CRISI E REVISIONE DELLA REGOLAMENTAZIONE DEI MERCATI FINANZIARI
|
|
- Adelina Rocco
- 8 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 CRISI E REVISIONE DELLA REGOLAMENTAZIONE DEI MERCATI FINANZIARI Alberto Franco Pozzolo Università degli Studi del Molise Scuola superiore dell economia e delle finanze Ezio Vanoni Roma, 12 febbraio 2013
2 Introduzione Gli effetti della crisi finanziaria iniziata nell estate 2007 sono ancora evidenti in quasi tutti i paesi più sviluppati Le cause della crisi, la piùforte dalla Grande Depressione degli anni Trenta, sono tuttora oggetto di analisi e discussione Vi èforte consenso che le lacune dell assetto istituzionale e regolamentare del sistema finanziario siano tra le cause principali, anche se non le sole, della crisi finanziaria Le iniziative di politica economica concordate a livello internazionale stanno modificando radicalmente il quadro istituzionale e regolamentare del sistema finanziario, con l obiettivo di evitare che una crisi analoga si possa ripetere In questa lezione cercheremo di capire quali sono state la causedella crisi finanziaria e quali sono i principi ispiratori delle riforme, evidenziandone poi i punti di forza e le possibili debolezze
3 Piano della presentazione I fatti: l evoluzione dei mercati finanziari nel periodo precedente la crisi finanziaria del 2007 lo scoppio della crisi e le prime reazioni di politica economica il fallimento di Lehman e la crisi finanziaria sistemica dal crollo dell economia reale ai primi segnali di ripresa dalla crisi finanziaria alla crisi del debito sovrano Gli interventi: le linee di riforma della regolamentazione del sistema finanziario i nessi tra crisi bancaria e crisi del debito sovrano le recenti decisioni in ambito europeo Le sfide aperte
4 Le condizioni prima della crisi finanziaria Prima del 2007: l inflazione era bassa e stabile la crescita economica era sostenuta e stabile si discuteva di come il sistema economico avesse raggiunto una fase di grande moderazione Vi era inoltre un diffuso consenso (con poche voci critiche) che: il rischio finanziario era contenuto (come evidenziato dai premial rischio) la vigilanza sugli intermediari finanziari era sofisticata ed efficace le assicurazioni sui depositi limitavano fortemente i rischi di una corsa agli sportelli le banche centrali erano in grado di intervenire efficacemente in caso di una crisi di liquidità
5 Le cause macroeconomiche della crisi (1) Le principali cause macroeconomiche della crisi iniziata nel 2007 sono state individuate: negli elevati squilibri finanziari globali nella politica monetaria espansiva degli Stati Uniti, a fronte del timore di deflazione e della contenuta dinamica dei prezzi Gli squilibri globali sono legati all elevato livello del debito pubblico e privato negli Stati Uniti e al forte risparmio nei paesi emergenti e in quelli esportatori di petrolio Nei paesi emergenti, l elevato livello di risparmio è dovuto: alle ridotte opportunità di investimento interne al limitato sviluppo dei mercati finanziari e delle ridotte opportunitàdi diversificazione dei portafogli al desiderio di assicurarsi contro il rischio del ripetersi di una crisi finanziaria come quella della fine degli anni Novanta
6 Le cause macroeconomiche della crisi (2) La disponibilitàdi finanziamenti a basso costo, garantiti dagli afflussi di risparmio dall estero, ha favorito: il finanziamento dei mutui per l acquisto e la costruzione di abitazioni e beni durevoli (i prezzi delle abitazioni negli Stati Uniti trail 1996 e il 2007 sono cresciuti del 124%) l emergenza di bolle sui prezzi delle attivitàfinanziarie (legate ai bassi tassi di interesse e ai bassi premi al rischio) La crescita della domanda di abitazioni ha determinato un aumento dei prezzi, favorendo la crescita dei consumi attraverso l effetto ricchezza Le distorsioni finanziarie hanno favorito i prestiti e gli investimenti in settori con una produttività attesa superiore a quella reale Parallelamente, la fortissima crescita dei volumi lordi di attività e passività sull estero ha amplificato il contagio internazionale in seguito alla revisione della composizione dei portafogli da parte degli investitori
7 Le cause microeconomiche della crisi Gli squilibri macroeconomici sono stati possibili, e forse amplificati, a causa di alcune forti distorsioni di natura microeoconomica: le famiglie non hanno prestato la dovuta attenzione a come venivano investiti i loro risparmi i managersdelle societàfinanziarie hanno sottovalutato i rischi degli investimenti e privilegiato i ritorni di breve periodo, anche a causa di incentivi salariali distorti (e.g., le stock options) le agenzie di rating hanno utilizzato modelli di valutazione delrischio basati su dati storici inadeguati per valutare strumenti innovativi con elevati rischi nelle code della distribuzione gli intermediari hanno avuto incentivi distorti nel valutare il rischio di credito perché potevano trasferirlo sui titoli cartolarizzati l azione delle autoritàdi vigilanza si èrivelata, ex-post, fortemente inadeguata
8 Dalla crisi finanziaria alla crisi del debito sovrano Dall esplosione della crisi finanziaria del 2007 possono essere identificate almeno 5 diverse fasi: : la crisi dei mutui subprimee il crollo degli investimenti di portafoglio : la crisi sistemica e il crollo della liquidità : la crisi economica, gli stimoli fiscali e gli stabilizzatori automatici : la crisi del debito sovrano : la crisi di fiducia in Europa
9 2007: la crisi dei mutui subprime(1) Il 16 luglio 2007, Bear Stearns rivelò che due suoi sub-prime hedge funds avevano registrato ingenti perdite; dopo pochi giorni il mercatodegli Asset Backed Commercial Papers (ACBP) l chiuse di fatto le contrattazioni La banca tedesca IKB, incapace di rinnovare i suoi finanziamenti a breve termine, venne salvata con un piano organizzato da Bundesbank e BaFin Il crollo della fiducia nel mercato interbancario, non garantito, portò a una crisi di liquidità, che spinse la BCE a intervenire il 9 agosto con un intervento di finanziamento per 95 miliardi di euro, seguito in dicembre da un nuovo intervento per 300 miliardi Gli investitori iniziarono a liquidare le posizioni in Residential Mortgage Backed Securities (RMBS), determinando un crollo dei prezzi (fire sales) pari in alcuni casi all 80% del valore iniziale (il 60% anche per alcune tranches AAA) Il 16 marzo 2008 la FED favorìl acquisto di Bearn Sterns, oramai fallita, da parte di JP Morgan Chase
10 2007: la crisi dei mutui subprime(2) Le banche europee non erano direttamente esposte nel mercato dei mutui subprime americani, ma furono ugualmente colpite dalla crisi perché: molte banche europee detenevano ingenti quantitàdi RMBS nel portafoglio di negoziazione (trading book), classificati come magazzino per il market-making(le cui perdite possono essere non registrate fino a 12 mesi in base agli IFRS) ma consistenti di fatto in posizioni di carry tradecon l obiettivo di favorire la redditivitàdel portafoglio obbligazionario l incertezza sul valore delle attivitàdi queste banche rese impossibile rinnovare i finanziamenti a breve termine sui mercati interbancari La BCE supplìalla carenza di liquiditàcon operazioni straordinarie di finanziamento e, successivamente, riducendo la qualitàdelle garanzie richieste
11 2008: la crisi sistemica e il crollo della liquidità(1) Il salvataggio di Bearn Sterns aveva ridotto i timori nei mercati finanziari, ma a giugno emersero nuove difficoltàda parte delle assicurazioni, che coprivano il rischio di credito delle banche per permettere minori accantonamenti di capitale Tra luglio e settembre la situazione delle agenzie pubbliche americane (Freddie Mac e Fannie Mae) si deteriorò ulteriormente, fino al loro commissariamento Il 12 settembre il fallimento di Lehman Brothers aprìla fase piùacuta della crisi, che divenne sistemica A parte l effetto diretto del fallimento di Lehman sul mercato dei derivati, le conseguenze maggiori derivarono dalla convinzione degli investitori che un istituzione finanziaria globale poteva fallire
12 2008: la crisi sistemica e il crollo della liquidità(2) Le fonti di finanziamento si esaurirono per tutte le banche, redendo in molti casi insufficienti anche le iniezioni di liquiditàdecise dalle banche centrali L assenza di limitazioni nelle esposizioni interbancarie aveva portato molte banche, anche di media e piccola dimensione, ad avere ingenti esposizioni anche internazionali, superiori al loro capitale L entitàdella crisi rese necessari in molti paesi interventi pubblici per la ricapitalizzazione delle banche Anche i fondi monetari, in particolare negli Stati Uniti, vennero colpiti dalla crisi si confidenza e subirono una corsa agli sportelli che rese necessario un nuovo intervento governativo In Europa, il sistema delle assicurazioni sui depositi si rivelòin molti casi inadeguato, rendendo necessaria la copertura da parte dello Stato
13 2009: la crisi economica e gli interventi fiscali A partire dall inizio del 2008, gli effetti della crisi finanziaria avevano iniziato ad estendersi all economia reale, a causa: del crollo dei prezzi delle attività mobiliari e immobiliari delle crescenti difficoltàdi finanziamento degli investimenti e dei consumi L effetto della crisi sistemica del 2008 sull andamento del PIL fu fortissimo, amplificato da un crollo senza precedenti del commercio internazionale La situazione dei mercati finanziari iniziava invece a migliorare, con le fonti di finanziamento si esaurirono per tutte le banche, redendo in molti casi insufficienti anche le iniezioni di liquidità decise dalle banche centrali La crescita dei corsi delle attivitàfinanziarie permise alle banche di migliorare la redditività, ritornando in alcuni casi a distribuire utili e bonus
14 2010: la crisi del debito sovrano Il debito pubblico complessivo dell area dell euro ammontava nel 2011 all 87% del PIL, un livello comparabile con quello degli Stati Unitie significativamente inferiore a quello del Giappone Tuttavia, alcuni paesi dell area dell euro hanno livelli di assai piùelevati della media, e l area non èun unione fiscale Nel 2009 il governo greco annunciò che il livello del debito pubblico del paese era molto superiore a quanto annunciato in precedenza, creando forti tensioni sul mercato dei titoli di stato europei Nel maggio 2010 la Grecia ottenne il primo di una lunga serie dipacchetti di aiuti finanziari, nel novembre 2010 ottenne aiuti anche l Irlanda, nell aprile 2011 il Portogallo L aumento dei tassi di interesse si estese alle banche, che oltre a registrare perdite a causa della caduta dei corsi obbigazionari,iniziarono ad avere forti problemi di finanziamento a medio e a lungo termine
15 2011: la crisi di fiducia in Europa (1) Nell estate 2011 la crisi del debito sovrano si estese alla Spagna, soprattutto a causa della debolezza del sistema bancario, e all Italia Gli investitori esteri, in particolare i fondi americani, ridussero la loro esposizione verso l Europa, determinando forti tensioni anche sui corsi azionari delle banche Di fronte alle difficoltàdi finanziamento e alla crescente incertezza sulla stabilitàdel sistema bancario europeo, le banche hanno ridotto le loro esposizioni internazionali, determinando un ampiamento dei differenziali tra i paesi europei nel costo del credito al dettaglio e all ingrosso
16 2011: la crisi di fiducia in Europa (2) Le politiche fiscali restrittive introdotte in Spagna e in Italia hanno favorito un allentamento delle tensioni sul mercato dei titoli di Stato apartire dai primi mesi del 2012 Gli accordi sul ruolo dello European Financial Stability Mechanism (EFSF), dello European Stability Mechanism (ESM), l approvazione del Fiscal compact e gli ingenti finanziamenti a medio termine della BCE hanno avuto un ulteriore effetto positivo sui mercati finanziari La decisione nel giugno 2012 di creare la European banking unione la dichiarazione del presidente della BCE di difendere con ogni mezzo l euro ebbe ulteriore effetti positivi sui mercati finanziari Tra il 2008 e ottobre 2011, i governi dei paesi europei hanno impegnato oltre miliardi di euro (il 36.7% del PIL della UE) per sostenere il sistema bancario Gli aiuti effettivamente utilizzati ammontavano a fine 2010 e 409 miliardi per le ricapitalizzazioni e il sostegno al valore delle attività, e miliardi sotto forma di garanzie e altri contributi alla liquidità
17 Le lezioni della crisi La crisi finanziaria iniziata nel 2007 e i successivi effetti sulla sostenibilità dei debiti sovrani hanno evidenziato numerose lacune dell assetto istituzionale e regolamentare del sistema finanziario internazionale Nel 15 novembre 2008 nel meeting di Washington, i paesi del G20 concordarono di 'realizzare riforme che rendano piùsolidi i mercati finanziari e strutture di regolamentazione che permettano di evitare crisi future, con particolare attenzione alla cooperazione internazionale tra le autorità di vigilanza nazionali Le linee di riforma decise negli anni successivi dal Comitato dibasilea e dalle principali autoritàdi vigilanza sono il frutto di una serie di evidenze emerse dalla crisi
18 La crisi e i problemi del sistema finanziario La crisi ha evidenziato numerosi problemi del precedente assettodei mercati finanziari: gli intermediari troppo grandi (too-big-to-fail) o troppo complessi (too-complex-to-fail) per poter fallire il rischio di contagio in seguito al fallimento di intermediari con un ruolo centrale nel sistema (too-interconnected-to-fail) o soggetti a shock troppo correlati (too-many-to-fail) l arbitraggio regolamentare e il ruolo del sistema finanziario ombra la scarsa capitalizzazione gli incentivi distorti delle strutture di governance i costi eccessivi dei salvataggi per i contribuenti lo scarso coordinamento internazionale delle autorità di vigilanza la scarsa attenzione al rischio sistemico e alla vigilanza macroprudenziale Le riforme del sistema finanziario sono andate nella direzione di limitare questi problemi
19 Le banche che non possono fallire Il problema di evitare che vi siano banche che per motivi diversi non possono essere lasciate fallire è alla base delle riforme volte a: ridurre la dimensione delle banche, anche richiedendo una maggiore capitalizzazione alla banche più grandi penalizzare le banche eccessivamente interconnesse, soprattutto a livello internazionale semplificare le strutture di controllo separare le attivitàpiùrischiose da quelle piùtradizionali (depositi, prestiti e gestione dei pagamenti) semplificare le procedure fallimentari Per ridurre i costi per il contribuente, sono stati aumentati gli incentivi affinchégli azionisti controllino le attivitàdei managers, imponendo che subiscano il costo di eventuali salvataggi
20 Le autorità di vigilanza La responsabilitàdelle attivitàdi vigilanza èstata rivista in quasi tutti i principali paesi, con un generale rafforzamento della posizione delle banche centrali, il cui ruolo è stato centrale nelle fasi più acute della crisi In particolare: èstato rafforzato il coordinamento tra le diverse autoritàdi vigilanza presenti nei singoli paesi èstato rafforzato il potere discrezionale delle singole autoritàin caso di crisi è stata accresciuto il ruolo della vigilanza macroprudenziale sono stati estesi i poteri e le competenze delle autoritàdi vigilanza a settori di mercato in precedenza più liberi si sono trovate linee di fondo della riforma ispirate a principicondivisi a livello internazionale
21 La riforma del sistema finanziario in Europa In Europa, il primo passo nel processo di riforma del sistema divigilanza è stato ispirato dal rapporto del Gruppo de Larosiere Seguendo in buona parte le indicazioni del Gruppo, la vigilanza europea dei mercati finanziari èorganizzata nello European System of Financial Supervision, composto da: European Banking Authority (EBA), che ha il compito di coordinare le attività di vigilanza bancaria European Securities and Markets Authority (ESMA), responsabile della vigilanza sui mercati European Insurance and Occupational Pensions Authority (EIOPA) Presso la BCE èinsediato inoltre lo European Systemic Risk Board (ESRB), responsabile della vigilanza macroprudenziale
22 Le riforme recenti in Europa Tre importanti riforme sono state recentemente proposte in Europa: la Capital Requirement Directive (CRD IV), che recepisce in larga misura le riforme proposte dal Comitato di Basilea (Basilea III) la Recovery and Resolution Directive la proposta di introdurre un Single Supervisory Mechanism (SSM),che attribuisce alla BCE la responsabilitàdella vigilanza su tutte le banche dell area dell euro L approvazione dello European Financial Stability Mechanism (EFSF) e dello European Stability Mechanism (ESM) hanno inoltre reso piùincisivo il ruolo delle autorità europee nel fronteggiare le crisi bancarie
23 La Capital Requirement Directive (CRD IV) La CRD IV recepisce le indicazione di Basilea III in materia di: liquidità, fissando un Liquidity Coverage Ratio dal 2015 e valutando l introduzione di un Net Stable Funding Ratio dal 2018 capitale, rendendo piùstringenti le definizioni di Common Equity Tier 1 Capital (CERT1), prevedendo un graduale incremento dei minimi regolamentari al 4,5% e al 6% entro il 2015 e introducendo buffers per il mantenimento del capitale minimo (2,5%) e anticiclici rischio di controparte, con livelli di capitalizzazione piùelevati e incentivi a utilizzare controparti centralizzate Prevede inoltre una maggiore armonizzazione della regolamentazione, attraverso la stesura di un single rule book per le attività di vigilanza
24 La Recovery and Resolution Directive Il 6 giugno 2012 la Commissione europea ha adottato una proposta legislativa per le procedure di salvataggio e risoluzione delle banche in difficoltà L obiettivo della direttiva èdi creare un assetto normativo e istituzionale in grado di: limitare gli effetti sulla stabilità finanziaria del sistema assicurare che gli azionisti contribuiscano adeguatamente al processo di risanamento minimizzare i costi per i contribuenti
25 Il Single Supervisory Mechanism (SSM) Facendo seguito alle deliberazioni del Summit dei capi di stato e di governo del 29 giugno 2012, il 12 settembre 2012 la Commissione europea ha avanzato una proposta per la creazione di un unione bancaria Il 12 dicembre i ministri delle finanze dell'ue hanno concordatoun pacchetto di interventi che istituisce un meccanismo di vigilanza unico degli enti creditizi In base alla proposta: i compiti di vigilanza bancaria sono attribuiti alla (BCE) il sistema di rappresentanza all interno dell EBA viene ridefinito
26 I compiti di vigilanza della BCE In base alle decisioni del Consiglio europeo: la BCE saràresponsabile dal 1 marzo 2014 o 12 mesi dopo l'entrata in vigore della normativa se tale data èposteriore dell'efficace funzionamento globale del meccanismo di vigilanza unico ed eserciterà la vigilanza diretta sulle banche della zona euro i compiti di politica monetaria e di vigilanza della BCE saranno rigorosamente separati la vigilanza saràdifferenziata e la BCE la eserciteràin cooperazione con le autorità di vigilanza nazionali Il meccanismo di vigilanza unico èil primo passo verso l unione bancaria, che includerà anche: un corpus unico di norme un sistema comune di garanzia dei depositi un meccanismo di risoluzione unico per le crisi
27 La European Financial Stability Facility (EFSF) La European Financial Stability Facility (EFSF) èun fondi di diritto privato approvato dai paesi dell area dell euro il 9 maggio 2010 con il fine di erogare aiuti finanziari agli stati membri L EFSF può emettere obbligazioni, coperte da garanzie fornite dagli Stati membri della zona euro, o altri strumenti di debito sul mercato finanziario per raccogliere i fondi necessari a: fornire prestiti ai paesi della zona euro in difficoltà finanziarie ricapitalizzare le banche acquistare sul mercato primario titoli del debito sovrano degli stati membri La concessione di finanziamenti ècondizionale all accettazione di un piano nazionale di stabilità, concordato con la Commissione europea e l FMI Dopo gli ultimi accordi del 2011, l EFSF ha una capacitàcomplessiva di garanzia pari a miliardi di euro Attualmente, l EFSF ha erogato prestiti a favore di Irlanda, Portogallo e Grecia
28 Lo European Stability Mechanism (ESM) Lo European Stability Mechanism (ESM) èun organizzazione intergovernativa con sede in Lussemburgo nata nel luglio 2012 L ESM ha un capitale sottoscritto di 700 miliardi di euro, di cui 80 miliardi effettivamente erogati La funzione dell ESM èdi: emettere prestiti per assicurare assistenza finanziaria ai paesiin difficoltà acquistare titoli di Stato sul mercato primario e secondario subordinatamente a condizioni quali l accettazione di un programma di correzioni macroeconomiche La capacità di prestito effettiva dell ESM è di 500 miliardi di euro
29 Il Liikanen report La definizione della nuova architettura di vigilanza del sistemabancario e finanziario europeo è ancora in fieri Nel febbraio 2012 il Commissario per il mercato interno e i servizi finanziari Michel Barnier ha incaricato un gruppo presieduto dal governatore della Banca di Finlandia Erkki Liikanen di preparareun rapporto sulla riforma del sistema bancario europeo Il rapporto, pubblicato il 2 ottobre 2012 propone quattro principali linee di intervento: la separazione delle attività di negoziazione per conto proprio i meccanismi di salvataggio e risoluzione la capitalizzazione la corporate governance
30 Le attività di negoziazione per conto proprio Secondo il Gruppo Liikanen, le attivitàdi negoziazione per conto proprio devono essere separate dalle attività bancarie tradizionali La separazione, simile a quella prevista dalla Volker Rule contenuta nel Dodd- Frank Act degli Stati Uniti, garantirebbe l isolamento delle attività bancarie tradizionali, la cui cessazione potrebbe creare forti effetti sistemici, dai rischi legati alle attività di negoziazione Le attivitàdi negoziazione dovrebbero essere in capo a unitàcon capitalizzazione separata rispetto al resto della banca quando superano un certo ammontare e non sono collegate alle attivitàdi negoziazione per conto della clientela Barclays, BNP Paribas, Deutsche Bank, Nordea, Royal Bank of Scotland e Société Générale hanno oltre il 30% delle attivitàtotali nel portafoglio di negoziazione Le garanzie esplicite e implicite sui depositi che si stima abbiano l effetto di accrescere di 3 gradi il rating delle banche sarebbero in questo modo limitate alle attività tradizionali
31 I piani di risanamento e la capitalizzazione Il gruppo enfatizza inoltre che èfondamentale prevedere dei piani di recupero e risoluzione (recovery and resolution) efficaci e realistici A questo proposito, ritiene importante che venga definito un insieme di strumenti che consentono di ampliare automaticamente la capitalizzazione delle banche in caso di necessità(bail-in) I titoli convertibili dovrebbero essere collocati al di fuori del sistema bancario, preferibilmente presso investitori a lungo termine Il grado di capitalizzazione delle banche dovrebbe essere accresciuto e il trattamento dei rischi nei modelli interni dovrebbe essere reso più severo Il rapporto tra attivitàponderate per il rischio e attivitàtotali èassai eterogeneo, e inferiore proprio per le banche con un piùampio portafoglio di titoli negoziabili e derivati
32 La corporate governance Le preoccupazioni espresse nel Liikanen report in relazione ai problemi di corporate governance riguardano: la scarsa rappresentanza degli stakeholdersnei consigli di amministrazione delle banche l eccessivo potere degli amministratori rispetto al presidente e ai responsabili della gestione dei rischi la scarsa trasparenza dei trasferimenti intra-gruppo l insufficienza delle verifiche dell adeguatezza professionale degli amministratori la scarsa incisività delle sanzioni
33 Gli obiettivi raggiunti dalle riforme Una parte degli obiettivi del progetto di riforma europeo sono in procinto di essere raggiunti, attraverso le azioni già decise o programmate: rafforzare la capacitàdelle banche di assorbire shock idiosincratici e sistemici, soprattutto nelle aree maggiormente esposte a tali rischi (maggiore capitalizzazione, separazione delle attività, requisiti per le SIBs) ridurre la prociclicità dei requisiti regolamentari (buffers prociclici) ridurre il rischio di bolle speculative nei mercati delle attività finanziari (vigilanza macroprudenziale) eliminare le corse agli sportelli, soprattutto nei mercati all ingrosso (finanziamenti a breve della BCE e prestiti a medio termine dell ESM) assicurare la possibilitàdi risolvere efficacemente e rapidamente le banche in difficoltà con costi limitati sui contribuenti (recovery and resolution directive)
34 Gli obiettivi ancora in discussione Una parte degli obiettivi non paiono essere invece ancora oggetto di azioni specifiche: accrescere la soliditàdelle infrastrutture di mercato e degli intermediari non bancari accrescere la capacitàdi gestione dei rischi e migliorare gli incentivi dei managers e delle autorità di vigilanza Un ulteriore aspetto nodale rispetto al quale non pare si sia ancora trovato l accordo per un percorso di riforma condiviso a livello europeo è il grado di centralizzazione delle procedure di vigilanza e di intervento all interno dell unione bancaria
35 Alcune questioni aperte sull unione bancaria L unione bancaria europea è un passo essenziale: per spezzare il circolo vizioso tra crisi bancaria a crisi del debito sovrano per facilitare la risoluzione dei fallimenti di banche multinazionali, contribuendo al completamento del mercato unico Due elementi fondamentali di un unione bancaria sono: un quadro comune di vigilanza un meccanismo per amministrare le situazioni di crisi Nell attuale dibattito, tre importanti aspetti sono oggetto di discussione: la configurazione delle istituzioni che devono essere create per l assicurazione sui depositi e le procedure di risoluzione la ripartizione dei costi (il burden sharing) dei salvataggi da parte dei governi e le connesse implicazioni per un unione fiscale la gestione della fase di transizione e la ripartizione dei costi già sostenuti
36 Le sfide ancora irrisolte L unione bancaria europea riduce radicalmente gli effetti delle esternalità negative del fallimento di un intermediario finanziario, diminuendo il grado di rischiosità sistemica Il grado di coordinamento internazionale pare invece ancora insufficiente rispetto all elevata interconnessione del sistema finanziario mondiale Nonostante il sostanziale successo delle azioni decise per fronteggiare la crisi finanziaria, le soluzioni oggi proposte paiono spingere verso una maggiore segmentazione dei mercati anzichéverso un maggiore coordinamento delle autorità di vigilanza Per evitare una simile deriva è fondamentale: ridurre il margine per l arbitraggio regolamentare accrescere con forza il grado di trasparenza dei mercati e il grado di esposizione al rischio di ciascun agente migliorare il sistema di governance e allineare gli incentivi di managers e azionisti
PRIME RIFLESSIONI SU BASILEA3 E POSSIBILI IMPATTI SULLE IMPRESE
PRIME RIFLESSIONI SU BASILEA3 E POSSIBILI IMPATTI SULLE IMPRESE Prof. Roberto Bottiglia Università degli Studi di Verona Dipartimento di Economia Aziendale OLTRE LA CRISI: STRATEGIA E FINANZA PER IL RILANCIO
DettagliIl sistema monetario
Il sistema monetario Premessa: in un sistema economico senza moneta il commercio richiede la doppia coincidenza dei desideri. L esistenza del denaro rende più facili gli scambi. Moneta: insieme di tutti
DettagliBasilea III. Aprile 2013
Basilea III Aprile 2013 Basiela I, II, III,. 2 Basilea I 1988 Basilea II 2006 Basilea III 2013 Risposta del Comitato di Basilea alla crisi finanziaria Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria 3 Il
DettagliRelazione Semestrale al 30.06.2012. Fondo Federico Re
Relazione Semestrale al 30.06.2012 Fondo Federico Re Gesti-Re SGR S.p.A. Sede Legale: Via Turati 9, 20121 Milano Tel 02.620808 Telefax 02.874984 Capitale Sociale Euro 1.500.000 i.v. Codice Fiscale, Partita
DettagliUnione bancaria: a che punto siamo?
Unione bancaria: a che punto siamo? Angelo Baglioni Intervento alla tavola rotonda: Crisi in Europa: la risposta dell Unione Europea e degli Stati membri SSEF - Milano, 9 dicembre 2013 UBE: building blocks
DettagliInformazioni sulla soluzione delle crisi di Banca Marche, Banca Popolare dell Etruria e del Lazio, CariChieti e Cassa di Risparmio di Ferrara
Informazioni sulla soluzione delle crisi di Banca Marche, Banca Popolare dell Etruria e del Lazio, CariChieti e Cassa di Risparmio di Ferrara Il Governo e la Banca d Italia, in stretta collaborazione e
DettagliIl Rapporto sulla Stabilità Finanziaria. Fabio Panetta Vice Direttore Generale - Banca d Italia. Università Bocconi, 18 Novembre 2014
Il Rapporto sulla Stabilità Finanziaria Fabio Panetta Vice Direttore Generale - Banca d Italia Università Bocconi, 18 Novembre 2014 Indice o La congiuntura o Il mercato immobiliare o I mercati finanziari
DettagliLa notizia presentata come sintesi dello studio è stata che gli italiani risparmiano di
1 di 5 11/09/2011 14:52 LA RICCHEZZA DELLE FAMIGLIE ITALIANE A cura di Roberto Praderi. Come nelle elaborazioni precedenti ci siamo basati su documenti ufficiali, in questa facciamo riferimento allo 2
DettagliECOFIN 20-21 GIUGNO 2013: MISURE CONTRO LE CRISI BANCARIE?
476 www.freenewsonline.it i dossier www.freefoundation.com ECOFIN 20-21 GIUGNO 2013: MISURE CONTRO LE CRISI BANCARIE? 21 giugno 2013 a cura di Renato Brunetta INDICE 2 I temi in agenda La ricapitalizzazione
DettagliFactoring tour: Torino Imprese e finanza nella prospettiva della ripresa economica e di Basilea 3: il ruolo del factoring
Factoring tour: Torino Imprese e finanza nella prospettiva della ripresa economica e di Basilea 3: il ruolo del factoring La finanza delle imprese tra crisi e ripresa Mario Valletta Università degli Studi
DettagliMercati, Banche e Imprese verso Basilea3. Antonio Marzano
Mercati, Banche e Imprese verso Basilea3 XLII GIORNATA DEL CREDITO Antonio Marzano Presidente CNEL Roma, 22 giugno 2010 1. Nel corso del 2009, ci informa la Banca d Italia, il credito bancario alle imprese
DettagliIndice. Presentazione, di Roberto Ruozi. pag. xiii
Presentazione, di Roberto Ruozi 1 L attività bancaria 1.1 Una definizione di banca 1.2 Le origini del sistema bancario moderno 1.3 L evoluzione del sistema creditizio nel quadro europeo: concorrenza e
DettagliRisparmio Investimenti Sistema Finanziario
26 Risparmio Investimenti Sistema Finanziario Il Sistema Finanziario Il sistema finanziario è costituito dalle istituzioni che operano per far incontrare l offerta di denaro (risparmio) con la domanda
DettagliUnione bancaria: istituti, poteri e impatti economici. Introduzione Stefano Micossi. LUISS School of European Political Economy Roma, 26 febbraio 2014
Unione bancaria: istituti, poteri e impatti economici Introduzione Stefano Micossi LUISS School of European Political Economy Roma, 26 febbraio 2014 Nascita e obiettivi dell unione bancaria Giugno 2012:
DettagliLe infrastrutture strategiche per lo sviluppo nella programmazione del Fondo Sviluppo e Coesione 2007-2013
Le infrastrutture strategiche per lo sviluppo nella programmazione del Fondo Sviluppo e Coesione 2007-2013 Anna Maria Fontana Responsabile divisione VII DPS-DGPRUN Investimenti pubblici in infrastrutture
DettagliSEDE DI CAGLIARI. Il credito all economia regionale: Il ruolo degli Intermediari e la nuova regolamentazione di settore
FORUM PERMANENTE SUL CREDITO E LA FINANZA II^ CONFERENZA REGIONALE SUL CREDITO E LA FINANZA PER LO SVILUPPO Il credito all economia regionale: Il ruolo degli Intermediari e la nuova regolamentazione di
DettagliGestione della politica monetaria: strumenti e obiettivi corso PAS. Mishkin, Eakins, Istituzioni e mercati finanziari, 3/ed.
Gestione della politica monetaria: strumenti e obiettivi corso PAS 1 Anteprima Con il termine politica monetaria si intende la gestione dell offerta di moneta. Sebbene il concetto possa apparire semplice,
DettagliUNA BOLLA SPECULATIVA SUI TITOLI DI STATO?
478 www.freenewsonline.it i dossier www.freefoundation.com UNA BOLLA SPECULATIVA SUI TITOLI DI STATO? 24 giugno 2013 a cura di Renato Brunetta INDICE 2 Una bolla pronta a scoppiare? Le parole di un esperto
DettagliModulo 8. Moneta e prezzi nel lungo periodo. UD 8.1. Il sistema monetario
Modulo 8. Moneta e prezzi nel lungo periodo Questo modulo si occupa dei problemi della moneta e dei prezzi nel lungo periodo. Prenderemo in esame gli aspetti istituzionali che regolano il controllo del
DettagliFondi aperti Caratteri
Fondi aperti Caratteri Patrimonio variabile Quota valorizzata giornalmente in base al net asset value (Nav) Investimento in valori mobiliari prevalentemente quotati Divieti e limiti all attività d investimento
DettagliECONOMIA E MERCATI FINANZIARI QUARTO TRIMESTRE 2011
ECONOMIA E MERCATI FINANZIARI QUARTO TRIMESTRE 2011 1. QUADRO MACROECONOMICO INTERNAZIONALE Negli ultimi mesi del 2011 si è verificato un peggioramento delle prospettive di crescita nelle principali economie
DettagliIL QUADRO MACROECONOMICO
S.A.F. SCUOLA DI ALTA FORMAZIONE LUIGI MARTINO LA CONGIUNTURA ECONOMICA - PUNTI DI VISTA E SUGGERIMENTI DI ASSET ALLOCATION IL QUADRO MACROECONOMICO DOTT. ALBERTO BALESTRERI Milano, 16 marzo 2015 S.A.F.
DettagliIntervento di Mario Nava 1 alla Conferenza Le banche nell economia reale: ripensare ruoli, responsabilità, regole
Intervento di Mario Nava 1 alla Conferenza Le banche nell economia reale: ripensare ruoli, responsabilità, regole Milano 7 ottobre 2013 Nel mio breve intervento per lanciare il dibattito vorrei dare essenzialmente
DettagliFondi aperti Caratteri
Fondi aperti Caratteri Patrimonio variabile Quota valorizzata giornalmente in base al net asset value (Nav) Investimento in valori mobiliari prevalentemente quotati Divieti e limiti all attività d investimento
DettagliINTERVENTI E INIZIATIVE DELLA CAMERA DI COMMERCIO
Finanza agevolata, bandi, credito d'imposta INTERVENTI E INIZIATIVE DELLA CAMERA DI COMMERCIO Castellanza, LIUC - Università Cattaneo 2 ottobre 2014 INTERVENTI E INIZIATIVE DELLA CAMERA DI COMMERCIO PRINCIPI:
DettagliPER LE BANCHE DI CREDITO COOPERATIVO CASSE RURALI E ARTIGIANE DEL VENETO MEFR MODELLO ECONOMETRICO FINANZIARIO REGIONALE
PER LE BANCHE DI CREDITO COOPERATIVO CASSE RURALI E ARTIGIANE DEL VENETO MEFR MODELLO ECONOMETRICO FINANZIARIO REGIONALE I dati utilizzati per le elaborazioni sono aggiornati al 31/7/1 Pagina 1 Questa
DettagliStrategia di classificazione della clientela relativamente ai servizi d investimento offerti dalla Banca Nazionale del Lavoro SpA
relativamente ai servizi d investimento offerti dalla Banca Nazionale del Lavoro SpA Classification Policy PREMESSA, FONTI NORMATIVE ED OBIETTIVO DEL DOCUMENTO... 3 1. DEFINIZIONI... 3 1.1. CLIENTI PROFESSIONALI...
DettagliTecnica Bancaria (Cagliari - 2015)
Tecnica Bancaria (Cagliari - 2015) prof. Mauro Aliano mauro.aliano@unica.it 1 Premessa La redazione del bilancio da parte degli amministratori rappresenta un attività di valutazione, ma soprattutto di
DettagliRAPPORTO MENSILE ABI Luglio 2013 (principali evidenze)
RAPPORTO MENSILE ABI Luglio 2013 (principali evidenze) 1. A giugno 2013 l'ammontare dei prestiti alla clientela erogati dalle banche operanti in Italia, 1.893 miliardi di euro (cfr. Tabella 1) è sempre
DettagliPiano Economico Finanziario 2008. Consiglio Generale: seduta del 26 Ottobre 2007
Piano Economico Finanziario 2008 e previsioni anni 2009 e 2010 Consiglio Generale: seduta del 26 Ottobre 2007 Indice Scenario & Previsioni PIANO ANNUALE 2008 1Fonti di finanziamento 2Impieghi 3Ricavi 4Costi
DettagliRisparmio, investimenti e sistema finanziario
Risparmio, investimenti e sistema finanziario Una relazione fondamentale per la crescita economica è quella tra risparmio e investimenti. In un economia di mercato occorre individuare meccanismi capaci
DettagliMEDIOLANUM RISPARMIO ITALIA CRESCITA
MEDIOLANUM RISPARMIO ITALIA CRESCITA RELAZIONE SEMESTRALE AL 29/06/2007 80 MEDIOLANUM RISPARMIO ITALIA CRESCITA NOTA ILLUSTRATIVA SULLA RELAZIONE SEMESTRALE DEL FONDO AL 29 GIUGNO 2007 Signori Partecipanti,
DettagliCONTINUA LA STRETTA DEL CREDITO PER LE IMPRESE DI COSTRUZIONI
Direzione Affari Economici e centro studi CONTINUA LA STRETTA DEL CREDITO PER LE IMPRESE DI COSTRUZIONI Dopo sei anni di continui cali nelle erogazioni per finanziamenti per investimenti in edilizia, anche
DettagliCRISI ECONOMICA E CONFIDI: IL CASO ITALIANO MAURO GORI COOPERFIDI ITALIA
1 CRISI ECONOMICA E CONFIDI: IL CASO ITALIANO MAURO GORI COOPERFIDI ITALIA Foz Iguacu - 6 Giugno 2014 2 INDICE DEGLI ARGOMENTI 1. Le garanzie: strumento di politica economica per i soggetti pubblici 2.
DettagliRAPPORTO CER Aggiornamenti
RAPPORTO CER Aggiornamenti 12 Gennaio 2012 CERCASI LIQUIDITÁ DISPERATAMENTE Mentre prosegue l azione di allentamento delle condizioni monetarie internazionali, il mercato interbancario italiano soffre
DettagliVerso Basilea 2 Minacce in vista per le PMI?
Confederazione Nazionale dell Artigianato e della Piccola e Media Impresa Verso Basilea 2 Minacce in vista per le PMI? relazione di Eugenio Pavarani Dipartimento di Economia Università di Parma Collecchio,
Dettaglii dossier LEZIONI AMERICANE PER MONTI www.freefoundation.com 2 aprile 2012 a cura di Renato Brunetta
52 i dossier www.freefoundation.com LEZIONI AMERICANE PER MONTI 2 aprile 2012 a cura di Renato Brunetta EXECUTIVE SUMMARY 2 Il presidente della Federal Reserve, la banca centrale americana, Ben Bernanke
DettagliGuadagnare, lavorare e innovare: il ruolo del riciclo nella green economy
n. 022 - Martedì 31 Gennaio 2012 Guadagnare, lavorare e innovare: il ruolo del riciclo nella green economy Questo breve report dell Agenzia Europea per l'ambiente prende in esame il ruolo del riciclo nella
DettagliUD 7.2. Risparmio, investimento e sistema finanziario
UD 7.2. Risparmio, investimento e sistema finanziario Inquadramento generale In questa unità didattica analizzeremo come i risparmi delle famiglie affluiscono alle imprese per trasformarsi in investimenti.
DettagliEVOLUZIONE E TENDENZE DEL MERCATO BANCARIO ITALIANO
EVOLUZIONE E TENDENZE DEL MERCATO BANCARIO ITALIANO Giorgio Gobbi Servizio Stabilità finanziaria Banca d Italia Traccia dell intervento La crisi segna uno spartiacque epocale per le banche italiane come
DettagliBASILEA 2. La struttura generale dell accordo LE TAPPE PRINCIPALI
BASILEA 2 La struttura generale dell accordo Monica Malta LE TAPPE PRINCIPALI 1974 nasce il Comitato di Basilea dei Paesi del G10 1988 stipula dell accordo "Basilea 1 1996 modifica dell accordo 2001 1
DettagliLa crisi del sistema. Dicembre 2008 www.quattrogatti.info
La crisi del sistema Dicembre 2008 www.quattrogatti.info Credevo avessimo solo comprato una casa! Stiamo vivendo la più grande crisi finanziaria dopo quella degli anni 30 La crisi finanziaria si sta trasformando
DettagliLa congiuntura. internazionale
La congiuntura internazionale N. 2 LUGLIO 2015 Il momento del commercio mondiale segna un miglioramento ad aprile 2015, ma i volumi delle importazioni e delle esportazioni sembrano muoversi in direzioni
DettagliLa congiuntura. internazionale
La congiuntura internazionale N. 1 GIUGNO 2015 Il primo trimestre del 2015 ha portato con sé alcuni cambiamenti nelle dinamiche di crescita delle maggiori economie: alla moderata ripresa nell Area euro
DettagliLa moneta. La definizione di moneta esula dalla forma fisica assunta dalla stessa.
La moneta La definizione di moneta esula dalla forma fisica assunta dalla stessa. ECONOMIA MONETARIA E FINANZIARIA La moneta e le istituzioni monetarie Le forme fisiche assunte dalla moneta sono diverse,
DettagliRiflessioni su Northern Rock: la corsa agli sportelli che annunciò la crisi finanziaria globale
Riflessioni su Northern Rock: la corsa agli sportelli che annunciò la crisi finanziaria globale HYUN SONG SHIN Chiara De Napoli Cinzia Ilardi Giovanni Soardo Introduzione 1866 => Overend Gurney - l assicurazione
DettagliDichiarazione conclusiva della missione del Fondo Monetario Internazionale nell Eurozona (Giugno 2014)
RESeT INTERNAZIONALE Fondo Monetario Internazionale FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE ED. IT. DI ALDO CARBONE 19 Giugno 2014 Dichiarazione conclusiva della missione del Fondo Monetario Internazionale nell
DettagliREGOLE DI LIQUIDITA E MODELLI DI BUSINESS
REGOLE DI LIQUIDITA E MODELLI DI BUSINESS Mariakatia Di Staso Banca d Italia Regolamentazione e Analisi Macroprudenziale Unione Bancaria e Basilea 3 Risk and Supervision 2015 Roma, 23 giugno 2015 1 Agenda
DettagliAbi: nessuna differenziazione nella dinamica dei prezzi fra raccolta e prestiti
NOTA PER LA STAMPA DOCUMENTO DELL ABI A GOVERNO, AUTORITA E ASSOCIAZIONI DEI CONSUMATORI Abi: nessuna differenziazione nella dinamica dei prezzi fra raccolta e prestiti Non è cambiato lo spread per i tassi
DettagliDECISIONI ASSUNTE DAL CONSIGLIO DIRETTIVO DELLA BCE (IN AGGIUNTA
18 aprile 2012 DECISIONI ASSUNTE DAL CONSIGLIO DIRETTIVO DELLA BCE (IN AGGIUNTA A QUELLE CHE FISSANO I TASSI DI INTERESSE) Aprile 2012 Operazioni di mercato Requisito informativo riguardante le modifiche
DettagliLa crisi iniziata nel 2007
La crisi iniziata nel 2007 In questa lezione: Analizziamo lo scoppio della crisi finanziaria. Studiamo l effetto della crisi finanziaria sull economia reale. 300 L origine della Crisi Nell autunno del
DettagliRapporto sulla Stabilità Finanziaria. Fabio Panetta Vice Direttore Generale - Banca d Italia. Università Bocconi, 12 Novembre 2015
Rapporto sulla Stabilità Finanziaria Fabio Panetta Vice Direttore Generale - Banca d Italia Università Bocconi, 12 Novembre 2015 Indice o I rischi macroeconomici o I rischi settoriali: famiglie e imprese
DettagliFONDI SALVA STATI F.E.S.F. - M.E.S.
FONDI SALVA STATI F.E.S.F. - M.E.S. Prof.ssa Rossella Gargantini A.A 2011-2012 Contesto La crisi finanziaria mondiale ha messo in luce una serie di debolezze sia nella struttura sia nella governance economica
DettagliEconomia degli Intermediari Finanziari
Economia degli Intermediari Finanziari Finanziamento Indiretto Società A Emette L Obbligazione 1 ( Passività nel suo Bilancio A) Intermediario B Compral Obbligazione 1 di A (Attività nel suo Bilancio
DettagliLA CASSETTA DEGLI ATTREZZI
Aggiornamento del 29 maggio 2015 I CONTENUTI IL SISTEMA ECONOMICO LA FINANZA PUBBLICA LA SANITA IL SISTEMA ECONOMICO LA CASSETTA DEGLI ATTREZZI IL PIL PIL: DINAMICA E PREVISIONI NEI PRINCIPALI PAESI UE
DettagliRAPPORTO MENSILE ABI Marzo 2014 (principali evidenze)
RAPPORTO MENSILE ABI Marzo 2014 (principali evidenze) 1. A febbraio 2014 l'ammontare dei prestiti alla clientela erogati dalle banche operanti in Italia, 1.855 miliardi di euro (cfr. Tabella 1) è nettamente
DettagliIl mercato mobiliare
Il mercato mobiliare E il luogo nel quale trovano esecuzione tutte le operazioni aventi per oggetto valori mobiliari, ossia strumenti finanziari così denominati per la loro attitudine a circolare facilmente
DettagliCorso di. Economia Politica
Prof.ssa Blanchard, Maria Laura Macroeconomia Parisi, PhD; Una parisi@eco.unibs.it; prospettiva europea, DEM Università Il Mulino di 2011 Brescia Capitolo I. Un Viaggio intorno al mondo Corso di Economia
DettagliIl sistema monetario
Il sistema monetario Premessa: in un sistema economico senza moneta il commercio richiede la doppia coincidenza dei desideri. L esistenza del denaro rende più facili gli scambi. Moneta: insieme di tutti
DettagliACQUE DEL BASSO LIVENZA PATRIMONIO SPA. Relazione sulla gestione del bilancio al 31/12/2014
ACQUE DEL BASSO LIVENZA PATRIMONIO SPA Sede in VIALE TRIESTE 11-30020 ANNONE VENETO (VE) Capitale sociale Euro 7.993.843,00 i.v. Codice fiscale: 04046770279 Iscritta al Registro delle Imprese di Venezia
DettagliCOMUNICATO STAMPA PRICE SENSITIVE AI SENSI DEL TESTO UNICO DELLA FINANZA E DEL REGOLAMENTO CONSOB
COMUNICATO STAMPA PRICE SENSITIVE AI SENSI DEL TESTO UNICO DELLA FINANZA E DEL REGOLAMENTO CONSOB Consiglio di Amministrazione Gruppo Editoriale L Espresso: approvati i risultati consolidati del primo
DettagliCapitolo 1 Il sistema finanziario e il sistema reale 3. Capitolo 2 I saldi finanziari settoriali e l intermediazione finanziaria 29
00.romaneNadotti:Layout 1 25-09-2009 15:15 Pagina vi Gli Autori Prefazione Ringraziamenti dell Editore In questo volume... Il sito xiii xiv xvi xvii xxiii PARTE I Concetti fondamentali Capitolo 1 Il sistema
DettagliAllianz, Axa, Le Generali a confronto. Analisi di alcune cifre chiave Anno 2012
Allianz, Axa, Le Generali a confronto Analisi di alcune cifre chiave Anno 2012 Elaborazioni dai bilanci consolidati dei 3 big assicurativi europei A cura di F. Ierardo Coordinamento di N. Maiolino 2012
DettagliECONOMIC OUTLOOK 2013 OCSE: LA CRISI ITALIANA CONTINUA
423 www.freenewsonline.it i dossier www.freefoundation.com ECONOMIC OUTLOOK 2013 OCSE: LA CRISI ITALIANA CONTINUA 30 maggio 2013 a cura di Renato Brunetta INDICE 2 Le previsioni sull economia Alcuni grafici
DettagliEvoluzione dei principali mercati: quali sviluppi si prospettano nell internazionalizzazione delle PMI italiane
Evoluzione dei principali mercati: quali sviluppi si prospettano nell internazionalizzazione delle PMI italiane Paolo Di Benedetto Responsabile Dipartimento Valutazione Investimenti e Finanziamenti 21
DettagliSono noti i motivi finanziari che costituiscono un effettivo freno allo sviluppo delle PMI:
6. Finanze 1 - Operazioni di capitalizzazione e di finanziamento delle PMI e proposte per contrastare la crisi economica in adesione ai principi europei dello Small Business Act Sono noti i motivi finanziari
DettagliCOMUNICATO STAMPA PUBBLICAZIONE DELLE NUOVE STATISTICHE SUI TASSI DI INTERESSE BANCARI PER L AREA DELL EURO 1
10 dicembre COMUNICATO STAMPA PUBBLICAZIONE DELLE NUOVE STATISTICHE SUI TASSI DI INTERESSE BANCARI PER L AREA DELL EURO 1 In data odierna la Banca centrale europea (BCE) pubblica per la prima volta un
DettagliRAPPORTO MENSILE ABI Gennaio 2015 (principali evidenze con i dati di fine 2014)
RAPPORTO MENSILE ABI Gennaio 2015 (principali evidenze con i dati di fine 2014) 1. A fine 2014 l'ammontare dei prestiti alla clientela erogati dalle banche operanti in Italia, 1.820,6 miliardi di euro
DettagliRisparmio e Investimento
Risparmio e Investimento Risparmiando un paese ha a disposizione più risorse da utilizzare per investire in beni capitali I beni capitali a loro volta fanno aumentare la produttività La produttività incide
DettagliATTO COMUNITARIO COM (2011) 658 IN MATERIA INFRASTRUTTURE
ATTO COMUNITARIO COM (2011) 658 IN MATERIA INFRASTRUTTURE ENERGETICHE TRANSEUROPEE Audizione presso la 10ª Commissione Industria del Senato Claudio Moscardini Managing Director Gas & Power Roma, 21 Marzo
DettagliConfidi 107 e Fondi Statali di Garanzia: aspetti della circolare 263 e le simulazioni di impatto verso Basilea 3
Confidi 107 e Fondi Statali di Garanzia: aspetti della circolare 263 e le simulazioni di impatto verso Basilea 3 Pietro Ceolin Responsabile Servizio Rischi di Credito Area Risk Management UBI Banca scpa
DettagliIL SISTEMA FINANZIARIO
IL SISTEMA FINANZIARIO 1 Premessa Lo studio del sistema finanziario si fonda sull analisi dei suoi elementi costitutivi. La struttura finanziaria dell economia individua l insieme dei circuiti di risorse
DettagliREGOLAMENTO PER GLI IMPIEGHI DEL PATRIMONIO
REGOLAMENTO PER GLI IMPIEGHI DEL PATRIMONIO (approvato dalla Commissione Centrale di Beneficenza nella riunione del 28 febbraio 2005; coordinato con le modifiche deliberate il 24 luglio 2007, il 16 dicembre
DettagliPrincipali indici di bilancio
Principali indici di bilancio Descrizione Il processo di valutazione del merito creditizio tiene conto di una serie di indici economici e patrimoniali. L analisi deve sempre essere effettuata su un arco
DettagliIl Ministero dello Sviluppo Economico Il Ministro dello Sviluppo Economico
Il Ministero dello Sviluppo Economico Il Ministro dello Sviluppo Economico L Associazione Bancaria Italiana (ABI) Il Presidente dell ABI La CONFINDUSTRIA Il Presidente di CONFINDUSTRIA La Conferenza dei
DettagliL esigenza di patrimonializzazione delle imprese italiane
L esigenza di patrimonializzazione delle imprese italiane Finanza per la crescita IPO Day, Borsa Italiana, Milano - 26 Settembre 2014 Silvia Magri, Servizio Stabilità finanziaria Banca d Italia Outline
DettagliIL SISTEMA FINANZIARIO. Giuseppe G. Santorsola 1
IL SISTEMA FINANZIARIO 1 Premessa Lo studio del sistema finanziario si fonda sull analisi dei suoi elementi costitutivi. La struttura finanziaria dell economia individua l insieme dei circuiti di risorse
DettagliMECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ: CHI ERA COSTUI?
105 i dossier www.freefoundation.com MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ: CHI ERA COSTUI? 12 luglio 2012 a cura di Renato Brunetta INDICE 2 Il Meccanismo Europeo di Stabilità Lo stato dell arte in Europa Lo
DettagliValutazione in itinere e condizionalità
Valutazione in itinere e condizionalità Prof. Sandro Trento Università di Trento Roma, 1 ottobre 2008 Politiche per l innovazione Condizioni per il successo 1. Certezza dei tempi 2. Orizzonti pluriennali
DettagliViene confermata la focalizzazione della Banca sulla concessione del credito e sulla gestione delle
COMUNICATO STAMPA Il Consiglio d Amministrazione di Banca del Mezzogiorno MedioCredito Centrale approva il nuovo Piano Industriale Triennale 2015 2017 e la Relazione Semestrale al 30 giugno 2015 Roma,
DettagliAgenda. "MINI GREEN BOND" in Italia, un nuovo canale di finanziamento. 1. Il Credito alle Imprese ed il Funding Gap
"MINI GREEN BOND" in Italia, un nuovo canale di finanziamento Eugenio de Blasio Milano, 9 maggio 2014 Agenda 1. Il Credito alle Imprese ed il Funding Gap 2. I Mini Bond ed il segmento ExtraMOT PRO: un
DettagliAPPROVATA LA RELAZIONE TRIMESTRALE AL 31 MARZO 2006
APPROVATA LA RELAZIONE TRIMESTRALE AL 31 MARZO 2006 Il Consiglio di Amministrazione di Banca CR Firenze Spa, presieduto da Aureliano Benedetti, ha oggi deliberato la nomina del Vice Presidente e dei componenti
DettagliPosso creare le basi per una vita serena investendo i miei risparmi?
InvestiþerFondi identifica l offerta integrata di prodotti di gestione collettiva del risparmio del Credito Cooperativo proposta dalle BCC e Casse Rurali. Posso creare le basi per una vita serena investendo
DettagliFebbraio 2016. market monitor. Analisi del settore edile: performance e previsioni
Febbraio 2016 market monitor Analisi del settore edile: performance e previsioni Esonero di responsabilità I contenuti del presente documento sono forniti ad esclusivo scopo informativo. Ogni informazione
DettagliOsservatorio 2. L INDUSTRIA METALMECCANICA E IL COMPARTO SIDERURGICO. I risultati del comparto siderurgico. Apparecchi meccanici. Macchine elettriche
Osservatorio24 def 27-02-2008 12:49 Pagina 7 Osservatorio 2. L INDUSTRIA METALMECCANICA E IL COMPARTO SIDERURGICO 2.1 La produzione industriale e i prezzi alla produzione Nel 2007 la produzione industriale
DettagliPROPOSTE DI SPENDING REVIEW E SOSTENIBILITÀ DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE
PROPOSTE DI SPENDING REVIEW E SOSTENIBILITÀ DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE NOTA A CURA DELLA DIVISIONE SALUTE, ORGANIZZAZIONE PER LA COOPERAZIONE E LO SVILUPPO ECONOMICO (OCSE), A SEGUITO DI RICHIESTA
DettagliRAPPORTO CER Aggiornamenti
RAPPORTO CER Aggiornamenti 14 gennaio 2015 In attesa della crescita I più recenti dati sul sistema bancario 1 confermano il lento miglioramento in atto nel settore creditizio. La variazione annua degli
DettagliFondo Raiffeisen Strategie Fonds
Relazione Semestrale al 30.06.2013 Fondo ADVAM Partners SGR S.p.A. Sede Legale: Via Turati 9, 20121 Milano Tel 02.620808 Telefax 02.874984 Capitale Sociale Euro 1.903.000 i.v. Codice Fiscale, Partita IVA
DettagliGli strumenti di risoluzione delle crisi bancarie: il bail-in
Gli strumenti di risoluzione delle crisi bancarie: il bail-in Francesca Passamonti Roma, 27 giugno 2012 Convegno ABI - Basilea 3 6/26/2012 1 Proposta di Direttiva CE sulla gestione delle crisi bancarie
DettagliLa destinazione e la distribuzione dell utile. Acconti su dividendi.
La destinazione e la distribuzione dell utile. Acconti su dividendi. 1) La destinazione dell utile: a) aspetti normativi L art. 2364, comma 2, c.c. dispone che L assemblea ordinaria deve essere convocata
DettagliMoneta e Tasso di cambio
Moneta e Tasso di cambio Come si forma il tasso di cambio? Determinanti del tasso di cambio nel breve periodo Determinanti del tasso di cambio nel lungo periodo Che cos è la moneta? Il controllo dell offerta
DettagliGrande Depressione e Grande Recessione: una prospettiva storica. Lezione 16_2 Mauro Rota mauro.rota@uniroma1.it
Grande Depressione e Grande Recessione: una prospettiva storica Lezione 16_2 Mauro Rota mauro.rota@uniroma1.it Il Quadro attuale Anche prima della crisi le economie europee avevano bassi tassi di crescita
DettagliRISPARMIO, INVESTIMENTO E SISTEMA FINANZIARIO
Università degli studi di MACERATA Facoltà di SCIENZE POLITICHE ECONOMIA POLITICA: MICROECONOMIA A.A. 2009/2010 RISPARMIO, INVESTIMENTO E SISTEMA FINANZIARIO Fabio CLEMENTI E-mail: fabio.clementi@univpm.it
DettagliLezione 1. Uniformità sistema creditizio. Basilea 1. Basilea 2, fattori di ponderazione, il concetto di rating
Lezione 1 Basilea 2, fattori di ponderazione, il concetto di rating Uniformità sistema creditizio Il Comitato di Basilea fu istituito nel 1974 tra i governatori delle Banche Centrali del G10. Obiettivo
Dettagli31/12/2012. Totale fondi pensione non finanziati 95.693 3.988 99.681 - - - -
22. FONDI DEL PERSONALE La voce comprende Fondi pensione finanziati 271.288 266.404 non finanziati 99.681 85.014 TFR (società italiane) 47.007 40.484 Piani di assistenza medica 20.403 21.270 Altri benefici
DettagliPOLITICA DI CLASSIFICAZIONE DELLA CLIENTELA
POLITICA DI CLASSIFICAZIONE DELLA CLIENTELA 1. Obiettivo del Documento... 2 2. Criteri per la classificazione della clientela... 2 2.1 Controparti qualificate... 2 2.2. Clientela professionale... 3 2.3
DettagliDOMANDE a risposta multipla (ogni risposta esatta riceve una valutazione di due; non sono previste penalizzazioni in caso di risposte non corrette)
In una ora rispondere alle dieci domande a risposta multipla e a una delle due domande a risposta aperta, e risolvere l esercizio. DOMANDE a risposta multipla (ogni risposta esatta riceve una valutazione
DettagliModifiche alla disciplina del Credito al Consumo
Modifiche alla disciplina del Credito al Consumo 1 Premessa Le modifiche in materia di Credito al Consumo sono volte: ad ampliare l ambito di applicazione della disciplina contenuta nel Testo Unico Bancario
DettagliLA GESTIONE DEL RISCHIO
LA GESTIONE DEL RISCHIO NELLA NUOVA PAC: LO STRUMENTO PER LA STABILIZZAZIONE DEL REDDITO ROBERTO D AURIA www.ismea.it www.ismeaservizi.it TRENTO, 28/03/2014 REGOLAMENTO (UE) N.1305/2013 - SR 2014-2020
DettagliRAPPORTO MENSILE ABI Dicembre 2013 (principali evidenze)
RAPPORTO MENSILE ABI Dicembre 2013 (principali evidenze) PRINCIPALI GRANDEZZE BANCARIE: CONFRONTO 2013 VS 2007 2007 2013 Prestiti all'economia (mld di euro) 1.673 1.851 Raccolta da clientela (mld di euro)
Dettagli