N. 52/2000 IL Manuale del Consulente per la Sicurezza dei Trasporti di Merci Pericolose

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1 N. 52/2000 IL Manuale del Consulente per la Sicurezza dei Trasporti di Merci Pericolose Questo documento è estratto dal n. 52/2000 della rivista trimestrale "Dossier Ambiente" della Associazione Ambiente e Lavoro a cura di Edoardo Galatola e Renato Mari e in collaborazione con SINDAR srl. E' messo a disposizione sul ns. sito per facilitare la redazione della RELAZIONE ANNUALE sul trasporto di merci pericolose ai sensi del Decreto Legislativo n. 40/2000 del 4 febbraio 2000, la cui scadenza è fissata al 31 dicembre Riportiamo di seguito anche la Premessa e l'indice completo del Volume che sarà inviato in questi giorni agli abbonati a "Dossier Ambiente" e recapitato agli iscritti "SINTALEXPERT" o potrà essere richiesto all'ufficio vendite al n dal 18 dicembre Pag.1

2 Premessa Il D.Lgs. 4 febbraio 2000 n. 40 di recepimento della direttiva 96/35/CE istituisce una nuova figura denominata Consulente per la Sicurezza dei Trasporti di merci pericolose e interessa in generale tutte le imprese di trasporto e tutte le imprese che spediscono o ricevono tali merci per strada o ferrovia oltre i limiti di esenzione. La normativa, di recente emanazione, è tuttora oggetto di chiarimenti e precisazioni che ne modificano il campo di applicazione; l ultima in ordine di tempo, rispetto alla presente pubblicazione, è la Circolare Ministeriale 14 novembre 2000 n. A26. esclude invece, di fatto, le imprese che effettuano solo scarico, anche se comprese nel D.Lgs. 40/00. Risulta evidente che, fintanto non uscirà un decreto attuativo che recepisca tali indicazioni, la legittimità giuridica di una legge modificata da una Circolare Ministeriale continuerà a persistere. La presente pubblicazione intende comunque fornire un quadro completo sull argomento e resta pertanto valida anche in caso di eventuali variazioni nella stesura definitiva dei decreti applicativi. Per quanto riguarda il Consulente per la Sicurezza dei Trasporti di merci pericolose, la traduzione della definizione originale "Dangerous Goods Safety Adviser" non rende pienamente il senso e l'importanza di questa figura, che deve identificarsi come un vero e proprio gestore e pianificatore delle problematiche del rischio del trasporto di merci pericolose. Questa figura professionale deve infatti essere dotata di idonea formazione basata sulla conoscenza delle problematiche tecniche, delle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative essenziali alle varie modalità di trasporto delle merci pericolose ed in grado di consigliare ed indirizzare le imprese operanti nel settore del trasporto delle merci pericolose, ivi comprese le operazioni di carico e scarico, affinché la loro attività si svolga in condizioni ottimali di sicurezza. Tra i vari compiti che ha il Consulente, c'è quello di preparare una relazione per l'osservanza delle norme in materia di trasporto, di carico e scarico di merci pericolose nonché per lo svolgimento dell'attività dell'impresa in condizioni ottimali di sicurezza. (D.Lgs. 40/00, art. 4 commi 1, 2 e 4). La dichiarazione non deve essere inviata, ma tenuta presso l azienda da parte del capo dell'impresa ed elaborata per la prima volta entro il 31 dicembre Attualmente non esistono standard di riferimento su come compilare la relazione annuale, anche perché il 2000 è il primo anno di applicazione della normativa sul Consulente Sicurezza Trasporto per tutti i paesi membri della Comunità Europea. In Italia, inoltre, l'anno in corso presenta la particolarità per cui la relazione sarà compilata da Consulenti per la Sicurezza dotati di certificato provvisorio. La relazione annuale dovrebbe essere vista come un documento dinamico, per cui, oltre agli obblighi di redazione annuale, man mano che la conoscenza si evolve occorrerebbe procedere al suo aggiornamento. Entrando nel merito dei contenuti di questo volume, nel primo capitolo si è provveduto a inquadrare la normativa sul C.S.T., argomento tuttora in continua evoluzione, dato il susseguirsi di Circolari Ministeriali sull argomento. Si è ritenuto quindi di inquadrare il problema che, come detto, è prevalentemente gestionale, all'interno di un Sistema di Gestione della Sicurezza. Sempre nel primo capitolo, sono state fornite alcune proposte di organizzazione della relazione annuale, differenziate in funzione della pericolosità delle sostanze e della frequenza del trasporto. Il procedimento individuato è un processo iterativo ed il suggerimento fornito è quello di approfondire nel tempo sia la valutazione del rischio, sia il sistema di gestione. Poiché per compilare la valutazione sono necessarie conoscenze sia sulla normativa del trasporto di merci pericolose (norme ADR e RID) sia sull'analisi di rischio e di gestione dell'emergenza nel trasporto, questi temi sono stati affrontati rispettivamente nei capitoli 2 e 3. Alla fine del capitolo 3. si è provveduto infine ad inquadrare il problema del rischio nei trasporti anche dal punto di vista della Pubblica Amministrazione, come tema di Protezione Civile. È opportuno pertanto affrontare la scadenza di fine anno come occasione per rivedere l'organizzazione aziendale sull'intera problematica del trasporto delle merci pericolose prestando tutta l'attenzione che l'argomento necessita. Edoardo Galatola Pag.2

3 Sommario 1 CONSULENTE PER LA SICUREZZA DEI TRASPORTI DI MERCI PERICOLOSE QUADRO NORMATIVO Il D.Lgs. 40/00 relativo al consulente per la sicurezza dei trasporti Campo di applicazione Esenzioni Quadro d'insieme Regime provvisorio Principali obblighi previsti dal D.Lgs. 40/ Consulente per la Sicurezza dei trasporti L'esame per il Consulente Sicurezza Trasporto Definizione di incidente Criterio 1. - Danni a persone o cose Criterio 2. - Perdite di materie pericolose Criterio 3. - Motivi precauzionali di ordine pubblico Decreti attuativi IL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA PER LE IMPRESE CHE EFFETTUANO OPERAZIONI DI TRASPORTO DI MERCI PERICOLOSE Premessa I compiti del consulente della sicurezza per i trasporti Tecnico o coordinatore? Quale sistema di gestione aziendale? Perché il Sistema di Gestione della Sicurezza? Come funziona il Sistema di Gestione della Sicurezza OHSAS 18001? Come si definisce la politica della sicurezza nel caso delle imprese che effettuano operazioni di trasporto di merci pericolose? Quale può essere la sequenza operativa per l applicazione della Politica della Sicurezza e per il miglioramento della gestione dei rischi? Identificazione delle sostanze chimiche pericolose Valutazione preliminare dei pericoli associati alla movimentazione delle sostanze individuate Analisi di rischio Individuazione ed attuazione degli obiettivi di riduzione dei rischi Follow-up Conclusioni Riferimenti LA RELAZIONE ANNUALE MODELLO RELAZIONE ANNUALE - FASE 1 - GENERALE MODELLO RELAZIONE ANNUALE- FASE 2 - INDICE DI PERICOLOSITÀ ALTO IL TRASPORTO DELLE MERCI PERICOLOSE NORMATIVE ED ENTI NORMATORI Premessa Organismi internazionali Trasporto su strada Trasporto per ferrovia Trasporto per mare Trasporto aereo Enti Normatori Organismi Nazionali Organismi Internazionali Nazioni Aderenti Alle Convenzioni RID e ADR CLASSIFICAZIONE DELLE MERCI PERICOLOSE La Classificazione per il trasporto Altre classificazioni delle sostanze pericolose Classificazione CE Classificazione secondo la normativa per i rischi rilevanti Corrispondenza tra la classificazione CE e quella del trasporto di merci pericolose...80 Pag.3

4 2.3 TRASPORTO MERCI PERICOLOSE - CONDIZIONI GENERALI Etichette Pannelli Imballaggi Contenitori intermedi (GIR/IBC/GRV) Approvazione ed equipaggiamento dei veicoli Trasporto alternato in cisterne Formazione autisti Formazione personale diverso dagli autisti Istruzioni scritte per il conducente Schede per le squadre di intervento Documento di trasporto Carico e scarico Rifiuti Regimi di esenzione Esclusioni Regime Sanzionatorio Controllo dei trasporti su strada Principali novità ADR Riferimenti Normativi Normativa internazionale Normativa comunitaria Normativa nazionale DOVERI DEI CARICATORI E DEI TRASPORTATORI Doveri dei Caricatori Ruolo dell'imprenditore Formazione del personale Conoscenza Impiego di imballi idonei Istruzioni scritte per il conducente Carico dei mezzi - Peso caricabile e coefficienti di riempimento Doveri dei trasportatori Idoneità dei mezzi di trasporto Coefficienti di riempimento e pesi massimi caricabili Chiusura delle cisterne Divieto di imballaggio e carico in comune Formazione del personale Personale abilitato Apposizione sui mezzi di etichette e pannelli di pericolo Doveri dei conducenti L ANALISI DI RISCHIO NEL TRASPORTO DELLE MERCI PERICOLOSE DEFINIZIONE DEL CONCETTO DI RISCHIO Tipologie di rischio per l uomo e per l ambiente La probabilità di un evento dannoso Il rischio di incidente rilevante La valutazione del rischio Conoscenza e valutazione Frequenza e gravità Il pericolo indotto IL RISCHIO NEL TRASPORTO DI MERCI PERICOLOSE Premessa Definizioni, grandezze, misure di rischi nel trasporto di sostanze pericolose Definizione delle sorgenti di rischio legate al trasporto Stima delle frequenze di rilascio Frequenza di incidente unitaria Frequenza d incidente unitaria ferroviaria Frequenza d incidente unitaria stradale Probabilità di rilascio Categorie di rottura Pag.4

5 3.2.5 Scenari incidentali Liquidi tossici Liquidi infiammabili ed esplosivi Gas e Gas Liquefatti tossici Gas e Gas Liquefatti infiammabili ed esplosivi Solidi finemente polverizzati tossici Solidi finemente polverizzati infiammabili ed esplosivi Stima dei danni Il metodo speditivo Il metodo per il GPL CRITERI DI TOLLERABILITÀ DEL RISCHIO Rischi individuali Rischi sociali EMERGENZE NEL TRASPORTO DELLE MERCI PERICOLOSE Premessa SET (Servizio Emergenze Trasporti) IL TRASPORTO DELLE MERCI PERICOLOSE NEI PIANI DI PROTEZIONE CIVILE Premessa Il rischio connesso al trasporto di sostanze pericolose nel Piano di Emergenza Comunale Le zone di pianificazione dell emergenza Prima zona. - Zona di sicuro impatto Seconda zona. - Zona di danno Terza zona. - Zona di attenzione Emergenza in autostrada e relative competenze Modalità di intervento in caso di sversamento di prodotto pericoloso durante il trasporto Codice di allarme Codice di evacuazione Scheda di scenario di rischio Esempio di scheda di scenario di rischio RIFERIMENTI NORMATIVA DI RIFERIMENTO Decreto Legislativo 4 febbraio 2000 n. 40; Recepimento della direttiva 96/35/CE relativa alla designazione ed alla qualificazione professionale dei consulenti per la sicurezza dei trasporti su strada, per ferrovia e per via navigabile di merci pericolose Circolare Ministero dei Trasporti e della Navigazione 6 marzo 2000 n. A09; Disposizioni operative circa le modalità di rilascio del certificato provvisorio, della dichiarazione del consulente, nonché gli obblighi derivanti dall attività ordinaria e straordinaria del consulente Decreto del Ministro dei Trasporti e della Navigazione 6 giugno 2000 ; Norme attuative del D.L.vo n. 40/2000, contenenti, tra l altro, le procedure e modalità di esame Decreto del Ministro dei Trasporti e della Navigazione 4 luglio 2000 ; Individuazione della tipologia delle imprese esenti dalla disciplina dei consulenti alla sicurezza per trasporto di merci pericolose su strada e per ferrovia, ai sensi dell articolo 3, comma 3, lettera b) del D.L.vo n. 40/ Decreto Interministeriale 27 settembre 2000 ; Definizione dei diritti a carico dei candidati agli esami per consulente, in attuazione dell articolo 5, comma 7, del D.L.vo n. 40/ Circolare Ministero dei Trasporti e della Navigazione 14 novembre 2000 n. A26; Procedure di esame, campo di applicazione, esenzioni, incidenti. Abrogazione Circolare Ministero dei Trasporti e della Navigazione 7 luglio 2000 n. A Pag.5

6 ALLEGATI ALLEGATO 1 APPLICAZIONE DELLE NORME ADR PRESSO STABILIMENTI DEPOSITI DI GPL...55 ALLEGATO 2 CRITERI PER L'AMMARRAGGIO DEI COLLI SUL VEICOLO TABELLE Tabella 1-1 Campo di applicazione D.Lgs. 40/ Tabella 1-2 Principali obblighi previsti dal D.Lgs. 40/ Tabella 1-3 Diritti a carico dei candidati agli esami...21 Tabella 1-4 Principali decreti attuativi...22 Tabella 1-5 Matrice di valutazione preliminare di un Indice di Pericolosità (IP) del trasporto merci pericolose:...29 Tabella 1-6 Elementi del Sistema di Gestione della Sicurezza in accordo allo standard OHSAS Tabella 1-7 Correlazione tra i compiti del consulente della sicurezza per i trasporti elencati nell Allegato A del D.Lgs. 40/00 e gli elementi del Sistema di Gestione della Sicurezza in OHSAS Tabella 1-8 Schema di flusso redazione Relazione Annuale...41 Tabella 2-1 Paesi che hanno ratificato RID e ADR...72 Tabella 2-2 Maggiori Organismi Nazionali coinvolti nelle definizione di Normative riguardanti il trasporto di merci...73 Tabella 2-3 Corrispondenza classificazione CE/ADR...80 Tabella 2-4 Regime internazionale trasporto merci pericolose Tabella 2-5 Interazione delle competenze tra i maggiori Organismi Nazionali ed Internazionali coinvolti nella definizione di normative riguardanti il trasporto di merci pericolose Tabella 2-6 Classificazione UN Tabella 2-7 Classificazione miscele e preparati Tabella 2-8 Etichettatura e marcatura dei veicoli/container e tank container Tabella 2-9 Etichettatura e marcatura dei veicoli/container e tank container Tabella 2-10 Pannellatura veicoli Tabella 2-11 Pannello di segnalazione numerato Tabella 2-12 Marcatura: sostanze trasportate a temperatura elevata Tabella 2-13 Scheda di istruzioni per il conducente (Tremcard) Tabella 2-14 Scheda di istruzioni scritte per le squadre di intervento (Eric-card) Tabella 2-15 Riferimenti sul documento di trasporto Tabella 2-16 Quantità limitate (marginale ) Tabella 2-17 Quantità limitate per imballaggi combinati - Esenzione totale regime ADR/RID (marginali 2X01a). 119 Tabella 2-18 Quantità limitate per imballaggi su vassoi - Esenzione totale regime ADR/RID (marginali 2X01a) Tabella 2-19 Quantità limitate (altre esenzioni di cui ai marginali 2X01a) Tabella 2-20 Regime sanzionatorio Tabella 3-1 Valori di soglia danni alle persone ed alle strutture Tabella 3-2 Rischio individuale varie fonti FIGURE Figura 3-1 Schema di sviluppo dell'analisi del rischio nel trasporto Figura 3-2 Morti traumatiche in Italia 1996 per eventi naturali Figura 3-3 Morti traumatiche in Italia Figura 3-4 Frequenze incidentali varie attività lavorative INAIL Figura 3-5 Morti traumatiche 1996 nel trasporto Figura 3-6 Morte per cause naturali in Italia Figura 3-7 Rischio sociale, curva storica Figura 3-8 Rischio sociale, estrapolazione ad un paese europeo Figura 3-9 Rischio sociale per sito Figura 3-10 Esempio di curve di valutazione del rischio sociale Figura 3-11Rischio sociale standard olandese Figura 3-12 Rischio sociale standard danese Figura 3-13 Struttura SET Pag.6

7 1.1 LA RELAZIONE ANNUALE Edoardo Galatola, Giuseppe Bulla, Marco Cerri, Sindar s.r.l Entro il 31 dicembre 2000 occorre preparare una relazione per l'osservanza delle norme in materia di trasporto, di carico e scarico di merci pericolose nonché per lo svolgimento dell'attività dell'impresa in condizioni ottimali di sicurezza. (art. 4 commi 1, 2 e 4). La dichiarazione non deve essere inviata, ma tenuta presso l azienda da parte del capo dell'impresa, conservata per cinque anni e, su richiesta, messa a disposizione della M.C.T.C. Attualmente non esistono standard di riferimento su come compilare la relazione annuale, anche perché il 2000 è il primo anno di applicazione della normativa sul Consulente Sicurezza Trasporto per tutti i paesi membri della Comunità Europea. In Italia, inoltre, l'anno in corso presenta la particolarità per cui la relazione sarà compilata, nella quasi totalità dei casi, da Consulenti per la Sicurezza provvisti di certificato provvisorio (vedi par.1.1.5). Con la presente pubblicazione si è cercato di fornire un quadro generale delle informazioni utili per la compilazione della relazione annuale. Di seguito si forniscono alcune proposte per la compilazione della stessa. È opportuno, comunque, fare alcune precisazioni. La relazione annuale dovrebbe essere vista come un documento dinamico, per cui man mano che la conoscenza si evolve, occorrerebbe procedere al suo aggiornamento. Ovviamente fa fede la situazione temporale (la relazione fotografa la situazione di un anno) ed occorre rispettare le richieste della legge (archiviazione per almeno cinque anni della stessa). In fase di stesura della relazione si suggerisce di utilizzare la sequenza di cui al paragrafo (Sistema di Gestione della Sicurezza Sequenza operativa); la Relazione potrà pertanto essere più o meno approfondita in funzione dell'indice di pericolosità IP individuato. Lo schema di flusso è sintetizzato nella Tabella 1-8 è può essere riassunto come segue - Identificare le sostanze pericolose movimentate - Completare il modello di Relazione Annuale Rischi Generali - Effettuare un analisi preliminare di rischio definendo un indice di pericolosità IP (Tabella 1-5) - In caso di IP Alto effettuare una valutazione dei rischi - Completare il modello di Relazione Annuale Rischi Elevati - Individuare ed attuare gli obiettivi di riduzione dei rischi - Rivedere il sistema almeno una volta all anno e comunque per ogni variazione introdotta o incidente avvenuto Il modello suggerito è volutamente generale e necessita per la sua applicazione di ulteriori approfondimenti sia a livello di check-list da utilizzare (si vedano a titolo di esempio gli ALLEGATI 1 e 2), sia a livello di valutazione dei rischi. Si ricorda, sempre a titolo di esempio, che per gli stabilimenti che rientrano nel campo di applicazione del D.Lgs. 334/99, i rischi relativi alle attività di carico/scarico dovrebbero essere già sviluppati nei Rapporti di Sicurezza/Valutazione dei rischi richiesti dalla normativa stessa. Pag.7

8 È da osservare che nei casi di IP alto i modelli relativi al CARICO/SCARICO e quelli relativi al TRASPORTO dovrebbero essere compilati sia dai Consulenti delle imprese che effettuano il Carico/Scarico sia Consulenti di quelle che effettua il trasporto. Infatti chi spedisce e confeziona un prodotto dovrebbe conoscere e partecipare alle scelte del trasportatore (mezzi, percorsi scelti e possibili alternative); analogamente il trasportatore dovrebbe essere edotto sui rischi nelle operazioni di presa in consegna e cessione della merce. In entrambi questi modelli è presente una sezione relativa al Sistema di Gestione della Sicurezza dell impresa, allo scopo di dichiararne il livello di applicazione alle problematiche della sicurezza nell attività di trasporto, carico scarico e la progressiva evoluzione nel corso degli anni come registrata dalle successive dichiarazioni. Nota bene. Il MODELLO RELAZIONE ANNUALE - FASE 1 GENERALE è un elaborazione Federchimica da una proposta FEICA (Association of European Adhesives Manufaturers) CEFIC Il MODELLO RELAZIONE ANNUALE - FASE 2 INDICE DI PERICOLOSITA' ALTO è invece una elaborazione degli autori. Il trasporto di merci pericolose è un problema? Sindar vi aiuta a risolverlo. In collaborazione con Dangerous Goods Management (Italia ) è in grado di fornire Consulenti Sicurezza Trasporto italiani certificati Analisi di rischio del trasporto di merci pericolose Redazione di relazioni annuali e di incidente Verifica di conformità alle norme internazionali sul trasporto Corsi di formazione qualificati per il Consulente Sicurezza Trasporto Nuova sede con aula di formazione SINDAR s.r.l. - Corso Archinti, Lodi Tel r.a. fax sindar@sindar.it Pag.8

9 Tabella 1-8 Schema di flusso redazione Relazione Annuale Identificare le sostanze movimentate. Effettuare una valutazione preliminare del rischio (Tabella 1-5) Valutare IP Compilare il MODELLO RELAZIONE ANNUALE - FASE 1 - GENERALE (vedi 1.3.1) IP è medio o basso? SI NO Effettuare una valutazione del rischio Individuare ed attuare gli obiettivi di riduzione dei rischi Compilare il MODELLO RELAZIONE ANNUALE - FASE 2 - INDICE DI PERICO- LOSITA' ALTO(vedi 1.3.2) Si sono verificati incidenti? NO SI Redigere una Relazione sull incidente. Ricercare le cause e attivare azioni correttive per la loro rimozione. Verificare l efficacia delle azioni correttive intraprese Monitorare con audit periodici l intero sistema per individuare ed intervenire sistematicamente nei punti di debolezza Approfondire il grado di conoscenza del sistema e diffondere la consapevolezza Effettuare una valutazione dei pericoli ogni qualvolta siano cambiate le condizioni del trasporto. Effettuare un riesame annuale con la direzione per fare un bilancio delle attività di movimentazione sostanze pericolose ed individuare obiettivi di miglioramento Pag.9

10 MODELLO RELAZIONE ANNUALE - FASE 1 - GENERALE Data Anno di riferimento Numero di pagina: 1 di 5 Società: Indirizzo: Nominativo del C.S.T. Nome della Società di appartenenza (nel caso non sia un dipendente) Periodo di impiego Da... a. Da... a. Da... a. Sintesi delle attività aziendali dell'anno riferite alle merci pericolose (numero complessivo di arrivi, spedizioni, quantità, modalità di trasporto, lotti max, lotti minimi, etc.) Eventuali commenti sulle variazioni rilevate rispetto all'anno precedente e motivazioni. Eventuali proposte di interventi. CASI Infrazioni Numero nell'anno di riferimento Numero nell'anno precedente Commenti Procedimenti giudiziari Sanzioni amministrative Avvertimenti da parte delle autorità Infrazioni delle prescrizioni normative Infrazioni dei regolamenti aziendali Incidenti Audit condotte Altro Pag.10

11 Data Anno di riferimento Numero di pagina: 2 di 5 QUANTITÀ RICEVUTE Classe Classe 1 Classe 2 Classe 3 Classe 4.1 Classe 4.2 Classe 4.3 Classe 5.1 Classe 5.2 Classe 6.1 Classe 6.2 Classe 7 Classe 8 Classe 9 TOTALI Materie e oggetti esplosivi Gas compressi, liquefatti o disciolti sotto pressione Materie infiammabili Materie infiammabili liquide solide Materie soggette ad accensione spontanea Materie che a contatto con l'acqua sviluppano gas infiammabili Materie comburenti Perossidi organici Materie tossiche Materie infettanti Materie radioattive Materie corrosive Materie pericolose diverse Tonnellate/anno in bulk Tonnellate/anno in colli Modalità di trasporto, tipi di imballaggi, etc. Modalità di trasporto strada ferrovia Contenitori/Unità di trasporto bombole colli grandi imballaggi casse mobili alla rinfusa (GIR) cisterne contenitori-cisterna altri (specificare) Commenti generali sulle attività di ricevimento Pag.11

12 Data Anno di riferimento Numero di pagina: 3 di 5 QUANTITÀ SPEDITE Classe Classe 1 Classe 2 Classe 3 Classe 4.1 Classe 4.2 Classe 4.3 Classe 5.1 Classe 5.2 Classe 6.1 Classe 6.2 Classe 7 Classe 8 Classe 9 TOTALI Materie e oggetti esplosivi Gas compressi, liquefatti o disciolti sotto pressione Materie infiammabili Materie infiammabili liquide solide Materie soggette ad accensione spontanea Materie che a contatto con l'acqua sviluppano gas infiammabili Materie comburenti Perossidi organici Materie tossiche Materie infettanti Materie radioattive Materie corrosive Materie pericolose diverse Tonnellate/anno in bulk Tonnellate/anno in colli Modalità di trasporto, tipi di imballaggi, etc. Modalità di trasporto strada ferrovia Contenitori/Unità di trasporto bombole colli grandi imballaggi casse mobili alla rinfusa (GIR) cisterne contenitori-cisterna altri (specificare) Commenti generali sulle attività di spedizione Pag.12

13 Data Anno di riferimento Numero di pagina: 4 di 5 INTERVENTI STRUTTURALI, ORGANIZZATIVI, DOCUMENTALI, ETC. CARATTERIZZANTI LE ATTIVITÀ DI MOVIMENTAZIONE DELLE MATERIE PERICOLOSE Data Tipo di intervento Descrizione Commenti generali sugli interventi e sulla loro efficacia Pag.13

14 Data Anno di riferimento Numero di pagina: 5 di 5 INTERVENTI STRUTTURALI, ORGANIZZATIVI, DOCUMENTALI, ETC. CARATTERIZZANTI LE ATTIVITÀ DI MOVIMENTAZIONE DELLE MATERIE PERICOLOSE Nominativo posizione aziendale e Data intervento formativo Descrizione dell'intervento formativo Società/persona che ha eseguito l'intervento formativo Commenti generali sugli interventi e sulla loro efficacia Pag.14

15 1.1.1 MODELLO RELAZIONE ANNUALE- FASE 2 - INDICE DI PERICOLOSITÀ ALTO Data Anno di riferimento Numero di pagina: 1 di 6 CARICO/SCARICO Classificazione ex D.Lgs. 334/99 Art. 8 Art. 6 Art. 5 comma 3 Art. 5 comma 2 È stato sviluppato Rapporto di Analisi preliminare Relazione sui rischi Individuazione Sicurezza dei rischi (SGS) di incidente rischi in doc. 626 rilevante È stata effettuata un analisi dei possibili rischi nelle fasi di carico e scarico Sì No È stata effettuata un analisi attraverso liste di riscontro (es. questionario dello schema SQAS CEFIC) in grado di fornire informazioni sulle prassi e procedure adottate dalle varie imprese, con particolare riguardo alla gestione delle emergenze incidenti, alla formazione del personale, alla manutenzione dei mezzi di trasporto e delle apparecchiature, alle modalità di diffusione della consapevolezza e competenza sulle problematiche di sicurezza. Sì No È stata effettuata un analisi relativi agli incidenti storici accaduti all impresa stessa o disponibili presso banche dati internazionali in grado di fornire utili case histories, ratei di incidente per modalità di trasporto, probabilità di sversamento e perdite conseguenti ad un incidente Sì No Risultati estratti dalle analisi di sicurezza per le fasi di carico/scarico: Identificazione situazioni incidentali, definizione di frequenza di accadimento ed entità dei danni Pag.15

16 Data Anno di riferimento Numero di pagina: 2 di 6 CARICO/SCARICO MISURE PREVENTIVE INTRAPRESE PER RIDURRE I RISCHI NELLE FASI DI CARICO/SCARICO TOP Descrizione MISURE PROTETTIVE INTRAPRESE PER RIDURRE I RISCHI NELLE FASI DI CARICO/SCARICO TOP Descrizione MISURE ORGANIZZATIVE INTRAPRESE PER RIDURRE I RISCHI NELLE FASI DI CARICO/SCARICO TOP Descrizione Piano di Emergenza Interno Situazione di riferimento Si No Esistente Conforme allegato IV D.Lgs. 334/99 Testato con prove pratiche Comprende le attività di carico/scarico INCIDENTI, QUASI INCIDENTI E INFORTUNI AVVENUTI NELLE FASI DI CARICO/SCARICO NELL ANNO Descrizione Cause Azioni correttive Pag.16

17 Data Anno di riferimento Numero di pagina: 3 di 6 CARICO/SCARICO SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA (SITUAZIONE DI RIFERIMENTO) Si No a) Esistente? b) Formalizzato? Se si è risposto positivamente ad a) o b) risponde alle successive domande relative alla presenza di prassi e/o procedure relative alle attività di carico/scarico Esiste un impegno specifico nella politica della sicurezza relativo alle attività di carico o scarico? Esistono procedure per individuare i pericoli e valutari i rischi? La valutazione dei pericoli viene effettuata ogni qualvolta siano cambiate le condizioni operative Esistono procedure per aggiornare e diffondere le leggi applicabili? Esistono procedure per individuare e gestire obiettivi di miglioramento? Sono definite la responsabilità e funzione del Consulente della Sicurezza nell organigramma aziendale? Esiste un piano per la formazione e sensibilizzazione del personale addetto alle attività? Il personale addetto viene consultato e vengono effettuate comunicazioni in merito? Le procedure e la documentazione è revisionata e distribuita in modo controllato? Esistono procedure di controllo operativo delle attività di carico? Esistono procedure di controllo operativo delle attività di scarico? Esistono modalità per la valutazione della qualificazione e competenza dei trasportatori dipendenti e fornitori? Esistono procedure di emergenza in caso di incidente durante le operazioni di carico/scarico? Esistono procedure di emergenze in caso di incidente durante le operazioni di trasporto interno ed esterno? Vengono effettuate periodicamente simulazioni di situazioni di emergenza e riesaminati i risultati? Esistono piani di manutenzione e schede di registrazione delle apparecchiature di carico e scarico? Esistono piani di manutenzione e schede di registrazione dei mezzi di trasporto interni e dei fornitori? Sono effettuati controlli periodici, manutenzione e tarature sulla strumentazione impiegata? Sono regolamentate le modifiche degli impianti/apparecchiature di carico e scarico e le relative modalità organizzative? Esistono procedure per registrare, riesaminare ed effettuare statistiche sugli incidenti, quasi incidenti ed infortuni accaduti? Esistono procedure per gestire non conformità, azioni correttive e preventive? Esistono procedure e piani per effettuare verifiche ispettive indipendenti almeno una volta all anno? Viene effettuato un riesame annuale con la direzione per fare un bilancio delle attività di movimentazione sostanze pericolose ed individuare obiettivi di miglioramento? Pag.17

18 Data Anno di riferimento Numero di pagina: 4 di 6 TRASPORTO È stata effettuata un analisi dei possibili rischi nelle fasi di trasporto Sì No È stata effettuata un analisi attraverso liste di riscontro (es. questionario dello schema SQAS CEFIC) in grado di fornire informazioni sulle prassi e procedure adottate dalle varie imprese, con particolare riguardo alla gestione delle emergenze incidenti, alla formazione del personale, alla manutenzione dei mezzi di trasporto e delle apparecchiature, alle modalità di diffusione della consapevolezza e competenza sulle problematiche di sicurezza. Sì No È stata effettuata un analisi relativi agli incidenti storici accaduti all impresa stessa o disponibili presso banche dati internazionali in grado di fornire utili case histories, ratei di incidente per modalità di trasporto, probabilità di sversamento e perdite conseguenti ad un incidente Sì No Riportare le risultanze delle analisi effettuate QUANTITÀ MOMENTATE Sostanze Classe - t/anno Pericolosità Km percorsi t*km/ann o n. viaggi Modalità di trasporto, tipi di imballaggi, etc. TOTALI Modalità di trasporto strada ferrovia Descrizione dei percorsi Centri vulnerabili incontrati (abitati, aree naturali sensibili) Punti di rischio singolari incontrati (incroci, cavalcavie, rampe, etc.) Gallerie e tunnel (compatibilità col carico, dotazioni di emergenza) Pag.18

19 Data Anno di riferimento Numero di pagina: 5 di 6 TRASPORTO Individuazione di possibili alternative (percorsi/mezzi/tipologia trasporti) MISURE PREVENTIVE INTRAPRESE PER RIDURRE I RISCHI NELLE FASI DI MOVIMENTAZIONE TOP Descrizione MISURE PROTETTIVE INTRAPRESE PER RIDURRE I RISCHI NELLE FASI DI MOVIMENTAZIONE TOP Descrizione MISURE ORGANIZZATIVE INTRAPRESE PER RIDURRE I RISCHI NELLE FASI DI MOVIMENTAZIONE TOP Descrizione INCIDENTI, QUASI INCIDENTI E INFORTUNI AVVENUTI NELLE FASI DI CARICO/SCARICO NELL ANNO Descrizione Cause Azioni correttive Pag.19

20 Data Anno di riferimento Numero di pagina: 6 di 6 TRASPORTO SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA (SITUAZIONE DI RIFERIMENTO) Si No a) Esistente? b) Formalizzato? Se si è risposto positivamente ad a) o b) risponde alle successive domande relative alla presenza di prassi e/o procedure relative alle attività di trasporto Esiste un impegno specifico nella politica della sicurezza relativo alle attività di trasporto? Esistono procedure per individuare i pericoli e valutari i rischi? La valutazione dei pericoli viene effettuata ogni qualvolta siano cambiate le condizioni del trasporto. Esistono procedure per aggiornare e diffondere le leggi applicabili? Esistono procedure per individuare e gestire obiettivi di miglioramento? Sono definite la responsabilità e funzione del Consulente della Sicurezza nell organigramma aziendale? Esiste un piano per la formazione e sensibilizzazione del personale addetto alle attività? Il personale addetto viene consultato e vengono effettuate comunicazioni in merito? Le procedure e la documentazione è revisionata e distribuita in modo controllato? Esistono procedure di controllo operativo delle attività di trasporto? Esistono modalità per la valutazione della qualificazione e competenza dei trasportatori dipendenti e fornitori? Esistono procedure di emergenze in caso di incidente durante le operazioni di trasporto? Vengono effettuate periodicamente simulazioni di situazioni di emergenza e riesaminati i risultati? Esistono piani di manutenzione e schede di registrazione dei mezzi di trasporto? Sono effettuati controlli periodici, manutenzione e tarature sulla strumentazione impiegata? Sono regolamentate le modifiche degli impianti/apparecchiature di carico e scarico e le relative modalità organizzative? Esistono procedure per registrare, riesaminare ed effettuare statistiche sugli incidenti, quasi incidenti ed infortuni accaduti? Esistono procedure per gestire non conformità, azioni correttive e preventive? Esistono procedure e piani per effettuare verifiche ispettive indipendenti almeno una volta all anno? Viene effettuato un riesame annuale con la direzione per fare un bilancio delle attività di movimentazione sostanze pericolose ed individuare obiettivi di miglioramento? Pag.20

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