L ospedale nelle maxiemergenze: il P.E.I.
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1 Azienda Sanitaria Locale della Provincia di Bari Sede legale: Lungomare Starita, BARI OSPEDALI E MAXIEMERGENZE L ospedale nelle maxiemergenze: il P.E.I. Dott. Michele Angelo Denicolò Direzione Medica P.O. «Di Venere- Fallacara» ASL BARI Responsabile U.O.S. Direzione Medica P.O. Fallacara-Triggiano 1
2 Sistema Gestione delle Emergenze Deve essere semplice, breve, comprensibile Piano di sicurezza: insieme di provvedimenti che occorre prendere per garantire, nei limiti del possibile, la sicurezza in generale. Piano di Emergenza: insieme di provvedimenti che occorre prendere per fronteggiare in maniera adeguata, situazioni che possono generare emergenza. P.E.I.: piano di emergenza intraospedaliero per fronteggiare in maniera adeguata, le maxiemergenze che dovessero verificarsi al suo interno. In esso sono analizzate e pianificate le azioni da intraprendere in una situazione di emergenza. Piano di emergenza incendio: scopo del piano di emergenza incendio è quello di ottenere, nella giusta sequenza, la corretta diramazione dell allarme, il salvataggio delle persone, l estinzione dell incendio, la salvaguardia dei beni immobili, degli impianti e delle attrezzature.
3 Sistema Gestione delle Emergenze P.EVAC.: insieme di provvedimenti che occorre prendere quando si rende necessario abbandonare un luogo. P.E.I.M.A.F: piano di emergenza interno per massiccio afflusso di feriti. Triage Ospedaliero Maxi-emergenze. D.V.R.: documento di individuazione e valutazione dei rischi. D.V.R.I.: documento di valutazione dei rischi incendio. D.U.V.R.I.: documento unico di valutazione dei rischi da interferenze e coordinamento, connesso ai contratti di appalto, in fase di progettazione, attuazione e in itinere. P.S.C.: piano di sicurezza e coordinamento a cura del Datore di Lavoro correlato alla complessità dell opera e con l indicazione della stima dei costi della sicurezza. P.O.S.: piano operativo di sicurezza a cura dell Impresa e/o ditta appaltatrice in riferimento al cantiere interessato prima di iniziare le attività operative. 3
4 Introduzione L ospedale rappresenta «un punto di riferimento» per l intera collettività e in quanto tale merita la massima attenzione per la prevenzione degli incendi e delle emergenze in generale. L ospedale è una struttura che racchiude in se una serie di elementi di rischio: Rischio Incendio Allagamento o infiltrazione d acqua in ambienti particolari Black-out elettrico R.M.N. (Campo Magnetico-Elio) Esplosioni in genere Chimico ( dispersione di sostanze) Biologico Radiazioni ionizzanti Blocco ascensori o montalettighe Terremoto o calamità naturali Minaccia di attentato- Presenza di bomba Etc. Pertanto l attività della struttura ospedaliera è da collocare fra quelle con alto profilo di rischio, per complessitàimpiantistica, articolazione complessa, carico di incendio, affollamento e presenza di persone con limitate capacità motorie. 4
5 Richiami legislativi D.M.I «criteri generali per la gestione dell emergenza di sicurezza antincendio e per la gestione dell emergenza nei luoghi di lavoro>> Presidenza Consiglio dei Ministri- Dipartimento della Protezione Civile «pianificazione dell emergenza intraospedaliera a fronte di una maxiemergenza» settembre Con l emanazione del D.M. 18/09/2002 Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, costruzione ed esercizio delle strutture sanitarie pubbliche e private sono stati esplicitati criteri generali di prevenzione incendi. In particolare, i punti 10, 11 e 12, del D.M. citato, attengono specificatamente all organizzazione e gestione dell emergenza ed impongono una serie di adempimenti al gestore della struttura sanitaria. Nello specifico vanno intesi quelli derivanti dall applicazione del D. Lgs81/2008 e s.m.i. ed i cui principi in materia di sicurezza -antincendio vengono recepiti negli articolati ed allegati del D.M. 10 marzo 1998, richiamato peraltro al punto 10.1 della citata regola tecnica. D.P.R <<Requisiti minimi per l autorizzazione all esercizio>> D.Lgs.81/08 <<Tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro>> NUOVA NORMATIVA Decreto 19 Marzo 2015 << aggiornamento della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l esercizio delle strutture sanitarie pubbliche e private di cui al D.M. 18/09/2002>> 5
6 DECRETO 19 MARZO 2015 e s.m.i. ASPETTI INNOVATIVI I Titoli III e IV della regola tecnica di cui al D.M. 18/09/2002 sono integralmente sostituiti rispettivamente dagli Allegati I e II. Il titolo V ( Allegato III ) demanda ai responsabili delle attività, ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 1 agosto 2011, n. 151, di provvedere a: 1) Adottare il sistema di gestione della sicurezza finalizzato all adeguamento delle attività sanitarie (SG) e definito attraverso la predisposizione di uno specifico documento che deve contenere: Identificazione e valutazione dei pericoli derivanti dalla attività; Organizzazione del personale; Controllo operativo delle successive fasi di adeguamento ; Gestione delle modifiche; Pianificazione della emergenza; Sicurezza delle squadre di soccorso; Controllo delle prestazioni con riferimento anche ai cronoprogrammi; Manutenzione dei sistemi di protezione; Controllo e revisione del SG. 6
7 DECRETO 19 MARZO 2015 e s.m.i. ASPETTI INNOVATIVI In particolare il SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA deve contenere: Il documento di strategia nei riguardi della sicurezza antincendio a firma del Responsabile, indicando il budget da impegnare per la sicurezza antincendio nel periodo considerato. L analisi delle principali cause e pericolo di incendi oe dei rischi per la sicurezza delle persone; Il sistema dei controlli preventivi ; Il piano per la gestione delle emergenze; Il piano di formazione e l organigramma del personale addetto al settore antincendio ivi compresi i responsabili della gestione della emergenza; il numero minimo di addetti..; 2) Individuare il responsabile tecnico della sicurezza antincendio per la predisposizione e attuazione del sistema di gestione della sicurezza, con mansioni di pianificazione, coordinamento e verifica dell adeguamento nelle varie fasi previste, indicando la posizione nell organigramma aziendale e le relative deleghe. 3) Designa gli addetti antincendio: di compartimento,che assicurano il primo intervento immediato e che svolgono altre funzioni sanitarie o non; squadra antincendio che si occupa dei controlli preventivi e dell intervento in caso di incendio anche in supporto agli addetti di compartimento. Con la designazione di tali addetti si adempie anche all obbligo previsto dall art.18 D.Lgs.81/
8 L ASL BA, al fine di assicurare la tutela del personale, degli utenti e delle proprietà di pertinenza dell Ospedale Di Venere di Carbonara-Bari, in osservanza alle prescrizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro, ha predisposto il Piano di Emergenza che si prefigge di conseguire lo scopo richiesto dal D. Lgs. 81/2008 e s.m.i., di definire una Struttura Organizzativa e le Norme di Comportamento da emettere al fine di: 1.Prevenire i rischi che potenzialmente possono dar luogo a una situazione di emergenza; 2.Gestire le diverse situazioni di emergenza che dovessero manifestarsi nell ambito della Struttura Sanitaria, al fine di proteggere le persone presenti (lavoratori dipendenti, pazienti, altri utenti, terzi) e minimizzare i possibili danni comportamentali dall emergenza medesima; 3.Consentireun ordinato e sicuro esodo degli utenti e del personale dai luoghi di lavoro e dell intera struttura in caso di pericolo imminente. Articolo 17 D. Lgs.. 81/08 obblighi del datore non delegabili: valutazione di tutti i rischi per la sicurezza ( D.V.R.)..). Articolo 18 D. Lgs. 81/08 obblighi del datore di lavoro: nelle unità produttive con più di 15 lavoratori, convoca almeno una volta all anno, la riunione periodica di cui all articolo 35. Articoli D. Lgs. 81/08 obblighi del Dirigente, del Preposto, dei Lavoratori. Articolo 25 D. Lgs.. 81/08 obblighi del medico competente: Visita gli ambienti di lavoro, almeno una volta all anno anno o a cadenze diverse che stabilisce in base alla valutazione dei rischi. 8
9 3. DATI GENERALI E DESCRIZIONE DELLA STRUTTURA 3.1 INQUADRAMENTO DELL ATTIVITA E LOCALIZZAZIONE DELLA STRUTTURA
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11 4.6 MEZZI DI ESTINSIONE ANTINCENDIO 4. SICUREZZA ANTINCENDIO 4.1 ATTIVITA INDIVIDUATE DAL D.M ai fini della prevenzione incendi: Attività n e AREE ED IMPIANTI A RISCHIO SPECIFICO: Centrale termica Impianti di condizionamento Gruppo elettrogeno Cabina elettrica Locali tecnici Archivi Depositi 4.3 PUNTI RADUNO ESTERNI ALLA STRUTTURA 4.4 VARCHI VIABILITA ESTERNA ASCENSORI MONTACARICHI- MONTALETTIGHE 4.7 SISTEMI DI RILEVAZIONE IMPIANTO DI RILEVAZIONE FUMO, INCENDIO E DISPOSITIVI DI ALLARME 4.8 PROTEZIONE DELLE STRUTTURE E VIE DI FUGA RESISTENZA AL FUOCO E COMPARTIMENTAZIONI USCITE DI EMERGENZA VIABILITÀ INTERNA
12 5. GESTIONE DELLA SICUREZZA ANTINCENDIO SEGNALETICA DI SICUREZZA CHIAMATA DEI SERVIZI DI SOCCORSO INFORMAZIONE E FORMAZIONE DEGLI ADDETTI ISTRUZIONI DI SICUREZZA PIANO DI EMERGENZA/EVACUAZIONE REGISTRO DI SICUREZZA ANTINCENDIO FORMAZIONE -INFORMAZIONE -ADDESTRAMENTO DEL PERSONALE NOMINA DEI LAVORATORI INCARICATI DELL ATTUAZIONE DELLE MISURE DI PREVENZIONE INCENDI, LOTTA ANTINCENDIO, GESTIONE DELL EMERGENZA E PRIMO SOCCORSO NEI LUOGHI DI LAVORO: DESIGNAZIONE DA PARTE DEL DIRETTORE GENERALE E ACCETTAZIONE DA PARTE DEL DIPENDENTE. 12
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15 DESTINATARI DEL PIANO DI EMERGENZA Tutto il personale dipendente e non Direttore Generale Aziendale Direttore Sanitario Aziendale Direttore Amministrativo Aziendale Componenti del Comitato di Emergenza Direttori Medici di PP.OO. (Unità di Crisi Az.le) Direttore Medico della Struttura Sanitaria Direttore Amministrativo della Struttura Sanitaria Direttori delle UU.OO. della Struttura Sanitaria Coordinatori/Referenti Organizzativi UU.OO. Direttore del Dipartimento di Emergenza Direttore S.E.S. 118 Territoriale Direttore dell Area Gestione Tecnica Dirigente Servizio Professioni Sanitarie Medico Competente-Autorizzato Dirigente Ufficio Relazioni con il Pubblico Responsabile Fisica Sanitaria- Esperto Qualificato- Coord. Attività di Radioprotezione Resp. Servizio Prevenzione e Protezione Aziendale Imprese esterne Ditte manutenzione impianti Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza 15 Sindaco Prefettura Centrale Operativa 118 Vigili del Fuoco Sala Operativa Protezione Civile Regionale (Unità di Crisi Regionale)
16 TIPOLOGIE DI EMERGENZA SIGLA Tipologia di emergenza Sigla Tipologia di emergenza specifica 16
17 6.7 DEFINIZIONE DEI LIVELLI DI EMERGENZA EMERGENZE DI LIVELLO 1 Sono quelle situazioni accidentali che interessano una zona limitata e possono essere affrontate con semplici interventi riparatori o azioni di pronto intervento (in genere senza l apporto di soccorritori esterni). EMERGENZE DI LIVELLO 2 Si tratta di eventi di lieve entitào di emergenza locale che non si evolve in modo veloce e/o pericoloso, i cui effetti negativi possono essere affrontati e controllati dalla squadra di emergenza interna con uso di attrezzature disponibili in loco (estintori, ecc.). EMERGENZE DI LIVELLO 3 Si hanno emergenze di questo tipo quando le condizioni critiche derivanti da eventi interessano una zona significativa o hanno un elevato potenziale di danno. Sono a rapida evoluzione per gravità o vastità, non sono controllabili dalla squadra di emergenza mediante l uso di attrezzature disponibili in loco e richiedono l intervento di soccorsi esterni. 17
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20 allarme
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23 8.1 SISTEMI E MODALITA DI ALLARME 8.2 CENTRO DI COORDINAMENTO E GESTIONE EMERGENZA: CENTRALINO TELEFONICO presidiato H24 area operativa con: quadri di controllo dei rilevatori e degli allarmi numeri telefonici componenti squadra emergenza numeri telefonici unità di crisi numeri telefonici servizi emergenza esterni ordini di servizio riportanti con asterisco gli addetti antincendio, delle squadre di intervento e della squadra tecnica impianto di diffusione sonora piani di gestione delle emergenze con: planimetrie con destinazioni d uso planimetrie generali di evacuazione planimetrie estintori, idranti naspi planimetrie compartimentazioni e vie di esodo planimetrie quadri elettrici, pulsanti di sgancio e valvole di intercettazione planimetrie rilevatori di fumo planimetrie punti di raduno copia delle chiavi degli armadi per l emergenza presso le UU.OO. 8.3 I LUOGHI DI RADUNO SICURI: luogo sicuro evacuazione orizzontale o verticale progressiva evacuazione totale 8.4 ATTREZZATURE E DPI-MEZZI DI TRASPORTO 23
24 Componenti del Comitato di Emergenza (in fase preparatoria e in fase di emergenza) Direttore Medico di Presidio Direttore Amministrativo di Presidio Direttore S.E.S. 118 Territoriale Resp. Ufficio Tecnico di Struttura Resp. Servizio di Prevenzione e Protezione Aziendale Resp. Pronto Soccorso Dirigente Medico Responsabile Resp. Rianimazione e Blocco Operatorio Dirigente Medico Responsabile Resp. Area Chirurgica Dirigente Medico Responsabile Resp. Medicina Generale e Lungodegenza Dirigente Medico Responsabile Resp. Servizio UTIC Dirigente Medico Responsabile Resp. Pediatria e Neonatologia Dirigente Medico Responsabile Resp. Farmacia Ospedaliera Dirigente Medico Responsabile Resp. Laboratorio Analisi Dirigente Medico Responsabile Resp. Ortopedia e Traumatologia Dirigente Medico Responsabile Resp. Ostetricia e Ginecologia Dirigente Medico Responsabile Resp. Radiologia Dirigente Medico Responsabile Dirigente Servizio Professioni Sanitarie Dirigente U.R.P. Medico Competente-Autorizzato Responsabile Fisica Sanitaria- Esperto qualificato- Coord. Attività di Radioprotezione 24
25 9.2.1 COORDINATORE DEL COMITATO DI EMERGENZA 9.3 RESPONSABILE DELL EMERGENZA RESPONSABILE DELLA GESTIONE DELLA SICUREZZA DIRETTORE MEDICO DI PRESIDIO 9.5 SQUADRA TECNICA: gli operatori facenti parte della squadra tecnica sono rappresentati dagli operatori tecnici, assistenti tecnici, coordinati dal responsabile dell ufficio tecnico. Essi sono in servizio h SQUADRE DI EMERGENZA: di primo intervento di secondo intervento di terzo intervento ORGANIZZAZIONE E MODALITA DI INTERVENTO DELLE SQUADRE ANTINCENDIO 25
26 9.6 LE SQUADRE DI EMERGENZA Le Squadre di emergenza costituite nel Presidio Ospedaliero sono riferite al personale in servizio nelle UU.OO, Servizi, Aree, con le modalità ed organizzazione descritte, nel dettaglio nell apposito paragrafo. In linea generale le squadre di emergenza del Presidio Ospedaliero sono costituite dal seguente personale in possesso del Certificato di Idoneità rilasciato dal Comando dei Vigili del Fuoco dopo aver frequentato apposito corso di formazione: personale medico; personale infermieristico; personale di supporto (ASS, OTA, etc.); personale amministrativo; personale tecnico. Questi operano su tre turni a copertura delle 24 ore presso le unità operative loro assegnate e sono sempre raggiungibili tramite telefono interno e dipendono dal Coordinatore dell emergenza. 26
27 SQUADRE DI PRIMO -SECONDO E TERZO INTERVENTO Le Squadre di Primo di secondo e terzo Intervento sono costituite dal personale in servizio presso le UU.OO., Servizi, Ambulatori, Uffici del Presidio Ospedaliero. In particolare, in base al livello di emergenza rilevata verrà in prima istanza inviato sul luogo dell incidente un solo appartenente alla squadra e, in seguito all evolversi della situazione, verràrichiesto l intervento dell intera squadra. Tuttavia, in caso di emergenza di rilevante entità verrà richiesto l intervento immediato dell intera squadra. Al momento dell emergenza si mettono in contatto con il Coordinatore dell Emergenza. Prendono ordini dal Coordinatore dell Emergenza dell intera struttura. I componenti delle squadre devono essere a conoscenza dei mezzi di estinzione e delle vie di evacuazione. Inoltre, devono saper applicare i primi interventi di soccorso e, per coloro che non fanno parte del personale sanitario, essere a conoscenza di ciò che non si deve fare con i feriti in modo da non creare loro ulteriori complicazioni. I componenti di queste squadre devono avere una formazione specifica nel campo della sicurezza attraverso corsi di formazione e aggiornamento. Dovranno, pertanto, ricevere una formazione adeguata in merito a tali tematiche in particolare nell ambito della struttura in cui operano. 27
28 9.6.1 SQUADRA DI PRIMO INTERVENTO FUNZIONI Attuare le prime azioni repressive in caso di emergenza. Eseguire eventuali procedure di evacuazione in collaborazione con la Squadra di Secondo Intervento e con le Autoritàesterne. Verificare mezzi e impianti di emergenza provvedendo alla loro eventuale sistemazione con l aiuto degli addetti alla manutenzione. COMPITI Si attivano e si mettono a disposizione del Coordinatore dell Emergenza dell intera struttura. Su indicazione del Coordinatore dell Emergenza e in collaborazione con Responsabile di Reparto, eseguono il primo sopralluogo ed intervento sul luogo dell emergenza. In caso di incendio mettono in funzione il dispositivo di allarme e si adoperano attivamente utilizzando le dotazioni antincendio a disposizione. Si adoperano nelle azioni repressive e nell eventuale evacuazione del Reparto o zona della struttura sanitaria. Collaborano con le squadre esterne alla struttura sanitaria. Seguono le procedure di evacuazione, guidano e trasportano le persone da evacuare verso i luoghi di raduno in collaborazione con la Squadra di Secondo intervento. Si accertano che tutte le persone abbiano abbandonato i luoghi dell incidente. 28
29 SQUADRE DI SECONDO E TERZO INTERVENTO Funzioni Gli addetti alle Squadre di Secondo e Terzo Interventosaranno incaricati di svolgere le seguenti funzioni: Rimanere informati sulle possibilitàdi rischio. Intervenire in caso di incendio in particolare durante la lottacontro il fuoco seguendo gli ordini impartiti dal Coordinatore dell Emergenza. Durante l evacuazione collaborano con la Squadra di Primo Intervento e con le Autoritàesterne. Devono occuparsi di far evacuare e, se necessario, portare soccorso ai primi feriti, in particolare laddove la Squadra di Primo Intervento non ha ancora provveduto. Compiti Si recano nelle zone o unitàche devono essere evacuate Collaborano con la Squadra di Primo Intervento durante le operazioni di repressione dell emergenza ed evacuazione ed in particolare operano laddove la Squadra di Primo Intervento non èancora pervenuta. Collaborano con le squadre esterne alla struttura nelle azioni di repressione e contenimento dell emergenza. Si accertano che tutte le persone abbiano abbandonato l intera struttura. 29
30 9.7 PERSONALE SANITARIO DELLA STRUTTURA SANITARIA OSPEDALIERA: COMPITI 9.8 CAPO SALA -COORDINATORI -PERSONALE DEL CENTRALINO -SERVIZIO DI VIGILANZA CAPO SALA E COORDINATORI Compiti Principali In caso di evacuazione prelevare le cartelle cliniche; Accertarsi con il coordinatore della squadra di emergenza dell avvenuta evacuazione; In caso di assenza, il capo sala saràsostituito dall infermiere piùanziano in servizio; 9.9 RESPONSABILE DI REPARTO 9.10 UNITA DI CRISI AZIENDALE 30
31 10.5 DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE - SQUADRA AZIENDALE EMERGENZE - ARMADI CONTENENTI ATTREZZATURE ANTINCENDIO Per consentire una corretta azione di primo intervento in caso di incendio, è stata predisposta un apposita attrezzatura di emergenza, depositata in appositi armadi situati o presso i corridoi dei reparti di degenza o nei reparti stessi. Questi armadi saranno muniti di allarme locale che si attiva all apertura della porta. Inoltre, il SPP ha organizzato una sorveglianza delle dotazioni contenute negli armadi, e con frequenza mensile un Addetto della Direzione Sanitaria (o Direzione Amministrativa o UTP) in collaborazione con il S.P.P. registra su apposito modulo l'esito di tali verifiche. Con frequenza semestrale viene testata l'efficienza delle torce elettriche e dei megafoni. I componenti della squadra di emergenza hanno a disposizione armadi contenenti attrezzature e specifici D.P.I. (n. 1 armadio per abbigliamento antincendio e n. 1 armadio per materiale antincendio) e le chiavi dei predetti armadi saranno affidate: ai Coordinatori/Referenti Organizzativi di UU.OO.; alla Portineria; all U.T.P..
32 PERSONALE DELLE DITTE APPALTATRICI E/O IMPRESE Il personale delle ditte appaltatrici e/o imprese esterne, che deve recarsi presso i locali del Presidio Ospedaliero, deve essere preventivamente informato dall Area Gestione Tecnica sul contenuto del Piano di Emergenza per quanto di suo interesse, ed in particolare sui doveri e sui divieti. Compiti principali Accedere nei reparti solo dopo consenso dei relativi responsabili; In caso di incidente, sospendere immediatamente ogni attività; Mettere in sicurezza tutte le attrezzature; Rendersi disponibili a spostare mezzi di lavoro; Allontanarsi immediatamente dal luogo dell emergenza; Non allontanarsi dal Presidio Ospedaliero senza aver dato avviso ai relativi responsabili. 32
33 TECNICHE DI EVACUAZIONE DELLE PERSONE DISABILI Nella gestione di un Piano di Evacuazione della Struttura Sanitaria occorre ricordare che il personale che dovrà evacuare i degenti in pericolo èsempre presente in numero esiguo rispetto alle necessità. Occorre pertanto conoscere, adeguare e standardizzare gli eventi, per ottimizzare le risorse disponibili. Quando non è possibile utilizzare i mezzi di trasporto tradizionali, come carrozzine, barelle, le tecniche di evacuazione prevedono interventi ad un soccorritore o a più soccorritori, differenziando le possibilità di collaborazione dei vari degenti da evacuare in base alla loro patologia. Occorre ricordare che: a) i degenti che devono essere sollevati, devono essere prima spostati verso il bordo del letto; b) se intervengono più soccorritori, il più esperto di loro assumerà il ruolo di leader e dirigerà le operazioni; c) le tecniche di trasporto devono essere conosciute e provate piùvolte. 33
34 SCHEDE OPERATIVE
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43 6.2 MANUTENZIONE DEL PIANO DI EMERGENZA 43
44 Dott. Michele Angelo Denicolò 44
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