Il Bilancio Sociale nelle Organizzazioni Non Profit

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1 Quaderni EDUCatt - Strumenti FRANCESCA GAIA GIANOLI Il Bilancio Sociale nelle Organizzazioni Non Profit presentazione di MARCO GRUMO 1

2 FRANCESCA GAIA GIANOLI IL BILANCIO SOCIALE NELLE ORGANIZZAZIONI NON PROFIT presentazione di MARCO GRUMO Milano 2013

3 2013 EDUCatt - Ente per il Diritto allo Studio Universitario dell Università Cattolica Largo Gemelli 1, Milano - tel fax editoriale.dsu@educatt.it (produzione); librario.dsu@educatt.it (distribuzione) web: Associato all AIE Associazione Italiana Editori isbn: copertina: progetto grafi co Studio Editoriale EDUCatt; foto di Andrea Aschedamini

4 INDICE Presentazione... 5 di MARCO GRUMO Introduzione... 9 I. IL BILANCIO SOCIALE Perché il Bilancio sociale? Cenni storici Qualche definizione Potenzialità del Bilancio sociale Utilità del Bilancio sociale per le Organizzazioni Non Profit Il Bilancio sociale nell ambito delle politiche di comunicazione Come redigere il Bilancio sociale: casi di regolamentazione II. IL CASO EDUCATT: ENTE PER IL DIRITTO ALLO STUDIO DELL UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE 1. L identità della Fondazione EDUCatt Il percorso EDUCatt per la creazione del Bilancio di Missione Linee Guida per la redazione del Bilancio sociale delle Organizzazioni Non Profit La necessità di un Bilancio Bilancio sociale o Bilancio di Missione? Il progetto Tempi e obiettivi Risultati: il caso del Bilancio di Missione Il Bilancio sociale nelle ONP

5 3.1 Parte 1: presentazione, nota metodologica e identità aziendale Parte 2: le attività Parte 3: il Bilancio di restituzione e il valore aggiunto Parte 4: Politiche ambientali e orientamento futuro Pubblicazione e comunicazione Obiettivi raggiunti Evoluzione: Considerazioni conclusive Glossario Bibliografia essenziale Quaderni EDUCatt Strumenti

6 PRESENTAZIONE di MARCO GRUMO L aspetto che differenzia le Organizzazioni Non Profit rispetto alle imprese e agli enti della pubblica amministrazione, ma che anche distingue un Organizzazione Non Profit rispetto a un altra, è rappresentato dai valori di fondo, dichiarati nello statuto e incorporati nella missione. I valori ne definiscono la missione, e questa, a sua volta, (in base a quanto essa risulta condivisa e radicata), ispira le decisioni strategiche e operative e, in generale, il modo di operare dell Organizzazione Non Profit nella comunità e nel tempo. I valori costituiscono quindi il DNA dell Organizzazione Non Profit, la cui missione è l impegno morale a curare in un certo modo, e per un periodo più o meno durevole, una relazione particolare nei confronti di alcuni soggetti che rappresentano i destinatari espliciti del suo operato. Per le aziende non profit uno strumento importante per realizzare efficaci campagne di raccolta fondi è il Bilancio sociale: uno strumento fondamentale per aumentare il livello di accountability interna ed esterna dell ente, uno strumento di rendicontazione delle responsabilità, dei comportamenti e dei risultati sociali, ambientali ed economici prodotti dalle attività svolte da un Organizzazione Non Profit. In Italia non ci sono disposizioni normative che rendono obbligatoria la redazione del Bilancio sociale, fatta eccezione per le Fondazioni bancarie, le imprese sociali e relative strutture di gruppo, le cooperative sociali con sede in Lombardia o in Friuli Venezia Giulia. Negli altri casi il Bilancio sociale resta uno strumento volontario, che viene adottato allorquando l Organizzazione Non Profit ritiene di dare conto del proprio agire ai vari portatori d interesse (stakeholder), conseguendo con ciò vari 5 Il Bilancio sociale nelle ONP

7 6 Quaderni EDUCatt Strumenti obiettivi: consente infatti di rendere conto del grado di perseguimento della missione e, in una prospettiva più generale, delle responsabilità, degli impegni assunti, dei comportamenti e soprattutto dei risultati prodotti nel tempo dall Organizzazione nei confronti dei propri stakeholder; costituisce inoltre un documento informativo importante che permette ai terzi di acquisire elementi utili ai fini della valutazione delle strategie, degli impegni e dei risultati raggiunti nel tempo; da ultimo favorisce all interno lo sviluppo di processi di rendicontazione e di valutazione e controllo dei risultati, che possono contribuire ad una gestione più efficace e coerente con i valori e la missione. Affinché il Bilancio sociale costituisca uno strumento di informazione efficace, devono essere rispettate alcune condizioni essenziali, in parte interne all Organizzazione Non Profit che redige il documento e, in parte, di natura più propriamente tecnica. Più precisamente, l Organizzazione deve considerare la pluralità dei propri stakeholder, indicare il tipo di relazione esistente con i medesimi e valutare la coerenza tra i risultati raggiunti e i loro bisogni e aspettative; il rispetto di queste condizioni può anche non essere raggiunto nel breve periodo, ma deve certamente costituire un obiettivo del redattore del Bilancio sociale da perseguire nel tempo; in secondo luogo, la redazione del Bilancio sociale prevede il coinvolgimento degli organi di governo, della struttura amministrativa, degli operatori interni all organizzazione e delle diverse categorie di stakeholder; infine la rilevazione delle informazioni qualitative e quantitative relative alle attività contenute nel Bilancio sociale deve essere puntuale e regolare (annuale); presupposto essenziale è la creazione di un sistema informativo che entri a far parte degli ordinari strumenti di lavoro dell organizzazione e sia idoneo a sistematizzare e aggiornare nel tempo i molteplici indicatori di risultato.

8 Nella stesura del proprio Bilancio sociale, l Organizzazione Non Profit deve rispettare alcuni principi fondamentali: chiarezza: esprimere le informazioni in modo chiaro e comprensibile; coerenza: fornire informazioni idonee a far comprendere agli stakeholder il nesso esistente tra la missione dichiarata, gli obiettivi strategici, le attività effettivamente svolte e i risultati prodotti; completezza: identificare gli stakeholder che influenzano e/o sono influenzati dall organizzazione e inserire tutte le informazioni ritenute utili per consentire agli stakeholder di valutare i risultati sociali, economici e ambientali dell Organizzazione; inclusione: coinvolgere tutti gli stakeholder identificati per assicurare che il processo e il contenuto del Bilancio Sociale rispondano alle loro ragionevoli aspettative e/o esigenze, motivando eventuali esclusioni o limitazioni; rilevanza: rendicontare le aree di attività rilevanti, motivando eventuali esclusioni o limitazioni delle attività rendicontate; periodicità: la rendicontazione deve essere regolare, sistematica e tempestiva. trasparenza: rendere chiaro il procedimento logico di rilevazione e classificazione delle informazioni; le eventuali stime o valutazioni soggettive effettuate devono essere fondate su ipotesi esplicite e coerenti; veridicità: fornire informazioni veritiere e verificabili e riguardanti sia gli aspetti positivi che quelli negativi. 7 Il Bilancio sociale nelle ONP Il lavoro di Francesca Gaia Gianoli, frutto di un complesso percorso di tesi in cui sono stati approfonditi diversi aspetti legati alla performance economica e sociale del mondo profit e soprattutto non profit, vuole essere in questo contesto un agile strumento di consultazione per quanti volessero cominciare a informarsi sulle mo-

9 dalità di scrittura di un Bilancio sociale e sulle specificità di questo documento. L analisi di un caso concreto, come quello della Fondazione EDUCatt, una delle prime in Italia a compilare un Bilancio di Missione nell ambito del Diritto allo studio, è un esempio particolarmente utile per capire le scelte da effettuare nella programmazione del progetto, del metodo da seguire per un gruppo di lavoro e dei risultati ottenuti, inquadrandone limiti e vantaggi offerti. 8 Quaderni EDUCatt Strumenti

10 INTRODUZIONE Nessuna azienda o ente può operare oggi focalizzando il proprio operato solo ed esclusivamente sul proprio business: le pesanti conseguenze, anche economiche, che possono verificarsi con azioni non attente al mondo che sta attorno alla propria attività sono un segnale inequivocabile del fatto che ogni organizzazione deve assumersi precise responsabilità nei confronti di tutte le persone coinvolte, anche soltanto indirettamente, dalla propria azione. In questo senso, il Bilancio sociale e tutti gli strumenti di accountability sono funzionali a far emergere la Responsabilità Sociale d Impresa, un concetto che segna il passaggio dalla logica del profitto a una logica più globale che spinga le imprese a considerare non solo la sfera economica del guadagno, ma anche altre dimensioni, in particolare quella etica, sociale e ambientale. In altre parole, l azione dell impresa non ha più come obiettivo la massimizzazione dell utile, ma la sua ottimizzazione, e il concetto è rivolto sia al mondo profit che al mondo non profit. In particolare questo volume si propone di tracciare una panoramica sul processo di redazione del Bilancio sociale nel mondo non profit, a partire dalla struttura, la valenza e i contenuti critici che esso deve contenere, basandosi su vari modelli realizzati da diverse realtà aziendali e focalizzandosi poi sul caso EDUCatt, l Ente per il Diritto allo Studio Universitario dell Università Cattolica che ha redatto quattro bilanci nel corso della sua attività, dal 2009 al In particolare è stata analizzata l edizione 2011 perché paradigmatica di un percorso compiuto e di una stabilizzazione del metodo perseguito nelle successive edizioni. La Responsabilità Sociale d Impresa (RSI) o Corporate Social Responsibility (CSR) comporta infatti nuovi modi e nuovi atteggiamenti da parte delle organizzazioni per relazionarsi con l esterno, ma, soprattutto, la capacità di mo- 9 Il Bilancio sociale nelle ONP

11 10 Quaderni EDUCatt Strumenti strare e comunicare ai vari stakeholder il proprio impegno per raggiungere traguardi eticamente e moralmente più responsabili. Ciò avviene attraverso nuovi strumenti e nuove forme di rendicontazione. Tuttavia, non è da dimenticare che se questo nuovo modo di agire delle imprese si deve a una loro maggiore responsabilizzazione, quest ultima è richiesta dai tempi: per la loro stessa sopravvivenza le imprese sono quasi costrette a prestare attenzione all ambiente che le circonda e alla società in cui sono inserite, perché i consumatori tendono sempre più a privilegiare, nei loro acquisti, le imprese che si sono distinte in comportamenti socialmente responsabili. Nella conclusione sarà possibile leggere una traccia dei benefici e delle difficoltà della rendicontazione sociale nel settore non profit. Il volume è arricchito dalle informazioni contenute nei box di approfondimento, le cui parole chiave sono evidenziati nel testo in grassetto. A corredo dell edizione si trova inoltre un glossario dei termini più significativi (riprodotti in MAIUSCOLETTO) legati al mondo del welfare e dell accountability, e una bibliografia essenziale.

12 I. IL BILANCIO SOCIALE Perché il Bilancio sociale? A livello internazionale, si assiste ad un processo di avvicinamento tra l impresa e la società, generato dalla sempre maggiore attenzione ai temi dell etica e della responsabilità sociale. L impresa deve adottare un comportamento etico, il che vuol dire non solo essere conforme alla legge, ma anche instaurare un corretto rapporto con l ambiente, adottare politiche rispettose dell individuo e, più in generale, svolgere un ruolo positivo verso il contesto economico e sociale in cui si trova ad operare. Per capire cosa sia un Bilancio sociale è necessario ricordare il concetto di responsabilità sociale (Social Responsibility), che è applicabile sia alle imprese orientate al profitto che ad enti senza scopo di lucro. È fondamentale che in un contesto post-industriale, come quello in cui stiamo vivendo, le imprese siano consapevoli dell importanza di rendere conto alle parti interessate, e più in generale alla collettività, delle attività svolte, delle finalità perseguite e dei risultati ottenuti. 11 Il Bilancio sociale nelle ONP CORPORATE SOCIAL RESPONSIBILITY (CSR) I cambiamenti socio-economici avvenuti negli ultimi decenni hanno portato a un estensione dell ambito di responsabilità di tutte le imprese che devono rendere conto (ACCOUNTABILITY) a diverse categorie di persone (STAKEHOLDER) riguardo a diversi aspetti e conseguenze dell attività svolta. La CSR (Corporate Social Responsibility) è una dimensione strutturale della strategia aziendale, necessaria alla sopravvivenza e alla competitività dell organizzazione stessa. Parlando di CSR non ci si riferisce alla filantropia aziendale, bensì a un concetto molto più complesso descrivibile come «la tensione dell impresa e dunque in primis dei vertici aziendali a soddisfare in misura crescente, andando oltre gli obblighi di legge, le legittime attese sociali e ambientali, oltre che economiche, dei vari portatori d interesse (stakeholder) interni ed esterni, mediante lo svolgimento delle proprie attività» (Collis, 2007).

13 12 Quaderni EDUCatt Strumenti STORIA DELLA CSR Intorno agli anni 20 è nato il concetto di responsabilità sociale e i manager hanno cominciato a capire che per essere competitivi era necessario soddisfare non solo gli interessi degli azionisti, ma anche quelli degli stakeholder e di tutti gli interlocutori sociali. Negli anni 60 si è passati da un concetto di responsabilità sociale legata al singolo manager a una visione più estesa, che coinvolge l intera impresa. Solo negli anni 70 è iniziato un processo di identificazione di comportamenti che sono stati classificati come socialmente responsabili. Gli anni 80 sono caratterizzati dalla nascita di diverse teorie (tra cui la Teoria degli stakeholder, la Business Ethics e la Corporate Social Performance) per mezzo delle quali è stato possibile teorizzare come ottenere il successo aziendale, unendo performance finanziaria e performance sociale. Infine, negli anni successivi, il concetto di CSR è divenuto un fattore rilevante nelle teorie che analizzano la strategia sociale d impresa, la sostenibilità aziendale come strumento per creare valore non solo economico a lungo termine, la valutazione della performance aziendale, l evoluzione del marketing in relazione alle politiche sociali, e la nascita, e successivo sviluppo, delle tecniche di rendicontazione socioambientale d impresa (Bilancio sociale). «La responsabilità sociale può essere intesa, dunque, come il tentativo del business di contribuire allo sviluppo economico e sostenibile, tramite il coinvolgimento dei dipendenti, della comunità locale e della società nella sua accezione più ampia». Questa definizione del Gruppo di lavoro per il Rapporto ISO sulla protezione del consumatore nel mercato globale tiene conto di ciò che viene dichiarato dal LIBRO VERDE (Commissione Europea, 2001), dove per CSR si intende «l integrazione su base volontaria, da parte delle imprese, delle preoccupazioni sociali e ambientali nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate». Il motore della CSR è l interazione tra diverse variabili, collegate tra loro, che l azienda deve tenere in considerazione per poter essere competitiva (Molteni, 2004). APPROFONDIMENTO Questo discorso è ancor più valido per le Organizzazioni Non Profit (ONP), i cui obiettivi sono tendenzialmente orientati al sociale. Il Bilancio sociale, visto come strumento di grande rilievo per sostenere la Social

14 Accountability, è pensato infatti in particolar modo per le organizzazioni senza scopo di lucro, e come tale è utilizzato, non solo come veicolo di comunicazione ma anche come mezzo strategico e di coinvolgimento degli STAKEHOLDER (ossia come leva per rafforzare i rapporti tra GOVERNANCE e stakeholder, sia interni sia esterni). Il motivo per cui, generalmente, le organizzazioni mission-oriented (senza scopo di lucro, ossia non orientate al profitto) sono maggiormente interessate a redigere questo documento annualmente è che, a differenza delle imprese profit (per le quali l obiettivo, ossia la massimizzazione dei profitti, resta costante nell arco di vita dell azienda) la MISSION, verso cui l attività sociale delle ONP è orientata, è più suscettibile di cambiamenti o evoluzioni. ORGANIZZAZIONI NON PROFIT (ONP) Con l espressione non profit si definisce un attività senza scopo di lucro: ciò significa che il fine ultimo dell organizzazione non è la massimizzazione dell utile bensì uno scopo solidaristico, sociale, culturale, sportivo, ecc. È, quindi, evidente la contrapposizione con le aziende che svolgono attività con scopo di lucro, ossia orientate al conseguimento degli utili. Ma cosa si intende con conseguimento degli utili? L art del C.C. definisce il contratto di società affermando che «due o più persone conferiscono beni o servizi per l esercizio in comune di una attività economica allo scopo di dividerne gli utili»: non è dunque sufficiente fare degli utili, ma è necessario distribuirli tra i soci che hanno costituito la società. Ciò che cambia è un differente orientamento al profitto: nonostante, anche per le ONP, esso sia necessario per crescere, per rispettare il principio di economicità, per sostenere investimenti per l organizzazione, per acquistare nuovi beni in sostituzione di quelli vecchi e obsoleti o per espandere l attività, ciò che cambia radicalmente è come gli utili vengono distribuiti. Nelle imprese for profit è più importante la soddisfazione e la remunerazione degli SHAREHOLDER (gli azionisti) che il reinvestimento dei profitti nell organizzazione; nelle Organizzazioni Non Profit, i profitti sono utilizzati per soddisfare gli stakeholder (letteralmente le parti interessate) tramite l erogazione di beni e/o servizi che identifichino lo scopo primario dell ente. Il punto chiave è che gli utili raggiunti devono essere usati per sostenere lo scopo non di lucro per cui l ente è stato costituito. Anche le Organizzazioni Non Profit erogano servizi a pagamento e conseguono un utile (lucro oggettivo), ma questo non è distribuito tra i soci (lucro soggettivo). L utile conseguito viene accantonato alla fine dell anno e riutilizzato in vista del raggiungimento del suo scopo statutario. Questo aspetto si palesa anche quando ha luogo lo scioglimento di un Organizzazione Non Profit: tutto il capitale generato o raccolto dall ente non può essere distribuito tra i soci ma deve obbligatoriamente essere devoluto ad un altro ente senza scopo di lucro. 13 Il Bilancio sociale nelle ONP

15 ACCOUNTABILITY Il termine è di origine anglosassone, ma in poco tempo ha sperimentato una rapida diffusione a livello internazionale. L introduzione di questo concetto in Italia è fatta risalire alla seconda metà degli anni 70, senza particolari limiti di applicazione, ma con riferimento alle organizzazioni del mondo profit, non profit e alle istituzioni pubbliche. Diverse sono le definizioni proposte dagli studiosi. Hinna (2005) e Pezzani (2001) considerano l accountability come «l insieme delle azioni con le quali si rende conto a qualcuno di qualche cosa con precisi strumenti»; Matacena (2002) dichiara che «l accountability esprime la responsabilità informativa dell azienda medesima e sostanzia quel sistema di comunicazioni, interne ed esterne, che nella trasparenza e nel controllo d esito trovano la loro piena conformazione; accountability (ricordando che il termine inglese non ha una traduzione diretta in italiano) da intendersi sinteticamente come esigenza del dover rendere conto dei risultati ottenuti nel caso si utilizzino risorse non proprie». La definizione di Matacena consente di comprendere con chiarezza entrambe le facce dell accountability: quella interna e quella esterna. Per accountability esterna si intende la responsabilità dell organizzazione nei confronti della collettività di riferimento e l obbligo di rendere conto e informare la società e le diverse categorie di stakeholder in merito alle modalità di sfruttamento delle risorse, al livello di raggiungimento dei risultati, intesi come conseguimento del fine istituzionale stabilito e alla coerenza tra le attività svolte e i valori/mission dell organizzazione. Poiché l organizzazione si relaziona con individui, categorie di persone e istituzioni esterne all organizzazione, l accountability esterna è molto influenzata da diversi fattori quali il contesto legislativo, che può influenzare il comportamento dell azienda o le tipologie di informazioni che è necessario siano 14 fornite, e il contesto socio-culturale, che può modificare le aspettative delle diverse categorie di stakeholder. L accountability assume un ruolo importante anche come strumento interno all organizzazione: risponde alla necessità di stimolare la responsabilizzazione dei membri in merito all utilizzo delle risorse disponibili e al raggiungimento degli obiettivi stabiliti. Si rivela quindi un utile strumento di supporto al management aziendale nel processo di decision-making relativo all allocazione e all impiego delle risorse e alle strategie di raggiungimento di risultati soddisfacenti. In questo senso, i fattori decisivi che influenzano l accountability sono interni all organizzazione, cioè il contesto strategico e quello organizzativo. L accountability si inserisce quindi nel rapporto tra l organizzazione in senso stretto e l ambiente, favorendo un orientamento socialmente responsabile tra l organizzazione e gli stakeholder, determinando la nascita e il successivo sviluppo di report socio-etici, in aggiunta alla tradizionale Financial accountability (Bilancio di esercizio). La rendicontazione sociale (ossia il Bilancio sociale) è uno dei più importanti strumenti di accountability, poiché cerca di rispondere a domande quali: verso chi si deve essere accountable (to whom)? Per quale motivo? In merito a quali tematiche (for what)? In che modo (how)? Quaderni EDUCatt Strumenti Per molti anni non c è stata una forte esigenza di rendicontazione sociale da parte delle ONP e solo grazie al recente e vivace dibattito sulla qualità dei beni e servizi offerti e

16 ACCOUNTABILITY NEL SETTORE NON PROFIT Cosa significa essere ACCOUNTABLE per un ente non profit? Generalmente si presta attenzione all accountability quando sorgono dei problemi di fiducia da parte delle categorie di persone che costituiscono la totalità dei portatori d interesse. Come esempi di problemi che possono influenzare i leader aziendali si considerino gli scandali nel settore di riferimento o all interno dell organizzazione stessa; gli interrogativi da parte dei cittadini e dei donatori che pretendono di sapere come sono spesi i loro soldi; le pressioni da parte delle istituzioni affinché le organizzazioni dimostrino di agire per il soddisfacimento del benessere pubblico. La tentazione più forte è quella di pensare che una maggiore accountability migliori la performance dell organizzazione: ciò non è sempre vero. Infatti, la sfida più grande che i leader devono affrontare è quella di riuscire a stilare delle priorità nell attività di rendicontazione, cioè decidere verso chi e riguardo a quali aspetti essere accountable. In effetti l accountability è essenzialmente una questione di fiducia (Ebrahim, 2010). Secondo Fox e Brown (1998) l accountability è «a process of holding actors responsible for actions», mentre per Edwards e Hulme (1996) è «the means by which individuals and organizations report to a recognized authority (or authorities) and are held responsible for their actions». Ebrahim e Weisband (2007) ne hanno identificato le quattro componenti chiave: Transparency: richiede la raccolta di dati e informazioni che devono poi essere rese accessibili al pubblico interessato; Answerability o justification: richiede che l organizzazione sia sempre in grado di motivare le decisioni e le azioni intraprese e di spiegare perché altre non sono state adottate; Compliance: è ottenuta tramite attività di monitoraggio e valutazione delle procedure e dei risultati raggiunti; Enforcement o sanctions: intervengono in caso di mancate conformità, giustificazioni e trasparenza. L elemento centrale che accomuna le diverse definizioni è l esistenza di una stretta relazione tra i diversi attori che giudicano il comportamento dei membri dell organizzazione e ne influenzano l attività. APPROFONDIMENTO 15 Il Bilancio sociale nelle ONP sui benefici che questi apportano alle parti interessate e alla collettività c è stato un incremento di interesse. La percezione del bisogno di una rendicontazione sociale è emersa in Italia negli anni 70 per poi diventare, solo negli anni 90, tema centrale di convegni, dibattiti e pubblicazioni.

17 16 Quaderni EDUCatt Strumenti Il Bilancio sociale consente alle organizzazioni di illustrare e descrivere quali sono gli obiettivi perseguiti e i risultati ottenuti e come sono gestite le attività messe in atto per raggiungere le finalità dichiarate. Esso non ha alcuna obbligatorietà ed è uno strumento utilizzato a discrezione dell organizzazione stessa, ma negli ultimi anni si è registrata una sua maggiore diffusione. Come si può spiegare questa coincidenza? Due sono le motivazioni principali: da un punto di vista aziendalista, le Onp stanno assumendo sempre più l aspetto di vere e proprie unità produttive e, in quanto tali, sono orientate a una gestione aziendale delle proprie risorse e attività, che comprende l utilizzo di tutti gli strumenti di rendicontazione che dimostrino la gestione efficiente delle attività e dei processi; da un punto di vista più sociale, il Bilancio sociale viene utilizzato per accrescere la fiducia nei consumatori, negli stakeholder e nella collettività, in un mercato che sempre più volge verso l opportunismo e non verso la sostenibilità e il benessere degli individui. Nel Report of the World Commission on Environment and Development si afferma che per sustainability si intende «meeting the needs of the present without compromising the ability of future generations to meet their own needs» (United Nations,1987). Il Bilancio sociale va nettamente distinto dal Bilancio di esercizio, un documento contabile di sintesi che mostra il risultato della gestione di un impresa e dal quale è possibile ricavare informazioni sulla situazione patrimoniale, finanziaria ed economica. In base al codice civile (Art. 2423) il Bilancio di esercizio si compone: 1) dello stato patrimoniale, che deve rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria della società e il risultato economico dell esercizio; 2) del conto economico, dal quale si rileva il risultato economico conseguito dall impresa nell esercizio; 3) della nota integrativa che esplicita i criteri applicati nella valutazione delle varie voci.

18 In quanto tale, il Bilancio d esercizio, derivando unicamente dall analisi di dati economico-finanziari, non è quindi in grado di esplicitare le caratteristiche peculiari dell agire aziendale e di fornire le informazioni necessarie che soddisfino le esigenze dei portatori d interesse, e non mostra quali siano le finalità e i risultati ottenuti dal punto di vista dell utilità sociale. L International standards of accounting and reporting for transnational corporation, un documento delle Nazioni Unite del 1977, afferma: «L impresa deve rendere conto delle sue attività a tutta la società, in particolare per l uso fatto delle risorse umane e di quelle naturali e per le conseguenze delle sue attività sull ambiente». Queste poche righe chiariscono bene perché ci sia stata la necessità di disporre di un documento, quale il Bilancio Sociale, che consenta alle organizzazioni di non limitare la trasparenza di informazioni solamente a dati quantitativi, bensì di estenderla all impatto sociale che le singole attività hanno sulla società con l obiettivo di coinvolgere tutte le parti interessate. Due sono essenzialmente gli approcci alla rendicontazione sociale: il primo sottolinea la funzione di comunicazione e di marketing aziendale, il secondo evidenzia come il Bilancio sociale sia uno strumento volto a migliorare la gestione interna dell organizzazione attraverso una maggiore consapevolezza da parte della governance, delle attività e dei processi interni. 17 Il Bilancio sociale nelle ONP 1. Cenni storici L evoluzione del Bilancio sociale nei diversi Paesi (europei e non) non ha seguito lo stesso percorso. L azienda tedesca AEG, che produce beni tecnologici di design, è stata la prima a redigere un Bilancio sociale, era il È un altra azienda tedesca, la Sietag, a pubblicare il secondo Bilancio sociale della storia nel Gli anni 70 rappresentano comunque in generale il periodo in cui si sviluppa l idea di rendicontazione sociale e in cui si costituiscono le basi per

19 18 Quaderni EDUCatt Strumenti la sua futura evoluzione. È proprio in questi anni che nel Regno Unito viene presentato il libro bianco riguardante la riforma della normativa societaria e in Germania nasce un gruppo di studio, chiamato Sozialbilanz-Praxis, che elabora un primo modello di Bilancio sociale (solo per le aziende con almeno 300 dipendenti). La Francia rappresenta un caso particolare perché, pur essendo uno dei pochi Stati in cui la redazione del Bilancio sociale è obbligatoria, il Bilan social oggetto di normativa è considerato uno strumento di rendicontazione degli aspetti sociali delle aziende; si focalizza quindi sulla rendicontazione dell occupazione, delle retribuzioni, delle condizioni di lavoro (igiene e sicurezza), della formazione professionale e delle relazioni economiche. Non è quindi uno strumento per verificare la sostenibilità dei comportamenti socio-ambientali dell organizzazione, ma nasce al servizio del sistema delle relazioni industriali. In Italia il Bilancio sociale inteso come integrazione del Bilancio d esercizio appare nella seconda metà degli anni 70: è in questo periodo che si sviluppa il dibattito sia teorico che metodologico sull argomento e in particolare aumenta l interesse degli studiosi verso ricerche economicoaziendali strettamente correlate al tema della CSR. L idea di Bilancio sociale arriva in ritardo rispetto agli altri Stati, come gli Stati Uniti e il Regno Unito e importa le nozioni di CSR e Bilancio sociale da questi Paesi, dove dagli anni 60 si era già manifestato l interesse per l analisi di indicatori non finanziari per la valutazione dell efficacia aziendale e della SOCIAL PERFORMANCE. Un ulteriore spinta in questa direzione arriva anche dalla Francia grazie alla legge 77/69 del 1977 che, pur nei limiti che abbiamo visto, rende obbligatoria la redazione del Bilancio sociale. Il dibattito italiano ha da subito scopi principalmente educativi e si basa sul confronto delle esperienze più importanti e significative degli altri Paesi: è dunque una fase di apprendimento della nuova materia. A livello teorico, i passi avanti di maggior rilievo arrivano negli anni ottanta,

20 grazie a Matacena (1984) e Rusconi (1988). Nei loro primi studi il Bilancio sociale viene inteso come strumento utilizzato prevalentemente dalle grandi aziende profit come «complesso dei documenti contabili e non che, insieme ai bilanci tradizionali, abbia come scopo quello di offrire informazioni quali-quantitative sulle operazioni svolte dall impresa per effetto delle finalità sociali che si è assunta» (Matacena, 1984). Negli anni 90, dopo un periodo di stallo, il Bilancio sociale e la CSR acquisiscono nuovamente importanza e diventano oggetto di ricerca teorica e pratica sia in ambito accademico che all interno delle imprese. Le motivazioni cui si può ricondurre il ritrovato interesse per questa materia sono: la crescente pressione esterna della società, sempre più interessata al comportamento etico, sociale e ambientale delle imprese, legato anche al tema della globalizzazione; la crisi degli strumenti di valutazione del valore del prodotto delle aziende; l elaborazione e la diffusione di linee guida, principi, modelli e standard che permettono la redazione di Bilanci sociali tagliati a misura delle esigenze specifiche di un impresa, nonché le prime esperienze di standard etico-sociali certificabili (come SA8000, SA1000, ecc.). Dalla seconda metà degli anni 90 il numero di imprese, profit e non profit, ad aver redatto il Bilancio sociale, seppur in forme diverse e con denominazioni poco uniformi, è cresciuto in modo evidente in risposta alla maggiore visibilità e legittimità che l idea di CSR ha acquistato con il tempo. Sempre in questi anni si è palesato il forte interesse anche da parte del management verso questa nuova forma di rendicontazione, percepita come strumento efficace di comunicazione aziendale per eliminare (o ridurre) le asimmetrie informative tra gli individui interni all organizzazione e con le categorie esterne legittimamente interessate. 19 Il Bilancio sociale nelle ONP

21 20 Quaderni EDUCatt Strumenti A livello internazionale, agli inizi degli anni 2000 si è assistito a un forte sviluppo delle tematiche legate alla CSR e al Bilancio sociale: nel 2001 è stato pubblicato il Green Paper dalla Commissione Europea, che ha determinato le principali linee guida per l adozione da parte delle imprese di politiche socialmente responsabili, seguito nel 2002 da una pubblicazione relativa alla responsabilità sociale delle imprese. Ad oggi si può affermare che gli scopi della rapida diffusione del Bilancio sociale sono svariati e tra i principali possiamo identificare: pubbliche relazioni: il Bilancio sociale può essere redatto con lo scopo primario di consolidare la reputazione dell azienda agli occhi degli stakeholder per garantirle un sufficiente potere competitivo; strategie sociali nei confronti degli stakeholder: il Bilancio sociale diventa uno strumento che completa il Bilancio di esercizio e consente di valutare gli obiettivi e i risultati raggiunti in relazione al soddisfacimento delle necessità degli stakeholder in grado di influenzare l andamento competitivo dell organizzazione; difesa documentata: per rispondere in modo adeguato alle ipotetiche contestazioni che potrebbero arrivare da specifici interlocutori e per difendere la credibilità dell organizzazione è necessario presentare sia i risultati positivi che quelli negativi (sintomo di trasparenza e onestà), accompagnati però dall indicazione dei passi correttivi compiuti nella direzione corretta; valutazione della ricchezza prodotta e distribuita: il Bilancio sociale come strumento per valutare e misurare la ricchezza prodotta per una serie di interlocutori interni (azionisti, soci, dipendenti, finanziatori, enti pubblici, ecc.). Questa concezione però ha i limiti del Bilancio di esercizio, ossia la mancata considerazione degli interessi non monetari di altre categorie di stakeholder, come ad esempio quelli interessati alla tutela dell ambiente.

22 2. Qualche definizione Non è facile trovare una definizione precisa di Bilancio sociale poiché è uno strumento ancora in via di sviluppo, non obbligatorio e quindi, per quanto ci sia accordo circa le sue finalità, non si è ancora giunti a una visione univoca di cosa debba essere misurato e analizzato e di come questo procedimento debba essere effettuato. Esistono comunque diverse definizioni del Bilancio sociale formulate da vari studiosi e autori delle Linee guida maggiormente accreditate: 1. «Il Bilancio sociale è uno strumento di accountability, ovvero di rendicontazione delle responsabilità dei comportamenti e dei risultati sociali, ambientali ed economici delle attività svolte da un organizzazione. Tale documento ha il fine di offrire un informativa strutturata e puntuale a tutti i soggetti interessati non ottenibile a mezzo della sola informazione economica contenuta nel bilancio di esercizio» (Agenzia per le Organizzazioni Non Lucrative di Utilità Sociale, 2010); 2. «Sustainability reporting is the practice of measuring, disclosing, and being ACCOUNTABLE to internal and external stakeholders for organizational PERFORMANCE towards the goal of SUSTAINABLE DEVELOPMENT. Sustainability reporting is a broad term considered synonymous with others used to describe reporting on economic, environmental, and social impacts (e.g., Triple Bottom Line, corporate responsibility reporting, etc.)» (GRI-Global Reporting Initiative, 2006); 3. «Il Bilancio sociale è uno strumento di rendicontazione sociale che, insieme agli strumenti informativi tradizionali, consente alle aziende di realizzare una strategia di comunicazione diffusa e trasparente in grado di perseguire il consenso e la legittimazione sociale che sono la premessa per il raggiungimento di qualunque altro obiettivo, compresi quelli di tipo reddituale e competitivo. Esso rende disponibili al management i dati ne- 21 Il Bilancio sociale nelle ONP

23 TRIPLE BOTTOM LINE (TBL) Triple Bottom Line (TBL) è un concetto che ha avuto approvazione ufficiale come schema per accrescere l interesse per sostenere la tutela di «profit, people, planet». Il termine è stato coniato da John Elkington nel 1995 e indica uno strumento nato per delineare la Responsabilità sociale d impresa: all inizio è stata utilizzata più come una procedura di contabilità e solo ultimamente si è rivelata utile per focalizzare l attenzione e l interesse sulla sostenibilità, intesa come tutela della persona, dell ambiente e del profitto. La Triple Bottom Line è concepita come uno strumento di reporting per descrivere le prestazioni sociali, ambientali ed economiche dell azienda. Scopo primario della TBL è quello di rendere consapevoli le compagnie non solo del valore economico che apportano alla società, ma anche del valore ambientale e sociale che esse possono creare o distruggere. Uno dei requisiti fondamentali di questo strumento è che i dati raccolti riguardo alle comunità, i dipendenti, i fornitori, i clienti e gli altri stakeholder dovrebbero essere misurati, calcolati e riportati parallelamente ai risultati finanziari della compagnia (Norman e MacDonald, 2004); in questo modo l organizzazione dimostra di avere interesse e sensibilità verso le tre declinazioni della responsabilità: economica, ambientale e sociale. 22 Quaderni EDUCatt Strumenti cessari per la valutazione e il controllo dei risultati prodotti, nonché utili per la definizione delle strategie da attuare in campo sociale» (GBS 2001); 5. «Il Bilancio sociale è lo strumento tramite il quale rappresentare informazioni qualitative, quantitative e monetarie dell operato aziendale, raccolte attraverso schemi e procedure coerenti con lo scopo di analizzare e interpretare tali informazioni dall interno, per monitorare, valutare, programmare e stabilire obiettivi conformi ai valori etici che caratterizzano l azienda. In altri termini, il Bilancio sociale è uno strumento di comunicazione, ma è soprattutto un documento finale di un processo gestionale e decisionale» (Commissione Aziende Non Profit del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti, 2004); 6. «La rendicontazione etico-sociale è la predisposizione di un sistema di misurazione e di raccolta sistematica, organizzazione e comunicazione dei dati rilevanti relativi all impatto delle attività dell impresa sul benessere dei vari stakeholder; la valutazione della coerenza fra i risultati conseguiti e gli obiettivi derivanti dalla missione, dai valori e dal CODICE ETICO; il rilevamento, tramite il dialogo con gli stakeholder realizzato nel processo di

24 elaborazione, del grado di soddisfazione o insoddisfazione in merito alla corrispondenza fra le loro aspettative da un lato e gli obbiettivi e i risultati delle attività dell impresa» (CELE, 2001); 7. «Sustainability accounting is the generation, analysis and use of monetarised environmental and socially related information in order to improve corporate environmental, social and economic performance» (SIGMA Project, 2003); 8. «La rendicontazione sociale è un processo attraverso il quale un organizzazione valuta e comunica agli stakeholder e alla comunità, sulla base di una responsabilità sociale preesistente, comportamenti, risultati e impatti delle proprie scelte e del proprio agire in merito a questioni sociali, ambientali ed economiche. Essa trova fondamento e mo tivazione nel concetto di responsabilità sociale delle organizzazioni, in base al quale esse dovrebbero rispondere dell uso delle risorse economiche, sociali ed ambientali e della produzione di utilità (o disutilità) sociale» (Fuori Orario, 2001). Dalle definizioni sopra proposte appare evidente come il Bilancio sociale sia uno strumento per mezzo del quale è possibile controllare e valutare i processi e i risultati raggiunti da un organizzazione. Inoltre, esso deve rappresentare in modo chiaro, utilizzando dati qualitativi e quantitativi, gli impatti sull ambiente e gli effetti sulle diverse categorie che hanno rapporti con l organizzazione, o ne sono portatori di interesse, in modo da allineare le strategie adottate ai valori e alla mission aziendale, per poi comunicare agli stakeholder le strategie programmate, i risultati raggiunti e le scelte effettuate. Un altro aspetto che traspare è la non univocità delle definizioni di Bilancio sociale, che si esplicita in particolar modo nell esistenza di una molteplicità di principi, linee guida e norme, a cui le diverse organizzazioni si ispirano. Oltre a esserci discrepanza a livello internazionale, anche 23 Il Bilancio sociale nelle ONP

25 24 Quaderni EDUCatt Strumenti all interno di una stessa nazione, ad esempio l Italia, ci sono diverse linee guida per la progettazione e la realizzazione del Bilancio sociale: le linee guida di GBS (Gruppo di Studio sul Bilancio sociale), le linee guida Q-Res, le linee guida del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti, le linee guida dell Agenzia per le ONLUS, ecc. Si ha quindi disomogeneità sia a livello terminologico (Bilancio sociale, Bilancio di Missione, Rendiconto sociale, Bilancio di sostenibilità), sia in relazione all oggetto della rendicontazione (Frey, 2002), alla struttura del documento e al processo seguito nella stesura dello stesso. Nella dottrina italiana non è ancora stato raggiunto un accordo sulla definizione di Bilancio sociale e non esiste neppure una concordanza sull utilizzo del termine bilancio, che secondo diversi autori è usato in modo improprio dato che non si tratta di un vero e proprio bilancio contabile (Matacena, 1984). Per quanto riguarda il mancato accordo sulla denominazione di questo strumento di rendicontazione, una disomogeneità diffusa anche all estero (dove si fa riferimento a corporate social reporting, social accounting, social audit, social responsibility accounting, ethical statements, values report, social statement, ethical sudits, cfr. Gray, 1997), vediamo i modi più diffusi in Italia di chiamare il Bilancio sociale: LINEE GUIDA: QUALI E DOVE TROVARLE GBS (Gruppo di Studio sul Bilancio sociale), Principi di redazione del Bilancio Sociale CELE, Progetto Q-res: la qualità della responsabilità etico-sociale d impresa Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti (CNDC), Il Bilancio Sociale nelle aziende non profit: principi generali e linee guida per la sua adozione Agenzia per le ONLUS, Linee guida e schemi per la redazione del Bilancio sociale delle Organizzazioni Non Profit bilancio_organizzazioni_nonprofit.pdf GRI (Global Reporting Initiative), Linee guida per il reporting di sostenibilità

26 Bilancio di responsabilità sociale : si focalizza sul processo di determinazione della politica e degli impegni nei confronti degli stakeholder; Rapporto sociale : pone l accento sulla comunicazione delle attività svolte e dei risultati ottenuti in coerenza con la mission istituzionale e le necessità degli stakeholder; Bilancio sociale : una forma di rendicontazione parallela e complementare a quella tradizionale; Bilancio sociale cooperativo : dove programmi, contabilità economica e sociale sono integrati in un documento unico. Le Organizzazioni Non Profit invece, che nascono con l obiettivo di realizzare la propria mission legata all incremento dell utilità sociale, devono comunicare i risultati raggiunti a tutti gli stakeholder: per questo motivo, il Bilancio sociale è spesso da loro rinominato Bilancio di Missione, in modo da evidenziare la qualità sociale del documento. Nel TERZO SETTORE, infatti, non è sufficiente che un organizzazione dichiari pubblicamente di aver assunto una responsabilità sociale, ma è necessario che questa verifichi periodicamente se la propria attività è svolta o meno in linea con i valori e la mission dichiarati, in modo da tutelare gli interessi delle diverse categorie di stakeholder. Il Bilancio di Missione non è, quindi, nel mondo non profit, uno strumento accessorio, ma è l unico modo per rendicontare al meglio le modalità gestionali e i risultati raggiunti. 25 Il Bilancio sociale nelle ONP 3. Potenzialità del Bilancio sociale La mancata redazione del Bilancio sociale da parte di alcune organizzazioni non è dovuta solo all inesistenza di norme che lo rendano obbligatorio, dalla non conoscenza della sua esistenza o dai costi elevati che determina, ma anche dalla limitata consapevolezza dei benefici che questo documento porta all organizzazione stessa. Se, infatti, si considera il doppio ruolo che il Bilancio sociale assume, ossia strumento di comunicazione e strumento di monitoraggio e controllo dell orientamento sociale aziendale,

27 26 Quaderni EDUCatt Strumenti si possono valutare le grandi potenzialità di questo documento. Il Bilancio sociale può essere utilizzato in cinque possibili campi come: strumento di comunicazione: il Bilancio sociale è usato dalle organizzazioni per comunicare alle parti interessate il loro agire, gli obiettivi raggiunti e come questi sono stati realizzati, in aggiunta ad altri strumenti disponibili per questo scopo. Le informazioni in esso contenute possono essere strumentali per il raggiungimento di altri scopi e, quindi, supportare il processo decisionale, oppure possono essere informazioni fini a se stesse, dichiarate semplicemente per informare gli stakeholder sull impatto sociale che l attività ha sull ambiente e sui terzi. La funzione informativa consente alle aziende di creare la propria immagine aziendale, sia nei confronti delle persone interne, tramite azioni volte a migliorare le condizioni di lavoro e le motivazioni dei dipendenti, sia verso l esterno, mettendo in evidenza le attività che hanno effetti sociali sull ambiente e sulla collettività. Chiaramente, è dato per scontato che il Bilancio sociale debba ritenersi un documento neutrale: non deve presentare solo le informazioni positive e non deve essere indirizzato a una o più categorie specifiche di interlocutori, ma all intera gamma di stakeholder; leva organizzativa e gestionale: il Bilancio sociale è inteso qui come strumento di gestione, poiché favorisce la coesione tre le persone all interno dell organizzazione, accresce la legittimazione dell attività e migliora la razionalizzazione delle risorse umane e materiali. Ad esempio aiuta le persone interne all organizzazione a dare un senso alle loro attività e a sentirsi partecipi nel raggiungimento di determinati obiettivi. Il Bilancio sociale si rivela uno strumento necessario anche nell affrontare processi di adattamento organizzativo: consente infatti a tutti i membri dell organizzazione di avere una visione unitaria circa gli scopi e i fini da raggiungere, affinché ogni singolo individuo possa prendere de-

28 cisioni autonomamente in linea con gli obiettivi aziendali. Il Bilancio sociale si rivela utile in quanto si pone come strumento di verifica periodica della concordanza dei valori percepiti all interno dell intera organizzazione. Un altro aspetto da sottolineare è il contributo dato nell accrescere la percezione del diritto di legittimazione che gli stakeholder, interni o esterni, possiedono; questi riescono, infatti, a identificare lo stretto legame che c è con l organizzazione e a comprendere che questo legame è l essenza dell organizzazione stessa. Oltre a favorire la legittimazione tra gli stakeholder, il Bilancio sociale sostiene e facilita anche quella dell organizzazione verso l esterno, nei confronti di utenti, collaboratori, enti pubblici o privati, finanziatori, ecc. È quindi evidente come da semplice rappresentazione delle attività aziendali, questo strumento può essere visto anche come mezzo di conduzione e regolazione dei rapporti con le varie categorie di stakeholder: la comunicazione non è più monodirezionale (dall organizzazione alle parti interessate), ma bidirezionale; strumento di concertazione: le aziende, e ancor di più le Organizzazioni Non Profit, devono cercare di soddisfare tutte le esigenze delle diverse categorie di stakeholder, che non sono omogenee così come non lo sono gli interessi nei confronti dell azienda. L ente interessato deve allora unire in modo armonico le diverse aspettative cercando di trovare un equilibrio tra i differenti, e talvolta discordanti, interessi. La concertazione però non implica solo che l azienda instauri una forma di dialogo con gli stakeholder cercando di ascoltare le loro richieste, ma che si adegui ad esse. La funzione di concertazione si concretizza quindi nell impegno da parte dell organizzazione nella ricerca di un bilanciamento tra i diversi interessi, il che implica rinunce e concessioni nei confronti delle quali l azienda si pone con il ruolo di giudice; strumento di verifica istituzionale: per verifica istituzionale si intende la verifica della coerenza tra la mission 27 Il Bilancio sociale nelle ONP

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