ha istituito un Centro di ascolto che assiste le ragazze in collaborazione con le altre strutture; offre servizi psicologici, sanitari, di assistenza e patronato; propone corsi di lingua italiana; distribuisce viveri di prima necessità agli immigrati grazie alla collaborazione con la Banca Alimentare e con le Chiese Valdesi e Metodista di Palermo. 19 Un altro esempio è rappresentato dal nuovo spazio giochi e ludoteca interculturale Il giardino di Madre Teresa gestito dall Associazione Anymore onlus di Palermo, il cui obiettivo è quello di dare un aiuto concreto a tutte le mamme lavoratrici. Lo spazio

20 accoglie bambini da zero a cinque anni. Catania : una buona prassi sul territorio regionale. E stato attivato dal 2006, un Help center gestito dalla Caritas. L Help Center nei pressi della Stazione Centrale di Catania, luogo di maggiore concentrazione di disagio. Il centro, che si configura come un luogo di accoglienza diurno e di pronto soccorso sociale per persone senza dimora e in genere per tutti coloro che vivono in condizioni di disagio e di esclusione sociale, ha intrapreso anche diverse iniziative per favorire l integrazione dei migranti nella città etnea. La metodologia dell intervento, infatti, si incentra su di un progetto di recupero e reinserimento sociale, lavorando in rete con le altre strutture di assistenza, pubbliche e private, presenti sul territorio. L offerta dell Help Center è molto varia e si articola in servizi di prossimità come ascolto e segretariato sociale, orientamento al lavoro, consulenza legale, consulenza psicologica, ambulatorio medico, mensa, corsi di italiano per stranieri ed iniziative culturali e di sensibilizzazione. Particolare rilievo ha l aspetto della comunicazione con la realizzazione di un periodico Scarp de tenise e la creazione della TV di strada Telestrada. Dal 10/12/2006 al 31/07/2008 si sono rivolte all Help Center 3650 persone di 62 nazionalità diverse con una età media che si attesta sui 42 anni. Dopo tre anni di intervento emergono dall attività dell Help Center alcuni elementi positivi quali la coerenza tra le attività svolte e gli obiettivi perseguiti e l incremento dei servizi offerti, come dimostrato anche dalla forte presenza di utenti che si rivolgono al servizio. Tra le iniziative di integrazione svolte a Catania particolare successo ha avuto la scuola di cucina italiana e mediterranea proposta dalla Caritas Diocesana agli stranieri residenti nella città. L iniziativa, chiamata L'Italia in tavola è un esempio delle opportunità promosse dall'help Center per migliorare lo status socio professionale degli utenti, attraverso l'acquisizione di competenze spendibili nel mercato del lavoro. 20 Con quanto emerge dalla ricerca, si conferma che il problema fondamentale

21 nell offerta dei servizi è la mancanza di una rete istituzionale che coordini in modo capillare i diversi servizi presenti sul territorio regionale. Si segnala comunque, ch proprio in questi giorni, il governo siciliano, ha varato la riforma della pubblica amministrazione. Gli assessorati competenti, insieme alle giunte provinciali e comunali sono tenuti a programmare i vari interventi in maniera congiunta ad evitare duplicazioni e sovrapposizioni. 7. IL RUOLO DEGLI SPORTELLI MULTIFUNZIONALI DELLA REGIONE NELL INSERIMENTO FORMATIVO E LAVORATIVO DEGLI IMMIGRATI Gli sportelli multifunzionali, nascono in Sicilia dal più generale processo di riforma degli enti regionali di formazione professionale che prevede l'attivazione di appositi sportelli multifunzionali con il compito di garantire servizi quali accoglienza ed informazione, consulenza, orientamento, rivolti sia ai soggetti inoccupati e disoccupati locali e immigrati, sia alle aziende interessate alla ricerca di personale o alla riqualificazione/aggiornamento di quello già impiegato. (Circolare Assessorato al lavoro n. 2 del 8 giugno 2000) Con la Convenzione quadro del 4 luglio 2000 tra la Regione Siciliana e gli enti gestori della formazione professionale siciliana, viene stabilito che gli Uffici provinciali del lavoro e della massima occupazione possono sottoscrivere apposite convenzioni con gli organismi titolari di sportelli multifunzionali operanti nel proprio territorio, al fine di avvalersi dei servizi da questi offerti come specificati nella Circolare Assessorato al lavoro n. 2 del 8 giugno Ma solo con l emanazione della Circolare dell Assessorato al lavoro n. 6 del 16 marzo 2001, avviene la riqualificazione dell attività degli sportelli, intesi come veri e propri servizi per l impiego, sotto le direttive ed il coordinamento degli uffici periferici del lavoro. Gli sportelli multifunzionali potranno così realizzare iniziative di politiche attive del lavoro - come il servizio incontro tra domanda ed offerta di lavoro - proprie dei Centri per l'impiego.

22 Gli Sportelli su tutto il territorio sono 20,dislocati in sei province: Palermo, Trapani, Enna, Agrigento, Ragusa e Messina. Gli stessi sono di norma allocati all interno dei Centri per l impiego e comunque lavorano in stretta sinergia con questi uffici. La finalità è appunto quella di supportare l utente nella ricerca attiva di un lavoro o nella costruzione della propria carriera professionale e/o formativa attraverso incontri individuali o di gruppo con gli operatori. I Multisportelli, tramite Operatori, Orientatori e Psicologi, Progettisti di interventi formativi,tutor esperti dei processi di apprendimento. In sintesi i servizi offerti: un buon collegamento con le PMI interessate a offrire opportunità occupazionali, brevi percorsi con carattere seminariale che cercano di integrare la professionalizzazione con altri interventi, in particolare linguistici e rivolti alla dimensione orientativa e di socializzazione (conoscenza della realtà sociale e produttiva; informazione sui servizi esistenti; informazione e orientamento rispetto al lavoro); l introduzione di elementi di personalizzazione del percorso formativo attraverso il peso crescente dato ai colloqui individuali l intervento formativo secondo l ottica del lavoro di rete tra diversi soggetti, pubblici e privati, locali e rappresentanti delle comunità etniche, in modo da riuscire a soddisfare i molteplici bisogni dell immigrato in formazione, dal trasporto alla casa. 8. CONCLUSIONI 22 La mancanza di un raccordo ed un coordinamento tra le informazioni presenti sul territorio e i diversi servizi offerti alla popolazione immigrata è un elemento di forte criticità. Proprio l assenza di un puntuale flusso di informazioni rende più difficile una reale programmazione da parte delle istituzioni.

23 Per rispondere ai profondi mutamenti del fenomeno immigratorio in Italia, sempre più caratterizzato da un alto tasso di stabilizzazione, è diventato ormai indispensabile promuovere a livello locale la collaborazione interistituzionale e la concertazione sociale tra i soggetti interessati presenti nel territorio, rispetto alla analisi dei bisogni e delle difficoltà dei cittadini stranieri, alla programmazione delle politiche di integrazione sociale, al loro monitoraggio e alla loro verifica. Associazioni di volontariato, organizzazioni no profit del terzo settore, organizzazioni sindacali e luoghi di frequenza di gruppi immigrati (questure locali, uffici immigrati delle amministrazioni locali, uffici di collocamento zonali e centrali, ambasciate e consolati) debbono raccordarsi e definire sinergie ben più efficaci di quelle attuali. Il processo auspicato non è privo di difficoltà. Connessa a questa tensione tra flessibilità e coordinamento si incontra anche la sfida a fare convivere le diverse culture politiche ed organizzative che caratterizzano il contesto di accoglienza locale, quasi a ricordarci che l Italia è un paese multiculturale già prima di conoscere una significativa immigrazione internazionale. Dai dati emersi, appare incontrovertibile che ciò che abbiamo di fronte costituisce un arcipelago articolato e composito, risultato di una pluralità di storie dai percorsi evolutivi non lineari, frutto di processi di attivazione organizzativa in cui ipotesi progettuali e disegni organizzativi, fondati su letture del fenomeno migratorio talvolta assai diverse fra loro, si sono combinate con modelli di erogazione delle prestazioni presenti nel contesto e con i vincoli derivanti da specifiche tradizioni organizzative. E i tentativi di costruire tipologie e raggruppamenti omogenei per orientarsi in questa complessità, sembrano destinati a cogliere solo dimensioni parziali: il quadro che comunque emerge appare caratterizzato da forti disomogeneità sia sotto il profilo territoriale che in rapporto agli obiettivi prevalenti delle diverse organizzazioni attivate. 23 In sintesi la riflessione sull immigrazione resta incompleta se limitata all utilità dei lavoratori immigrati, ma va estesa alla sua considerazione come nuovi cittadini.

24 Una buona parte di essi si trova in Italia da tempo e ha già ottenuto o sta per ottenere il permesso UE per lungo residenti, con la prospettiva quindi di una permanenza a tempo indeterminato. Quando alla base si cerca di far maturare questa convinzione ci si scontra però con due riserve, una di natura finanziaria e l altra di natura culturale, sollevate spesso in buona fede ma da ritenere non motivate. La riserva di natura finanziaria consiste nell eccepire che accoglienza, inserimento, integrazione sono prospettive finanziariamente costose e gli immigrati non dovrebbero pesare ulteriormente sul bilancio dello Stato e degli Enti Locali. Ma se gli immigrati incidono per il 7% sulla popolazione residente e per il 10% sulla creazione della ricchezza nazionale, ciò significa che la loro presenza non costituisce una perdita per il sistema Italia, così come non lo è per gli immigrati stessi e per i Paesi di origine, ai quali i migranti inviano dall Italia 6,4 miliardi di euro come rimesse, un aiuto molto concreto al loro sviluppo a fronte delle promesse non mantenute a livello di politica internazionale. Gli immigrati pagano annualmente 7 miliardi di contributi previdenziali, ma pochissimi usufruiscono della pensione. Altra osservazione, gli immigrati pagano annualmente almeno 4 miliardi di euro di tasse ma incidono, secondo una stima della Banca d Italia, solo per il 2,5% sulle spese per istruzione, pensione, sanità e sostegno al reddito, all incirca la metà di quello che assicurano in termini di gettito. La riserva di natura socio-culturale-religiosa è più insidiosa e porta a temere gli immigrati in quanto si ritiene che essi inquinino la nostra società con le diverse tradizioni culturali di cui sono portatori e contrastino l attaccamento alla nostra religione. 24

25 elementu pede aliquet arcu duis. nec. elit, veniam, Dolor cras. reprehend magna mauris, Interdum Lorem est, set Ut per Enim porttitor sed diam eros enim eiusmod aliquam. quis mauris, Interdum incididunt aliqua. vel at. consectet ipsum est, Eget eu ipsum class, auctor, dapibus vel, Lorem et Ut nostrud at. ut libero habitasse purus dolor labore enim Eget Irure eu sit ut habitasse purus adipiscing, imperdiet volutpat ipsum exerc. libero dolor Dolor cras. elementu pede amet, dolore minim dolor porttitor elit, consectet set sit amet, class, eiusmod ur ut consectet adipiscing, et labore ur aliquet elit, dolore set adipiscing sed magna eiusmod elit, auctor, aliquam. tempor set eiusmod imperdiet Ut incidunt enim et tempor arcu ad labore minim per et incidunt diam veniam, dolore et labore dapibus quis magna et dolore libero nostrud aliquam. magna duis. exerc. Ut enim Enim aliquam. eros Dolor unt ut in Ut vel, mauris, labore enim et unt volutpat vel dolore eu labore nec. libero magna Ut et dolore enim cras. aliqua. unt magna ut Interdum Dolor labore aliqua. et at. mauris, dolore Irure Dolor magna dolor vel eu in mauris, aliqua. reprehend libero vel Lorem incididunt cras. eu libero ipsum ut Interdum labore cras. dolor et at. dolore Ut sit Interdum amet, magna enim ad at. consectet aliqua. trenz Ut ucu enim ur hugh ad trenz adipiscing Dolor ipsum ucu hugh elit, mauris, monugor. set ipsum eiusmod vel Lorem eu monugor. tempor libero consectet Lorem incidunt cras. ur et consectet labore Interdum adipiscing et ur dolore at. elit, Eget set adipiscing magna habitasse eiusmod elit, aliquam. elementu et labore set eiusmod Ut m et est, dolore enim et unt ipsum magna labore ut et labore purus aliquam. dolore et magna dolore pede Ut enim aliquam. magna porttitor ad minim Ut aliqua. class, veniam, enim ut Dolor adipiscing, quis minim veniam, mauris, aliquet nostrud quis vel sed exerc. eu nostrud libero auctor, Dolor imperdiet Wojewódzki Urząd Pracy w Olsztynie Polska Agentia Nationala pentru Ocuparea Fortei de Munca România Provincia di Perugia Italia Life e.v. Deutschland Share-it Italia Il presente progetto è finanziato con il sostegno della Commissione europea. L'autore è il solo responsabile di questa pubblicazione (comunicazione) e la Commissione declina ogni responsabilità sull'uso che potrà essere fatto delle informazioni in essa contenute. Iter Italia If Italia Forma Italia

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