1 MESE IN 10 IMMAGINI
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1 1 MESE IN 1 IMMAGINI Settembre 15 Con 1 mese in 1 immagini SYZ Wealth Management presenta una panoramica mensile dell attività economica mondiale. Visto che un immagine può valere più di mille parole, ogni mese selezioniamo 1 grafici che presentano i dati più significativi dell attualità economica e finanziaria del mese precedente, corredati da un breve commento esplicativo. Il presente documento si basa su informazioni raccolte fino al lunedì che precede la pubblicazione. Pubblicazione del Team Ricerca e Analisi Indice 1. Economia mondiale Una crescita ancora deludente e a rischio (1). Economia mondiale Una crescita ancora deludente e a rischio () 3. Stati-Uniti Divergenza inusuale tra industria e servizi. Eurozona La ripresa si conferma 5. Brasile Tra l'incudine e il martello. Cina - Il settore manifatturiero sempre sotto pressione 7. Valute Svalutazione dello yuan. Valute Dollaro: indici, conclusioni differenti. Mercato obbligazionario La percezione del rischio di credito aumenta sui mercati 1. Materie prime Petrolio: +7% in 3 giorni! SYZ Wealth Management Tel. +1 ()5 7 1 info@syzgroup.com 1. Economia mondiale Una crescita ancora deludente e a rischio (1) L economia mondiale è imbrigliata? Al di là delle divergenze tra zone geografiche, i dati aggregati a livello mondiale delineano una situazione inedita per i periodi fuori recessione. La crescita del PIL è stabile al 3,% da oltre quattro anni, rimandando di anno in anno l'attesa accelerazione. Parallelamente, il tasso d inflazione è del 3,%, ai minimi storici (escludendo il ) e la crescita nominale sarà, nel 15, la più bassa degli ultimi 35 anni (ad esclusione sempre del ). Un altro indicatore illustra l'apatia dell economia mondiale: il commercio internazionale, i cui volumi crescono anch'essi a ritmo blando rispetto ai decenni precedenti. Ancora un andamento inedito: da anni la crescita del commercio è equivalente a quella del PIL mentre in precedenza è sempre stata più rapida, tranne nei periodi di recessione. In tale contesto relativamente fragile, il netto apprezzamento del dollaro statunitense dal 1 (+%) ha accentuato la pressione sui prezzi delle materie prime e sulle economie emergenti che hanno contratto ingenti debiti in dollari. La frenata del commercio mondiale misurata in dollari non è mai un fenomeno favorevole alle economie emergenti: a quella del 13 era seguita la crisi messicana e, a quella del 1 la crisi del sud-est asiatico Pertanto, nello scenario attuale appare francamente difficile essere ottimisti per quanto riguarda la crescita mondiale dell anno prossimo. Variazione annuale del commercio mondiale in volume e in USD 5% % 15% 1% 5% % -5% -1% -15% -% World trade (volume) - YoY % World trade (unit values in USD) - YoY % Source: CPB, SYZ AM 1
2 1 MESE IN 1 IMMAGINI Settembre 15. Economia mondiale Una crescita ancora deludente e a rischio () I timori sulle prospettive della crescita mondiale traggono origine non nelle grandi economie sviluppate ma piuttosto nelle economie emergenti e in quelle particolarmente dipendenti dalle esportazioni di materie prime e petrolio. Siamo perciò di fronte a un'inversione totale di tendenza rispetto al decennio precedente durante cui queste economie sono state trainate dal boom dei prezzi delle materie prime, dalla debolezza del biglietto verde e dalla forte crescita del commercio mondiale. Variazione annua del PIL reale mondiale e dell indice CRB dei prezzi delle materie prime Ormai, la dipendenza di queste economie dalla domanda esterna, cui fa da contraltare l'indebitamento in USD a bassi tassi, si sta trasformando in un fattore di fragilità. Viceversa le grandi economie sviluppate (USA, Europa, Giappone) possono far leva sulla loro domanda interna per sostenere il ritmo di crescita che, pur se non spettacolare, è relativamente stabile e duraturo. La capacità di queste ultime a accelerare significativamente è però limitata, e il rischio che nel 1 la domanda interna non basti a compensare un prolungato rallentamento delle economie emergenti è reale. In ogni caso, il crollo dei prezzi delle materie prime, buon indicatore anticipato della crescita mondiale (soprattutto nel passato), punta in questa direzione CRB SPOT COMMODITY INDEX % YoY WORLD REAL GDP (IMF) % YoY(R.H.SCALE) 3. Stati-Uniti Divergenza inusuale tra industria e servizi Gli indici ISM dell industria manifatturiera e dei servizi sono tra gli indicatori più affidabili del livello di attività dell'economia statunitense. Anche se quello relativo all industria è più volatile, è raro che si assista a una divergenza rilevante tra i due indici. Indici ISM manifatturiero / non manifatturiero e PIL (%). Confronto nel periodo considerato 5 Eppure è esattamente quanto si verifica attualmente: da un anno, l ISM manifatturiero scende dopo aver toccato i massimi degli ultimi 3 anni. In agosto è sceso ai minimi da maggio 13. Contemporaneamente, l ISM dei servizi si è mantenuto ad un livello elevato, toccando a luglio i massimi degli ultimi 1 anni e rimanendo sostanzialmente invariato ad agosto (si è registrato un lieve arretramento) Questa divergenza inusuale riflette due dinamiche in atto negli Stati Uniti: da un lato la netta contrazione degli investimenti nel settore energetico a causa del crollo del prezzo del petrolio e l'impatto del rafforzamento del dollaro sulle industrie esportatrici, d altro il dinamismo dei consumi sostenuti dalla diminuzione della disoccupazione e dei prezzi della benzina nonché dall'aumento del settore immobiliare che alimenta la crescita dei servizi. Questa divergenza non è (troppo) preoccupante per le prospettive di crescita statunitense: il settore dei servizi infatti, rappresentando quasi l'% del PIL, ha un peso assolutamente preponderante nella crescita dell economia mentre l industria manifatturiera "conta" solo per il 1%. Tuttavia sarebbe preferibile che questa divergenza cessi trasformandosi in una convergenza, verso l'alto US ISM MANUFACTURING US ISM NON MANUFACTURING US GDP YoY %(R.H.SCALE)
3 1 MESE IN 1 IMMAGINI Settembre 15. Eurozona La ripresa si conferma Quest'anno in Europa è (veramente) tornata la crescita. Dopo l'uscita "molle" dalla recessione nel 13 e un vuoto d'aria attraversato a metà del 1, l'eurozona dalla fine dell'anno scorso registra finalmente un ritmo di crescita sostenuto (per gli standard europei). Alla fine del trimestre, il PIL dell'area risultava in rialzo dell'1,5% rispetto ai 1 mesi precedenti, registrando il ritmo più veloce degli ultimi anni. Questa ripresa ciclica si avvale di condizioni finanziarie particolarmente favorevoli (diminuzione dell euro e dei prezzi dell energia, politica monetaria della BCE molto espansiva) e della fine delle politiche fiscali di austerità, fattori che sostengono entrambi la ripresa della domanda interna. La Spagna continua a registrare il ritmo di crescita più elevato di tutta l'unione monetaria, con una tasso d'espansione dell'1,% nel trimestre (+3,1% su base annua). Per la prima volta dal 11 l Italia ha archiviato due trimestri consecutivi di aumento del PIL. La Germania, pur non accelerando più, continua a essere il motore dell'eurozona, mentre la Francia rimane ai margini della ripresa (stagnazione del PIL nel trimestre preceduto però da un 1 trimestre in netta crescita). Ma, "l'alta mare solleva tutte le barche" e la convergenza degli sforzi di sostegno nel 15 dovrebbe permettere a tutte le economie europee di registrare una crescita almeno in linea con il tasso potenziale. Variazione annua del PIL delle principali economie dell'eurozona GER - GDP YoY% FRA - GDP YoY% ITA - GDP YoY% SPA - GDP YoY % 5. Brasile Tra l'incudine e il martello Il clima generale in termini di politica monetaria tende verso un allentamento delle condizioni in quasi tutte le economie emergenti e sviluppate. La banca centrale brasiliana (BCB) rappresenta dunque un eccezione poiché non smette di aumentare il suo tasso ufficiale nel tentativo di contenere un inflazione ampiamente al di sopra del livello obiettivo. L ultimo rialzo intervenuto ad aprile (+5 pb) ha portato il tasso al 1,5%, con un inflazione ormai pari al,5% (rispetto all obiettivo del,5%). La crescita evidentemente ha risentito del ciclo di rialzo dei tassi e l'economia brasiliana è entrata in recessione registrando due trimestri consecutivi di contrazione del PIL (-,7% nel primo trimestre e -1,% nel secondo). Brasile Crescita del PIL (variazione annua %) e tasso ufficiale della banca centrale Nonostante i ripetuti aumenti dei tassi, la moneta brasiliana per il momento continua a svalutarsi avendo perso dall'inizio dell'anno il 7% rispetto al dollaro e il 1% nei confronti dell euro. Come in una spirale negativa che si avvita su se stessa, il governo sembra sul punto di annunciare l'aumento delle tasse e tagli alla spesa pubblica per compensare la mancata crescita e il maggior costo del debito BRAZIL - GDP YoY % BRAZIL - SELIC Target Rate(R.H.SCALE) 1 7 3
4 1 MESE IN 1 IMMAGINI Settembre 15. Cina Il settore manifatturiero sempre sotto pressione La situazione in Cina non è così rosea, lo confermano certi indicatori. Nel mese di agosto gli indici PMI manifatturieri hanno toccato nuovi minimi scendendo sotto il livello dei 5 punti (Caixin: 7,3) sintomatico di contrazione economica. Questo rallentamento interviene in un quadro mondiale di apatia generale, con una domanda esterna debole e lo yuan che si è notevolmente apprezzato rispetto al dollaro. In tale contesto le esportazioni cinesi sono logicamente sotto pressione. L esplosione verificatasi a Tianjin, che ha causato la chiusura di centinaia di fabbriche, non contribuirà certo a migliorare la situazione del settore manifatturiero. Volendo essere ottimisti, altri indicatori economici continuano ad essere orientati positivamente, consolidando le prospettive di crescita della seconda economia mondiale. Ci riferiamo in particolare all indice PMI dei servizi (a quota 51,5), alla buona tenuta dei consumi delle famiglie e ai segni di ripresa dell'immobiliare. L'aspetto positivo è che la trasformazione dell economia cinese coinvolgerà il settore terziario il quale a termine assumerà maggiore importanza a detrimento del settore manifatturiero. Cina Caixin e indice ufficiale PMI manifatturiero / produzione industriale (variazione annua %) Caixin PMI Manufacturing Official PMI Manufacturing Industrial Production (YoY %)(R.H.SCALE) Valute Svalutazione dello yuan Lo scorso 11 agosto le autorità monetarie cinesi hanno deciso di abbassare del % il tasso di riferimento dello yuan rispetto al dollaro. In tre giorni la valuta cinese è scesa di quasi il 5% rispetto al biglietto verde, registrando il deprezzamento più ampio rispetto al dollaro dal 5 e dall'instaurazione da parte di Pechino del sistema di cambi attuale. A differenza degli Stati Uniti e dell'eurozona che lasciano fluttuare liberamente il cambio, la Cina fissa amministrativamente ogni giorno il tasso di cambio centrale attorno al quale la sua moneta può variare in una banda di oscillazione del +/- %. Questa decisione è stata considerata soprattutto come il tentativo di Pechino di rilanciare le esportazioni e stimolare l'attività economica nell'attuale fase di netto rallentamento. Ma parallelamente esistono altre motivazioni. In primo luogo si tratta di lasciar oscillare più liberamente il tasso di cambio, pur esercitando sempre un certo controllo, in modo da permettere allo yuan di entrare a far parte, l'anno prossimo, del paniere di valute di riserva internazionali del FMI. Inoltre, contrariamente alla situazione prevalente nel corso dell'ultimo decennio, lo yuan non è più sottovalutato rispetto a un paniere diversificato di valute. Con l'ancoraggio al dollaro che si è significativamente rafforzato nel corso degli ultimi dodici mesi, la competitività della Cina si è ridotta drasticamente rispetto ai suoi concorrenti asiatici. Tasso di cambio: USD / CNY JAN FEB MAR APR MAY JUN JUL AUG USD / CNY FX Rate (inverted scale)
5 1 MESE IN 1 IMMAGINI Settembre 15. Valute Dollaro: indici, conclusioni differenti Mentre il mercato continua a prevedere un primo rialzo dei tassi della Fed a settembre, l attenzione degli investitori si concentra sempre di più sul dollaro, elemento fondamentale dell economia statunitense, suscettibile di influenzare la politica monetaria della Fed. Vari indici permettono di seguire l'andamento del dollaro, ma per i metodi di calcolo impiegati, l analisi di tali indici può condurre a conclusioni diametralmente opposte. Dollar Index (DXY) e Trade Weighted Dollar Index della Fed Secondo il Dollar Index (DXY), calcolato tenendo conto del tasso di cambio del dollaro statunitense rispetto a monete del G1 (EUR, JPY, GBP, SEK, CAD e CHF), il dollaro si è rafforzato fino a marzo quando ha toccato un massimo, per poi cominciare a indebolirsi. Dato che il peso dell EUR nel calcolo dell'indice è del 5%, l'andamento del DXY tende a essere influenzato dal cambio EUR/USD. In compenso secondo l indice del tasso di cambio della Fed (TWDI), ponderato in funzione degli scambi commerciali (con paesi), il dollaro ha continuato e continua ad apprezzarsi. La ragione di tale differenza è essenzialmente riconducibile al fatto che per il calcolo del TWDI si tiene conto dei paesi asiatici, partner commerciali di rilievo degli Stati Uniti (rappresentano il 37% degli scambi di cui il 1% per la sola Cina), le cui monete tendono a svalutarsi rispetto al dollaro soprattutto il CNY da alcune settimane a questa parte! S O N D J F M A M J J A S Fed's TWDI DXY Index(R.H.SCALE). Mercato obbligazionario La percezione del rischio di credito aumenta sui mercati Durante la crisi dei debiti sovrani europei, le obbligazioni corporate, in particolare quelle dei paesi core europei, sono state sistematicamente considerate meno rischiose dei titoli pubblici dei paesi periferici. La diminuzione dei tassi dei titoli pubblici privi di rischio (Germania) le rendeva ancora più interessanti grazie al differenziale di rendimento (spread) che garantivano, il quale ha perciò cominciato a diminuire fino al 1. Lo scenario è cambiato alla fine dell anno scorso. In un primo tempo il crollo del petrolio ha provocato il netto aumento degli spread degli emittenti del settore energetico, poi tornati ai livelli precedenti grazie al programma d iniezione di liquidità annunciato dalla BCE a gennaio. In primavera però gli spread sono aumentati in tutti i settori, anche se quelli dell'energia e delle materie prime hanno subito gli incrementi maggiori. Attualmente sono le obbligazioni del settore finanziario, compresi i titoli subordinati, nella tormenta durante il biennio 11/1, a costituire il bene rifugio, con spread più bassi rispetto a quelli degli altri titoli. Al di là dei fattori specifici riguardanti l energia e le materie prime, l'ampliamento degli spread è senza dubbio causato dalla sfiducia degli investitori con l avvicinarsi dell'instaurazione di condizioni monetarie più restrittive negli USA e con la rarefazione della liquidità presente sul mercato visto che i principali operatori, ossia le banche d investimento, attualmente hanno meno disponibilità e minore propensione a assumere posizioni. Spread di credito per settore EUR Investment Grade EUR IG All sectors OAS spread EUR IG Financials (Sr) EUR IG Financials (Sub) EUR IG Energy EUR IG Materials Source: Bloomberg, SYZ AM 5
6 1 MESE IN 1 IMMAGINI Settembre Materie prime Petrolio: +7% in 3 giorni! Mentre la quotazione del petrolio proseguiva la discesa durante il mese di agosto, passando sotto la soglia dei 3$ al barile, nello stesso periodo il WTI ha registrato un aumento del,% grazie al rally messo a segno alla fine di agosto. In effetti le quotazioni del petrolio sono risalite in modo esponenziale nelle ultime 3 sedute di agosto passando da 3,$ a,$ al barile (con un rialzo del 7%). Un commento nell'ultima pubblicazione dell OPEC ha lasciato intendere che la risalita fosse dovuta all'esistenza di eventuali discussioni su un adeguamento della produzione nonché alla revisione al ribasso della produzione statunitense. Ma l'ampiezza del movimento osservato sembra più consona a una situazione di "short squeeze", in cui un gran numero di investitori che avevano puntato al ribasso del petrolio sono stati costretti a chiudere le posizioni accentuando il rally delle quotazioni. La risalita perciò dovrebbe essere di breve durata. Dal punto di vista dei fondamentali, la situazione non è sostanzialmente cambiata: l offerta continua a eccedere la domanda e i timori sulla crescita globale permangono. Quotazione del WTI e del Brent S O N D J F M A M J J A S Brent usd/bbl WTI usd/bbl
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