Resoconto degli interventi. Sessione Plenaria I

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1 Resoconto degli interventi Sessione Plenaria I 1

2 Sessione Plenaria I L evoluzione del Sistema dei Controlli Interni: le scelte delle Autorità e le richieste alle banche 10 nov ore Chairman: Giovanni Sabatini, Direttore Generale, ABI Interventi: La Compliance sui servizi di investimento Luigi Spada, Responsabile Ufficio Vigilanza e Albo Intermediari, Divisione Intermediari, CONSOB Le banche e la distribuzione di prodotti assicurativi: profili di rilievo per la compliance Elena Bellizzi, Responsabile Sezione Consulenza Legale, ISVAP Banche e assicurazioni: governance e profili antitrust Giovanni Calabrò, Direttore Generale della Concorrenza, Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato Governance, controlli e creazione di valore Marina Brogi, Ordinario di Economia degli Intermediari Finanziari, Università La Sapienza di Roma La Compliance sui servizi di investimento Luigi Spada, Responsabile Ufficio Vigilanza e Albo Intermediari, Divisione Intermediari, CONSOB L intervento del dottor Spada si è articolato in tre parti: 1. Dalle strategie ai comportamenti: unitarietà del processo 2. Il ruolo della funzione di compliance sulle strategie aziendali 3. Le sfide concrete e attuali della compliance (e della Vigilanza) Dalle strategie ai comportamenti: unitarietà del processo Nella prima parte del suo intervento Spada ha ribadito alcuni concetti già espressi nelle precedente edizione di Compliance in Banks. Il mercato finanziario, ha ribadito Spada, è come un fragile ingranaggio che permette di creare valore attraverso la trasmissione tra i diversi settori e attori di mercato. Dobbiamo però distinguere tra l intermediazione bancaria, che attraverso l esercizio del credito fa raccolta e trasformazione del risparmio, e i servizi di investimento (molto più complessi e delicati), che fanno incontrare la disponibilità del cliente con i prodotti finanziari disponibili: in quest ultimo caso si tratta di una diretta relazione tra investitore e servizio di investimento (o prodotto) basato su un mandato, termine che per sua natura rimanda non a una semplice vendita ma a un rapporto di fiducia tra le parti che richiede di agire secondo l interesse del cliente. I servizi di investimento dunque sono una sorta di filtro che, prendendo il cliente per mano, lo guida tra le possibili alternative fino ad accompagnarlo alla scelta più corretta per il suo profilo di rischio. Senza questo filtro, che è la vera consulenza che si offre la cliente, non c è motivo di richiedere una contropartita economica. 2

3 Operare a vantaggio del cliente è un obbligo non una moral suasion, ha ricordato Spada, e questo già dalla Legge sul risparmio del L intermediazione finanziaria è un mestiere diverso dalla raccolta del risparmio; non tutti i mestieri sono uguali e dunque non tutte le compliance sono uguali. A suo avviso l approccio alla Compliance non può essere di tipo istituzionale, cioè omnicomprensivo, ma di tipo funzionale cioè specializzato per mestiere. Il mondo dei servizi di investimento si basa, come detto, sul rapporto di fiducia tra le parti, il che richiede di agire secondo l interesse del cliente. Business e compliance sono dunque due angoli visuali dello stesso mondo; ciò comporta che l intermediario debba: conoscere i prodotti finanziari; conoscere i clienti; orientare gli investitori. Attenzione alle letture riduzioniste, ha sottolineato Spada, che spesso rischiano di trasformarsi in letture negazioniste : chi cerca di dimostrare di fare solo execution only per sfuggire alla responsabilità e agli adempimenti, in realtà, mina il suo ruolo nel mercato poiché poca responsabilità significa poco business, ha ben sintetizzato Spada. Ovviamente nessuno vuole intervenire sulle scelte strategiche dell intermediario che sono rimesse all autonomia imprenditoriale degli operatori; tuttavia deve essere chiaro che le scelte strategiche incidono sul rischio di non conformità. Dunque, va ribadito che Compliance starts at the top. Il ruolo della funzione di compliance sulle strategie aziendali Nella seconda parte del suo intervento, Spada ha illustrato il tema dell interazione sulle scelte strategiche a partire da quanto dichiarato nella Comunicazione congiunta Banca d Italia/CONSOB dell 8 marzo 2011 ( la compliance valuta il rischio di non conformità sotteso alle scelte strategiche... ) e dalla comunicazione CONSOB : nella definizione della propria politica commerciale, si abbia cura di valutare la compatibilità dei singoli strumenti inseriti nel catalogo prodotti, avuto riguardo alla loro complessiva morfologia, con le caratteristiche ed i bisogni della clientela cui si intende offrirli. Spada ha ricordato che la delibera CONSOB n /2010 richiede all intermediario l invio a marzo di ogni anno all Autorità di una relazione annuale anche su Piano strategico che riporti, fra l altro, le valutazioni in termini di rischio di conformità effettuate in relazione alle individuate strategie, con particolare riguardo agli aspetti innovativi delle stesse. Ciò non significa che la funzione di compliance sia chiamata a codeterminare il piano strategico dell intermediario, ma che gli organi di vertice possano beneficiare delle osservazioni aziendali in tema di impatto sul rischio di non conformità delle scelte strategiche condotte e delle stesse tenere conto nei piani predisposti. Il piano strategico è, e resta, un piano elaborato dagli organi amministrativi e commerciali dell intermediario, arricchito dalle valutazioni, condotte dagli stessi organi, sulla base anche delle osservazioni della compliance, in termini di impatto sul rischio di non conformità delle proprie determinazioni strategiche. Le sfide concrete e attuali della compliance (e della Vigilanza) Per il futuro, ha rimarcato Spada, non aspettatevi minus sugli adempimenti di conformità. 3

4 La funzione di compliance deve far presente agli organi di vertice i rischi di non conformità sottesi alle politiche commerciali adottate e le debolezze e inidoneità delle procedure predisposte. Gli organi di vertice hanno il dovere di considerare quanto segnalato dalla compliance e deliberare al riguardo. Come esempio Spada ha così elencato alcune possibili criticità che CONSOB si aspetta debbano essere eventualmente evidenziate nel processo di budgeting: Budget fondati su esigenze dell intermediario (ad es. esigenze di liquidità della banca) e non sui bisogni della clientela; Raccolta diretta/raccolta indiretta (possibili conflitti di interesse) Non valorizzazione del data base sul profilo clienti per adeguatezza (forte rischio di comportamenti a valle in elusione ai doveri di adeguatezza) Campagne prodotto (forte rischio di comportamenti a valle in violazione dei doveri di adeguatezza) Incentivi al personale su criteri quantitativi di prodotto (conflitti di interesse) Pricing dei propri servizi: consulenza gratuita e retrocessione di commissioni; (conflitti di interesse). Le banche e la distribuzione di prodotti assicurativi: profili di rilievo per la compliance Elena Bellizzi, Responsabile Sezione Consulenza Legale, ISVAP La dottoressa Bellizzi ha descritto il quadro normativo di riferimento per gli intermediari assicurativi e analizzato gli aspetti di compliance posti dall introduzione di nuovi prodotti assicurativi a forte componente finanziaria. La dottoressa Bellizzi ha iniziato fornendo alcuni dati: il registro italiano degli intermediari assicurativi comprende alla data 632 banche con una quota di mercato del 60,3% nel ramo vita e del 3,5% nel ramo danni (dati 2010 confermati nel primo semestre 2011); vi è quindi nel ramo vita una forte presenza delle banche su cui, come è noto, ISVAP ha il potere di vigilanza per la sola distribuzione dei prodotti assicurativi. Sul ramo danni ciò che si rileva è il tasso di velocità di crescita dei nuovi prodotti che hanno un elevato contenuto finanziario. Le polizze danni fino a qualche anno fa erano semplici contratti anti infortuni mentre oggi predominano prodotto quali CPI (Collateral Protection Insurance) che assicurano eventuali perdite pecuniarie del cliente finanziato e il 79% di questo nuovo mercato è delle banche. Già questo spaccato, ha commentato la dottoressa Bellizzi, offre grandi spunti di riflessione per la compliance: quali sono infatti i rischi di questo nuovo mercato? I contenuti finanziari dei nuovi prodotti richiedono una elevata professionalità degli intermediari come richiesto dal quadro normativo europeo e italiano. Fondamentale è la formazione degli addetti, obbligo di legge. Un aspetto su cui l ISVAP sta facendo molte verifiche è quello del rispetto delle regole di comportamento verso la clientela in special modo per quel che riguarda la consegna dei documenti obbligatori. Un altro tema all attenzione dell ISVAP sono i conflitti di interesse: Isvap ha recentemente dettato delle regole stringenti proprio per i CPI anche sollevando il malumore delle banche e dell ABI. Specifiche cautele devono essere adottate per le vendite a distanza e per le attività dei call center per i quali ISVAP ha dettato regole precise. 4

5 Banche e assicurazioni: governance e profili antitrust Giovanni Calabrò, Direttore Generale della Concorrenza, Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato Il dottor Calabrò ha svolto un dotto interveto parlando dei rapporti tra libertà d impresa e regolamentazione dei mercati. In un mondo ideale non servirebbero le authority e non servirebbe la Compliance ma purtroppo la realtà è ben diversa. Al centro ci deve essere il cliente che deve sempre essere informato prima di scegliere: se la banca vende una polizza di cui è anche beneficiaria il cliente lo deve sapere. Su questi aspetti l authority per la concorrenza finora ha svolto solo attività di moral suasion ma in futuro saremo più severi, ha detto Calabrò. Il ruolo della Compliance, ha chiosato Calabrò, deve essere proprio questo: essere la voce critica che segnala al vertice aziendale i possibili conflitti d interesse. Governance, controlli e creazione di valore Marina Brogi, Ordinario di Economia degli Intermediari Finanziari, Università La Sapienza di Roma La dottoressa Brogi ha affrontato il tema della governance bancaria e dei controlli commentando le linee guida dell OCSE su questo tema. Occorre una responsabilizzazione dei vertici aziendali, in ciò consigliati dalla Compliance, ma anche dei clienti che devono trasformarsi in prosumer: produttori e consumatore. Attenzione ai modelli di governance che spesso, anche nelle banche, favoriscono gli equilibri interni e non l efficienza. La dottoressa Brogi si è poi domandata in che modo la governante favorisca la creazione di valore: la risposta è che la governante deve favorire una chiara definizione del risk appetite della banca. 5

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