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1 I.C. Giovanni Paolo II Via Trapani C/da Ranna Marsala (TP) Tel.0923/ Fax 0923/ istruzione.it sito: 1

2 ISTITUTO COMPRENSIVO GIOVANNI PAOLO II MARSALA Il DIRIGENTE SCOLASTICO Prof. Giuseppe Lucio Pellegrino Visto il D.P.R. 8 Marzo 1999 n.275, regolamento recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche; Visto il D. L.vo n. 59 del 2004; Tenuto conto delle esigenze del contesto culturale, sociale ed economico della realtà locale, rappresentate dalle istituzioni operanti sul territorio, Vista la delibera del 22/11/2013, con la quale il Collegio dei Docenti ha approvato il Piano dell Offerta Formativa per l anno scolastico 2013/2014; Vista la delibera del 19/12/2013, con la quale il Consiglio d Istituto ha adottato il Piano dell Offerta Formativa per l anno scolastico 2013/2014. DECRETA IL PIANO DELL OFFERTA FORMATIVA DELL ISTITUZIONE SCOLASTICA I.C. GIOVANNI PAOLO II MARSALA VALIDO PER L ANNO SCOLASTICO 2013/2014 2

3 Il P.O.F. è il documento fondamentale costitutivo dell identità culturale e progettuale della scuola, ed è anche sintesi della progettazione curricolare, extracurricolare, integrativa, educativa, e organizzativa della stessa. Ciò si evince dal: D.P.R. 275/99, art.3; Legge 53/03; D.L/vo 59/04 e successiva modifica; D.M. del 04 settembre 07 dell ex Ministro Fioroni e l introduzione delle Indicazioni Nazionali per il Curricolo ; Disposizioni in materia di Istruzione e università - D.L. 1 settembre 2008, n.137, approvato il 29 ottobre 2008, e dalla conversione del D.L. 25 Giugno 2008, in legge 6 agosto 2008, n.133; Aggiornamento delle Indicazioni Nazionali - C.M. n.31 del 18 Aprile 2012, prima bozza del 30 Maggio 2012 e seconda bozza del 25 Luglio

4 La Scuola è sicuramente da considerare il fulcro della società moderna e come tale dovrebbe essere tenuta nella giusta considerazione. Il sistema istruzione, pertanto, ha il dovere di guardare verso il futuro attenzionando le nuove tecnologie per la costruzione di una scuola migliore. Una scuola digitale, dunque, per la società della conoscenza. Tutto questo presuppone un continuo e costante aggiornamento da parte di tutto il Personale Docente e ATA che deve trovarsi pronto all innovazione. Le competenze digitali già acquisite devono essere consolidate e sviluppate facendo in modo che possano incidere sulla didattica e quindi sull apprendimento degli alunni. Bisogna superare la resistenza al cambiamento e aprirsi all innovazione tecnologica. Non posso non evidenziare la carenza di organico del Personale Collaboratore Scolastico, come del resto negli anni scolastici trascorsi e le condizioni di precarietà in cui versa la scuola. La riduzione, poi, del Fondo annuale d Istituto va ad intaccare il numero dei progetti extracurriculari riducendoli a poche unità, mentre i Progetti PON in rete e i Progetti PON interni rappresentano uno stimolo in più per l apprendimento dei nostri alunni. Vorrei, infine, evidenziare l aumento degli alunni per classe dovuto alla diminuzione degli organici del Personale Docente. OBIETTIVI GENERALI DA PERSEGUIRE Formare alla cittadinanza digitale Offrire un servizio formativo migliore agli studenti mediante la messa a loro disposizione di maggiori opportunità di conoscenze migliorando così il loro apprendimento. Promuovere processi di innovazione didattica e di riqualificazione culturale e formativa di tutto il Personale. Promuovere l Educazione motoria nella Scuola Primaria Realizzare il miglior servizio educativo e didattico rendendo consapevoli e responsabili tutti gli alunni e le loro famiglie sull uso delle tecnologie digitali. 4

5 Costruire una identità collettiva responsabile e seria connessa con le esigenze dell utenza e con le risorse disponibili. Coinvolgere le famiglie dei tre ordini scolastici nell azione educativa dell Istituto, sensibilizzandole ad una attiva partecipazione, mettendo a loro disposizione materiali e servizi per la loro crescita culturale e sociale. Marsala, 12 Settembre 2013 Il Dirigente Scolastico Prof. Giuseppe Lucio Pellegrino 5

6 L apprendimento scolastico è un processo dinamico e relazionale di costruzione di significati attraverso esperienze e conoscenze, finalizzato a progetti di crescita globale di persone libere e responsabili, capaci di elaborare una identità soggettiva e di partecipare in modo critico ed attivo alla vita sociale. L Istituto Comprensivo " Giovanni Paolo II " si propone di elevare il livello culturale degli utenti attraverso l offerta di un servizio di qualità, finalizzando la propria azione educativa alla promozione di comportamenti attivi, responsabili e culturalmente validi. In questa prospettiva il Collegio dei Docenti si impegna a perseguire una efficace azione di formazione e di istruzione seguendo le linee del presente Piano dell'offerta Formativa (P.O.F.). Il presente P.O.F. intende disegnare lo scenario culturale organizzativo e professionale nel quale si muoverà l Istituto Comprensivo "Giovanni Paolo II" nel corso del corrente anno scolastico; definisce i propri curricula dando una curvatura specifica all equilibrio delle diverse aree culturali, tra un pensiero dichiarativo espositivo ed uno operativo-collaborativo trasversale a tutte le discipline. Si basa sulla certezza che la conoscenza si costruisce in contesti diversi, interni ed esterni alla scuola, in tutto il percorso di crescita dei soggetti che apprendono. Pertanto si ritiene importante uscire da uno insegnamento centrato sulle discipline per orientarsi verso un insegnamento centrato sulle persone che apprendono. Il P.O.F., con la sua impostazione progettuale flessibile, costituisce uno strumento di azione che impegna tutti i partecipanti in quanto: 1. Individua le situazioni di ingresso ed i bisogni formativi, adeguando coerentemente l offerta educativa alle esigenze degli allievi e delle famiglie; 2. Formula le finalità educative e gli obiettivi specifici da perseguire; 3. Definisce le linee programmatiche di intervento intese come sostegno, recupero e potenziamento; 4. Stabilisce i metodi, gli strumenti di verifica e i criteri di valutazione; 5. Esplicita il contratto formativo agli alunni, alle famiglie e alle agenzie educative operanti sul territorio; 6. Delinea un percorso educativo il più possibile unitario tra la scuola dell infanzia, primaria e secondaria di primo grado e un collegamento con gli istituti superiori; 7. Individua le risorse disponibili per lo svolgimento delle attività didattiche ; 8. Esplora le opportunità di collaborazione con le realtà sociali, culturali ed economiche esistenti sul territorio. Detto piano è improntato a criteri di massima flessibilità, per cui sarà soggetto ad integrazione, adattamento, arricchimento sulla base di eventuali modifiche dei condizionamenti interni ed esterni alla scuola, allo scopo di garantire un processo educativo più realistico ed incisivo per la crescita armonica dell alunno cittadino. 6

7 TERRITORIO RISORSE CONTESTO AMBIENTALE SCELTE EDUCATIVE INTEGRAZIONE PROGETTUALITA ORGANIZZAZIONE 7

8 C è un luogo...un luogo magico...al riparo dai venti freddi del Nord dove il cielo si tinge di forti colori che, al tramonto colpiscono col vigore del rosso, del turchino e dell oro Qui il vento porta calde folate d Africa e fini sabbie dei deserti, dove a sfidare venti e arsura, dominano gli oleandri, gli ulivi e ridenti giardini di aranci e limoni Qui sorge Marsala, l antica Lilybeo Terra dei Fenici, unica come in una tavolozza di un pittore dove i colori si diversificano e si mescolano in armonia. (Mariella Nicolosi) Luogo affascinante e peculiare nella memoria storica, ambiente naturale, un vero angolo di paradiso: Mothya, Santa Maria, Schola, Isola lunga, ove sorgono i diversi plessi scolastici dell Istituto Comprensivo Giovanni Paolo II. Laguna e Riserva Naturale Orientata delle Isole dello Stagnone, ricca di tesori archeologici, di saline millenarie ornate di mulini a vento che si ergono maestosi come vecchi guerrieri a guardia e a difesa del territorio in quanto testimoni fedeli di una storia antica che si perde nella notte dei tempi. Storia percepita così lontana e al contempo così vicina che sa ancora raccontarci eventi passati con la dolcezza e la profondità di un avo che non sa e non può dimenticare ma che sa guardare fiducioso al futuro, convinto che gli eredi di questa immensa ricchezza sono i giovani i quali devono continuare a custodire gelosamente questa meraviglia unica e senza pari. (Lucia Cerniglia) 8

9 Il prestigioso vino che prende nome dalla città Lilibetana ha una storia singolare, che ormai conta più di duecento anni. A Marsala l industria moderna del vino giunge sul finire del La bontà dei vigneti marsalesi e del loro prodotto era già nota in precedenza, ma soltanto l opera di abili commercianti imprenditori britannici cui si affiancano in seguito i Florio, coordina la produzione vitivinicola, elevando e caratterizzando la qualità del prodotto e imponendolo sui mercati internazionali. John Woodhouse, figlio di un facoltoso commerciante di Liverpool, nel 1773 inviò in patria col veliero Elizabeth una settantina di pipes (botti) di vino prodotto con uve del territorio Marsalese, vino che già egli aveva potuto apprezzare nel 1770, durante un viaggio commerciale in Sicilia. Woodhouse comprende che quel vino così robusto può stare alla pari con i più celebri prodotti di Spagna e Portogallo: Malaga, Sherry, Porto, Madeira, già assai apprezzati in Inghilterra. Intuisce, anche, come il vino, che si chiama Marsala, può diventare un eccellente prodotto di mare cioè trasportabile. Altri inglesi: Benjamin Ingham, Whithaker e Hopps videro nel vino una possibilità di sviluppo economico rilevante e divennero imprenditori di stabilimenti vinicoli. Agli inglesi si aggiunsero nel 1832 i Florio e via via sorsero stabilimenti gestiti da Marsalesi come Rallo, Pellegrino, Martinez ed altri. Gli inglesi di Marsala portarono in Sicilia lo spirito del paese che aveva concepito la prima grande rivoluzione industriale. L Ammiraglio Nelson, la cui flotta è stata approvvigionata nel 1800 con 500 pipes di Marsala, (forse di tipo S.O.M. e Vergine) ebbe quindi a riconoscere che quel vino è così buono che può figurare alla mensa di ogni Signore. Anche Giuseppe Garibaldi, nel 1862, visitando le cantine Florio, gradì assai la qualità superiore dolce, che da allora porta il suo nome. 9

10 Il museo, luogo magico, dedito alla conservazione della nostra memoria storica, luogo ove viene tracciata l evoluzione della nostra cultura, della nostra capacità di saperla rappresentare attraverso le espressioni più nobili. E la macchina del tempo che ci fa rivivere, da protagonisti, situazioni, avvenimenti eclatanti, momenti di vita quotidiana appartenenti ad un lontano passato, ma che è incredibilmente vivo davanti a noi: lo si può ammirare, studiare, analizzare e, sembra quasi impossibile che tanto tempo sia trascorso. Nella società contemporanea è anacronistico parlare di Museo come semplice luogo di conservazione di cimeli del Museo Educativo, possibile apprendere, in creare interesse e curiosità, comunicativa che sensoriali: visivo, tattile, passato: oggi si parla di ovvero, di una realtà ove è quanto stimolo efficace nel assolvendo una funzione coinvolge i vari livelli uditivo. 10

11 Pertanto, il museo non può più essere considerato un luogo asfittico dove reperti e tesori culturali e artistici sono messi a bella posta, in un silenzio cavalcato da secoli, ma un luogo dinamico, aperto alla ricerca, all innovazione, alla creatività. E con questo intento che l Istituto Comprensivo Giovanni Paolo II, privo di strutture atte ad esercitare tali funzioni, ha voluto adottare la Torre Culetta, per trasformarla in Museo, luogo di incontri e scambi culturali per docenti e alunni. In tale contesto, le esperienze degli alunni trovano degna allocazione e sistemazione in modo che il loro iter educativo non venga disperso ma rimanga patrimonio delle future generazioni. Torre Culetta-Puleo 11

12 Le contrade di utenza della scuola presentano una fisionomia socio-economico-culturale omogenea. Le famiglie svolgono prevalentemente attività agricole, artigianali, di piccolo commercio, impiegatizie e presentano generalmente un livello culturale medio-basso. Si rileva altresì la presenza, seppur in percentuali ridotte, di nuclei familiari caratterizzati da condizioni socio economiche disagiate. Tra i canali d informazione viene privilegiata la televisione, anche se non sempre viene fruita in modo attivo e critico. Nelle contrade sono presenti diversificati servizi sociali quali farmacie, uffici postali, banche, supermercati, piccoli negozi, un distaccamento dei Vigili Urbani, Stato civile, tabaccherie, bar, parrocchie. Autobus di linea collegano i centri periferici con il centro urbano con una certa regolarità. Il territorio circostante è povero di centri culturali, sportivi e ricreativi e, pertanto, la scuola, assieme alla parrocchia, rappresenta l unico e significativo centro di aggregazione culturale - umano e ludico - sportivo. In genere gli alunni appartengono ad un contesto familiare affettivamente positivo ma culturalmente modesto e, di conseguenza, non sempre vengono supportati adeguatamente nello studio e nella esecuzione dei compiti per casa. Frequentano le classi della scuola secondaria di primo grado anche alunni provenienti dal Convitto Regionale Audiofonolesi, e dal centro di accoglienza Oasi. Alcuni alunni, tra questi, presentano dinamiche familiari e socio-economiche particolari, e a volte si evidenziano problematiche che, in alcuni casi, si riflettono sul rendimento scolastico. Ne deriva, per alcuni alunni, la seguente situazione di partenza: Mancanza di stimoli sociali e culturali; Possesso di mediocri pre-requisiti strumentali, operativi, e, in qualche caso, disciplinari; Scarsa conoscenza delle risorse del territorio. Dall analisi della situazione di partenza degli alunni emergono i seguenti bisogni educativi: Valorizzare la cultura e la Scuola vista in funzione formativa e promozionale; Recuperare le motivazioni e gli interessi; Recuperare i livelli cognitivi, operativi, logici e linguistici di partenza: Educare alla comunicazione; Educare ai valori civili e morali: senso di responsabilità, tolleranza, solidarietà, legalità, libertà e pace Cittadinanza e Costituzione D.L. 1 settembre 2008, n.137- Art.1; Valorizzare e recuperare la ricchezza storico-architettonica del territorio. 12

13 L Istituto Comprensivo ex Ranna, a partire dal trascorso anno scolastico , ha una nuova denominazione: I.C."Giovanni Paolo II". La sua storia è alquanto articolata. Nasce come sezione staccata della S.M.S. L. Sturzo di Marsala; nell anno diventa Scuola Media Statale autonoma; nel corso dell anno 1995/96 viene aggregata la sezione staccata di S. Leonardo (in precedenza sezione staccata della S.M.S. M. Nuccio ) e, nello stesso anno, viene attivato il Tempo Prolungato nei corsi D ed E della sede centrale, tuttora in vigore. All inizio dell anno scolastico 2000/2001, per effetto del piano di dimensionamento, la S.M.S. RANNA diventa un ISTITUTO COMPRENSIVO al quale vengono annessi 5 plessi di scuola dell Infanzia: L. Capuana, S. Michele Rifugio, Bosco, S. Leonardo, Birgi Elymus e altrettanti di scuola primaria: L. Capuana, S. Michele Rifugio, Bosco, G. Verga, Birgi Elymus. Dal sopra citato prospetto risulta una utenza che gravita su una zona periferica della città di Marsala in C/da Ranna e zone limitrofe, corrispondenti alle contrade di: San Michele Rifugio, Bosco, San Leonardo, Cutusio, Birgi. In seguito a tali modifiche, la fisionomia delle scuole preesistenti, ha subito sostanziali cambiamenti, non solo sotto l aspetto organizzativo ma anche sotto il profilo didattico. Nell anno 2011/2012 il Plesso S. Michele Rifugio, a causa della mancanza di utenza, ha posto fine alle attività didattiche, pertanto, è stata inevitabile la chiusura del Plesso stesso. 13

14 Se perdiamo il senso della nostra storia, delle nostre radici, della nostra cultura, voleremo come farfalle impazzite senza meta, con il rischio di perderci.. Comprensivo Ranna 14

15 Conosco l importanza della scuola perché le mie penne e i miei libri mi sono stati tolti con la forza. Non riesco a dirvi quanto fossi triste. E stato il peggior momento della mia vita, ma le ragazze di Swat non hanno paura di nessuno i talebani avevano limitato l istruzione delle ragazze fino al quarto anno ma abbiamo deciso che saremmo andate a scuola con i nostri libri nascosti sotto i nostri veli e avremmo fatto finta di essere ancora al quarto anno. «Prendete i vostri libri e le vostre penne, sono la vostra arma più potente. Un bambino, un insegnante, una penna e un libro possono cambiare il mondo». Il 9 ottobre 2012, a Mingora, nello Swat in Pakistan, Malala, al ritorno a casa, sullo scuolabus è stata ferita alla testa e al collo, in un attentato talebano. Portata nel Regno Unito ha avuto modo di chiedere con forza l aiuto necessario per portare avanti la sua battaglia a favore dell istruzione, senza differenze di sesso. E stata ricevuta all ONU ed è stata candidata al Premio Internazionale Giovani per la Pace, dalla Desmond Tutu, e al premio Nobel per la Pace. E vincitrice del 1 Premio Giovani per la Pace in Pakistan e, il 20 Novembre 2013, del Premio Sakharov: Ai bambini servono libri, non ipad. 15

16 UNA BATTAGLIA A DIFESA DEI DIRITTI CIVILI A vincere il Nobel sono state Ellen Johnson Sirleaf, la prima donna a ricoprire una carica presidenziale in uno Stato africano: la Liberia; Leymah Gbowee, pacifista liberiana; Tawakkul Karman, yemenita attivista per i diritti civili. PARI OPPORTUNITA NEL RISPETTO DELLA FIGURA UMANA LOTTA CONTRO LE DISUGUAGLIANZE E CONQUISTA DEI DIRITTI DELLE DONNE CORAGGIO COME RISPOSTA ALLA PAURA TROVARE LA FORZA DI REAGIRE AI SOPRUSI, ALLA SOTTOMISSIONE, AL BULLISMO, DISTRUGGENDO OGNI TIPO DI VIOLENZA E COSTRUENDO UN MONDO ALL INSEGNA DELLA PACE 16

17 La Scuola di Atene Raffaello Sanzio Il maestro Aristotele nel 335 a.c., ad Atene, in un pubblico ginnasio, detto Liceo, perché sacro ad Apollo Licio, fonda una sua famosissima e celebrata scuola, chiamata Peripatos - passeggiata, dall'uso, da lui istituito, di insegnare passeggiando nel giardino che la circonda per trasmettere ai suoi discepoli l amore per il mondo. Le lezioni si svolgevano di mattina; di pomeriggio e di sera, invece, Aristotele teneva, sempre nella scuola, delle conferenze aperte al pubblico ove venivano trattati argomenti di politica e di retorica. 17

18 Giuseppe Lombardo Radice Egli ebbe l anima dell apostolo, il gusto dell educazione, e interesse umano vivissimo. Parlava e scriveva con tutta l anima interiorizzata nel mistero sublime dell educazione. Amava la scuola come un innamorato. E i suoi grandi amici non erano i colleghi di cattedra, ma i maestri elementari, quelli che facevano le loro umili e audaci esperienze in scuolette sconosciute, tesi ad umanizzare la disumana convivenza scolastica. Il Maestro deve andare a scuola per incontrarvi delle anime, e non per cercare orecchi; deve portare nella scuola la vita; quella che vi portano i fanciulli con la loro esperienza. Il Lombardo Radice voleva solo un tipo di scuola, la scuola serena. 18

19 L'insegnamento è spirito in atto, in cui non si possono fissare le fasi o prescrivere il metodo: «il metodo è il maestro», il quale non deve attenersi ad alcuna didattica programmata ma affrontare questo compito sulla scorta delle proprie risorse interiori. Programmare la didattica sarebbe come cristallizzare il fuoco creatore e diveniente dello spirito che è alla base Giovanni Gentile dell'educazione Il maestro incarna lo spirito stesso, l'allievo deve allora entrare in sintonia nell'ascolto col maestro, proprio per partecipare anche lui dell'attuarsi dello spirito, per farsi libero ed autonomo, e in questa relazione arriva ad autoeducarsi, facendo del tutto propri i grandi contenuti presentati. Questi concetti ispirano la riforma scolastica del 1923, attuata da Gentile ed elaborata assieme a Giuseppe Lombardo Radice. La concezione della scuola viene vista come parte fondamentale dello Stato, una scuola di tipo piramidale, cioè pensata e dedicata «ai migliori» per arrivare a tutti e rigidamente suddivisa a livello secondario in un ramo classicoumanistico per i dirigenti e in un ramo professionale per il popolo. 19

20 Gavino Ledda Io parlo, penso e sogno in sardo: Padre padrone lo tradussi mentalmente dal sardo, per me quel libro è solo una traduzione... Tutte le parole del dolore, della gioia, dell amore, dell astuzia, della pazienza, sono state concepite in sardo... e credo che quel libro sarà scritto davvero solo quando sarà uscito nella sua vera lingua, con traduzione a fronte». Gavino, espressione di una giovinezza che esplode contro tutto e tutti, e' il protagonista, caratterizzato da una forte volontà e da una continua "passione di studio soffocata", il "babbo sempre pronto a mettere in luce tutta la sua esperienza" che si richiama ai suoi anziani per giustificare di fronte a se stesso e agli altri l'asprezza brutale del suo atteggiamento di padrone. Il Figlio è mio"! - più di una volta il padre considera il figlio come fosse un oggetto. Il difficile percorso di riconquista dell' identita' umana si fonde nel protagonista con la necessita' di riappropriarsi della propria cultura e, nello stesso tempo, di lottare contro ogni potere che opprime. 20

21 Filippo Piccione IL BRACCIANTE DI BERBARO DI MARSALA La mia maestra disse che avrei potuto proseguire gli studi perché capace e meritevole ma che per i più poveri la strada era preclusa Era penetrata l idea che la scuola dovesse essere frequentata dai figli di coloro che avevano la proprietà La scuola per me era finita nelle aule delle elementari Noi di campagna i viddrani, i cittadini chiamati spillacchi All handicap della povertà si univa quello della distanza esclusione dalla vita sociale e culturale Mancanza di prospettive, Sogni e passioni quasi sempre delusi e repressi Ero stato deufradato di un pezzo importante della mia esistenza Mia madre mi raccomandava sempre: figghiu meo mi raccumannu di essiri giudiziusu La mia bisaccia vuota di cultura e di esperienza La lingua per noi del sud, privi di studi, era una limitazione oggettiva e soggettiva Piccione Filippo licenziato usai il posto del telefono pubblico per avvertire subito i miei che ce l avevo fatta La valigia dei pensieri, delle emozioni e dei sentimenti ma anche l aria, la luce e i profumi che non trovavo a Roma e di cui terribilmente sentivo il bisogno Scuola, lavoro, sindacato, partito, diploma, laurea concorso di gruppo "A" al ministero del Tesoro e poi da dirigente al ministero della Giustizia Incontrai Lea, che tre anni dopo sposai e divenne madre dei nostri figli e nonna di tre nipotini Questo sforzo creativo narra la vicenda personale di un uomo che a soli ventidue anni lascia il proprio paese in Sicilia per rispondere alla leva; un atto scrittorio che si tuffa nel passato e che sposta le lancette del tempo indietro di decenni descrivendo un' Italia che non c'è più, un Paese profondamente cambiato come la gente che lo popola. Pagine zeppe di reminiscenze 21

22 immortalate quasi come in una diapositiva a colori, ma di un quadro in bianco e nero. Filippo Piccione, pure se con una scrittura asciutta e spigliata, non lesina descrizioni vivide non unicamente paesaggistiche, ma anche umane. Spinto dal cuore e dalla penna affresca, ripescandoli nei suoi limpidi ricordi, personaggi e volti che hanno infarcito la propria esistenza, fa emergere per ognuno un profilo che non resta vincolato soltanto all'aspetto esteriore, ma che penetra fino nelle pieghe intime dell'anima. Tra le righe aleggia un odore di antico, uno di quei profumi che sembrano perduti nel vento, ma che di colpo, quasi per caso, entrano nel naso rievocando immagini e scenari, sogni e realtà. 22

23 IL BRACCIANTE DI BERBARO DI MARSALA FILIPPO PICCIONE Presentazione a cura di Mariella Nicolosi Una piazza, una chiesa, un bar e, in seguito, anche un cinema che si trasformava, all occorrenza, in luogo di ritrovo per i giovani Poi un bambino che diventa adulto troppo presto, dal viso candido, gli occhi aperti sullo stupore del mondo, avido di conoscere, di carpire il mistero che la vita cela e tesse attorno a lui. Poi la voce suadente di sua madre che raccomanda figghiu meu, sii giuriziusu e quella un po stridula della maestra che, l ultimo giorno di scuola, V anno delle Elementari, non pronuncia il suo nome tra quelli che, più fortunati, avrebbero avuto la possibilità di proseguire gli studi. La scuola, allora, doveva essere frequentata dai figli di coloro che avevano una proprietà, gli spillacchi, e non dai viddani, gente di campagna, condannati dalla povertà a ricalcare le orme dei padri. Questo il retroterra sociale e culturale su cui Filippo, trasformatosi da scolaro in piccolo bracciante di Berbaro, una delle tante contrade del territorio marsalese, viveva la sua adolescenza, lui, alunno meritevole, a cui è negata la possibilità di scegliere e crescere. Da una parte il nido caldo, fatto di quelle certezze che solo l affetto delle persone care ti possono dare, dall altra la percezione di trovarsi sulle sabbie mobili di un territorio minato da pregiudizi e tormentato per la mancanza di prospettive, dove le passioni e i sogni venivano quasi sempre delusi e repressi. Era l inizio dell erosione della felicità giovanile. Sullo sfondo l Italia degli anni 40, quando è ancora vivo il rumore dei bombardamenti angloamericani che colpiscono case e strade di Marsala; riecheggiano, ancora nelle orecchie, rombi sinistri sulle campagne e, nei ricoveri, la paura accomuna gli uomini, li rende più uniti, li fa sentire solidali. Anni difficili, quando la consapevolezza della gravità della situazione comincia a far breccia nell ormai cronico immobilismo che caratterizza la nostra terra. L Italia è un Paese profondamente ferito dalle distruzioni lasciate dai nazisti, stanco, sfiduciato, senza prospettive precise, incerto persino nella sua stessa unità. L economia è prostrata. La società, sostanzialmente la stessa di inizio secolo: agricola, arretrata, provinciale. In Sicilia, addormentata da anni di asservimento, i Paesi sono come Isole, dentro mari invalicabili e ciascun uomo è una disperata e chiusa isola in sé.(l. Sciascia). La tragedia per i Siciliani è nel vivere, non nel morire, nel vivere giorno per giorno pensando alla famiglia, alle bocche da sfamare, al lavoro nei campi, arretrato e faticoso Vivere nell occhio della gente, un immenso occhio vitreo senza la carità delle ciglia ( la Sicilia di Pirandello). 23

24 A fondamento della nostra sicilitudine ci sono valori e sentimenti profondi da difendere strenuamente: DIGNITA, ONORE, CASA, FAMIGLIA. La Sicilia è quella che i Siciliani hanno costruito, caratterizzata non da una ma da mille identità, una tavolozza di colori forti, come il rosso dei suoi tramonti e delle sue passioni, tenui e sfumati come le albe invernali, i sussurri della sera e le parole non dette e lasciate a metà.. le opere non finite. E l eterna incompiuta e, come tutte le cose non finite, racchiude il fascino del suo mistero. In questa terra amara e amata, vige un attaccamento viscerale e, staccarsi da essa, anche in quegli anni difficili, provoca una lacerazione anche nei più ardimentosi che sognano altrove un avvenire migliore. Perché nei Siciliani c è tutta la caparbietà dell ostrica che resta faticosamente attaccata alla roccia e il male più grande è il coltello del palombaro che vuole staccarla ( Verga- Fantasticheria ). Si può strappare un siciliano dalla Sicilia ma non può avvenire che la Sicilia sia strappata ad un siciliano. Prima di essere un luogo, essa è un idea, una concezione mentale, fatta di valori, pensieri, religioni comuni. La Sicilia è quella dei suoi abitanti disseminati per il mondo ma tenuti uniti dallo stesso sentimento ( Gianni Bonina). Il nostro protagonista vive a Marsala, in contrada Berbaro fino a 20 anni, quando il richiamo al servizio militare provoca quello strappo temuto e, nello stesso tempo, atteso; quando nei momenti più segreti, attratto da nuove prospettive, rubava una lettura fugace alle riviste della sorella Pina, dove si aprivano nuovi orizzonti all emancipazione giovanile ed egli sperimentava la possibilità di diventare attore. C è, forse, nella vita di ogni uomo, giovane o bambino, il punto di inizio della sua Hiroshima interiore, in cui si prende coscienza della propria realtà esistenziale dove si apre la maglia rotta nella rete e scopri l anello che non tiene (E.Montale). Un umiliazione subita, un dolore represso e non gridato, un adolescenza negata dalla necessità. Da lì inizia per Filippo la sofferta ambivalenza tra vita vissuta e sognata. Si ripete l antico conflitto dell uomo, eterno Abramo, posto di fronte al dissidio tra l obbedienza a Dio e l amore per il figlio. Possibilità che si, Possibilità che non come definisce KirKegaard la facoltà umana della scelta, di fronte alla quale l uomo resta paralizzato. Ma Filippo, ormai lontano da casa, costretto dal servizio di leva, riesce a superare lo sconforto e la nostalgia, si scopre diverso dai suoi compagni, più preparati, più colti e torna l umiliazione mai sopita di allora, di quando la maestra non pronunciò il suo nome. I ricordi sono moti dell anima che non si susseguono in segmenti spaziali, non puntini allineati uno dietro l altro, in fila come soldatini, ma mi piace pensarla come Bergson, il grande filosofo francese, che scopre il tempo di coscienza dove i moti dell anima vanno e vengono in un flusso ininterrotto, in cui i momenti successivi si fondono e si compenetrano e la vita diventa azione che continuamente si crea e si arricchisce. Filippo vuole conquistare quello che 24

25 aveva lasciato a metà, riprende le fila della sua vita e, con slancio inverosimile, decide e ottiene il diploma della licenza media, frequentando un corso serale durante la leva militare. Gli esercizi ginnici, le marce, il poligono, non sono una fatica, per il bracciante di Berbaro, dal fisico atletico, già provato dalla vita nei campi e dalle più svariate attività svolte a Marsala, allenato al nuoto, durante la sua esperienza di bagnino, prima al lido Signorino, meta estiva della Marsala- bene e, poi, al Delfino: costituirono valide palestre che gli permisero di adattarsi a qualsiasi ordine o disciplina che gli venisse impartita, tanto da considerare il tempo di servizio di leva un eterna vacanza rispetto al tempo trascorso a Marsala. La fatica più grande era lo studio a cui sacrificava ore di sonno, un esercizio mentale a cui, sicuramente, non era stato abituato, intensificato dal fatto che avrebbe dovuto recuperare tre anni in uno, affrontando un unico esame finale. Momenti di acuta difficoltà alternati a scatti di orgoglio, quando,a settembre,affronta gli esami di riparazione delle tre materie non superate a Giugno. Lui sa che è l ultima possibilità: andata male anche questa, sa che lì finirà la sua corsa. Il soldato studente ha ancora addosso la divisa da militare estiva che aveva indossato a Giugno, quando con fatica, aveva affrontato i primi esami Era la divisa del Coraggio che virtualmente indosserà nei giorni a venire, sa benissimo che non lo abbandonerà mai quando finalmente legge, a caratteri cubitali, il suo nome, con accanto scritto LICENZIATO. D ora in poi la sua vita sarà correlata da fatiche e successi che si alterneranno e si intrecceranno in un vorticoso susseguirsi, sempre animato dalla precisa determinazione di conseguire un obiettivo, muovendo, passo dopo passo, le fila della sua vita, ormai tra le sue mani, libero di approdare al successo fattorino, diplomato, laureato Dove prima tutto era rigido e immoto, ora tutto si trasforma in movimento, tutto da sperimentare, tutto da provare, spinto dal grandissimo impulso di conoscere. Ora il Prima e il Dopo si stagliano e si definiscono con colori netti e contrapposti Nero Bianco. Lì tutto era calmo e senza speranza, ora vedevo l orizzonte avvicinarsi, senza ricorrere alla solita immagine dell illusione e della delusione. La malinconia del Non Essere si vince col coraggio e con l azione. Se potessi ridare un nome a questa autobiografia la intitolerei DIGNITA E ORGOGLIO. Dignità che è sinonimo di rispettabilità, decoro. E la considerazione in cui l uomo tiene se stesso e si traduce in un comportamento responsabile, misurato, equilibrato. Dignità è quando la vita ti toglie tutto ma non ti ha ucciso l anima, quando non ti vendi, quando vai avanti a testa alta, senza rimproverarti nulla. Orgoglio non è solo l eccessiva stima di sé, sinonimo di poca intelligenza, non sempre è presunzione, nel suo senso più negativo, ma orgoglio è anche Fierezza di chi non si arrende facilmente,è quando l amor proprio ti rende soddisfatto per quello che hai saputo fare con fatica e ti 25

IO, CITTADINO DEL MONDO

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