PROGETTO WETLANDS: LE ZONE UMIDE DEL LITORALE ADRIATICO PUGLIESE

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1 REGIONE PUGLIA DIPARTIMENTO DI BIOLOGIA UNIVERSITA DI LECCE PROGETTO WETLANDS: LE ZONE UMIDE DEL LITORALE ADRIATICO PUGLIESE 1

2 Legenda 1-2. ACQUITRINI DI RAMITELLI- TORRE FANTINE 3. LAGO DI LESINA 4. LAGO DI VARANO 5. PALUDE DI SFINALE 6. TERRA APULIAE o VALLE CARAPELLE 7. PALUDE DI FRATTAROLO 8. DAUNIA RISI 9. VALLE S. FLORIANO 10. SALINE DI MARGHERITA DI SAVOIA 11. FOCE OFANTO 12. PALUDE ARISCIANNE BOCCADORO 13. TORRE CANNE LIDO MORELLI 14. PANTANAGIANNI 15. PANTANO DI S. SABINA 16. TORRE GUACETO 17. FOCE GIANCOLA 18. SALINE DI BRINDISI 19. STAGNO (ACQUATINA) DI LIDO PRESEPE 20. PALUDE RAUCCIO 21. BACINO DI ACQUATINA 22. BACINI DI S. CATALDO 23. LE CESINE 24. PALUDE DI CASSANO 25. PALUDE LI TAMARI 26. LAGHI ALIMINI 2

3 INQUADRAMENTO GEOLOGICO La Puglia costituisce la più estesa regione d avampaese non deformato dell area mediterranea, fa parte della micropiastra apula, e presenta una struttura uniforme basata su crosta continentale con una spessa copertura paleo-mesozoica alla quale si sovrappongono depositi ceno-neozoici di limitato spessore (P.Pieri, 1980). Tale modello è conseguenza dell evoluzione tettonica dell Italia meridionale, che ha condotto alla formazione della Catena appenninica. L area pugliese, infatti, ne rappresenta l avampaese. Esso s individua dal Miocene Inferiore (Channel et alii, 1979; Ricchetti et alii; 1988) in coincidenza della formazione della catena appenninico-maghrebide (Praturlon, 1980; Ricchetti et alii, 1988), quando la piattaforma apula subduce verso W sotto gli Appennini (Malinverno e Ryan,1986; Royden et alii, 1987; Doglioni, 1991) (fig.2). Il risultato è un area debolmente inclinata formata da una zona emersa (Gargano, Murge e Salento) e da una zona sommersa nell Adriatico e nel Mar Ionio (Auroux et alii; 1985). L area emersa corrisponde alla porzione sollevata di un ampia struttura antiforme orientata WNW-ESE, segmentata da faglie normali in tre principali blocchi. La regione pugliese rappresenta, pertanto, sia dal punto di vista Morfologico che Geologico a per natura litologica, un unità omogenea, poiché è stata interessata dalla medesima evoluzione tettonicosedimentaria, le cui tappe fondamentali sono: a) Sedimentazione carbonatica : 130 M.a. 65 M.a.; b) Emersione: 65 M.a.; c) Fase di continentalità: 65 M.a. 5 M.a.; d) Ingressione marina: 5 M.a a.; e) Ritiro del mare: a. attuale. Sedimentazione della serie carbonatica cretacea, Piattaforma Carbonatica Apula (130 milioni d anni fa) La struttura geologica è assicurata da una potente successione cretacea di rocce carbonatiche (Calcari, Calcari Dolomitici, Dolomie). Si tratta di una potente struttura monoclinale, formatasi in ambiente marino subsidente di mare poco profondo, con prevalente immersione degli strati a SW, complicata da alcune pieghe e da faglie. La fase di sedimentazione si è protratta per tutto il cretaceo (circa 65 milioni d anni) consentendo, in seguito al lento abbassamento del fondo del bacino, l accumulo di notevoli spessori sedimentari (oltre 3000 m). Emersione nel Cretaceo Superiore-Paleocene Il passaggio dal Cretaceo al Paleocene (65 milioni d anni fa) segna la fine di una lunga fase di sedimentazione e inizia una altrettanto lunga fase di continentalità. Tale passaggio è contrassegnato dall emersione di gran parte della Piattaforma carbonatica apula. Infatti, nel Cretaceo Superiore e tra la fine del Cretaceo e l inizio del Terziario si sono verificate due fasi tettoniche distensive che hanno determinato una prima suddivisione del blocco carbonatico, generando una struttura tipo horst (Carissimo et alii,1962). Successivamente nel Terziario alto (Miocene 25 M.a), in corrispondenza della tettonica compressiva, legata alla formazione dell Appennino, si è determinata un ulteriore suddivisione e dislocazione con la formazione di blande pieghe nei calcari cretacei. Con l emersione si determina la completa litificazione dei sedimenti cartonatici. 3

4 Lungo periodo di continentalità con modellamento dei principali caratteri morfologici per effetto della tettonica, dell erosione e del carsismo. (65-5 milioni d anni) caratteri morfologici dell intera regione sono stati controllati dalla litologia, dalle successive fasi tettoniche e dal clima. Ne consegue la suddivisione in tre diverse regioni facilmente individuabili, poiché la morfologia corrisponde a suddivisioni stratigrafiche e a strutture tettoniche differenti, le aree in questione sono: il Gargano, le Murge e il Salento. Il Gargano A Nord della Puglia è situato l alto strutturale del Gargano, che rappresenta la regione più elevata dell avampaese (quote intorno ai mille metri), dove affiorano i termini più antichi della successione (Giurassico), che nelle Murge e Salento non sono in affioramento. Il Gargano è delimitato a SW dalla linea del torrente Candelaro (NW-SE) corrispondente a faglie e flessure che ribassano i blocchi, infatti lungo questa linea terminano gli affioramenti del Gargano; a Sud dalla valle del fiume Ofanto. Le attuali coste del Gargano corrispondono, dunque ad allineamenti tettonici, infatti le coste sono determinate da faglie e da flessure che hanno causato il sollevamento del blocco garganico rispetto all Adriatico. Ad Est,infine, e delimitato dalla linea di costa, configurata dal sistema di faglie e flessure che hanno causato il sollevamento dell alto garganico rispetto all Adriatico. Le Murge Le Murge assumono la forma di un altopiano poco elevato (quote 600 metri circa) allungato in direzione WNW-ESE (Doglioni et alii;1994) che si estende dalla bassa valle dell Ofanto alla Soglia Messapica (Fig1). Lungo il versante adriatico, le Murge sono caratterizzate da una serie di vasti ripiani che degradano verso il basso per mezzo di scarpate, alte poche decine di metri. I diversi allineamenti tettonici sono orientati prevalentemente in direzione E-W, in coerenza alla conformazione morfologica che evidenzia, così la corrispondenza tra questa e le strutture tettoniche. Il Salento Il Salento, infine, rappresenta la parte meridionale dell avampaese, è più depresso rispetto ai precedenti, infatti, le Serre Salentine raggiungono circa 250 m ed i termini più antichi affioranti risalgono al Cretaceo Superiore. Le tre strutture in precedenza individuate e descritte sono attualmente divise tra loro da aree depresse, la prima, tra l alto garganico e le Murge, rappresenta la parte settentrionale della Fossa Bradanica ed è caratterizzata da sedimenti Plio-Pleistocenici (Calcareniti di Gravina, Argille Subappennine e depositi alluvionali); la seconda è costituita dalla cosiddetta Piana Brindisina e divide le Murge dalle Serre Salentine. E importante ribadire che gli elementi morfologici di tutta l area (scarpate, ripiani, rilievi e depressioni) si sviluppano con le stesse direzioni dei principali elementi tettonici. Ingressione marina e sedimentazione quaternaria (5 milioni di anni anni); nuova emersione con ritiro del mare fino all attuale posizione ( anni-attuale). Dal Pliocene Medio fino al Pleistocene inferiore si registra una fase di lento abbassamento delle aree carbonatiche con il conseguente avanzamento del mare. Con l abbassamento regionale e l ingressione marina si crea un bacino in cui si sedimentano i depositi della successione quaternaria. I primi depositi trasgressivi che si sedimentano sui calcari cretacei sono le Calcareniti di Gravina, proseguendo l abbassamento il bacino si approfondisce e si accumulano in continuità di sedimentazione Le Argille subappennine. Successivamente si registra un graduale sollevamento regionale. 4

5 L area per tutto il Quaternario ha continuato l emersione, e il livello del mare ha subito un ritiro fino all attuale posizione, lasciando, lungo la costa adriatica, una serie di piccole scarpate incise nelle calcareniti con sedimentazione di depositi marini terrazzati, che rappresentano antiche linee di costa (P.Pieri 1980; Ciaranfi et alii; 1988). 5

6 INQUADRAMENTO IDROGRAFICO E IDROGEOLOGEOLOGICO Idrografia superficiale della Puglia Gran parte della Puglia non presenta un idrografia evoluta ed evidente, la massima espressione dell idrografia è il Fiume Ofanto, che nasce in Campania e in Basilicata alle pendici del Vulture e attraverso un percorso meandriforme sfocia nell Adriatico. Il territorio pugliese ospita la valle bassa e la foce. La valle bassa è costituita in prevalenza da depositi argillosi e dai calcari del margine settentrionale delle Murge baresi ed è caratterizzata da depositi deteritici di trasporto fluviale, qui, tra i comuni di Cerignola e Canosa, scorre lentamente formando ampi meandri. L ultimo tratto e costituito da un delta cuspidato, che sul finire degli anni 50 si protendeva nel Mare Adriatico per circa un chilometro; oggi la foce, in evidente erosione, arretrata notevolmente, nell ultimo tratto si presenta a più estuario che a delta. Il fiume Candelabro con i suoi affluenti limita ad Occidente il promontorio del Gargano, infatti, si localizza alle sue pendici. Il contesto geologico su cui s imposta è lo stesso dell Ofanto, come quello del Fortore che limita a Nord-ovest il Tavoliere. Il resto della regione pugliese non presenta fiumi, ma solo piccoli torrenti e solchi variamente incisi in corrispondenza di faglie e di fratture, che in occasione delle piogge risultano colmati ed assicurano il ruscellamento delle acque al mare, in particolare nella parte della Murgia adriatica e del Salento. Idrogeologia della costa adriatica pugliese Calcari Cretacei della piattaforma Apula rappresentano, come abbiamo visto, un unico corpo che si estende dal Gargano al Salento. L intensa attivita tettonica cui è stata sottoposta l area ha determinato un grado di fatturazione e di conseguenza carsismo che ha fatto di questa struttura un serbatoio di acqua di notevole capacità ed estensione. Nel complesso si distinguono tre idrostrutture in corrispondenza dei principali elementi che costituiscono l area: Gargano, Murge e Salento (fig.3). Questi tre elementi sono distinti tra loro, per quel che riguarda la circolazione idrica locale, ma sono in stretta correlazione, per quel che riguarda la circolazione di fondo (Maggiore, 1992). Gli acquiferi del Gargano orientale e delle Murge sono idrogeologicamente simili, poiché costituiti da litotipi della stessa natura e si differenziano da quelli de Gargano occidentale e del Salento. L imponente falda idrica circola nei calcari mesozoici ed alla base è sostenuta dall acqua di mare che invade il continente, tanto che nella Penisola Salentina, l alta permeabilità per carsismo e fessurazione dei carbonati anche a livello mare ed al di sotto di esso, consente alle acque dell Adriatico di comunicare con quelle dello Ionio (Cotecchia 1970), in questo modo anche nelle zone centrali della penisola la falda è sostenuta dall acqua marina. Situazione analoga si verifica in corrispondenza del Gargano. In generale la falda profonda circola a pelo libero ed ha i suoi punti d emergenza in corrispondenza della costa, ove contribuisce alla formazione di ambienti umidi costieri; circola, invece, in pressione, là dove i calcari cretacei sono ricoperti, fino al livello del mare, da rocce più recenti e dunque meno permeabili e dove esistono livelli di calcari meno permeabili. La falda idrica profonda, grazie alla sua permeabilità, defluisce con basse cadenti freatiche e permette al mare di trasmettere alla falda le sue oscillazioni periodiche e aperiodiche. La presenza dell acqua di mare d invasione continentale in tutta la fascia costiera pugliese ed anche nelle zone più interne della Penisola salentina, determina complessi problemi d utilizzazione delle risorse idriche sotterranee. Infatti, al contatto tra acqua dolce e marina si localizza una zona di diffusione 6

7 caratterizzata da salinità crescente con la profondità, il livello di tali zone può subire oscillazioni nel tempo che determinano un assottigliamento della colonna d acqua dolce, ciò evidenzia l importanza di una razionale utilizzazione delle risorse idriche sotterranee. L alimentazione della falda idrica, nella Puglia centro-meridionale è affidata esclusivamente alle precipitazioni, mentre nella zona settentrionale è dovuta, anche all apporto dell idrografia superficiale. Il discontinuo grado di fatturazione delle masse calcaree ha determinato la presenza di rocce praticamente impermeabili a fianco di rocce molto permeabili e carsificabili, in tal modo si è avuta la formazione di falde secondarie con conseguente frazionamento delle acque della falda profonda e l esistenza di falde superficiali, alimentate principalmente dalla falda profonda tramite condotti carsici e fratturazioni. Il deflusso a mare della falda profonda e così anche di quelle superficiali, avviene principalmente in direzione normale alla costa. Fig 4 : principali direttrici di flusso della falda nella terra di Bari e nel Salento (da Cotecchia, 1967) Per quel che riguarda la circolazione idrica, va evidenziato che coesistono sia la forma diffusa sia quella concentrata con riferimento alle osservazioni precedenti. La circolazione concentrata è favorita dall esistenza di grandi vie di scorrimento preferenziali d origine tettonica. Di conseguenza la discarica a mare avviene con modalità diverse e si manifesta lungo la costa sia diffusamente che grazie ad emergenze localizzate. Quest ultima situazione determina, lungo la costa adriatica, una discarica a mare delle acque di falda piuttosto variabile e le manifestazioni superficiali di questo fenomeno rendono la costa sede di ambienti dalle peculiari caratteristiche. Infatti, partendo dalla costa salentina si rinvengono una serie di laghi, stagni e polle di acqua (ambienti umidi), frutto dell emergenza in superficie della detta falda idrica, basti pensare ai Laghi Alimini e ai vari piccoli laghetti qui presenti (Sorgenti Idume) Situazione analoga si verifica lungo la costa della Puglia centrale, dove sono particolarmente abbondanti le sorgenti litoranee in buona parte subacquee e solo in alcuni casi si determinano emergenze superficiali come quelle precedentemente descritte. A questo proposito vanno ricordate le Saline di Brindisi e i piccoli laghi d acqua perenni presenti a Nord di Brindisi (Torrecanne-Fiume Morello). Nella Puglia settentrionale si riconosce la massima espressione del fenomeno in corrispondenza delle Saline di Margherita di Savoia e dei laghi di Lesina e Varano. 7

8 VULNERABILITA DEGLI AMBIENTI UMIDI COSTIERI IN RELAZIONE ALLE LORO CARATTERISTICHE GEOLOGICHE E IDROGEOLOGICHE Lungo la fascia adriatica pugliese si localizzano dunque e vi si alternano dal promontorio del Gargano al Salento pregevoli ambienti umidi costieri, risultato dell interazione complessa di vari fattori quali la geologia, la morfologia e il clima, che caratterizzano l area. L alimentazione idrica di tale sistema territoriale è assicurata principalmente dalle acque di falda ed in subordine dalle acque di ruscellamento superficiale dalle parti più interne del territorio verso mare. Tutto ciò rende tali ambienti particolarmente vulnerabili e a rischio di inquinamento dal momento che qui si sintetizzano problematiche d origine diversa legate alle acque sotterranee ed alle acque di ruscellamento. Per quanto attiene le acque sotterranee sono da considerare in particolare: a) Le immissioni dirette ed indirette di inquinanti di origine civile, agricola e industriale con conseguente inquinamento delle sorgenti e degli ambienti umidi costieri. b) Gli eccessivi prelievi di acque sotterranee con conseguente alterazione degli equilibri idrogeologici tra acque dolci ed acque salate di origine marina e salsificazione delle sorgenti e degli habitat costieri. Per le acque di ruscellamento superficiale sono da considerare in particolare gli inquinanti rilasciati sul suolo e trasportati verso gli ambienti umidi, la cui natura è in relazione all uso produttivo del suolo. In linea generale si tratta di: Inquinanti d origine agricola, come pesticidi, fertilizzanti e nutrienti; Inquinanti di natura complessa trasportati attraverso i sistemi di strutture e infrastrutture, che insistono in modo specifico nella zona. Dalle osservazioni precedenti si può notare come il sistema costiero risulti complesso e come siano altrettanto complesse le problematiche ad esso associate, quindi, la salvaguardia degli ambienti umidi costieri richiede una visione ampia, integrata e multidisciplinare negli approcci di programmazione e nelle scelte di gestione. 8

9 FLORA E VEGETAZIONE DELLE AREE UMIDE PUGLIESI La situazione della flora nelle zone umide pugliesi, come ormai su tutto il territorio italiano, è andata progressivamente peggiorando in questi ultimi anni per varie cause che sono state indicate dai botanici in varie circostanze. La Puglia è in particolare un area geografica che possiede una flora ricca, in virtù delle circa 2200 specie spontanee. Contribuiscono a questa ricchezza le zone umide, che arricchiscono la varietà ambientale e favoriscono la biodiversità. In questo contesto, accanto a specie più o meno igrofile comuni, cioè ampiamente diffuse su tutto il territorio, si aggiungono specie esclusive di territori molto limitati (endemiche) che danno un impronta particolare al contesto ambientale in cui sono insediate. Altre specie acquistano un significato particolare per la loro rarità dovuta a cause intrinseche, cioè a cause di tipo naturale. La loro rarità può in questo caso essere dovuta alla scarsa diffusione in ambito locale del loro habitat caratteristico o per il fatto di essere specie al limite del loro areale distributivo. Comunque è incontestabile che accanto a specie che sono state sempre rare per diversi motivi di ordine naturale vi sono specie che un tempo erano certamente più diffuse e sono diventate rare per alterazione e distruzione del loro habitat a seguito di interventi di natura antropica. In effetti gran parte della flora e della vegetazione delle aree umide pugliesi è rappresentata da specie e associazioni vegetali del tutto particolari che oggi costituiscono le ultime testimonianze di aree umide ben più vaste che sono sopravvissute a reiterati tentativi di bonifica. Le zone umide svolgono, pertanto, una importante e insostituibile funzione di aree di rifugio di specie e di associazioni vegetali che altrimenti non troverebbero altrove l habitat idoneo per la loro sopravvivenza. Fra le specie presenti nelle zone umide pugliesi del litorale adriatico è stata rilevata la presenza di elementi floristici inclusi nella Lista Rossa Nazionale (Conti, Manzi e Pedrotti, 1992) e nella Lista Rossa Regionale delle specie vegetali a vario titolo minacciate di estinzione (Conti Manzi e Pedrotti, 1992 e 1997). LISTA ROSSA NAZIONALE Di tutte le specie riportate viene indicato lo status in base alle nuove categorie I.U.C.N. (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura). EW sta per estinto in natura ; CR per gravemente minacciato ; EN per minacciato ; VU per vulnerabile ; LR per specie a minor rischio ; DD per dati insufficienti ; NE per non valutato. Althenia filiformis Petit (fam. Zannichelliaceae) nota per le Saline di Margherita di Savoia. Status : CR Cistus clusii Dunal (fam. Cistaceae). E noto in Puglia solo per la duna di Lesina. Status: CR Cressa cretica L. (fam. Convolvulaceae). E stata rinvenuta recentemente nelle Saline di Brindisi. Status: NV Limonium avei (De Not.) Brullo et Erben (fam. Plumbaginaceae). E segnalato alle Saline di Margherita di Savoia (ex Lago Salpi). Status: CR Marsilea strigosa Willd. (fam. Marsileaceae), nota per i Laghi Alimini. Status: CR Orchis palustris Jacq. (fam. Orchidaceae). E indicata per Lesina, Torre Guaceto, Rauccio, Le Cesine, i Laghi Alimini. STATUS: EN 9

10 LISTA ROSSA REGIONALE Epipactis palustris (L.) Crantz. (fam. Orchidaceae). E nota in Puglia una sola stazione a Lesina. Status: CR Isoetes hystrix Bory (fam Isoetaceae). Si rinviene a Rauccio e alla Palude di Cassano. Status: LR Linum maritimum L. (fam. Linaceae). Si rinviene a Lesina e a Rauccio. Status: EN Quercus robur L. (fam. Fagaceae). E segnalata a Torre fantine. Status: EN Utricularia vulgaris L. (fam. Lentibulariaceae). E presente unicamente ai Laghi Alimini. Status: EN Vitex agnus castus L. (fam. Verbenaceae). Si rinviene ai Laghi Alimini. Status: VU HABITAT PRIORITARI DELLA DIRETTIVA 92/43/CEE La direttiva 92/43/CEE, più comunemente nota come Direttiva Habitat indica in allegato una serie di habitat considerati dalla U.E. meritevoli di conservazione al fine di tutelare la biodiversità nell ambito del territorio comunitario. Com è noto si tratta di habitat suddivisi in due categorie: habitat prioritari ( a maggior rischio di scomparsa poiché scarsamente diffusi, fragili e ubicati generalmente in aree soggette a maggior impatto antropico) e habitat di interesse comunitario (meno rari dei precedenti e generalmente meno fragili, ma ugualmente rappresentativi della biodiversità del territorio comunitario). Un recente censimento ha evidenziato la presenza in Puglia di 43 habitat della Direttiva 92/43, 13 dei quali risultano prioritari e 30 di interesse comunitario. Per quanto riguarda le zone umide presenti lungo il litorale adriatico pugliese è stata riscontrata la presenza di 17 habitat della direttiva 92/43/CEE, quattro dei quali sono prioritari: *Lagune costiere Scogliere delle coste mediterranee con Limonium spp. endemico Pascoli inondati mediterranei * Steppe salate mediterranee Praterie umide mediterranee con piante erbacee alte del Molinio-Holoschoenion * Paludi calcaree con Cladium mariscus Dune mobili embrionali Dune mobili con presenza di Ammophila arenaria ( dune bianche ) Dune fisse del litorale del Crucianellion maritimae Dune costiere con Juniperus spp. Dune con foreste di Pinus pinea e/o Pinus pinaster * Stagni temporanei mediterranei Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion Fiumi mediterranei a flusso permanente con filari riparii di Salix e Populus alba Fiumi mediterranei a flusso intermittente 10

11 FAUNA DELLE ZONE UMIDE DI PUGLIA Le zone umide costiere adriatiche di Puglia sono un sistema di grande importanza per la conservazione delle specie faunistiche delle zone umide del bacino del Mediterraneo, ed in particolare per l avifauna. Tale sistema formato da circa 25 zone umide (Tab. 4), con un estensione stimata in circa ha, assume un ruolo rilevante come area di sosta, svernamento e riproduzione lungo le rotte migratorie dell avifauna che attraversa il bacino del Mediterraneo. La sua importanza oltre che dalla estensione e varietà di habitat è dovuta alla posizione geografica centrale e di ponte tra oriente ed occidente nel bacino del Mediterraneo. Come appare dai dati della Tab. 2 il numero di specie di Vertebrati di rilevante valore conservazionistico è numeroso, sono, infatti, censite complessivamente circa 49 specie d interesse nazionale o comunitario (per gli uccelli quando non specificato s intende solo i nidificanti). In particolare le specie d interesse comunitario, inserite nelle direttive di riferimento 79/409 e 92/43, sono ben 31. Il valore di tale popolamento a livello nazionale è espresso dalla Fig. 2 che mette a confronto le specie presenti in Italia e Puglia. Da tale confronto appare come il sistema pugliese ospiti in percentuale circa, 75% di Pesci, 67%, 100% di, 87% di Uccelli e 100% di, sul totale delle specie presenti lungo le coste Adriatiche d Italia. La ripartizione per siti delle specie nidificanti di interesse Comunitario (Tab. 3 e Fig. 1) evidenzia la concentrazione in alcuni siti ed aree geografiche. L area geografica di maggiore importanza è quella delle zone umide della provincia di Foggia. Questa area ospita la maggiore ricchezza sia come specie migratrici e svernanti che nidificanti, gli indicatori della ricchezza in specie evidenziano la rilevanza internazionale di diverse aree. Nella Laguna di Lesina si segnala la riproduzione di 10 specie d interesse comunitario, 17 nell area Daunia Risi-Frattarolo, 4 a Valle San Floriano e 10 specie nelle Saline di Margherita di Savoia. Lungo il resto della costa pugliese sono presenti aree più piccole, importanti soprattutto come luoghi di sosta per i migratori. Lungo la costa meridionale di Puglia particolare rilevanza assume la zona umida di Punta della Contessa per la nidificazione di 4 specie d interesse Comunitario e la qualità e consistenza nella sosta dei contingenti migratori. Un dato significativo ai fini della conservazione e gestione di questo patrimonio faunistico è il dato relativo alla distribuzione puntiforme di molte specie, infatti ben 12 specie risultano nidificanti in una sola delle circa 25 zone umide presenti (Tab. 3; Fig. 3). Lo stato della protezione e gestione Lo stato della conservazione del sistema delle zone umide pugliesi (Tab. 4; Fig. 4), evidenzia come 13 delle zone umide siano istituite con almeno una delle forme di protezione considerate (spesso sono sovrapposte più forme di tutela), 7 sono individuate come S.I.C. e/o dalle Legge Regionale 19/97 e quindi formalmente individuate ma non istituite, 5 zone non hanno nessuna forma di protezione, anzi due di esse sono gestite come Aziende Faunistico Venatorie. Al di là delle forme di protezione istituite, va rilevato come, ad una analisi della conservazione e della gestione effettivamente svolte, si constata uno stato non ottimale nella conservazione delle zone umide. Infatti in nessuna delle zone umide esiste un piano di gestione naturalistico, inoltre l analisi delle forme di alterazione e minaccia presenti nelle zone umide evidenzia come esse siano sottoposte a diverse e significative forme di alterazione (Tab. 4-5; Fig. 5-6). 11

12 I fattori negativi che maggiormente agiscono, sono il bracconaggio, tutte le attività legate alla modificazione e trasformazione degli habitat (riduzione delle portate, aumento della salinità, costruzioni, messa a coltura, ecc.), il disturbo, ecc. La pressione di tali fattori negativi e maggiore come varietà e intensità degli stessi, nelle zone umide di maggiore estensione, Laguna di Lesina e Varano, Frattarolo-Daunia Risi, Saline di Margherita di Savoia. Ci sono poi situazioni particolari come quella di Punta della Contessa che subisce notevolissime pressioni ed alterazioni per la sua posizione attigua, alla zona industriale di Brindisi ed alla centrale ENEL di Cerano. Altro elemento che evidenzia la necessita di definire un effettivo piano organico ed integrato nella gestione delle aree è espresso nella Fig. 7 dove si è cercato di definire, con una scala compresa tra 0 e 100%, il grado di artificialità delle zone umide pugliesi. Cioè la loro naturalità, la loro indipendenza dalle attività antropiche e quindi l intrinseca capacità di sopravvivenza e resilienza. Ad una prima analisi è emerso come ben 21 aree su 25 presentino un grado di artificialità superiore al 50%. Questo pone grossi problemi nella gestione delle aree, in quanto esse evidentemente dipendono per la loro esistenza più dalle azioni dell uomo che dalle dinamiche naturali. Alcune delle aree di maggiore importanza come Saline di Margherita di Savoia, Daunia Risi, Frattarolo, ecc. sono ad esempio artificiali al 100% in quanto dovute ad opere dell uomo, pertanto l assenza di gestione determinerebbe in breve la loro scomparsa. 12

13 13 Localizzazione delle specie di vertebrati d importanza comunitaria nelle zone umide costiere adriatiche di Puglia* Legenda: SI= presente o nidificante; E= estinto;?= dubbio SPECIE PESCI Foce Saccione Foce Fortore Laguna di Lesina Laguna di Varano Palude Sfinale Frattarolo Daunia Risi Terra Apuliae Valle San Floriano Saline Margherita di Savoia Ghiozzetto di laguna SI SI Nono SI SI RETTILI Testuggine palustre Tartaruga marina SI SI?? UCCELLI Tarabuso*? SI? Tarabusino SI SI SI SI SI Nitticora SI Sgarza ciuffetto SI Garzetta SI

14 14 SPECIE Foce Saccione Foce Fortore Laguna di Lesina Laguna di Varano Palude Sfinale Frattarolo Daunia Risi Terra Apulliae Valle San Floriano Airone rosso SI SI SI Saline Margherita di Savoia Cicogna bianca? Mignattaio SI Fenicottero SI Moretta tabaccata? SI? Falco di palude?? Voltolino SI SI SI Pollo sultano* E Cavalliere d Italia SI SI SI Avocetta SI Occhione? SI SI Pernice di mare SI SI Gabbiano corallino Gabbiano roseo SI SI Sterna zampenere SI

15 15 SPECIE Foce Saccione Foce Fortore Laguna di Lesina Laguna di Varano Palude Sfinale Frattarolo Daunia Risi Terra Apulliae Valle San Floriano Saline Margherita di Savoia Beccapesci SI Sterna comune SI Fraticello SI SI Martin pescatore? SI SI SI Forapaglie castagnolo MAMMIFERI? SI SI Lontra E E *(Uccelli solo i nidificanti)

16 16 SPECIE PESCI Ghiozzetto di laguna Nono RETTILI Testuggine palustre Tartaruga marina Foce Ofanto Ariscianne Torre Canne- Lido Morelli Pantanag anni Pantani d Torre Santa Sabina Torre Guaceto Canale Giancola Punta della Contessa Lido Presepe Idume Rauccio Frigole Torre Veneri Le Cesine Li Tamar Laghi Alimini SI SI SI SI SI UCCELLI Tarabuso* Tarabusino SI SI SI Nitticora Sgarza ciuffetto Garzetta Airone rosso Cicogna bianca Mignattaio Fenicottero Moretta tabaccata Falco di palude

17 17 SPECIE Foce Ofanto Ariscianne Torre Canne- Lido Morelli Pantanag anni Pantani d Torre Santa Sabina Torre Guaceto Canale Giancola Punta della Contessa Lido Presepe Idume Rauccio Frigole Torre Veneri Voltolino Pollo sultano* Cavalliere SI d Italia Avocetta Occhione SI Pernice di SI SI mare Gabbiano corallino Gabbiano roseo Sterna zampenere Beccapesci Sterna comune Le Cesine Li Tamar Laghi Alimini Fraticello? Martin?? pescatore Forapaglie SI? castagnolo MAMMIF ERI Lontra

18 SISTEMA DELLE ZONE UMIDE COSTIERE DELL ADRIATICO SETTENTRIONALE ACQUITRINI DI RAMITELLI- TORRE FANTINE LAGO DI LESINA LAGO DI VARANO PALUDE DI SFINALE IDROGEOLOGIA DELLA PUGLIA SETTENTRIONALE-GARGANO L area garganica si presenta disomogenea per quel che riguarda la geologia, si determina, di conseguenza, una variabilità idrogeologica. Possiamo distinguere due aree: la parte occidentale, in cui affiorano i calcari del Cretaceo., confrontabili con quelli delle Murge; la parte centro-orientale, in cui affiorano calcari a grana fine con selce (facies di bacino). Quest ultima corrisponde alle aree d affioramento di calcari bianchi selciferi scarsamente permeabili, dove la circolazione idrica si esplica esclusivamente attraverso le fratture tettoniche e i condotti carsici. La permeabilità aumenta là dove gli effetti della dolomitizzazione sono maggiori, ciò è confermato dal fatto che le sorgenti costiere sono raggruppate lungo delimitati e ben definiti tratti di costa. Per quel che riguarda la contaminazione salina, risulta piuttosto elevata, soprattutto in corrispondenza delle principali sorgenti costiere, poiché sono collegate a canalizzazioni carsiche presenti soprattutto in corrispondenza dei livelli dolomitizzati dell inità calcareo-selcifera. La zona occidentale presenta caratteristiche analoghe a quelle delle Murge, poiché è caratterizzata dagli stessi calcari e dal medesimo stile tettonico (Maggiore, 1991). Il deflusso idrico avviene, essenzialmente perpendicolarmente alla costa e le acque di falda fuoriescono attraverso scaturigini localizzate, ma d entità considerevole, come lungo le sponde del Lago Lesina e Varano, con abbondanti portate. La restante parte della Puglia settentrionale, il Tavoliere, ha caratteristiche completamente diverse, poiché l ambiente di deposizione dei terreni che vi trovano collocazione è rappresentato dalla parte settentrionale della Fossa Bradanica. Qui s individuano: La formazione delle Argille Subappenniniche (Pleistocene Inferiore.) su cui giacciono depositi alluvionali recenti e attuali della valle dell Ofanto. L idrogeologia dell area si accorda con il resto della Puglia, per quel che riguarda la circolazione idrica della falda profonda, presente nei calcari cretacei posti sotto le argille, che la separano dalle falde superficiali. Le falde idriche superficiali circolano al di sopra delle argille che ne rappresentano il substrato impermeabile ed è alimentata principalmente dalle acque meteoriche, anche se notevoli sono gli apporti dal mare, una manifastazione della circolazione della falda idrica superficiale dell area sono le saline di Margherita di Savoia. L area delle saline è caratterizzata da un altimetria piuttosto bassa e una morfologia subpianeggiante, elementi che hanno favorito il loro sviluppo. L origine è legata alla formazione (Quaternario) di una vasta laguna, con fondali molto bassi, separata dal mare da un esteso cordone dunare. Essa rappresenta l emergenza costiera della stessa falda superficiale, che le alimenta e che in corrispondenza della costa si raccorda con la falda profonda. Dalla figura 12 si può notare come gli emungimenti di acque sotterranee hanno determinato l abbassamento del livello piezometrico della falda già a poche centinaia di metri dalla costa, ciò implica un apporto sostanziale di acqua dal mare, che rende piuttosto elevata la salinità delle acque sotterranee. 18

19 RAMITELLI-ACQUITRINI DI TORRE FANTINE BREVE DESCRIZIONE BIOLOGICA Zona umida costiera retrodunale separata dal mare da una serie ditre linee di dune recenti e di dune antiche consolidate. Rappresenta la parte residua di un area naturale in passato ben più vasta. Le dune recenti sono caratterizzate da una vegetazione erbacea con prevalenza di Ammophila littoralis che identifica l habitat di interesse comunitario dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila (dune bianche), mentre più internamente, su quelle più consolidate, è presente una vegetazione arbustiva a Juniperus oxycedrus subsp. macrocarpa. Sulle dune più antiche si è sviluppata una rigogliosa vegetazione di lecceta arricchita da elementi caducifogli mesofili, inquadrabile nella associazione Orno- Quercetum ilicis, che nelle depressioni interdunali trapassa gradualmente in formazioni di bosco igrofilo periodicamente allagato con prevalenza di Fraxinus oxycarpa, Populus alba, Ulmus minor. Il bosco ripariale si inquadra nella associazione Carici-Fraxinetum angustifoliae Pedrotti e Cortini Pedrotti Nelle aree aperte della lecceta sono presenti pratelli con vegetazione a terofite inquadrabile nella classe fitosociologica Thero-Brachypodietea. TIPO DI PROTEZIONE: proposto S.I.C., L.R. 19/97 ASPETTI FLORISTICI E VEGETAZIONALI HABITAT DI INTERESSE COMUNITARIO DELLA DIRETTIVA 92/43/CEE Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila (dune bianche) HABITAT AGGIUNTIVI DEL PROGETTO BIOITALY Vegetazione ripariale con Fraxinus oxycarpa SPECIE VEGETALI DELLA LISTA ROSSA NAZIONALE Orchis palustris Jacq. SPECIE VEGETALI DELLA LISTA ROSSA REGIONALE Quercus robur L. Vitex agnus-castus L SPECIE VEGETALI RARE Halimium halimifolium (L.) Willk. SPECIE VEGETALI ENDEMICHE Helianthemum jonium Lacaita HABITAT DI INTERESSE COMUNITARIO DELLA DIRETTIVA 92/43/CEE Dune con vegetazione di sclerofille Dune mobili del cordone litorale con presenza di ammophila arenaria (dune bianche) Vegetazione annua delle linee di deposito marine 19

20 ASPETTI FAUNISTICI SPECIE ANIMALI DI INTERESSE COMUNITARIO DELLA DIRETTIVA 79/409 E 92/43/CEE Lo status di presenza viene definito attraverso: : CE: certa; PR: probabile; DF: difficile; ES: estinta; B: nidificante;?: dubbio, incertezza Tritone italico (Triturus italicus): DF Tritone crestato (Tritutus (cristatu) carnifex): DF Testuggine d'acqua (Emys orbicularis): CE Tartaruga comune(testudo hermanni): ES? Cervone (Elaphe quatuorlineata): CE Tarabusino (Ixobrychus minutus): B Gheppio (Falco tinnunculus): B Barbagianni (Tyto alba): B Succiacapre (Caprimulgus europaeus): B; ES? Martin pescatore (Alcedo atthis): B? SPECIE ANIMALI DELLA LISTA ROSSA NAZIONALE Raganella italiana (Hyla intermedia): PR Quaglia (Coturnix coturnix): B Porciglione (Rallus aquaticus): B Fratino (Charadrius alexandrinus): B 20

21 LAGO DI LESINA BREVE DESCRIZIONE BIOLOGICA Laguna salmastra di ettari, con acque non più profonde di metri 1.5, separata dal mare da una duna lunga 6-7 Km (bosco isola) di elevato pregio ambientale, con vegetazione a sclerofille con tratti di dune con ginepri e lembi di vegetazione di pineta su sabbia. La vegetazione sommersa è di tipo lagunare con Ruppia maritima e Potamogeton pectinatus. TIPO DI PROTEZIONE: Riserva statale (parte orientale), Z.P.S., proposto S.I.C., Parco Nazionale del Gargano ASPETTI FLORISTICI E VEGETAZIONALI HABITAT PRIORITARI DELLA DIRETTIVA 92/43/CEE Dune costiere con ginepri Foreste dunari di Pinus pinea e/o Pinus pinaster Lagune Steppe salate HABITAT DI INTERESSE COMUNITARIO DELLA DIRETTIVA 92/43/CEE Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi) Dune con vegetazione di sclerofille Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria (dune bianche) Vegetazione annua delle linee di deposito marine Dune embrionali SPECIE VEGETALI DELLA LISTA ROSSA NAZIONALE Cistus clusii Dunal Orchis palustris Jacq. Kosteletzkya pentacarpos Bassia hirsuta (L.) Koch SPECIE VEGETALI DELLA LISTA ROSSA REGIONALE Linum maritimum L. SPECIE VEGETALI RARE Erica multiflora L. Ophrys archipelagi Golz & Reinhard SPECIE VEGETALI ENDEMICHE Helianthemum jonium Lac. 21

22 ASPETTI FAUNISTICI SPECIE ANIMALI DI INTERESSE COMUNITARIO DELLA DIRETTIVA 79/409 E 92/43/CEE Lo status di presenza viene definito attraverso: : CE: certa; PR: probabile; DF: difficile; ES: estinta; B: nidificante;?: dubbio, incertezza Pesci Ghiozzetto di laguna (Knipowitschia panizzai): CE Nono (Aphanius fasciatus): CE Spinarello (Gasterosteus aculeatus): CE Tritone italico (Triturus italicus): DF Tritone crestato (Tritutus (cristatu) carnifex): DF Tartaruga marina comune (Caretta caretta) PR Testuggine d'acqua (Emys orbicularis): CE Tartaruga comune(testudo hermanni): CE Cervone (Elaphe quatuorlineata): CE Tarabusino (Ixobrychus minutus): B Tarabuso (Botarus stellaris): PR Airone rosso (Ardea purpurea): PR Moretta tabaccata (Aythya nycora): B? Gheppio (Falco tinnunculus): B Cavaliere d'italia (Himantopus himantopus): B Occhione (Burhinus oedicnemus): B? Fraticello (Sterna albifrons): B Barbagianni (Tyto alba): B Succiacapre (Caprimulgus europaeus): B Martin pescatore (Alcedo atthis): B? Calandra (Melanocorypha calandra): B? Forapaglie castagnolo (Acrocephalus melanopogon): B? Avocetta (Recurvirostra avosetta): B? SPECIE ANIMALI DELLA LISTA ROSSA NAZIONALE Raganella italiana (Hyla intermedia): CE 22

23 Marzaiola (Anas querquedula): B? Quaglia (Coturnix coturnix): B Porciglione (Rallus aquaticus): B Fratino (Charadrius alexandrinus): B Assiolo (Otus scops): B? Gufo comune (Asio otus):b? Rondone pallido (Apus pallidus): B? 23

24 LAGO DI VARANO BREVE DESCRIZIONE BIOLOGICA Laguna salmastra di ettari, con acque profonde fino a 5 m e meno salmastra per il maggior apporto di acque dolci provenienti da diverse sorgenti. Tutto l ambiente circostante, ad eccezione della duna, è fortemente compromesso dall'utilizzo agricolo e da interventi edificatori, tranne alcune limitate aree a rimboschimento. La duna ospita una interessante vegetazione di ginepri arborescenti e una pineta su sabbia di origine non autoctona. Lungo le sponde esistono in loc. Muschiaturo lembi di vegetazione di steppa salata con Arthrocnemum glaucum. TIPO DI PROTEZIONE: Riserva statale (parte orientale), proposto S.I.C., Parco Nazionale del Gargano ASPETTI FLORISTICI E VEGETAZIONALI HABITAT PRIORITARI DELLA DIRETTIVA 92/43/CEE Lagune Dune costiere con ginepri Foreste dunari di Pinus pinea e/o Pinus pinaster HABITAT DI INTERESSE COMUNITARIO DELLA DIRETTIVA 92/43/CEE Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria ( dune bianche ) Dune embrionali SPECIE VEGETALI DELLA LISTA ROSSA NAZIONALE Bassia hirsuta (L.) Koch SPECIE VEGETALI RARE Erica multiflora L. 24

25 ASPETTI FAUNISTICI SPECIE ANIMALI DI INTERESSE COMUNITARIO DELLA DIRETTIVA 79/409 E 92/43/CEE Lo status di presenza viene definito attraverso: : CE: certa; PR: probabile; DF: difficile; ES: estinta; B: nidificante;?: dubbio, incertezza Pesci Ghiozzetto di laguna (Knipowitschia panizzai): CE Nono (Aphanius fasciatus): CE Spinarello (Gasterosteus aculeatus): CE Tritone italico (Triturus italicus): DF; Tritone crestato (Tritutus (cristatu) carnifex): DF Testuggine d'acqua (Emys orbicularis): DF; ES? Tartaruga comune(testudo hermanni): DF Cervone (Elaphe quatuorlineata): CE Tartaruga marina comune (Caretta caretta): DF Tarabusino (Ixobrychus minutus): B Gheppio (Falco tinnunculus): B Fraticello (Sterna albifrons): B Barbagianni (Tyto alba): B Succiacapre (Caprimulgus europaeus): B? SPECIE ANIMALI DELLA LISTA ROSSA NAZIONALE Raganella italiana (Hyla intermedia): DF; Porciglione (Rallus aquaticus): B Fratino (Charadrius alexandrinus): B Assiolo (Otus scops): B? Gufo comune (Asio otus):b Piro piro piccolo (Actitis hypoleucos): B 25

26 PALUDE DI SFINALE COMUNI: PESCHICI BREVE DESCRIZIONE BIOLOGICA Depressione umida costiera a carattere stagionale che risente della vicinanza col mare e presenta pertanto una vegetazione alo-igrofila rappresentata principalmente da vaste distese di giuncheti e limitate aree di salicornieto. I lembi di salicornieto costituiscono l aspetto più pregevole dal punto di vista vegetazionale. Tale area palustre presenta limitata estensione e risulta collocata in un contesto ambientale a forte impatto turistico. La tendenza edificatrice aggredisce i margini dell area paludosa già fortemente intaccati dalla aratura e messa a coltura di cospicue superfici. L area, allo stato attuale, viene utilizzata solo per scopi agricoli e non vi sono altre forme di gestione. Specifici interventi dovrebbero tendere, innanzi tutto, alla acquisizione pubblica dell area per poter programmare i dovuti interventi di rinaturalizzazione e ripristino ambientale. TIPO DI PROTEZIONE: proposto S.I.C., Parco Nazionale del Gargano ASPETTI FLORISTICI E VEGETAZIONALI HABITAT PRIORITARI DELLA DIRETTIVA 92/43/CEE Steppe salate mediterranee HABITAT DI INTERESSE COMUNITARIO DELLA DIRETTIVA 92/43/CEE Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi) ASPETTI FAUNISTICI SPECIE ANIMALI DI INTERESSE COMUNITARIO DELLA DIRETTIVA 79/409 E 92/43/CEE Lo status di presenza viene definito attraverso: : CE: certa; PR: probabile; DF: difficile; ES: estinta; B: nidificante;?: dubbio, incertezza Testuggine d'acqua (Emys orbicularis): CE Tartaruga comune(testudo hermanni): PR Cervone (Elaphe quatuorlineata): CE SPECIE ANIMALI DELLA LISTA ROSSA NAZIONALE Raganella italiana (Hyla intermedia): DF; ES? 26

27 Quaglia (Coturnix coturnix): B? Porciglione (Rallus aquaticus): B? Fratino (Charadrius alexandrinus): B? Assiolo (Otus scops): B? Gufo comune (Asio otus):b 27

28 SISTEMA DELLE ZONE UMIDE COSTIERE DELL ADRIATICO CENTRALE PALUDE DI FRATTAROLO DAUNIA RISI TERRA APULIAE o VALLE CARAPELLE VALLE S. FLORIANO SALINE DI MARGHERITA DI SAVOIA FOCE OFANTO PALUDE ARISCIANNE BOCCADORO IDROGEOLOGIA DELLE MURGE L idrogeologia delle Murge si presenta con aspetti peculiari e complessi rispetto alle altre aree della Puglia (Gargano e Penisola Salentina). Le Murge stesse al suo interno mostrano una notevole variabilità, infatti, l alimentazione, il deflusso idrico e la discarica a mare si esplicano con modalità differenti da una zona all altra. Nel complesso la falda profonda circola sia a pelo libero che in pressione, quando sotto il livello marino, è limitata, superiormente, da orizzonti di calcari con basso grado di fessurazione e carsismo, tanto da renderli, praticamente impermeabili. La permeabilità dei calcari sottostanti questo livello è dovuta all intensa fatturazione tettonica e alla conseguente carsificazione, che appare molto spinta, ciò condiziona, non solo, il livello cui si rinviene la stessa, ma determina il suo frazionamento, infatti, si ha, così, la formazione di falde secondarie, che sono localizzate in livelli particolarmente permeabili e isolati dalle zone circostanti, testimonianza di ciò e la differente qualità geochimica delle acque e i diversi carichi piezometrici che si registrano da una zona all altra delle Murge. 28

29 E quasi certo che anche nelle aree più interne della Murgia, la falda profonda sia sostenuta inferiormente dal livello d acqua marina. Non è possibile, però, affermare, ovunque per le aree interne, se ed a quale profondità tale livello si rinvenga L alimentazione della falda idrica dell area murgiana è affidata prevalentemente alle precipitazioni, poiché nell area manca un idrografia superficiale vera e propria. Le precipitazioni sono, anch esse, non uniformi dalla costa all entroterra ed insieme alla presenza variabile di terreni di copertura rendono disomogenea l infiltrazione in profondità. Quindi nelle parti alte della Murgia l abbondanza di piogge e l elevato grado di carsificazione dei carbonati determinano l infiltrazione in maniera concentrata ed abbondante, rispetto alle zone a bassa quota dove si esplica diffusamente. Per quanto riguarda il drenaggio delle acque sotterranee, esso si determina, sostanzialmente, in direzione perpendicolare alla linea costiera e la discarica avviene sia in forma diffusa che concentrata e, quindi, si determina, lungo la costa, una lunga linea di emergenze sorgentizie, che si manifestano, principalmente, sotto il livello marino, ed in alcuni casi in superficie. Le aree umide della costa adriatica tra Fasano e Ostuni (Torrecanne-Fiume Morello) sono manifestazione delle emergenze idriche della falda in corrispondenza di strutture tettoniche presenti nell area. Ad esempio dalla figura precedente si può osservare come la faglia in corrispondenza del mare, sia responsabile della discarica delle acque sotterranee e della formazione delle sorgenti subacquee e superficiali dell area in esame (Maggiore et alii, 1999). 29

30 PALUDE DI FRATTAROLO BREVE DESCRIZIONE DEL SITO L area umida di Frattarolo misura circa 500 ettari ed è costituita da una vasta pianura allagata con estensioni di salicornia (Arthrocnemum glaucum), che rappresenta un habitat prioritario inquadrabile nelle tipologie delle steppe salate, canneti, giuncheti e formazioni arboree con tamerici. L area si è originata sull sistema delle casse d espansione costruite alla foce del torrente Candelaro, con scopi di bonifica. Rappresenta un unico eccezionale ambiente con l attigua zona della Daunia Risi, ospitando ambienti diversi e complementari, utilizzati principalmente a scopo trofico dalle specie nidificanti nella Daunia Risi, per questo motivo la fauna delle due aree viene trattata insieme. Dal punto di vista faunistico ospita significativi contingenti migratori appartenenti a vari gruppi, limicoli, ardeidi, anatidi, specie del genere Circus spp. Di recente è stata anche segnalato l eccezionale svernamento della più rara e minacciata specie di uccello dell'intero paleartico il Chiurlottello (Numenius tenuirostris). Si osservano con relativa frequenza specie ormai poco comuni come la spatola e il mignattaio. Nidificano varie specie, tra cui: il Cavaliere d Italia, il fratino, il Mestolone, è segnalata inoltre la nidificazione della Pavoncella, della Pernice di mare. TIPO DI PROTEZIONE: Riserva statale, proposto S.I.C., Parco Nazionale del Gargano ASPETTI FLORISTICI E VEGETAZIONALI HABITAT PRIORITARI DELLA DIRETTIVA 92/43/CEE Steppe salate mediterranee Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi) ASPETTI FAUNISTICI Vedasi il sito di Daunia-Risi 30

31 DAUNIA RISI BREVE DESCRIZIONE DEL SITO Superficie di circa ettari con 500 ettari rappresentati da valle d acqua dolce, con canneti e chiari; 150 ettari di risaia; ettari di campi coltivati. L importanza del sito è preminentemente di tipo faunistico, quale sito di svernamento di alcune migliaia di anitre di superficie, tuffatrici e folaghe. L area rappresenta la più importante area di nidificazione del centro-sud per le specie di Ardeidi e Anatidi. E infatti segnalate, la nidificazione tra gli Ardeidi di: Tarabuso, Airone rosso, Sgarza ciuffetto, Mignattaio, Garzetta Nitticora, Tarabusino: e tra gli Anatidi: Alzavola, Marzaiola, Mestolone, Svasso maggiore, Moriglione, Moretta tabaccata, Moretta e forse la Canapiglia, per citare solo alcune tra le più importanti. TIPO DI PROTEZIONE: proposto S.I.C., Parco Nazionale del Gargano ASPETTI FAUNISTICI (insieme palude di Frattarolo-Daunia Risi SPECIE ANIMALI DI INTERESSE COMUNITARIO DELLA DIRETTIVA 79/409 E 92/43/CEE Lo status di presenza viene definito attraverso: : CE: certa; PR: probabile; DF: difficile; ES: estinta; B: nidificante;?: dubbio, incertezza Tritone italico (Triturus italicus): DF; ES? Tritone crestato (Tritutus (cristatu) carnifex): PR Testuggine d'acqua (Emys orbicularis): CE Cervone (Elaphe quatuorlineata): CE Tarabusino (Ixobrychus minutus): B Tarabuso (Botarus stellaris): PR Nitticora (Nycticorax nycticorax): CE Sgarza ciuffetto (Ardeola ralloides): CE Garzetta (Egretta garzetta): CE Airone rosso (Ardea purpurea): CE Mignattaio (Plegadis falcinellus): CE Voltolino (Porzana porzana): CE Moretta tabaccata (Aythya nycora): B Gheppio (Falco tinnunculus): B Cavaliere d'italia (Himantopus himantopus): B Occhione (Burhinus oedicnemus): B Pernice di mare (Glareola pratincola): B; ES? Fraticello (Sterna albifrons): B; ES? Barbagianni (Tyto alba): B Succiacapre (Caprimulgus europaeus): B? Martin pescatore (Alcedo atthis): B? Calandra (Melanocorypha calandra): B Forapaglie castagnolo (Acrocephalus melanopogon): B 31

32 Pernice di mare (Glareola pratincola): B;ES? SPECIE ANIMALI DELLA LISTA ROSSA NAZIONALE Raganella italiana (Hyla intermedia): DF; Marzaiola (Anas querquedula): B; ES? Quaglia (Coturnix coturnix): B Porciglione (Rallus aquaticus): B Fratino (Charadrius alexandrinus): B Gufo comune (Asio otus):b Piro piro piccolo (Actitis hypoleucos): B 32

33 TERRA APULIAE O VALLE CARAPELLE BREVE DESCRIZIONE DEL SITO Ha una superficie di 460 ettari. E costituita da ampie vasche di acqua salmastra, adibite alla pesca, prive di vegetazione acquatica emergente. L interesse per l area è preminentemente di tipo faunistico, poiché vi svernano alcune migliaia di folaghe ed anitre (Fischioni e moriglioni). TIPO DI PROTEZIONE: Nessuna Area gestita come Azienda Faunistica Venatoria ASPETTI FAUNISTICI SPECIE ANIMALI DI INTERESSE COMUNITARIO DELLA DIRETTIVA 79/409 E 92/43/CEE Lo status di presenza viene definito attraverso: : CE: certa; PR: probabile; DF: difficile; ES: estinta; B: nidificante;?: dubbio, incertezza Testuggine d'acqua (Emys orbicularis): DF Cervone (Elaphe quatuorlineata): PR Tarabusino (Ixobrychus minutus): PR Forapaglie castagnolo (Acrocephalus melanopogon): B? Occhione (Burhinus oedicnemus): B? SPECIE ANIMALI DELLA LISTA ROSSA NAZIONALE Raganella italiana (Hyla intermedia): DF; ES? Quaglia (Coturnix coturnix): B Porciglione (Rallus aquaticus): B Fratino (Charadrius alexandrinus): B? 33

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