Dall'anno 2000 ad Ormea è stato avviato un importante progetto per utilizzare la grande risorsa di legno presente sul territorio.

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1 Giovedì 17 aprile siamo andati in gita scolastica a Ormea. Abbiamo visitato la centrale termica del teleriscaldamento, il giardino botanico, il borgo, il museo etnico e la scuola forestale. Dall'anno 2000 ad Ormea è stato avviato un importante progetto per utilizzare la grande risorsa di legno presente sul territorio. E stata realizzata una centrale di teleriscaldamento che utilizza come combustibile legname ridotto in piccole proporzioni (cippato di legno), proveniente dai boschi o da residui di segheria. I boschi vanno ripuliti regolarmente per permettere uno sviluppo migliore degli alberi. Il teleriscaldamento consente di trasportare il calore prodotto da un'unica centrale termica (attraverso tubazioni isolate e interrate) a circa l 80 % delle abitazioni. La centrale di Ormea, costruita a valle del centro storico, opera con 2 caldaie che sviluppano una potenza totale pari a 3.9 MW. Accanto alla centrale si trova il silos coperto per lo stoccaggio del cippato, necessario perché l'umidità generata dal cippato si dissolva nella natura. Una rete di 5,5 km di tubi trasporta l acqua calda alle abitazioni. Un aspetto importante di questo tipo di riscaldamento è che non produce inquinamento, perché durante la combustione del cippato si libera nell'atmosfera la stessa quantità di anidride carbonica che l'albero ha assorbito durante la sua crescita e che verrebbe rimessa in circolazione anche se l albero si decomponesse nel bosco. Per questo motivo l'uso di questa centrale non contribuisce all'aumento dell'effetto serra. Al contrario, per ogni litro di gasolio da riscaldamento che viene sostituito con l'energia del legno si evitano 3 kg di emissioni di CO2. Completano l'impianto della centrale i separatori multiciclonici, particolari filtri che trattengono le particelle solide derivanti dalla combustione del cippato e un ulteriore impianto di condensazione per trattenere le polveri fini residue.

2 Il giardino botanico di Ormea sorge nell area dell ex cimitero. In questo giardino gli insegnanti e gli studenti della scuola forestale hanno catalogato le piante, indicandole con la classificazione binomia, cioè con 2 nomi latini: uno per il genere e uno per la specie. Durante visita al giardino botanico ci ha fatto da guida un professore della scuola forestale che ci ha spiegato le caratteristiche di diverse piante, fra cui: LUPPOLO. Abbiamo osservato la pianta del luppolo: Le foglie sono cuoriformi, picciolate, opposte, munite di 3-5 lobi seghettati. La parte superiore è ruvida al tatto. Fiorisce in estate. L'impollinazione è anemofila (cioè avviene per mezzo del vento); le infiorescenze producono una sostanza giallastra e dal sapore amaro, che viene utilizzata per conferire alla birra il suo gusto caratteristico. CLEMATIS VITALBA. È una pianta arbustiva delle Ranunculaceae conosciuta anche col nome comune di vitalba. In Italia è presente su tutto il territorio sino a circa 1300m in terreni incolti, boschi di latifoglie. E una pianta rampicante che si allunga anche per metri sui tronchi legnosi anche piuttosto grossi. Il profumo è simile a quello del Biancospino. Fiorisce tra Maggio e Agosto. È una pianta velenosa per la presenza di alcaloidi e saponine: sostanze che si accumulano negli organi più vecchi. FOGLIE: opposte imparipennate sono formate da 3-5 segmenti di forma ovoidale-lanceolata. Sono peduncolate con i peduncoli ingrossati alla base, il margine è dentato o intero. FIORI:raggruppati in infiorescenze hanno 4 sepali e numerosi stami e ovario. L impollinazione è entomofila. FRUTTI: sono acheni. Viene usata in cucina. A causa delle tossine è consigliabile non consumarne grosse quantità. La concentrazione delle sostanze tossiche è molto bassa. In Nuova Zelanda rappresenta una minaccia per le specie native.

3 AGRIFOGLIO Può raggiungere un altezza di 10 m, ha la chioma piramidale,corteccia liscia grigia e rami verdastri. Ha fiori piccoli riuniti in fascetti, con 4 petali di colore bianco o rosato. Durante l'inverno si formano le caratteristiche drupe sferiche di colore rosso vivo. IL POLIGONO DEL GIAPPONE Questa pianta è stato introdotta nel 1823 dall Estremo Oriente come pianta ornamentale e foraggiera, e si è poi rivelata una pianta infestante per la grande capacità di adattamento, anche se preferisce i bordi dei corsi d acqua. Può raggiungere un altezza di 1-3 m, con fusti cavi, spesso rossastri. Produce fusti sotterranei (rizomi) lunghi e robusti, capaci di svilupparsi in profondità. Le foglie sono alterne, rotonde o largamente ovali, i fiori rossastri o bianco-verdastri sono organizzati in infiorescenze spighiformi. FORSIZIA E una pianta arbustiva ornamentali, originarie dell'asia (è molto diffusa in Cina) e delle regioni sudorientali dell'europa; viene ampiamente coltivata nei giardini a scopo ornamentale o per formare siepi. E un arbusto molto decorativo con rami sottili e lunghi coperti all inizio della primavera da vivaci fiori gialli. I fiori sbocciano prima delle foglie e quando seccano bisogna potare la pianta perchè sui nuovi rami si avrà la fioritura l anno successivo. Le foglie, che spuntano dopo la fioritura, sono ovali, oblunghe e seghettate solo vicino alla punta. ROSACEE La famiglia delle Rosacee è una delle famiglie più importanti del mondo vegetale dal punto di vista dell'uomo, infatti è formata da oltre 2000 specie di erbe, arbusti e alberi, tutti caratterizzati da fiori con cinque petali. Oltre alla rosa (quelle coltivate hanno più petali per modificazioni genetiche) e al biancospino, comprende la maggior parte degli alberi da frutto più comuni: il melo, il pero, il ciliegio, il pesco, il susino, il mandorlo, il nespolo, il sorbo, l'albicocco.

4 Durante la gita a Ormea (CN), abbiamo visitato un piccolo museo etnografico situato nel centro storico. E disposto su 3 piani, con piccole stanze, molto caratteristico. Al 1 piano c era una stanza con vari attrezzi da lavoro, come la falce, la sega, l aratro... Scendendo le scale si trova una cantina dove c erano le botti per contenere il vino; siccome in cantina faceva più fresco c era un frigorifero formato da una scatola di legno con una retina, che si usava per mantenere fresco il formaggio. Al 2 piano c erano le stanze da letto formate da un letto matrimoniale e uno piccolo per i bambini; per riscaldare i letti usavano il prete, una intelaiatura di legno dove veniva messo il braciere. Come bagno venivano usate delle tazze, i vasi da notte. Al 3 piano c era la cucina con un piccolo tavolo, la credenza, la stufa, il tagliere, la madia In un altra stanza sono conservati vari oggetti di carattere religioso, appartenenti in parte ad antiche confraternite locali, ad esempio un vangelo, tuniche da cerimonia, quadri che rappresentavano dei santi, crocifissi Allo stesso piano c è la stanza in cui sono conservati antichi strumenti e giocattoli: una vecchia bicicletta da postino, un fuso, il triciclo di legno, le scarpe di cuoio con le borchie che rinforzavano la suola, vestiti per i bambini Infine c era la ricostruzione di un aula scolastica: i banchi, a due posti, erano di legno posti di fronte alla lavagna, accanto ad una piccola cattedra; si usavano dei quaderni su cui si scriveva con l inchiostro contenuto in calamai posti in appositi buchi dei banchi; appese al muro c erano le tavole pitagoriche, le cartelle erano di cuoio, e i bambini a volte dovevano percorrere molta strada a piedi per arrivare a scuola. L aula era riscaldata da una stufa a legna. Visitando il borgo, la guida ci ha spiegato qualcosa sulla storia di Ormea. Della sua storia è molto importante il periodo dei Saraceni, nel IX Secolo. Rimangono segni sul territorio nella torre cilindrica di Barchi, in quella del Castelletto (oggi rimangono solo le fondamenta) e nella caverna fortificata detta ''Balma del Messere'' a Cantarana. Un altro ricordo del passaggio dei Saraceni su questo territorio si trova ancora oggi nella gastronomia locale, basata su coltivazioni con buona probabilità introdotte in Alta Val Tanaro in seguito al contatto avuto con questo popolo. Quella principale è la coltivazione del grano saraceno, che, seppure a fasi alterne e fino alla metà del Ventesimo Secolo si è sempre coltivato in questa Valle. Oggi la sua coltivazione è praticata solo da alcuni contadini della zona, ma la polenta a base di patate e di farina di grano saraceno è il piatto tradizionale per eccellenza dell Alta Val Tanaro. Nel VIII secolo Ormea divenne marchesato e per merito del suo marchese Ferrero si costruì un ''lanifizio'' che poteva competere con le industrie inglesi, tanto che fu scelto come fornitore di stoffe rosse dell'esercito sabaudo. La rivoluzione francese e la campagna napoleonica in Italia portò morte ma anche distruzione. In quegli anni furono ridotti in macerie sia la fabbrica che l'antico castello che dominava il centro storico, di cui sono ancora visibili i ruderi. Solo alla fine del XIX secolo la cittadina si riprende. Grazie alla ferrovia, che agevolava le comunicazioni, Ormea divenne un centro turistico importante. In quel periodo fu costruito il Grand Hotel (dove attulmente ha sede la scuola forestale) frequentato dalla nobiltà inglese, francese e tedesca; per alcuni anni funzionò anche una sede estiva del casinò di Sanremo. Si costruirono ville per il soggiorno estivo di nobili famiglie europee. Ebbe avvio anche lo sviluppo industriale della zona. La ricchezza di acqua facilitò la costruzione di una Cartiera che diventò presto importante per la produzione di carte molto sottili: carta da sigarette per il mercato del Medio Oriente e da condensatori. Poi la difficoltà di vivere in montagna ha spopolato sia le frazioni che il centro storico.

5 Oggi si cerca di rilanciare l'offerta delle tradizioni locali relative alla cucina, al territorio, alle tradizioni delle feste. Nel paese c è ancora la casa dei marchesi di Ormea, parzialmente ristrutturata. Al centro della piazza nuova, dove una volta c erano i lavatoi e i bagni pubblici, si trova ancora un antica fontana. Entrando in chiesa, è ancora visibile la vecchia strada romana, a un livello più basso di quello dove sorge attualmente il paese, con i solchi lasciati dalle ruote dei carri. LA CLASSE II B Scuola Media D. Alighieri - via Panizzi