COSA HANNO CHE NON VA I CODICI PRESCRITTIVI???

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1 Teramo, Pescara, 2717 marzo ottobre Ordine degli Ingegneri della Provincia di TERAMO Corso di Prevenzione Incendi (art.4 D.M. 5 agosto 2011) Argomenti: Riferimenti normativi sull approccio ingegneristico alla sicurezza antincendi; Metodologia su cui si basa I'approccio ingegneristico; Il sistema di gestione della sicurezza antincendio.. Relatore: Ing. R. Panzone (Comandante VVF Teramo) visitate il sito: per informazioni: prevenzione.teramo@vigilfuoco.it Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 1 COSA HANNO CHE NON VA I CODICI PRESCRITTIVI??? Assolutamente nulla, sono fondamentali nella maggior parte dei casi (sono più facili da utilizzare sia per noi che per i tecnici) Inalcunicasiperò.. Edificistorici Edificiinnovativi Protezione di particolari aspetti Deroghe Posso avere diverse soluzioni. Qual è la migliore?? Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 2 1

2 COSA HANNO CHE NON VA I CODICI PRESCRITTIVI??? APPROCCIO PRESCRITTIVO VANTAGGI: uniformità di indirizzi e di livelli di sicurezza semplicità in fase di progettazione e di controllo SVANTAGGI: Limitazione delle possibilità e delle intuizioni progettuali dei professionisti Difficoltà nella trattazione di attività particolari quali edifici storici, stazioni, terminal aeroportuali, grandi depositi Attività non normate Talvolta il rispetto della norma non è sufficiente per un adeguata protezione contro il rischio di incendio Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 3 APPROCCIO PRESTAZIONALE Negli ultimi 20 anni si è assistito ad una notevolissimo sviluppo nella comprensione dei fondamenti scientifici dicomeilfuoco(elepersonecoinvolte) si comportano. Cioè si sta cominciando ad avere una comprensione dell incendio da Storicoempirica a Predittiva Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 4 2

3 APPROCCIO PRESTAZIONALE L applicazione dei principi ingegneristici, di regole e di giudizi esperti basati sulla valutazione scientifica del fenomeno della combustione, degli effetti dell incendio e del comportamento umano finalizzati alla tutela della vita umana, alla protezione dei beni e dell ambiente, alla qualificazione dei rischi di incendio e dei relativi effetti e alla valutazione analitica delle misure di prevenzione ottimali necessarie a limitare, entro livelli previsti, le conseguenze dell incendio. Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 5 APPROCCIO PRESTAZIONALE La novità dell applicazione ingegneristico alla sicurezza consiste nel fatto che, di ogni misura alternativa, può essere quantificato l effetto. La FSE fornisce un insieme di indicazioni procedurali che consentono di passare da una impostazione di tipo qualitativo ad una di tipo quantitativo. Fino ad oggi, invece, si accettavano misure secondo un criterio qualitativo, senza nessuna possibilità di misurare l impatto effettivo dei singoli strumenti sull evoluzione dell incendio (in genere più compartimentazione più sicurezza più misure attive più sicurezza). Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 6 3

4 APPROCCIO INGEGNERISTICO ALLA SICUREZZA ANTINCENDIO (D.M. 09 maggio 2007) OBIETTIVI DEL DECRETO Fornire uno strumento alternativo per rispondere a quanto stabilito dall all. I lett. A del D.M.07/08/2012 per individuare le misure di sicurezza nella progettazione di attività non normate o nel procedimento di deroga (art.6) per particolari contesti costruttivi, architettonici, urbanistici. E uno strumento che non è imposto dai vigili del fuoco ma che può essere liberamente adottato dal progettista. Quando si fa ricorso all approccio ingegneristico la documentazione DEVE essere sempre a firma di professionista antincendio (iscritto in appositi elenchi di cui all art.16 del D.Lgs 139/2006). Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 7 D.M. 20/12/2012 (IMPIANTI PROTEZIONE ATTIVA) CASO PARTICOLARE Per impianti installati in attività per le quali sono stati utilizzati i criteri di valutazione del livello di rischio e di progettazione delle misure compensative previsti dal DM 9 maggio 2007 (FSE), le dichiarazioni di cui in a) e b) (leggi DICO e DICH.IMP) devono essere integrate con la certificazione di rispondenza e di corretto funzionamento dell impianto (CERT.IMP) a firma di professionista antincendio. Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 8 4

5 Struttura del Decreto Il Decreto è costituito da: otto articoli che stabiliscono le procedure per adottare l approccio ingegneristico alla sicurezza antincendio un allegato tecnico suddiviso in cinque punti che indicano il processo di valutazione e progettazione nell ambito dell approccio ingegneristico alla sicurezza antincendio (fire safety engineering) Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 9 Oggetto del Decreto (art.1) Il decreto definisce: ASPETTI PROCEDURALI CRITERI DA ADOTTARE per valutare il livello di rischio e progettare le conseguenti misure compensative in alternativa a quanto previsto dal DM 7/8/2012 utilizzando l approccio ingegneristico alla sicurezza antincendio al fine di soddisfare gli obiettivi della prevenzione incendi Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 10 5

6 Oggetto del Decreto (art.1) Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 11 Campo di applicazione (art.2) insediamenti di tipo complesso o a tecnologia avanzata edifici di particolare rilevanza architettonica e/o costruttiva edifici pregevoli per arte o storia edifici ubicati in ambiti urbanistici di particolare specificità la metodologia può essere applicata in alternativa alla metodologia vigente : per la individuazione delle misure da adottare ai fini del rilascio del c.p.i. nel caso di attività non regolate da specifiche disposizioni per la individuazione delle misure di sicurezza equivalenti nell ambito del procedimento di deroga Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 12 6

7 Richiesta di valutazione progetto (art.3) Fatto salvo quanto previsto dal D.M per le modalità di presentazione della domanda, la documentazione tecnica (a firma di professionista antincendio) deve essere integrata con: sommario tecnico (p.to 4.4.1), firmato congiuntamente dal progettista e dal titolare dell attività, ove è sintetizzato il processo seguito per individuare gli scenari di incendio di progetto ed i livelli di prestazione presentazione dei risultati dell analisi quantitativa (p.to 4.4.1) in modo che questi riassumano, in una sintesi completa ed efficace, il comportamento del sistema per quel particolare tipo di analisi il documento contenente il programma per l attuazione del sistema di gestione della sicurezza antincendio Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 13 Richiesta di valutazione progetto (art.3) Il Comando provinciale può valutare l opportunità di acquisire il parere del Comitato tecnico regionale la durata del servizio (per il corrispettivo dovuto) è ottenuta moltiplicando il numero di ore stabilito dalla normativa vigente per un fattore pari a due motivazione maggiore impegno richiesto per la valutazione delle scelte progettuali rilevante complessità correlata all esame dei progetti (f.s.e.) Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 14 7

8 Richiesta di deroga (art.4) Fatto salvo quanto previsto dal D.M per la modalità di presentazione della domanda, la documentazione tecnica deve essere integrata con: la valutazione sul rischio aggiuntivo per mancata osservanza disposizioni e le misure tecniche compensative determinate utilizzando le metodologie dell approccio ingegneristico il documento contenente il programma per l attuazione del sistema di gestione della sicurezza antincendio. il versamento del corrispettivo dovuto calcolato sulla base della durata del servizio prevista per la valutazione progetto (numero di ore stabilito moltiplicato per un fattore pari a due) maggiorata del cinquanta per cento. Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 15 Sistema di Gestione della Sicurezza Antincendio _SGSA_ (art.6) L SGSA è necessario per tenere sotto controllo tutti i parametri che hanno determinato la scelta degli scenari di incendio in base ai quali sono state individuate le specifiche misure di protezione. L SGSA deve essere periodicamente verificato dai VV.F. in concomitanza con la visita sopralluogo finalizzata al rilascio del C.P.I./SCIA o in occasione di visite a campione od ispettive o in occasione del ARPCA. Le verifiche DEVONO AVERE cadenza non superiore a 6 anni Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 16 8

9 Sistema di Gestione della Sicurezza Antincendio _SGSA_ (art.6) La verifica del SGSA rientra tra i servizi a pagamento: l importo da corrispondere per la verifica del SGSA è uguale a quello dovuto per il sopralluogo/scia; tale importo va pertanto sommato a quello previsto per il sopralluogo/scia finalizzato al rilascio del certificato di prevenzione incendi o a quello previsto per il rinnovo del certificato medesimo. Qualora l esito della verifica del SGSA rilevi la mancanza dei requisiti previsti, il Comando provinciale dei vigili del fuoco sospende la validità del certificato di prevenzione incendi e provvede a darne comunicazione all interessato, al sindaco, al prefetto e alle altre autorità competenti ai fini dei provvedimenti da adottare nei rispettivi ambiti. Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 17 Osservatorio per l approccio ingegneristico (art.7) Presso il Dipartimento è istituito l Osservatorio per l approccio ingegneristico alla sicurezza antincendio per favorire la massima integrazione tra tutti i soggetti chiamati all attuazione delle disposizioni inerenti il FSE L Osservatorio: espleta attività di monitoraggio adotta misure tese ad uniformare le modalità attuative del FSE fornisce supporto e indirizzi agli organi territoriali del CNVVF Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 18 9

10 Osservatorio per l approccio ingegneristico (art.7) Per garantire l uniformità applicativa nella trattazione delle pratiche, i Comandi comunicano all Osservatorio i dati inerenti i progetti esaminati redatti secondo l approccio ingegneristico. L Osservatorio, qualora lo ritenga utile per la propria attività, può richiedere ai Comandi la produzione della documentazione tecnica inerente singoli procedimenti; L Osservatorio opera nell ambito della DCPST avvalendosi dell Area Coordinamento; Composizione e modalità di funzionamento dell Osservatorio sono dettate con provvedimento del Capo del CNVVF. Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 19 Osservatorio per l approccio ingegneristico (art.7) Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 20 10

11 Osservatorio per l approccio ingegneristico (art.7) Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 21 Osservatorio per l approccio ingegneristico (art.7) Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 22 11

12 ALCUNE DEFINIZIONI CURVA DI RILASCIO TERMICO (Heat Release Rate) RHR INCENDIO DI PROGETTO LIVELLI DI PRESTAZIONE PROCESSO PRESTAZIONALE SCENARIO DI INCENDIO SCENARIO DI INCENDIO DI PROGETTO energia termica emessa da un focolare o da un incendio per unità di tempo; è espressa in W descrizione quantitativa di un focolare previsto all interno di uno scenario di incendio. criteri di tipo quantitativo e qualitativo rispetto ai quali si può svolgere una valutazione di sicurezza. processo finalizzato a raggiungere obiettivi e livelli di prestazione specifici. descrizione qualitativa dell evoluzione di un incendio (innesco, crescita, incendio pienamente sviluppato, decadimento) e dei fattori che lo influenzano (ambiente circostante, impianti di protezione attiva..). specifico scenario di incendio per il quale viene svolta l analisi utilizzando l approccio ingegneristico Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 23 ALCUNE DEFINIZIONI Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 24 12

13 CONSIDERAZIONI GENERALI SUL FENOMENO INCENDIO L approccio corretto alla FSE prevede una fase di analisi qualitativa e quantitativa del fenomeno dell incendio. Durante gli incendi in ambienti confinati enclosure fire è necessario poter descrivere qualitativamente almeno i seguenti elementi: 1.Motodelfumoedeigasdicombustione; 2. Temperature raggiunte all interno del locale Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 25 CONSIDERAZIONI GENERALI SUL FENOMENO INCENDIO La temperatura raggiunta dai prodotti di combustione è alla base dei moti convettivi dai quali dipende la propagazione dell incendio all interno dell edificio in cui si sviluppa. Una prima classificazione degli incendi può essere fatta in funzione della velocità dello sviluppo di prodotti della combustione, di fiamme e di calore nelle prima fase dell incendio stesso e vengono definiti in: 1.Incendiasviluppolento (HRRdi1055Kwin600sec.); 2.Incendiasviluppomedio (HRRdi1055Kwin300sec.); 3.Incendiasviluppo veloce (HRRdi1055Kwin150sec.); 4. Incendi a sviluppo ultraveloce (HRR di 1055 Kw in 75 sec.). Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 26 13

14 CONSIDERAZIONI GENERALI SUL FENOMENO INCENDIO Gli incendi possono manifestarsi, infine, in due diversi modi: 1. con Produzione di Fiamma; 2. incendi Covanti(Smoldering fire); Incendi con produzione di fiamma La combustione si genera mediante reazioni chimiche prevalentemente in fase gassosa; Viene emessa radiazione elettromagnetica sia infrarossa che visibile Si ha elevata produzione di energia termica; Si ha elevata emissione di fumo di colore scuro; Flussi turbolenti gassosi con frequenti variazioni di velocità; Formazioni di vortici di varie dimensioni CARATTERISTICHE Incendi covanti La combustione procede generalmente senza lo sviluppo di fiamme sulla superficie del combustibile; La temperatura non è molto elevata e l incendio procede con velocità tipicamente inferiori ad 1mm/min; Scarsa rumorosità od assenza di rumore; Modestissimo apporto termico all ambiente emissionedifumodicolore Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 27 TEMPERATURA (flash-over) ignizione propagazione incendio generalizzato estinzione TEMPO Fasi dell incendio 1 Innesco 2 Propagazione 3 Pieno sviluppo 4 Estinzione COMPORTAMENTO DELL INCENDIO Riscaldamento del materiale combustibile Combustione controllata dal combustibile Combustione controllata dalla ventilazione Combustione controllata dalla ventilazione COMPORTAMENTO UMANO Attività di prevenzione Azione primaria di spegnimento con presidi antincendio, esodo morte MISURE ATTIVE IMPEGNATE Rivelatori di fumo Rivelatori di fumo e calore, impianti sprinkler, SCFC Intervento VVF MISURE PASSIVE IMPEGNATE Materiali classificati per reazione al fuoco Materiali classificati per reazione al fuoco Strutture resistenti al fuoco, separazione antincendio Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 28 14

15 FASI DELL INCENDIO - INNESCO a) La partecipazione all incendio del combustibile solido dipende dalla pezzatura (es:conunfiammiferobruciaunfogliodicartamanonilpianodellascrivania); b) La combustione avviene sempre in fase gassosa attraverso il fenomeno della pirolisi: una sostanza solida sufficientemente riscaldata libera vapori combustibili; c) I prodotti di pirolisi combinati con l ossigeno bruciano con fiamma e liberano calore che, investendo la superficie solida, comportano l accelerazione del fenomeno di pirolisi; d) Il tempo di ignizione di una sostanza solida dipende dal flusso termico che la investe e dalla temperatura che raggiunge la superficie del solido esposta; e) La pirolisi è più veloce in corpi con bassa inerzia termica Poliuretano, inerzia termica pari a: 41; Legnodipino,inerziatermicaparia500; IL POLIURETANO BRUCIA MEGLIO DEL LEGNO DI PINO; Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 29 FASI DELL INCENDIO - INNESCO Siindicacontigiltempo,valutatoinsecondi,di unmaterialesul quale incide un flusso radiante q (kw/mq) per raggiungere la temperatura di ignizione Tig: N.B.: In caso di innesco pilotato (fiamma diretta che lambisce il combustibile) i valori del tempo tig e del flusso termico per raggiungere Tig diminuiscono sensibilmente! Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 30 15

16 FASI DELL INCENDIO - CRESCITA a)l incendio cresce in funzione della tipologia, massa, distribuzione spaziale del combustibile; b)non risente della ventilazione! c)la temperatura Media del locale è relativamente bassa(diluzione con l aria fredda presente); d)localmente, in prossimità della zona interessata dalla combustione, temperature elevate; e) Riduzione visibilità a causa dei prodotti della combustione(fumi); f) Produzione di gas tossici irritanti e corrosivi; g)aumento della velocità di combustione nel tempo; h) Aumento della temperatura e della potenza termica irradiata nell ambiente. Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 31 FASI DELL INCENDIO - CRESCITA La propagazione è l intensità sono influenzati da: a) Superficie di ventilazione (rottura di vetri, finestre, elementi di copertura); b) Proprietà termoisolanti dei muri e dei solai: più è isolato minore calore viene dissipato all ambiente circostante e maggiore sarà la T raggiunta all interno del locale; c) Caratteristiche di partecipazione al fuoco dei materiali di arredo e di rivestimento(reazione AL FUOCO DEI MATERIALI), formazione di gocce incandescenti, produzione di gas e fumi tossici; ESEMPIO Unasuperficievetrataaventespessoredi3mmsirompea340 C; Unasuperficievetrataaventespessoredi6mmsirompea450 C. Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 32 16

17 FASI DELL INCENDIO pienamente SVILUPPATO a)in questa fase tutti gli oggetti del locale partecipano alla combustione in quanto anche quelli più lontani raggiungono la Tig! b)il Flashover rappresenta la fase di transizione fra un incendio in crescita ed un incendio pienamente sviluppato; c)in questa fase i gas caldi di combustione hanno invaso tutto l ambiente e si trovano vicino al pavimento(irraggiamento); d)lo sviluppo dell incendio è FORTEMENTE influenzato dalla VENTILAZIONE! e) N.b. se non vi è ventilazione sufficiente il flashover potrebbe non verificarsi(carenza di comburente) Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 33 FASI DELL INCENDIO pienamente SVILUPPATO a) Questa fase è caratterizzata da: b) Forte innalzamento della velocità di combustione; c) Elevato rilascio di calore, T elevatissime; d) Rilevante crescita di produzione fumo e gas di combustione; e) La Temperatura del locale non è uniforme; f) Il pavimento e le parti inferiori dei muri raggiungono una temperatura inferiore alle parti superiori delle pareti e, soprattutto, del soffitto. g) A causa del mescolamento dovuto alla forte turbolenza del gas, la differenza di temperatura non è elevata: in generale ci si riferisce alla temperatura media dei gas di combustione(si POSSONO RAGGIUNGERE 1000 C). Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 34 17

18 FASI DELL INCENDIO DECADIMENTO a) Dopo l ignizione di tutti i materiali combustibili, l incendio tende a rallentare; b) Si ha il progressivo esaurimento di combustibile; c) Riduzione del flusso termico generato; d) In letteratura la fase di decadimento inizia quando la Tmedia scende allo 80% del valore massimo raggiunto nella fase 3. e) Si ritiene conclusa quando la Tmedia scende sotto i 200 C (si escludono inneschi di eventuali materiali combustibili). Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 35 CONSIDERAZIONI GENERALI SUL FENOMENO INCENDIO «IL FATTORE DI VENTILAZIONE» Lo sviluppo di un incendio in fase avanzata dipende dal fattore di ventilazione <O>, che va ad influenzare la velocità di combustione (massa di combustibile consumata nell unità di tempo[kg/s]): Dove: Av= Superficie delle aperture di ventilazione ricavate sulle pareti del locale, in mq; At= Superficie totale del compartimento, pavimento pareti e soffitto, in mq; heq= altezza equivalente, media ponderata di tutte le altezza hi delle aperture di ventilazione delle pareti, così valutata: Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 36 18

19 CONSIDERAZIONI GENERALI SUL FENOMENO INCENDIO «IL FATTORE DI VENTILAZIONE» Esempio: Calcolare il fattore di ventilazione di un locale avente larghezza 19 m, lunghezza23medaltezza3,6meconleseguentiaperture: -n.2portedilarghezzaparia2medaltezzapariad2,2m; -n.4finestredilarghezza2maltezza1,5m; -n.5finestredilarghezza2,5maltezza1,5m. Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 37 CONSIDERAZIONI GENERALI SUL FENOMENO INCENDIO Incendi controllati dalla superficie di ventilazione: Durante la fase di sviluppo la massa d aria che affluisce nel locale e minima rispetto alla superficie del compartimento; E la tipologia maggiormente diffusa nella fase di sviluppo di incendi in ambienti chiusi; La massa di ossigeno nell ambiente non è sufficiente e limita lo sviluppo della combustione. Incendi controllati da combustibile: Durante la fase di sviluppo la combustione dipende poco dalla massa d aria che affluisce nel locale, in quanto è presenta aria già sufficiente allo sviluppo della combustione; La combustione è influenzata dalla pezzatura, dalla massa e dalla porosità ed orientamento spaziale del combustibile Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 38 19

20 CONSIDERAZIONI GENERALI SUL FENOMENO INCENDIO «IL FATTORE DI VENTILAZIONE» In un locale: Lo sviluppo di un incendio nella fase iniziale è controllato dal combustibile; Nella fasi successive viene regolato dalla superficie di ventilazione; E presente una zona di transizione che separa i regimi di combustione descritti prima; Se <O> è dell ordine di m0.5 la combustione è influenzata dalla ventilazione; Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 39 CONSIDERAZIONI GENERALI SUL FENOMENO INCENDIO POTENZA TERMICA RILASCIATA DA UN INCENDIO La velocità di combustione ms, per unità di combustibile e di superficie coinvolta in un incendio, se si sviluppano fiamme, è pari a: qf = flusso termico convettivo generato dalla fiamma; qr = flusso termico radiante generato dalla fiamma; qd = Flusso termico disperso per convenzione ed irraggiamento dalla superficie considerata; nota=tig> 350 C quindi qd è una potenza specifica significativa! Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 40 20

21 CONSIDERAZIONI GENERALI SUL FENOMENO INCENDIO POTENZA TERMICA RILASCIATA DA UN INCENDIO Lv = Energia termica necessaria per produrre la pirolisi di un chilogrammo di combustibile[kj/kg] Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 41 CONSIDERAZIONI GENERALI SUL FENOMENO INCENDIO POTENZA TERMICA RILASCIATA DA UN INCENDIO La velocità di combustione ms, poiché i flussi termici sono influenzati dalla tipologia del combustibile, dall aria presente nell ambiente etc., all aumentare dell area coinvolta dall incendio dapprima cresce per poi stabilizzarsi ad un valore massimo: Difatti, raggiunta una determinata T, il coefficiente di convezione e l emissività della fiamma non subiscono più significative variazioni. Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 42 21

22 CONSIDERAZIONI GENERALI SUL FENOMENO INCENDIO POTENZA TERMICA RILASCIATA DA UN INCENDIO VALORI MASSIMI DELLA VELOCITA DI COMBUSTIONE PER UNITA DI SUPERFICIE INTERESSATA DALL INCENDIO IN ARIA Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 43 CONSIDERAZIONI GENERALI SUL FENOMENO INCENDIO POTENZA TERMICA RILASCIATA DA UN INCENDIO In un incendio è importante conoscere: Temperatura massima; Portatamassimadifumoegasnocivichesiliberano. Queste grandezze dipendono dalla potenza termica dell incendio, indice della rapidità con la quale viene rilasciata l energia termica sviluppata. L incendio A e l incendio B sviluppano la stessa energia, l area sottesa dalle rispettivecurveèlastessa.ma.. L incendio A è più severo dell incendio B in quanto nell unità di tempo rilascia il doppio dell energia! Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 44 22

23 CONSIDERAZIONI GENERALI SUL FENOMENO INCENDIO POTENZA TERMICA RILASCIATA RHR La potenza termica totale rilasciata nell ambiente varia nel tempo durante un incendio; In letteratura anglosassone viene indicata con l acronimo RHR: Rate of Heat Release. In un determinato istante, lo RHR è dato dal prodotto della velocità di combustione mc [kg/s] ed il potere calorifico H del combustibile[kj/kg]: RHR(t)= mc x H [kw/kg] mc dipende dallo stato del combustibile e dalle condizioni dell ambiente di sviluppo dell incendio; Valori tipici variano da frazioni di g/s ad alcuni kg/s. Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 45 CONSIDERAZIONI GENERALI SUL FENOMENO INCENDIO POTENZA TERMICA RILASCIATA RHR Ordine di grandezza dello RHR La combustione di n. 3 fogli di poliuretano espanso con: ρ = 20 kg/m3; A=50x50 cm; S=6 cm; RHRmax=50 kw ( Stesso valore della combustione di un cuscino - Per un divanosiarrivaa3100kw) Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 46 23

24 POTENZA TERMICA RILASCIATA RHR Le curve RHR (t) hanno sempre una fase di crescita ed una fase di decadimento con un tratto superiore, nel quale la potenza raggiunge il valore massimo e si mantiene pressoché costante. Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 47 POTENZA TERMICA RILASCIATA RHR Dall instante iniziale sino al flashover, l andamento dello RHR è di tipo quadratico; La velocità di crescita raggiunge, in prossimità del flashover, valori compresi fra1kw/sequalchedecinadikw/s; Il valore massimo RHRmax, può stimarsi con una espressione che è indicata nell Eurocodice 1 Allegato E per incendi controllati dalla superficie di ventilazione: Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 48 24

25 Sono state introdotte, al fine di introdurre analisi quantitative, quattro curve predefinite di sviluppo, con tg tempo necessario affinché lo RHR(tg) raggiunga 1000 kw: 1.Ultraveloce - tg=75 s; 2.Veloce - tg=150 s; 3.Medio - tg=300 s; 4.Lento - tg=600 s. Un incendio a sviluppo lento si produce a seguito della combustione di oggetto solidi massicci(tavoli e armadi in legno); Un incendio a sviluppo medio si origina in presenza di combustibili aventi bassa densità(poltrone e divani imbottiti); Uni incendio veloce si ha dalla combustione di materiali di bassa densita e piccola pezzatura(carta; scatole di cartone; tessuti); Un incendio ultraveloce si adatta bene per liquidi infiammabili e per liquidi altamente volatili Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 49 POTENZA TERMICA RILASCIATA RHR CONCLUSIONI: Per un progetto prestazionale è sempre necessario: 1) Identificare l incendio di progetto in relazione agli scenari di incendio credibili per l attività in esame; 2) L incendio di progetto deve prevedere, mediante dati mutuati dalla letteratura o da prove sperimentali l andamento dello RHR; 3) La curva dello RHR qualitativa rappresenta la base di partenza per il calcolo mediante software specifici di simulazione incendi ( a zone o di con modelli fluidodinamici di campo). Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 50 25

26 ALLEGATO TECNICO (processo di valutazione e progettazione nell ambito dell approccioingegneristicoallasicurezzaantincedio) SONO PREVISTE 3 FASI PRINCIPALI Analisi preliminare (I fase) Analisi quantitativa (II fase) SGSA (Sistema di gestione della Sicurezza Antincendio) Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 51 Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Ordine CORPO Ingegneri NAZIONALE di Teramo - Direzione DEI VIGILI Regionale DEL VVF FUOCO Abruzzo ITER PROGETTUALE PRIMA FASE (Analisi preliminare) SECONDA FASE (Analisi quantitativa) SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA ANTINCENDIO In questa fase devono essere formalizzati i passaggi che individuano le condizioni rappresentative del rischio al quale l attività è esposta in relazione agli obiettivi. Al termine si deve effettuare la redazione di un SOMMARIO TECNICO in cui sono riportati gli scenari più caratteristici e rappresentativi del rischio e quali sono i livelli di prestazione a cui riferirsi in relazione agli obiettivi di sicurezza da perseguire a firma congiunta del PROGETTISTA e del TITOLARE DELL ATTIVITA Definiti gli scenari, nella seconda fase dell iter progettuale si passa al calcolo ed all analisi quantitativa che permettono di definire il progetto da presentare per la definitiva approvazione. A completamento del progetto si predispone lo strumento che permetterà di mantenere efficienti le misure di sicurezza adottate (SGSA) Ing. Romeo Michele Panzone Mazzaro romeo.panzone@vigilfuoco.it Vercelli 52 Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 52 APPROCCIO INGEGNERISTICO Approccio ALLA ingegneristico SICUREZZA ANTINCENDIO alla sicurezza antincendio E S.G.S.A. 26

27 Restano ferme le responsabilità in materia di prevenzione incendi a carico dei soggetti responsabili delle attività ed a carico dei soggetti responsabili dei progetti e della documentazione tecnica richiesta. Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 53 Analisi preliminare (I^ Fase) Definizione di cosa? 1 - del progetto 2 - degli obiettivi di sicurezza antincendio 3 - dei livelli di prestazione 4 - degli scenari di incendio di progetto Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 54 27

28 Analisi preliminare (I Fase) 1 - DEFINIZIONE del PROGETTO 2 - OBIETTIVI 3 - CRITERI DI PRESTAZIONE (valori numerici) 4 - INCENDI DI PROGETTO (valori numerici) SOMMARIO TECNICO a firma del PROGETTISTA e TITOLARE con sintesi Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo DEFINIZIONE del PROGETTO Analisi preliminare (I Fase) eventuali vincoli progettuali derivanti da previsioni normative o da esigenze peculiari dell attività individuazione dei pericoli di incendio connessi con la destinazione d uso prevista; descrizione delle condizioni ambientali per l individuazione dei dati necessari per la valutazione degli effetti che si potrebbero produrre; analisi delle caratteristiche degli occupanti in relazione alla tipologia di edificio ed alla destinazione d uso prevista Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 56 28

29 Analisi preliminare (I Fase) 1 - DEFINIZIONE del PROGETTO Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 57 Analisi preliminare (I Fase) 1 - DEFINIZIONE del PROGETTO Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 58 29

30 Analisi preliminare (I Fase) 1 - DEFINIZIONE del PROGETTO Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 59 Analisi preliminare (I Fase) 1 - DEFINIZIONE del PROGETTO Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 60 30

31 2 IDENTIFICAZIONE DEGLI OBIETTIVI Analisi preliminare (I Fase) In questa fase sono identificati ed esplicitati gli obiettivi di sicurezza antincendio in conformità alle vigenti disposizioni in materia di prevenzione incendi ed in relazione alle specifiche esigenze dell attività in esame. Sono le finalità specificate mediante parametri quantificabili: es. garantire la sicurezza dei presenti e dei soccorritori, danno accettabile all edificio, condizioni di incendio limite ammissibile (propagazione fuoco, fumo, impatto sulla proprietà o attività..) Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 61 Analisi preliminare (I Fase) 2 IDENTIFICAZIONE DEGLI OBIETTIVI Ad esempio, con riferimento al Regolamento UE 305/2011, Allegato I, Requisito essenziale Sicurezza in caso di incendio ): la capacità portante dell'opera deve essere garantita per un periodo di tempo determinato; la produzione e la propagazione del fuoco e del fumo all'interno delle opere deve essere limitata; la propagazione del fuoco alle opere vicine deve essere limitata; gli occupanti devono essere in grado di lasciare l'opera o di essere soccorsi altrimenti; deve essere presa in considerazione la sicurezza delle squadre di soccorso. Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 62 31

32 In sostanza cosa vogliamo proteggere? Solo le persone??? Anche l edificio??? Tutto?? Una Parte??? Anche i Contenuti???? Affreschi??? Statue??? Quadri??? Libri??? Anche la prosecuzione dell attività??? Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo INDIVIDUAZIONE DEI LIVELLI DI PRESTAZIONE Analisi preliminare (I Fase) In relazione agli obiettivi di sicurezza individuati, il progettista deve indicare quali sono i parametri significativi presi a riferimento per garantire il soddisfacimento degli stessi obiettivi. I parametri possono includere, ad esempio, temperature massime dei gas, livelli di visibilità, livelli di esposizione termica per le persone o per i materiali, ecc.. Successivamente i livelli di prestazione devono essere quantificati (valori numerici rispetto ai quali verificare i risultati attesi dal progetto) Tali valori possono essere desunti dalla letteratura tecnica condivisa tra cui si citano, ad esempio, le norme ISO/TR 13387, BS 7974, il decreto del Ministero dei Lavori Pubblici 9/05/2001, ecc. Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 64 32

33 3 INDIVIDUAZIONE DEI LIVELLI DI PRESTAZIONE Analisi preliminare (I Fase) Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 65 3 INDIVIDUAZIONE DEI LIVELLI DI PRESTAZIONE Analisi preliminare (I Fase) Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 66 33

34 3 INDIVIDUAZIONE DEI LIVELLI DI PRESTAZIONE Analisi preliminare (I Fase) Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 67 3 INDIVIDUAZIONE DEI LIVELLI DI PRESTAZIONE Analisi preliminare (I Fase) Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 68 34

35 3 INDIVIDUAZIONE DEI LIVELLI DI PRESTAZIONE Analisi preliminare (I Fase) Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 69 3 INDIVIDUAZIONE DEI LIVELLI DI PRESTAZIONE Analisi preliminare (I Fase) Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 70 35

36 4 INDIVIDUAZIONE DEGLI SCENARI DI INCENDIO Analisi preliminare (I Fase) a) Gli scenari di incendio, che rappresentano la schematizzazione degli eventi che possono ragionevolmente verificarsi in relazione alle caratteristiche del focolaio, dell edificio e degli occupanti, svolgono un ruolo fondamentale nell ambito del processo di progettazione prestazionale. b) L identificazione degli elementi di rischio d incendio che caratterizzano una specifica attività, se condotta in conformità a quanto indicato dal D.M. 07 agosto 2012 e dal D.M. 10 marzo 1998, permette di definire gli scenari d incendio, intesi quali proiezioni dei possibili eventi di incendio. c) Nel processo di individuazione degli scenari di incendio di progetto, devono essere valutati tutti gli incendi realisticamente ipotizzabili, scegliendo i più gravosi per lo sviluppo e la propagazione dell incendio, la conseguente sollecitazione strutturale, la salvaguardia degli occupanti e la sicurezza delle squadre di soccorso. Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 71 4 INDIVIDUAZIONE DEGLI SCENARI DI INCENDIO Analisi preliminare (I Fase) Individuare gli scenari di incendio significa anche determinare le seguenti condizioni: stato, tipo e quantitativo del combustibile; configurazione e posizione del combustibile; rateo di crescita del fuoco e picco della potenza termica rilasciata (HRR max); rateo di sviluppo dei prodotti della combustione; caratteristiche dell edificio (geometria del locale, condizioni di ventilazione interna ed esterna, stato delle porte e delle finestre, eventuale rottura di vetri, ecc.); condizioni delle persone presenti (affollamento, stato psicofisico, presenza di disabili, ecc.). Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 72 36

37 Analisi quantitativa (II^ Fase) PUNTI PRINCIPALI A. Ipotesi di Progetto (sistemi di protezione attiva ) B. Scelta del Modello di calcolo C. Analisi dei risultati delle elaborazioni che caratterizzano l incendio (individuazione principali parametri) D. Individuazione del Progetto Finale Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 73 Fase I 1 - DEFINIZIONE PROGETTO 2 - OBIETTIVI 3 CRITERI DI PRESTAZIONE A IPOTESI DI PROGETTO Fase II SOMMARIO TECNICO 4 INCENDI DI PROGETTO B SCELTA MODELLO DI CALCOLO C ANALISI DEI RISULTATI SGSA DOCUMENTAZIONE D PROGETTO FINALE Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 74 37

38 Analisi quantitativa (II Fase) A IPOTESI DI PROGETTO Il professionista deve ipotizzare delle soluzioni che ritiene realizzabili e compatibili con l edificio, ma anche idonee a garantire il livello di sicurezza che è stato fissato con i livelli di prestazione. Queste ipotesi di progetto dovranno essere verificate con una analisi di tipo quantitativo. Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 75 Analisi quantitativa (II Fase) B SCELTA MODELLO DI CALCOLO Il primo approccio dell analisi consiste nella scelta dei modelli di calcolo da applicare al caso in esame per la valutazione dello sviluppo dell incendio e delle sue possibili conseguenze, nonché per la valutazione dell esodo. Il progettista, sulla base di valutazioni inerenti la complessità del progetto, può optare tra i modelli di calcolo che le attuali conoscenze tecniche di settore mettono a disposizione. L adozione di metodi di calcolo sofisticati presuppone, ovviamente, una particolare competenza nel loro utilizzo, nonché una approfondita conoscenza dei fondamenti teorici che ne sono alla base e della dinamica dell incendio. Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 76 38

39 Analisi quantitativa (II Fase) B SCELTA MODELLO DI CALCOLO Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 77 Analisi quantitativa (II Fase) B SCELTA MODELLO DI CALCOLO Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 78 39

40 Analisi quantitativa (II Fase) B SCELTA MODELLO DI CALCOLO Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 79 Analisi quantitativa (II Fase) C ANALISI DEI RISULTATI L applicazione del modello scelto dell opera in esame deve fornire una serie di parametri numerici che servono a descrivere l evoluzione dell incendio ed a fornire le indicazioni necessarie per sviluppare la progettazione in termini di raggiungimento dei livelli di prestazione prefissati. Il documento interpretativo per il requisito essenziale n. 2 Sicurezza in caso d incendio della direttiva 89/106/CEE (ancora valido!!!) relativa ai prodotti da costruzione può essere preso a riferimento per l individuazione dei principali parametri che descrivono l incendio (per le strutture, DM 9/3/2007). Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 80 40

41 Analisi quantitativa (II Fase) D PROGETTO FINALE Al Comando provinciale VV.F. deve essere presentato il progetto che è stato verificato rispetto agli scenari di incendio prescelti e che soddisfa i livelli di prestazione individuati. Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 81 Documentazione di progetto Documentazione prevista dal DM 7/8/2012 integrata con: - sommario tecnico (per la fase preliminare); - documentazione di progetto (per fase di analisi); - disegni e/o schemi grafici e/o immagini che presentino in maniera chiara e inequivocabile i principali parametri di interesse per l analisi svolta. Di tali grandezze, unitamente ai diagrammi e agli schemi grafici, devono essere chiaramente evidenziati i valori numerici nei punti significativi ai fini della valutazione dell andamento dei fenomeni connessi allo sviluppo dell incendio, in relazione alla verifica delle condizioni di sicurezza necessarie. Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 82 41

42 Documentazione di progetto Nello specifico si devono fornire indicazioni su: modelli utilizzati: il progettista deve fornire il motivo della scelta per evidenziare coerenza con le scelte fatte, parametri e valori associati: giustificare scelta iniziale facendo riferimento alla letteratura o sperimentazioni, origine e caratteristiche dei codici di calcolo: autore, versione, validazione sperimentale, inquadramento teorico della metodologia di calcolo nonché affidabilità, confronto dei risultati con i livelli di prestazione. Il Comando VVF può anche richiedere i tabulati del calcolo effettuato ed i dati di input! Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 83 Documentazione di progetto Una documentazione appropriata assicura che tutti i soggetti interessati comprendano le limitazioni poste alla base del progetto. A partire da questa documentazione sarà chiaro il criterio con cui sono state valutate le condizioni di sicurezza del progetto, garantendo una realizzazione corretta e soprattutto il mantenimento nel tempo delle scelte concordate. Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 84 42

43 Documentazione di progetto Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 85 ESEMPIO: Salvaguardia della vita Criterio ASET > RSET La progettazione FSE deve portare al confronto tra i due intervalli di tempo così definiti: ASET tempo disponibile per l esodo (available safe escape time); RSET tempo richiesto per l esodo (required safe escape time) La differenza tra ASET e RSET rappresenta il margine di sicurezza (mai inferiore ad 1,1) Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 86 43

44 Criterio ASET > RSET Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 87 CALCOLO ASET ASET dipende strettamente da interazioni sistema incendio/edificio/occupanti, ovvero: SISTEMA INCENDIO Innesco (dove, cosa); Propagazione; Diffusione prodotti (fumo, calore, tossici,..) SISTEMA EDIFICIO Protezioni (att./pass.); Compartimentazioni; Sistemi controllo fumi, ecc. SISTEMA OCCUPANTI Tipo attività lavorativa; Posizione iniziale; Percorso e condizione fisica/psicologica. ogni persone ha un proprio ASET Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 88 44

45 CALCOLO ASET Metodo di calcolo avanzato Modello gas tossici Modello gas irritanti; Modello calore; Modello visibilità. Metodo di calcolo semplificato Ipotesi zero exposure con: Altezza fumi 2,5 m. (portata spesso a 2 m.); Temp.media strato fumi < 200 C; Sostanzialmente irrag. entro 2,5 Kw/mq.; Valida se focolaio è suff. a garantire strato superiore dei fumi. Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 89 CALCOLO RSET Allarme gen. Pre - movimento Movimento rilevazione Ricognizione Risposta Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 90 45

46 CALCOLO RSET Tdet - Dipende dalla tipologia rivelazione: impianto o pers.? Generalmente calcolato. T1pre - Gli occupanti continuano l'attività ordinaria, finché si ha l'esigenza di rispondere all'allarme. Ta - Dipende dalla strategia di allarme: allarme generale, verifica del personale... T2pre - Gli occupanti cessano le attività normali e si dedicano ad attività in risposta all allarme Ttra Dipende dalla lunghezza di fuga, velocità esodo, dislivelli, ostacoli (anche dovuti a effetti incendio, ecc Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 91 CALCOLO RSET Tempo di attività pre-movimento 1. Il tempo di attività pre-movimento Tpre è l'oggetto della valutazione piu complessa, perche si tratta del tempo necessario agli occupanti per svolgere una serie di attività che precedono il movimento vero e proprio verso il luogo sicuro. Questa fase occupa spesso la maggior parte del tempo totale di esodo. 2. Il tempo Tpre e composto da un tempo di riconoscimento (recognition) e da uno di risposta (response). 3. Durante il tempo di riconoscimento gli occupanti continuano le attività che stavano svolgendo prima dell'allarme generale, finche riconoscono l'esigenza di rispondere all'allarme. 4. Nel tempo di risposta gli occupanti cessano le loro attività normali e si dedicano ad attività speciali legate allo sviluppo dell'emergenza: raccolta di informazioni sull'evento, arresto e messa in sicurezza delle apparecchiature, raggruppamento del proprio gruppo (lavorativo o familiare), lotta all'incendio, ricerca e determinazione della via d'esodo appropriata (wayfinding) ed altre attività a volte anche errate ed inappropriate. 5. Si riportano alcuni esempi di valutazione secondo ISO TR 16738:2009. Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 92 46

47 CALCOLO RSET Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 93 CALCOLO RSET Tempo di movimento 1. Il tempo di movimento Ttra é il tempo impiegato dagli occupanti per raggiungere un luogo sicuro dal termine delle attività di pre-movimento appena descritte. 2. Il Ttra é calcolato in riferimento ad alcune variabili: a) la distanza degli occupanti o gruppi di essi dalle vie d'esodo; b) le velocità d'esodo, che dipendono dalla tipologia degli occupanti e dalle loro interazioni con l'ambiente costruito e gli effetti dell'incendio. E dimostrato che la presenza di fumi e calore rallenta notevolmente la velocità d'esodo; c) la portata delle vie d'esodo, dovuta a geometria, dimensioni, dislivelli ed ostacoli. 3. Nella realtà, quando gli occupanti di edifici densamente affollati fuggono lungo le vie d'esodo, si formano lunghe file nei restringimenti, inoltre secondo lo sviluppo degli scenari di incendio di progetto presi in esame, alcuni percorsi possono diventare impercorribili o bloccati. Il calcolo del Ttra deve tenere conto di questi fenomeni. 4. Attualmente si impiegano comunemente due famiglie di modelli per il calcolo del tempo di movimento: modelli idraulici e modelli agent based. 5. I modelli idraulici predicono con ragionevole precisione alcuni aspetti del movimento delle persone, ma non includono fattori importanti del comportamento umano, come la familiarità con l'edificio, le interazioni persona-persona e l'effetto del fumo sul movimento. 6. Altri tipi di modelli (es. cellular, agent-based) sono oggetto di intensa ricerca scientifica e di sperimentazione; attualmente esistono ancora solo validazioni parziali dei risultati. Pertanto i risultati devono essere valutati con cautela. Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 94 47

48 CALCOLO RSET CALCOLO PERCORRENZA ISO con ipotesi di: esodo contemporaneo; Flusso continuo (analogia idraulica); Assenza fumo; Mancata valutazione sistemi attivi PERCORSI ORIZZONTALI D 0,54 pp/mq - Vmax = 1,19 m/s; D > 0,54 pp/mq - Vmax = 1,4 0,37 x D m/s; D > 3,8 pp/mq - V = 0 m/s; D 0,54 pp/mq - Vmax = 0,95 m/s (p=28 cm;a=17,8 cm.) PERCORSI SU SCALE - Vmax = 1,05 m/s (p=33 cm;a=16,5 cm.) D > 0,54 pp/mq - V = 1,08-0,29xd (p=28 cm;a=17,8 cm.); - V = 1,26-0,33xd (p=33 cm;a=16,5 cm.); Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 95 CALCOLO RSET CALCOLO DEFLUSSO ISO PERCORSI ORIZZONTALI D > 0,54 pp/mq - C = V x D - C = 1,4xD 0,37xD 2 pp/mxs; D = 1,98 pp/mq - Cmax = 1,32 pp/mxs D > 0,54 pp/mq - C = 1,26xD 0,33xD 2 (p=33 cm;a=16,5 cm.) PERCORSI SU SCALE D = 1,9 pp/mq D > 1,9 pp/mq - C = 1,08xD 0,29xD 2 (p=28 cm;a=17,8 cm.) - Cmax = 1,16 pp/mxs (p=33 cm;a=16,5 cm.) - Cmax = 1,01 pp/mxs (p=28 cm;a=17,8 cm) formazione di code La larghezza W delle uscite di sicurezza e percorsi di esodo è data da : W = F/C in cui F indica il flusso totale di persone ( pers./sec) e C il flusso specifico calcolato. Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 96 48

49 S.G.S.A. La metodologia prestazionale, basandosi su di una individuazione delle misure di protezione effettuata su scenari di incendio valutati ad hoc, necessita, affinché non ci sia una riduzione nel tempo del livello di sicurezza prescelto, di un attento mantenimento di tutti i parametri posti alla base della scelta sia degli scenari che dei progetti. Conseguentemente è necessario che venga posto in atto un sistema di gestione della sicurezza antincendio attraverso uno specifico documento condiviso dall organo di controllo fin dalla fase di approvazione del progetto e da sottoporre a verifiche ispettive periodiche. Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 97 S.G.S.A. Nell ambito del sistema di gestione della sicurezza antincendio devono essere valutati ed esplicitati i provvedimenti presi relativamente ai seguenti punti: a) Organizzazione del personale; b) Identificazione e valutazione dei pericoli derivanti dall attività; c) Controllo operativo; d) Gestione delle modifiche; e) Pianificazione di emergenza; f) Controllo delle prestazioni; g) Manutenzione dei sistemi di protezione h) Controllo e revisione. Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 98 49

50 S.G.S.A. Art. 6. DM 09/05/2007 Caratteristiche di un SGSA Individua le modalità di attuazione e mantenimento in vita dei vincoli di esercizio alla base della progettazione FSE (ipotesi progettuali) Soggetto a verifiche periodiche del Comando: prima verifica in concomitanza con il sopralluogo per il rilascio del CPI/SCIA verifiche successive con cadenza pari alla validità del CPI/attestazione periodica (MAX 6 ANNI) Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo 99 Riferimenti e guide specifiche NON NE ESISTONO Alcuni documenti tecnici sono: Linee guida UNI-INAIL del 28 settembre 2001 British Standard OHSAS 18001:2007 Decreto Ministeriale Ambiente del 09/08/ Linee guida per l'attuazione del sistema di gestione della sicurezza UNI Impianti di processo a rischio di incidente rilevante - Gestione della sicurezza nell esercizio - Criteri fondamentali di attuazione UNI Impianti di processo a rischio di incidente rilevante - Sistema di gestione della sicurezza S.G.S.A. UNI Linee guida per la documentazione dei sistemi di gestione per la qualità UNI EN ISO 9001:2008 Sistemi di gestione per la qualità Requisiti UNI EN ISO 9004 Sistemi di gestione per la qualità - Linee guida per il miglioramento delle prestazioni UNI EN ISO Linee guida per gli audit dei sistemi di gestione per la qualità e/o di gestione ambientale Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo100 50

51 Gestione della sicurezza Organizzazione dell attività quotidiana dell azienda Pianificazione dei provvedimenti da assumere in emergenza Allegato II al DM Misure intese a ridurre la probabilità insorgenza incendi Articoli 5, 6 e 7 del DM Art. 5 - Gestione dell'emergenza in caso di incendio Art. 6 - Designazione degli addetti al servizio antincendio Art. 7 - Formazione degli addetti alla prevenzione incendi, lotta antincendio e gestione dell' emergenza Allegato VIII al DM Pianificazione delle procedure da attuare in caso di incendi Normative cogenti Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo101 Con il DPR 151/11: Conservazione delle condizioni di sicurezza a)il Certificato si rilascia per le sole attività di Categoria C; b)le attività possono esercire sulla base della asseverazione, senza sopralluogo; c)il Certificato di prevenzione incendi non si rinnova ma è prevista l Attestazione di rinnovo periodico di conformità antincendio (ARPCA) Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo102 51

52 Conservazione delle condizioni di sicurezza Il certificato di prevenzione incendi, così come inteso nel nuovo regolamento, analogamente al verbale della visita tecnica, non è più un provvedimento finale di un procedimento amministrativo, ma costituisce solo il risultato del controllo effettuato e non ha validità temporale. Il CPI assume la valenza di attestato del rispetto delle prescrizioni previste dalla normativa di prevenzione incendi e della sussistenza dei requisiti di sicurezza antincendio. Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo103 Strutturazione S.G.S. / S.G.S.A. identificazione dei pericoli e valutazione dei rischi controllo operativo pianificazione emergenza revisione del sistema organizzazione e personale gestione delle modifiche controllo delle prestazioni Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo104 52

53 1 Identificazione dei pericoli e valutazione dei rischi Il Sistema di Gestione della Sicurezza deve individuare le procedure per l identificazione dei pericoli e la valutazione dei rischi derivanti dall attività normale o eccezionale e per la valutazione della relativa probabilità e gravità. Inoltre sulla base dei rischi individuati deve prevedere programmi per conseguire il raggiungimento degli obiettivi generali di sicurezza. Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo105 1 Identificazione dei pericoli e valutazione dei rischi Responsabile identificazione e valutazione dei pericoli derivanti dall'attività Confronto tra NUOVE ESIGENZE (materiali combustibili e/o impianti e/o attrezzature ex art.69 D.Lgs. 81/08) e ANALISI PRELIMINARE APPROVATA (punto 3 DM 09/05/2007) Confronto tra STATO ATTUALE e ANALISI PRELIMINARE APPROVATA Layout degli impianti Distribuzione/quantità materiali combustibili Qualità (caratt.che chimico-fisiche) combustibili Corso ex 818/84 Ingegneri Teramo106 53

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