ALLEGATO B PROGRAMMA DI INTERVENTO DEL DISTRETTO URBANO DEL COMMERCIO DI PAVIA

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1 ALLEGATO B PROGRAMMA DI INTERVENTO DEL DISTRETTO URBANO DEL COMMERCIO DI PAVIA Pavia, dicembre 2008

2 INDICE 1 - COMMERCIO URBANO, SVILUPPO DELLA CITTÀ E RUOLO DEL DISTRETTO Pag IL DISTRETTO URBANO DEL COMMERCIO DI PAVIA Pag OBIETTIVI STRATEGICI DEL DISTRETTO URBANO DEL COMMERCIO DI PAVIA Pag PIANO DELLE ATTIVITÀ Pag PIANO FINANZIARIO COMPLESSIVO Pag CRONOPROGRAMMA Pag MONITORAGGIO E VALUTAZIONE Pag PROGRAMMA DI COMUNICAZIONE DEI RISULTATI Pag IL PARTENARIATO Pag. 86

3 1 - COMMERCIO URBANO, SVILUPPO DELLA CITTÀ E RUOLO DEL DISTRETTO Nel nostro Paese - come più in generale in Europa - lo sviluppo urbano e quello commerciale hanno registrato percorsi sempre più divergenti, facendo progressivamente venir meno quella sintesi naturale che per tanti secoli aveva caratterizzato le città. Con qualche eccezione - vale a dire quella dei grandi magazzini che all inizio del secolo scorso hanno trovato una loro collocazione all interno della città, spesso in zone centrali - in Italia i punti vendita della distribuzione moderna si sono localizzati al di fuori dal contesto urbano. La crescita delle grandi superfici di vendita (ipermercati, grandi supermercati, grandi superfici specializzate) e dei centri commerciali al dettaglio avvenuto nel corso degli anni 80 e 90 ha, infatti, difficilmente trovato spazio all interno della città. Uno sviluppo che è stato certamente favorito dal crescente utilizzo dell auto nella mobilità privata e dalla espansione urbanistico-residenziale delle città in ambiti sempre più periferici. D altro canto, la scelta localizzativa extraurbana ha rappresentato una buona soluzione sia per le imprese di distribuzione che ricercavano ampie aree a basso costo per poter impiantare le nuove forme distributive, sia per le Amministrazioni comunali e gli altri soggetti pubblici che erano chiamati a prendere decisioni su dove inserire nel territorio queste formule commerciali a elevato consumo di spazio per soddisfare la domanda di servizi distributivi dei consumatori/residenti. A partire dalla metà degli anni 90 si sono, tuttavia, registrate alcune importanti modificazioni che hanno influenzato lo scenario commerciale e le stesse modalità con cui competono le imprese distributive. A tale riguardo, basti richiamare alcune delle principali tendenze di fondo: l aumentata partecipazione femminile al mercato del lavoro; la crescente multietnicità demografica e culturale; la presenza di stili di vita molteplici e instabili; l esistenza di nuclei familiari di sempre minor dimensione, il ruolo di Internet e dell e-commerce. L articolazione di questi cambiamenti economico-sociali e la loro dimensione hanno sviluppato una crescente frammentazione dei bisogni e dei consumi che sta determinando significative modificazioni nel comportamento di acquisto delle persone. Ciò che si è venuto a prospettare è, così, uno scenario distributivo sempre più polarizzato su due principali alternative. Da un lato l affermarsi di soluzioni orientate a fornire al consumatore un servizio commerciale veloce ed efficiente centrato sulla funzionalità (procurement); dall altro l affermarsi di uno stile di acquisto con contenuti più edonistici con forte enfasi ai contenitori di offerta (veri e propri meta-punti vendita) capaci di creare valore proponendosi come una gratificante shopping experience. Tali tendenze hanno spinto in misura crescente il settore commerciale verso una concorrenza tra agglomerazioni di offerta - una concorrenza che si sovrappone a quella tra forme distributive e tra punti vendita appartenenti a diverse insegne - in cui l attrattività dell agglomerazione è riconducibile a un mix tra le caratteristiche dell offerta commerciale, le caratteristiche del contesto in cui si articola l esperienza di acquisto e le connessioni con le altre attività di entertainment. 1

4 Il contenitore come punto di riferimento per lo shopping ATTRATTIVITÀ COME MIX OFFERTA COMMERCIALE CONTESTO DI ESPERIENZA + + ENTERTAINMENT Il ruolo dell agglomerazione di offerta e questo nuovo concetto di attrattività come mix rappresentano così il nuovo terreno di sfida per il commercio urbano, costituendo nel contempo un opportunità per ricreare quella sintesi tra lo sviluppo commerciale e quello della città venuto meno con lo sviluppo della grandi superfici extraurbane. In modo similare a quanto avviene per le forme distributive, anche le agglomerazioni di offerta si possono, infatti, caratterizzare per gli elementi del loro marketing mix. Questo marketing mix si sostanzia fisicamente nelle caratteristiche oggettive dell agglomerazione che sono percepite dai potenziali acquirenti/frequentatori e che si traducono in una valutazione complessiva della sua capacità di attrazione. È proprio questo processo di valutazione che influenza in misura rilevante il comportamento del consumatore in termini sia di scelte di dove svolgere l attività di shopping, sia di quali prodotti e marche acquistare. È da questo nuovo scenario competitivo che occorre partire per comprendere come il commercio urbano possa ricercare una strategia comune per competere con i poli di offerta extraurbani (Centri commerciali, Factory Outlet Centre). Le ragioni alla base del successo di queste polarità commerciali sono certamente riconducibili alle diverse formule di vendita con cui si sono identificate nel tempo e ai servizi commerciali e non che offrono, ma soprattutto alla presenza di una regia unitaria. Il gestore del centro svolge, infatti, una funzione di regia a favore di tutti i punti vendita che vi sono localizzati, una funzione che si articola nelle seguenti quattro attività principali: una pianificazione strategica, l articolazione dell offerta dei servizi, la fornitura di alcuni servizi comuni (parcheggi, pulizia, sicurezza) e la gestione delle attività di marketing. Grazie a questa gestione centralizzata il centro commerciale al dettaglio riesce a esprimere un posizionamento di mercato preciso e a comunicarlo, a definire un offerta coerente e a fornire in modo efficiente e coordinato alle imprese che si localizzano al loro interno quei servizi di contesto in grado di migliorarla ulteriormente. Ormai da diversi anni anche in Europa, sulla scorta di quanto già avvenuto in altri contesti internazionali, si sono sviluppate iniziative finalizzate a individuare soluzioni che consentano alle agglomerazioni spontanee di offerta di poter meglio competere con i centri commerciali pianificati extraurbani e di soddisfare meglio le nuove tendenze di acquisto dei consumatori. Si tratta di iniziative di Town Centre Management (TCM) che, pur declinate in modo differente a secondo dei diversi contesti territoriali (Gran Bretagna, Belgio, Spagna, Svezia), sono finalizzate a costruire una regia e a fornire una gestione coordinata a tali agglomerazioni. L importanza che assumono queste iniziative non deve, però, essere vista soltanto in funzione della loro capacità di agire come meccanismo di valorizzazione e di promozione del commercio urbano, in quanto la loro valenza strategica sta proprio nel rappresentare uno strumento organizzativo capace di riconciliare lo sviluppo della città e quello del commercio. 2

5 Proprio la comprensione dell importanza strategica di questo strumento ha spinto la Regione Lombardia a promuovere lo sviluppo dei Distretti del commercio attraverso l attivazione di risorse economiche specifiche a disposizione del territorio lombardo, all interno di una logica che vede lo stesso territorio investire direttamente sul commercio e sulla sua capacità attrattiva e la Regione contribuire in modo addizionale. A tale riguardo, la Regione Lombardia fornisce la seguente definizione di distretto: un Distretto del commercio è un area con caratteristiche omogenee per le quali soggetti pubblici e privati propongono interventi di gestione integrata nell interesse comune dello sviluppo sociale, culturale ed economico e della valorizzazione ambientale del contesto urbano e territoriale di riferimento (p.9). Tale definizione mette in evidenza due aspetti rilevanti che rappresentano anche i pilastri su cui poggia il progetto di Distretto Urbano del Commercio che successivamente viene sviluppato. Il primo aspetto attiene alla consapevolezza dei soggetti promotori del Distretto che il commercio debba svolgere il ruolo di agente di integrazione dello sviluppo locale. Il secondo aspetto, rimanda, invece, al metodo di lavoro che si è utilizzato nella predisposizione del progetto e che vuole rappresentare il modus operandi del Distretto, vale a dire la condivisione tra i soggetti promotori dell iniziativa che essere un distretto - prima ancora di rappresentare un entità logicamente e razionalmente definita - significa auto-riconoscere l interdipendenza delle proprie azioni e operare per implementare soluzioni su obiettivi condivisi. 3

6 Numero abitanti 2 - IL DISTRETTO URBANO DEL COMMERCIO DI PAVIA 2.1 Scheda di Pavia Pavia è un comune della Lombardia, capoluogo della provincia omonima. Si trova sul fiume Ticino, leggermente a nord dalla confluenza nel Po, a 35 km a sud di Milano. La fondazione risale all'epoca romana con il nome di Ticinum. Fu capitale del regno longobardo. Dal Medioevo è sede di una delle più antiche università italiane. La città era fortificata fino al 1872, quando i bastioni sono stati trasformati in viali e giardini pubblici; gran parte delle mura, però, sopravvisse fino al 1901, quando fu abbattuta per costruire i viali di circonvallazione. In particolare, sono da visitare, fra gli altri, il Museo situato nel Castello Visconteo, San Pietro in Ciel d'oro, la Pinacoteca Malaspina, il Duomo, San Michele Maggiore, San Teodoro ed il famoso Ponte Coperto sul Ticino, oltre che il Palazzo Bottigella. A pochi chilometri dalla città è situata la Certosa di Pavia. Pavia è il capoluogo di una fertile provincia dedicata soprattutto all'agricoltura (produzione di vino, riso e cereali). Poche sono le industrie; le principali attività della città sono l'università e il Policlinico San Matteo. Pavia è una delle tappe importanti sulla via Francigena, cammino di pellegrinaggio per Roma. Se tra il 1981 e il 1991 si è registrato un deciso decremento demografico, nell ultimo scorcio del secolo scorso si può invece osservare un netto miglioramento nella bilancia migratoria che, già dal 2000, sostanzialmente compensa il saldo naturale negativo. Attualmente la popolazione è pari a poco più di abitanti. Pavia storica (Pavia centro + Borgo Ticino) raccoglie poco meno di un terzo di tale popolazione, che si è progressivamente distribuita nei quartieri più periferici, soprattutto quelli nordorientali (Vallone-Crosione). Figura 2.1 Popolazione residente nel comune di Pavia Anno Fonte dati: ISTAT 4

7 2.2 Punti di forza e di debolezza della città Il PRG vigente, in un prossimo futuro sostituito dal PGT in corso di definizione da parte dell Amministrazione Comunale, identifica il ruolo della città nel quadro delle sue intrinseche e oggettive qualità, in particolare ambientali e storiche, soprattutto in termini di identità e potenzialità di sviluppo. Emerge comunque la necessità di meglio declinare tali potenzialità, specificandole mediante precise e chiare politiche. A tal fine occorre puntualizzare nel dettaglio i punti di forza su cui far leva e le criticità da trattare, non tanto dal punto di vista problematico, quanto delle prospettive che possono aprire le relative soluzioni. In particolare, analizzando le linee guida del PGT emergono in modo chiaro i punti di forza della città, che vengono individuati in: - localizzazione baricentrica rispetto ad un area vasta che si estende dall area metropolitana milanese, alla pianura padana, dalle aree pedecollinari e dell Oltrepo Pavese, dalla Lomellina al confine con le regioni contermini (Piemonte, Liguria ed Emilia Romagna); area vasta rispetto alla quale costruire relazioni territoriali che possano sostenere l attrazione di funzioni di pregio; in particolare, la prossimità all area metropolitana milanese richiede di definire un rapporto di maggiore relazione e di ridisegno di equilibri localizzativi per funzioni di pregio in cerca di una localizzazione in aree dotate di maggiore qualità, per le quali la città di Pavia può costituire una valida opportunità; da non dimenticare, infine, la naturale continuità territoriale con l entroterra ligure; - buona accessibilità ferroviaria, in tendenziale miglioramento (ad esempio SFR), nell area dell incrocio dei due corridoi europei (Est-Ovest: Corridoio 5 Lisbona-Kiev e Nord-Sud: Rotterdam- Genova) e buona accessibilità a tutta la rete autostradale del nord Italia attraverso gli accessi alla A7, A21, A1 e Tangenziale Ovest di Milano; - presenza di funzioni eccellenti (Ospedale, Università), con le quali istituire tavoli permanenti di confronto e collaborazione, sia per le esigenze di sviluppo degli Enti, sia per i servizi di supporto e la valutazione dell impatto sul tessuto cittadino. In particolare, va valutato il tema dell indotto di tali funzioni, anche in termini di possibile insediamento di attività produttive, di ricerca e di servizi ad alto valore aggiunto; - Pavia eccelle nei campi sanitari e dell istruzione, costituendo storicamente riferimento di livello internazionale, capace di una propria autonomia funzionale indipendente dalla presenza di Milano. Le competenze tecniche e scientifiche e la tradizione di qualità della vita, potrebbero portare la città ad assumere un ruolo trainante, di avanguardia e di esempio anche per un contesto internazionale, nell adozione di concrete politiche di sostenibilità: una città che dedica i suoi saperi ad uno dei problemi principali di questo nuovo millennio, puntando alla creazione di un sistema urbano ad emissioni e impatto tendenzialmente nullo; - presenza di aree dismesse, localizzate in posizioni strategiche, che potrebbero ospitare funzioni tese a rafforzare le eccellenze della città (università, ospedale), e soprattutto che devono essere intese come una risorsa, come un occasione unica ed irripetibile, per la creazione di spazi aperti e di funzioni a beneficio dell intera cittadinanza; - presenza di un sistema diffuso di servizi alla persona, di qualità urbana e ambientale di grande rilevanza, che rappresentano condizioni ottimali per lo sviluppo di un nuovo ruolo della città; - presenza di un centro storico di grande valore, inteso sia come unità di paesaggio, sia come unità funzionale. La particolare conformazione del centro, la ricchezza dei tessuti ove è ancora ben riconoscibile la stratificazione della storia che ne ha determinato la costruzione, la forte riconoscibilità della sua forma e la sostanziale organicità dell insieme, la tipicità delle diverse trame 5

8 (ad esempio, romana, medioevale), oltre alla identità funzionale che lo caratterizza, suggeriscono un approccio pianificatorio teso a riconoscerne e valorizzarne il senso come insieme ; - intreccio fisico con il fiume Ticino, asse portante di valenze ambientale di tipo naturalistico, di identità paesaggistiche, di testimonianze storico-culturali, di processi di autoidentificazione da parte della comunità pavese; - disponibilità di una vasta area agricola periurbana, l involucro della città, potenzialmente attrezzabile per funzioni legate alla vita della città e di barriera contro le pressioni insediative. Le stesse linee di indirizzo del PGT individuano anche i punti di debolezza della città: - scarsità dell offerta ricettiva. Tale offerta, oggi connotata da una struttura economica e gestionale non sufficientemente attrattiva e competitiva rispetto alla maggiore solvenza dell offerta in ambito milanese, non supporta incisivamente le politiche di sviluppo turistico connotanti la vocazione del territorio pavese. Accanto alla copertura della domanda turistica occorrerà sviluppare un offerta maggiormente articolata per altre fasce di utenza collegate sempre più alle prospettive già oggi presenti: utenza collegata alla sanità, alla congressualità, alla stanzialità temporanea di alcune tipologie di city users (ad esempio, ricercatori); - carenza di nuove attività economiche. La spinta verso l alta specializzazione produttiva collegata all innovazione tecnologica in sinergia con la ricerca universitaria e ospedaliera è un principio fondamentale per lo sviluppo della città; - insufficienza delle strutture per la mobilità e la sosta. Il completamento del tratto nord tangenziale ha contribuito sostanzialmente alla razionalizzazione del traffico di attraversamento della città, in particolare per le provenienze da nord. Si tratta tuttavia di un beneficio che potrebbe essere riassorbito in breve tempo se non viene contemporaneamente accompagnato da interventi più strutturali e incisivi sulla mobilità, rivolti ad una maggiore efficienza del trasporto pubblico, e alla valorizzazione delle potenzialità della mobilità ciclabile urbana. La visione dovrà essere quella integrata rispetto alla mobilità pubblico e privata, su gomma e su ferro, con particolare attenzione alla mobilità ciclabile, di interconnessione con le politiche della sosta e del contenimento del fenomeno legato all inquinamento atmosferico, oggetto di una recente legge regionale in materia. Più in particolare si evidenziano alcune criticità quali: sottoutilizzo delle aree di interscambio; il permanere della sosta selvaggia, particolarmente associabile all inizio e chiusura delle attività scolastiche del centro, localizzate in zone carenti di spazi utili alla sosta temporanea e con conseguente induzioni di fattori di forte disturbo; debolezza e parziale insufficienza dei sistemi di collegamento ecosostenibili tra gli spazi pubblici (luoghi urbani, connessioni e reti ciclabili/pedonali, sistema di spazi verdi di livello/rete urbana, ma anche di reti locali); - criticità per alcuni fattori ambientali, ancorché non a livello acuto, in grado di incidere sulla qualità di vita dei cittadini (rifiuti, radiazioni, clima acustico, verde pubblico). Si evidenzia in particolare: il progressivo avanzamento di processi di sprawl lineare lungo le direttici esterne di collegamento ai comuni limitrofi, con l occupazione progressiva di superfici importanti per la connettività ecologica; il conseguente problema della impermeabilizzazione dei suoli che potrà essere parzialmente risolto attraverso la promozione della qualità costruttiva delle nuove espansioni residenziali, attraverso specifici interventi mitigativi (gestione acque, naturalità diffusa, bioarchitettura) e compensativi. Criticità vanno rilevate anche in ordine allo scarso livello di raccolta differenziata dei rifiuti, al sistema del verde pubblico e alla problematica gestionale generale degli spazi pubblici (ad esempio, scarsa qualità degli interventi manutentivi del verde cittadino con conseguente danno alle specie arboreoarbustive presenti); 6

9 - localizzazioni inadeguate, da ripensare o potenziare, di alcuni importanti servizi, con particolare riferimento alla riorganizzazione del sistema delle scuole medie superiori, a quello delle scuole medie inferiori nel centro storico e all impiantistica sportiva. 2.3 Vision della città di Pavia La città di Pavia ha scelto ormai da alcuni anni un posizionamento distintivo basato su tre direttrici fondamentali, confermate in modo esplicito delle stesse linee di guida del PGT: Pavia città del Sapere e dell Innovazione, Pavia città dei Sapori, Pavia città d Arte e di Cultura. La prima direttrice intende valorizzare la capacità di aggregare e sviluppare nuova conoscenza a partire anche dal fondamentale contributo fornito dal polo universitario. La seconda direttrice trae origine dalla tradizione agricola della provincia pavese reinterpretata in chiave moderna per intercettare i rilevanti flussi del turismo eno-gastronomico a partire dalla valorizzazione dei prodotti tipici locali. L ultima direttrice intende valorizzare, attraverso un rinnovato impegno sulle tematiche dell arte e della cultura, le origini longobarde e le antiche tradizioni artistico-monumentali della città Pavia Città del Sapere e dell Innovazione I processi di globalizzazione dell economia stanno trasformando profondamente dall'interno il modo di essere e fare impresa. Per occupare i nuovi spazi di mercato che si vengono a creare, l impresa deve infatti modificare i prodotti che fa, e il modo con cui li fa, a partire dall elemento su cui si regge il suo vantaggio competitivo, vale a dire le competenze esclusive accumulate in un certo campo di "saper fare". Ciò significa che i termini della sfida futura saranno sempre più spostati verso un cambiamento continuo dei prodotti - ciò che si fa - e dei processi - il modo di farlo. Il dinamismo di un territorio si alimenta di iniziative che tendono a ricostruire un ambiente a partire dalle peculiarità e dalle ricchezze di ciascuna area. Esse combinano le dimensioni economiche con quelle sociali, la cura della crescita con quella della coesione, la sfera pubblica con quella privata, le tecnologie di comunicazione sofisticata con i saperi contestuali. Questo implica, da un lato, l'impegno a fertilizzare l'ambiente locale valorizzando il sistema di relazioni dell'area, dall'altro, a fare di questo sistema la piattaforma dalla quale ricercare maggiori aperture verso la dimensione sovralocale. Tutto questo richiede il contributo di tutte le diverse componenti di un sistema territoriale (dalle istituzioni al sistema del credito, dall università fino alle associazioni economiche) nel: - favorire un forte investimento nella ricerca, nella qualità, nel management; - favorire l'accesso ai centri di produzione e diffusione della conoscenza; - rispondere ai fabbisogni di accreditamento e garanzia che non possono più essere coperti dalle relazioni di conoscenza diretta, ma che abbisognano di intermediari appropriati (centri che organizzino/partecipino a fiere ed esposizioni internazionali, associazioni che predispongano cataloghi, banche che facciano da tramite e da garanti verso potenziali interlocutori); - organizzare una rete logistica capace di spostare merci, persone e informazioni a grande velocità nei luoghi in cui le diverse attività della catena, localizzandosi, configurano la divisione del lavoro nella rete globale. Questo percorso è stato già intrapreso da Pavia già da alcuni anni. Suddividendo sia le importazioni che le esportazioni del 2007 della provincia in base al livello di tecnologia incorporato, si rileva che sul fronte delle importazioni prevalgono i prodotti tradizionali e standard (32,1% del totale) rispetto ai prodotti specializzati e high tech (la cui quota si ferma al 22%). Viceversa, sul versante delle 7

10 vendite, quasi il 51% delle esportazioni è riferito a prodotti specializzati e high tech (1.580 milioni), mentre la quota dei prodotti tradizionali si ferma al 48% (1.505 milioni). Il dato sui prodotti specializzati si colloca sopra la media regionale (45,8%) e quella nazionale (41,8%), incoraggiante segnale di propensione all innovazione ed evidente conferma del ruolo sempre maggiore che essa è destinata giocare nelle future strategie commerciali. In questo contesto strategico, al fine di potenziare il percorso intrapreso, la città di Pavia intende porsi sempre più come soggetto facilitatore dell innovazione, agevolando la nascita di nuove opportunità per le imprese, facendo leva sul loro know-how e la loro capacità operativa e relazionale per realizzare un sistema di collaborazioni in un ottica di complementarità e di specializzazione con partnership nell ambito della Ricerca & Sviluppo, dell innovazione, del trasferimento tecnologico e della formazione. Pavia deve quindi proporsi di diventare la città del sapere e dell innovazione, promuovendo con più decisione un ambiente che produce conoscenza, che brevetta nuove applicazioni, che prepara giovani talenti, che sostiene l auto-imprenditorialità, aiutando in particolare la nascita di imprese ad elevato potenziale tecnologico, che sperimenta forme di connessione e reciproco sostegno tra new e old economy, che sviluppa inedite modalità di collaborazione tra mondo dell impresa, della ricerca e dei servizi, che attrae risorse e city users dall esterno Pavia Città dei Sapori Come evidenziato da molteplici studi, il settore agricolo lombardo è sottoposto ad una forte pressione competitiva che agisce in maniera trasversale su tutto il sistema produttivo andando a incidere sia sulle principali produzioni sia sulle dinamiche produttive territoriali. Ciò ha comportato il dispiegarsi di una concorrenzialità diversa da quella a cui il sistema agricolo era abituato in passato e che ha coinvolto con modalità differenziate le singole produzioni. Per alcune di esse, questa si è tradotto in un consistente calo dei prezzi e di conseguenza in un ridimensionamento dei redditi che appare destinato a consolidarsi nel futuro. Questa è la situazione delle grandi produzioni agricole più direttamente sottoposte alla concorrenza di prezzo, come ad esempio il riso dell area del pavese. Per altre produzioni il problema si presenta in maniera differente, in particolare per i prodotti tipici sia coperti da specifiche denominazioni sia semplicemente prodotti dal territorio. Per questi la competizione è esercitata dai prodotti indifferenziati e da altri prodotti legati a modelli di consumo diversi introdotti proprio dalla maggiore apertura dei mercati. Qui la scelta strategica inevitabile è quella di puntare sempre di più su produzioni di qualità, quali tipico, biologico e a denominazione d origine. In questo senso è opportuno rammentare che il concetto di qualità ha una triplice connotazione, globalmente assunta da Pavia nei propri piani di sviluppo agricolo. Il primo tipo di qualità è costituito da quella di conformità e cioè dal fatto che un determinato prodotto corrisponda esattamente a quell insieme di requisiti che concorrono a definirlo. Ciò significa ad esempio che esso deve essere conforme per aspetto, gusto, composizione, caratteristiche igienico sanitarie e così via a ben determinati standard. Ciò vale sia per i requisiti minori, che in molti casi sono prescritti per l ammissibilità in commercio, sia per quelli che sono richiesti in via preferenziale dalla domanda rappresentata dall utilizzatore finale o dall industria alimentare. Questo genere di qualità può quindi rappresentare in alcune situazioni il vero e proprio biglietto d ingresso al mercato, in altre un titolo preferenziale importantissimo in un contesto competitivo nel quale, altrimenti, la concorrenza si svilupperebbe esclusivamente in termini di prezzo. Un secondo tipo di qualità è invece quello che fa riferimento all eccellenza intrinseca del prodotto e quindi ai suoi caratteri organolettici, in primo luogo, ma anche a quelli di contenuto e composizione nella misura in cui essi concorrono a garantire 8

11 un prodotto assolutamente superiore a quello degli altri concorrenti. In molte situazioni questa qualità è garantita dai marchi d impresa, dalla conoscenza del consumatore e dalla capacità del prodotto di imporsi per queste sue caratteristiche e dunque appare difficile per gli operatori pubblici preparare le condizioni per la sua affermazione. Il terzo genere di qualità è rappresentato da quella connessa alla tipicità dei prodotti, alla loro origine, al rapporto con il territorio e con l ambiente naturale ed umano in cui essi sono stati ottenuti. Su questo particolare modo di intendere la qualità si punta oggi molto sul piano locale e nazionale per cercare di ottenere una valorizzazione del prodotto che porti a creare una segmentazione del mercato tale da sottrarre alla competizione di prezzo una discreta quota di produzione riconducendola sotto la logica del binomio prodottoterritorio. Pur in presenza di un calo negli ultimi anni, il settore primario rappresenta tuttora lo zoccolo duro dell economia pavese. La provincia ha visto, soprattutto nel medio periodo, crisi che hanno colpito pesantemente la sua industria; ha investito molte delle proprie risorse nel terziario, ma non ha mai perso la propria connotazione di area vocata ad alcune produzioni agricole d eccellenza, per le quali mantiene un posto di tutto riguardo sia in ambito regionale che nazionale. Nel territorio pavese troviamo una gran varietà di prodotti tipici, dovuti essenzialmente alla diversità delle colture realizzate. Le produzioni che caratterizzano il territorio pavese sono il riso e il vino principalmente presenti nella zona della Lomellina e dell Oltrepò rispettivamente. Inoltre, la provincia, proprio in virtù della caratteristica varietà agricola, presenta altri importanti prodotti tipici individuabili in specifiche zone del territorio e spesso accomunate ad attività promozionali come fiere e sagre. Tra i più caratteristici ricordiamo nella Valle Staffora i frutteti ai quali sono dedicate annualmente la "Festa della Ciliegia" e la "Giornata della Mela" che si svolgono a Bagnarla; i salumi tra cui il salame di Varzi DOP, il salame d'oca di Mortara IGP, e, ancora, le offelle di Parona Lomellina, dolce tipico pavese, la mostarda di Voghera e infine i formaggi, in special modo quelli prodotti nell'alto Oltrepò e il Nisso. Alla luce delle riflessioni fatte, la città di Pavia intende rafforzare il proprio ruolo a supporto dello sviluppo e della diffusione dei prodotti tipici locali, enfatizzando, da un lato, il rapporto tra le attività di produzione e quelle di trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli che si coagulano nella più generale filiera agro-alimentare, dall altro, il rapporto diretto con il consumatore nell ottica del turismo eno-gastronomico. A questo proposito alcuni produttori dell Oltrepò hanno avviato una nuova attività che valorizza l esperienza del rapporto diretto con il consumatore cumulata negli anni: il turismo del vino. E nella capacità di offrire accoglienza e qualità da una parte e prodotti tipici dall altra che i medi e piccoli produttori di quest area pensano di poter resistere ai nuovi cambiamenti nel mercato e hanno così cominciato a dedicare risorse allo sviluppo di questo nuovo comparto turistico, aderendo al Movimento Mondiale del Turismo del Vino. Più in generale, l obiettivo è quello di favorire lo sviluppo di un vero e proprio Distretto enogastronomico-turistico, ovvero una realtà in cui diverse componenti e attori pubblici e privati del territorio interagiscono, apportando ciascuno le proprie specificità e competenze, realizzando e proponendo al turista un offerta di servizi ed opportunità ampia e diversificata, tipica e fortemente legata al territorio. Il Distretto si caratterizza per la coesistenza e l integrazione di due sistemi, quello dei prodotti tipici locali e quello turistico: il turismo costituisce un canale privilegiato per la distribuzione dei prodotti locali, a loro volta i prodotti locali e la tradizione ad essi legata rappresentano un forte fattore di attrattività. 9

12 2.3.3 Pavia Città d arte e di Cultura Pavia ha saputo mantenere nei secoli quasi inalterata la sua forma urbanistica a scacchiera, di origine romana. Nel medioevo la città, che si trova lungo i percorsi di personaggi storici, in particolare sulla via Francigena, dava ospitalità ai pellegrini nei tanti conventi che sorgevano sul territorio. Oggi, il moderno pellegrino trova una città dove si vive bene, forte della sua ricchezza artistico-monumentale e delle sue tradizioni. Visitare Pavia vuol dire anche risalire alla radici della cultura e dell arte longobarda, dal momento che per anni la città è stata capitale del Regnum Italicum fondato da Liutprando. Luogo di incoronazione di re e imperatori, tra i quali Federico Barbarossa, la basilica di San Michele, di fondazione altomedioevale e poi capolavoro dell architettura romanica lombarda, ha incarnato per secoli il simbolo dell importanza politica ed ecclesiale della città. Pavia conserva ancora questo aspetto medioevale che risalta maggiormente quando si percorrono le sue strade: il pavimento ad acciottolato, caratteristico delle sue vie, è un segno riconoscibile della città. Il percorso dal Ponte coperto sul Ticino al Castello, lungo la Strada Nuova, consente di passare in rassegna tutte le epoche storiche, dall età romana all epoca visconteo-sforzesca, all illuminismo. Si incontrano il Teatro Franceschi ( ) progettato da Antonio Galli Bibiena, uno dei massimi esponenti dell architettura tardo barocca, e l Università degli Studi, uno tra i più antichi atenei europei, ricca sia per la sua architettura sia per il numero di insigni docenti che hanno abitato le aule, da Alessandro Volta a Ugo Foscolo a Camillo Golgi, per citare solo alcuni nomi di richiamo internazionale. Il Castello, fatto erigere dai Visconti dal 1360 e il 1365, fu a suo tempo una splendida e fastosa residenza di corte ed è oggi sede dei Musei Civici, dalle ricchissime collezioni d archeologia e d arte. Non lontano dal Castello sorge San Pietro in Ciel d Oro, la chiesa fondata da Liutprando nel VII secolo, dove sono custodite le spoglie di Sant Agostino entro una splendida arca marmorea. I musei d arte e quelli scientifici universitari, le biblioteche storiche, il Conservatorio di musica, il Teatro di tradizione propongono ricchi calendari di attività e ad essi si affiancano le proposte dei collegi universitari di antica tradizione, così da offrire ai diversi pubblici occasioni di cultura ampiamente diversificate. L'Amministrazione comunale intende accentuare le politiche di valorizzazione del suo patrimonio storico monumentale, ivi compreso il Naviglio sia per migliorarne la tutela ai fini della qualità urbana, sia allo scopo di imprimere un salto di qualità nelle potenzialità turistiche della città. La nuova Amministrazione ha già delineato di fronte alla città il suo progetto relativo a "Pavia città d'arte", sia in termini di obiettivi di recupero ed utilizzo dei suoi monumenti, sia in termini di risorse da reperire nell'ambito, ma anche al di fuori, del bilancio comunale. In questo quadro, alla pianificazione urbanistica tocca il compito della valorizzazione dell'intero tessuto urbano che fa da contorno ai singoli monumenti. Pertanto l'amministrazione intende promuovere ulteriormente una specifica iniziativa di studio del centro storico, non intesa come progetto meramente accademico, bensì volta ad approfondire il sistema informativo e conoscitivo alla base dei futuri progetti di recupero. Essa si rende necessaria ritenendosi ancora incompleto e disorganico l'attuale livello di conoscenza basato su pur numerose ricerche settoriali. 10

13 2.4 Caratteristiche del commercio nella città di Pavia Nella città di Pavia sono presenti esercizi commerciali in sede fissa, di cui di vicinato, 66 medie strutture e 3 grandi strutture di vendita 1. Come mostrato nella Tavola 2.1, la concentrazione del commercio nella componente di vicinato è quindi molto forte, pari ad oltre il 95,4% dell intera offerta, a scapito delle medie e grandi strutture, che rappresentano rispettivamente il 4,4% e lo 0,2% della numerica complessiva dei punti vendita attivi. Tavola Esercizi di vicinato, medie e grandi strutture di vendita nel comune di Pavia Numero pdv Ripartizione % Esercizi di vicinato ,4 Medie strutture 66 4,4 Grandi strutture 3 0,2 Totale ,0 Fonte: Comune di Pavia Analizzando più approfonditamente la rete commerciale al dettaglio si può notare come la città di Pavia si caratterizza per un offerta commerciale focalizzata nel comparto non alimentare (Tavola 2.2). Dei punti vendita, infatti, 320 (pari al 21,2%) hanno una specializzazione di natura alimentare e ben (pari al 78,8%) trattano invece beni appartenenti ai diversi comparti del non alimentare. Tavola Punti vendita alimentari e non alimentari nel comune di Pavia Numero pdv Ripartizione % Alimentare ,2 Non alimentare ,8 Totale ,0 Fonte: Elaborazioni Tradelab su dati forniti dal comune di Pavia L offerta non alimentare è ampia e articolata: si rilevano, infatti, punti vendita appartenenti a tutti i principali comparti merceologici di riferimento. Confermando una caratteristica tipica dei poli di offerta urbani, anche Pavia evidenzia una decisa focalizzazione nel settore dell abbigliamento: con 110 punti vendita esso rappresenta il 18,2% dell intera offerta commerciale non alimentare della città (Tavola 2.3). Mentre la tendenza ad avere un elevata numerosità dei punti vendita di abbigliamento è un elemento comune di quelle città che possiedono consistenti aree dedicate allo shopping, risulta invece essere un elemento di diversificazione rispetto ad altre realtà la forte presenza di punti vendita di tabacchi e mobili, che rappresentano rispettivamente il 11,8% e il 10,8 % dell offerta commerciale. 1 Le piccole strutture hanno una superficie di vendita inferiore ai 250 mq, le medie strutture hanno una dimensione superiore ai 250 mq e inferiore ai mq, le grandi strutture hanno una superficie di vendita maggiore di mq. 11

14 Tavola Ripartizione dei punti vendita non alimentari per categoria merceologica nel comune di Pavia Comparto Ripartizione % Abbigliamento 18,2 Mobili 10,8 Prodotti per la persona 8,1 Prodotti per la casa 7,3 Oggetti preziosi 5,5 Ferramenta 5,1 Prodotti culturali 4,6 Articoli sportivi 2,5 Librerie 1,5 Altro non alimentare 17,7 Tabelle speciali Tabaccherie 11,8 Farmacie 3,8 Distributori di carburante 3,0 Totale non alimentare 100,0 Fonte: Elaborazioni Tradelab su dati forniti dal comune di Pavia Il rilevante ruolo storico che caratterizza la rete distributiva del Comune di Pavia trova conferma nella presenza di ben 10 negozi riconosciuti da Regione Lombardia come storici su un totale di 38 negozi presenti sull territorio regionale. Riprendendo alcuni interessanti spunti emersi in una recente indagine condotta da Confesercenti Pavia, si sottolineano talune specificità del commercio pavese: - circa il 70% degli esercizi commerciali sono in affitto; - poco più della metà degli esercizi commerciali sono tradizionali, ovvero gestiti a livello familiare (con nessun dipendente), e ben il 90% ha meno di 5 dipendenti; - fatto 100 il totale delle attività commerciali, il 40% è stata avviata nel periodo ; - ben il 74% dei negozi ha dichiarato di avere investito nella propria attività negli ultimi 3 anni; - il 37% delle attività utilizza per la propria attività il PC e dispone di una connessione a internet. Rispetto alla positiva realtà commerciale del centro storico, diversa valutazione deve essere fatta per quanto riguarda le aree urbane di semicentro e di periferia ove è in corso un lento processo di indebolimento della rete commerciale di vicinato. Se, infatti, nel centro storico è presente una buona e diversificata rete commerciale in grado di attirare potenziali clienti anche dall hinterland, nelle zone periferiche siamo in presenza di insufficienti strutture commerciali che, nella situazione urbanistica data, per essere efficienti e competitive non possono che assumere la dimensione della mediopiccola struttura di vendita. A tal proposito occorre ricordare che sulla base degli attuali vincoli a Pavia non è possibile aprire medie strutture di vendita alimentari nonostante il vigente piano commerciale rilevi proprio su tali tipologie una carenza complessiva pari a mq. La struttura commerciale cittadina riferita alle grandi strutture di vendita è in parte formata da supermercati di piccola dimensione (per un totale di circa mq.) e quindi di concezione ormai superata rispetto ai nuovi modelli di offerta. Questa rete distributiva locale è stata recentemente 12

15 rafforzata sulla base di quanto previsto dal PRG e ciononostante ne resta comunque ancora evidente l insufficienza rispetto alle concrete esigenze cittadine. Non a caso i flussi di traffico commerciale manifestano un pendolarismo dei consumatori pavesi verso strutture poste al di fuori dei confini cittadini. Gli obiettivi da sviluppare attraverso il sistema commerciale devono pertanto essere rivolti a contrastare la tendenza verso eventuali ulteriori occasioni di pendolarismo dei consumatori verso altri comuni limitrofi mediante politiche ed azioni rivolte al riequilibrio territoriale. Ciò può essere perseguito attraverso una articolata strategia che prevede: - un corretto dimensionamento e una opportuna localizzazione dell offerta dei diversi moderni format in grado di meglio rispondere ai fabbisogni di approvvigionamento delle famiglie pavesi; - lo sviluppo di strategie mirate al rafforzamento del sistema degli esercizi di vicinato che permettano di valorizzare la funzione di centro commerciale naturale già di fatto presente nel centro storico; - una nuova organizzazione delle polarità nei quartieri semicentrali e periferici, tenuto conto delle vocazioni territoriali in atto e degli indirizzi e delle politiche di riqualificazione dei tessuti marginali che si intende proporre. Vanno infine progettate due essenziali strutture di servizio: il Mercato ortofrutticolo nell'ambito del Centro annonario nell'area del Bivio Vela, il Mercato Generale, a disposizione del commercio ambulante e di piccole dimensioni, nell'ambito di un'area di trasformazione contigua al centro storico. Per quanto concerne infine i pubblici esercizi presenti nella città, essi sono 436 e rappresentano il 22,5% delle attività censite nell area. Del totale dei pubblici esercizi presenti, il 66,1% è rappresentato da bar, il 33,9% da ristoranti e pizzerie. La qualità media della rete di somministrazione pavese risulta essere di buon livello, con numerose strutture segnalate dalle guide specializzate (Pavia è il comune lombardo, non capoluogo di regione, con il più alto numero di strutture segnalate) anche se non si segnalano punti di vera eccellenza. 2.5 Il Distretto Urbano del Commercio Perimetrazione del Distretto Il Distretto Urbano del Commercio di Pavia è composto dalle seguenti vie: VIA ADA NEGRI VIA BERNARDINO DE CONTI VIA CAPSONI VIA COSSA VIA ALBERTINI VIA BIZZONI VIA CARDANO VIA COSSA VIA ALBOINO VIA BOEZIO CORSO CARLO ALBERTO VIA CRAVOS VIA ALCIATO VIA BOGGERI PIAZZA CARMINE VIA CREMONA FRATELLI PIAZZETTA ARDUINO VIA BONETTA VICOLO CARONA VIALE DAMIANO CHIESA VIA ARIANI VIABORDONI VIA CARPANELLI PIAZZA DANTE VIA ARIBERTO PIAZZA BORROMEO STRADA CASCINA CANARAZZO VIA DARSENA VIA ARNABOLDI GAZZANIGA VIA BOSSI PIAZZA CASTELLO VIA DE CANISTRIS PIAZZETTA AZZANI VIA BOSSOLARO VICOLO CASTIGLIONI VIA DEI MILLE VIA AZZARIO PIAZZA BOTTA ADORNO VIA CATTANEO VIA DEI MOLINI 13

16 VIA BALLADA VICOLO BOTTA BARTOLOMEO VIA CAVAGNA SANGIULIANI VIA DEL CARMINE VIA BALLERINI VIA BOTTICELLA PIAZZA CAVAGNERIA VIA DEL COMUNE VIALE BATTISTI VIA BRUGNATELLI VIA CAVALLOTTI PIAZZA DEL LINO VIA BECCARIA CORSO CAIROLI CORSO CAVOUR VICOLO DEL SENATORE VIA BELLI PIAZZALE CAIROLI VIA CITTADELLA VIA DEL TEATRO PIAZZETTABERENGARIO VIA CALATAFIMI VIA COMI PIAZZA DEL TRIBUNALE VIA BERNARDINO DA FELTRE VIA CALCHI VIA CORRIDONI PIAZZA DELLA POSTA VIA DELLA ROCCHETTA PIAZZA LEONARDO DA VINCI VIA PARODI VICOLO SAN COLOMBANO PIAZZA DELLA VITTORIA VIALE LIBERTÀ VIA PASINO VICOLO SAN DALMAZIO VIA DELLA ZECCA VIA LIGURI VIA PEDOTTI VICOLO SAN DONNINO VIA DIGIONE VIA LIUTPRANDO VIA PERELLI VIA SAN FELICE VIA DOMENICO DA CATALOGNA VIA LONGOBARDI VICOLO PERTUSATI VIA SAN FERMO VIA DON VANZINI VIA LOTARIO VIA PESSANI VIA SAN GIOVANNI AL FONTE VICOLO DUNGALLO VIA LUIGI PORTA PIAZZA PETRARCA VIA SAN GIOVANNI IN BORGO PIAZZA DUOMO VIA LUINO VIA PIAZZETTA PORTA PALACENSE PIAZZA EMANUELE FILIBERTO VICOLO SAN GREGORIO VIA LUNGA PIAZZALE PONTE TICINO VICOLO SAN MARCELLO VIA ERULI VIALE LUNGOTICINO SFORZA VIA PONTE VECCHIO VICOLO SAN MARINO PIAZZALE EUROPA VIALE LUNGOTICINO VISCONTI VIA PORTA CALCINARA VIA SAN MARTINO VIA FARUFFINI VIA MAESTRI COMACINI VIA PORTA DAMIANI VIA SAN NICOLO DEL VERZARO VIA FERRERI VIA MAFFI PIAZZALE PORTA GARIBALDI VICOLO SAN PANTALEONE VIA FILZI VIA MAGENTA VIA PORTA MARICA VIA SAN PRIMO VIA FORO MAGNO VIA MALAGUGINI PIAZZALE PORTA NUOVA VICOLO SAN PRIMO VIA FOSCOLO VIA MALASPINA VIA PORTA NUOVA VICOLO SAN SEBASTIANO VIA FRANCHI MAGGI VIA MANTOVANI PIAZZETTA PORTA PALACENSE PIAZZA SAN TEODORO VIA FRANK VIA MAROZZI FRATELLI VIA PORTA PALACENSE VIA SAN ZENO VIA GALLIANO VIA MASCHERONI VIA PORTA PERTUSI PIAZZETTA SANNAZZARO VIA GAMBINI VIA MASPES VIA PORTA SALARA VIA SANTA CHIARA PIAZZA GARAVAGLIA VIA MASSACRA VIA PORTA STOPPA VIA SANTA CLARA PIAZZA GARAVAGLIA VIALE MATTEOTTI VIA PUSTERLA VIA SANTA MARGHERITA PIAZZA GARAVAGLIA CORSO MAZZINI VICOLO QUATTRO MARIE VIA SANT AGATA CORSO GARIBALDI VIA MENOCCHIO VICOLO QUESTURA VIA SANT AGOSTINO VIA GATTI VIA MENTANA VIA RAGAZZI DEL 99 VIA SANT ENNODIO PIAZZALE GHINAGLIA VIA MIANI VIA REGINA ADELAIDE VIA SANT EPIFANIO PIAZZA GHISLIERI VIA MILAZZO VIA REGISOLE VIA SANT INVENZIO VIA GILARDELLI PIAZZALE MINERVA VIA REGNO ITALICO VIA SANT ULDERICO VIA GIOVANNI DA FERRERA VIA MONTEMARTINI VIA RESSI VICOLO SCALDASOLE 14

17 VIA GIULIETTI VIA MONTESANTO VIA REZIA VIA SCANNINI VIA GOLDONI VIA MONTI VIA RIBOLDI VIA SCAPOLLA VIALE GORIZIA VIA MORAZZONE VIA ROBOLINI VIA SCARPA VIA GRAVELLONE VIA MOROSI VIA ROMA VIA SCOPOLI VIA GRIZIOTTI PIAZZA MUNICIPIO STRADA ROTTINO NUOVO VIA SPALLANZANI PIAZZA GUICCIARDI VIA MUTO DELL ACCIA AL COLLO STRADA ROTTINO VECCHIO STRADA STANGA VERDE VIA GUIDI VICOLO NOVARIA VICOLO ROVELECCA VICOLO STILICONE PIAZZA ITALIA VIALE OBERDAN VIA RUSCONI CORSO STRADA NUOVA VIA LANFRANCO VIA OMODEO VIA S. MARIA ALLE PERTICHE VIA TEODOLINDA VIA LANGOSCO LARGO PANIZZA VIA SACCHI VIA TEODORICO PORTA LAUDENSE VIA PAOLO DIACONO VIA SACCO VIA TERENZIO STRADA LEONA VIA PARATICI VIA SAN CARLO VIA TORRIONE VICOLO TOSI VIA UBICINI VIA VIGNAZZA VIA VOLTURNO VICOLO TRE RE VIA VALLA VIA VILLA GLORI VIA XX SETTEMBRE VIA TRIESTE VIA VARESE VICOLO VOLT. DEGLI ISIMBARDI PIAZZA XXIV MAGGIO VIA TRINCHERA VIA VIDARI VIA VOLTA VIA XXV APRILE La figura 2.2 rappresenta la piantina di Pavia e delimita, con una linea rossa, l area del Distretto Urbano del Commercio. 15

18 Figura 2.2 Piantina del Distretto Urbano del Commercio L area del Distretto del Commercio di Pavia coincide sostanzialmente con il centro storico della città. L area delimitata dal sistema delle antiche mura spagnole e dal fiume Ticino (a sud) include, oltre al centro storico vero e proprio, anche la limitrofa zona dove hanno sede la Stazione Ferroviaria e quella delle autolinee e parte del Borgo Ticino, collegata naturalmente al centro storico dal Ponte Vecchio, in quanto zone di accesso privilegiato al Distretto stesso. Il nucleo storico, definito dai viali di circonvallazione, mostra chiaramente l'area del castrum romano rettangolare, sul cui decumano massimo passano oggi i corsi Cavour e Mazzini, a cui si è sovrapposto l'irregolare reticolo di strade medievali. Al suo interno sono conservati i principali monumenti cittadini e, allo stesso tempo, è presente la maggior parte delle attività commerciali cittadine e dei servizi pubblici L offerta commerciale del Distretto Dal punto di vista strettamente distributivo, l area racchiusa dal Distretto Urbano del Commercio di Pavia rappresenta il polo commerciale della città, in quanto sono presenti 800 esercizi commerciali che costituiscono il 53,1% delle attività totali dell intero comune. Come mostra la Tavola 2.4, la composizione dei punti vendita nel Distretto è prevalentemente caratterizzata da esercizi di vicinato, le cui 780 unità rappresentano il 54,3% del commercio di vicinato della città. Le medie strutture sono 19 (il 28,8% delle medie strutture totali) ed è presente una grande struttura di vendita delle tre attive nell intero comune. 16

19 Tavola Esercizi di vicinato, medie e grandi strutture nel Distretto Urbano di Pavia Tipo di struttura Distretto (numero pdv) Comune (numero pdv) % Distretto su Comune Grandi strutture ,3 Medie strutture ,8 Esercizi di vicinato ,3 Totale ,1 Fonte: Elaborazioni Tradelab su dati forniti dal comune di Pavia I punti vendita non alimentari del Distretto svolgono un ruolo fondamentale all interno dell offerta commerciale sia del centro storico sia della città nel suo complesso. Analizzando le numeriche degli esercizi non alimentari presenti nel Distretto (Tavola 2.5) si può vedere infatti come questi rappresentino la maggioranza degli esercizi non alimentari dell intera città (il 56,2%). Comparandoli invece con l offerta alimentare del Distretto, risulta evidente il loro maggior peso relativo: essi costituiscono l 83,4% dei punti vendita totali del Distretto. Tavola Offerta alimentare e non alimentare nel Distretto Urbano di Pavia Distretto (numero pdv) % Distretto su Comune Alimentare ,6 Non alimentare ,2 Fonte: Elaborazioni Tradelab su dati forniti dal comune di Pavia L offerta commerciale non alimentare del Distretto Urbano del Commercio risulta essere consistente e discretamente diversificata. Analizzando le categorie che la compongono, si può notare come il sistema di offerta ruoti intorno all abbigliamento, che rappresenta infatti più del 30% della rete complessiva (Tavola 2.6). Le altre categorie maggiormente presenti nel Distretto sono: mobili e arredamento (9,6%), oggetti preziosi (8,0%), prodotti per la persona (7,4%), prodotti per la casa (7,1%) e prodotti culturali (6,5%). 17

20 Tavola Ripartizione dei punti vendita non alimentari per categoria merceologica nel Distretto Urbano di Pavia Comparto Ripartizione % Abbigliamento 31,3 Mobili 9,6 Oggetti preziosi 8,0 Prodotti per la persona 7,4 Prodotti per la casa 7,1 Prodotti culturali 6,5 Librerie 2,2 Articoli sportivi 2,2 Ferramenta 1,5 Altro non alimentare 9,9 Tabelle speciali Tabaccherie 9,6 Farmacie 3,7 Distributori di carburante 0,9 Totale non alimentare 100,0 Fonte: Elaborazioni TradeLab su dati forniti dal comune di Pavia La rilevanza commerciale del Distretto trova un ulteriore conferma nei risultati di una indagine condotta sulle famiglie residenti a Pavia, laddove è possibile assimilare l area del centro storico a quella del Distretto come evidenziato dalla cartografia di perimetrazione. L elevata frequentazione per ragioni legate allo shopping (Figura 2.3) e la positiva valutazione del complessivo sistema di offerta commerciale e di somministrazione (Figure 2.4, 2.5 e 2.6) si accompagnano alla presenza di alcuni elementi di criticità, con riguardo in particolare alla vivibilità dell area e al livello di prezzi (Figura 2.7 e Tavola 2.7). Figura Consumatori che hanno effettuato l ultima acquisto/consumazione nel centro storico di Pavia (% rispondenti) 70,0 60,0 56,6 59,3 50,0 40,0 30,0 41,7 22,9 27,9 20,0 10,0 0,0 Bar Ristorante Spesa alimentare Abbigliamento Calzature Fonte: Indagine 2006 su atteggiamenti e comportamenti di consumo delle famiglie residenti a Pavia Sincron Polis 18

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