Rachele Bono L espropriazione delle terre alle comunità Mapuche della Patagonia argentina

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1 Rachele Bono L espropriazione delle terre alle comunità Mapuche della Patagonia argentina

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3 Ai miei genitori e, doverosamente al popolo Mapuche... Cada promesa es una amenza; de cada pérdida, un encuentro. De los miedos nacen los corajes; y de las dudas, las certezas. Los sueños anuncian otra realidad posible y los delirios, otra razón. Al fin y al cabo, somos lo que hacemos para cambiar lo que somos. La identidad no es una pieza de museo, quietecita en la vitrina, sino la siempre asombrosa síntesis de las contradicciones nuestras de cada día. El libro de los abrazos Eduardo Galeano Introduzione La questione indigena in Argentina, purtroppo, non occupa un posto molto rilevante e soprattutto sembra non stare tra gli impegni dell agenda del governo. Ci si ricorda delle comunità indigene solo nei discorsi patriottici che parlano del sangue araucano, o nelle botteghe d artigianato dove brillano antichi gioielli e tessuti dai colori oscuri. Il Mapuche è un tema più legato al turismo e al folclore che alle discussioni politiche nazionali. La questione indigena in Argentina, come anche in Cile, è un tema molto delicato. Gli argentini vantano di essere una razza omogenea, ossia, omogeneamente bianca, mentre che un sottile razzismo attraversa questa cultura del fin del mundo negando l origine meticcia di buona parte della popolazione argentina. Il Mapuche è stato riempito di stereotipi e pregiudizi (come flojo, borracho, ecc.) e il problema indigena continua ad essere una realtà sospesa e un conflitto irrisolto, con un importanza obiettiva, data dal numero di persone che si trovano coinvolte, e con un forte significato simbolico giacché si tratta di un popolo e una cultura della terra, e soprattutto perché rappresenta la sfida, per la società argentina e cilena, di saper convivere col proprio passato e la propria diversità. Nella mia tesi mi sono posta l obiettivo di analizzare ed evidenziare le procedure e le modalità con cui molte comunità Mapuche della Patagonia sono private, e a volte letteralmente espulse, dalle proprie terre d origine a favore di stranieri multimilionari e latifondisti che offrono un brandello d opulenza in cambio d omertà. Basicamente il fenomeno delle terre in Patagonia è: grandi magnati che decidono di comprare il paradiso perseguendo differenti obiettivi: nel caso di Benetton, per esempio,

4 rachele bono: l espropriazione delle terre alle comunità mapuche 4 l impresa Benetton compra una compagnia, la Compañia Sud Argentino Limitado (o CSAL) e si converte nel più grosso proprietario privato dell Argentina; Jospeh Lewis compra un paradiso, un paesaggio naturale e un lago meraviglioso nel El Bolsòn; Ted Turner, fondatore della CNN, compra le rive di un fiume (il fiume Traful, nei pressi di Villa Traful) perché è fanatico della pesca; Douglas Tompkins compra un pezzo di un Parco Nazionale perché dice di voler preservare la natura però potrebbe starci dietro l interesse per l acqua... Sono dei pazzi; multimilionari, stravaganti ed eccentrici che vanno in Patagonia perseguendo il sogno di un mondo proprio, ma il problema non è tanto ciò che perseguono, il problema è che li lasciano comprare, che non ci sia nessuno sia li freni. Non è male che ci siano stranieri, in questo bisogna essere chiari, non c è da tenere un discorso antistranieri. Il problema è la mancanza di legislazione e le modalità di concentrazione e distribuzione delle terre, in altre parole, prima di vendere un milione d ettari ad uno straniero, distribuiamo la terra correttamente e riconosciamo i diritti dei popoli originari e della gente che non possiede la propria terra. Sia chiaro che non è un male che ci siano stranieri che apportano, tra le altre cose, capitale economico al paese, il conflitto non è generato da questo, l Argentina e buona costa della Patagonia sono state forgiate da stranieri e c è stata convivenza pacifica tra i popoli originari e gli stranieri, è una cosa possibile; un Mapuche deve poter convivere, e di fatto lo ha saputo fare, con i Gallesi di Trevelin e le colonie gallesi di Esquel, storicamente è successo e si può, ciò che manca è politica, non c è limitazione, non c è una legge che regoli la vendita di terra in Argentina, non c è uno Stato forte che invece di vendere 900mila ettari ad una corporazione privata, quale i Benetton, capisca che tali cifre sono troppo, e si accontenti di venderne 100mila, che comunque il progetto produttivo avrà lo stesso rendimento e inoltre, in Argentina c è terra a sufficienza come per vendere ettari a un privato. Questo è ciò che manca, il controllo da parte dello Stato. Dunque, la prima parte della tesi sarà dedicata ad un approfondita descrizione della comunità Mapuche; oltre a considerare l origine e l evoluzione di questo popolo, si cercherà di individuare l ambiente sociale ed economico nel quale questa vive attualmente. In questa prima parte sarà analizzata anche la pressione che esercita la società indigena sulla questione della terra, ne saranno descritte le conseguenze locali, mettendo in luce le precarie condizioni lavorative e di vita dei Mapuche e le controverse conseguenze sulla crescita economica dell Argentina. Questa parte terminerà analizzando la questione indigena in Cile e Argentina. La seconda parte di questo lavoro, invece, racchiude l investigazione sul campo vera e propria. Nel periodo di ricerca di tre mesi svolto in Argentina, e in particolare in Patagonia, si ha avuto modo di incontrare e intervistare gente locale, lavoratori e contadini, è stato possibile conoscere la comunità Mapuche di Leleque, in particolare Rosa e Attilio Curiñanco, nonché gli avvocati che si sono occupati del caso Benetton/Curiñanco (Augusto Macayo prima, e Fernando Kosovsky dopo) e vari rappresentanti di associazioni Mapuche (come la Once de octubre ) e di organizzazioni non governative (come GA- JAT: Grupo de Apoyo Juridico por el Acceso a la Tierra, e Indymedia) che si occupano delle problematiche legate all espropriazione e all espulsione delle comunità indigene

5 rachele bono: l espropriazione delle terre alle comunità mapuche 5 dalle loro terre. Per quanto riguarda i rappresentanti delle imprese o dei proprietari di stabilimenti in Patagonia, è necessario sottolineare che non è stato in alcun modo possibile accedere direttamente e personalmente all informazione su di essi, né di ottenere alcuna intervista con qualcuno di questi personaggi. Tutti i dati presenti su questa tesi riguardanti, i grandi magnati e proprietari della Patagonia sono stati ricavati dall informazione raccolta con le interviste e testimonianze della gente locale e dalla documentazione esistente sul tema. Quando ho cominciato questa investigazione credevo che si trattasse di gente comunemente ricca, ma percorrendo le varie e vaste regioni della Patagonia, scoprivo poco a poco che non stavo dietro alle tracce di semplici ricchi con appena un poco di potere. I milionari che sono arrivati nel sud del mondo perseguendo, giustamente, il sogno del mondo proprio, appartenevano a una categoria di magnati difficilmente classificabile: si tratta degli impresari più potenti della terra. Sembrerebbe un affermazione esagerata ma non lo è. La somma delle loro fortune supera il PNL di un paese come la Bolivia. La ricerca in Patagonia era tesa a scoprire chi erano questi uomini che compravano la Patagonia in vendita senza alcun inconveniente, per poi tessere un mondo nuovo, fatto a loro misura, tra le bellezze di questo paradiso che è la Patagonia; che stabilivano leggi proprie e dormivano senza alcuna preoccupazione; che passeggiavano per i paesini come completi sconosciuti, approfittando della sicurezza e tranquillità negate nei paesi centrali, dove avevano accumulato le loro ricchezze. Alcuni venivano per affari economici, altri semplicemente per riposare, ma tutti restavano affascinati e innamorati di queste terre paradisiache nell estremo sud del mondo. PARTE PRIMA Il problema indigeno in Argentina CAPITOLO 1 LE COMUNITÀ MAPUCHE IN CILE E ARGENTINA Un po di storia L origine del popolo Mapuche non si conosce con molta certezza. I Mapuche che si autodefiniscono gente della terra (in mapudungun: che: gente; mapu: terra) nascono da una lotta incessante tra l oceano e la cordigliera delle Ande, i due elementi centrali che governano il loro territorio e la loro cultura. La teoria più conosciuta è quella postulata da Ricardo Antonio Latcham, 1 il quale afferma che i Mapuche sono originari dell attuale territorio argentino e che attraverso un lungo processo di migrazione, si sa- 1 Fino a qualche anno fa, la teoria di Latcham sembrava non meritare obiezioni, ma oggi nuovamente è oggetto di revisioni e discussioni.

6 rachele bono: l espropriazione delle terre alle comunità mapuche 6 rebbero introdotti come un gruppo etnico e culturale straniero tra altre comunità già esistenti in Cile, tra cui i Picunches e gli Huilliches, stabilendosi definitivamente tra i fiumi Bìo-Bìo e Toltén e imponendo la propria lingua e abitudini. Le prime invasioni che minacciarono l esistenza del popolo Mapuche, provennero dall impero incaico. È da allora che i Mapuche cominciarono ad avere fama di coraggiosi guerrieri e popolo indomito capace di trionfare sui migliori eserciti dell epoca. La seconda grande invasione fu quella dei conquistatori spagnoli, in occasione della quale i Mapuche respinsero l intromissione nel loro territorio e uccisero Pedro de Valdivia, capo della spedizione. Furono queste le gesta che ispirarono Alonso de Ercilla e Zuñiga nei famosi versi de La Araucana. I Mapuche sono, quindi, un popolo con una lunga storia. 2 La traiettoria del popolo Mapuche si può riassumere in alcuni punti fondamentali. Innanzi tutto un primo periodo, antecedente l arrivo degli spagnoli, del quale, ovviamente si sa molto poco. 3 Segue un secondo periodo, di guerra crudele e senza tregua che durò più di un secolo, la famosa Guerra d Arauco ( ) che, in realtà, terminò recentemente, durante la Repubblica con il processo denominato di Pacificazione dell Araucanía che si concluse nel Essa narrata da differenti cronisti durante il periodo coloniale, come una costante guerra a morte tra spagnoli e Mapuche, significò qualcosa di più di un conflitto bellico, ma rappresentò un intenso scambio culturale ed economico e un processo di mestizaje, 4 (durante questi contatti è importante ricordare l adozione, da parte dei Mapuche, del cavallo e di varie tecniche di lavorazione dei metalli). Questo periodo termina con la pace di Quilín, quando la corona cercò un certo modus vivendi con i Mapuche. Questa tregua portò a fissare la frontiera indigena nel fiume Bìo-Bìo e a riconoscere l indipendenza dei territori che occupavano. Da allora ebbe inizio un lungo periodo coloniale (anche questo durerà un secolo e mezzo) caratterizzato da una prolungata resistenza alla corona ispanica con frequenti attacchi al territorio e accesi sollevamenti indigeni, obbligando l amministrazione a riconoscergli una certa autonomia. Non fu un periodo di tranquillità nelle frontiere ma neppure un tempo di guerra permanente. In questo periodo si ebbero molte trasformazioni nella società indigena, tra le quali l annessione al loro territorio della pampa argentina che contribuì ad accrescere le loro ricchezze di bestiame. Un quarto periodo, si ebbe con l Indipendenza del Cile e le guerre che la accompagnarono. In queste, il popolo Mapuche fu, più che altro, uno spettatore. Dal 1866, quinto periodo, il colonnello Cornelio Saavedra organizzò un attacco contro i Mapuche. L esercito cileno avanzò sul territorio, cambiando la linea di frontiera del Bío-Bío con quella del Malleco, e riducendola così di 200 Km. Ciò scatenò una violenta guerra, furono venti anni di lotta sanguinaria in cui le lance e i boleadores Mapuche 2 J. Bengoa ed E. Valenzuela, Economia Mapuche. Pobreza y subsistencia en la sociedad Mapuche contemporanea. PAS. Pag Gran parte dell informazione sui Mapuche proviene quasi esclusivamente dai conquistatori spagnoli. Per cui, s intende che è necessario analizzarla criticamente. Abbiamo inoltre, a partire dal XVIII secolo, molte testimonianze di viaggiatori europei che cominciano a visitare il territorio con interesse scientifico o semplicemente per essere naufragati nelle vicinanze. Questi viaggiatori saranno la migliore informazione durante il XIX secolo. 4 Mescolanza, eterogeneità. Trad. personale.

7 rachele bono: l espropriazione delle terre alle comunità mapuche 7 non resistettero contro un esercito moderno e furono duramente sconfitti. 5 Parallelamente alla Pacificazione cilena, in Argentina, dopo la resa di vari cacicchi tra i quali Purrán, Namuncurá, Curruhuinca e Sayhueque, si terminarono le azioni militari iniziate nel 1879 sotto il nome di Conquista del deserto e condotte dal generale Julio Roca. 6 Evidentemente, e aldilà dei conflitti per le rispettive sovranità nazionali, si trattò di un operazione che ebbe come esito lo sterminio di massa dei Mapuche di entrambi i lati della cordigliera delle Ande e la perdita quasi totale delle loro terre, che si concentrarono così nelle mani di pochi proprietari. Così fu come la metà del territorio argentino abitato da diversi popoli aborigeni, fu occupata dal governo nazionale e ridistribuito secondo le richieste dei gruppi di potere dominanti, i quali dopo la fine della Guerra del Paraguay nel 1870, cominciarono un processo socioeconomico e politico di concentrazione della terra e di ripopolamento del territorio favorito dall apertura del paese alle correnti immigratorie europee. Ciò causò che gli indigeni sconfitti dovettero installarsi nelle terre meno fertili, isolate e marginali, adottando la modalità produttiva dell allevamento di bestiame. 7 Esclusi e accantonati contro la cordigliera in terreni inospiti dove non c era la possibilità di piantare neppure un albero (Gonzalo Sánchez). 8 Da allora, in Cile, si apre un sesto periodo nel quale i Mapuche saranno isolati nelle cosiddette reducciones. I terreni furono dichiarati di proprietà fiscale e lo Stato assegnò delle parcelle di terra alle famiglie, i cosiddetti Titoli di Mercè. Ma queste terre, come già detto, erano molto poche e di pessima qualità. Fino al 1924 si ripartirono le terre, anno in cui si sciolse anche la Comisión Radicadora de Indígenas che segnò il congelamento della situazione della terra per i Mapuche. Un settimo periodo nell esistenza di questo popolo si apre con la loro incorporazione marginale e subordinata alla vita nazionale. A partire dagli anni 30 si aprirono scuole nei campi e cominciarono a imparare lo spagnolo, cominciarono, così, le migrazioni a Temuco e Santiago del Chile, e sporadicamente anche verso l Argentina, iniziarono, i- noltre, a partecipare in politica, essendo eletti deputati vari candidati Mapuche. 9 Nel 1988, quando si comincia a consegnare le terre in proprietà individuali, la superficie si era già ridotta a ettari. In poco meno di un secolo la comunità aveva perso, a causa di diverse usurpazioni, il 73,5% della terra. Così passarono, dal controllare circa 10 milioni di ettari a dover sopravvivere in appena 500 mila. Inoltre le politiche di colonizzazione delle terre del sud finirono per emarginarli e facilitarono l usurpazione di 5 J. Bengoa ed E. Valenzuela, Economia Mapuche. Pobreza y subsistencia en la sociedad Mapuche contemporanea PAS. Pag.16 6 "Estamos como nación empeñados en una contienda de razas en que el indígena lleva sobre sí el tremendo anatema de su desaparición, escrito en nombre de la civilización. Destruyamos, pues, moralmente esa raza, aniquilemos sus resortes y organización política, desaparezca su orden de tribus y si es necesario divídase la familia. Esta raza quebrada y dispersa, acabará por abrazar la causa de la civilización. Las colonias centrales, la Marina, las provincias del norte y del litoral sirven de teatro para realizar este propósito". Julio Argentino Roca ( ) Citazione tratta dal sito http: // 7 J.C. Radovich e A. Balazote., La problematica indigena. Estudios antropològicos sobre pueblos indìgenas de la Argentina CEAL 1992; Cap. El pueblo Mapuche en la actualidad. 8 Testimonianza tratta dall intervista a Gonzalo Sánchez, giornalista delle riviste argentine Noticias e Gattopardo. Buenos Aires, Argentina, 2 marzo J. Bengoa ed E. Valenzuela, Economia Mapuche. Pobreza y subsistencia en la sociedad Mapuche contemporánea PAS. Pag.16

8 rachele bono: l espropriazione delle terre alle comunità mapuche 8 molte di queste terre, incluso quelle riconosciute dal Titolo di Mercè. La seguente testimonianza dimostra chiaramente il processo di usurpazione delle terre che ancora attualmente e con diverse modalità si ripete: Fuimo desalojado de aquel paraje Reñileo, por un terrateniente, llegamos en aquella época acá, a los Miches con mucho sufrimiento, con mucho sacrificio, nuestras familias, nuestros padres, nuestros abuelos, todos con su gran capital, pero llegamo acá y se le terminaron por el mal trato que le dio el tiempo, en el invierno sobre todo donde se terminaron los animales, sufrimo el hambre, pobreza, enfermedades, muriéndose más de una docena de chicos y también adultos (...), pasando por momentos de tristeza, de dureza y de atropello. 10 (Antonio, 49 anni, Neuquén). Gli inganni di alcuni commercianti senza scrupoli con l impunità della giustizia nazionale provocarono l impoverimento di molta gente che in un determinato momento aveva condotto un attività produttiva con una certa prosperità. Attualmente continuano le usurpazioni di terre indigene mediante l installazione di ferro spinato da parte dei proprietari latifondisti che molte volte contano sull inerzia legale favorevole per esercitare tali azioni. 11 La società Mapuche contemporanea La società Mapuche contemporanea nasce dalla sconfitta militare della fine del secolo scorso. È una società che è stata isolata in riserve indigene e che, di conseguenza, si è auto-rinchiusa nell area della propria comunità, ciò è stato il risultato della cosiddetta radicazione, poiché l economia e la società di questo popolo sono organizzate a partire dalle reducciones. Dalla sconfitta militare ha avuto luogo un processo di estinzione legale della società Mapuche: in Cile sono denominati cileni e non Mapuche. Si mantiene solo un sistema di protettorato ( protector de indígenas ) che indica il fatto di essere cileni di seconda classe, fatto ancora più grave. Questa società ha sofferto un colpo molto brusco. Molti investigatori del secolo e, in qualche caso, i Mapuche stessi, sono convinti che il Mapuche scomparirà in poco tempo. Nonostante tutto è un popolo che conserva ancora la propria lingua, il mapudungun, e continua a mantenere i propri valori e tradizioni. Ciò fa sì che si mantenga con più forza l identità indigena. Il caso dei Mapuche è, infatti, molto differente da tante altre situazioni indigene: si può affermare che, a tutt'oggi, non si ha avuto la distruzione dei Mapuche, ma neppure la loro integrazione; al contrario si percepisce la loro forza di equilibrio, la loro capacità di resistenza alla distruzione culturale e la loro potenzialità di affermazione a livello nazionale J.C. Radovich e A. Balazote, La problematica indigena. Estudios antropológicos sobre pueblos indígenas de la Argentina CEAL 1992; Cap. El pueblo Mapuche en la actualidad. 11 Ibidem 12 El órden de la vida Mapuche aún sigue en práctica. Los diferentes roles que siguen diagramando en cierta forma el desarrollo cultural nos permite seguir ligados a nuestras historias de vida. Pero como bien lo mencionó el Logko Juan Kajkü Küra (Cacique Juan Cafulcura) "...no se puede ser gente de la

9 rachele bono: l espropriazione delle terre alle comunità mapuche 9 La società Mapuche contemporanea è una società di contadini. Sono piccoli produttori, che riservano gran parte del proprio prodotto al consumo personale, e la parte restante alla vendita sul mercato locale. Accanto a questa società di contadini c è poi chi non è potuto rimanere nel campo, ossia i migranti, i Mapuche che vivono nella città. Questi stanno, in ogni caso, in relazione costante con la loro famiglia che vive nella comunità. La terra è, per tanto, un tema centrale nella preoccupazione di questa società. 13 In questo momento, il popolo Mapuche continua a reclamare il proprio territorio sottratto dal dominio di Cile e Argentina alla fine del secolo scorso. Sempre più dispersi e influenzati dalla modernità dei giorni nostri, lottano per conservare la propria cultura e recuperare parte del territorio perso, anche attraverso la creazione d organizzazioni a livello locale e internazionale. La popolazione Mapuche del XXI secolo è principalmente urbana, però mantiene vincoli forti con la propria comunità di origine e continuano ancora i reclami per il territorio e il riconoscimento della propria cultura. Demografia e distribuzione delle comunità Mapuche Il popolo Mapuche è originario dell America del sud. Occupa, fin dalle sue origini, l attuale zona centrale del Cile compresa tra il fiume Choapa al nord e l arcipelago di Ciloé al sud e l Argentina dal sud delle province di Mendoza, San Luis, Córdoba e Buenos Aires, fino alla Patagonia (La Pampa, Río Negro, Neuquen, Chubut e il nord di Santa Cruz). In Argentina: attualmente, la popolazione Mapuche si è assestata sia nelle zone rurali sia in quelle urbane, nelle province di Chubut, Río Negro, Neuquen, La Pampa e Buenos Aires. A Neuquen esistono 37 gruppi, dei quali 23 (62,2%) possiedono lo status di riserva indigena. Nella Pampa, le terre cedute ad indigeni si trovano nelle località di Colonia, Emilio Mitre, nel dipartimento Chalileo, dove vivono i Mapuche-Ranchelini, nella zona di Puelches e nei dipartimenti di Puelén, Limay, Mahuida e Utracán. In alcuni casi, gli a- borigeni della Pampa possiedono titoli di proprietà in forma individuale. La provincia di Buenos Aires possiede alcuni insediamenti indigeni nei pressi di Gral. Viamonte (Los Toldos), Olavarria, Azul, Bragado, 25 de Mayo, Tapalque e Trenque-Lauquen. Inoltre è importante segnalare la presenza sempre crescente dei Mapuche nelle città come conseguenza dei processi migratori. Così città come San Carlos de Bariloche, E- squel e El Bolsón nella zona cordigliera; Ing. Jacobacci, Zapala e Cutral-Co nell area tierra sin tierra..." Realidad que aún hoy se padece: la negación del derecho a ser nosotros mismos. Es por ello que algunas personas creemos que difundir parte de nuestra cultura en los diferentes aspectos, contribuye a asegurar la continuidad de nuestro pueblo, puesto que se entrega al mundo pero muy especialmente a los niños y jóvenes. Al fin, todos podemos sentirnos Mapuche: es decir, Gente de la Tierra. - Dal sito di Beatriz Pichi Malen: 13 J. Bengoa ed E. Valenzuela, Economia Mapuche. Pobreza y subsistencia en la sociedad Mapuche contemporánea PAS. Pag.43

10 rachele bono: l espropriazione delle terre alle comunità mapuche 10 della meseta patagonica; Neuquen, Cipolletti, Gral. Roca e Villa Regina nell alta Valle del Río Negro; Viedma e Carmen de Patagones sullo sbocco del fiume medesimo, costituiscono gli insediamenti urbani di differenti dimensioni e caratteristiche che ricevono costantemente i flussi di popolazione provenienti dai gruppi domestici delle campagne, i quali non riuscendo ad assorbire la crescita vegetativa scelgono la migrazione selettiva di alcuni dei propri membri seguendo distinte modalità stagionali e occupazionali, una strategia che gli permette di riprodursi e continuare con i propri processi produttivi. Per quanto riguarda la quantità di popolazione Mapuche che vive in Argentina, è un po difficile fornire delle cifre esatte, dovuto all imprecisione dei dati offerti dai diversi censi. Nel riquadro che segue si possono osservare i dati offerti dal Censo Indigeno Nazionale (CIN) del Popolazione Mapuche dell Argentina per province: 14 Provincia Popolazione % pop. Provinciale % pop. Mapuche Buenos Aires ,007 6,8 La Pampa ,32 6,9 Neuquen ,5 27,0 Rìo Negro ,1 32,3 Chubut ,8 27,0 TOTALE ,0 Secondo il CIN i Mapuche dell Argentina costituivano, in quel momento, circa il 13% della popolazione indigena di tutto il paese. Tuttavia va considerato che tale censo, a causa d erronei criteri metodologici usati, non registrò i Mapuche dispersi nella zona rurale e nemmeno i migranti delle zone urbane, quindi le cifre fornite dal CIN sono da considerarsi abbastanza lontane dalla realtà. 15 Si stima, infatti, che includendo tale parte della popolazione Mapuche il totale potrebbe arrivare a circa 50 mila individui. (Nardi,1981). 16 Tuttavia, delle stime più recenti, fornite dall Encuesta Complementaria de Pueblos Indígenas (ECPI) 2004/05 realizzata dallo Stato Argentino, attraverso l Istituto Nazionale di Statistica e Censi, si calcola che sono circa persone gli appartenenti o discendenti in prima generazione al popolo Mapuche, e la gran parte di questi - il 73% - vive nelle province di Chubut, Río Negro, Santa Cruz e Terra del Fuoco, Antartide. 17 In Cile: un difettoso egualitarismo statistico c impedisce di conoscere effettivamente quanti Mapuche ci sono in Cile, tuttavia, cifre approssimative calcolano più di 200 mila indigeni araucani che vivono in più di due mila piccole reducciones distribuite nella vasta area centrale del Cile conosciuta come Frontiera o Araucanía (vedi tabella 1); 18 più 14 Fonte: Censo Indigena Nazionale J.C. Radovich e A. Balazote, La problematica indigena. Estudios antropológicos sobre pueblos indígenas de la Argentina CEAL 1992; Cap. El pueblo Mapuche en la actualidad. 16 C. Saugy, Los Mapuches argentinos en la actualidad. In A.A. V.V., la Argentina. Instituto nacional de antropología, INAPL, Cfr: 18 Louis Faron, Los Mapuches. Su estructura social. Inst. Ind. Americano, México, Pag.4

11 rachele bono: l espropriazione delle terre alle comunità mapuche 11 della metà di questi vive nella provincia di Cautín e Mallevo, nel cuore della zona indigena. I Mapuche, in questa zona, sono stati, fin dalle origini, agricoltori e rappresentano l unica e la più importante società indigena del paese. Per avvicinarci ad una definizione appropriata, distingueremo quattro tipi di Mapuche in Cile. Il primo è formato dai Mapuche che vivono nelle comunità rurali del sud, nella Provincia di Bío-Bío, questo è il settore della comunità Mapuche più facilmente identificabile. Un secondo tipo è dato dai Mapuche che vivono nelle zone rurali, ma non all interno delle comunità, alcuni di loro hanno comprato dei terreni o hanno ottenuto l accesso alla terra beneficiando della Riforma Agraria, questo è un settore molto difficile da quantificare. Un terzo settore è formato dai Mapuche delle città, principalmente Santiago, che mantengono i legami con la loro comunità d origine; e l ultimo settore, il più amplio, è quello in processo di mescolanza con il cileno, che conserva molto poco dei propri tratti etnici, a parte il cognome, che molte volte viene cambiato o modificato, questo settore è praticamente impossibile da quantificare. La quantificazione della popolazione Mapuche è sempre stato un duro lavoro, poiché si è sempre confuso tra punti di vista parziali, per questo le cifre fornite devono sempre essere lette con le dovute precauzioni, perché spesso nascondono molti interessi d ordine non statistico. Rifacendosi ad un calcolo basato sulle mercè di terra, assegnate tra il 1886 e il 1912, si può stimare la popolazione Mapuche in circa persone. Tuttavia, il Censo di Popolazione del 1907 contava abitanti delle comunità Mapuche. Mentre che un documento del CIDA 19 indica una popolazione di persone, rifacendosi ad una stima fornita dalla Dirección de Asuntos Indígenas del 1963, la quale rappresenta il 4% della popolazione totale in Cile. 20 ( ) basta tener presenti questi semplici numeri per capire che dobbiamo considerare i Mapuche come una società indigena molto importante in America del sud. 21 Tuttavia, secondo dati censuali più recenti (Censo 2002) esistono Mapuche, che rappresenta il 4%della popolazione totale e, l 87,3% di quella originaria. È da notare che il censo del 1992 registrò 932 mila Mapuche. Questa enorme riduzione, il 30% circa, della popolazione Mapuche in solo un decennio è stato spesso spiegato come un genocidio aperto. Cosmovisione e credenze religiose È difficile riassumere la ricchezza della cosmovisione e della religiosità Mapuche. Citiamo Foerster che segnala: Che in Cile sono pochi i gruppi o settori che manifesta- 19 CIDA. Comité Interamericano de Desarrollo Agricola. Cile. Tenencia de la Tierra y desarrollo socio-económico del sector agricola. Talleres Gráficos Hispano Suiza. Santiago Questo studio fu la base per la Riforma Agraria cilena, possiede, quindi, una grand importanza negli studi agrari cileni. 20 J. Bengoa ed E. Valenzuela, Economia Mapuche. Pobreza y subsistencia en la sociedad Mapuche contemporánea PAS. Pag M. Stuchlick, Organización social Mapuche en Segunda Semana Indigenista. Escuelas Universitarias de la Frontera. Temuco Cile. Pag.100

12 rachele bono: l espropriazione delle terre alle comunità mapuche 12 no con tanta chiarezza come i Mapuche, che la loro identità ed essenza (inscindibile dalle condizioni di vita della terra (mapu), degli animali, della natura) si legano fino a confondersi con il sacro 22. I Mapuche attuali, sono arrivati a stabilire una nuova dimensione religiosa in un sincretismo che include tanto la religione cattolica come i culti evangelici protestanti. La machi, la figura religiosa per eccellenza, è fondamentale nel culto e nella celebrazione di vari rituali. Essa è la mediatrice tra il mondo naturale e il soprannaturale. È lei che u- tilizza, con tali fini, il kultrung, un tamburo cerimoniale sul quale è rappresentato simbolicamente l universo diviso in quattro parti, per mezzo di una croce; nei quadrati superiori sono rappresentate raffigurazioni del cielo e nelle inferiori della terra. L uomo Mapuche sta al centro del cosmo, dove convergono i quattro punti cardinali. È la meli witran mapu (in mapudungun: la terra dei quattro angoli). L ordinamento dell universo e di tutti gli esseri, ha conferito a questo un carattere mitologico. Così la regione del cielo wenu mapu, è il luogo dove abitano le varie divinità che governano l universo, come il dio Ngnechen, re e signore degli uomini. Inoltre, ci sono due punti cardinali relazionati con il bene: il sud e l oriente; mentre il nord e l occidente, sono considerati negativi. L oriente non è solo il luogo dove nasce il sole, la luna e le stelle, ma rappresenta il posto da dove si sprigionano tutti i poteri e le forze capaci di assicurare la vita. Tutti i riti e cerimonie si orientano verso questo punto. Il nord e l occidente s identificano in senso negativo; il primo a causa della provenienza dei venti portatori del mal tempo, mentre che il ponente è il punto dove muore il sole e vanno a riposare i defunti. Il Cristianesimo ha generato parecchi cambiamenti nelle credenze Mapuche, dirigendole verso il monoteismo. Oggi si riconosce all Essere Supremo come Dio Padre (Chau - Dio), creatore e signore degli uomini e dell universo, e Pillan, che era una divinità benefica d oriente, è quasi considerato un demonio. In molte delle cerimonie rituali Mapuche e d accordo con la loro cosmovisione, si persegue l obiettivo del bilanciamento delle forze del bene (Ngnechen) con quelle del male (wekufe o spiriti malefici). Il primo significa vita e costruzione, e il secondo distruzione e morte. Tra le cerimonie più importanti segnaliamo, il ngillatún o kamaruco, un rito di fertilità celebrato una volta l anno, in autunno, nel quale si rende omaggio alla terra e si chiede il benessere generale della comunità, la fertilità dei campi e degli animali, così come la buona salute di tutti; 23 il machitún, rituale di guarigione; il wentripantu o celebrazione dell anno nuovo; il giorno del solstizio d inverno; e infine, si possono considerare anche i riti funebri e d iniziazione. La vitale relazione del Mapuche con la terra, abbraccia non solo l ambito della sussistenza materiale, ma vi trova anche la sua espressione spirituale, la sua cosmovisione, la sua forma di rappresentazione dell universo e la sua relazione con le forze soprannaturali. Questa relazione col proprio territorio spiega la volontà d indipendenza, che non 22 Foerster Rolf, Introducción a la Religiosidad Mapuche, ("Colección Imagen de Chile"), 2ª edición, Santiago-Chile, Editorial Universitaria, Come spiega Damazio Caitruz nella sua autobiografia (Martha Borruat de Bun, Historias de vida, 1970, pag.137): nosotros rogamos todos, en el ngillatún, para todos no para mi nomás no para Mapuches nomás... el Mapuche ruega para todo el mundo!.

13 rachele bono: l espropriazione delle terre alle comunità mapuche 13 invano i Mapuche hanno mantenuto per più di tre secoli, in una lotta senza tregua per la libertà. Organizzazione politica e sociale I Mapuche, abitano in comunità riconosciute ufficialmente come agrupaciones o riserve aborigene. Consistono in un insieme di famiglie insediate su di un territorio determinato che affidano ad un capo o cacicco (anticamente chiamato lonko), che fa da tramite di fronte alle autorità governanti. 24 Tuttavia, le forme di organizzazione politica delle comunità Mapuche in Argentina, variano a seconda della provincia in cui essi abitano e delle caratteristiche storiche che hanno vissuto. La situazione attuale delle riserve, sul piano politico, scarsamente sta in relazione con le forme esistenti nel passato, e la loro storia recente è il prodotto del contatto interetnico in un sistema che li discrimina in vari modi, uno dei quali il potere dello Stato. La figura dell attuale cacicco, per esempio, non ricorda in niente l antico lonko (testa in mapudungun) del passato. La funzione politica dei cacicchi attuali si riduce a quella di delegati della propria comunità di fronte allo Stato, a differenza del lonko di un secolo fa che esercitava anche poteri di comando. 25 Nell attualità la divisione delle terre tra le famiglie ha contribuito ad una disintegrazione sociale e politica, e ha condotto alla conseguente migrazione verso le città con tutto il processo di transculturazione che questo comporta. L identità Mapuche L identità culturale Mapuche affonda le proprie radici nella terra, la quale, oltre a costituire oggetto di lavoro, è l espressione simbolica della propria etnicità. La relazione che si stabilisce tra gli uomini e la terra si plasma attraverso un vincolo che fa sì che gli uomini appartengano alla terra alla stessa maniera che il resto degli esseri della natura. para nosotros los Mapuches, la tierra tiene fuerza propia, como así también todos los seres que habitan en ella le pertenecen, el hombre incluido. (...) el Mapuche sin tierra no es Mapuche. 26 Questa affermazione, reiterata in molteplici occasioni riflette chiaramente ciò espresso sopra e illustra l importanza che i reclami per la terra occupano sul piano delle rivendicazioni del popolo Mapuche. A partire dal 1940, e con maggiore intensità dal 1960, un crescente flusso migratorio, proveniente dalle zone rurali, cominciò a muoversi verso le città svolgendo i lavori meno qualificati e peggior remunerati presenti sul mercato del lavoro. La discriminazione 24 C. Saugy, Los Mapuches argentinos en la actualidad. In A.A. V.V., la Argentina. Istituto nacional de antropología, INAPL, J.C. Radovich e A. Balazote, La problemática indígena. Estudios antropológicos sobre pueblos indígenas de la Argentina CEAL 1992; Cap. El pueblo Mapuche en la actualidad. 26 Ibidem

14 rachele bono: l espropriazione delle terre alle comunità mapuche 14 sofferta dalle prime generazioni di migranti ha condotto ad un processo di disgregazione etnica occultando la propria origine e in alcuni casi, cambiando addirittura il proprio cognome allo scopo di mimetizzarsi con il resto della popolazione. Questo processo negativo d identificazione, in cui i pregiudizi stigmatizzati della società globale prevalgono sulla definizione della propria identità, predominò con una certa intensità fino ad anni recenti. Tuttavia, da circa un decennio, con la fine della dittatura militare in Argentina, sono cominciate a sorgere organizzazioni Mapuche formate principalmente da giovani, per la maggior parte nativi delle città in cui si installarono i loro genitori o nonni. In generale, questi gruppi di giovani, formatasi in diverse attività lavorative e politiche, reclamano l unificazione del pueblo-nación Mapuche (Guiu Mapu, in Cile e Puel Mapu in Argentina), rivendicando un autonomia politica, economica e giuridica che si otterrà attraverso il recupero delle terre e della rivalorizzazione di certi ruoli fondamentali (come quello del lonko e della machi ), e che si riaffermerà sul piano simbolico con il recupero della lingua (il mapudungun) e con la creazione di una bandiera che rappresenti tutte le comunità d entrambi, i settori della cordigliera delle Ande. Il loro motto è Pu Mapuche Wixalein (I Mapuche stanno in piedi), e postula che la lotta ideologica deve aver luogo contro i progetti che cercano di spersonalizzarli come popolo, e di fronte alla problematica della cittadinanza affermano: ( ) sólo somos argentinos cuando hay elecciones, después seguimos siendo indios. 27 Evidentemente i reclami per la terra unificano le rivendicazioni di tutti i gruppi politici Mapuche nonostante le sfumature differenziali tra loro. Non è casuale, che i maggiori problemi che affrontano le diverse comunità Mapuche adesso, sono relazionati con l integrità delle riserve indigene sul piano socio-economico e ambientale. 27 J.C. Radovich e A. Balazote, La problemática indígena. Estudios antropológicos sobre pueblos indígenas de la Argentina CEAL 1992; Cap. El pueblo Mapuche en la actualidad.

15 CAPITOLO 2 IL PROBLEMA DELLA TERRA. IL CARATTERE MINIFONDISTA DELL ECONOMIA MAPUCHE L economia Mapuche possiede poca terra. È questo l aspetto principale che la caratterizza: il suo carattere minifondista. Forza - lavoro e terra sono due fattori principali di produzione dell economia Mapuche. In questo capitolo analizzerò la pressione che la società indigena esercita sulla terra. Discuterò prima l evoluzione della proprietà terriera dei Mapuche nel corso degli anni e dopo analizzerò la questione agraria. Terminerò il capitolo esaminando il valore, il peso e il posto che occupa il problema indigena all interno delle società di Cile e Argentina. L evoluzione della proprietà Mapuche Com è stato già detto nel capitolo precedente, con la fine delle azioni belliche, lo Stato, sia cileno sia argentino, dichiarò tutti i territori di proprietà fiscale e nominò alle diverse commissioni incaricate di distribuirli. La Comisión Radicadora de Indígenas, ebbe il compito di assegnare ad ogni famiglia una Mercè di terra su di un piccolo pezzo di terreno nel luogo dove questa viveva. Intanto diversi Ministeri promossero l immigrazione europea allo scopo di consegnare le terre a coloni stranieri che avrebbero potuto apportare progresso al paese. In conclusione, tra gli anni 1884 e 1929 nacque la Proprietà Australe nel modo seguente: poco più di mezzo milione d ettari furono assegnati ai Mapuche sotto forma di reducciones o riserve indigene, di carattere inalienabile. Il resto, più di cinque milioni di ettari, fu distribuito dallo Stato fra privati di due tipi: coloni stranieri, principalmente europei, e i cosiddetti coloni nazionali ; i primi ricevevano superfici di terra di circa 400 ettari, a condizioni economiche vantaggiosissime, più un appoggio statale su macchinari e animali d allevamento; i secondi ottenevano pezzi di terra di appena 40 ettari e quasi nessun appoggio statale. I Mapuche furono accantonati in piccoli terreni di pessima qualità, e costretti a lasciare le valli più fertili per la colonizzazione. È necessario segnalare due conseguenze: in primo luogo, si consegnarono i Titoli di Mercè a più di due mila capi di famiglie, ciò implicò la rottura con il crescente sistema d accentramento politico e la struttura della società Mapuche, che portò ad una rottura interna, poiché si misero sullo stesso piano le diverse gerarchie esistenti e il potere dei cacicchi venne via via limitato. In secondo luogo, il Mapuche vide limitato bruscamente il proprio territorio economico e di conseguenza la propria attività agricola e d allevamento al quale era abituato. Di fatto, la riduzione del territorio ebbe effetti molto violenti sull economia Mapuche che, inizialmente, non riuscì a adattarsi alla nuova situazione. Tuttavia, poco a poco, il Mapuche si adattò al suo piccolo campo trasformandosi in agricoltore di sussistenza, in coltivatore di cereali, orticoltore e piccolo allevatore. Tale adattamento fu parziale, e dovuto alla mancanza di una cultura agricola previa e si vide limitato ad una tecnologia agricola molto precaria. Le terre, già di cattiva qualità, furono così sottomesse alla tecnologia d allevamento estensivo anteriore, quando i terreni erano più ampli. Si cominciò ad usare il terreno senza tener conto delle misure adeguate per

16 rachele bono: l espropriazione delle terre alle comunità mapuche 16 proteggere il suolo dall erosione e dalla depredazione. Furono distrutti i boschi per ricavare legna o combustibile, senza praticare la deforestazione. In pratica, un sistema e una tecnologia basata sull allevamento estensivo, vennero chiuse in spazi molto limitati. Il risultato fu disastroso e condannò i Mapuche ad un agricoltura di sussistenza molto precaria. A partire dalla radicazione in reducciones, l economia Mapuche cambiò il suo antico modo di produzione, vedendosi obbligata ad adattarsi alle condizioni materiali esistenti e, perciò, a trasformarsi in contadina. La riduzione dei Mapuche implica non solo un grado feroce di pauperismo e miseria, ma anche una ritrazione del mercato e della possibilità di scambio. 28 Da qui il debole carattere della piccola economia contadina Mapuche che da un lato, è sottomessa al mercato capitalista e alle sue pressioni, e dall altro, funziona all interno di leggi che le sono proprie, come la sussistenza della famiglia e la sua riproduzione. In conclusione, il regime di riduzionismo ha trasformato il Mapuche in un minifondista. Tuttavia, interpretare l economia contadina Mapuche come una piccola impresa è un errore; il contadino Mapuche mantiene una chiara relazione con il mercato, conosce il prezzo di ciascuno dei prodotti e dei beni che possiede, realizza calcoli economici complessi per decidere riguardo che ad attività, produzione, compra o vendita conviene di più ai suoi interessi, però la scarsezza delle risorse che possiede lo limita permanentemente. Il Mapuche possiede poca e cattiva terra. È questo il punto fondamentale. 29 Lo Stato cileno, con i Titoli di Mercè, assegnò ai Mapuche una media di 6,1 ettari di terra per persona. Ai coloni assegnò circa 400 ettari e ai coloni nazionali dai 40 ai 60 ettari di terra. Il Congresso Araucano, in Cile, diretto da Manuel Aburto Panquilef, durante la decade degli anni 20 e 30, sollecitò l ampliamento delle superfici di terra delle comunità Mapuche; la società e lo stato cileno, mantenendo una forte immagine negativa del Mapuche come agricoltore, respinsero sistematicamente tale richiesta. Così le terre dei Mapuche continuarono a rimpicciolirsi tanto per la suddivisione interna, prodotto dell aumento della popolazione, come per la riduzione causata dalle usurpazioni di terre, ecc. La Riforma Agraria e la legge indigena del 1972 pretesero risolvere minimamente questa situazione; essa proponeva il recupero delle terre usurpate, e quindi l ampliamento della superficie in circa 140 mila ettari. Benché molte terre siano state reincorporate alle comunità, la maggior parte di esse tornarono nelle mani dei latifondisti una volta cambiato il regime e avviato il processo di contro-riforma agraria. In seguito, la legge del 1979, che tornava a dare impulso alla divisione delle terre comunali, ebbe per oggetto il compito di consacrare definitivamente il minifondismo, di fatto, questo stabilì i limiti delle terre che ogni famiglia possedeva, per quanto piccola sia, e terminò una volta per tutte i litigi per le terre tra comunità e privati, in più la proprietà venne regolata secondo le nuove disposizioni emesse dall autorità. 28 J. Bengoa ed E. Valenzuela, Economia Mapuche. Pobreza y subsistencia en la sociedad Mapuche contemporanea. PAS 29 Ibidem

17 rachele bono: l espropriazione delle terre alle comunità mapuche 17 La questione della terra Per il Mapuche, la terra è poca e cattiva. In questo risiede il problema economico centrale di questo gruppo umano. La società Mapuche è stata accantonata al minifondismo. Ci sono processi storici che spiegano la situazione attuale e la società argentina, come anche quella cilena, deve accettare le proprie responsabilità in questo. Qualunque alternativa di sviluppo ignora di risolvere il problema delle terre indigene. Senza l ampliamento delle superfici di terra non è possibile risolvere il problema Mapuche. La popolazione Mapuche esercita una pressione crescente sopra il problema della terra. La media di 6 ettari per abitante con cui è stata distribuita la terra 100 anni fa, in questo momento si avvicina a circa 1 ettaro per abitante, il qual è una concentrazione di popolazione eccessiva. Per alcuni la soluzione sarà l espulsione degli indigeni da queste terre affinché si stabilisca un equilibrio più armonioso. Qualcun altro dirà: quello che succede non è dovuto alla mancanza di terra, ma piuttosto all eccessiva concentrazione di persone. Questo è ciò che la maggiore parte delle politiche pubbliche hanno cercato di fare ed è la convinzione degli attuali governanti di Cile e Argentina. Il minifondo non ha soluzione, si dice, e quindi bisogna farla finita con questo. 30 L unica soluzione è la cacciata di gente dal campo - proletarizzazione - e la concentrazione della proprietà indigena in poche mani. Purtroppo, la società cilena e argentina, non hanno dimostrato negli ultimi trenta anni la capacità di offrire a questa gran massa contadina indigena cammini d integrazione. Tuttavia giocano anche fattori culturali che portano ad emarginare gli indigeni nei loro territori. La questione della terra si ubica intorno a scelte complessive che orientano le politiche da applicare. Una di queste orientazioni opta per provocare la differenziazione e divisione interna delle comunità, dando la possibilità a pochi di concentrare la terra proletarizzando il resto. Per questo si sono applicate politiche tendenti a porre le terre indigene sul mercato. Le forze del mercato attueranno sul minifondo, distruggendolo; si appoggia l impresa efficiente, lasciando il resto abbandonato al proprio destino: è un problema sociale che è necessario misurare affinché non sia politicamente esplosivo. Una soluzione diversa potrebbe essere la possibilità che una gran parte dei minifondi diventasse vendibile e quindi giocasse un ruolo economico. Tuttavia, la questione dello sviluppo del minifondo e della terra, deve essere posta in un contesto storico adeguato; è una società alla quale è stato sottratto con la forza il proprio territorio, e che è stata isolata tra stretti muri riduzionali. Ampliare le superfici di terra significa lasciare che questa società viva, riparare un danno storico che grava sulla coscienza nazionale e rendere possibile lo sviluppo economico e sociale della razza indigena del paese. La questione indigena in Cile e Argentina 30 Ibidem

18 rachele bono: l espropriazione delle terre alle comunità mapuche 18 A partire dalla sconfitta militare che soffrirono i Mapuche, alla fine del secolo scorso, cambiò il carattere della questione indigena in Cile e Argentina, prima si trattava di un problema politico-militare; dall emarginazione nelle reducciones si trasformò in politico-sociale. È politico perché implica il riconoscimento di una società militarmente sconfitta, ed è sociale perché i Mapuche sono stati confinati in una situazione di miseria, che li ha trasformati in uno dei gruppi sociali più poveri del paese. La questione si pone politicamente nei seguenti termini: la società cilena e quella argentina hanno al loro interno una società minoritaria, etnicamente differente e con diritti storici e culturali che gli sono propri. È una società sconfitta; la sua situazione attuale proviene da una conflagrazione militare in cui perse la sua libertà e indipendenza. La società cilena non ha riconosciuto il diritto all autodeterminazione della società Mapuche. Tutte le politiche applicate si sono orientate verso il criterio di integrazione del Mapuche alla vita nazionale; integrazione subordinata e parziale, che implica l abbandono dei propri diritti come popolo. La storia delle relazioni tra società nazionale e Mapuche si può riassumere nell intento permanente dello Stato e della società dominante di impedire o limitare l esistenza reale di una società culturalmente differente, all interno del paese. Il problema indigena in Cile e Argentina è differente dalla questione indigena in altri paesi dell America Latina, dove la società bianca è spesso minoritaria. Lì il problema s intende come integrazione sociale, sovrapposizione di culture, e addirittura si confonde direttamente con il problema nazionale. Per Mariátegui 31 in Perú, la questione indigena sta alla base dell inesistenza di uno Stato Nazionale. La maggioranza indigena non riconosce nella nazione la propria appartenenza. 32 Molto diversa è la questione in Cile e Argentina. La conformazione nazionale si è realizzata indipendentemente dal problema indigena, e questo per una semplice ragione: la società Mapuche è minoritaria e circoscritta solamente ad una regione del paese. Qui si tratta esclusivamente della difesa di una minoranza etnica e del loro diritto all esistenza. C è chi vede la questione indigena esclusivamente come una mancanza d integrazione del gruppo etnico Mapuche all'interno della società nazionale e, per tanto, la soluzione consiste nel cercare dei cammini per ottenere la loro partecipazione in essa. Le politiche educative sono stati i principali strumenti delle tendenze integrazioniste. Le politiche di divisione delle comunità, di soppressione dei diritti d eccezione, ecc. ignorano il diritto ad integrarsi prima di tutto come società Mapuche, ad autodeterminarsi come popolo e poter realizzare un integrazione egualitaria con la società nazionale, come società minoritaria, società all interno di un altra società maggiore che gli lasci spazio per la propria riproduzione e sviluppo. Un altro punto di vista ricorrente nel problema indigena è quello che parte da una prospettiva economica isolata, la quale descrive la situazione come un caso di minifondismo o d estrema povertà. Tuttavia, tale problema è solo una conseguenza della negazione che la società cilena e argentina hanno fatto della società Mapuche, ciò che condusse alla sua riduzione a minifondi economicamente inutili; la persistenza di tale negazione ha riprodotto am- 31 Marxistas de América, Editorial Arte y Literatura, La Habana, J. Bengoa ed E. Valenzuela, Economía Mapuche. Pobreza y subsistencia en la sociedad Mapuche contemporánea. PAS

19 rachele bono: l espropriazione delle terre alle comunità mapuche 19 pliamente il minifondo, ha impedito l'attuazione di politiche tendenti all ampliamento della superficie di terre, e ha chiuso i Mapuche tra le strette mura di una povertà estrema. Tuttavia, segnalare la povertà come il punto centrale del problema Mapuche, significa non conoscere la sua specificità e ignorare la questione politica che sta in gioco. La stessa cosa succede in un altra versione che riduce il Mapuche semplicemente ad un tipo in più di lavoratore sfruttato nel paese. Si vede la causa Mapuche legata inseparabilmente alla causa operaia, senza assegnargli specificità etnica. La società cilena e Argentina tiene in sospeso il problema indigena e, finché non lo risolva, non potrà saldare i suoi conti con un passato d usurpazioni e barbarie verso i primi abitanti del territorio. Si tratta di rilegare al passato il problema indigena; mostrare che l occupazione dei territori e l annichilamento di un popolo originario, fu un male necessario, il cui obbiettivo era il progresso nazionale e la costituzione di una società integratrice. Da un'altra parte sembrerebbe che, in piena fine del ventesimo secolo, in questa parte del mondo, non esistano condizioni per annichilare fisicamente o militarmente un gruppo etnico come i Mapuche, non ci sono dubbi che la società cilena e anche quella argentina dovranno convivere ancora per molto tempo con il problema indigena e, per tanto, sarà necessario cercare cammini alternativi di soluzione. PARTE SECONDA Investigazione sul campo su: l espropriazione delle terre alle comunità Mapuche nella Patagonia Argentina CAPITOLO 3 LA PATAGONIA IN VENDITA. I NUOVI PADRONI DELLA TERRA Prima di partire per la Patagonia ho letto e studiato il libro La Patagonia vendida frutto di un investigazione sul campo del giornalista Gonzalo Sánchez, da cui ho anche ricevuto informazione addizionale e lo stimolo personale dell autore, il quale mi ha soccorso durante la fase iniziale della mia ricerca, quindi approfitto dell opportunità per e- sprimergli i miei ringraziamenti. Non sono d accordo con molte interpretazioni e conclusioni di Sánchez, però apprezzo profondamente la totalità del suo lavoro dal momento che questo ha facilitato il mio. La Patagonia è argentina solo per casualità. L uomo che lo dice sta seduto dietro

20 rachele bono: l espropriazione delle terre alle comunità mapuche 20 una scrivania di rovere: la sua storia è solo una tra mille. É un vecchio impiegato della provincia di Buenos Aires. Fu proprietario di campi dentro il parco nazionale Nahuel Huapì, però finì per venderli. Correva la sfarzosa decade degli anni 90 quando nella sua casa di legno e pietre, costruita tra boschi di arrayanes e ruscelli verdi, apparve un magnate nordamericano che gli offrì 15milioni di dollari per il paradiso ( ) 33. Così comincia l introduzione al libro di Sánchez. C è posto per tutti sotto il cielo dell Argentina. Il sud del paese, d altro canto, è sempre stato di stranieri. L espressione può risultare provocatoria, però si tratta di un affermazione che affonda le radici nel passato. I primi esploratori della Patagonia furono inglesi decisi a conquistare il commercio marittimo, scientifici europei mossi dalla sete di scoperte, salesiani che portavano la croce o esiliati in situazione di miseria che venivano per fare l America, nonostante l ostilità del clima dominante. I governi locali diedero le spalle a questa regione per molti anni, mentre viaggiatori da tutto il mondo arrivavano per popolarla. Così, ben presto apparvero i nuovi padroni della terra, provenienti da Cile, Galles, Polonia, Scozia, Iugoslavia, Danimarca, Inghilterra, Olanda. La presenza degli indigeni non rappresentò per loro un problema: quelli del nord della Patagonia furono spazzati via dalla Campagna del Deserto, nel 1879, e gli altri al sud, finirono per convertirsi nella mano d opera necessaria per i lavori agricoli. gli argentini cominciarono a popolarla parecchio tempo dopo. Intanto la Patagonia cominciò a guadagnare fama mondiale diventando un diamante molto apprezzato, l ultimo angolo del mondo da popolare: uno spazio dagli orizzonti lontani, un quartiere privato circondato da montagne e fiumi o il luogo disabitato dove gli uomini potevano sentirsi il primo uomo. Così, da circa 15 anni, cominciarono ad arrivare i milionari. Tra il 1996 e il 1998, la Secretaría de Seguridad Interior (SSI) 34, che è l organo che si occupa di autorizzare l acquisto di terre nelle cosiddette zone di sicurezza, 35 ha approvato la vendita di 8milioni di ettari di terra a stranieri, privati o società anonime. Fino al 2005 si erano vendute ettari in queste zone. Si tratta d aree strategiche con la maggior concentrazione di risorse naturali: terre coltivabili, risorse minerarie e riserve d acqua dolce. Il giornalista Simon Worral, nell edizione di gennaio 2004 della rivista National Geografic, afferma che la Patagonia continua ad essere uno spazio aperto all occupazione internazionale, dove le risorse del suolo e la natura aspettano ancora un fortunato, un luogo dove gli uomini d affare stanno scoprendo un mare d opportunità. La rassegna, che sembra essere più un avviso immobiliare piuttosto che un articolo, potrebbe specificare più cose. Non dice, per esempio, che le risorse idriche della Patagonia si aggirano attorno ai Km ² di bacini con versante atlantico, che la regione che il naturalista Charles Darwin ha descritto come desertica e sterile conta con Km ² di superficie sull area dei ghiacci continentali e dei ghiacciai, e che le riserve d acqua sotterranea sono incalcolabili. 36 Non dice, insomma, che la Patagonia rappresenta una delle maggiori riserve d acqua dolce del pianeta, di fronte ad un mondo futuro che promette morire di sete. Non dice neppure che l abbondanza di petrolio, la possibilità di nuove forme d energia e la capacità di produrre alimenti imprime al sud 33 Gonzalo Sánchez, La Patagonia Vendida, Marea, 2006, pag Segreteria di sicurezza interna. Traduzione personale. 35 Queste aree coprono 150 Km dai limiti della cordigliera fino al centro del paese, e 50 Km dalle coste nella stessa direzione. 36 Gonzalo Sánchez, La Patagonia Vendida, Marea, 2006, pag

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