Lineamenti organizzativi e contabili

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1 GIUSEPPE BROCCHINI ENTI COMUNITARI Lineamenti organizzativi e contabili Appunti su argomenti per la preparazione all esame di dirigente di comunità

2 1 INDICE INTRODUZIONE pag. 2 CAPITOLO 1 CALCOLI COMMERCIALI pag. 3 CAPITOLO 2 LA CONTABILITÀ AZIENDALE pag. 11 CAPITOLO 3 LA PROGETTAZIONE DI UNA STRUTTURA COMUNITARIA pag. 29 CAPITOLO 4 LA RILEVAZIONE STATISTICA pag. 34 APPENDICE Esercizio svolto su preventivo di competenza e di cassa di un azienda erogativa pag. 42 La logica strategica delle strutture pag. 44 Comunitarie BIBLIOGRAFIA pag. 46

3 2 - INTRODUZIONE - Scopo del presente lavoro è fornire ai frequentanti i Corsi per Dirigenti di Comunità una trattazione organica degli argomenti in materia contabile. Il programma ministeriale per il conseguimento del Diploma di Dirigente di Comunità contiene, infatti, una serie di argomenti diversi l uno dall altro, tesi ad offrire una conoscenza generica della disciplina contabile, dalla contabilità pura e semplice a nozioni generiche di economia aziendale passando per la normativa sul lavoro per arrivare alla contabilità pubblica e alla statistica, dopo aver analizzato le leggi varie sull igiene e sulla sicurezza negli ambienti di lavoro. Si arriva, in tal modo, ad avere un ampia preparazione su varie tematiche che obbliga, però, il candidato a consultare vari testi. Per tale motivo ho raccolto in un unica dispensa appunti da me redatti che ho utilizzato nel corso delle lezioni tenute in varie scuole, cercando di creare uno strumento di studio sintetico e chiaro per coloro che si avvicinano per la prima volta alla contabilità l intera materia cercando di creare uno strumento di studio sintetico e chiaro per coloro che si avvicinano per la prima volta alla contabilità. Nel corso della trattazione si esamineranno i documenti contabili più comuni (assegno, cambiale, fattura, mandato di pagamento ecc.) per giungere ad illustrare la logica che guida la redazione di documenti contabili in una realtà non profit. Compilazione di una fattura, elaborazione di una busta paga, formazione di un bilancio, tenuta di libri contabili sono concetti che un operatore di comunità, pur chiamato ad altre attività di tipo socio - assistenziale, deve comunque conoscere, seppur marginalmente. Un minimo di abilità nei calcoli commerciali costituisce utile integrazione alle conoscenze di base in questa disciplina. Ecco, quindi, una breve esposizione delle tecniche di computo più frequenti (percentuale, interesse, sconto), utili nel lavoro quotidiano. Ho voluto arricchire, poi, il lavoro con un approfondimento sulle varie tipologie di comunità in modo da far capire l essenza e la struttura di tali aggregazioni umane: dalle terapeutiche a quelle religiose fino a quelle politiche come le Comunità Montane. Il Dirigente di Comunità deve avere, quindi, una conoscenza sintetica dei vari aspetti che caratterizzano l Azienda di Erogazione, in special modo Comunità e Asili Nido; per questo motivo gli esempi riportati, spesso, vertono proprio su asili o case di assistenza. A completamento della trattazione, alcune nozioni base di Statistica. Sarà fornita una breve spiegazione di alcuni concetti fondamentali (probabilità e frequenza) e di metodologie d indagine che offrono una visione d assieme su come porsi di fronte a determinate problematiche usando indicatori come la media, moda e mediana. Per concludere, questo breve e semplice lavoro è stato ideato non tanto per riempire di nozioni gli studenti e lettori in genere, ma per sviluppare una mentalità contabile nella gestione di un organizzazione non-profit e di una comunità in particolare. Obiettivo non velleitario, spero, che il sottoscritto si pone, convinto, peraltro, che è sempre la pratica (unita però ad un minimo di teoria) la migliore maestra del futuro operatore di comunità! L autore GIUSEPPE BROCCHINI

4 3 Sezione I - Tecniche di calcolo base CAPITOLO 1 - CALCOLI COMMERCIALI In questa sezione accenniamo ad alcuni concetti base di calcolo commerciale (la percentuale, l interesse e lo sconto), offrendo alcuni esempi pratici. 1) OPERAZIONI CON IL CALCOLO PERCENTUALE a) Calcolo percentuale Un venditore cede una partita di merce a 413,16 praticando un sconto del 20%. Qual è il prezzo di vendita? Il calcolo della percentuale deriva dall impostazione di una proporzione così strutturata: 100 : 20 = 413,16 : x 413,16 x 20 = 82, Abbiamo applicato la regola fondamentale delle proporzioni: il prodotto dei medi (20 e 413,16) deve essere uguale a quello degli estremi (100 e x). Dal calcolo risulta che l ammontare dello sconto è pari a 82,63 quindi il prezzo di vendita è pari a 330,53 ( 413,16-82,63). b) Calcolo di sopracento e sottocento Durante il trasporto una merce che aveva in partenza il peso di t.450 ha subito un calo del 2%. Determinare la quantità arrivata. 100 : 98 = 450 : x 98 x In breve, partendo dalla base 100, abbiamo tolto l aliquota 2 per arrivare a 98. Dal calcolo risulta che la merce arrivata a destinazione è di t 441. c) Problema delle percentuali successive La regola fondamentale è la seguente: quando le diverse percentuali si riferiscono allo stesso importo base, le aliquote vengono calcolate sulla stessa grandezza e i diversi risultati ottenuti sono, poi, sommati fra loro; quando le diverse percentuali si riferiscono a importi base diversi, le aliquote si applicano sui diversi risultati. Tale definizione verrà chiarita in seguito con esercizi strutturati.

5 4 2) INTERESSE È il prezzo che bisogna pagare per aver preso in prestito una somma di denaro; tale prezzo è espresso in percentuale. a) Interesse semplice Capitale dato in prestito: 5.164,57 durata (n): 10 tassi interesse (i):15% Formula : c x i x t = 5.164,57 x 15 x 10 = 7.746, L interesse da pagare matura sul capitale iniziale. Aggiungiamo gli interessi al capitale e otteniamo il montante 5.164, ,85 = ,42 C + I = M b) Interesse composto La differenza tra il interesse semplice ed interesse composto non è solo quantitativa ma anche d impostazione di calcolo. Infatti in quello semplice a maturare è il solo capitale iniziale, prestato all inizio; in quello composto l interesse matura sul montante formatosi nel periodo precedente. Alla fine, quindi, l interesse matura su una somma già comprensiva degli interessi. Con gli stessi dati dell esercizio precedente impostiamo la seguente formula: M = C ( 1 + i) n M = 5.164,57 (1 + 0,15) 10 = ,57 (montante composto). Il montante composto, per il motivo suddetto, è maggiore di quello semplice. 3) SCONTO Se l interesse è il prezzo per aver preso in prestito una somma di denaro da restituire ad una certa scadenza, lo sconto è il compenso per aver restituito in anticipo una somma precedentemente presa in prestito.

6 5 Nel calcolo dell interesse parliamo di capitalizzazione (si aggiunge una somma, l interesse, ad un altra, il capitale di partenza); nello sconto si parla invece di attualizzazione (togliere una somma da un altra per aver restituito prima una somma di denaro). Le tipologie principali di sconto che esamineremo sono le seguenti: mercantile, commerciale, composto. a) Sconto mercantile: è quello che viene concesso per aver pagato in contanti una somma di denaro per l acquisto di una merce (è l unico sconto in cui non si considera il tempo). Costo del bene = 361,52 Pagamento = in contanti sconto = 5% 361,52 x 5 = 18,08 361,52-18,08 = 343, b) Sconto commerciale: è quello che viene concesso al debitore per aver pagato prima un debito. Importo del debito: 2.065,83 (montante) Tasso di sconto: 10% Anticipo rispetto alla scadenza: 3 anni 2.065,83 x 10 x 3 = 619, Il risultato è pari 619,75 e rappresenta lo sconto applicato per aver pagato in anticipo. Quindi la somma rimasta da pagare è 1.446,08 (Valore attuale). c) Sconto composto: ad esso si applica la seguente formula, che riprende quella dell interesse composto, con esponente negativo in quanto ci troviamo nel campo del valore attuale: Va = 2.065,83 (1+0,10) -3 = 1.552,08

7 6 Sezione II - Applicazioni pratiche. Vediamo alcune applicazioni dei concetti sopra esposti In data 01/09/2003 un commerciante ha acquistato una partita di merce per ricevendo una fattura da pagarsi entro il 15 dicembre Se volesse anticipare il pagamento al 15 novembre, quanto dovrebbe versare, sapendo che il creditore applica un tasso di sconto pari al 4%? Il pagamento avviene con 30 giorni di anticipo; si applica quindi lo sconto commerciale, esprimendo il tempo con i giorni. Sc = x 4 x 30 = 3,33 Va = ,33 = 996, Un altra applicazione interessante, relativa al problema del sottocento, è lo scorporo dell I.V.A. In genere nelle fatture, l I.V.A. si applica a parte sull importo della merce 8detto imponibile). Può capitare, talvolta, che il prezzo della merce sia già comprensivo dell imposta. Il calcolo utilizzato per separare l importo del bene dall I.V.A. si chiama scorporo. Prezzo della merce: I.v.a. compresa (aliquota al 20%) Scorporo: 120 : 100 = : x dove x (incognita) è il prezzo senz I.v.a. x = * 100 = Per verificare che il calcolo sia corretto, basta applicare sull importo di l aliquota del 20% / / / / Torniamo, ora, al problema delle percentuali successive vedendo i due casi in cui le diverse percentuali si riferiscono: 1. allo stesso importo base 2. a importi base diversi I problemi delle percentuali successive Le percentuali successive si possono calcolare sulla stessa base percentuale oppure su basi diverse. Vediamo il primo caso in cui le percentuali si riferiscono allo stessa base. Una partita di merce è stata acquistata al prezzo di ,86. Determinare il costo complessivamente sostenuto per detta merce sapendo che ad un intermediario è stato versato il 2% del prezzo, che le spese di trasporto sono state pari all'8% del prezzo e che quelle di assicurazione sono state pari allo 0,60% del prezzo.

8 7 Risolviamo questo problema calcolando singolarmente le varie percentuali sulla stessa grandezza (prezzo di acquisto della merce) e poi addizionando i risultati ottenuti. Prezzo di acquisto della merce ,86 + 2% per l intermediario ,86*2 = 302, % per il trasporto ,86*8 = 1.209, ,60% per l assicurazione ,86 X 0,60 = 90, Costo complessivo della merce ,71 Vediamo, ora, il secondo caso in cui le percentuali si riferiscono ad importi base diversi. Un impiegato gode dello stipendio lordo mensile di 852,15. Su tale stipendio vengono effettuate trattenute previdenziali pari all 8,65% dell importo lordo e trattenute fiscali pari al 25% della somma residua. Determinare lo stipendio netto percepito. Risolviamo questo problema osservando che le due percentuali si applicano ad importi diversi poiché le trattenute fiscali devono essere calcolate sull importo che rimane dopo aver tolto le trattenute previdenziali. Stipendio lordo mensile dell impiegato 852,15 8,65% per trattenute previd. 852,15 X 8,65 = 73, stipendio al netto delle trattenute previd. 778,44 25% per trattenute fiscali 778,44 X 25 = 194, stipendio netto 583,83 I riparti I problemi di riparto servono a distribuire una somma di denaro in proporzione a determinati criteri (ore lavoro, capitale apportato ecc.). Essi si suddividono in problemi di riparto diretto ed indiretto (a seconda che la ripartizione avvenga con criteri direttamente o indirettamente proporzionali). Casi pratici di riparto (riportati di seguito) sono, ad esempio, la distribuzione dell utile aziendale oppure il pagamento di premi aziendali.

9 8 Una società commerciale ha realizzato nel corso dell anno un utile netto di ,35. Tale utile viene ripartito fra i tre soci in proporzione alle seguenti quote di capitale che ciascuno ha conferito nella società: socio Biscaldi, quota di capitale conferita ,71; socio Gìbelli, quota di capitale conferita ,42; socio Ricci, quota di capitale conferita ,13. Determinare l utile spettante a ciascun socio. Anche in questo caso si tratta di effettuare un riparto semplice diretto. E' semplice perché la suddivisione dell utile si compie in proporzione ad un solo gruppo di grandezze conosciute, rappresentate dalle quote d capitale dei tre soci. E' diretto poiché il riparto dell utile avviene in modo direttamente proporzionale rispetto alla quota di capitale conferita da ciascun socio: infatti più è elevato il capitale apportato da un socio, maggiore è la parte di utile che gli spetta. Calcoliamo per prima cosa il coefficiente di riparto: S a+b+c ,35 = 0, (coeff.di riparto) , , ,13 Moltiplichiamo ora il coefficiente di riparto ottenuto per le quote di capitale conferite dai singoli soci: socio Biscaldi 0, x ,71 = 4.017,10 quota di utile per Biscaldi socio Gibelli 0, X ,42 = 3.347,58 quota di utile per Gibelli socio Ricci 0, X ,13 = 7.364,67 quota di utile per Ricci Per verificare che i calcoli siano esatti, basta sommare le singole quote di utile spettanti a ciascun socio. Dovrà risultare di nuovo l utile iniziale di ,35 Il caso ora presentato, riguardante il riparto dell utile di una società commerciale, viene tradizionalmente indicato come riparto di società. Un professionista destina a fine anno la somma di 516,46 come premio straordinario per le sue tre segretarie, da ripartire in proporzione inversa al numero dei giorni di assenza effettuati nell anno (Elena 4 assenze, Adriana 7 assenze, Claudia 5 assenze). Determinare l ammontare del premio spettante a ciascuna segretaria.

10 9 E' evidente che si tratta di un riparto semplice inverso. E' semplice poiché la suddivisione del premio si compie in proporzione ad un solo gruppo di grandezze conosciute rappresentate dai giorni di assenza delle tre segretarie. E' inverso poiché il riparto del premio avviene in modo inversamente proporzionale rispetto alle assenze effettuate da ciascuna segretaria; infatti più alto èil numero delle assenze compiute da una segretaria, minore è la parte di premio che le spetterà. Calcoliamo per prima cosa il coefficiente di riparto: S 516,46 = = 871, a b c Moltiplichiamo ora il coefficiente ottenuto per il reciproco dei giorni di assenza delle singole segretarie: 1 871,14 * _ = 217,78 premio spettante alla sig.ra Elena ,14 * _ = 124,45 premio spettante alla sig.ra Adriana ,14 * _ = 174,23 premio spettante alla sig.ra Claudia 5 Per verificare che i calcoli siano esatti, basta sommare i singoli premi per riottenere la somma iniziale che è l ammontare totale del premio, pari a 516,46. Riparti composti Nei riparti composti, la somma di denaro viene ripartita sulla base di due o più grandezze. I riparti composti possono essere diretti o inversi. Vediamo, ora, due esercizi di applicazione, l uno con il riparto diretto, l altro con quello inverso. Riparto diretto Si deve suddividere fra tre piani la spesa per il funzionamento dell ascensore, pari ad 300. Il riparto viene effettuato sia sulla base del piano occupato sia al numero dei componenti il nucleo familiare. Famiglia A 1 PIANO 4 componenti Famiglia B 2 PIANO 3 componenti Famiglia C 3 PIANO 5 componenti

11 10 Coefficiente di riparto: 300 = 12 (1 * 4) + (2 * 3) + (3 * 5) 12 * 1 * 4 = * 2 * 3 = * 3 * 5 = 180 Come si può notare, la famiglia che abita all ultimo piano e ha più componenti, pagherà di più, in quanto usufruisce di più dell ascensore per un maggior numero di persone. Riparto inverso Un Comune intende elargire un contributo di a tre famiglie in proporzione sia al reddito complessivo dichiarato sia al numero dei componenti in grado di lavorare. Famiglia A reddito complessivo n lavoranti 2 Famiglia B reddito complessivo n lavoranti 3 Famiglia A reddito complessivo n lavoranti 4 Coefficiente di riparto: = /(4.000 * 2) + 1/(5.000 * 3) + 1/(6.000 * 4) 1/(4.000 * 2) * = 1.608,06 1/(5.000 * 3) * = 856,77 1/(6.000 * 4) * = 535,16 Il contributo verrà elargito in misura superiore a chi ha più reddito complessivo e maggior numero di persone lavoranti. Riparto misto In questo modello di riparto, una somma viene distribuita secondo due o più grandezze seguendo un criterio di proporzionalità sia diretto che inverso. Ecco un esempio. Il titolare di due negozi ha sostenuto spese di pubblicità in un anno pari ad Decide di ripartirle in modo diretto in base alla superficie di ciascuno dei due negozi (un negozio più esteso ha bisogno di maggiore pubblicità) ed in modo indiretto in base agli anni di attività (da quanto più tempo un negozio è presente sul mercato tanto meno ha bisogno di pubblicità).

12 11 negozio A 300 mq 3 anni di attività negozio B 500 mq 7 anni di attività = 11,67 (300 * 1/3) + (500 * 1/7) (300 * 1/3) * 11,67 = (500 * 1/7) * 11,67 = 833,57 Sezione I - I documenti contabili CAPITOLO 2 LA CONTABILITA AZIENDALE Ogni azienda (di cui più avanti svilupperemo meglio il concetto) intrattiene rapporti con l ambiente esterno tramite una serie di transazioni, diverse fra loro, che, per legge, devono essere giornalmente annotate, in modo da tenerne memoria nel tempo e consentire la costruzione del bilancio di fine anno (che permette di quantificare l utile o la perdita subita e verificare la situazione patrimoniale). Si parte dalla tenuta di una contabilità elementare (registro di cassa, delle cambiali, la prima nota ecc.) per arrivare alla redazione del libro giornale (ove si annotano le singole operazioni svolte dall ente) e del libro degli inventari (ove si evidenzia il patrimonio dell azienda). Tutto ciò presuppone, però, la conoscenza dei documenti contabili fondamentali che provano l esistenza di transazioni commerciali. Ecco una breve rassegna: FATTURA: viene emessa in occasione della vendita di un bene e ha due funzioni: 1) documentare l avvenuto passaggio del bene dal venditore all acquirente, evidenziandone la quantità, il prezzo, la qualità, le clausole di consegna, gli imballaggi usati; 2) evidenziare l IVA. L IVA è l imposta sul valore aggiunto che colpisce l incremento di valore che si forma quando un bene passa da un operatore all altro; in particolare tale incremento è la differenza tra il prezzo di vendita e il prezzo d'acquisto. Vengono applicate tre aliquote - 4%, 10%, 20% - sulla differenza suddetta chiamata base imponibile. Gli elementi che deve contenere per essere valida sono i seguenti: -Parte descrittiva: * generalità del venditore, generalità del compratore, data della fattura, numero della fattura, riferimento al documento di trasporto -Parte gabellare: * importo della merce venduta, sconti, oneri accessori a carico del compratore, importo dell IVA, interessi per dilazione di pagamento e di mora (se ci sono).

13 12 La fattura si distingue in: immediata e differita. Nel primo caso la fattura viene emessa subito e ha, anche, il valore di documento di trasporto (nonché di scontrino fiscale o ricevuta quando viene rilasciata al momento della prestazione). Nel secondo caso essa viene emessa entro il mese successivo a quello d emissione della bolla. SCONTRINO FISCALE: documento comprovante la spesa, emesso dal venditore-dettagliante: può essere documento valido per dedurre i costi quando contiene l operazione svolta e il C.F. e P. IVA dell acquirente. RICEVUTA FISCALE : ha la stessa funzione dello scontrino ma viene emessa da alcune categorie di operatori commerciali (parrucchieri, estetiste, ristoratori, meccanici). RICEVUTA BANCARIA: è un documento che viene emesso dal creditorevenditore verso il debitore-compratore ed ha una funzione di riscossione. In esso sono contenuti: le generalità del venditore, quelle del compratore, l importo del credito (in cifre e in lettere), la data di scadenza, la banca d appoggio, l importo dei bolli. La ricevuta bancaria viene ceduta alla banca che provvederà a spedirlo al domicilio del debitore per la riscossione del credito. Se non viene pagata, ritornerà di nuovo al venditore, insoluta. CONTABILE: nelle operazioni bancarie, le aziende di credito rilasciano delle ricevute sulle quali è annotato il tipo d operazione, l importo e la data. La funzione è quella di documentare l effettuazione dell operazione (ad esempio un versamento oppure un accreditamento sul c/c). BOT (BUONI ORDINARI DEL TESORO): è un titolo di credito di massa emesso dallo Stato, la cui durata va dai tre mesi fino ad un anno. Con esso lo Stato s'impegna a rimborsare alla scadenza un importo rivalutato a favore del risparmiatore che l'ha acquistato. CCT (CERTIFICATI DI CREDITO DEL TESORO): come il Bot è un titolo di Stato, ma ha una scadenza da due a quattro anni. Lo Stato s impegna a rimborsare il valore capitale del titolo alla scadenza e, periodicamente, le cedole d interesse. BTP (BUONI DEL TESORO POLIENNALI): come i due precedenti è un titolo di Stato la cui scadenza va dai due ai nove anni. Come i CCT, frutta periodicamente gli interessi e il capitale alla scadenza. CERTIFICATI DI DEPOSITO: sono titoli al portatore o nominativi, rappresentativi di depositi vincolati a scadenza fissa a breve o a medio termine; il tasso d interesse può essere fisso o variabile. Viene emesso dalle banche, che non possono rimborsarlo in anticipo rispetto alla scadenza o riacquistarlo.

14 13 CERTIFICATI DI PARTECIPAZIONE: sono titoli che attestano d'aver investito una somma di denaro in un fondo comune d investimento. I titoli pubblici hanno queste caratteristiche comuni: sono titoli al portatore (non sono nominativi e si trasferiscono con la semplice consegna), hanno un valore nominale (l importo scritto sul titolo), d'emissione (il prezzo di vendita), di mercato (si forma in borsa), di rimborso (l importo pagato alla scadenza). I titoli suddetti sono al portatore. AZIONI: sono titoli privati emessi dalle società di capitale (s.p.a., s.a.p.a., s.r.l.), che danno ai legittimi proprietari il diritto di: riscuotere l utile, partecipare all assemblea ed esprimere il proprio voto, riscuotere il capitale nel caso di recesso dalla società. Come i titoli pubblici, possiedono anch essi un valore nominale, un valore d'emissione, un valore di mercato e un valore di rimborso. Si suddividono in ordinarie, privilegiate, di godimento e di risparmio. L azionista è un socio che partecipa al rischio della società. Le azioni sono titoli nominativi. OBBLIGAZIONI: sono titoli emessi dalle società di capitale per ottenere dei finanziamenti in alternativa a quelli della banca o dei soci. I legittimi detentori sono creditori della società e non soci; quindi non partecipano al rischio aziendale e la società, in ogni caso, dev essere sempre pronta a pagare sia gli interessi sia il capitale al risparmiatore. ASSEGNO: è un titolo di credito che rappresenta denaro. Può essere di due tipi: bancario e circolare. L assegno bancario viene emesso nel caso in cui ci sia un c/c bancario; consiste in un ordine che il titolare del c/c da alla propria banca di pagare un determinato beneficiario. Se A paga B con un assegno, B si reca in banca per cambiarlo ed ottenere la somma di denaro. L assegno deve contenere: le generalità del beneficiario, luogo e data d emissione, l importo in cifre ed in lettere, la parola assegno, la firma dell emittente. Talvolta ci può essere la clausola non trasferibile : l assegno non può essere trasferito a nessun terzo se non alla banca tramite girata all incasso. E un titolo che si trasferisce tramite girata, cioè con una firma posta dietro il titolo. Da ricordare che, con l assegno bancario, è l emittente che si obbliga nei confronti del beneficiario. Il conto corrente è un contratto che interviene tra un privato e un azienda di credito, nel quale il privato si obbliga ad alimentare il conto e la banca a tenerlo. Consente la domiciliazione delle bollette telefoniche, del gas, della luce. L assegno circolare funziona diversamente rispetto a quello bancario: per ottenerlo è necessaria una richiesta formulata, tramite distinta bancaria, all azienda di credito con contestuale deposito della somma di denaro necessaria. Con l assegno circolare è la banca che si obbliga. Per essere valido, l assegno circolare deve contenere gli stessi elementi di quello bancario. CAMBIALE: è un titolo di credito con cui il creditore riscuote un credito. Può essere di due tipi: cambiale pagherò e cambiale tratta. Nella cambiale pagherò abbiamo 2 persone: il creditore (prenditore)e il debitore (emittente).

15 14 Quest ultimo s impegna a pagare una determinata somma di denaro ad una certa data. Gli elementi che una cambiale deve avere per essere valida sono i seguenti: data e luogo di emissione, l importo in cifre e in lettere, la banca d appoggio, le generalità del debitore e la sua firma, l importo del bollo (12%). La cambiale pagherò si trasferisce con girata, che può essere in pieno o in bianco. Si usa di più quella in bianco e consiste nella firma apposta dal solo girante, cioè dalla persona che intende trasferire ad un altro l effetto. Nella cambiale tratta abbiamo tre persone: il traente, il trattario ed il beneficiario. Il traente è debitore del beneficiario e a sua volta creditore del trattario. Il traente ordina, quindi, al trattario di pagare il beneficiario; in tal modo con un solo atto di pagamento se ne evitano due (quello dal trattario al traente e da quest ultimo al beneficiario). I requisiti che la cambiale tratta deve contenere per la sua validità, sono gli stessi della cambiale pagherò; in più dev esserci la firma d'accettazione del trattario. La scadenza della tratta può essere a certo tempo vista (si parte dalla data in cui il titolo, in caso di cambiale tratta, è stato accettato dal debitoretrattario), a certo tempo data (si parte dal momento in cui la cambiale è stata emessa) e a vista (la cambiale è esigibile dal momento in cui il debitore ne ha preso visione). L emittente-traente e il trattario sono definiti obbligati principali in quanto il creditore che non riceve il pagamento del titolo, si rifarà, in primis su di loro; il traente e l eventuale avallante o garante del debitore sono definiti gli obbligati di regresso, in quanto il creditore si rifarà su di loro se la cambiale non verrà pagata. La cambiale ha i seguenti requisiti: - è un titolo di legittimazione: da diritto a riscuotere la somma di denaro; - è un titolo esecutivo: nel caso in cui il debitore non paghi, l esecuzione nei suoi confronti si può fare senza la necessità di una sentenza; - è un titolo astratto: da esso non figura il rapporto che sta sotto e che ha originato l emissione del titolo; - è un titolo all ordine: può essere trasferito mediante girata; - è un titolo formale: deve avere determinati requisiti per potere essere valido. Se la cambiale non viene pagata alla scadenza, dopo un certo periodo di tempo viene protestata. MANDATO: è un documento con cui si autorizza l addetto alla tesoreria di un ente pubblico a pagare un certo importo. REVERSALE: a differenza del precedente, è un documento che autorizza l ente a riscuotere una somma di denaro. ESTRATTO CONTO: è un prospetto che viene inviato dalla banca ai clienti per evidenziare i movimenti in aumento (in DARE) e in diminuzione (in AVERE) del c/c e gli interessi creditori (sui saldi in DARE) e debitori (sui saldi in AVERE), le spese di gestione del c/c bancario o postale. Ha una cadenza, in genere, trimestrale. Tale documento viene utilizzato nei rapporti con i fornitori per avere un informazione sulle eventuali pendenze nei loro confronti.

16 15 BUONI DI CARICO E SCARICO: servono a documentare l immissione o l uscita di beni dal magazzino dell Ente. Sono utili per la contabilità di magazzino che va tenuta nel modo seguente: Data Causale Merce Codice Carico Scarico 01/03 Quantità in. Fustini detersivo 1/A 1 03/03 Acquisto 2/A 20 04/03 Prelievo 7/B 16 06/03 Acquisto 8/G 5 16/03 Prelievo 7/H 4 31/03 Cons.finale 6 PRIMA NOTA: è un registro dove vengono annotate le operazioni di pagamento o di riscossione, emissione o ricevimento di fatture o altri documenti per poi essere scaricate in contabilità. MASTRO DELLA SPESA: è il libro giornale dell Ente di erogazione dove vengono annotate le uscite, i mandati da cui risultano le somme impegnate (stanziate) e quelle effettivamente spese nonché la rimanenza disponibile. MASTRO DELL ENTRATA: ha la stessa funzione di quello precedente, però è da riferire alle entrate. BUSTA PAGA: è il prospetto che documenta la somma di denaro percepita a titolo di corrispettivo per la prestazione lavorativa resa. In essa è possibile vedere le voci singole che formano la retribuzione. Ecco una breve sintesi. Sezione II La struttura di una busta paga Tra gli aspetti contabili più importanti da considerare, nella gestione di un organizzazione non profit, c è la corresponsione della retribuzione. È indispensabile conoscere, quindi, le singole voci che compongono la retribuzione, così schematizzabili: MINIMO TABELLARE + INDENNITÀ DI CONTINGENZA + SUPERMINIMO + EDR = STIPENDIO LORDO + LAVORO STRAORDINARIO = IMPORTO COMPLESSIVO - TRATTENUTE = IMPORTO NETTO

17 16 Il minimo tabellare rappresenta la retribuzione minima, riconosciuta dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL), per un determinato comparto. L indennità di contingenza è un ulteriore importo riconosciuto al dipendente per tenere conto del costo della vita e va aggiunto al minimo tabellare. Dal 1992 la contingenza cessa di essere rivalutata in caso di variazioni del costo della vita. In busta paga possiamo trovare anche l indennità di funzione collegata allo svolgimento di determinate mansioni. Un esempio è dato dall indennità per lavori nocivi, per situazioni di pericolo ecc. EDR (Elemento distinto della retribuzione): tale elemento retributivo è stato inserito grazie all accordo Governo - parti Sociali. Il superminimo è quella parte di retribuzione individuale frutto della contrattazione personale e rappresenta idealmente le capacità professionali del lavoratore. Allo stipendio lordo in tal modo ottenuto, si aggiunge l importo del lavoro straordinario; tale somma si ottiene calcolando una percentuale sulla retribuzione oraria, crescente man mano che il monte ore straordinario aumenterà. Le trattenute sono di due tipologie: fiscale e previdenziale. Le prime si dividono a loro volta in ritenute a titolo d acconto e ritenute a titolo d imposta. A titolo d acconto quando l Ente, datore di lavoro, effettua trattenute sulle buste paga dei dipendenti, recuperate da questi ultimi in seguito quando, nella dichiarazione dei redditi, si dovranno togliere dall imposta da pagare. A titolo d imposta quando le trattenute si effettuano una sola volta, costituendo già imposta assolta e pagata (si applica, ad esempio, sui redditi derivanti da interessi sui titoli). Le ritenute previdenziali fanno riferimento ai contributi INPS che in parte sono a carico dell impresa ed in parte del dipendente. è in quest ultimo caso che gli verranno trattenute le somme di denaro e in busta paga. I contributi INPS sono in parte a carico del dipendente ed in parte a carico del datore di lavoro. I rapporti con l INPS da parte dell azienda cominciano quando viene fatta richiesta all Istituto tramite apposito modulo con, allegata, l iscrizione alla Camera di Commercio. Da quel momento in poi, l azienda avrà una posizione assicurativa rappresentata da un codice. L ente, mensilmente, dovrà presentare all INPS una denuncia delle retribuzioni con l indicazione delle somme a debito e a credito dello stesso. Medesimo discorso per l INAIL, con la sola differenza che i premi (variabili per settore di attività come per l INPS) sono integralmente a carico del datore di lavoro. Fra le trattenute bisogna considerare anche la quota mensile accantonata al TFR (Trattamento di fine rapporto) la quale va ad alimentare un fondo che verrà liquidato al lavoratore al termine del rapporto. Elementi accessori della retribuzione Altre voci possono essere presenti in busta paga; esse prendono il nome di elementi accessori della retribuzione. Ecco, in breve, un elenco: Indennità: somme riconosciute per motivazioni varie come lavori pericolosi e attività rischiose e hanno natura compensativa.

18 17 Mensilita aggiuntiva: somma aggiuntiva riconosciuta al dipendente a titolo di gratifica. La liquidazione di mensilità aggiuntive determina un conguaglio di fine anno dovuto al fatto che l imposta trattenuta è intera, senza considerare le detrazioni mentre le aliquote fiscali applicate sono calcolate considerando le detrazioni. Di conseguenza le ritenute operate nel corso dell anno sono inferiori all imposta complessivamente dovuta sull intera retribuzione annua. Premio di produzione: somma riconosciuta occasionalmente per compensare un aumento di produzione. Provvigioni ed interessenze: compensi riconosciuti percentualmente per stimolare maggiormente i lavoratori. Ferie: periodo annuale di riposo retribuito. Festività: i lavoratori hanno diritto ad una giornata di riposo settimanale. Assegni per il nucleo familiare: corrisposti all azienda sulla base del reddito e del numero di componenti familiari. Diarie e trasferte: hanno natura di rimborso spese e vengono erogate quando il dipendente viene inviato a lavorare presso sedi di lavoro diverse da quella corrente. Trattamento integrativo: somma di denaro riconosciuta per cause particolari come la malattia, la maternità oppure congedo matrimoniale. Premi e gratifiche: somme elargite per garantire un miglioramento economico. / / / / Le aziende erogatrici che hanno, alle loro dipendenze, personale con contratto di lavoro subordinato devono tenere, da un punto di vista contabile il libro paga ed il libro matricola. Nel primo vanno inseriti tutti i dati relativi al singolo dipendente (le generalità, la matricola e la qualifica) e tutta la contabilità relativa alla retribuzione (paga base, contingenza, scatti, straordinari ecc.). Nel secondo libro vanno inseriti i dati relativi ai dipendenti soggetti all Assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro (il controllo sulla regolarità delle registrazioni è quindi svolto dall INAIL). Il datore deve, poi, tenere ulteriormente il libro degli infortuni in cui annotare le generalità del dipendente, il reparto in cui lavora, la natura della lesione e le circostanze in cui è avvenuta nonché gli effetti dell infortunio ed il grado di inabilità subita. Sezione III - L azienda Per capire il concetto di azienda è necessario effettuare un confronto con quello di impresa. IMPRESA: è un concetto rilevante da un punto di vista giuridico. S intende, con esso, l organizzazione di macchine e persone, coordinata dall imprenditore, che instaura rapporti giuridici contrattuali con i terzi per lo svolgimento della propria attività. AZIENDA: è un concetto rilevante sotto un profilo economico ed indica l insieme dei beni a disposizione, di diritto e di fatto, dell imprenditore.

19 18 1 classificazione in base all obiettivo: CLASSIFICAZIONE DELLE AZIENDE AZIENDE DI EROGAZIONE: producono beni e servizi non destinati allo scambio cioè al mercato. Esse soddisfano le esigenze dei soggetti di una collettività o dei membri di comunità o associazioni; il lucro o profitto è solo un mezzo per realizzare il loro obiettivo. AZIENDE DI PRODUZIONE: producono beni e servizi destinati allo scambio. Il loro obiettivo è quello di ottenere un profitto. 2 classificazione in base alla natura del soggetto giuridico ed economico: Tale classificazione necessita di un chiarimento sulla figura del soggetto giuridico ed economico. Con il primo concetto intendiamo colui che si obbliga nei confronti dei terzi (l amministratore delegato, il titolare dell impresa, i soci che compaiono nella denominazione della società) e che compare in giudizio. Il soggetto economico è colui, invece, che gestisce l organizzazione senza che il suo nome compaia nei rapporti con i terzi ma, semmai, nell organigramma aziendale (ad esempio i manager aziendali oppure i vari responsabili di settore in un azienda). AZIENDE PRIVATE: in esse il soggetto giuridico e quello economico è privato. AZIENDE PUBBLICHE: il soggetto giuridico e quello economico è pubblico. 3 classificazione in base al tipo di attività svolta: AZIENDE INDUSTRIALI: acquistano la materia prima e la trasformano per ottenere, alla fine, il prodotto finito (aziende casearie, automobilistiche ecc.). AZIENDE MERCANTILI: acquistano già il prodotto finito, senza trasformarlo, per poi rivenderlo (ad esempio i supermercati). AZIENDE AGRARIE: hanno una connessione con la terra, che viene, così lavorata per poi ottenere, alla fine, un prodotto rivenduto alle aziende industriali. AZIENDE MINERARIE: sfruttano, soprattutto, il sottosuolo per estrarre minerali da rivendere alle aziende industriali. AZIENDE DI SERVIZI: non operano per ottenere un prodotto finito ma erogano un attività, un valore aggiunto per la collettività (ad esempio l impresa di pulizie). 4 classificazione in base alla natura giuridica: AZIENDA INDIVIDUALE: soggetto giuridico ed economico è l imprenditore individuale AZIENDA COLLETTIVA: soggetto giuridico ed economico sono i soci. L azienda collettiva, a sua volta, si distingue in società di persone (responsabilità illimitata dei soci) e società di capitale (responsabilità limitata dei soci al solo capitale conferito, limite minimo di capitale sociale), che hanno fine lucrativo, e società cooperativa che ha uno scopo mutuativo (venire incontro e, quindi, operare solo a favore dei soci, almeno in quelle pure).

20 19 Sezione IV - Le aziende di erogazione Le aziende di erogazione hanno l obiettivo di soddisfare bisogni collettivi. La distinzione per noi più importante è quella fra aziende di erogazione private e pubbliche. Tra le aziende di erogazione private troviamo le corporazioni, le fondazioni e le associazioni; in esse il soggetto giuridico ed economico è un organo collegiale privato. Tra le aziende di erogazione pubbliche abbiamo gli enti pubblici territoriali come le Regioni, le Provincie e i Comuni, quelli parastatali come l INPS e l INAIL, enti sussidiari come l ASL (Azienda Sanitaria Locale) oppure l Istituto Autonomo Case Popolari (IACP) La corporazione - di storica memoria quelle di Arti e Mestieri sviluppatesi all epoca comunale, vengono utilizzate oggi in pochi casi, soprattutto per rappresentare una categoria o una professione molto specifica, tutelando interessi particolari (ad esempio politiche tariffarie). La fondazione - ente destinato da un fondatore (singolo o collegiale come una società) al raggiungimento di uno scopo tramite l amministrazione di beni ad esso destinati. Esiste, quindi, una prevalenza del capitale sull elemento personale. La fondazione è, dunque, fortemente capitalizzata nel senso che la sua esistenza è subordinata alla presenza di beni in denaro o in natura. Alla base della fondazione esiste un negozio unilaterale, detto negozio di fondazione con cui si destina uno o più beni ad un determinato scopo. L associazione - ente formato da due o più persone per il perseguimento di uno scopo comune di natura non lucrativa (culturale, sociale, di volontariato ecc.). A differenza della fondazione, nell associazione prevale l elemento personale. Alla base dell associazione esiste l atto costitutivo e lo statuto. Con il primo si individuano gli associati, l oggetto dell attività dell ente, la sede ed altri elementi fondamentali, con il secondo si stabiliscono le regole interne. Sezione V - Aspetti contabili dell azienda d erogazione Quali sono gli strumenti contabili fondamentali che un azienda erogativa utilizza? In sintesi possiamo così distinguerli: inventario, bilancio di previsione, rendiconto finanziario, piano esecutivo di gestione. Inventario: è un prospetto suddiviso in attività e passività. Dalla loro differenza otteniamo il patrimonio netto cioè i mezzi a disposizione dell azienda. Per attività intendiamo tutto ciò che l azienda ha di proprio, sia da un punto di vista patrimoniale che reddituale (l immobile, le attrezzature, i crediti, le scorte, le disponibilità di cassa e di banca); per passività tutto ciò che esce o, comunque, l insieme degli impegni dell ente (i debiti a vario titolo contratti). Bilancio di previsione: l azienda di erogazione utilizza denaro pubblico e di esso deve svolgere una gestione oculata e responsabile. Ecco allora che, a differenza delle aziende private, assume importanza vitale la costruzione di un bilancio di previsione. Con esso l azienda erogativa formula una previsione su quali saranno le entrate e le uscite di denaro nell esercizio successivo (per esercizio intendendo l anno solare in cui l azienda compie e rileva le operazioni contabili). Il bilancio di previsione si suddivide in bilancio di competenza e di cassa. Nel primo si evidenziano le entrate e le uscite teoriche (quelle previste ma che non avvengono monetariamente o, meglio, sono in attesa di avvenire), nel secondo le entrate e le uscite effettive (quelle che hanno manifestazione monetaria). Dalla differenza fra entrate teoriche di competenza e quelle effettive di cassa abbiamo il residuo attivo ; all opposto per le uscite abbiamo il residuo passivo.

21 20 Chiariamo, in breve, con un esempio Entrate previste di competenza Uscite previste di competenza 80 = Avanzo di competenza: 20 Entrate previste di cassa 70 - Uscite previste di cassa 40 = Avanzo di cassa 30 Per i residui avremo la situazione seguente: Residuo attivo 30 Residuo passivo 40 (Entrate di competenza Entrate di cassa) (Uscite di competenza Uscite di cassa) Il bilancio di previsione, che viene formulato in termini finanziari (entrate ed uscite), deve prevedere sempre il pareggio. Le risorse finanziarie a disposizione dell ente devono essere impiegate, tutte, per soddisfare i bisogni della collettività; un eventuale avanzo finanziario previsto, infatti, non può rimanere inutilizzato ma piuttosto investito nel benessere della collettività. Una situazione di disavanzo può essere tollerata purché esistano adeguate politiche di copertura. Da quanto visto sopra si può dire che se, ad esempio, si hanno entrate previste di ,60 (teoriche) e poi di ,07 (effettive), si ha un residuo attivo di ,53. All opposto se abbiamo uscite previste pari a ,40 (teoriche) e poi di ,83 (effettive), il residuo passivo conseguente sarà pari a 5.163,57. Può capitare che un residuo attivo formatosi nell anno o negli anni precedenti, sia riscosso nell esercizio; in ogni caso se esso permanesse, rimarrebbe come credito. Per quanto riguarda il residuo passivo, se esso rimane a lungo in bilancio e la corrispondente uscita non si è verificata, dovrà essere prima o poi eliminato come un normale debito. Tale operazione si chiama perenzione. Nel caso in cui, poi, l ente riceva un contributo e questo non viene utilizzato, si parla di economia, in seguito riutilizzabile. Altre operazioni sono possibili, inoltre, in un ottica di previsione; esse sono l assestamento, la variazione e lo storno. Si ha l assestamento quando si considerano voci contabili appena stimate o presunte in sede di redazione (ad esempio residui attivi) che, in origine, non erano di sicura stima. Le variazioni si hanno in caso di inserimento di entrate o uscite non previste nella prima stesura del documento di bilancio, che modificano il risultato prima previsto. Lo storno si ha quando vengono spostati fondi da un capitolo all altro. Il rendiconto finanziario è un prospetto che evidenzia le entrate effettive riscosse e le uscite effettive sostenute al termine dell esercizio finanziario. Viene anche chiamato consuntivo e da esso otteniamo tre tipologie di risultato: l avanzo finanziario, l avanzo economico e l avanzo di amministrazione. L avanzo finanziario implica che le entrate siano maggiori delle uscite; si divide in avanzo di competenza e di cassa. Il primo fa riferimento alle entrate teoriche maggiori delle uscite teoriche, il secondo alle entrate effettive maggiori delle uscite effettive. L avanzo economico si ha quando i ricavi dell ente sono maggiori dei costi. L avanzo di amministrazione è dato dalla somma algebrica seguente: fondo di cassa iniziale dell enteresidui attivi riscossi nell esercizio trascorso + nuovi residui attivi formatiresidui passivi pagati+ nuovi residui passivi formati = Avanzo o disavanzo di amministrazione

22 21 Il piano esecutivo di gestione, secondo una recente normativa, è un documento che ha la funzione di dettagliare la previsione contenuta nel bilancio di previsione. Strumento tipicamente usato nei Comuni, è previsto dal D.Lgs. n 77/95 e consente di eseguire e dettagliare i programmi approvati collegialmente dal Consiglio. Vediamo ora lo schema seguente che illustra le entrate e le uscite di un ente pubblico: ENTRATE Tributi Contributi Rendite patrimoniali Vendite di immobili Mutui, prestiti ed operazioni creditizie varie Tot. Entrate USCITE Spese correnti Spese in conto capitale Rimborso di prestiti Partite di giro Tot. Uscite Lo schema tracciato sopra rappresenta il bilancio di un ente locale territoriale (Provincia o Comune). Tale struttura si applica anche al bilancio dello Stato. Lo schema di cui sotto evidenzia le entrate e le uscite di un ente erogativi più piccolo, ad esempio un Associazione. ENTRATE Tesseramenti Contributi enti Contributi soci Proventi vari Attività commerciali Tot. Entrate USCITE Contributo Sede Centrale Gestione sede Arredi e attrezzature Biblioteca Diverse Tot. Spese Il prospetto tracciato sopra rappresenta il bilancio di un Associazione a carattere culturale. Le esigenze ed i contesti diversi in cui tale Ente opera si possono vedere dalle diverse voci esistenti. In ogni caso lo schema di bilancio di un azienda di erogazione è diverso a seconda del settore in cui essa opera.

23 22 In generale gli Enti tengono un registro di contabilità elementare dove annotano le somme di denaro in entrata ed in uscita e le relative voci di ricavo e di costo (ad esempio entrata 100 dovuta a versamento rette e uscita di 80 dovuta a pagamento materiale di pulizia) in modo da poter costruire, alla fine dell esercizio, un rendiconto finanziario che permetta di effettuare un confronto con il bilancio di previsione. È importante considerare che ogni ente, inoltre, tiene delle schede intestate ai singoli fornitori e clienti in modo da poter ricostruire i movimenti contabili per ognuno di essi. S instaura, in tal modo, un rapporto di conto corrente che consente evidenziare tutti i saldi a debito e a credito. Si può definire tale rapporto come un controllo contabile incrociato fra due soggetti in continuo rapporto d affari. Da notare, inoltre, che le registrazioni sono effettuate con l ottica della contabilità finanziaria; ad un costo, quindi, corrisponde un uscita finanziaria e ad un ricavo un entrata finanziaria. Sia per la colonna della cassa che per quella della banca viene rilevato un saldo che esprime costantemente le diminuzioni o gli aumenti conseguenti alle operazioni di acquisto o di vendita (in quest ultimo caso, ad esempio, riscossioni di rette). Approfondimenti Le Scuole Materne sono un esempio concreto di come gestire una comunità. Uno dei documenti fondamentali è il rendiconto riassuntivo delle entrate e delle spese, redatto con criteri finanziari; in esso viene evidenziata con chiarezza la formazione dei residui attivi e passivi. In particolare al fondo di cassa alla chiusura dell esercizio si aggiungono i residui attivi. L inventario, invece, è molto semplice e dettagliato. Non dimentichiamo, infatti che il consegnatario (cioè colui che ha il materiale possesso dei beni) è responsabile della loro integrità e presenza. Sarà tenuto a risponderne in caso di smarrimento o perdita. Chi redige questi documenti, quando la scuola è comunale, è un funzionario del Comune. Sezione VI - Entrate ed uscite di un ente pubblico - fasi principali di svolgimento In un ente pubblico le entrate (costituite da tributi, alienazione di beni, riscossione di rendite ecc.) sono costituite dalle seguenti fasi: accertamento; riscossione; versamento. Nella prima fase (accertamento) si riconosce il diritto a riscuotere la relativa entrata sulla base di idonei documenti. Nella seconda fase (riscossione) si ha l introito materiale delle somme di denaro; ciò avviene tramite il tesoriere e gli agenti autorizzati alla riscossione. Nella terza fase (versamento) si ha il materiale versamento delle somme nella cassa dell Ente. La differenza tra l insieme delle entrate accertate e quelle riscosse da il residuo attivo. Le spese seguono anch esse, ma al contrario, la stessa trafila. Ecco, in breve, le fasi relative: impegno; liquidazione; ordinazione; pagamento. L impegno è la fase in cui l ente accerta l obbligo del pagamento individuando il nominativo del creditore e la natura della spesa. Ricordiamo che la spesa deve trovare la sua naturale capienza negli stanziamenti di bilancio e deve, inoltre, essere legittimata da atti regolari. La fase successiva è la liquidazione che consiste nell esame della documentazione dei titoli che comprovino il diritto del creditore a riscuotere quella somma di denaro.

24 23 L ordinazione coincide con l emissione del relativo mandato di pagamento che verrà controllato dal Tesoriere dell Ente. La fase successiva è il pagamento. La differenza tra l insieme delle uscite accertate e pagate forma il residuo passivo. In Appendice ho inserito un esempio di come vengono redatti il bilancio preventivo ed il rendiconto di un azienda di erogazione pubblica Sezione VII Aspetti giuridici dell azienda d erogazione L azienda di erogazione, nello svolgimento della sua attività istituzionale, instaura una serie di rapporti con altri soggetti che fanno parte dell ambiente in cui essa opera. Tali rapporti vengono regolati da un strumento giuridico importante, il contratto o negozio giuridico bilaterale. In esso abbiamo due parti che si obbligano reciprocamente ad eseguire prestazioni, tra loro legate da un rapporto sinallagmatico nel senso che una parte si obbliga e pretende dall altra la prestazione corrispettiva. In questa sezione della dispensa, cercherò di enucleare alcune forme contrattuali tipicamente usate da un struttura comunitaria azienda di erogazione nello svolgimento della sua attività. IL CONTRATTO DI COMPRAVENDITA Per contratto di compravendita s intende un negozio giuridico bilaterale ove abbiamo due parti: da un lato il compratore e dall altro il venditore. Il compratore s impegna a pagare il bene acquistato (in contanti, con assegno bancario o circolare, con cambiale, con ricevuta bancaria, con Bancomat oppure con carta di credito) mentre il venditore si obbliga a cedere la proprietà del bene all acquirente e a consegnarlo nel luogo e con le modalità concordate. Il venditore, inoltre, s impegna a fornire le garanzie sulla qualità del bene nonché sulla sua integrità; egli inoltre deve garantire che sul bene non ci siano controversie in corso. Le parti fondamentali del contratto di compravendita sono quattro: la volontà delle parti, la forma, la causa e l oggetto. La volontà si forma con la sottoscrizione del contratto e dev essere esplicita. La forma può essere orale oppure scritta; in quest ultimo caso si possono avere tre tipologie: scrittura privata, atto pubblico e scrittura privata autenticata. La scrittura privata viene formata tra le parti e ha valore solo fra queste ultime, non anche nei confronti dei terzi. Affinché possieda quest ultimo requisito è necessario che il contratto sia fatto autenticare presso l Ufficio del Registro, acquisendo, così, la veste di scrittura privata autenticata. La forma dell atto pubblico si ha quando il contratto viene formato alla presenza di un pubblico ufficiale (notaio, segretario comunale o altra persona fisica alla quale venga riconosciuto lo status di pubblico ufficiale ). Quand anche la forma scritta non fosse obbligatoria, tale adempimento viene richiesto dall Amministrazione Finanziaria che, ai fini della normativa sull Iva, richiede l emissione della fattura per ogni transazione stipulata. La causa rappresenta l obiettivo principale della stipula del contratto (in caso di vendita di un immobile, la causa è la riscossione di una somma di denaro). L oggetto è il bene che viene ceduto dietro corrispettivo. Senza l oggetto e la forma valida il contratto si dice che è nullo. Quando, invece, a mancare è la volontà, oppure quest ultima si è formata in modo non corretto, allora il contratto è annullabile. In ambedue i casi, gli effetti del contratto si bloccano, ma nel caso della nullità ciò avviene da subito mentre nel caso dell annullabilità solo nel caso in cui la parte danneggiata eserciti il proprio diritto. Con la normativa Bassanini, al tradizionale concetto di documento cartaceo, si è affiancato quello di documento informatico (legge n 59/97). Con quest ultimo s intende la rappresentazione informatica di atti, fatti o dati giuridicamente rilevanti. Il documento informatico, con la registrazione su supporto informatico e la trasmissione con gli strumenti telematici è ritenuto valido a tutti gli effetti di legge. Il contratto di compravendita, accanto alle parti fondamentali (soprattutto volontà e oggetto), può prevedere clausole accessorie relative alle modalità di consegna, alle forme di pagamento e alla ripartizione delle spese accessorie. La cessione di un bene può prevedere anche l effettuazione di una serie di attività collaterali come il trasporto, l imballaggio e l installazione (in caso di un bene ad alto contenuto tecnologico). Tali attività comportano spese, definite accessorie, che possono essere ripartite proporzionalmente tra compratore e venditore. Esempi di tali clausole sono franco magazzino compratore e franco magazzino venditore. Nel primo caso il compratore viene affrancato da ogni tipo di spesa che viene così sostenuta dal venditore per intero, nel secondo caso abbiamo l opposto. Ecco altri esempi di clausole:

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