Decisione e relazione al Consiglio regionale sul rendiconto generale della Regione Toscana per l esercizio finanziario 2013 VOLUME III

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1 CORTE DEI CONTI SEZIONE REGIONALE DI CONTROLLO PER LA TOSCANA Decisione e relazione al Consiglio regionale sul rendiconto generale della Regione Toscana per l esercizio finanziario 2013 VOLUME III Giugno 2014

2 Hanno collaborato per l attività istruttoria e l elaborazione dei dati: Antonio Armenti, Simona Colasanti, Simona Croppi, Claudio Felli, Susanna Fornaciari, Angela Rossella Foti, Antonio Franco, Mariapaola Galasso, Vincenzo Ignesti, Giuseppina Neri, Mariano Palumbo, Anna Maria Pulcini; per le attività di supporto e di segreteria: Michela Battistini, Marco Fedini.

3 INDICE GENERALE VOLUME III Pag. CAPITOLO V - I NESSI CON LA FINANZA LOCALE 1. Le relazioni finanziarie tra Regione ed enti locali: il quadro normativo di riferimento 2. I trasferimenti della Regione agli enti locali 2.1. L analisi dei trasferimenti agli enti locali per tipologia di spesa 2.2. La composizione dei trasferimenti agli enti locali per strategie e funzioni obiettivo I trasferimenti agli enti locali nella Strategia territoriale I trasferimenti agli enti locali nella Strategia istituzionale I trasferimenti agli enti locali nella Strategia culturale e formativa I trasferimenti agli enti locali nella Strategia sociale I trasferimenti agli enti locali nella Strategia ambientale I trasferimenti agli enti locali nella Strategia economica I trasferimenti agli enti locali nella Strategia Amministrazione regionale 2.3. Gli enti locali principali destinatari dei trasferimenti regionali 3. Gli effetti dell introduzione del d.l. n. 35/2013, convertito dalla l. n. 64/2013, sui trasferimenti della Regione Toscana verso gli Enti locali 4. Le procedure di gestione e di monitoraggio messe in atto dalla Regione Toscana nell ambito dei trasferimenti agli enti locali 4.1. Considerazioni generali 4.2. In particolare: la gestione e il monitoraggio dei trasferimenti per la viabilità CAPITOLO VI - IL CONTO DEL PATRIMONIO 1. Premessa 2. I contenuti del conto 3. Attività 3.1. Attività finanziarie 3.2. Beni mobili ed immobili 3.3. Attività diverse e poste rettificative 4. Passività 4.1. Passività finanziarie 4.2. Passività diverse e poste rettificate CAPITOLO VII - LE PARTECIPAZIONI REGIONALI 1. La normativa in tema di società partecipate 1.1. Le disposizioni normative regionali in tema di società partecipate 2. Le partecipazioni regionali nel rendiconto della Regione Toscana 2.1. La composizione del portafoglio delle partecipazioni regionali 2.2. Le partecipazioni azionarie 2.3. Le altre partecipazioni nel conto del patrimonio III

4 2.4. I dividendi delle partecipazioni nel rendiconto generale della Regione 2.5. I trasferimenti alle società partecipate 2.6. I trasferimenti alle fondazioni partecipate dalla Regione 2.7. I trasferimenti alle associazioni partecipate dalla regione 2.8. Approfondimenti su Fidi Toscana CAPITOLO VIII - I FONDI EUROPEI E IL FAS 1. I programmi europei del ciclo Il grado di avanzamento finanziario complessivo 2. Iniziative regionali di accelerazione relative al FESR ed al FSE 3. Le riprogrammazioni dei fondi FESR, FSE e FEASR 4. Il Fondo per le Aree sottoutilizzate (FAS) Riquadro 1. - Iniziative nazionali di accelerazione e rimodulazione dei programmi europei CAPITOLO IX - L ORGANIZZAZIONE AMMINISTRATIVA REGIONALE 1. Introduzione 2. Il nuovo assetto istituzionale e le recenti modifiche 3. L evoluzione della disciplina normativa 4. L attuale assetto normativo 5. La distinzione tra politica e amministrazione 6. La Giunta 7. La struttura organizzativa 7.1. La Direzione generale Presidenza 7.2. Le altre Direzioni generali 7.3. Le strutture di supporto agli organi di governo 8. L organizzazione del Consiglio regionale 9. L apparato esterno: enti e organismi dipendenti 9.1. Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana Arpat Agenzia promozione economica della Toscana - Apet 9.3. Agenzia regionale di sanità Ars Toscana 9.4. Agenzia regionale toscana per le erogazioni in agricoltura Artea 9.5. Agenzia regionale per il diritto allo studio universitario Ardsu Toscana 9.6. Istituto regionale per la programmazione economica Toscana Irpet 9.7. Gli enti parco 9.8. Terre regionali toscane 9.9. Ente acque Umbre toscane Eaut Laboratorio di monitoraggio e modellistica ambientale per lo sviluppo sostenibile Lamma Autorità portuale regionale L apparato esterno conclusioni 10. Governo regionale, strategie e funzioni obiettivo Il Presidente della Giunta regionale Assessorato al diritto alla salute Assessorato alla Presidenza Assessorato alle infrastrutture e mobilità IV

5 10.5. Assessorato alle attività produttive, formazione e lavoro Assessorato alla scuola, ricerca ed università Assessorato al welfare e alle politiche per la casa Assessorato all agricoltura Assessorato ambiente ed energia Assessorato alla cultura, turismo e commercio Assessorato all urbanistica e pianificazione del territorio Giunta regionale 11. Considerazioni conclusive Appendice CAPITOLO X - IL PERSONALE REGIONALE 1. Premessa 2. Il personale regionale nel confronto nazionale 3. La dotazione e la consistenza numerica del personale regionale e i loro andamenti 4. Le retribuzioni 5. L andamento della spesa per il personale nel bilancio regionale 6. Analisi dei "costi" del personale negli enti regionali e nelle partecipate Capitolo XI - L ATTIVITÀ CONTRATTUALE 1. Le principali novità legislative 2. La programmazione triennale delle opere pubbliche 2.1. Le opere strategiche 3. Acquisti di servizi e forniture 3.1. Acquisti verdi 3.2. L acquisizione di beni e servizi nel rendiconto della Regione 4. L attività contrattuale del Consiglio regionale V

6 INDICE DELLE TABELLE E DEI GRAFICI Volume III CAPITOLO V - I NESSI CON LA FINANZA LOCALE Tab. 1 - I trasferimenti della Regione Toscana agli enti delle Amministrazioni locali. Anni 2012 e Tab. 2 - I trasferimenti agli enti locali: dettaglio spese correnti e in conto capitale Anni Fig. 1 - Andamento dei trasferimenti della Regione agli Enti Locali (pagamenti totali). Fig. 2 - I trasferimenti agli enti locali: risorse libere e risorse vincolate per l anno Fig. 3 - I trasferimenti agli enti locali: risorse libere e risorse vincolate per l anno Fig. 4 - I trasferimenti agli enti locali: confronto per risorse libere e risorse vincolate. Fig. 5 - I trasferimenti agli enti locali nel 2013: le fonti di finanziamento delle risorse. Fig. 6 - I trasferimenti agli enti locali nel 2013: composizione per strategia. Tab. 3 - I trasferimenti agli enti locali per strategia. Anni Fig. 7 - I trasferimenti agli enti locali per strategia: confronto Tab. 4 - I trasferimenti agli enti locali per strategia: spesa corrente e spesa in conto capitale. Anno Fig. 8 - I trasferimenti agli enti locali per strategia nel 2013: dettaglio spese correnti e spese in conto capitale. Tab. 5 - I trasferimenti agli enti locali per strategia: risorse libere e risorse vincolate Anno Fig. 9 - I trasferimenti agli enti locali per strategia nel 2013: dettaglio risorse libere e risorse vincolate. Tab. 6 - Le entrate aggregate delle Province toscane: dettaglio degli accertamenti Tab. 7 - Le entrate aggregate dei Comuni toscani: dettaglio degli accertamenti Tab. 8 - I trasferimenti agli enti locali per strategia: incidenza sul totale dei pagamenti. Anno Tab. 9 - Strategia territoriale: serie storica dei trasferimenti regionali agli enti locali. Pagamenti totali. Tab Strategia territoriale: dettaglio dei principali trasferimenti agli enti locali. Anno Tab Strategia istituzionale: serie storica dei trasferimenti regionali agli enti locali. Pagamenti totali. Tab Strategia istituzionale: dettaglio dei principali trasferimenti agli enti locali. Anno Tab Strategia culturale e formativa: serie storica dei trasferimenti regionali agli enti locali. Pagamenti totali. Tab Strategia culturale e formativa: dettaglio dei principali trasferimenti agli enti locali. Anno Tab Strategia sociale: serie storica dei trasferimenti regionali agli enti locali. Pagamenti totali. Tab Strategia sociale: dettaglio dei principali trasferimenti agli enti locali. Anno Tab Strategia ambientale: serie storica dei trasferimenti regionali agli enti locali. Pagamenti totali. Tab Strategia ambientale: dettaglio dei principali trasferimenti agli enti locali. Anno Tab Strategia economica: serie storica dei trasferimenti regionali agli enti locali. Pagamenti totali. Tab Strategia economica: dettaglio dei principali trasferimenti agli enti locali. Anno Tab. 21 Amministrazione regionale: serie storica dei trasferimenti regionali agli enti locali. Pagamenti totali. Tab Amministrazione regionale: dettaglio dei principali trasferimenti agli enti locali. Anno Tab I principali destinatari dei trasferimenti agli enti locali territoriali. Anno Tab I principali destinatari per tipologia di trasferimento. Anno Tab Anticipazione di liquidità ricevuta dalla Regione Toscana ai sensi del d.l. 35/2013. Tab I pagamenti effettuati dalla Regione Toscana ai sensi dell'art. 2 del d.l. 35/2013. CAPITOLO VI - IL CONTO DEL PATRIMONIO Tab. Tab. Fig. 1 - Conto generale riassuntivo del patrimonio. 2 - Conto del patrimonio. 1 - Attività del patrimonio. II

7 Fig. 2 - Passività del patrimonio. Tab. 3 - Attività finanziarie. Tab. 4 - Beni mobili ed immobili. Tab. 5 - Beni immobili. Tab. 6 - Contratti stipulati nell esercizio Tab. 7 - Proventi del patrimonio regionale. Tab. 8 - Attività diverse poste rettificate. Tab. 9 - Residui passivi. Tab Passività. CAPITOLO VII - LE PARTECIPAZIONI REGIONALI Fig. 1 - Partecipazioni della Regione Toscana per settore di appartenenza. Tab. 1 - Elenco società partecipate dalla Regione Toscana. Fig. 2 - Valore partecipazioni per settore economico - Percentuale sul totale del portafoglio regionale. Fig. 3 - Valore partecipazioni azionarie detenute dalla Regione (dati in euro). Tab. 2 - Conto del patrimonio della Regione Toscana: Conto C allegato G prima parte. Fig. 4 - Attivo Conto del Patrimonio Regione Toscana. Tab. 3 - Il personale delle società partecipate. Fig. 5 - Personale società Tab. 4 - Partecipazioni in altre società Tab. 5 - Entrate da dividendi su azioni Fig. 6 - Andamento entrate da dividendi su azioni Tab. 6 - Trasferimenti regionali erogati a società partecipate (pagamenti). Fig. 7 - Pagamenti per programmi o acquisizione di beni e servizi. Fig. 8 - Pagamenti erogati alle società partecipate - periodo Tab. 7 - Pagamenti alle società partecipate per strategia anno Tab. 8 - Fondazioni partecipate dalla Regione Toscana. Fig. 9 - Valore delle partecipazioni della Regione nelle fondazioni. Fig Contributi in conto esercizio 2011 e 2012 erogati dalla Regione alle fondazioni. Fig Contributi in conto esercizio alle fondazioni Tab. 9 - Associazioni partecipate dalla Regione Toscana. Tab Erogazioni ad Associazioni partecipate dalla Regione Toscana 2013 (escluso quote associative). Fig Soci di Fidi Toscana. Tab Società partecipate di Fidi Toscana. Fig Partecipazioni detenute da Fidi Toscana S.p.A. (percentuale calcolata sul valore del portafoglio di Fidi Toscana). Tab Andamento economico delle società partecipate da Fidi Toscana. Tab Risultato d'esercizio delle principali società partecipate da Fidi Toscana esercizi Tab Risultato di gestione Fidi Toscana ( ). Tab Composizione della voce 170 del Bilancio di Fidi Toscana Utili o perdite delle partecipazioni (Bilancio 2012). CAPITOLO VIII - I FONDI EUROPEI E IL FAS Tab. 1 - Avanzamento finanziario complessivo da aggiornare al 31/12/2013. Tab. 2 - Avanzamento finanziario del POR CreO FESR. Tab. 3 - Avanzamento finanziario POR CRO FSE. Tab. 4 - Valori della spesa certificata (al ). Fig. 1 Andamento dei valori della spesa (al ). Tab. 5 - Avanzamento finanziario del Programma di sviluppo rurale (FEASR). Tab. 6 - Avanzamento Piano finanziario FAS-FSC. CAPITOLO IX - L ORGANIZZAZIONE AMMINISTRATIVA REGIONALE Tab. 1 - Composizione della Giunta dall inizio della legislatura a tutto il 31/12/2013. Tab. 2 - Struttura organizzativa della Giunta regionale. Tab. 3 - Evoluzione della Direzione generale Presidenza da inizio legislatura. III

8 Tab. 4 - Struttura della Direzione generale Organizzazione. Tab. 5 - Struttura della Direzione generale Competitività del sistema regionale e sviluppo delle competenze. Tab. 6 - Struttura della Direzione generale Diritti di cittadinanza e coesione sociale. Tab. 7 - Struttura della Direzione generale Governo del territorio. Tab. 8 - Struttura della Direzione generale Politiche mobilità, infrastrutture e trasporto pubblico locale. Tab. 9 - Struttura della Direzione generale Politiche ambientali, energia e cambiamenti climatici. Tab Struttura della Avvocatura. Tab Evoluzione della struttura organizzativa da inizio legislatura. Fig. 1 - Organigramma ARPAT. Fig. 2 - Organigramma ARDSU. Tab Unità organizzative delle agenzie ed enti regionali. Tab Personale assegnato alle agenzie ed enti regionali. Tab Pagamenti dell anno 2013 ad enti ed agenzie. Tab Contributi dei singoli assessorati al bilancio Fig. 3 - Contributo dei singoli assessorati al bilancio Fig. 4 - Presidenza Contributi alle strategie del rendiconto Tab Impegni da rendiconto 2013 della Presidenza della Giunta. Fig. 5 - Assessorato al diritto alla salute contributi alle strategie del rendiconto Tab Impegni da rendiconto 2013 dell Assessorato al diritto alla salute. Fig. 6 - Assessorato alla Presidenza - contributi alle strategie del rendiconto Tab Impegni da rendiconto 2013 dell Assessorato alla Presidenza. Fig. 7 - Assessorato alle infrastrutture e mobilità - contributi alle strategie del rendiconto Tab Impegni da rendiconto 2013 dell Assessorato alle infrastrutture e mobilità. Fig. 8 - Assessorato alle attività produttive, formazione e lavoro - contributi alle strategie del rendiconto Tab Impegni da rendiconto 2013 dell Assessorato attività produttive, formazione e lavoro. Fig. 9 - Assessorato alla scuola, ricerca ed università - contributi alle strategie del rendiconto Tab Impegni da rendiconto 2013 dell Assessorato alla scuola, ricerca ed università. Fig Assessorato al welfare e alle politiche per la casa - contributi alle strategie del rendiconto Tab Impegni da rendiconto 2013 dell Assessorato al welfare e politiche per la casa. Fig Assessorato all agricoltura - contributi alle strategie del rendiconto Tab Impegni da rendiconto 2013 dell Assessorato all agricoltura. Fig Assessorato all ambiente ed energia - contributi alle strategie del rendiconto Tab Impegni da rendiconto 2013 dell Assessorato all ambiente ed energia. Fig Assessorato alla cultura, turismo e commercio - contributi alle strategie del rendiconto Tab Impegni da rendiconto 2013 dell Assessorato alla cultura, turismo e commercio. Fig Assessorato all urbanistica e pianificazione del territorio - contributi alle strategie del rendiconto Tab Impegni da rendiconto 2013 dell Assessorato all urbanistica e pianificazione del territorio. Fig Giunta regionale - contributi alle strategie del rendiconto Tab Impegni da rendiconto 2013 della Giunta regionale. Tab Contributo delle Direzioni Generali al bilancio CAPITOLO X - IL PERSONALE REGIONALE Tab. 1 - Regioni a statuto ordinario - Consistenza media* del personale rispetto alla popolazione in età lavorativa. Tab. 2 - Consistenza dei dirigenti a tempo determinato e indeterminato. Tab. 3 - Dotazione organica della Giunta e del Consiglio regionale. Fig. 1 - Dotazione personale di Giunta e Consiglio regionale. Fig. 2 - Dotazione personale di Giunta. Fig. 3 - Dotazione personale di Consiglio. Tab. 4 - Consistenza e composizione del personale Variazione triennio Fig. 4 - Consistenza e composizione personale. Tab. 5 - Consistenza del personale - Incidenza sul totale. Fig. 5 - Consistenza del personale complessivo Tab. 6 - Assunzioni/cessazioni dei dirigenti e del personale a tempo indeterminato. Tab. 7 - Spesa per le retribuzioni del personale. Tab. 8 - Andamento spesa per retribuzioni Tab. 9 - Spesa per retribuzioni e retribuzione media annua. Fig. 6 - Spesa per il personale - Andamento degli impegni Tab Spesa di personale per strategie Impegni. IV

9 Fig. 7 - Andamento spesa di personale per strategie. Fig. 8 - Spesa di personale per strategie - impegni Tab Spesa di personale Tab Spesa/Costo del personale complessivo Fig. 9 - Spesa/Costo del personale consolidato Fig Costo del personale enti dipendenti e agenzie regionali. Fig Costo del personale delle società partecipate attribuibile alla Regione Fig Costo del personale delle aziende sanitarie. Capitolo XI - L ATTIVITÀ CONTRATTUALE Tab. 1 - Quadro delle risorse disponibili. Tab. 2 - Interventi programmati Tab. 3 - Contratti per lavori pubblici Fig. 1 - Contratti di lavori pubblici percentuale atti suddivisa per procedura di scelta. Fig. 2 - Contratti di lavori pubblici percentuale spesa suddivisa per procedura di scelta. Tab. 4 - Contratti di forniture e servizi programmati nel Tab. 5 - Importo contratti stipulati per forniture e servizi. Tab. 6 - Contratti per servizi Fig. 3 - Contratti di servizi percentuale atti suddivisa per procedura di scelta. Fig. 4 - Contratti di servizi percentuale spesa suddivisa per procedura di scelta. Tab. 7 - Contratti per forniture Fig. 5 - Contratti di forniture percentuale atti suddivisa per procedura di scelta. Fig. 6 - Contratti di forniture percentuale spesa suddivisa per procedura di scelta. Tab. 8 - Acquisti verdi - spesa Tab. 9 - Acquisti di beni e servizi - Impegni quinquennio Fig. 7 - Spesa per acquisto di beni e servizi 2013 diviso per strategie. Fig. 8 - Spese per acquisto di beni e servizi - Andamento Fig. 9 - Spese per acquisto di beni e prestazioni di servizio - Andamento per strategie. V

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11 CAPITOLO V I NESSI CON LA FINANZA LOCALE Sommario: 1. Le relazioni finanziarie tra Regione ed enti locali: il quadro normativo di riferimento. 2. I trasferimenti della Regione agli enti locali L analisi dei trasferimenti agli enti locali per tipologia di spesa La composizione dei trasferimenti agli enti locali per strategie e funzioni obiettivo I trasferimenti agli enti locali nella strategia territoriale I trasferimenti agli enti locali nella strategia istituzionale I trasferimenti agli enti locali nella strategia culturale e formativa I trasferimenti agli enti locali nella strategia sociale I trasferimenti agli enti locali nella strategia ambientale I trasferimenti agli enti locali nella strategia economica I trasferimenti agli enti locali nella strategia Amministrazione regionale Gli enti locali principali destinatari dei trasferimenti regionali. 3. Gli effetti dell introduzione del d.l. n. 35/2013, conv. dalla l. n. 64/2013, sui trasferimenti della Regione Toscana verso gli enti locali. 4. Le procedure di gestione e di monitoraggio messe in atto dalla Regione Toscana nell ambito dei trasferimenti agli enti locali Considerazioni generali In particolare: la gestione e il monitoraggio dei trasferimenti per la viabilità. 1. Le relazioni finanziarie tra Regione ed enti locali: il quadro normativo di riferimento La Regione Toscana realizza le proprie politiche direttamente o, più spesso, in collaborazione con gli enti locali, che, secondo la Costituzione, sono gli enti competenti a gestire gran parte dei servizi rivolti ai cittadini. Al riguardo la Regione, in linea con l evoluzione legislativa ordinaria e costituzionale, ha trasferito una serie di funzioni amministrative agli enti locali stessi. Il processo di decentramento delle funzioni ha trovato il suo apice con la l. 15 marzo 1997, n. 59 e con il d.lgs. 31 marzo 1998, n. 112; in attuazione di tali atti normativi anche la Regione Toscana ha adeguato il proprio quadro legislativo e trasferito tutta una serie di funzioni agli enti locali. In particolare, alle province sono state trasferite alcune funzioni amministrative in materia di agricoltura, rifiuti, turismo, difesa del suolo, mercato del lavoro, formazione professionale, trasporti e viabilità. Quanto ai comuni, le principali funzioni trasferite riguardano competenze in materia di: industria, fiere, mercati, commercio, turismo, sport, tutela della salute, servizi sociali, istruzione scolastica, difesa del suolo, gestione dei rifiuti e trasporti, oltre a funzioni riguardanti la gestione del patrimonio agricolo e forestale, e la gestione delle concessioni demaniali marittime. Alle unioni dei comuni sono a loro volta trasferite alcune funzioni nei settori dell agricoltura e della gestione del patrimonio agricolo forestale. Per quanto riguarda le risorse necessarie alla gestione di tali funzioni, queste sono rappresentate da due principali categorie: le risorse destinate agli oneri di funzionamento per il mantenimento dei relativi uffici e quelle destinate alla 1

12 copertura del costo del personale trasferito e assegnato agli uffici medesimi. L attribuzione di tali risorse viene disciplinata, rispettivamente, dalla l.r. 10 gennaio 1985, n. 1, che istituisce il fondo regionale per gli oneri aggiuntivi di funzionamento gravanti sugli enti delegati, e dalla l.r. 11 settembre 1989, n. 62, che riguarda le norme per l assegnazione del personale, dei mezzi finanziari e dei beni agli enti locali per l esercizio delle funzioni delegate. Tali trasferimenti si ritrovano all interno del bilancio regionale nell ambito della strategia istituzionale. La disciplina che regola le relazioni finanziarie tra la regione e gli enti locali è il risultato di un evoluzione legata al processo di attuazione del c.d. federalismo fiscale. Tra i decreti legislativi emanati dal Governo, in attuazione della legge delega sul federalismo fiscale (l. 5 maggio 2009, n. 42), va richiamato, in questa sede, il d.lgs. 6 maggio 2011 n. 68, che reca Disposizioni in materia di autonomia di entrata delle regioni a statuto ordinario e delle province, nonché di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario. Oltre a rideterminare il sistema delle entrate regionali, il decreto prevede anche una riforma dei rapporti finanziari tra regioni e comuni (art. 12). Da un sistema di trasferimenti dalle prime ai secondi, si passa, a decorrere dal 2013, a un nuovo sistema, che potrà essere impostato secondo due modelli alternativi: il ricorso alla compartecipazione dei comuni ai tributi regionali (principalmente all addizionale IRPEF: tanto è vero che la futura disciplina dell addizionale dovrà tenere conto della necessità di coprire il finanziamento ai comuni), oppure la vera e propria devoluzione di alcuni tributi regionali ai comuni. Le relative decisioni vengono assunte da ciascuna regione d intesa con i comuni del proprio territorio, previo accordo da concludere in seno al Consiglio delle autonomie locali. Il nuovo assetto dei rapporti economico-finanziari tra lo Stato e le autonomie territoriali, così come previsto dalla citata legge delega n. 42/2009, ed, in particolare, con riguardo agli articoli 11, 12, e 13 della stessa, è incentrato, in armonia con il dettato costituzionale, sul superamento del sistema di finanza derivata e sull attribuzione di una maggiore autonomia di entrata e di spesa a comuni, province, città metropolitane e regioni, nel rispetto dei principi di solidarietà e di coesione sociale. In questo quadro, uno degli obiettivi principali della riforma risulta essere il passaggio dal sistema dei trasferimenti statali erogati sulla base della spesa storica a quello dell attribuzione di risorse basate sull individuazione di fabbisogni standard, necessari a garantire sull intero territorio nazionale il finanziamento integrale dei livelli essenziali delle prestazioni e delle funzioni fondamentali degli enti locali. 2

13 In seguito, la l. 13 dicembre 2010, n. 220 (legge di stabilità per il 2011) e la legge 12 novembre 2011, n. 183, hanno previsto ulteriori disposizioni che regolano i rapporti tra la regione e gli enti locali nella gestione della finanza pubblica, in relazione, in particolare, alla regolazione del patto di stabilità interno ed alla definizione degli obiettivi del patto stesso per gli enti locali. La Regione Toscana, in attuazione dell articolo 11, comma 1, lettera e), della l. n. 42/2009 e del relativo decreto legislativo n. 68/2011 citato, ha approvato, la l.r. 27 dicembre 2011, n. 68 recante Norme sul sistema delle autonomie locali la quale ha riformato, in applicazione della normativa nazionale, il sistema delle autonomie locali ed ha individuato il percorso di razionalizzazione e semplificazione della finanza pubblica regionale nel contesto del nuovo modello amministrativo, che si contraddistingue, in particolare, per la soppressione delle comunità montane e l incentivazione delle unioni di comuni. Si tratta di una legge quadro regionale, le cui principali disposizioni riguardano la cooperazione finanziaria per l'accertamento di tributi regionali e per il contrasto all'evasione, il patto di stabilità territoriale, le norme per l'esercizio associato di funzioni (mediante convenzioni tra enti locali, la costituzione di unioni di comuni o ricorrendo agli ambiti di dimensioni territoriali adeguate ), prevedendo, inoltre, specifiche disposizioni in merito ad unioni e fusioni di comuni, nonché in merito alla disciplina delle politiche territoriali destinate, in particolare, alle aree disagiate ed ai territori montani e insulari. Le principali norme relative ai rapporti finanziari tra la regione e gli enti locali contenute nella legge regionale citata riguardano, oltre alla predisposizione di strumenti di collaborazione e di raccordo tra regione, province, città metropolitana e comuni, l adozione di misure volte ad implementare la cooperazione tra i diversi livelli di amministrazioni locali, mediante l'organizzazione dei flussi informativi, la condivisione dei dati finanziari e tributari, la gestione del patto di stabilità territoriale, il potenziamento delle azioni di contrasto all'evasione fiscale, l'adozione di misure per la riduzione dell'indebitamento degli enti locali. Gli enti locali, a loro volta, sono obbligati a trasmettere alla regione il certificato relativo al bilancio di previsione ed il certificato del conto di bilancio approvati annualmente, oltre a specifici documenti contenenti, tra l altro, informazioni finanziarie per il monitoraggio del patto di stabilità territoriale e la verifica del livello di indebitamento. Questi ultimi, qualora inadempienti, risultano penalizzati nella rideterminazione dell'obiettivo relativo al patto di stabilità territoriale, nonché nell erogazione di specifici contributi relativi alla riduzione dell'indebitamento ed alla partecipazione all accertamento dei tributi regionali. 3

14 Inoltre, il titolo III della stessa legge disciplina e promuove l esercizio associato di funzioni tra enti locali, anche attraverso la costituzione di un unione di comuni e l esercizio associato di funzioni negli ambiti di dimensione territoriale adeguata, prevedendo l obbligo di esercitare specifiche funzioni associate al livello territoriale considerato maggiormente adeguato. La stessa legge dispone una apposita disciplina nell ambito delle politiche territoriali, ove si prevedono, da una parte, specifici contributi per i territori disagiati e per i territori montani ed insulari, e, dall altra, vengono regolati il trasferimento di funzioni conferite agli enti locali e la fiscalizzazione dei trasferimenti agli stessi, insieme alla relativa perequazione infra-regionale, allo scopo di realizzare il processo di fiscalizzazione dei trasferimenti, attraverso una compartecipazione degli enti locali ai tributi regionali, in modo progressivo e territorialmente equilibrato. Un ulteriore onere a carico degli enti locali, oltre a quello sopra menzionato relativo alla trasmissione alla regione di apposita e specifica documentazione, è quello legato all obbligo della rendicontazione dei contributi straordinari concessi dalla regione stessa. La documentazione da presentare, i termini, le relative modalità nonché le eventuali sanzioni in caso di inadempienza sono disciplinate dalle singole leggi regionali e dai provvedimenti attuativi. In conclusione, la l.r. n. 68/2011 individua quali principali rapporti finanziari tra regione ed enti locali, quelli relativi, in particolare, all esercizio delle funzioni fondamentali a livello di ambiti di dimensione territoriale adeguata, oltre ai contributi erogati a vario titolo ai piccoli comuni ed ai trasferimenti afferenti alle unioni di comuni. La normativa quadro disciplinata dalla summenzionata legge è stata modificata ed integrata, da ultimo, dalla l.r. 9 agosto 2013, n. 47, in particolare in merito alla rideterminazione degli obiettivi del patto di stabilità e da specifiche norme relative alle unioni di comuni, a cui si aggiungono apposite delibere adottate dalla Giunta regionale, atti consiliari e decreti dirigenziali relativi principalmente alle modalità attuative della normativa quadro e ne costituiscono il corollario. I principali strumenti di attuazione della normativa sono costituiti da atti di competenza della Giunta regionale nell ambito del sussidio ai territori disagiati, dei contributi alle unioni di comuni e della cooperazione finanziaria (patto di stabilità territoriale, verifica del livello di indebitamento e contributi per la sua riduzione, misure di contrasto all'evasione), e da atti di competenza del Consiglio, con riferimento agli assetti istituzionali ed alla fiscalizzazione dei trasferimenti regionali agli enti locali. 4

15 2. I trasferimenti della Regione agli enti locali 2.1 L analisi dei trasferimenti agli enti locali per tipologia di spesa Il complesso dei trasferimenti della Regione alle Amministrazioni locali, così come individuate dall Istat ai sensi dell art. 1, c. 3, della legge 31 dicembre 2009 n. 196 (comprensivi, pertanto, anche delle aziende sanitarie ed ospedaliere), risulta essere la principale componente di spesa presente all interno del bilancio regionale. Infatti, a fronte di pagamenti complessivi (in conto competenza ed in conto residui) per 13,4 miliardi (di cui, in particolare, 11 miliardi in conto competenza e 2,4 miliardi in conto residui), il totale dei pagamenti a favore delle amministrazioni locali risulta di 8,1 miliardi, pari a circa il 61 per cento del totale dei pagamenti effettuati dalla Regione nel corso dell anno. La presente analisi si concentra sugli enti locali territoriali (province, comuni e unioni di comuni), allo scopo di evidenziare i rapporti finanziari che intercorrono tra la Regione e questi ultimi, che rappresentano il livello amministrativo maggiormente vicino al cittadino, utente finale delle politiche locali. Verranno pertanto analizzati, in questa sede, specificatamente i trasferimenti verso tali tipologie di enti, contabilizzati, all interno del bilancio regionale, attraverso i seguenti codici gestionali SIOPE: da a per quanto riguarda la parte corrente e da a in merito ai trasferimenti di parte capitale. I dati riportati nel prosieguo del presente capitolo fanno riferimento ai pagamenti complessivi (in conto competenza ed in conto residui) erogati nell arco di un esercizio finanziario dalla Regione agli enti locali summenzionati. In alcuni casi, in particolare nell ambito dell analisi delle serie storiche, all interno dei pagamenti complessivi si distinguono quelli di competenza da quelli effettuati in conto residui, allo scopo di valutare l andamento della sola gestione di competenza, depurata da altri fenomeni. I pagamenti, oltre ad essere più facilmente analizzabili rispetto agli impegni di competenza, rappresentano maggiormente l effettività dei trasferimenti erogati in un determinato periodo agli enti locali, in quanto costituiscono i trasferimenti realmente fruibili da questi ultimi, indipendentemente dall ammontare degli stanziamenti e dei relativi impegni contabilizzati sul bilancio regionale. Considerando i pagamenti totali (in conto competenza ed in conto residui) effettuati dalla Regione al complesso delle Amministrazioni locali nel corso dell esercizio 2013, pari a 8,1 miliardi di euro, i trasferimenti agli enti locali (province, comuni ed unioni di comuni) rappresentano solo il 7 per cento del totale, 5

16 per un ammontare di 574,4 milioni, comprensivi sia dei trasferimenti correnti che di quelli in conto capitale. Rispetto all esercizio precedente, il 2013 registra un lieve aumento dei trasferimenti verso l insieme delle Amministrazioni locali (+5 per cento, pari a circa 380 milioni di euro) dovuto, in particolare, all aumento dei trasferimenti correnti verso le province e dei trasferimenti in conto capitale alle aziende sanitarie. Tale andamento risulta influenzato anche dalle disposizioni recate dal d.l. 8 aprile 2013, n. 35, convertito dalla l. 6 giugno 2013, n. 64, inerenti il pagamento dei debiti scaduti della pubblica amministrazione, che ha comportato un incremento dei pagamenti in conto residui verso i creditori dell amministrazione regionale per debiti sia ordinari (art. 2 del d.l. 35/2013) sia afferenti al comparto sanitario (art. 3 del d.l. 35/2013), come verrà meglio esplicitato nel seguito del presente capitolo. Tra le principali voci che, al contrario, registrano una diminuzione dei relativi trasferimenti, intesi come pagamenti complessivi erogati nell anno di riferimento, si evidenziano i trasferimenti correnti ad aziende sanitarie, diminuiti in valore assoluto per circa 160 milioni, ed i trasferimenti in conto capitale agli enti locali. 6

17 Tab. 1 - I trasferimenti della Regione Toscana agli enti delle Amministrazioni locali. Anni 2012 e (in euro) Descrizione gestionale Pagamenti totali 2012 Pagamenti totali 2013 Variazione 2013/ Trasferimenti correnti ad altre Regioni e 4.730, ,36 Province Autonome 155% Trasferimenti correnti a Province , ,90 52% Trasferimenti correnti a Città metropolitane 40, % Trasferimenti correnti a Comuni per referendum 106,81 162,33 e spese elettorali 52% Altri trasferimenti correnti ai Comuni , ,35 7% Trasferimenti correnti ad Unioni di comuni , ,42 77% Trasferimenti correnti a Comunità montane 1.473, % Trasferimenti correnti ad Aziende sanitarie , ,95-3% Trasferimenti correnti ad Aziende ospedaliere , ,82 8% Trasferimenti correnti a IRCSS pubblici , ,75-13% Trasferimenti correnti a Enti di ricerca delle , ,92 Amministrazioni locali 44% Trasferimenti correnti a Camere di Commercio 3.268, ,07-62% Trasferimenti correnti a Autorità portuali 357,58 950,69 166% Trasferimenti correnti ad Aziende di promozione 6,09 - turistica -100% Trasferimenti correnti a Università , ,41-8% Trasferimenti correnti a Enti Parco Nazionali 104,68 140,53 34% Trasferimenti correnti a ARPA , ,97 8% Trasferimenti correnti ad Enti e Agenzie regionali , ,59 30% Trasferimenti correnti ad altri Enti delle , ,65 Amministrazioni locali 16% Trasferimenti correnti ad Istituti Zooprofilattici 392,85 366,38 Sperimentali -7% Trasferimenti correnti a Enti per il Diritto allo , ,03 Studio 9% Trasferimenti correnti ad altre Regioni e 902,71 656,54 Province autonome - Risorse UE -27% Trasferimenti ripiano gestioni liquidatorie ex 11,58 - UU.SS.LL. -100% Trasferimenti in conto capitale ad altre Regioni e 152,84 889,64 Province Autonome 482% Trasferimenti in conto capitale a Province , ,49-43% Trasferimenti in conto capitale a Comuni , ,93-16% Trasferimenti in conto capitale a Unioni di 9.612, ,82 comuni -27% Trasferimenti in conto capitale ad Aziende , ,50 sanitarie 79% Trasferimenti in conto capitale ad Aziende , ,64 ospedaliere 127% Trasferimenti in conto capitale a IRCSS pubblici - 279,00 100% Trasferimenti in conto capitale a Enti di ricerca 3.786, ,66 delle Amministrazioni locali 71% Trasferimenti in conto capitale a Camere di 5,52 0,92 Commercio -83% Trasferimenti in conto capitale a Autorità 110,57 87,62 portuali -21% Trasferimenti in conto capitale a Università 1.717, ,30-38% Trasferimenti in conto capitale a Enti Parco 177,82 103,84 Nazionali -42% Trasferimenti in conto capitale a ARPA 1.100,22 961,85-13% Trasferimenti in conto capitale ad Enti e Agenzie , ,01 regionali 34% Trasferimenti in conto capitale ad altri Enti delle , ,11 Amministrazioni locali 81% Trasferimenti in conto capitale ad Istituti 2,08 2,87 Zooprofilattici Sperimentali 38% Trasferimenti in conto capitale a Enti per il 2.500, ,30 diritto allo studio 13% Trasferimenti in conto capitale ad altre Regioni e 65,02 326,42 Province autonome - Risorse UE 402% Totale complessivo , ,60 5% Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione Toscana. Nel periodo l ammontare destinato dalla Regione alla finanza locale, da intendersi come il complesso dei trasferimenti destinati agli enti locali territoriali, è aumentato costantemente, in termini di pagamenti complessivi, sia per quanto riguarda i trasferimenti correnti che quelli in conto capitale. Nel biennio successivo ( ), invece, vi è stata un inversione di tendenza marcata, in quanto le 7

18 risorse trasferite sono diminuite per entrambe le citate componenti, come meglio specificato di seguito in sede di analisi delle singole strategie regionali. Le risorse destinate alla finanza locale riprendono a crescere nel 2013; tuttavia, è da evidenziare come l entità dei trasferimenti si attesti al di sotto dei valori del 2008 sia per i trasferimenti in conto capitale che per quelli correnti. Nel 2013, i trasferimenti (intesi come pagamenti complessivi) verso gli enti locali sono cresciuti rispetto all anno precedente del 13 per cento; tale incremento è stato causato esclusivamente dai trasferimenti correnti, che sono aumentati del 38 per cento ed hanno compensato il calo vistoso dei trasferimenti in conto capitale, diminuiti del 31 per cento. Nel 2013 i pagamenti per i trasferimenti correnti sono del tutto simili a quelli del 2008, mentre quelli in conto capitale subiscono una flessione del 46 per cento come evidenziato nella tabella e nei grafici successivi. Tab. 2 - I trasferimenti agli enti locali : dettaglio spese correnti e in conto capitale Anni (in milioni) Tipologia trasferimenti trasferimenti correnti trasferimenti in conto capitale trasferimenti totali Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione Toscana. Fig. 1 - Andamento dei trasferimenti della Regione agli Enti Locali (pagamenti totali). (in milioni) Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione Toscana. Quanto alla natura delle risorse trasferite dalla Regione agli enti locali territoriali, si analizza, di seguito, la composizione delle stesse, nella suddivisione tra libere e 8

19 vincolate, oltre alla relativa variazione nel corso degli anni. Al riguardo, è necessario specificare che per risorse vincolate si intendono quelle che la Regione è tenuta a destinare a specifiche finalità, in base a norme regionali, nazionali o comunitarie che disciplinano i singoli finanziamenti. Tali risorse risultano, pertanto, vincolate anche nell ambito dei bilanci degli enti locali beneficiari, in base alle finalità a cui sono destinate dalle varie norme che ne disciplinano l erogazione. Queste ultime possono essere, oltre che regionali, anche norme nazionali o comunitarie, come già sopra precisato, in quanto la Regione, in taluni casi, opera come soggetto attuatore, trasferendo agli enti locali risorse provenienti da livelli di governo superiori. Le risorse che risultano vincolate a specifica destinazione all interno del bilancio regionale restano vincolate nella destinazione anche nei bilanci degli enti destinatari; in merito alle risorse considerate libere nel bilancio regionale, si evidenzia che parte di esse può comunque risultare, per l ente locale destinatario, vincolata nella destinazione, in base alle finalità che tali risorse devono perseguire come definite dalla Regione stessa e, pertanto, soggette a rendicontazione. Come è evidenziato nei grafici successivi, le risorse complessive trasferite agli enti locali risultano maggiori nel 2013 rispetto all anno precedente; in termini relativi, la percentuale della quota di risorse vincolate sul totale cresce nel 2013 rispetto al 2012, mentre si registra un andamento inverso per quelle di natura non vincolata. Fig. 2 - I trasferimenti agli enti locali: risorse libere e risorse vincolate per l anno (in milioni) 260,5; 45% 313,6; 55% risorse libere risorse vincolate Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione Toscana. 9

20 Fig. 3 - I trasferimenti agli enti locali: risorse libere e risorse vincolate per l anno (in milioni) 206; 40% 302,7; 60% risorse libere risorse vincolate Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione Toscana. Fig. 4 - I trasferimenti agli enti locali: confronto per risorse libere e risorse vincolate. (in milioni) Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione Toscana. Quanto alla natura delle fonti di finanziamento delle risorse che la Regione trasferisce agli enti locali esaminati, le stesse si possono suddividere in tre macro aree. Si evidenziano, infatti, le risorse che provengono dal bilancio comunitario, quelle che derivano dal bilancio statale ed, infine, quelle di provenienza regionale, come risulta dal grafico seguente. 10

21 Fig. 5 - I trasferimenti agli enti locali nel 2013: le fonti di finanziamento delle risorse. (in milioni) fondi europei; 40,6; 7% fondi regionali; 304,3; 53% fondi regionali fondi statali fondi europei fondi statali; 228,7; 40% Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione Toscana. Analizzando la composizione dei trasferimenti regionali agli enti locali per singole strategie di intervento, è possibile inoltre cogliere le priorità che la Regione stessa persegue, attraverso il ricorso alla delega di funzioni o al sostegno finanziario agli stessi. I dati sotto riportati rivelano come la quasi totalità delle risorse sia destinata al perseguimento delle strategie territoriale, culturale e formativa e istituzionale, che nel complesso assorbono l 85 per cento dei pagamenti. 11

22 Fig. 6 - I trasferimenti agli enti locali nel 2013: composizione per strategia. (in milioni) territoriale; 270,88; 47% amm. regionale; 23; 4% ambientale; 23,89; 4% culturale e formativa; 120,39; 21% amm. regionale ambientale culturale e formativa economica istituzionale sociale territoriale sociale; 27,81; 5% istituzionale; 96,26; 17% economica; 11,81; 2% Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione Toscana. Come già specificato in precedenza, i trasferimenti effettuati nel corso del 2013, intesi come pagamenti complessivi, sono cresciuti rispetto all anno precedente del 13 per cento. La scomposizione delle variazioni per strategie evidenzia la sostanziale stabilità delle strategie territoriale (+2 per cento) ed ambientale (+1 per cento); mentre, in termini relativi, le variazioni più consistenti sono state realizzate nell ambito delle strategie istituzionale (+47 per cento), culturale e formativa (+18 per cento) e sociale (+10 per cento). L unica strategia che ha visto un decremento consistente dei trasferimenti (-34 per cento) risulta essere quella economica. Il considerevole aumento dei pagamenti afferenti alla Strategia istituzionale, registrato tra il 2012 ed il 2013, pari al 47 per cento, è da imputarsi principalmente all aumento delle risorse destinate al finanziamento dei costi connessi con le funzioni delegate agli enti locali ed in particolare di quelli relativi all assunzione e trasferimento del personale (+22,7 milioni). Quanto ai decrementi è da rilevare il calo dei pagamenti per le funzioni conferite in materia di turismo, diminuiti di 2,4 milioni. La strategia culturale e formativa ha registrato un incremento nei pagamenti nel corso del 2013 rispetto al 2012 per 18,3 milioni, riconducibile principalmente all aumento dei pagamenti per l attuazione del Fondo sociale europeo sia per la parte finanziata da fondi europei che da quella statale. 12

23 La strategia economica è caratterizzata, al contrario, da un consistente decremento dei pagamenti nel corso del 2013, pari 6,3 milioni, a causa della diminuzione delle risorse destinate a spese di investimento afferenti al Piano regionale agricolo forestale e al patrimonio agricolo forestale. In termini di composizione delle singole strategie, i dati riportati di seguito evidenziano come la principale strategia in cui si collocano i trasferimenti agli enti locali risulti essere quella territoriale, con un incidenza rispettivamente del 47 per cento nel 2013 e del 52 per cento nel 2012 sul complesso dei trasferimenti, considerati in termini di pagamenti complessivi, erogati dalla Regione agli enti locali che ammontano, nel 2013, a 574,42 milioni, come già specificato in precedenza. Seguono i trasferimenti afferenti alla strategia culturale e formativa (pari a circa il 2 per cento del totale) e quelli relativi alla strategia istituzionale, la cui incidenza si attesta, nel 2013, al 17 per cento sul totale. Nel prosieguo del presente capitolo verranno analizzate nel dettaglio le principali voci che compongono i trasferimenti agli enti locali per singola strategia regionale. Tab. 3 - I trasferimenti agli enti locali per strategia. Anni (in milioni) strategie Amministrazione regionale Pagamenti 2013 % sul totale Pagamenti 2012 % sul totale Variazione % 2013/ ,01 4% 9,06 2% 154% Ambientale 24,18 4% 23,83 5% 1% Culturale e formativa 120,25 21% 101,94 20% 18% Economica 11,80 2% 17,8 4% -34% Istituzionale 96,31 17% 65,36 13% 47% Sociale 27,81 5% 25,36 5% 10% Territoriale 271,06 47% 264,74 52% 2% Totale strategie 574,42 100% 508,09 100% 13% Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione Toscana. 13

24 Fig. 7 - I trasferimenti agli enti locali per strategia: confronto (in milioni) Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione Toscana. Tab. 4 - I trasferimenti agli enti locali per strategia: spesa corrente e spesa in conto capitale. Anno (in milioni) strategie Spesa corrente Spesa in conto capitale Spesa totale Amministrazione regionale 19,02 3,99 23,01 Ambientale 3,02 21,16 24,18 Culturale e formativa 110,78 9,46 120,25 Economica 0,92 10,89 11,80 Istituzionale 83,68 12,63 96,31 Sociale 19,31 8,50 27,81 Territoriale 210,71 60,35 271,06 Totale strategie 447,43 126,99 574,42 Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione Toscana. 14

25 Fig. 8 - I trasferimenti agli enti locali per strategia nel 2013: dettaglio spese correnti e spese in conto capitale. (in milioni) Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione Toscana. Tab. 5 - I trasferimenti agli enti locali per strategia : risorse libere e risorse vincolate Anno (in milioni) strategie risorse libere risorse vincolate Trasferimenti totali Amministrazione regionale 3,70 19,31 23,01 Ambientale 15,47 8,70 24,18 Culturale e formativa 37,11 83,14 120,25 Economica 9,15 2,65 11,80 Istituzionale 80,25 16,06 96,31 Sociale 17,74 10,07 27,81 Territoriale 150,42 120,64 271,06 Totale strategie 313,84 260,58 574,42 Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione Toscana. 15

26 Fig. 9 - I trasferimenti agli enti locali per strategia nel 2013: dettaglio risorse libere e risorse vincolate. (in milioni) Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione Toscana. Con riferimento alle risorse di cui i Comuni e le Province toscane dispongono per la gestione delle proprie funzioni, si evidenzia come, a fronte di accertamenti di competenza dell esercizio 2012 pari milioni per le Province e a milioni per i Comuni, le risorse trasferite da altri enti del settore pubblico, in particolare quelle statali, regionali e comunitarie, ammontino complessivamente a 854 milioni per le Province e a 767 milioni per i Comuni (accertamenti di competenza di parte corrente e capitale), con una percentuale di incidenza sul totale degli accertamenti, rispettivamente, pari al 49,3 per cento per le Province e al 15 per cento per i Comuni. Di seguito si riportano le entrate aggregate dei Comuni e delle Province relativamente agli accertamenti di competenza

27 Tab. 6 - Le entrate aggregate delle Province toscane: dettaglio degli accertamenti (in milioni) Titolo Entrate TITOLO I Categoria accertamenti 2012 incidenza % sul totale accertamenti Categoria 1 - Imposte 345,23 31,88% Categoria 2 - Tasse 0,67 0,06% Categoria 3 - Tributi speciali ed altre entrate tributarie proprie 33,43 3,09% Di cui: Fondo sperimentale di riequilibrio (trasferimenti dallo Stato) (a) 9,66 0,89% Totale Titolo I 379,33 35,03% Categoria 1 - Contributi e trasferimenti correnti dallo 27,84 Stato (b) 2,57% Categoria 2 - Contributi e trasferimenti correnti dalla 124,47 Regione ( c) 11,50% Categoria 3 - Contributi e trasferimenti dalla Regione per TITOLO II 196,45 funzioni delegate (d) 18,14% Categoria 4 - Contributi e trasferimenti da parte di 1,75 organismi comunitari ed internazionali (e) 0,16% Categoria 5 - Contributi e trasferimenti correnti da altri 27,17 enti del settore pubblico (f) 2,51% Totale Titolo II 377,68 34,88% Categoria 1 - Proventi dei servizi pubblici 34,88 3,22% Categoria 2 - Proventi dei beni dell'ente 29,71 2,74% Categoria 3 - Interessi su anticipazioni e crediti 3,20 0,30% TITOLO III Categoria 4 - Utili netti delle aziende speciali e 1,62 partecipate, dividendi di società 0,15% Categoria 5 - Proventi diversi 35,35 3,26% Totale Titolo III 104,76 9,67% Categoria 1 - Alienazione di beni patrimoniali 10,27 0,95% Categoria 2 - Trasferimenti di capitale dallo Stato (g) 2,59 0,24% Categoria 3 - Trasferimenti di capitale dalla Regione (h) 136,17 12,57% TITOLO IV Categoria 4 - Trasferimenti di capitale da altri enti del 7,77 settore pubblico (i) 0,72% Categoria 5 - Trasferimenti di capitale da altri soggetti 3,38 0,31% Categoria 6 - Riscossione di crediti 0,10 0,01% Totale Titolo IV 160,28 14,80% Categoria 1 - Anticipazioni di cassa 0,00 0,00% TITOLO V Categoria 2 - Finanziamenti a breve termine 0,00 0,00% Categoria 3 - Assunzione di mutui e prestiti 0,52 0,05% Categoria 4 - emissione di prestiti obbligazionari 0,00 0,00% Totale Titolo V 0,52 0,05% Totale accertamenti titoli i-v di cui: 1.022,57 94,43% Trasferimenti statali (correnti e in c/capitale) a+b+g 360,64 3,70% Trasferimenti regionali (correnti e in c/capitale) c+d+h 457,09 42,21% Trasferimenti di organismi comunitari e internazionali e 1,75 0,16% Trasferimenti da altri enti del settore pubblico (correnti e in 34,94 c/capitale) f+i 3,23% Totale trasferimenti 854,41 49,30% TITOLO VI - Entrate da Servizi per conto di terzi 60,28 5,57% Totale accertamenti 1.082,85 100,00% Fonte: elaborazione Corte dei conti sui dati di rendiconto 2012 presenti nel sistema SIRTEL. *Il fondo sperimentale di riequilibrio è stato ricavato dai questionari sul consuntivo 2012 trasmessi dagli Organi di revisione. 17

28 Tab. 7 - Le entrate aggregate dei Comuni toscani: dettaglio degli accertamenti (in milioni) Titolo Entrate TITOLO I Categoria accertamenti 2012 incidenza % sul totale accertamenti Categoria 1 - Imposte 1.696,08 32,99% Categoria 2 - Tasse 451,77 8,79% Categoria 3 - Tributi speciali ed altre entrate tributarie 502,24 proprie 9,77% Di cui: Fondo sperimentale di riequilibrio (trasferimenti 273,21 dallo Stato) (a) 5,31% Totale Titolo I 2.650,10 51,55% TITOLO II Categoria 1 - Contributi e trasferimenti correnti dallo Stato (b) Categoria 2 - Contributi e trasferimenti correnti dalla Regione ( c) Categoria 3 - Contributi e trasferimenti dalla Regione per funzioni delegate (d) Categoria 4 - Contributi e trasferimenti da parte di organismi comunitari ed internazionali (e) Categoria 5 - Contributi e trasferimenti correnti da altri enti del settore pubblico (f) 73,83 100,24 47,15 2,38 60,22 1,44% 1,95% 0,92% 0,05% 1,17% Totale Titolo II 283,82 5,52% Categoria 1 - Proventi dei servizi pubblici 598,56 11,64% Categoria 2 - Proventi dei beni dell'ente 244,17 4,75% Categoria 3 - Interessi su anticipazioni e crediti 11,84 0,23% TITOLO III Categoria 4 - Utili netti delle aziende speciali e 27,27 partecipate, dividendi di società 0,53% Categoria 5 - proventi diversi 229,75 4,47% Totale Titolo III 1.111,60 21,62% Categoria 1 - Alienazione di beni patrimoniali 81,01 1,58% Categoria 2 - Trasferimenti di capitale dallo Stato (g) 13,60 0,26% Categoria 3 - Trasferimenti di capitale dalla Regione (h) 168,80 3,28% TITOLO IV Categoria 4 - Trasferimenti di capitale da altri enti del 28,39 settore pubblico (i) 0,55% Categoria 5 - Trasferimenti di capitale da altri soggetti 230,27 4,48% Categoria 6 - Riscossione di crediti 15,03 0,29% Totale Titolo iv 537,12 10,45% Categoria 1 - Anticipazioni di cassa 172,50 3,36% TITOLO V Categoria 2 - Finanziamenti a breve termine 0,23 0,00% Categoria 3 - Assunzione di mutui e prestiti 39,86 0,78% Categoria 4 - emissione di prestiti obbligazionari 0,00 0,00% Totale Titolo V 212,59 4,14% Totale accertamenti titoli i-v di cui: 4.795,22 93,28% Trasferimenti statali (correnti e in c/capitale) a+b+g 360,64 7,02% Trasferimenti regionali (correnti e in c/capitale) c+d+h 316,20 6,15% Trasferimenti di organismi comunitari e internazionali e 2,38 0,05% Trasferimenti da altri enti del settore pubblico (correnti e in 88,61 c/capitale) f+i 1,72% Totale trasferimenti 767,83 14,94% Titolo VI - Entrate da Servizi per conto di terzi 345,38 6,72% Totale accertamenti 5.140,60 100,00% Fonte: elaborazione Corte dei conti sui dati di rendiconto 2012 presenti nel sistema SIRTEL. *il fondo sperimentale di riequilibrio è stato ricavato dai questionari sul consuntivo 2012 trasmessi dagli Organi di revisione. 18

29 2.2 La composizione dei trasferimenti agli enti locali per strategie e funzioni obiettivo Il complesso dei trasferimenti agli enti locali rappresenta il 4,9 per cento del totale dei pagamenti erogati dalla Regione nell esercizio 2013 nell ambito delle strategie. Infatti, a fronte di pagamenti totali (in conto competenza ed in conto residui) per milioni, i pagamenti erogati agli enti locali analizzati nel presente capitolo ammontano a soli 574 milioni, per lo più concentrati nelle strategie territoriale e culturale. Tab. 8 - I trasferimenti agli enti locali per strategia: incidenza sul totale dei pagamenti. Anno (in milioni) strategie Pagamenti totali della strategia Trasferimenti agli enti locali Incidenza % Amministrazione regionale 2.914,97 23,01 0,8% Ambientale 102,21 24,18 23,7% Culturale e formativa 331,73 120,25 36,2% Economica 203,89 11,8 5,8% Istituzionale 207,82 96,31 46,3% Sociale 7.366,80 27,81 0,4% Territoriale 576,84 271,06 47,0% Totale strategie ,26 574,42 4,9% Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione Toscana. Nel prosieguo della presente sezione viene proposta un analisi di dettaglio delle principali tipologie di trasferimenti erogati dalla Regione agli enti locali all interno del bilancio regionale, attraverso la scomposizione degli stessi nell ambito delle singole voci che compongono il bilancio stesso, ovvero le strategie, le funzioni obiettivo e le unità previsionali di base (UPB), allo scopo di verificare quali sono le principali tipologie di risorse erogate e le politiche che, di conseguenza, la Regione tende a perseguire conferendo agli enti locali la funzione di soggetti attuatori I trasferimenti agli enti locali nella Strategia territoriale La Regione concentra nella Strategia territoriale quasi il 50 per cento di tutti i trasferimenti agli enti locali esaminati; all interno di questa strategia, la parte più consistente dei trasferimenti è finalizzata al finanziamento del trasporto pubblico locale. Mediante lo stanziamento di fondi statali di cui al d.l. 6 luglio 2011, n. 98, convertito dalla l. 15 luglio 2011, n. 111, sono stati effettuati pagamenti in favore degli enti locali per 105 milioni; altri 100 milioni sono stati previsti dal fondo regionale trasporti di cui alla l.r. 31 luglio 1998, n. 42. Consistenti sono, inoltre, i 19

30 trasferimenti a favore degli enti locali per gli interventi sulla viabilità di interesse regionale, sia per la manutenzione ordinaria che straordinaria. Nella tabella seguente sono evidenziati i trasferimenti più consistenti effettuati dalla Regione agli enti locali all interno della strategia in oggetto. I pagamenti complessivi afferenti alla strategia territoriale ammontano, per il 2013, a 576,8 milioni, di cui 271,06 milioni consistono in trasferimenti agli enti locali territoriali (province, comuni e unioni di comuni) analizzati nel presente paragrafo, con un incidenza del 46,9 per cento. Tab. 9 - Strategia territoriale: serie storica dei trasferimenti regionali agli enti locali. Pagamenti totali. (in milioni) Funzione obiettivo Attività generali per il territorio (34) UPB Azioni di sistema per il governo del territorio - spese correnti Azioni di sistema per il governo del territorio - spese di investimento Sistemi informativi, attività conoscitive e di informazione in campo territoriale - spese correnti Variazione % 2012/ Variazione % 2013/2012-0,09 100% 0,22 148% 1, % 0,23 100% 0,25 0,25-1% 0,31 26% Sistemi informativi, attività conoscitive e di informazione in campo territoriale - spese di investimento 0,76 0,57-25% 0,43-24% Totale funzione obiettivo (34) 2,07 0,90-56% 1,19 32% Efficienza del sistema regionale dei trasporti (32) Servizi di trasporto pubblico - spese correnti Servizi di trasporto pubblico - spese di investimento 209,26 166,10-21% 206,98 25% 3,14 4,49 43% 2,45-45% Totale funzione obiettivo (32) 212,40 170,59-20% 209,43 23% Modernizzazione delle infrastrutture (31) Innovazione e sviluppo della rete delle infrastrutture di trasporto - spese correnti Innovazione e sviluppo della rete delle infrastrutture di trasporto - spese di investimento 2,74 1,43-48% 3,20 124% 86,29 88,99 3% 53,86-39% Totale funzione obiettivo (31) 89,03 90,41 2% 57,06-37% Sistema abitativo e riqualificazione urbana (33) Sostegno alla costruzione, acquisto, ristrutturazione edilizia - spese di investimento 3,82 2,84-26% 3,38 19% Totale funzione obiettivo (33) 3,82 2,84-26% 3,38 19% Totale complessivo 307,32 264,74-14% 271,06 2% Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione Toscana. I dati sopra riportati, relativi ai trasferimenti erogati dalla Regione agli enti locali, in termini di pagamenti complessivi per singola funzione obiettivo, evidenziano come il totale degli stessi sia diminuito notevolmente dal 2011 al 2012 (-14 per 20

31 cento) e, successivamente, presenti un lieve aumento nel 2013 (2 per cento). La drastica riduzione registrata nel 2012, rispetto all anno precedente, è dovuta, in particolare, ai minori trasferimenti correnti per servizi di trasporto pubblico all interno della funzione obiettivo 32, Efficienza del sistema regionale dei trasporti che registra, infatti, una diminuzione dei relativi trasferimenti correnti, rispettivamente, per 28 milioni con riferimento ai trasferimenti finanziati con fondi statali, e per 14 milioni con riguardo a quelli coperti da fondi regionali, per un totale di 42 milioni di minori trasferimenti. Il 2013 è caratterizzato da un lieve aumento delle poste in oggetto, che si attestano rispettivamente a 106,6 milioni ed a 100,4 milioni, per complessivi 207 milioni. Tali tipologie di trasferimenti, relative al finanziamento del trasporto pubblico locale, sono composti in particolare da spese per contratti di servizio degli enti locali, di cui alla l.r. n. 42/1998, finanziate con risorse regionali, e da spese correnti di cui al d.lgs. n. 98/2011, convertito dalla l. n. 111/2011, finanziate da fondi statali. Un ulteriore componente rilevante, all interno della Strategia territoriale, è rappresentata dai trasferimenti relativi a spese per l innovazione e lo sviluppo della rete delle infrastrutture del trasporto (funzione obiettivo 31), che ammontano nel 2013, a 57 milioni, quasi tutti relativi a spese di investimento, di cui 16,4 milioni riguardano finanziamenti regionali per interventi di adeguamento e manutenzione straordinaria per la realizzazione dei percorsi di gara dei campionati mondiali di ciclismo (l.r. 29 dicembre 2010, n. 65) e 14 milioni riguardano interventi sulla viabilità regionale di cui alla l.r. 1 dicembre 1998, n. 88. Al fine di disporre di un quadro dettagliato delle principali voci che compongono la Strategia in oggetto, come appena descritte, si riportano di seguito i principali capitoli, in termini di ammontare di pagamenti complessivi, e la relativa normativa di riferimento. 21

32 Tab Strategia territoriale: dettaglio dei principali trasferimenti agli enti locali. Anno (in euro) Descrizione principali capitoli pagamenti totali riferimento normativo Finanziamento del trasporto pubblico locale - spesa corrente ,10 l. 111/2011 Fondo regionale trasporti - risorse contratti di servizio enti locali ,32 l.r. 42/1998 Interventi di adeguamento e manutenzione dei percorsi di gara dei campionati mondiali di ciclismo ,10 l.r. 65/2010 Interventi sulla viabilità regionale compresi studi, programmi e progetti. Programma pluriennale investimenti: interventi sulla viabilità di interesse regionale. Accordo di programma quadro per il settore delle infrastrutture di trasporto Fondi per viabilità regionale - recupero anticipazione su apq per le infrastrutture di trasporto , , , ,75 l.r. 88/1998, art. 24 l.r. 43/2002, art. 10 l. 662/1996, art 2, c. 203 l. 662/1996, art 2, c. 203 Finanziamento di progetti speciali di recupero e incremento del patrimonio di edilizia residenziale Accordo di programma quadro per il settore infrastrutture di trasporto ,93 l.r. 65/2010, art. 118 quinques ,99 l. 208/1998 Finanziamento agli enti locali per l'esercizio delle funzioni trasferite In materia di opere portuali e di navigazione interna ,00 l.r. 88/1998, art. 25 Annualità per interventi in materia di parcheggi ,42 l. 122/1989 Programma pluriennale investimenti : interventi su strada grande comunicazione (Firenze - Pisa - Livorno) e strade regionali ,62 l.r. 43/2002 Interventi sulla viabilità regionale - spesa corrente ,99 l.r. 5/1988 Interventi nel settore dei porti di interesse regionale e della navigazione interna ,94 l.r. 88/1998 Fondo regionale trasporti - spese di esercizio degli enti locali ,65 l.r. 42/1998 Programma pluriennale investimenti: interventi relativi ai piani urbani della mobilità e sicurezza ,40 l.r. 71/2004 Programma pluriennale investimenti : interventi nel settore dei porti regionali (l.r. 88/1998) ,24 l.r. 71/2004, art. 16 Accordo di programma quadro per il settore infrastrutture di trasporto ,00 l. 208/1998 Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione Toscana. 22

33 2.2.2 I trasferimenti agli enti locali nella Strategia istituzionale I rapporti tra la Regione Toscana e gli enti locali, nell ambito della Strategia istituzionale, sono stati ridefiniti, a seguito della riforma costituzionale, dalla legge regionale n. 68/2011, già menzionata in precedenza. Come detto, la legge citata prevede importanti disposizioni per il riordino del sistema delle autonomie locali, con gli obiettivi di sviluppare la cooperazione istituzionale e finanziaria a sostenere l esercizio associato di funzioni, a favorire le unioni e le fusioni di comuni nonché a definire le nuove politiche regionali a favore dei territori montani (Fondo regionale per la montagna, Patto per la montagna, Fondo di anticipazione per la progettualità). Buona parte dei trasferimenti regionali presenti nella Strategia istituzionale ha, pertanto, come presupposto normativo e finanziario la legge di cui sopra, con le funzioni principali appena descritte. I pagamenti complessivi afferenti alla Strategia in oggetto ammontano, per il 2013, a 207,8 milioni, di cui 96,3 milioni per trasferimenti agli enti locali, con un incidenza sul totale del 46,36 per cento. 23

34 Tab Strategia istituzionale: serie storica dei trasferimenti regionali agli enti locali. Pagamenti totali. (in milioni) Funzione obiettivo Attività internazionale (12) UPB Cooperazione internazionale, promozione della cultura della pace - spese correnti Cooperazione internazionale, promozione della cultura della pace - spese di investimento Interventi per i toscani all'estero - spese correnti Variazione % 2012/ Variazione % 2013/2012 6,44 11,04 72% 6,99-37% 0,25 0,87 242% 2,52 190% 0,02 0,00-84% 0,01 99% Totale funzione obiettivo (12) 6,72 11,91 77% 9,51-20% Attività istituzionale (13) Attività di carattere istituzionale - spese correnti Attività di carattere istituzionale - spese di investimento Attività d'informazione, comunicazione, pubblicità istituzionale - spese correnti Funzionamento degli organi politici - spese correnti 0,04 0,21 422% 0,24 16% - 0,32 100% 0,26-19% 0,09 0,09 2% 0,02-78% 0,13 0,19 48% 0,22 18% Totale funzione obiettivo (13) 0,26 0,80 213% 0,74-8% Sviluppo organizzazione regionale (14) Attività di informazione, ricerca, monitoraggio e valutazione - spese correnti Innovazione tecnologica, organizzativa e sviluppo risorse umane per l'attuazione delle politiche regionali - spese correnti Innovazione tecnologica, organizzativa e sviluppo risorse umane per l'attuazione delle politiche regionali - spese di investimento 0, % - 0% 0,90 0,46-50% 0,05-89% 0,67 0,79 19% 1,15 45% Totale funzione obiettivo (14) 1,61 1,25-23% 1,20-4% Azioni di sistema Regione-enti locali - spese correnti Azioni di sistema Regione-enti locali - spese di investimento Interventi derivanti da eventi calamitosi - spese correnti 67,68 28,58-58% 71,51 150% - - 0%! 0,22 100% 4,23 4,84 14% 4,14-14% Sviluppo sistema autonomie locali e difesa del cittadino (11) Interventi derivanti da eventi calamitosi - spese di investimento Interventi per la salvaguardia dei valori dell'antifascismo e della resistenza - spese correnti Interventi regionali per la sicurezza della comunità toscana - spese correnti Organizzazione regionale protezione civile - spese correnti Organizzazione regionale protezione civile - spese di investimento 19,80 16,84-15% 8,31-51% 0,16 0,16-2% 0,16 1% 0, % 0,16 #DIV/0! 0,49 0,44-10% 0,22-50% 0,04 0, % 0,14-75% Totale funzione obiettivo (11) 92,81 51,42-45% 84,86 65% Totale complessivo 101,39 65,39-36% 96,31 47% Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione Toscana. 24

35 I dati sopra riportati, relativi ai trasferimenti erogati dalla Regione agli enti locali, evidenziano come il totale degli stessi sia diminuito dal 2011 al 2012 per 36 milioni (-36 per cento), registrando una ripresa nel 2013 (+47 per cento). La riduzione tra il 2011 ed il 2012 è riconducibile, in particolare, alla diminuzione dei trasferimenti per la funzione di sviluppo del sistema delle autonomie locali e difesa del cittadino (funzione obiettivo 11), che passano da quasi 93 milioni nel 2011 a 51,4 milioni nel 2012, principalmente a causa della diminuzione delle risorse riferite al fondo regionale di finanziamento per province e comuni dei costi relativi al personale per funzioni delegate di cui alla l.r. 11 settembre 1989, n. 62, e delle risorse regionali per funzioni conferite ad Unioni di comuni, ai sensi dell art. 94 della citata l.r. n. 68/2011. Il 2013 registra un nuovo incremento delle risorse in oggetto, che, nel complesso, si attestano a quasi 55 milioni, riferiti, oltre che alle risorse trasferite, a vario titolo, a province, comuni ed unioni di comuni per l esercizio di funzioni delegate, come sopra descritte, anche a trasferimenti erogati alle province per funzioni in materia di turismo, di cui all art. 3 della l.r. 23 marzo 2000, n. 42. L altra componente rilevante in termini di pagamenti complessivi erogati agli enti locali è rappresentata dai 14 milioni di trasferimenti riguardanti i contributi alle Unioni di comuni (per 9,7 milioni), ed i contributi annuali ai piccoli comuni in situazione di maggiore disagio (per 2,1 milioni), gli uni e gli altri disciplinati dalla l.r. n. 68/2011 (rispettivamente dagli articoli 90 e 82) e da un contributo straordinario alla provincia di Livorno di 1,4 milioni di cui alla l.r. 27 dicembre 2011, n. 66 (finanziaria 2012), erogato per far fronte ad eventuali difficoltà finanziarie derivanti dalla estinzione delle comunità montane del territorio provinciale per mancata trasformazione in unione di comuni (l.r. n. 68/2011, art. 76, c. 1, terzo periodo). Un ulteriore componente di rilievo presente all interno della funzione obiettivo 11 riguarda i trasferimenti per interventi derivanti da eventi calamitosi che, nel 2013, ammontano a complessivi 8,3 milioni, di cui 4,4 finanziati con fondi regionali, destinati in prevalenza alla provincia di Grosseto ed afferenti a spese di investimento per eventi alluvionali verificatisi nel novembre 2012; risorse, queste, impegnate nel 2012 ed erogate in parte nel 2012 ed in parte nel Infine, si evidenzia la presenza di risorse riguardanti l attività internazionale della Regione (funzione obiettivo 12), all interno della UPB Cooperazione internazionale, promozione della cultura e della pace, nell ambito della quale sono state erogate risorse correnti per circa 6,5 milioni, e risorse di parte capitale per circa 2,5 milioni, entrambe derivanti dal cofinanziamento Stato-Unione europea nell ambito del FESR 25

36 e destinate al programma P.O. Italia-Francia Marittimo , programma che risulta di rilevante ammontare in termini di spesa (per il solo 2013 risultano impegnate all interno della presente UPB spese correnti per quasi 10 milioni). Le risorse in oggetto sono destinate, oltre che agli Enti locali ed alle Autorità portuali toscani, alle Regioni Liguria, Sardegna ed agli enti locali ubicati in tali regioni. Il Programma Italia-Francia Marittimo è finanziato dall Unione Europea attraverso il Fondo FESR, per un ammontare complessivo di 162 milioni di euro. Al Programma partecipano le Regioni Sardegna, Liguria, Toscana (limitatamente alle Province costiere di Grosseto, Livorno, Pisa, Lucca, Massa Carrara) e la Collectivité Territoriale de Corse (Départements de Haute Corse e della Corse du Sud). La Regione Toscana è stata designata Autorità di Gestione Unica del Programma e ospita gli altri organismi previsti dal Programma: Segretariato Tecnico Congiunto, Autorità di Audit, Autorità di Certificazione. Organi rappresentativi delle quattro regioni sono il Comitato di sorveglianza e il Comitato direttivo. Come evidenziato nella descrizione del programma stesso, l obiettivo strategico è "migliorare e qualificare la cooperazione fra le aree transfrontaliere in termini di accessibilità, di innovazione, di valorizzazione delle risorse naturali e culturali, di integrazione delle risorse e dei servizi, al fine di accrescere la competitività, a livello mediterraneo, sud europeo e globale, e assicurare la coesione dei territori e favorire nel tempo occupazione e sviluppo sostenibile". Il P.O. Marittimo finanzia due tipologie di progetti: semplici (per cui la dotazione finanziaria è compresa tra i 400 mila e i 2 milioni di euro) e strategici (con dotazione finanziaria compresa tra i 2,5 ed i 6 milioni di euro). I progetti includono beneficiari di entrambi gli Stati membri e la cooperazione si realizza alla presenza di almeno due delle modalità seguenti: elaborazione congiunta, attuazione congiunta, personale condiviso, finanziamento congiunto. Il partenariato di progetto vede protagonisti attivi le province, gli enti locali, le università e gli enti di ricerca, l associazionismo sociale, culturale ed economico. Anche le risorse di parte capitale, pari, in termini di pagamenti complessivi, a 2,5 milioni, vengono trasferite ai medesimi enti all interno del programma in oggetto che, nel 2013, registra impegni per spese di investimento per più di 7,6 milioni. 26

37 Tab Strategia istituzionale: dettaglio dei principali trasferimenti agli enti locali. Anno (in euro) Descrizione principali capitoli Fondo regionale. Finanziamento province e comuni costi derivanti assunzione e trasferimento personale. Risorse regionali per funzioni conferite ad enti locali ai sensi dell'art. 94 l.r. 68/2011 pagamenti totali riferimento normativo ,00 l.r.62/ ,05 Contributi alle unioni di comuni ,61 Trasferimenti a province e comuni per l'esercizio di funzioni loro conferite dalla Regione. Po Italia-Francia marittimo Trasferimenti correnti ad enti delle amministrazioni locali Eventi alluvionali del novembre 2012 in Toscana - fin. Piano straordinario di interventi Eventi alluvionali novembre Contributi straordinari in favore della popolazione dei comuni Trasferimenti alle province per funzioni in materia di turismo, di cui all'art. 3, l.r. 42 del 2000 Po Italia-Francia marittimo Trasferimenti in conto capitale a enti delle amministrazioni locali l.r. 68/2011, art. 94 l.r. 68/2011, art ,46 l.r. 62/ ,94 Reg. Ce 1083/ ,73 l.r. 67/ ,00 l.r. 66/2012, art. 2 bis ,00 l.r. 65/ ,10 Contributi annuali ai piccoli comuni in situazione di maggiore disagio ,25 Incentivazione dell'associazionismo comunale mediante unioni di comuni Eventi calamitosi che hanno colpito il territorio della provincia di Massa Carrara , ,18 Reg. Ce 1083/2006 l.r. 68/2011, Art. 82 l.r. 68/2011, art.90, c. 15 l. 311/2004, art. 1, c. 203 Contributo straordinario alla Provincia di Livorno ,00 l.r. 66/2011 Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione Toscana I trasferimenti agli enti locali nella Strategia culturale e formativa Le politiche che la Regione Toscana mette in atto in campo culturale e, soprattutto, nell ambito della formazione professionale, sono svolte in stretto coordinamento con gli enti (in primo luogo province e comuni) che, oltre ad avere specifiche competenze, sono a diretto contatto con le realtà territoriali. L attuazione delle politiche regionali relative alla formazione professionale e all incentivazione al lavoro è basata, infatti, sulla concertazione, sugli accordi con le parti sociali e le organizzazioni di categoria e sui protocolli d intesa con le province: in tali ambiti si individuano i settori nei quali è necessario far convogliare risorse e nei quali si concentrano gli interventi attraverso strumenti condivisi. Le politiche regionali sono, quindi, svolte in stretto coordinamento con le province che, tra l altro, attuano direttamente gli interventi previsti dal POR FSE tramite le risorse, di provenienza soprattutto europea, che la Regione trasferisce loro. Il sistema regionale per i servizi per l impiego è costituito dalle strutture organizzate per l esercizio integrato dei compiti e delle funzioni della Regione e 27

38 degli enti locali in materia di collocamento, politiche attive del lavoro e promozione del lavoro e per la gestione dei relativi servizi. Inoltre, attraverso il Fondo regionale per l occupazione dei disabili, la Regione finanzia progetti d inserimento, comprensivi di formazione e/o tutoraggio, progetti di rimozione delle barriere architettoniche, programmi per la creazione di posti di lavoro presentati dalle cooperative sociali di tipo B, progetti per il telelavoro e progetti ritenuti ammissibili dalle province, ma non finanziabili con risorse del Fondo nazionale per il diritto al lavoro dei disabili. I pagamenti complessivi afferenti alla Strategia in oggetto ammontano, per il 2013, a 331,7 milioni di cui 120,3 milioni per trasferimenti agli enti locali territoriali, con un incidenza del 36,3 per cento sul totale dei pagamenti della Strategia. Tab Strategia culturale e formativa: serie storica dei trasferimenti regionali agli enti locali. Pagamenti totali. (in milioni) Funzione obiettivo Promozione del sistema integrato istruzioneformazionelavoro (61) UPB Variazione % 2012/ Variazione % 2013/2012 Attuazione programma fondo sociale europeo - spese correnti 45,19 37,59-17% 68,63 83% Lavoro - spese correnti 52,11 9,50-82% 3,45-64% Sistema dell'educazione e dell'istruzione - spese correnti 39,78 35,14-12% 36,23 3% Sistema dell'educazione e dell'istruzione - spese di 9,69 8,29-15% 5,01-40% investimento Sistema formativo professionale - spese correnti 0,53 Totale funzione obiettivo (61) 146,77 90,52-38% 113,85 26% Qualità dei servizi sportivi e di tempo libero (62) Investimenti e innovazione degli impianti per la pratica delle attività motorie - spese correnti Investimenti e innovazione degli impianti per la pratica delle attività motorie - spese di investimento Promozione della cultura e della pratica delle attività motorie - spese correnti 0, % - 3,69 2,23-40% 1,47-34% 0,63 0,06-90% 0,08 19% Totale funzione obiettivo (62) 4,48 2,30-49% 1,55-32% tutela e Valorizzazione della cultura (63) promozione e sviluppo della cultura - spese correnti promozione e sviluppo della cultura - spese di investimento 3,33 3,22-3% 1,86-42% 13,29 5,82-56% 2,98-49% Totale funzione obiettivo (63) 16,62 9,03-46% 4,85-46% Totale complessivo 167,87 101,85-39% 120,25 18% Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione Toscana. I dati sopra riportati, relativi ai trasferimenti erogati dalla Regione agli enti locali, evidenziano come il totale degli stessi sia diminuito notevolmente dal 2011 al 2012 per 66 milioni (-39 per cento), registrando una ripresa nel 2013 (+18 per cento). Tale andamento è determinato, in particolare, dalla riduzione, tra il 2011 ed il 2012, del trasferimento di fondi statali per il settore occupazionale che dai 44 28

39 milioni del 2011 passano a 9 milioni nel 2012, fino a quasi azzerarsi nel Si registra l azzeramento, nel 2012, dei trasferimenti erogati nel 2011 per 25 milioni, di cui all Accordo del 21 luglio 2010 tra Ministero del lavoro, Regione Toscana, Provincia e Comune di Prato relativo alle misure aggiuntive di stabilizzazione, politica attiva del lavoro e sostegno delle difficoltà del distretto industriale di Prato di cui alla l. 23 dicembre 2000, n. 388, art. 78, unitamente al mancato trasferimento, sempre nel 2012, di risorse statali per attività formative nell apprendistato (l. 17 maggio 1999, n. 144, art. 68) che nel 2011 ammontavano a 15,2 milioni. Tali risorse non sono state erogate nel 2012 e nel 2013, comportando una drastica diminuzione dei trasferimenti correnti di risorse statali, solo parzialmente compensata da un lieve aumento di quelli a carico della Regione, dello Stato e dell Unione europea e relativi al FSE , che passano da complessivi 45 milioni nel 2011 a 68,6 milioni nel Queste ultime poste risultano essere le componenti principali dei trasferimenti erogati nel 2013 a carico dello Stato e dell Unione europea per circa 58 milioni, per funzioni conferite alle Amministrazioni provinciali nell ambito del Fondo sociale europeo (FSE ), obiettivo 2, che riguarda politiche di sostegno all occupazione, di miglioramento della qualità e produttività del lavoro, e di potenziamento del capitale umano. Destinataria principale di tali risorse risulta essere la Provincia di Firenze (13,6 milioni) seguita dalla Provincia di Pisa (6,3 milioni). Un ulteriore componente rilevante riguarda le risorse trasferite ai sensi della l.r. 26 luglio 2002, n. 32, relativa alla normativa in materia di educazione, istruzione, orientamento, formazione professionale e lavoro, che ammontano a complessivi 20 milioni, riferiti prevalentemente a spese correnti per il diritto allo studio, che, sommati ai fondi statali, ammontano a circa 36 milioni di trasferimenti nell ambito del sistema dell'educazione e dell'istruzione (FO 61, UPB Sistema dell'educazione e dell'istruzione ). Sempre nell ambito dei trasferimenti erogati in materia di diritto allo studio scolastico la Regione ha adottato, a partire da 2012, nuovi indirizzi per la programmazione degli interventi: è stato messo a punto un unico incentivo economico, denominato pacchetto scuola, la cui quantificazione è avvenuta in base all'ordine e al grado delle scuole, all'anno scolastico di iscrizione e a particolari situazioni logistiche (ad esempio scuole site nelle isole minori). 29

40 Tab Strategia culturale e formativa: dettaglio dei principali trasferimenti agli enti locali. Anno (in euro) Descrizione principali capitoli POR OB.2 FSE Funzioni conferite alle amministrazioni provinciali POR OB.2 FSE Funzioni conferite alle amministrazioni provinciali, circondari quota stato pagamenti totali , ,97 riferimento normativo Reg. Ce 1083/2006 Reg. Ce 1083/2006 Obbligo formativo -iniziative con finanziamento statale ,89 l. 144/1999, art. 68 Interventi educativi per l'infanzia e l'adolescenza - settore pubblico ,07 l.r. 32/2002 POR OB.2 FSE funzioni conferite alle amministrazioni provinciali, circondari e ARDSU ,96 Reg. Ce 1083/2006 Fondo regionale per l'occupazione dei disabili ,97 l. 68/1999 Contributi per gli interventi di diritto allo studio ,97 Fondo per le politiche della famiglia a favore dei servizi socioeducativi per la prima infanzia l.r. 32/2002, artt. 2 e ,77 l. 296/2006 Contributi per gli interventi di diritto allo studio - finanziamento statale Erogazione contributi finanziari in conto capitale ai comuni per interventi urgenti di edilizia scolastica , ,57 l. 448/1998, art. 27 l.r. 32/2002, artt. 6, 7, 10 Interventi per l'accesso e la frequenza alle scuole materne non statali Fondi regionali per investimenti nei beni culturali - trasferimenti. alle amministrazioni pubbliche ,00 l.r. 32/2022, artt.2, 3, ,26 l.r. 27/2006 Interventi per le scuole materne non statali di enti pubblici ,00 l.r. 32/2002, artt. 2, 3, 35 Scuole materne di enti locali -ampliamento sezioni - fondi regionali - trasferimenti ad enti delle aa.ll ,00 l.r. 32/2002 Cofinanziamento regionale al contributo nazionale per l'edilizia scolastica di cui alla l. 296/06 Finanziamento per la promozione della cultura e della pratica delle attività motorie - interventi di investimento , ,30 Contributo nazionale per l'edilizia scolastica ex art.4 l.23/ ,25 l. 296/2006, art. 1, c. 625 l.r. 72/2000, art. 12, c. 1, lett. a) e b) l. 296/2006, art. 1 Interventi per l'inclusione allievi disabili ,00 l.r.32/2002 Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione Toscana I trasferimenti agli enti locali nella Strategia sociale In merito alla Strategia sociale, la descrizione dei capitoli di spesa, nella tabella che segue, è esplicativa delle politiche che la Regione persegue ai fini dell attuazione di tale Strategia sul territorio. 30

41 Le risorse maggiori, infatti, sono destinate alla funzione obiettivo relativa al sostegno della locazione abitativa, che viene attuata attraverso l integrazione dei canoni di locazione dei soggetti meno abbienti. Nell ambito dei singoli interventi afferenti a tale Strategia, si ricordano quelli diretti all eliminazione delle barriere architettoniche e all assistenza sociale, oltre a quelli relativi al miglioramento della sicurezza stradale. I pagamenti complessivi afferenti alla Strategia in oggetto ammontano, per il 2013, a 7.366,8 milioni di cui 27,8 milioni per trasferimenti agli enti locali territoriali, con un incidenza dello 0,38 per cento sul totale dei pagamenti della strategia, incidenza particolarmente bassa a causa della natura dei trasferimenti destinati, in prevalenza, al comparto sanitario. Le risorse destinate agli enti locali risultano, pertanto, residuali. 31

42 Tab Strategia sociale: serie storica dei trasferimenti regionali agli enti locali. Pagamenti totali. (in milioni) Funzione obiettivo Azioni rivolte a garantire l'accessibilità ai servizi del cittadino (21) UPB Altre azioni sociali rivolte all'accessibilità ai servizi - spese correnti Azioni di sostegno alle adozioni internazionali - spese correnti Interventi nei trasporti e per la mobilità - spese di investimento Sostegno alla locazione abitativa - spese correnti Variazione % 2012/ Variazione % 2013/2012 0,65 1,96 200% 0,86-56% - - 0% 0,02 100% 3,03 3,92 29% 2,79-29% 16,89 0,03-100% 14, % Totale funzione obiettivo (21) 20,57 5,90-71% 18,33 210% Programmi di sviluppo dei servizi (26) Educazione sanitaria - spese correnti Progetti di integrazione sociosanitaria - spese correnti Servizi di prevenzione - spese correnti Servizi territoriali - spese correnti 0,06 0,01-87% 0,01 23% 0,30 0,90 199% 0,04-96% 0, % 0,15 100% 0,04 0,04 19% 0,06 31% Totale funzione obiettivo (26) 0,66 0,95 44% 0,25-74% Servizi sociali (23) Azioni di base dei servizi sociali - spese correnti Interventi per la non autosufficienza - spese correnti Programmi di intervento specifico relativi ai servizi sociali - spese correnti Programmi di intervento specifico relativi ai servizi sociali - spese di investimento Programmi ed azioni per il sostegno dell'inclusione sociale - spese correnti 14,05 7,18-49% 1,08-85% 8,62 0,66-92% % 1,83 1,31-28% 1,64 25% 2,21 1,61-27% 1,07-33% 0,13 0,10-28% 0,07-22% Totale funzione obiettivo (23) 26,84 10,85-60% 3,87-64% Sistema e strutture sociali (22) Investimenti in ambito sociale - spese di investimento Programmi di iniziative regionali, sistema informativo, ricerca e sviluppo - spese correnti 3,37 3,05-9% 2,93-4% 0,95 1,35 43% 0,72-47% Totale funzione obiettivo (22) 4,32 4,41 2% 3,66-17% Strutture e organizzazione del sistema sanitario (24) Organizzazione del sistema sanitario - spese di investimento Strutture e tecnologie sanitarie - spese di investimento 3,69 2,04-45% 0,55-73% 0,20 1,21 503% 1,16-4% Totale funzione obiettivo (24) 3,89 3,24-17% 1,71-47% Totale complessivo 56,28 25,36-55% 27,81 10% Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione Toscana. I dati sopra riportati evidenziano come il totale dei trasferimenti sia diminuito notevolmente dal 2011 al 2012 per circa 31 milioni (-55 per cento), registrando una lieve ripresa nel 2013 (+10 per cento). Tale andamento risulta influenzato dalla drastica riduzione dei trasferimenti legati alle politiche di sostegno alla locazione abitativa, all interno della funzione obiettivo 21, passati da 17 milioni nel 2011 a meno di 1 milione nel 2012, per poi riassestarsi sui 14,6 milioni nel Nel 2012, in particolare, non sono state erogate risorse per l integrazione dei canoni di locazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, di cui alla l.r

43 dicembre 1996, n. 96, provenienti da fondi statali e regionali, anche se risultano impegnate somme per complessivi 14 milioni. Tali somme vengono pagate in conto residui nel 2013, anno in cui si registra un ulteriore impegno di circa 12 milioni, non pagati in competenza. La componente summenzionata risulta comunque essere la voce principale nel complesso delle erogazioni effettuate agli enti locali nell ambito della presente Strategia. Un ulteriore componente che si riduce drasticamente nel corso del triennio considerato riguarda le risorse afferenti ai servizi sociali (funzione obiettivo 23) relative, in particolare, alle spese correnti per servizi sociali di base e per la non autosufficienza, che complessivamente diminuiscono da 22,6 milioni nel 2011 a 1 milione nel Non tutte le risorse finalizzate alla gestione di tali servizi vengono erogate a favore degli enti locali; una ingente quota di essa viene infatti trasferita alle aziende sanitarie ed alle sedi territoriali delle società della salute 1, trasferimenti, questi ultimi, non ricompresi nella presente analisi in quanto non di competenza degli enti locali. Tuttavia, anche considerando l ammontare totale dei trasferimenti in oggetto, comprendendo anche beneficiari diversi dagli enti locali, si registra una loro drastica diminuzione, in quanto, a fronte di erogazioni nel 2011 per 24 milioni (di cui 9 milioni destinati agli enti locali), si registra un ammontare erogato nel 2013 pari a complessivi 3 milioni, di cui 1 milione destinato agli enti locali. 1 Le società della salute, disciplinate dalla l.r. 24 febbraio 2005, n. 40, come modificata dalla l.r. 10 novembre 2008, n. 60, sono organismi pubblici consortili senza scopo di lucro, costituiti per adesione volontaria dei comuni di una stessa zona-distretto e dell'azienda USL territorialmente competente, per l'esercizio associato delle attività sanitarie territoriali, socio-sanitarie e sociali integrate. Sul territorio della Toscana, ci sono attualmente 25 società della salute. Le funzioni assegnate dalla suddetta legge (art. 71 bis) sono le seguenti: a) indirizzo e programmazione strategica delle attività ricomprese nel livello essenziale di assistenza territoriale previsto dal piano sanitario e sociale integrato nonché di quelle del sistema integrato di interventi e servizi sociali di competenza degli enti locali; b) programmazione operativa e attuativa annuale delle attività di cui alla lettera a), inclusi la regolazione e il governo della domanda mediante accordi con le aziende sanitarie in riferimento ai presidi ospedalieri e con i medici prescrittori che afferiscono alla rete delle cure primarie; c) organizzazione e gestione delle attività sociosanitarie ad alta integrazione sanitaria e delle altre prestazioni sanitarie a rilevanza sociale di cui all'articolo 3-septies, comma 3 del decreto delegato, individuate dal piano sanitario e sociale integrato regionale; d) organizzazione e gestione delle attività di assistenza sociale individuate ai sensi degli indirizzi contenuti nel piano sanitario e sociale integrato regionale; e) controllo, monitoraggio e valutazione in rapporto agli obiettivi programmati. 33

44 Tab Strategia sociale: dettaglio dei principali trasferimenti agli enti locali. Anno (in euro) Descrizione principali capitoli pagamenti totali riferimento normativo Risorse regionali per l'integrazione dei canoni di locazione ,00 l.r. 96/1996 Risorse per l'integrazione dei canoni di locazione ,00 l.r. 96/1996 Interventi finalizzati alla eliminazione delle barriere architettoniche - trasferimenti ai comuni Programma pluriennale investimenti: interventi strutture innovative per il sociale. Realizzazione di infrastrutture nell'ambito del sistema sanitario regionale , ,00 Fondo regionale per l'assistenza sociale ,45 l.r. 66/2003, art. 4 l.r. 43/2002, art ,56 l.r. 40/2005 l.r. 77/2012, art. 56, c. 1 Fondo regionale per l'assistenza sociale ,00 l.r. 41/2005 Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione Toscana I trasferimenti agli enti locali nella Strategia ambientale Le funzioni obiettivo, le cui risorse sono maggiormente movimentate nell ambito della Strategia ambientale delegata agli enti locali, riguardano la tutela dell ambiente e la riduzione dell inquinamento, il recupero e la valorizzazione delle risorse naturali ed ambientali unitamente alla difesa del suolo, nonché la riduzione del rischio idrogeologico e l attività di prevenzione dei rischio sismico. La Regione coordina le attività degli enti competenti per la realizzazione del sistema delle aree protette e quello costituito dai siti della Rete Natura, ricorrendo a indirizzi e incentivi economici. Le relative politiche regionali vengono attuate attraverso la partecipazione ed il coinvolgimento sia dei soggetti istituzionali interni alla Regione, sia dei soggetti esterni, soprattutto degli enti locali. Al riguardo, le province esercitano le funzioni relative alla gestione dei parchi provinciali e delle riserve naturali; i comuni singoli od associati o le unioni di comuni esercitano le funzioni relative alla gestione delle aree naturali di interesse locale, su coordinamento delle province. Il territorio toscano si caratterizza per un elevato rischio sismico idraulico ed idrogeologico; per fronteggiare questi pericoli, la Regione pone in essere una serie di attività, quali la prevenzione e la messa in sicurezza del territorio, e provvede a fronteggiare i dissesti dovuti a eventi calamitosi avvalendosi degli enti locali. I pagamenti complessivi afferenti alla strategia in oggetto ammontano, per il 2013, a 102,10 milioni di cui 24,18 milioni per trasferimenti agli enti locali 34

45 territoriali, con un incidenza del 23,68 per cento sul totale dei pagamenti della Strategia. Tab Strategia ambientale: serie storica dei trasferimenti regionali agli enti locali. Pagamenti totali. (in milioni) Funzione obiettivo Attività generali per l'ambiente (43) UPB Azioni di sistema per la tutela dell'ambiente - spese correnti Azioni di sistema per la tutela dell'ambiente - spese di investimento Sistemi informativi, attività conoscitive e di informazione in campo ambientale - spese correnti Sistemi informativi, attività conoscitive e di informazione in campo ambientale - spese di investimento Variazione % 2012/ Variazione % 2013/2012 0,93 0,07-93% 0,30 347% 1,44 0,34-77% 0,21-38% 0,03 0,02-29% % 0, % - 0% Totale funzione obiettivo (43) 2,65 0,43-84% 0,51 19% Recupero e valorizzazione delle risorse naturali ambientali (41) Approvvigionamento idrico - spese di investimento 0,76 0,02-98% 2, % Energia - spese di investimento 3,48 3,23-7% 1,98-39% Parchi, aree protette, riserve naturali e tutela delle biodiversità - spese 0, % 0,05 100% correnti Parchi, aree protette, riserve naturali e tutela delle biodiversità - spese di investimento 1,54 0,36-77% 0,52 43% Totale funzione obiettivo (41) 5,82 3,61-38% 5,29 47% Tutela dell'ambiente e riduzione degli inquinamenti (42) Azioni di sistema per la tutela delle risorse idriche - spese correnti Azioni di sistema per la tutela delle risorse idriche - spese di investimento Difesa del suolo, riduzione del rischio idrogeologico e prevenzione del rischio sismico - spese correnti Difesa del suolo, riduzione del rischio idrogeologico e prevenzione del rischio sismico - spese di investimento Smaltimento dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati - spese correnti Smaltimento dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati - spese di investimento Tutela dall'inquinamento dell'aria, acustico, elettromagnetico e luminoso, risanamento di aree ad elevato rischio ambientale - spese di investimento Tutela dall'inquinamento dell'aria, acustico, elettromagnetico e luminoso, controllo della qualità dell'aria - spese correnti Tutela dell'ambiente e riduzione degli inquinamenti 0,54 0,43-19% 0,25-42% 2,71 0,93-66% 1,84 97% 0,16 0,24 55% 0,22-8% 21,48 9,58-55% 9,11-5% 1,83 1,89 4% 2,19 16% 5,90 1,63-72% 1,96 20% 2,04 3,24 59% 2,65-18% 0,12 0,08-32% % 0,94 1,83 94% 0,15-92% Totale funzione obiettivo (42) 35,72 19,86-44% 18,38-7% Totale complessivo 44,18 23,90-46% 24,18 1% Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione Toscana. Anche nell ambito dei trasferimenti afferenti alla Strategia ambientale si riscontra una drastica diminuzione degli stessi tra il 2011 ed il 2012 (-46 per cento) seguita da una lieve ripresa nel

46 Tale andamento risulta influenzato dai trasferimenti di cui alla funzione obiettivo 42, Tutela dell'ambiente e riduzione degli inquinamenti, che registra una diminuzione di risorse erogate nell ambito delle spese di investimento per difesa del suolo, riduzione del rischio idrogeologico e prevenzione del rischio sismico ( 55 per cento), in ulteriore calo nel 2013, passando nel triennio considerato da 21,4 milioni a circa 9 milioni. In particolare, tali riduzioni afferiscono a trasferimenti finanziati con risorse statali e relativi a interventi di difesa del suolo di cui alle leggi 30 giugno 1998, n. 208 e n. 27 maggio 1989, n. 183, oltre a minori trasferimenti regionali per interventi per erosione della costa marittima di cui alla l.r. 20 dicembre 2002, n. 43. L altra componente principale all interno dei trasferimenti in oggetto riguarda, nell ambito della funzione obiettivo 41 Recupero e valorizzazione delle risorse naturali ambientali, le spese d investimento per l approvvigionamento idrico e per l energia, relative, rispettivamente, a interventi urgenti per la risoluzione di situazioni di carenze idriche e ad incentivi ai comuni per la realizzazione d impianti con fonti rinnovabili, che tuttavia nel complesso ammontano a meno di 5 milioni. Tab Strategia ambientale: dettaglio dei principali trasferimenti agli enti locali. Anno (in euro) Descrizione principali capitoli pagamenti totali riferimento normativo Programma pluriennale investimenti.: interventi urgenti finalizzati alla risoluzione delle più gravi situazioni di carenze idriche a scopo Somma da assegnare alle province come quota del 10% del tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi (art. 3 comma 27 l n. 549) Secondo accordo integrativo dell'accordo di programma quadro per la difesa del suolo. Delibera CIPE , n. 3 Incentivi per la realizzazione di impianti nel campo delle fonti rinnovabili e risparmio energetico a favore dei comuni ,00 l.r. 58/2003, art ,86 l.r,. 25/ ,69 l. 208/ ,12 l.r. 39/2005 Fondo per interventi di manutenzione straordinaria per la difesa del suolo Programma regionale di intervento finanziario per la bonifica dell'inquinamento acustico , ,09 l.r. 79/2012, art. 44 l.r. 89/1998, art. 11 Fondo per il finanziamento degli accordi di programma per interventi finalizzati alla messa in sicurezza dei bacini idrografici toscani. Programma pluriennale investimenti: interventi per erosione costa/cuneo salino - Interventi strategici, ai fini della tutela idrogeologica, per l'equilibrio di bilancio idrico. Trasferimenti ad altri soggetti ,74 l.r. 69/2008, art. 9 sexies ,57 l.r. 43/ ,32 l.r. 91/1998 Bonifica degli spazi e dei terreni al fine di riabilitazione e riuso por CREO FESR REG. Ce 1083/2006 attività quota C.E. e Stato ,71 Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione Toscana. Reg. Ce 1083/

47 2.2.6 I trasferimenti agli enti locali nella Strategia economica Come già accennato in precedenza, per il perseguimento della Strategia economica, la Regione si avvale marginalmente degli enti locali, tanto che nell ambito di questa Strategia vengono trasferiti a questi ultimi solo 11 milioni di euro, pari al 2 per cento delle risorse trasferite. Tra le funzioni obiettivo più ricorrenti compaiono le politiche volte alla valorizzazione e qualificazione delle attività turistiche commerciali e termali e le politiche intersettoriali di sviluppo dell economia che riguardano principalmente gli interventi per lo sviluppo delle aree montane. I pagamenti complessivi afferenti alla Strategia in oggetto ammontano, per il 2013, ad euro 203,8 milioni di cui 11,8 milioni per trasferimenti agli enti locali territoriali, con un incidenza del 5,79 per cento sul totale dei pagamenti della strategia. Tab. 19 Strategia economica: serie storica dei trasferimenti regionali agli enti locali. Pagamenti totali. (in milioni) Funzione obiettivo Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia (51) UPB Variazione % 2012/ Variazione % 2013/2012 Interventi per lo sviluppo del sistema economico e produttivo - spese correnti 0,08 0,45 468% 0,50 11% Interventi per lo sviluppo del sistema economico e produttivo - spese di 2,51 2,07-18% 1,76-15% investimento Sviluppo locale - spese correnti 0, % - 0% Sviluppo locale - spese di investimento 0,48 5, % 4,71-20% Totale funzione obiettivo (51) 3,10 8,39 171% 6,97-17% Politiche per la valorizzazione e qualificazione delle attività turistiche commerciali e termali (53) Interventi, incentivi e servizi per lo sviluppo delle attività turistiche e termali - spese correnti Interventi, incentivi e servizi per lo sviluppo delle attività turistiche e termali - spese di investimento 0,21 0,45 114% 0,31-31% 3,11 2,09-33% 2,60 25% Totale funzione obiettivo (53) 3,32 2,54-24% 2,91 15% Politiche per l'innovazione imprenditoriale e per lo sviluppo compatibile del territorio rurale, agricolo e forestale (52) Attività forestali difesa e tutela dei boschi - spese correnti Attività forestali difesa e tutela dei boschi - spese di investimento Interventi per lo sviluppo rurale, aiuti al reddito, agli investimenti e allo sviluppo delle imprese agricole, zootecniche e forestali - spese correnti Interventi per lo sviluppo rurale, aiuti al reddito, agli investimenti e allo sviluppo delle imprese agricole, zootecniche e forestali - spese di investimento 5,59 0,11-98% 0,10-6% 5,21 4,08-22% 0,38-91% 0,07 0,07 6% % 3,15 2,18-31% 1,43-34% Totale funzione obiettivo (52) 14,03 6,44-54% 1,92-70% Politiche per lo sviluppo compatibile, qualificazione e innovazione dell'industria e dell'artigianato (54) Interventi, incentivi e servizi per lo sviluppo delle imprese industriali - spese di investimento 3,90 0,77-80% % Totale funzione obiettivo (54) 3,90 0,77-80% % Totale complessivo 24,35 18,14-26% 11,80-35% Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione Toscana. 37

48 Anche nell ambito dei trasferimenti afferenti alla Strategia economica si riscontra una drastica diminuzione degli stessi tra il 2011 ed il 2012 (-26 per cento) seguita da una ulteriore riduzione nel 2013 (-35 per cento). Tale andamento risulta influenzato dal quasi azzeramento delle spese correnti per attività forestali di difesa e tutela dei boschi (funzione obiettivo 52) in parte compensate dall aumento dei trasferimenti per spese d investimento per lo sviluppo locale (funzione obiettivo 51), che passa da circa euro nel 2011 a quasi 5 milioni nel 2013, e riferite a interventi per lo sviluppo di aree montane e relativo fondo nazionale e regionale per la montagna; risorse, queste, destinate in prevalenza a unioni di comuni e unioni montane. Tab Strategia economica: dettaglio dei principali trasferimenti agli enti locali. Anno (in euro) Descrizione principali capitoli pagamenti totali riferimento normativo Interventi per lo sviluppo delle aree montane ,73 l.r. 95/1996 PRSE , linea 3.1.b. Modelli di gestione sostenibile delle destinazioni turistiche. Trasferimenti agli enti locali Fondo regionale per la montagna ,60 Fondo nazionale per la montagna ,56 Infrastrutture per il turismo e comm. - innovazione e sostenibilità dell'offerta turistica e commerciale Programma di sviluppo Rurale 2007/ Reg. CEE n. 1698/2005 mis.125b Programma pluriennale degli investimenti - nuovo patto: efficienza e innovazione nella P.A. Programma pluriennale investimenti: infrastrutture rurali e ambientali realizzazione di invasi idrici Strutture complementari turistiche. Fondo aree sottoutilizzate. III accordo integrativo APQ "competitività territori e imprese". Del. CIPE 3/2006 Contributo regionale per interventi straordinari a favore dei territori montani (l.r. 65/2010, art. 138 ter) ,97 l.r. 35/2000 l.r. 68/2011, art. 87 l. 97/1994, art ,00 l.r. 35/ , ,87 Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione Toscana. Reg.ce 1698/2005 l.r.71/2004, art ,75 l.r. 71/ ,00 l. 208/ ,97 l. 228/ I trasferimenti agli enti locali nella Strategia Amministrazione regionale In merito alla Strategia Amministrazione regionale, le poste iscritte in bilancio riguardano quasi esclusivamente i fondi per il pagamento di residui andati in perenzione, relativi, in particolare, a spese correnti finanziate attraverso risorse statali. I pagamenti complessivi afferenti la presente Strategia ammontano, per il 2013, ad euro 2.914,9 milioni di cui 2.551,6 milioni relativi al fondo per il pagamento di residui perenti relativi a spesa sanitaria corrente finanziata da risorse vincolate. I 38

49 pagamenti della Strategia, al netto di tale ultima voce di spesa, ammontano, quindi, a 363,4 milioni, di cui 23 milioni per trasferimenti agli enti locali, con un incidenza del 6,33 per cento. Tab Amministrazione regionale: serie storica dei trasferimenti regionali agli enti locali. Pagamenti totali (in milioni) Funzione obiettivo Organizzazione degli uffici regionali UPB Funzionamento della struttura regionale - spese correnti Variazione % 2012/ Variazione % 2013/2012 0,00 0,00 29% 0,00-89% Totale funzione obiettivo 0,00 0,00 29% 0,00-89% Somme non attribuibili Fondi - spese correnti 10,09 5,44-46% 18,97 249% Fondi - spese di investimento 1,08 3,50 225% 3,99 14% Oneri non ripartibili - spese correnti 0,11 0,07-30% 0,05-28% Oneri non ripartibili - spese di investimento 0,09 0,05-46% % Totale funzione obiettivo 11,37 9,06-20% 23,01 154% Totale complessivo 11,37 9,06-20% 23,01 154% Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione Toscana. Anche nell ambito della Strategia Amministrazione regionale non si riscontrano trasferimenti agli enti locali di particolare importanza, in termini di pagamenti complessivi. La principale voce, pari a 18 milioni ed in aumento rispetto agli anni precedenti, è riferita a fondi per il pagamento di residui perenti relativi a spese correnti finanziate con risorse regionali, statali e comunitarie, destinati principalmente alle amministrazioni provinciali. Tuttavia, singole tipologie di trasferimenti di cui al fondo in oggetto non risultano evidenti dalla descrizione dei singoli capitoli di bilancio, in quanto questi ultimi riportano una descrizione generica; al riguardo, si rimanda alle analisi di dettaglio meglio specificate al capitolo IV - Parte terza. Si riportano di seguito i principali capitoli, in termini di ammontare di pagamenti complessivi, che compongono il complesso dei trasferimenti agli enti locali nell ambito della Strategia per l esercizio

50 Tab Amministrazione regionale: dettaglio dei principali trasferimenti agli enti locali. Anno (in euro) Descrizione principali capitoli pagamenti totali riferimento normativo Fondo per il pagamento di residui perenti relativi a spese correnti finanziate con risorse dello Stato Fondo per il pagamento di residui perenti relativi a spese correnti finanziate con risorse dell'unione Europea Fondo per il pagamento di residui perenti relativi a spese di investimento finanziate con risorse dello Stato Fondo per il pagamento di residui perenti relativi a spese correnti finanziate con risorse della Regione Fondo per il pagamento di residui perenti relativi a spese di investimento finanziate con risorse della Regione Fondo per il pagamento di residui perenti relativi a spese di investimento finanziate con risorse dell'unione Europea ,04 l.r. 36/ ,62 l.r. 36/ ,63 l.r. 36/ ,79 l.r. 36/ ,86 l.r. 36/ ,19 l.r. 36/2001 Contributi in c/interventi Opere pubbliche ,59 l.r. 11/2002 Fondo per il pagamento di residui perenti relativi a spesa sanitaria corrente ,00 l.r. 36/2001 Azioni positive per dipendenti regionali l.r. 1/2009, artt. 39 e 70 comma 2 Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione Toscana. 500,00 l.r. 1/ Gli enti locali principali destinatari dei trasferimenti regionali I principali destinatari dei trasferimenti sono rappresentati dalle Amministrazioni provinciali, unitamente al Comune di Firenze ed al Comune di Livorno. I pagamenti complessivi erogati a tali enti rappresentano, infatti, più del 75 per cento del totale dei pagamenti afferenti al comparto, segno di una notevole concentrazione dei trasferimenti regionali a pochi e specifici enti destinatari, a fronte di una generale parcellizzazione del rimanente 25 per cento tra i Comuni toscani, con particolare riguardo a quelli di piccole dimensioni. Le principali voci oggetto di trasferimento riguardano, per le Province, i trasferimenti correnti di natura vincolata per il finanziamento del trasporto pubblico locale, finanziati in prevalenza con fondi statali. I principali destinatari di tale tipologia di trasferimenti risultano essere, in termini di pagamenti complessivi, le Amministrazioni provinciali di Firenze per 16,6 milioni, di Siena per 8,8 milioni (quest ultima presenta, tra i trasferimenti correnti non vincolati, anche un importo di quasi 10 milioni per il finanziamento di contratti di servizio di cui al fondo regionale trasporti) e di Arezzo, per 8,2 milioni, seguite dalle restanti province dove, in termini assoluti, l ammontare di tali trasferimenti si attesta, in media, intorno ai 5 milioni di euro. Un trasferimento consistente per il 40

51 finanziamento del trasporto pubblico locale viene inoltre erogato al Comune di Firenze per quasi 16 milioni di euro, vincolati nella destinazione, seguito dai Comuni di Livorno, Pisa e Prato. In generale, l ammontare dei trasferimenti correnti afferenti a tale ultima tipologia, caratterizzati da destinazione vincolata e finanziamento statale, risulta pari, in termini di pagamenti totali, a 105,6 milioni, destinati sia alle Province sia, per un importo inferiore, ai Comuni toscani, ad eccezione del Comune di Firenze che riceve un importo ingente, di circa 16 milioni, come già evidenziato in precedenza. Un ulteriore tipologia di finanziamento regionale che incide in misura determinante in relazione al totale dei trasferimenti agli enti locali oggetto di analisi, riguarda il trasferimento di risorse correnti, anch esse vincolate nella destinazione, e finanziate sia dallo Stato che dall Unione Europea, che sono relative al programma operativo regionale, obiettivo 2, del Fondo sociale europeo (P.O.R. Ob. 2 FSE ), nell ambito delle funzioni conferite agli enti locali nel settore della formazione, ai fini dell incentivazione dell occupazione e della formazione permanente finalizzata sia a reinserire soggetti, che a seguito di crisi aziendali sono rimasti esclusi dal mercato del lavoro, sia a innalzare il livello di qualità formativo-occupazionale per tenere il passo con la competitività internazionale. Tale tipologia di trasferimento registra pagamenti totali verso la Provincia di Firenze per complessivi 13,7 milioni (comprensivi sia della quota a carico dello Stato che di quella a carico dell UE), seguita dalla Provincia di Lucca (7,7 milioni) e dalla Provincia di Pisa (6,3 milioni). In generale, i trasferimenti afferenti a tale tipologia, destinati esclusivamente alle Amministrazioni provinciali, oltre che all Unione dei comuni dell Empolese Valdelsa, ammontano a 57,5 milioni. I restanti trasferimenti risultano essere parcellizzati e relativi, in particolare, al finanziamento degli enti locali per l attuazione di piani e programmi definiti principalmente in ambito europeo. In merito ai trasferimenti di parte capitale, le principali risorse trasferite agli enti locali, ed in particolare alle province, riguardano azioni sulla viabilità regionale sia a livello di interventi comprensivi di studi, che di progetti nell ambito del programma pluriennale di investimenti di interesse regionale. 41

52 Tab I principali destinatari dei trasferimenti agli enti locali territoriali. Anno (in euro) Destinatario trasferimento AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE FIRENZE AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE LUCCA COMUNE DI FIRENZE AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE SIENA AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE AREZZO AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE PISTOIA AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE PISA AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE GROSSETO AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE LIVORNO AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE MASSA CARRARA AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE PRATO COMUNE DI LIVORNO Tipologia trasferimento Pagamenti complessivi Incidenza sul totale dei trasferimenti agli EELL Trasferimenti correnti ,46 Trasferimenti in conto capitale ,44 totale ,90 14,11% Trasferimenti correnti ,77 Trasferimenti in conto capitale 5.933,74 totale ,51 6,92% Trasferimenti correnti ,52 Trasferimenti in conto capitale 9.112,84 totale ,36 6,56% Trasferimenti correnti ,91 Trasferimenti in conto capitale 6.540,67 totale ,58 6,26% Trasferimenti correnti a Province , Trasferimenti in conto capitale a Province 5.310,87 totale ,00 6,06% Trasferimenti correnti ,17 Trasferimenti in conto capitale 9.434,25 totale ,42 5,75% Trasferimenti correnti ,95 Trasferimenti in conto capitale 2.906,42 totale ,37 5,41% Trasferimenti correnti ,23 Trasferimenti in conto capitale 4.503,12 totale ,35 5,35% Trasferimenti correnti ,99 Trasferimenti in conto capitale 2.962,16 Trasferimenti in conto capitale a Unioni di comuni 12,50 totale ,65 5,21% Trasferimenti correnti ,24 Trasferimenti in conto capitale 2.826,85 totale ,09 3,66% Trasferimenti correnti ,60 Trasferimenti in conto capitale 996,07 totale ,67 3,59% Trasferimenti correnti 9.799,79 Trasferimenti in conto capitale 969,80 totale ,59 1,87% Somma totale principali beneficiari ,49 70,75% Totale trasferimenti enti locali territoriali ,23 100% Fonte: elaborazioni Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione Toscana. I dati rappresentati nella tabella sotto riportata distinguono i trasferimenti, oltre che in base ai principali destinatari, anche in relazione alla tipologia del trasferimento erogato dalla Regione, distinguendo in particolare la quota libera da quella vincolata a specifica destinazione; tali dati confermano come le Amministrazioni provinciali siano tra i primi destinatari dei trasferimenti regionali. Un elemento da evidenziare risulta essere l elevata quota di risorse vincolate a specifiche finalità presenti nel bilancio regionale che, considerando sia i trasferimenti correnti sia quelli di parte capitale, si attesta intorno al 45 per cento del totale, registrando un importo, in termini assoluti, pari a 260,5 milioni, a fronte di trasferimenti liberi pari a 313,8 milioni. Nel caso, in particolare, della quota vincolata, la Regione individua i destinatari finali e definisce i criteri e le priorità di selezione sulla base delle priorità stabilite. La funzione dell Amministrazione 42

53 regionale non si riduce, pertanto, a quella di semplice ente attuatore poiché definisce le modalità di trasferimento delle risorse stesse in relazione agli obiettivi politici perseguiti. Tab I principali destinatari per tipologia di trasferimento. Anno (in euro) Descrizione trasferimento (cod. SIOPE) Trasferimenti correnti a Province tipologia trasferimenti Totale pagamenti liberi/vincolati Liberi ,26 Vincolati , Totale , Trasferimenti correnti a Comuni per referendum e spese elettorali Liberi , Altri trasferimenti correnti ai Comuni Liberi ,73 Vincolati , Totale , Trasferimenti correnti ad Unioni di comuni Liberi ,17 Vincolati , Totale , Trasferimenti in conto capitale a Province Liberi ,34 Vincolati , Totale , Trasferimenti in conto capitale a Comuni Liberi ,44 Vincolati , Totale , Trasferimenti in conto capitale a Unioni di comuni Liberi ,66 Vincolati , Totale ,90 Totale complessivo ,13 Fonte: elaborazioni Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione Toscana. 3. Gli effetti dell introduzione del d.l. n. 35/2013, convertito dalla l. n. 64/2013, sui trasferimenti della Regione Toscana verso gli Enti locali I trasferimenti della Regione verso gli enti locali erogati nel 2013 sono stati influenzati dall entrata in vigore del d.l. 8 aprile 2013, n. 35, convertito dalla l. 6 giugno 2013, n. 64, che reca disposizioni urgenti per il pagamento dei debiti scaduti della pubblica amministrazione e per il riequilibrio finanziario degli enti territoriali concorrendo, come afferma la relazione illustrativa del Governo, al raggiungimento degli obiettivi programmatici di finanza pubblica fissati con i documenti di programmazione finanziaria. La norma prevede lo sblocco dei pagamenti dei debiti delle amministrazioni pubbliche verso i propri creditori, annoverando tra questi anche gli enti locali, al fine di immettere in tempi brevi liquidità nel sistema economico ed in tal modo agevolare, tra l altro, una ripresa della crescita. La disposizione ha comportato, pertanto, anche un incremento dell ammontare dei pagamenti erogati da parte della Regione Toscana per i debiti verso gli enti locali; tale aumento, comprensivo della quota parte relativa ai pagamenti effettuati ai sensi della citata normativa, riguarda, 43

54 in particolare, i pagamenti effettuati nei confronti delle Amministrazioni provinciali, che passano da 198 milioni nel 2012 a 301 milioni nel 2013, con un incremento pari al 52 per cento, come evidenziato nella tab. 1 del presente capitolo. Nel complesso, il d.l. n. 35/2013 ha destinato al pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni risorse per circa 40 miliardi di euro, distribuite tra il 2013 e il Per quanto concerne il comparto regionale, gli articoli 2 e 3 della normativa citata disciplinano i pagamenti dei debiti delle regioni connessi rispettivamente all attività ordinaria ed al settore sanitario, mediante anticipazioni di liquidità da parte dello Stato da restituire secondo piani di ammortamento predefiniti. In particolare, l art. 2, di interesse ai fini del presente capitolo, riguarda i debiti delle regioni relativi all attività ordinaria, senza considerare quindi il comparto sanitario, e prevede, al comma 1, la possibilità per le regioni di effettuare i pagamenti dei debiti certi liquidi ed esigibili alla data del 31 dicembre 2012, ovvero dei debiti per i quali sia stata emessa fattura o richiesta equivalente di pagamento entro il predetto termine, diversi da quelli finanziari e sanitari, mediante la richiesta al Ministero dell economia e delle finanze, entro il 30 aprile 2013, dell'anticipazione di somme da destinare ai predetti pagamenti 2. Lo stesso articolo dispone, al comma 3, che l erogazione da parte del Ministero delle risorse richieste dalle singole regioni per il pagamenti di cui al comma 1, sia subordinata alla predisposizione, da parte delle regioni stesse, di misure, anche legislative, idonee e congrue per la copertura annuale del rimborso dell'anticipazione di liquidità (c. 3, lett. a), nonché alla presentazione di un piano di pagamento dei debiti certi, liquidi ed esigibili alla data del 31 dicembre 2012, inclusi i pagamenti in favore degli enti locali (c. 3 lett. b), ed alla sottoscrizione di un apposito contratto tra il Ministero dell'economia e delle finanze e la regione interessata, per la definizione delle modalità di erogazione e di restituzione delle somme (c. 3, lett c). Con riferimento in particolare ai trasferimenti regionali verso gli enti locali, fenomeno oggetto di analisi nel presente capitolo, il comma 6 del medesimo articolo individua le tipologie di debito che devono essere privilegiate nell attuazione della norma in oggetto, disponendo che il pagamento dei debiti di cui al presente articolo deve riguardare, per almeno due terzi, residui passivi in via prioritaria di parte capitale, anche perenti, nei confronti degli enti locali, purché nel limite di corrispondenti residui attivi degli enti locali stessi ovvero, ove inferiori, nella loro 2 La ripartizione delle somme tra le diverse regioni è avvenuta con d.m del 14 maggio

55 totalità. A loro volta, gli enti locali devono utilizzare tali risorse in modo prioritario per il pagamento di debiti certi, liquidi ed esigibili maturati al 31 dicembre L integrazione al comma 6, attuata dall art. 2, comma 7, lett. c) del d.l. 15 ottobre 2013, n. 120, convertito dalla l. 13 dicembre 2013, n. 137, rafforza quest ultimo obbligo per gli enti locali e per le altre pubbliche amministrazioni destinatarie dei pagamenti regionali, ponendo loro un vincolo temporale ristretto in quanto, una volta ricevuti i trasferimenti dalla regione, questi ultimi devono prevedere immediatamente all estinzione dei propri debiti, fornendo certificazione formale alla Ragioneria generale dello Stato dell avvenuto pagamento dei propri debiti secondo precise scadenze. Secondo il citato comma 6, pertanto, sono da privilegiare i pagamenti di debiti regionali di parte capitale, piuttosto che quelli di parte corrente; tuttavia sia il trend dei pagamenti sopra descritto (che riporta un incremento nel 2013 dei trasferimenti correnti in particolare verso le Province, rispetto all anno precedente) sia i dati di dettaglio sui pagamenti effettuati dalla Regione Toscana, riportati in seguito nel presente paragrafo, evidenziano l effettuazione, da parte dell Amministrazione regionale, di pagamenti per debiti di parte corrente, piuttosto che di parte capitale. In merito, inoltre, ai debiti afferenti al comparto sanitario, l art. 3 del d.l. n. 35/2013 prevede un analoga misura anche per i pagamenti dei debiti da parte degli enti del settore sanitario, delegando a decreti direttoriali del Ministero dell economia e delle finanze la ripartizione tra le diverse regioni delle somme a tal fine stanziate dallo Stato 3. Difatti, la gestione degli enti sanitari si basa essenzialmente sui trasferimenti, per cui il ritardo con cui le regioni trasferiscono le risorse produce una carenza di liquidità, con situazioni di grave deficit finanziario in molte realtà aziendali. L anticipazione di liquidità in favore delle regioni e delle province autonome per il pagamento dei debiti sanitari sono ammesse dalla norma per un importo massimo di 14 miliardi di euro, di cui 5 miliardi per il 2013 e 9 miliardi per il Infine, si richiama il d.l. 31 agosto 2013 n. 102, convertito dalla l. 28 ottobre 2013, n. 124, che all art. 13, cc. 4 e 6, prevede, rispettivamente per i debiti ordinari e per quelli sanitari, la possibilità per le regioni di richiedere l anticipazione al 2013 dell erogazione della seconda tranche delle risorse di cui agli artt. 2 e 3 del dl. 35/2013, prevista per il 2014, a condizione che le stesse rispettino alcuni specifici requisiti. La Regione Toscana ha richiesto ed ottenuto l erogazione anticipata della seconda tranche, contabilizzandola nell anno Trattasi dei decreti direttoriali del MEF del 16 aprile 2013 e 2 luglio

56 Complessivamente la Regione Toscana è stata beneficiaria di 510,6 milioni erogati ai sensi degli artt. 2 e 3 sopra citati e relativi alla I tranche 2013 ed all anticipazione della II tranche Tab Anticipazione di liquidità ricevuta dalla Regione Toscana ai sensi del d.l. 35/2013. (in milioni) Anticipazione di liquidità debiti non sanitari (art. 2) debiti sanitari (art. 3) Totale liquidità erogata I Tranche ,50 230,75 269,25 II Tranche erogata nel ,77 184,60 241,38 Totale erogato nel ,27 415,36 510,63 Fonte: MEF aggiornamento 22 gennaio 2014, e rendiconto 2013 Regione Toscana. Per quanto concerne, in particolare, l anticipazione di liquidità destinata al pagamento dei debiti ordinari (art. 2) a seguito delle relative assegnazioni effettuate dal Ministero con decreto n del 14/05/2013, la Regione Toscana è risultata beneficiaria di risorse pari a 38 milioni per il 2013 (già accreditate in data 31 luglio) e a 57 milioni per il 2014, anche questa quota accreditata nell anno 2013 come previsto dall art. 13 del d.l. n. 102/2013 sopra richiamato, per un totale di 95,2 milioni. Dei 95,2 milioni di risorse ricevute ai sensi dell art. 2, la Regione ne destina complessivamente circa il 60 per cento agli enti locali, come evidenziato nella tabella seguente, relativa al dettaglio dei pagamenti effettuati dall Amministrazione regionale per debiti in scadenza al 31 dicembre 2012, con indicazione della tipologia di beneficiari e della tipologia di trasferimento (di parte corrente o di parte capitale). 46

57 Tab I pagamenti effettuati dalla Regione Toscana ai sensi dell'art. 2 del d.l. 35/2013. (in milioni) Destinatari dei pagamenti I tranche (2013) II tranche (ant. 2014) Totale I + II tranche corrente c/capitale totale corrente c/capitale totale corrente c/capitale totale Comuni 11,86 2,36 14,22 1,76 3,17 4,93 13,62 5,53 19,15 Province 8,41 1,83 10,24 24,02 2,04 26,06 32,44 3,86 36,30 Altri enti locali (Unioni di comuni, circondari) 0,44-0,44 0,43-0,43 0,88-0,88 Totale enti locali 20,71 4,19 24,90 26,22 5,21 31,43 46,93 9,40 56,33 Altri soggetti (università, aziende ecc.) Pagamenti totali effettuati ai sensi d.l. 35/13 7,06 6,54 13,60 10,27 15,08 25,35 17,32 21,62 38,95 27,76 10,73 38,50 36,49 20,29 56,77 64,25 31,02 95,27 Importo rendicontato da Regione Toscana al 27,76 10,73 38,50 37,80 20,29 58,09 65,56 31,02 96,59 MEF differenza importo calcolato/ ,31-1,31 1,31-1,31 rendicontato Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati forniti dalla Regione Toscana relativi alla certificazione inviata al MEF. I dati sopra riportati, relativi alla certificazione inviata dalla Regione Toscana al Ministero dell economia e delle finanze, ai sensi del d.l. n. 35/2013, evidenziano come il totale dei pagamenti effettuati per debiti diversi da quelli sanitari, a seguito dell anticipazione di somme da destinare ai predetti pagamenti ricevuta dal Ministero, ammonti a complessivi 95,27 milioni, che corrispondono all ammontare dell anticipazione di liquidità ricevuta dal Ministero per i predetti fini e riportata nella tab. 24. Tuttavia, in merito ai pagamenti effettuati nell ambito della II tranche, si riscontra una discordanza tra i dati forniti dalla Regione e comunicati al Ministero, e le rielaborazioni effettuate dalla Sezione sugli stessi dati. Infatti, a fronte di anticipazioni erogate dallo Stato per complessivi 56,7 milioni, registrate in entrata nel bilancio regionale e riportate nella tab. 24, si riscontrano pagamenti per debiti non sanitari della Regione per un importo maggiore, pari a 58,09 milioni. La differenza, pari a 1,3 milioni, è riconducibile ad un pagamento effettuato dalla Regione alla Provincia di Livorno nell ambito del programma operativo finanziato con risorse del Fondo sociale europeo (FSE ), pagamento che, eccedendo le risorse messe a disposizione dal Ministero ai sensi dell art. 2 del d.l. n. 35/213, sembra non rientrare nella tipologia di liquidazioni effettuate dalla Regione ai sensi della menzionata normativa. A seguito di richiesta di chiarimenti effettuata da parte della Sezione, la Regione ha comunicato, al riguardo, che, in fase di rendicontazione al Ministero delle somme 47

58 pagate, è stato inserito erroneamente tale ulteriore pagamento, pari a 1,3 milioni; quest ultimo è stato effettuato, ma non ricompreso nell ammontare erogato ai soggetti creditori ai sensi dell art. 2 del d.l. n. 35/2013, e pertanto erroneamente inserito nella rendicontazione inviata al Ministero. La Regione ha comunicato, pertanto, di aver rendicontato 1,3 milioni in più di quanto attinente ai pagamenti di cui all art. 2 e che l importo corretto ai fini del rispetto della presente norma è al netto di tale quota. Analizzando, nel particolare, la tipologia di pagamenti effettuati a favore degli enti locali ai sensi della presente normativa, si evidenzia come la prima tranche di anticipazione di liquidità, pari a 38,50 milioni, sia stata utilizzata dall Amministrazione regionale soprattutto per l estinzione di debiti di parte corrente nei confronti degli enti locali per 20,71 milioni, nonché di altri soggetti per 7,06 milioni. In particolare, in merito alle risorse correnti erogate a favore degli enti locali, le principali poste riguardano, per 11,7 milioni, i progetti educativi zonali (anni 2012 e 2013) i cui beneficiari risultano in via generica i Comuni e le Unioni di comuni toscani, seguiti da trasferimenti di risorse relativi al programma operativo regionale (POR) finanziato tramite il Fondo sociale europeo (FSE ) verso la Provincia di Firenze (2,6 milioni) e verso la Provincia di Arezzo (1 milione). Inoltre, i soggetti, diversi dagli enti locali, principali beneficiari di risorse di parte corrente, sono rappresentati dalle Aziende di trasporto pubblico locale, destinatarie, nel loro complesso, di 5,6 milioni relativi ai contributi destinati al finanziamento dei maggiori oneri derivanti dal rinnovo del CCNL (acconto pari all 80 per cento delle assegnazioni previste dal d.d. n. 5542/12). In merito ai pagamenti afferenti ai debiti regionali di parte capitale, per gli enti locali pari a 4,19 milioni, questi riguardano, in particolare, lavori per l abbattimento delle barriere architettoniche per complessivi 2 milioni, risorse, queste, da destinare in via generica agli Enti locali toscani, seguiti da pagamenti di 1,8 milioni alla Provincia di Pistoia per interventi di adeguamento e manutenzione straordinaria dei percorsi individuati per lo svolgimento dei Campionati mondiali di ciclismo in Toscana nel I principali pagamenti per debiti di parte capitale destinati a soggetti diversi dagli enti locali, sono rappresentati dalla spese per investimenti dell Azienda regionale Diritto allo Studio (Ardsu) e dalle spese relative all Accordo di programma per Marina di Cecina, pari a 1,8 milioni, destinate all Ufficio del commissario straordinario delegato istituito con d.p.c.m. n. 10/

59 Si evidenzia, al riguardo, che su un totale di 38,50 milioni di risorse trasferite dalla Regione ai creditori nell ambito della I tranche, solo 10,73 milioni attengono a pagamenti per spese d investimento, nonostante l art. 2, c. 6, del d.l. n. 35/2013 citato, preveda di privilegiare i pagamenti di debiti regionali di parte capitale, piuttosto che quelli di parte corrente. Anche nell ambito della seconda fase di pagamenti, attuata a seguito dell erogazione di un anticipazione di liquidità, da parte del Ministero, per complessivi 56,7 milioni, la Regione predilige l estinzione di debiti di parte corrente, liquidando risorse per spese di tale natura per complessivi 36,49 milioni di cui 26,22 milioni a favore degli enti locali, e destinando a spese in conto capitale la restante parte, pari a 20,29 milioni, di cui 5,21 milioni di competenza degli enti locali. In merito ai pagamenti erogati nell ambito della II tranche, avvenuti a seguito del ricevimento, da parte della Regione, della quota di anticipazione di liquidità di competenza del 2014, ma anticipata al 2013 a seguito dell art. 13 del d.l. 31 agosto 2013, n. 102, convertito dalla l. 28 ottobre 2013, n. 124, principali beneficiari risultano essere le province, destinatarie di risorse di parte corrente pari a 25,3 milioni inerenti principalmente il programma operativo finanziato attraverso il Fondo sociale europeo (POR CRO FSE ) per complessivi 17,7 milioni distribuiti tra le varie province. Con riferimento agli altri soggetti diversi dagli enti locali, i trasferimenti correnti ammontano a 10,27 milioni di cui 3,4 milioni erogati a Sviluppo Toscana Spa sempre nell ambito del POR CRO FSE I pagamenti di parte capitale riguardano principalmente le spese d intervento di adeguamento, manutenzione straordinaria e messa in sicurezza dei percorsi stradali individuati per lo svolgimento dei Campionati mondiali di ciclismo in Toscana nel 2013, e sono stati erogati a favore della Provincia di Pistoia Anche in questo caso valgono le considerazioni già effettuate in merito alla destinazione di risorse disponibili per il pagamento dei debiti di cui all art. 2 del citato d.l. n. 35/2013 per lo più alla spesa corrente, anziché a quella in conto capitale, in quanto dei 56,77 milioni, erogati nella II tranche, solo 20,29 milioni sono destinati all estinzione di debiti regionali per spese di investimento. 49

60 4. Le procedure di gestione e di monitoraggio messe in atto dalla Regione Toscana nell ambito dei trasferimenti agli enti locali 4.1 Considerazioni generali Come già detto in premessa, la Regione Toscana ha delegato varie funzioni amministrative agli enti locali. Il processo di decentramento così configurato comporta per gli enti locali l obbligo di realizzare la specifica funzione conferita dalla Regione, nel rispetto della legge che disciplina il trasferimento della stessa, mentre gli uffici regionali competenti per materia accertano che la funzione sia effettivamente svolta dall ente locale. Il sistema così delineato permette agli uffici regionali di valutare il grado di realizzazione degli obiettivi che si intende perseguire con la funzione delegata, al fine di valutare l efficacia dell azione amministrativa posta in essere dall ente locale. In merito alle risorse trasferite per la gestione delle funzioni delegate, occorre precisare che non sussistono norme, a livello regionale, che comportino un obbligo generale di rendicontazione per le assegnazioni effettuate a favore dei soggetti investiti della delega. Le leggi regionali di delega delle funzioni, non prevedendo forme di rendicontazione delle risorse trasferite, non consentono agli uffici di controllo regionali una valutazione dell azione amministrativa sotto i profili dell efficienza e dell economicità. Di contro, tale valutazione si rinviene per le funzioni conferite in materia di viabilità, di cui si dirà partitamente nel successivo paragrafo. Quanto al rendiconto dei contributi straordinari concessi dalla Regione agli enti locali, l art. 98 della citata l.r. n. 68/2011 prevede solo un obbligo generale di rendicontazione, pena la revoca dei contributi, rinviando alle singole leggi istitutive ed ai relativi provvedimenti attuativi la fissazione e l individuazione dei requisiti di rendicontazione. 4.2 In particolare: la gestione e il monitoraggio dei trasferimenti per la viabilità In attuazione della l. 15 marzo 1997 n. 59, il d.lgs. 31 marzo 1998 n. 112 ha definito, tra l altro, le disposizioni attuative di carattere generale per il conferimento delle funzioni alle regioni e agli enti locali in materia di viabilità. L articolo 99 dispone che sono conferite alle regioni e agli enti locali, ai sensi dell art. 4, c. 1, della l. 15 marzo 1997, n. 59 tutte le funzioni amministrative in particolare, le funzioni di programmazione, progettazione, esecuzione, manutenzione e gestione delle strade non rientranti nella rete autostradale e stradale nazionale, compresa la 50

61 nuova costruzione o il miglioramento di quelle esistenti, nonché la vigilanza sulle strade conferite. Il decreto legislativo citato trasferisce dallo Stato alle regioni le funzioni di programmazione e coordinamento della rete viaria, mentre attribuisce alle province le funzioni di progettazione, costruzione e manutenzione della rete stradale, rinviando alla legislazione regionale la fissazione delle modalità e dei criteri della delega stessa 4. La Regione Toscana, per quanto concerne la viabilità, ha adeguato il proprio quadro legislativo con la l.r. 1 dicembre 1998, n. 88, recante disposizioni in merito all attribuzione agli enti locali di funzioni in materia di gestione del territorio e in materia di viabilità. Tale legge ha riservato alla Regione la programmazione pluriennale degli interventi ed ha attribuito alle province la gestione delle strade regionali con le annesse funzioni inerenti la progettazione, la costruzione, e la manutenzione delle stesse. La Regione programma gli investimenti sulla viabilità regionale tramite la concertazione con gli enti locali, nel rispetto dei principi strategici di governo del territorio, e monitorizza l attuazione degli atti di programmazione ai fini della relativa verifica ed aggiornamento. Le province, a loro volta, svolgono la gestione tecnica ed amministrativa delle strade regionali e propongono alla Regione gli investimenti sulla viabilità regionale nell ambito provinciale di competenza. La programmazione pluriennale di cui sopra viene attuata dalla Regione attraverso il Programma pluriennale investimenti sulla viabilità di interesse regionale, programma approvato con deliberazione del Consiglio regionale 27 febbraio 2002, n. 35, e successivamente aggiornato annualmente 5. La suddetta deliberazione, al paragrafo 7 (allegato B), stabilisce che il monitoraggio del programma viene attuato semestralmente dalla Giunta regionale e che, almeno annualmente, o in occasione del monitoraggio di metà anno, qualora necessario, la Giunta deve presentare al Consiglio regionale lo stato di attuazione dello stesso, evidenziandone eventuali criticità e proponendo i conseguenti adeguamenti. Tale deliberazione stabilisce, inoltre, la verifica almeno semestrale, da parte della Giunta, delle previsioni per gli impegni di bilancio, per proporre eventuali assestamenti ed aggiornamenti. 4 La ripartizione tra Regione e Province delle strade ex Anas è avvenuta sulla base del Piano di indirizzo territoriale approvato con deliberazione del Consiglio regionale 25 gennaio 2000, n Al termine dell attuazione del programma è stata prevista una valutazione finale degli effetti sulle risorse del territorio, con particolare riguardo alla riduzione dell inquinamento atmosferico e acustico nei centri abitati, alla riduzione degli incidenti connessi alle caratteristiche della viabilità, all inserimento ambientale e paesaggistico delle nuove opere e al miglioramento della funzionalità della rete. 51

62 Il competente Settore regionale, fin dall approvazione della delibera n. 35/2002, ha effettuato un dettagliato monitoraggio attuativo e finanziario di tutti gli interventi programmati. In particolare, il monitoraggio delle diverse fasi di progettazione e realizzazione, rispetto agli obiettivi di sostenibilità del programma, viene realizzato dagli Uffici regionali aggiornando le specifiche schede progetto (allegato 9 della deliberazione) in collaborazione con gli uffici provinciali. Tali schede riportano, nel dettaglio, i dati rilevanti per ogni intervento sulla viabilità quali: entità e fonte del finanziamento disponibile, stato di avanzamento del progetto stesso, nonché gli importi relativi alla rendicontazione finanziaria. Semestralmente, le schede sono trasmesse alle province per un verifica congiunta dei dati registrati. Gli esiti del monitoraggio semestrale sono ratificati, ai sensi della delibera della Giunta regionale del 29 gennaio 2001, n. 72, dal Gruppo Tecnico per la Conferenza Regione Province-Anci, costituito dai Dirigenti dei Settori viabilità regionali e provinciali e dalla Conferenza Regione Province Anci per la viabilità, costituita dai rappresentanti politici di Regione e Province. Valutato lo stato di attuazione del Programma e le proposte di adeguamento descritte negli elaborati riepilogativi del monitoraggio, il Consiglio regionale approva il Programma pluriennale dei lavori pubblici aggiornato con le modifiche proposte dalle singole province. Al termine del monitoraggio semestrale, lo stesso viene trasmesso al settore Controllo Strategico e di Gestione, in quanto gli interventi in oggetto, definiti strategici ai sensi della l.r. 1 agosto 2011, n. 35, sono sottoposti anche al monitoraggio previsto dalla medesima legge. Una procedura di monitoraggio particolare viene seguita per gli interventi finanziati con fondi del CIPE; procedura effettuata, in questo caso, dal Settore regionale Infrastrutture di trasporto strategico che provvede a trasmettere i dati al Ministero delle Infrastrutture. A loro volta, gli specifici interventi finanziati con fondi FAS CIPE sono monitorati da Artea. Il Settore Viabilità, principale destinatario delle schede relative ai singoli interventi, aggiorna il proprio data base e le schede di intervento anche nei casi in cui gli interventi sono finanzianti con fondi del CIPE e FAS. Nel corso del 2014, la Regione ha approvato il Piano Regionale integrato delle infrastrutture e della mobilità (PRIIM), istituito con l.r. 4 novembre 2011, n. 55, che di fatto contiene il Programma relativo agli investimenti sulla viabilità di interesse regionale. D ora in avanti il monitoraggio del citato programma sarà, pertanto, effettuato secondo quanto disposto dall articolo 4 della summenzionata legge. 52

63 Quanto alla modalità di erogazione dei finanziamenti regionali e del CIPE, segnatamente per il Programma pluriennale degli investimenti, questa è effettuata nei confronti delle province secondo quanto disposto dall art. 13 del DPGR 2 agosto 2004, n. 41/R, recante il Regolamento regionale in materia di viabilità previsto dall articolo 22, c. 4, della l.r. n. 88/1998. Il regolamento citato disciplina le varie fasi del procedimento, dalla progettazione alla realizzazione dell opera. Le province, a seguito dell approvazione del progetto esecutivo ai fini dell espletamento delle procedure di gara, trasmettono alla Regione il quadro economico dell intervento e la previsione annuale relativa alla liquidazione degli importi, per gli opportuni impegni finanziari. L erogazione dei finanziamenti regionali e del CIPE del Programma pluriennale è effettuata alla provincia per stati di avanzamento dei lavori, previa rendicontazione della stessa dei costi sostenuti, mediante la presentazione di un apposita dichiarazione nella quale, sulla base degli importi contabilizzati e delle liquidazioni effettuate, si attesta l avvenuto utilizzo di almeno il 75 per cento di quanto precedentemente erogato, e si indica il fabbisogno di cassa sulle obbligazioni in scadenza nel trimestre successivo. A conclusione dei lavori, dopo l effettuazione del collaudo tecnico-amministrativo, la provincia provvede alla restituzione delle eventuali risorse erogate e non utilizzate e alla trasmissione alla Regione della rendicontazione dei costi d intervento e delle spese tecniche. I controlli finali sui costi degli interventi, a conclusione dei lavori e a chiusura della relativa contabilità, sono effettuati dagli uffici regionali, sulla base dell atto di collaudo e della rendicontazione delle somme trasmessa dalle singole province. In generale, è il Settore regionale Viabilità che acquisisce tutta la documentazione amministrativo-contabile prevista dal DPGR n. 41/R del 2004, necessaria per dare seguito alle richieste di erogazione di finanziamento per spese tecniche, oneri di esproprio, erogazione dei finanziamenti relativi all esecuzione dei lavori e del conseguente saldo finale. Come accennato in precedenza, l erogazione dei finanziamenti FAS CIPE è effettuata nei confronti delle province da ARTEA, secondo un apposito disciplinare approvato dalla Regione con d.d. 29 luglio 2010, n In conclusione, il sistema di monitoraggio delle risorse trasferite dalla Regione alla province per gli investimenti sulla viabilità d interesse regionale risulta completo ed articolato. In merito, invece alle attività di manutenzione delle strade di interesse regionale, il trasferimento delle relative risorse finanziarie è approvato annualmente dalla 53

64 Giunta regionale. Le modalità di erogazione sono stabilite dalla delibera 12 dicembre 2011, n. 1123, che prevede la corresponsione, a ciascuna provincia, del 70 per cento delle somme spettanti per la manutenzione delle strade regionali entro il 28 febbraio di ciascun anno, previa presentazione, entro il mese di gennaio, della rendicontazione delle relative somme spese nell anno precedente. Il restante 30 per cento viene erogato entro il mese di maggio di ogni anno, previa presentazione da parte delle province del piano neve per l inverno successivo. Al riguardo, il sistema di rendicontazione delle spese di manutenzione ordinarie e straordinarie delle strade, approvato con d.d. 4 marzo 2011, n. 747, si sostanzia in una mera elencazione degli interventi, unitamente ad una scarna descrizione dei lavori e del relativo costo che le province successivamente trasmettono alla Regione. 54

65 CAPITOLO VI IL CONTO DEL PATRIMONIO Sommario: 1. Premessa I contenuti del conto Attività Attività finanziarie Beni mobili ed immobili Attività diverse e poste rettificate Passività Passività finanziarie Passività diverse e poste rettificate. 1. Premessa Il quadro normativo di riferimento per l esame del conto del patrimonio è costituito da un lato dalle leggi regionali 27 dicembre 2004, n. 77 Demanio e patrimonio della Toscana. Modifica alla legge regionale 2000, e 21 marzo 2000, n. 39 e successive modifiche, Legge forestale della Toscana, che disciplinano rispettivamente l amministrazione e gestione dei beni appartenenti al demanio e al patrimonio immobiliare indisponibile e disponibile regionale e l amministrazione e gestione dei beni appartenenti al patrimonio agricolo forestale e dall altro dalla l.r. 6 agosto 2001, n. 36, Ordinamento contabile della regione Toscana, che all art. 42 definisce il contenuto del conto generale del patrimonio e le modalità di concordanza tra la contabilità di bilancio e quella del patrimonio 1. A completamento del quadro di riferimento per l analisi del conto del patrimonio, si richiama la delibera della Giunta 4 giugno 2012, n. 491, con la quale in attuazione della previsione dell art. 20 della l.r. n. 77/2004, si è proceduto alla ricognizione triennale del patrimonio immobiliare. L atto deliberativo ha definito per il triennio gli elenchi dei beni immobili da mantenere (all. A), da valorizzare/riqualificare (all. B), da permutare (all. C), da alienare (all. D). Per il patrimonio agricolo forestale è stata adottata separata delibera di Giunta 30 luglio 2012, n. 682, con la quale si sono approvati gli elenchi dei beni da valorizzare e/o riqualificare e gli elenchi di quelli da alienare, fissando le direttive per la vendita e le modalità di riparto dei proventi per il medesimo triennio. 2. I contenuti del conto 1 A questo proposito, si rileva che la previsione dell art. 42, comma 4, della l.r. n. 36/2001 discorda dalla previsione dell art. 80 del regolamento di attuazione della legge, approvato con delibera Giunta regionale 19 dicembre 2001, n. 61/R nella parte in cui prevede che la concordanza tra la contabilità di bilancio e quella patrimoniale sia contenuta nel conto di bilancio anziché nel conto del patrimonio come previsto dal regolamento e dalla disciplina nazionale (d.lgs. 28 marzo 2000, n. 76). 55

66 La legge regionale n. 36/2001 definisce nell art. 42 i contenuti e gli allegati del conto generale del patrimonio, con la finalità di rappresentare la consistenza di tutti gli elementi patrimoniali e le loro variazioni in corso di esercizio. Il conto deve, perciò, rilevare: 1) le attività e passività finanziarie; 2) i beni mobili e immobili; 3) ogni altra attività e passività e le poste rettificative. Al conto sono allegati: l elenco degli immobili con le destinazioni ed eventuale reddito e l elenco dei debiti perenti. Le due sezioni contrapposte - attività e passività - a loro volta sono disaggregate in categorie, per le quali è rilevata la consistenza patrimoniale iniziale, le variazioni in corso di esercizio, la consistenza finale. Le categorie in cui si articolano le attività sono tre: - attività finanziarie comprendenti: a) i residui attivi e b) il fondo cassa; - beni mobili (d) e immobili (e), secondo la classificazione del Codice civile; - attività diverse e poste rettificate, comprendenti i crediti (f) e i titoli di credito (g). Le categorie in cui si articolano le passività sono due : - passività finanziarie, consistenti nei residui passivi (c); - passività diverse e poste rettificate, comprendenti i debiti (h), i residui passivi perenti (i) e le poste rettificate dei valori numerari (f). Il Conto generale del patrimonio della Regione è illustrato nell allegato B e nella relazione, allegato C nella parte dedicata al conto del patrimonio, della proposta di legge di approvazione del rendiconto generale dell anno Il Conto generale riassuntivo del patrimonio è rappresentato dal prospetto di seguito riportato. 56

67 Tab. 1 Conto generale riassuntivo del patrimonio. (in euro) ATTIVITA PASSIVITA Descrizione variazioni avvenute durante l'esercizio variazioni avvenute durante Consistenza al Consistenza al Consistenza al Consistenza al 2013 Descrizione l'esercizio variazioni in + variazioni in - variazioni in + variazioni in - Attività finanziarie , , , ,43 Passività finanziarie , , , ,25 Beni mobili e immobili , , , ,36 Attività diverse e Attività diverse e , , , ,62 poste rettificate poste rettificate , , , ,67 Totale attività , , , ,41 Totale Passività , , , ,92 Variazione della consistenza delle , , , , ,92 attività Variazione della Eccedenze della consistenza della passività al , ,06 passività Variazioni al , ,51 TOTALE A TOTALE A , , ,92 PAREGGIO PAREGGIO , , ,92 Fonte: Rendiconto Generale Regione Toscana per l anno finanziario Allegato B Conto generale del patrimonio. DIMOSTRAZIONE DEL SALDO PATRIMONIALE - Saldo patrimoniale risultante dalla parte attiva ,41 - Saldo patrimoniale risultante dalla parte passiva ,92 - Saldo patrimoniale dell esercizio ,51 57

68 Nella tab. 2 è rappresentato il raffronto dei dati del conto del patrimonio nel triennio 2011/2013. Tab. 2 - Conto del patrimonio. (in euro) ATTIVITA' / / 2012 Attività finanziarie: , , ,43 7,75% -28,25% Residui attivi , , ,43 13,23% -29,98% Fondo cassa , , ,00-73,39% 81,32% Beni mobili ed immobili: , , ,36 48,20% 1,74% beni mobili , , ,39 1,98% -0,23% beni immobili , , ,97 66,20% 2,22% Attività diverse e poste rettificate: , , ,62 8,61% -7,63% Crediti , , ,07 7,18% -15,23% Titoli di credito , , ,55 13,15% 8,54% Totale attività , , ,41 8,94% -25,48% PASSIVITA' Passività finanziarie: , , ,25 19,31% 0,70% Residui passivi , , ,25 19,31% 0,70% Passività diverse e poste rettificate: , , ,67 14,59% -33,48% Totale passività , , ,92 16,96% -15,96% SALDO PATRIMONIALE , , ,51 49,62% 12,29% Fonte: Rendiconti Generali Regione Toscana anni finanziari 2011, 2012, I dati evidenziano una situazione patrimoniale, a chiusura dell esercizio 2013, pari a milioni, quale risultato della differenza fra attività e passività, con un saldo negativo in aumento del 12,29 per cento rispetto al 2012, anno in cui si è osservato un cospicuo incremento del saldo negativo di circa 867,5 milioni (quasi il 50 per cento in più rispetto al 2011). Le attività finanziarie, costituite dalla giacenza di cassa e dal totale dei residui attivi in essere al 31 dicembre di ogni esercizio, mentre hanno registrato nel 2012, un incremento del 7,75 per cento (493 milioni) che derivava da un aumento dei residui attivi e una diminuzione del fondo cassa rispetto all anno precedente, nel 2013 evidenziano un decremento complessivo del 28,25 per cento (quasi milioni) dovuto ad una diminuzione, quasi del 30 per cento, dei residui attivi non recuperata dall incremento del fondo di cassa di circa 87 milioni, pari all 81,32 per cento rispetto al Per la categoria dei mobili e immobili si osserva un leggero incremento rispetto all anno 2012 (1,74 per cento), anno che al contrario registrava un considerevole aumento (48,20 per cento), rispetto all anno precedente. Le attività diverse e poste rettificate evidenziano una riduzione, rispetto al 2012, del 7,63 per cento, 58

69 attribuibile alla riduzione nella misura del 15,23 per cento della categoria dei crediti non compensata dall incremento della voce titoli di credito. Le passività finanziarie riguardanti i residui passivi aumentano poco in termini percentuali rispetto al 2012 (0,70 per cento), ma di circa il 20 per cento rispetto al Al contrario le passività diverse e poste rettificate attestano un notevole decremento rispetto al Nel complesso quindi il saldo patrimoniale dell esercizio 2013 evidenzia un risultato finale negativo di euro ,51, in aumento sia rispetto al 2011 che al Nelle figure di seguito è evidenziata la suddivisione complessiva tra le varie categorie delle attività e delle passività del conto del patrimonio per l esercizio Fig. 10 Attività del patrimonio. Fonte: Conto del patrimonio Regione. 59

70 Fig. 2 - Passività del patrimonio. Fonte: Conto del patrimonio Regione. Con maggiore dettaglio si esaminano di seguito le singole categorie. 3. Attività 3.1 Attività finanziarie Le attività finanziarie ricomprendono i residui attivi e il fondo di cassa e sono rappresentate nel quadro sottostante. Tab. 3 Attività finanziarie. (in euro) Denominazione Consistenza al variazioni in + variazioni in - Consistenza al Residui attivi , , , ,43 Fondo cassa , , , ,00 Totale attività finanziarie , , , ,43 Variazione della consistenza delle attività finanziarie ,95 Totale conto generale "A" , , ,43 Fonte: Conto generale A Attività e passività finanziarie. Esse evidenziano una notevole variazione in corso di esercizio nella categoria residui attivi, diminuiti, come già evidenziato, rispetto alla consistenza iniziale di circa il 30 per cento in conseguenza soprattutto della regolarizzazione contabile di sospesi di tesoreria, disposti nel 2008 per anticipazioni sanitarie, che ha consentito la riscossione di residui attivi per complessivi 2.363,34 milioni a fronte della reiscrizione nel bilancio 2013 dei corrispondenti residui passivi perenti, come esposto nella relazione illustrativa. Anche il fondo di cassa presenta un lieve incremento rispetto al 2012, evidenziando una buona tenuta in termini di 60

71 pagamenti in conto residui incrementati di 537 milioni e competenza di 1506 milioni a fronte di riscossioni incrementate in conto residui di milioni e ridotte in conto competenza di 533 milioni. La relazione segnala comunque che la giacenza finale di cassa è dovuta anche ad introiti non previsti incassati a fine esercizio. 3.2 Beni mobili ed immobili L attivo patrimoniale, riguardante la categoria dei beni immobili e mobili, è rappresentato nel quadro sottostante. Tab. 4 Beni mobili ed immobili. (in euro) Consistenza al variazioni avvenute durante l'esercizio 2013 variazioni in + variazioni in - Consistenza al Beni mobili , , , ,39 Beni immobili , , , ,97 Totale , ,24 Variazioni della consistenza ,75 Totale conto "B" , , ,36 Fonte: Conto generale B Per i mobili la consistenza, sia in termini di quantità dei beni (da n a n ) sia in termini di valore (da euro ,35 a euro ,39), appare sostanzialmente immutata con un decremento nel valore dello 0,23 per cento. La consistenza dei beni immobili risulta variata in corso di anno in termini percentuali di appena l 1,74. Le variazioni avvenute, secondo la classificazione civilistica dei beni, sono evidenziate nella tabella di seguito riportata. 61

72 Tab. 5 Beni immobili. BENI IMMOBILI DEMANIALI Cat. D-A - Cat. D-B - Cat. D-C - Cat. D-D - Cat. D-E - Cat. D-G - Cat. D-H - Cat. D-I - Cat. D-L - Le strade le autostrade Le strade ferrate Gli aerodromi civili Gli acquedotti di interesse regionale Descrizione I canali, i porti lacuali, le zone portuali della navigazione interna etc. Le costruzioni i terreni e le opere esistenti entro i limiti del demanio marittimo, del mare territoriale etc. Le opere idrauliche di IV e V e non classificate e le relative pertinenze nonché le opere idrauliche etc. Le raccolte dei musei, delle pinacoteche, degli archivi, delle biblioteche etc. Gli altri beni assoggettati da leggi statali o regionali al regime del demanio pubblico BENI IMMOBILI INDISPONIBILI Consistenza al 31/12/2012 variazioni avvenute durante l'esercizio in più in meno (in euro) Consistenza al 31/12/2013 Cat. PI-A - Le acque minerali e termali comprese le pertinenze etc. 0,00 0,00 0,00 0,00 Cat. PI-B - Le cave e torbiere, quando la disponibilità è sottratta al proprietario del fondo 0,00 0,00 0,00 0,00 Cat. PI-C - Le foreste, i vivai forestali ed, in genere, i beni agricolo-forestali di cui all'art. 22 della LR 21/3/2000 n. 39 Fabbricati , , , ,40 Cat. PI-C - Le foreste, i vivai forestali ed, in genere, i beni agricolo-forestali di cui all'art. 22 della LR 21/3/2000 n. 39 Terreni , , , ,20 Cat. PI-D - I terreni destinati a fasce frangivento 0,00 Cat. PI-E - Gli edifici destinati a sedi di uffici regionali , ,69 0, ,97 Cat. PI-F - Gli altri beni immobili espressamente destinati ad un pubblico servizio o comunque al diretto perseguimento di finalità pubbliche di interesse regionale - Fabbricati Cat. PI-F - Gli altri beni immobili espressamente destinati ad un pubblico servizio o comunque al diretto perseguimento di finalità pubbliche di interesse regionale - Terreni BENI IMMOBILI DISPONIBILI ,99 800,56 504, , ,80 0,00 0, ,80 Cat. PD-1 - Fabbricati , , , ,53 Cat. PD-2 - Terreni , , , , , , , ,97 Variazioni della consistenza ,71 TOTALI , , ,97 Fonte: Conto generale B Beni immobili. Allegato c). 62

73 Nella tab. 5 si evidenzia che la variazione nella consistenza è attribuibile in gran parte al patrimonio agricolo forestale, il cui valore si è incrementato a seguito dei nuovi classamenti catastali previsti dalla normativa che attribuiscono una maggiore rendita catastale. Le variazioni negative di modesta entità sono attribuibili alle alienazioni di alcuni immobili. Non risulta, invece, segnalata alcuna operazione di aggiornamento, a cura della regione, dei valori del patrimonio immobiliare posseduto. Come già detto, con delibera di Giunta 4 giugno 2012, n. 491 del è stato approvato l elenco degli immobili da alienare 7 nel triennio , suddivisi in patrimonio abitativo, non abitativo e terreni e classificati nel demanio, demanio storico, patrimonio disponibile e patrimonio indisponibile. In questo elenco sono presenti: 45 immobili o complessi immobiliari, ad uso abitativo 8, 26 immobili ad uso non abitativo 9 e 31 terreni 10. Dalle alienazioni degli immobili era previsto un introito, nel triennio , di 45 milioni 11 di cui 25 milioni per l anno Nell anno 2013 sono stati messi in vendita, in totale, 20 immobili appartenenti al patrimonio regionale con avvisi di vendita mediante offerta al pubblico o mediante trattativa privata, ma le procedure sono andate deserte tranne che per un immobile. Con tutta evidenza la situazione di crisi del mercato immobiliare ha reso del tutto inattendibili le previsioni di entrata. Nell esercizio 2013 sono stati stipulati 5 contratti di alienazione di cui, però, solo uno riferito ad un immobile posto in vendita nel 2013 il cui importo, di modestissimo valore, è stato tutto accertato ed introitato nello stesso esercizio. 7 Allegato D alla delibera n. 491/ Di cui 22 siti nella provincia di Arezzo, 3 in quella di Firenze, 7 in quella di Grosseto, 3 in quella di Livorno, 1 in quella di Lucca, 3 in quella di Pisa, 1 Prato, 2 Pistoia e 2 Siena. 9 Di cui 5 siti nella provincia di Arezzo, 8 in quella di Firenze, 5 Grosseto, 1 Massa Carrara, 3 Pisa, 3 Pistoia e 1 Siena. 10 Di cui 3 nella provincia di Arezzo, 1 Firenze, 23 Grosseto, 2 Livorno, 1 Pisa e 1 Prato. 11 Escluso il patrimonio agricolo forestale. 63

74 Tab. 6 Contratti stipulati nell esercizio (in euro) Immobile Ex casa cantoniera Anno gara Indirizzo Prezzo di vendita Castiglione d'orcia , , , , ,00 Terreno 2012 Manciano 2.300,00 920, ,00 920, ,00 Terreno 2012 Terreno 2012 Terreno 2013 Capalbio loc.tà Torre Palazzi Lotto 1 e 2 Castiglion F.no Loc.tà Ristonchia Magliano in Toscana Loc. Poggiolecci 4.700, , , , ,00 900,00 675,00 22,00 675,00 225, , , ,00 Totali , , , , ,00 Fonte: Regione Toscana 12. Anche per i beni immobili appartenenti al patrimonio agricolo forestale, come detto, è stato approvato, con delibera di Giunta n. 682 del 3 luglio 2012, tra l altro, l elenco dei beni da alienare comprendente terreni, fabbricati e tre edifici storici per un introito complessivo previsto nel triennio di 1,6 milioni di euro di cui relativi all anno A tali alienazioni dovevano provvedere gli enti gestori dei beni secondo le procedure previste dalla l.r. n. 77/2004, ai quali è assegnata la quota del 20 per cento degli introiti secondo le previsioni del piano agricolo forestale Nel 2013 non è avvenuta alcuna alienazione dei beni immobili appartenenti al patrimonio agricolo forestale. Gli introiti da alienazioni, evidenziati nella tabella successiva, si riferiscono a cessioni effettuate nel 2012 e relative al precedente programma di dismissione. Per le alienazioni la regione pur incassando il ricavato complessivo riversa poi, come detto, il 20 per cento dello stesso all ente gestore. Dalla stessa tabella si evidenzia che per i proventi derivanti dall alienazione di beni del patrimonio agricolo forestale gli accertamenti del 2013 sono diminuiti del 95 per cento rispetto all anno 2012 (1.487 milioni nel 2012 e euro nel 2013). 12 Nella tabella fornita dall ente l importo presente nella colonna accertato si riferisce esclusivamente agli accertamenti a saldo, assunti con il decreto di stipula del contratto; non sono evidenziati gli accertamenti assunti al momento dell aggiudicazione. 64

75 Tab. 7 Proventi del patrimonio regionale. (in euro) Proventi del patrimonio regionale Alienazione di beni del patrimonio agricolo forestale Cap Alienazione di beni del patrimonio immobiliare Cap TOTALE Proventi dismission i Gestione demanio e patrimonio regionale - Cap Gestione patrimonio agricolo forestale - Cap TOTALE Proventi Gestione Residui Riscossioni Riscossioni Riscossioni Accertamenti su Residui Accertamenti su residui su residui accertamenti Riscossioni su accertamenti , , , , , , , , , , , , ,72 0, , , , , , , , , , , , , , , , , , ,87 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0, , , , , , , , ,87 TOTALE , , , , , , , ,87 Fonte: Rendiconto generale anni finanziari 2012 e Anche per i proventi che derivano dall alienazione dei beni del patrimonio immobiliare si registra negli accertamenti un decremento dell 87 per cento sul capitolo nel 2013 rispetto al 2012 (euro ,00 nel 2012 e ,13 nel 2013). Si rileva inoltre che nell accertamento confluiscono oltre ai i saldi dei contratti stipulati nel 2013, gli acconti/caparre versati nell esercizio, i saldi per contratti di permuta, e le indennità per espropriazioni passive (che ammontano ad euro ,13). Per i proventi derivanti dalla gestione del demanio e del patrimonio si deve tener conto che i beni che appartengono al demanio e al patrimonio regionale sia disponibile che indisponibile, possono essere utilizzati a vario titolo attraverso atti di concessione amministrativa per i beni del demanio o del patrimonio indisponibile e atti di locazione per i beni del patrimonio disponibile, tutti atti di durata pluriennale. Nell accertamento complessivo confluiscono le entrate per canoni derivanti da contratti in corso al 31 dicembre 2012 e non ancora scaduti e le indennità di occupazione previste per l esercizio in corso suddivise in entrate derivanti da enti pubblici e privati. Le somme accertate a consuntivo sul capitolo (proventi gestione demanio e patrimonio regionale), per un totale complessivo di euro 3,007 milioni sono riferibili per euro 1,347 milioni a canoni attivi da parte di enti pubblici, per euro 65

76 1,522 milioni a canoni attivi da parte dei privati (in totale euro 2,869 milioni), oltre ad altri proventi che derivano dalla gestione patrimoniale come la costituzione di diritti reali. Non si osservano variazioni significative rispetto al 2012, riducendosi la percentuale solo del 2 per cento. Si annota che la regione ha adempiuto agli obblighi di trasparenza previsti dal d.lgs. n. 33/2013, pubblicando sul proprio sito l elenco dei beni appartenenti al patrimonio immobiliare e i canoni di locazione percepiti. 3.3 Attività diverse e poste rettificative In questa categoria sono allocati i crediti e i titoli di credito come rappresentati nella tab. 8. Tab. 8 Attività diverse poste rettificate. (in euro) Descrizione Consistenza al variazioni avvenute durante l'esercizio 2013 Consistenza al variazioni in + variazioni in Crediti , , , ,07 Titoli di credito , , , ,55 Totale attività diverse , , , ,62 Fonte: Conto generale C Attività e passività diverse poste rettificate. a) I crediti sono relativi a fidejussioni rilasciate a favore della regione e sono neutri da un punto di vista patrimoniale perché trovano riscontro tra le poste rettificative del passivo. Le variazioni rispetto al 2012 sono modeste (da 232 milioni a 224 milioni) per le fideiussioni ricevute, mentre è rimasto invariato l importo di 18 milioni per la fideiussione rilasciata dalla regione a favore della società Interporto toscano A. Vespucci già da qualche anno e prorogata fino al 2019 con la l.r. n. 77/2012. Appare opportuno, a tal proposito, il richiamo del collegio dei revisori dei conti sul rendiconto 2012 ad una più corretta allocazione di tali poste tra conti d ordine. Anche i contributi statali, a fronte dei mutui contratti dalla regione, ricompresi nella voce crediti rappresentano una posta neutra per il saldo patrimoniale che trova riscontro nelle poste rettificative delle passività. La variazione di tale voce nell anno di 62 milioni di euro è conseguente all estinzione di alcuni mutui. b) Titoli di credito. La voce subisce un lieve incremento rispetto al 2012 (8,54 per cento) attribuibile a nuove acquisizioni di partecipazioni azionarie. Le più 66

77 rilevanti sono quelle riferibili all incremento della quota in FIDI Toscana S.p.A. che passa dal 43,48 al 46,28 per cento, il cui impegno di spesa per euro 11,303 milioni per l acquisizione è stato però assunto a carico del bilancio 2012 e quella nell Interporto Amerigo Vespucci S.p.A. che passa dal 17,79 al 23,56 per cento per un impegno di spesa di euro 3,199 milioni. Per maggiori dettagli sulle variazioni azionarie e sul risultato finale, si rinvia al capitolo sulle partecipazioni azionarie. Si ritiene opportuno, però, in questa sede, segnalare che la situazione patrimoniale delle società a partecipazione regionale maggioritaria, quale dimostrata nell allegato al rendiconto ex art. 43 comma 1, lett. C, l.r. n. 36/2001, richiederebbe, anche in assenza di una espressa prescrizione di legge, la valorizzazione dei dati, soprattutto se negativi, all interno dei documenti di bilancio, come già evidenziato nella relazione dello scorso anno. La Regione, nelle controdeduzioni, ha precisato che terrà conto dei risultati di alcune società partecipate a partire dal bilancio dell anno 2015, come previsto dalla legge n. 147/ Passività Le passività si suddividono nelle categorie passività finanziarie e passività diverse e poste rettificate. 4.1 Passività finanziarie Le passività finanziarie sono corrispondenti ai residui passivi che, come si evidenzia nella tabella sottostante, subiscono un modesto incremento rispetto al 2012 (0,70 per cento) nonostante l incremento del 3 per cento, rispetto al 2012, dei pagamenti in conto residui al netto delle contabilità speciali. Tab. 9 Residui passivi. Residui passivi Consistenza al Consistenza al ,52 variazioni avvenute durante l'esercizio 2013 variazioni in + variazioni in - (in euro) Consistenza al Residui pagati nell'esercizio ,32 Residui eliminati per insussistenza Residui eliminati per perenzione Spese di competenza rimaste da pagare al , , ,33 Totali , , , ,25 Fonte: Conto generale A allegato c)

78 Nel capitolo dedicato ai residui si analizzerà il dato per singole strategie. 4.2 Passività diverse e poste rettificate In tale categoria sono ricompresi i debiti, i residui passivi perenti, le poste rettificative. Tale categoria nel complesso si riduce, rispetto al 2012, del 33,48 per cento. Tab. 10 Passività. (in euro) Consistenza al variazioni avvenute durante l'esercizio 2013 variazioni in + variazioni in - Consistenza al Debiti , , , ,54 Residui passivi perenti , , , ,06 Poste rettificate valori numerari , , , ,07 Totale passività diverse , , , ,67 Variazione della consistenza delle passività diverse ,79 Totale , , ,67 Fonte: Conto generale C Passività. I debiti, come rappresentati nella tabella di cui sopra sono incrementati del 39,05 per cento. La maggiore voce per 510,63 milioni corrisponde alla contrazione di n. 4 anticipazioni di liquidità con il MEF per dar corso alle procedure di pagamento alle imprese di debiti pregressi secondo le previsioni di cui agli articoli 2 e 3 del d.l. n. 35/2013 convertito nella l. n. 64/2013. L importo di euro 32,65 milioni corrisponde invece alla quota di oltre il 59 per cento di debito pregresso per interventi nel settore del trasporto pubblico locale che dal 2013 è transitato dallo Stato a carico della Regione, a seguito delle previsioni del d.l. n. 78/2010, convertito nella l. n. 122/2010. I residui passivi perenti a fine esercizio si riducono del 62,54 per cento anche per l operazione di regolarizzazione contabile di partite pregresse con il MEF già segnalata a proposito della riscossione dei residui attivi. La regolarizzazione di milioni di euro ha consentito la cancellazione dei residui perenti con la contestuale reiscrizione della somma dovuta nel bilancio Dei residui perenti viene dichiarata la copertura nella misura dell 84 per cento da effettuare dopo l approvazione del conto in sede di assestamento del bilancio

79 Le poste rettificative dei valori numerari sono una componente neutra che, come detto, trova riscontro nella voce corrispondente delle attività. 69

80 70

81 CAPITOLO VII LE PARTECIPAZIONI REGIONALI Sommario: 1. La normativa in tema di società partecipate Le disposizioni normative regionali in tema di società partecipate Le partecipazioni regionali nel rendiconto della Regione Toscana La composizione del portafoglio delle partecipazioni regionali Le partecipazioni azionarie Le altre partecipazioni nel conto del patrimonio I dividendi delle partecipazioni nel rendiconto della Regione Toscana I trasferimenti alle società partecipate I trasferimenti alle fondazioni partecipate dalla Regione I trasferimenti alle associazioni partecipate dalla Regione Approfondimenti su Fidi Toscana. 1. La normativa in tema di società partecipate Nel corso degli ultimi anni il legislatore ha posto una particolare attenzione sul fenomeno delle società partecipate degli enti pubblici, con il fine sia di tutelare la concorrenza e le regole del mercato, sia di contenere i costi delle pubbliche amministrazioni connessi all utilizzo dello strumento societario. Tali necessità hanno portato all approvazione di una serie di previsioni normative che perseguono l obiettivo di evitare forme di abuso nell utilizzo dello strumento societario con il risultato di sottrarre l azione amministrativa ai canoni della trasparenza e del controllo previsti per le amministrazioni pubbliche. Preliminarmente, e con riferimento ai principi della trasparenza, si ricorda l obbligo, cui sono soggette anche le Regioni, di comunicare al Dipartimento della funzione pubblica l elenco dei consorzi e delle società a totale o parziale partecipazione, nonché una serie di informazioni rilevanti (art. 1, comma 587, della l. 27 dicembre 2006, n legge finanziaria 2007). In caso di violazione dell'obbligo, è previsto il divieto di erogare somme a qualsivoglia titolo a favore del consorzio o della società, o a favore dei propri rappresentanti negli organi di governo. A simili principi di trasparenza risponde anche l obbligo di pubblicazione, sul sito dell'ente, dei compensi degli amministratori designati o nominati dall ente (comma 735 del medesimo art. 1 citato sopra). Il ruolo assunto dalle società partecipate, quale strumento per l esercizio di funzioni e servizi mediante risorse pubbliche, ha suggerito al legislatore di sottoporre tali organismi alla disciplina degli enti pubblici in una serie di settori. Costituisce un esempio di questo principio la norma che impone trasparenza nei procedimenti di autorizzazione o concessione; scelta del contraente per l'affidamento di lavori, forniture e servizi; concessione ed erogazione di 71

82 sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari, nonché attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere a persone ed enti pubblici e privati; concorsi e prove selettive per l'assunzione del personale e progressioni di carriera (combinato disposto dell art. 11 d.lgs. 14 marzo 2013, n. 33, e dell art. 1, commi da 15 a 33 l. 6 novembre 2012, n. 190). In questo modo, uno dei principali elementi elusivi associati alle società partecipate viene arginato obbligando al contempo ad una maggiore trasparenza. A fini di contenimento dei costi si ricordano gli obblighi relativi al mantenimento della partecipazione in società da parte delle pubbliche amministrazioni, argomento nel quale sono intervenute diverse leggi indirizzate alla revisione della spesa pubblica e all introduzione di misure di controllo sulla gestione delle società partecipate. Su tale argomento le Sezioni riunite della Corte dei conti, nel Rapporto 2013 sul coordinamento della finanza pubblica (maggio 2013), non hanno mancato di sottolineare come la previsione di processi liquidatori, da tempo presente nell ordinamento, avesse incontrato la sostanziale inattività da parte degli enti locali, in gran parte dovuta alle complicazioni che derivano dalla circostanza che, nel campo dei servizi pubblici, le società operano in settori strategici con redditività molto bassa e con un conseguente ridotto grado di attrattività per il mercato. Tra le norme in argomento, particolare rilevanza riveste l art. 3 della l. 24 dicembre 2007, n. 244 (legge finanziaria 2008), che, al comma 27, vieta alle pubbliche amministrazioni, tra cui le regioni, di costituire società aventi per oggetto attività di produzione di beni e servizi non strettamente necessarie per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali, nonché di assumere o mantenere direttamente partecipazioni, anche di minoranza, in tali società, con l eccezione per le società che producono servizi di interesse generale e che forniscono servizi di committenza o di centrali di committenza a livello regionale. Specifico rilievo per le sezioni regionali di controllo della Corte dei conti assume il successivo comma 28 1 del medesimo articolo, che attribuisce alle sezioni il compito di verificare la sussistenza dei presupposti per il mantenimento delle partecipazioni societarie che vengono esplicitati in una delibera motivata dell ente pubblico contenente le ragioni dell assunzione di nuove partecipazioni o del mantenimento di quelle detenute 2. 1 Comma 28: L assunzione di nuove partecipazioni e il mantenimento delle attuali devono essere autorizzati dall organo competente con delibera motivata in ordine alla sussistenza dei presupposti di cui al comma 27. La delibera di cui al presente comma è trasmessa alla sezione competente della Corte dei conti. 2 A tal proposito la Sezione regionale di controllo per la Toscana ha già approvato, con deliberazione n. 46 del 17 aprile 2012, la relazione in tema di ricognizione delle partecipazioni societarie da parte degli 72

83 Sulla materia del mantenimento e della costituzione di società partecipate è poi seguita altra disciplina (art. 14, comma 32 del d.l. 31 maggio 2010, n. 78, convertito in l. 30 luglio 2010, n. 122 e art. 4 del d.l. 6 luglio 2012, n. 95, convertito in l. 7 agosto 2012, n. 135), la cui applicazione alle regioni è stata dichiarata illegittima dalla Corte costituzionale 3 e che di seguito è stata abrogata dalla legge di stabilità 2014 (l. 27 dicembre 2013, n. 147, art. 1, commi ). Le novità rilevanti, applicabili anche alle regioni, introdotte dalla legge di stabilità 2014, fanno fronte al mancato raggiungimento dei risultati attesi mediante le misure intraprese (e sopra richiamate) per riportare il fenomeno degli organismi e delle aziende partecipate dalle amministrazioni territoriali entro confini più coerenti con un assetto efficiente e concorrenziale. Il nuovo impianto normativo dettato dalla legge di stabilità per il 2014 sembra modificare l orientamento finora seguito: vengono, infatti, ridimensionati gli obiettivi di dismissione assunti in precedenza (si conferma la sola disciplina della legge finanziaria per il 2008 abrogando le altre norme sull argomento), come pure i tentativi di estendere alle società partecipate i vincoli del patto di stabilità interno. Vengono privilegiati, invece, la responsabilità e l autonomia decisionale dell ente e l autonomia operativa della società. In particolare, si obbligano gli enti che detengono partecipazioni in società ad accantonare in apposito fondo le risorse occorrenti per far fronte alle perdite delle società medesime. Il nuovo impianto sembra prendere le mosse dalla consapevolezza che percorsi di forte riduzione del perimetro delle partecipazioni locali non potrebbero produrre, di per sé, i risultati attesi in termini di razionalizzazione delle strutture e contenimento della spesa, se non fossero risolti nel contempo nodi cruciali come quello del riassorbimento delle perdite, degli esuberi occupazionali e del debito 4. L impostazione della legge di stabilità 2014, ciò nonostante, non ha comportato l abbandono del tema delle dismissioni e della razionalizzazione delle società partecipate che, difatti, è stato ripreso con il d.l. 24 aprile 2014, n Misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale che, all art. 23 5, prevede il enti locali ai sensi dell art. 3, commi della l. n. 244/07, che espone un quadro sintetico dell attività condotta dalla Sezione a seguito dell invio da parte degli enti regionali delle deliberazioni di cui si discute. Per quanto riguarda la regione si rinvia al successivo paragrafo La Corte costituzionale, con sentenza 23 luglio 2013, n. 229 (Gazz. Uff. 31 luglio 2013, n Prima serie speciale), ha dichiarato illegittimo l art. 4 d.l. 95/2012, nella parte in cui si applicava alle regioni a statuto ordinario, mentre la norma di cui all art. 14, comma 32, cit. è indirizzata ai soli comuni. 4 V. Audizione dei rappresentanti della Corte dei Conti presso la Commissione parlamentare per l attuazione del federalismo fiscale: del. SS.RR. 6 marzo 2014, Attuazione e prospettive del federalismo fiscale. 5 Art. 23 del d.l. 24 aprile 2014, n. 66: 1. Fermo restando quanto previsto dall'articolo 3, comma 29, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, e dall'articolo 1, comma 569, della legge 27 dicembre 2013, n. 73

84 coinvolgimento del commissario straordinario per la spending review ai fini della predisposizione di un programma di razionalizzazione delle aziende speciali, delle istituzioni e delle società direttamente o indirettamente controllate dalle amministrazioni locali attraverso liquidazioni, trasformazioni, cessioni di rami d azienda e razionalizzazioni dell attività delle società medesime. Inoltre, in sede di conversione del d.l. 6 marzo 2014, n. 16, con l. 2 maggio 2014, n. 68, sono stati introdotti dei commi alla legge di stabilità 2014 (commi 568-bis e 568-ter) che prevedono degli incentivi fiscali alle società per le quali viene disposto lo scioglimento o l alienazione delle quote di partecipazione. Altre norme in tema di società partecipate perseguono più direttamente l obiettivo di individuare strumenti di emersione e di contrasto delle forme di elusione del patto di stabilità e dei vincoli di finanza pubblica a cui sono sottoposte le amministrazioni pubbliche. Infatti, come esplicitato dalle Sezioni riunite della Corte nel rapporto di coordinamento sopra citato, tra società e ente pubblico si realizzano, spesso, delle operazioni che hanno come finalità l elusione dei vincoli all indebitamento e del patto di stabilità, inoltre si possono manifestare alcune irregolarità contabili che pongono a rischio l equilibrio finanziario dell ente. In questo senso, si ricordano le norme che impongono limitazioni in merito alla spesa di personale delle società partecipate dalle amministrazioni pubbliche (limite di spesa del lavoro flessibile, del trattamento ordinariamente spettante e del trattamento accessorio del personale amministrativo), nonché in merito al reclutamento del personale stesso (norme sulla trasparenza e la concorsualità), al conferimento di incarichi esterni ed alla composizione e trattamento economico dei membri dei consigli di amministrazione delle società pubbliche (art. 9, comma 29, d.l. n. 78/2010, conv. dalla l. n. 122/ ; art. 18, d.l. 25 giugno 2008, n. 112, conv. dalla l. 6 agosto 2008, n. 133, modificato dall art. 19 d.l. 1 luglio 2009, n. 78, convertito nella l. 3 agosto 2009, n. 102; art. 4 d.l. 6 luglio 2012 n. 95, convertito dalla l. 7 agosto 2012, n. 135). 147, il Commissario straordinario di cui all'articolo 49-bis del d.l. 21 giugno 2013, n. 69, convertito, con modificazioni, dalla l. 9 agosto 2013, n. 98, entro il 31 ottobre 2014 predispone un programma di razionalizzazione delle aziende speciali, delle istituzioni e delle società direttamente o indirettamente controllate dalle amministrazioni locali incluse nell'elenco di cui all'articolo 1, comma 3, della l. 31 dicembre 2009, n. 196, individuando in particolare specifiche misure: a) per la liquidazione o trasformazione per fusione o incorporazione degli organismi sopra indicati, in funzione delle dimensioni e degli ambiti ottimali per lo svolgimento delle rispettive attività; b) per l'efficientamento della loro gestione, anche attraverso la comparazione con altri operatori che operano a livello nazionale e internazionale; c) per la cessione di rami d'azienda o anche di personale ad altre società' anche a capitale privato con il trasferimento di funzioni e attività di servizi. 6 Comma 29: Le società non quotate, inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione, come individuate dall ISTAT ai sensi del comma 3 dell articolo 1 della l. 31 dicembre 2009, n. 196, controllate direttamente o indirettamente dalle amministrazioni pubbliche, adeguano le loro politiche assunzionali alle disposizioni previste nel presente articolo. 74

85 Assolve all obiettivo precipuo di ridurre la spesa pubblica anche la disciplina normativa (art. 6, comma 19, d.l. 31 maggio 2010, n. 78, convertito dalla l. 30 luglio 2010, n. 122) in tema di divieto per le amministrazioni pubbliche (tra le quali le regioni) di effettuare aumenti di capitale, trasferimenti straordinari, aperture di credito, o di rilasciare garanzie a favore delle società partecipate in perdita per tre esercizi consecutivi. In tale contesto si muovono le sezioni regionali di controllo della Corte dei conti, la cui funzione di verifica sulla gestione finanziaria degli enti locali e delle regioni è stata rafforzata dagli artt. 1 e 3 del d.l. 10 ottobre 2012, n. 174, convertito dalla l. 7 dicembre 2012, n. 213, che, con particolare riferimento alle regioni e alle loro partecipate (art. 1), impone che le stesse accertino che i rendiconti delle regioni tengano conto delle partecipazioni in società controllate, nonché di quelle alle quali è affidata la gestione di servizi pubblici per la collettività e di servizi strumentali alla regione. 1.1 Le disposizioni normative regionali in tema di società partecipate La normativa regionale in tema di società partecipate integra quanto disciplinato dal legislatore nazionale, regolando anche i rapporti tra organo politico e organo legislativo regionale. Infatti, in base allo Statuto della Regione Toscana (art. 51), il Consiglio regionale ha competenza nella fase costitutiva di società, associazioni, fondazioni e altri organismi di diritto privato e sulle nomine regionali negli organi delle società e degli altri organismi a partecipazione regionale, mentre risultano di competenza della Giunta le nomine e le designazioni per incarichi direzionali. In attuazione dello Statuto è stata approvata la l.r. 28 aprile 2008, n. 20 (Disciplina della partecipazione regionale a società, associazioni, fondazioni e altri organismi di diritto privato, ai sensi dell'articolo 51, comma 1 dello Statuto. Norme in materia di componenti degli organi amministrativi delle società a partecipazione regionale), la quale, nel rispetto delle finalità istituzionali dell ente e nel perseguimento dell interesse generale, attribuisce al Consiglio la competenza a disporre la partecipazione a società esistenti o a promuovere la costituzione di nuove società, lasciando all organo politico il compito di adottare gli atti necessari al perfezionamento della relativa costituzione. Inoltre, il Consiglio delibera la dismissione, l'incremento o la riduzione della partecipazione a società di cui l ente detiene la maggioranza del capitale, lasciando alla competenza della Giunta i casi residuali di dismissione, incremento o riduzione dell'entità della partecipazione regionale. 75

86 Gli atti di programmazione della Regione prevedono che sia individuata l'entità della partecipazione, siano quantificati gli oneri a carico del bilancio regionale, e sia indicato il relativo finanziamento. Proprio a tal fine, la l.r. 2 agosto 2013, n. 44 (Disposizioni in materia di programmazione regionale), conforma la programmazione regionale ad una serie di principi generali, tra i quali il coordinamento dell'azione dei vari soggetti, pubblici e privati, coinvolti nel processo di programmazione, a livello regionale e locale e la corresponsabilità, come impegno reciproco dei diversi soggetti, pubblici e privati, ad operare nei rispettivi ambiti per la realizzazione degli obiettivi concordati. Gli atti con i quali sono definite le politiche regionali esercitate tramite le società partecipate della Regione sono i piani ed i programmi. In particolare, il Piano regionale dello sviluppo economico 2012/2015 inserisce le società del settore termale e fieristico nell ambito delle politiche volte alla qualificazione dell offerta territoriale, attraverso lo sviluppo di infrastrutture per la competitività del turismo, del commercio e del terziario. Fidi Toscana, invece, si inserisce nell ambito delle politiche per favorire l accesso al credito alle piccole e medie imprese, attraverso interventi di garanzia ed altre misure di ingegneria finanziaria. In merito al settore dei trasporti, il Piano Regionale integrato delle infrastrutture e della mobilità considera strategiche le partecipazioni societarie nel settore aeroportuale e della logistica. Annualmente, nell ambito del Documento di programmazione economico e finanziaria (DPEF), possono essere aggiornate le politiche in materia di società partecipate. Una volta definiti gli obiettivi politici, come descritti nel DPEF e nei singoli piani e programmi, gli stessi vengono attuati attraverso gli indirizzi espressi dal socio Regione nell ambito della partecipazione alle assemblee ordinarie e straordinarie della società partecipate. Infatti in tema di governance la disciplina regionale 7 individua due distinti ruoli per il governo delle società partecipate riguardando da un lato gli assessorati competenti per le specifiche materie e, dall altro, la direzione generale competente in materia di bilancio. In particolare le funzioni dei due livelli di governance citati, si articolano come segue: 1) assessorati competenti nelle specifiche attività svolte dalle singole società partecipate, le cui funzioni riguardano: a. l iniziativa degli atti di indirizzo per le indicazioni di voto che la Regione, in quanto socio, deve esprimere in sede di assemblea, ordinaria o straordinaria, 7 Decisione di Giunta n. 13/2009, attuativa dell art. 16 della l.r. n. 20/

87 delle società (approvazione del bilancio, modifiche statutarie, aumenti di capitale sociale, ecc.); b. l iniziativa degli atti di indirizzo strategico che la Regione intende impartire alle proprie partecipate in coerenza con gli obiettivi posti dalla programmazione regionale; c. l adozione di tutti gli atti gestionali connessi all esercizio delle prerogative di socio (acquisto e vendita azioni, accertamento dividendi, ecc.); 2) direzione generale competente in materia di bilancio e Presidente della Giunta regionale (coordinamento e monitoraggio delle partecipazioni societarie), il cui ruolo si pone: a. come strumento di controllo per il perseguimento dell equilibrio economico e finanziario del soggetto partecipato; b. come supporto al Settore competente per materia, nel momento in cui deve procedere alle valutazioni e alla predisposizione degli atti che gli competono. Tale servizio di supporto si traduce nell espressione di pareri obbligatori ma non vincolanti sulle principali vicende societarie, da allegare all atto di giunta per la partecipazione nelle assemblee societarie; c. come punto di raccolta e aggiornamento di tutte le informazioni che attengono all insieme delle partecipazioni comunque assunte dalla Regione. A tale proposito, infatti, le norme nazionali e regionali prevedono molteplici adempimenti informativi, di cui un esempio è rappresentato dalla trasmissione, da parte della Giunta, di un rapporto annuale al Consiglio. Vi è, pertanto, una procedura standardizzata e formalizzata, che consente al socio Regione, nella persona dell assessore competente (o del dirigente delegato), di partecipare alle assemblee sociali secondo indirizzi definiti in un apposita deliberazione della Giunta stessa. In tema di programmazione, si apprende della Relazione annuale del Presidente della Regione sulla regolarità della gestione, efficacia e adeguatezza dei controlli interni 2014 (redatta in base alle linee guida predisposte dalla Sezione delle autonomie ai sensi dell art. 1, comma 6, d.l. 10 ottobre 2012, n. 174, convertito dalla l. 7 dicembre 2012, n. 213) che, relativamente alle società partecipate in cui la Regione detiene una partecipazione totalitaria (Sviluppo Toscana S.p.A. e Agenzia regionale Recupero Risorse S.p.A.), viene approvato annualmente, in via preventiva, un piano che descrive le attività e gli obiettivi gestionali degli enti. Per le altre società partecipate, un piano strategico di medio periodo (piano industriale) viene presentato solo in occasione di operazioni straordinarie di investimento. 77

88 Queste ultime, pertanto, non rendono conto dei propri obiettivi in modo continuativo, ma solo in occasione di operazioni di gestione straordinaria. Il DPEF 2013 della Regione, nell allegato b), ha previsto, in tema di governance, una riorganizzazione dell amministrazione regionale che comporta: lo scioglimento delle APT con il trasferimento delle relative funzioni alle Province; oltre alla riforma del servizio idrico integrato e del servizio di gestione dei rifiuti, con l individuazione dell ATO unico per il servizio idrico e dei tre Ambiti per la gestione dei rifiuti. Inoltre, per ciò che concerne le partecipazioni societarie, oltre alla riduzione del 10% dei compensi degli organi amministrativi di cui si dirà, è stata ribadita la necessità di procedere con la dismissione delle quote azionarie in società non strategiche 8. Per quanto concerne l ordinamento contabile regionale (l.r. 6 agosto 2001 n. 36, in particolare, art. 4, commi 6 e 7), lo stesso prescrive l obbligo di trasmissione alla giunta dei bilanci di esercizio degli organismi privati istituiti o controllati dalla Regione, corredati dalla relazione degli amministratori sulla gestione e di quella del Collegio dei revisori. In seguito, la giunta stessa, annualmente, presenta al consiglio una apposita relazione sul risultato economico e sull'attività degli enti ed organismi in questione. Per le società diverse da quelle controllate o istituite dalla Regione (art. 15 della legge regionale 28 aprile 2008, n. 29), è previsto l obbligo per la Giunta di presentare, comunque, con cadenza annuale, una relazione sull'andamento dell'attività di tali soggetti e sulla rispondenza dei relativi risultati agli indirizzi regionali. Tali relazioni vengono elaborate grazie ad una procedura di monitoraggio delle partecipazioni, realizzata attraverso la raccolta e l'elaborazione, da parte di un'unica struttura, dei dati e delle informazioni fornite dai dirigenti competenti in materia, o acquisite direttamente dai soggetti partecipati. L attività in questione confluisce nell approvazione del Rapporto sulle partecipazioni della Regione Toscana ad opera della Giunta, redatto in ottemperanza alle disposizioni dettate dall ordinamento contabile della Regione Toscana (l.r. 6 agosto 2001, n. 36, cit.). Il rapporto funge da supporto all organo legislativo per le determinazioni di propria competenza in ordine alla dismissione, riduzione ed incremento delle singole partecipazioni. L obbligo informativo coinvolge tutte le partecipazioni, comunque detenute, sia in società che in fondazioni. Il Rapporto di cui sopra contiene, per ciascuna società partecipata, le informazioni anagrafiche aziendali, l analisi dell assetto proprietario, l elenco delle partecipazioni detenute in altre società, la composizione dell organo amministrativo e dell organo di controllo (con specifica dei compensi ed indicazione dell eventuale 8 Sull argomento v. le delibere di Giunta regionale 31 gennaio 2011, n. 36 e n.37 e n. 207/

89 nomina regionale), oltre ad altri dati aziendali riferiti, in particolare, alla composizione dell organico ed ai risultati dei bilanci degli ultimi tre anni. Per quanto concerne l organizzazione amministrativa, per le società a partecipazione totalitaria regionale, i compensi del presidente e dei membri del consiglio di amministrazione vengono parametrati al limite massimo rispettivamente del 25 per cento e del 10 per cento dell'indennità spettante al presidente della giunta (artt. da 17 a 22 della l.r. n. 20/2008 cit.), mentre per le società a partecipazione pubblica totale o mista, in cui la maggioranza è detenuta da enti locali, il compenso è determinato con rinvio alla normativa nazionale in materia (che allo stato attuale è rappresentata dall art. 1, commi 725 ss., l. 27 dicembre 2006, n. 296, l. finanziaria 2007). 2. Le partecipazioni regionali nel rendiconto della Regione Toscana La Regione Toscana possiede un rilevante numero di partecipazioni societarie di diversificata entità e, infatti, già nell aprile del 2008 ha provveduto a disciplinare il settore, riorganizzandone alcuni snodi. Tuttavia, il riassetto è ancora in corso e, soprattutto, procede a rilento la parte relativa alle dismissioni. Molti dei dati del presente capitolo sono stati ricavati dal rapporto annuale 2013 sulle partecipazioni regionali, i cui dati sono riferiti all esercizio 2012, non essendo ancora stato approvato il bilancio 2013 delle società. L art. 3 della l.r. 28 aprile 2008, n. 20 dispone che la partecipazione della Regione a soggetti di diritto privato avviene in coerenza con gli obiettivi delle politiche regionali, stabiliti negli atti di programmazione, ed è limitata alle ipotesi in cui si renda necessaria per il perseguimento di un interesse di rilievo regionale. Inoltre, la Regione non può costituire, assumere o mantenere direttamente o indirettamente partecipazioni, anche di minoranza, in società aventi per oggetto produzione di beni o di servizi non strettamente necessari per perseguire le proprie finalità istituzionali, mentre è ammessa la costituzione o la partecipazione in società che producono servizi di interesse generale. 2.1 La composizione del portafoglio delle partecipazioni regionali Osservando la composizione delle partecipazioni regionali (fig. 1) non può sfuggire come la Regione abbia significativi interessi in settori (fieristico, termale, logistica e trasporti), che producono beni e servizi di carattere territoriale. 79

90 Fig. 1 - Partecipazioni della Regione Toscana per settore di appartenenza. Partecipazioni Regionali fieristico espositivo e congressuale termale creditizio ricerca e innovazione tecnologica trasporti ed infrastrutture sviluppo Economico altri settori Internazional e marmi e macchine Carrara spa Firenze Fiere spa Arezzo Fiere e congressi Terme di Chianciano immobiliare S.p.A. Terme di Montecatini S.p.A. Terme di Casciana S.p.A. Fidi Toscana S.p.A. Banca Popolare Etica s.c.p.a. Etruria innovazione s.c.p.a. Consorzio Pisa Ricerche scarl Società Consortile Energia Toscana scrl Agenzia Regionale Recupero Risorse S.p.A. socio unico Interporto della Toscana centrale S.p.A. Interporto Toscano A. Vespucci S.p.A. Aeroporto Toscano Galileo Galillei S.p.A. Alatoscana Sviluppo Toscana spa E.V.A.M. SPA Golf la Vecchia Pievaccia spa Logistica Toscana Scrl Esercizio aeroporto Maremma S.E.A.M. Spa Firenze Parcheggi spa Aeroporto di Firenze spa Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Regione Toscana Rapporto 2013 Le partecipazioni della Regione Toscana al 31/12/

91 Il processo di privatizzazione è stato, di fatto, avviato all inizio del 2011, dopo una serie di interventi di carattere normativo e attuativo regionale, ma i risultati sono tutt ora abbastanza scarsi 21. Al riguardo, la Giunta ha, preliminarmente, classificato le partecipazioni regionali in tre tipologie: quelle, cosiddette in house, di cui la Regione possiede il 100% del capitale, quelle dove la partecipazione è maggioritaria (rispetto alle quali le decisioni spettano al Consiglio) e le altre (per le quali le eventuali decisioni di dismissione vengono assunte dalla Giunta). In seguito, la stessa, nell ambito delle proprie competenze, ha deciso la dismissione delle seguenti partecipazioni: Autocamionabile della Cisa S.p.A.; Consorzio Pisa Ricerche s.c.a.r.l.; Etruria Innovazione s.c.p.a; E.V.A.M. Ente Valorizzazione Acque Minerali Fonteviva S.p.A.; Firenze Parcheggi S.p.A.; Golf La Vecchia Pievaccia S.p.A. E stata inoltre decisa la privatizzazione dei Consorzi e delle società cooperative derivanti dallo scioglimento dell ex Etsaf. Il 15 novembre 2011 sono stati pubblicati i bandi per le relative dismissioni e il 16 dicembre 2011 sono state verificate le offerte. Tuttavia, essendo pervenuta solo un offerta per l Autocamionabile della Cisa, solo per questa società si è proceduto alla cessione, effettuata nel Per le altre società, invece, tenuto conto che l asta pubblica era andata deserta, è stata avviata una procedura di offerta agli altri soci allo stesso prezzo posto a base dell asta. La procedura prevedeva tempi differenziati secondo le regole previste dai diversi statuti per l esercizio della prelazione; tuttavia nessun socio ha manifestato l interesse ad acquisire le partecipazioni della Regione Toscana 22. Si è, infine, conclusa nei primi giorni del 2012 la cessione della TOREMAR che, come già scritto in precedenti referti, era stata ceduta gratuitamente alla Regione da parte dello Stato, perché ne venisse curata la dismissione. La società è stata acquisita dalla Moby S.p.A. Nel corso del 2011 è stata posta in liquidazione la società Etruria Innovazione, dove la partecipazione regionale è pari al 42,59 per cento. Nel corso del 2012 sono state inoltre incrementate le partecipazioni in due società, la Fidi Toscana e la Terme di Chianciano S.p.A., mentre risultano diminuite le percentuali di partecipazione al capitale sociale in Terme Montecatini S.p.A. e Ala Toscana S.p.A. 21 Le delibere rilevanti sono le nn. 36 e 37 del 31 gennaio 2011 e n. 207 del 19 marzo Il decreto n del 2012 da conto della infruttuosa conclusione delle procedure di offerta delle azioni ai soci. 81

92 Infine, è stata acquisita una nuova quota, pari al 5,06 per cento nella Aeroporto di Firenze S.p.A. Per quanto riguarda la partecipazione nei consorzi e cooperative Etsaf, nonostante la minima partecipazione regionale, considerato il periodo economico non favorevole, la procedura di dismissione inizierà, per 8 società, a partire dal 2014, mentre per altre è stata avviata immediatamente. Infine, per altre specifiche partecipazioni la Giunta ha stabilito di poter procedere ad una privatizzazione solo dopo aver effettuato un percorso di valorizzazione. Questo percorso riguarda, tra l altro, gli enti del settore fieristico, termale, delle infrastrutture logistiche. In ogni caso, le società partecipate del settore fieristico e termale manifestano difficoltà gestionali. Per le società considerate strategiche, al contrario, si prevede non solo il mantenimento della partecipazione, ma anche una riorganizzazione e rafforzamento della governance. Tra queste rientrano le società aeroportuali (Pisa, Grosseto, Isola d Elba), Fidi Toscana, l Agenzia Regione Recupero Risorse. S.p.A. (trasformata in società in house nel corso del 2010) e Sviluppo Toscana S.p.A., che è stata comunque oggetto di intervento di riforma ai sensi dell art. 8, comma 5, l.r. n. 28/2008. La Sezione naturalmente non è interessata a formulare valutazioni di merito circa le scelte operate dalla Regione in materia di investimenti e dismissioni. Si rileva, tuttavia, che per alcuni settori, in cui la Regione ha notevoli presenze azionarie (logistica, trasporto aereo, ricerca, termale), potrebbe essere utile rivalutare la strategicità delle partecipazioni. Qualora le procedure di dismissione mostrassero uno scarso interesse da parte del mercato, occorrerebbe probabilmente rivedere i valori complessivi delle partecipazioni, che si potrebbero ritenere sopravvalutate, in sede di bilancio, rispetto al valore attuale. La Regione in sede di contradditorio ha rimarcato che lo scarso interesse mostrato dal mercato potrebbe essere dovuto alla scarsa entità della partecipazione ceduta. 2.2 Le partecipazioni azionarie Nel la Regione Toscana risulta avere partecipazioni in 23 società, esclusa la Toremar che, come già ricordato, è stata ceduta nei primi mesi del Si tenga conto che, poiché le partecipate approvano i bilanci tra aprile e giugno dell anno successivo, il Rapporto sulle partecipazioni 2013 da cui derivano la maggior parte dei dati riportati, si riporta i dati di bilancio delle partecipate aggiornati al 31 dicembre 2012, ove non specificamente indicato diversamente. 82

93 La struttura delle partecipazioni è rimasta praticamente inalterata rispetto all anno precedente, ma si registrano variazioni nelle partecipazioni in alcune società. Il rapporto 2013 sulle partecipazioni regionali, già menzionato in precedenza, evidenzia le variazioni intervenute nel portafoglio azionario rispetto all anno precedente. I particolare, la Regione ha esercitato il diritto di opzione per l acquisto di ulteriori azioni nelle seguenti società: - Fidi Toscana S.p.A. (la cui partecipazione al capitale sociale è passata dal 42,99 al 49,53 per cento); - Terme di Chianciano Immobiliare S.p.A., (la cui partecipazione al capitale sociale è passata dal 66,10 al 73,81 per cento);. Si è invece registrata una riduzione percentuale della partecipazione regionale, per variazioni nella compagine sociale, nelle seguenti società: - Ala Toscana, S.p.A. (la partecipazione è scesa dal 70,79 al 50,27 per cento); - Terme di Montecatini S.p.A. (la partecipazione è scesa dal 60,81 al 59,04 per cento); - CET società consortile Energia Toscana s.c.a.r.l. (la partecipazione è scesa dal 0,71 al 0,68 per cento). Nel corso dell anno 2013, la Regione non ha attuato procedure di ricapitalizzazione per ripiano di perdite, mentre ha sottoscritto e/o versato aumenti di capitale nelle seguenti società: - Ala Toscana; - Terme di Montecatini; - Interporto Toscano A. Vespucci; - Interporto della Toscana Centrale; - Fidi Toscana S.p.A.; - Arezzo Fiere e Congressi. In particolare la partecipazione nella Fidi Toscana è in costante crescita dal Inoltre, il portafoglio regionale comprende due società in house, Sviluppo Toscana S.p.A. e Agenzia Regionale Recupero Risorse S.p.A. (A.R.R.R), le cui funzioni sono definite nelle rispettive leggi istitutive. In particolare, le funzioni attribuite a Sviluppo Toscana dalla la l.r. n. 28/2008, a supporto dell amministrazione regionale, riguardano, tra l altro: - la progettazione e l attuazione di programmi e progetti comunitari di interesse regionale; - la consulenza e l assistenza per la programmazione in materia di incentivi alle imprese, per il monitoraggio e la valutazione; 83

94 - la gestione e il controllo di fondi nonché l istruttoria per la concessione di finanziamenti alle imprese e agli enti pubblici. Per quanto riguarda la seconda società in house, l l Agenzia Regione Recupero Risorse (A.R.R.R.), le funzioni attribuitele dalla la l.r. n. 87/2009,riguardano: - l assistenza e il supporto tecnico nella elaborazione delle politiche in materia di gestione dei rifiuti nonché di bonifica dei siti inquinati, attraverso la definizione dei quadri conoscitivi, l elaborazione di progetti, la verifica e valutazione di efficacia dei risultati raggiunti; - il supporto tecnico alle attività di concessione di finanziamenti in materia di gestione dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati; - l attività di accertamento per la certificazione del conseguimento degli obiettivi minimi di raccolta differenziata; - l attività di osservatorio concernente il monitoraggio e la valutazione della produzione di rifiuti e dell andamento della raccolta differenziata. Le attività operative nell ambito delle funzioni assegnate sono definite nei programmi annuali di attività e, successivamente, dettagliate attraverso appositi atti definiti dalla Regione. Il controllo analogo esercitato dal socio unico Regione sulle società in house Sviluppo Toscana e A.R.R.R. è disciplinato nelle rispettive leggi istitutive e riguarda i principali atti della gestione, per cui sono previsti l approvazione o il parere preventivo da parte dell amministrazione regionale, ovvero: - i bilanci previsionali economici; - il programma di attività; - gli atti di gestione straordinaria del patrimonio; - il ricorso all indebitamento; - l assunzione di partecipazioni; - le modifiche della dotazione organica; - le consulenze. In conseguenza della l.r. n. 65/2010 (legge finanziaria per il 2011) e s.m.i., le società in house sono inoltre tenute alla trasmissione alla Regione di un preconsuntivo infrannuale, in analogia a quanto richiesto per gli enti dipendenti. Di seguito si riporta l elenco delle società partecipate dalla regione con i relativi dati di bilancio aggiornati al 31 dicembre

95 Tab. 1 - Elenco società partecipate dalla Regione Toscana. (in euro) Società Aeroporto di Firenze S.p.a. Ala Toscana S.p.a. A.R.R.R. Agenzia Regione Recupero Risorse S.p.A. Banca Popolare Etica di Padova s.c.a.r.l. Arezzo Fiere e Congressi S.r.l. CET Società Consortile Energia Toscana s.c.a.r.l. Consorzio Pisa Ricerche s.c.a.r.l. E.V.A.M. Ente Valorizzazione Acque Minerali Fonteviva S.p.A. Etruria Innovazione s.c.p.a. (in liquidazione) Fidi Toscana S.p.A. ATTIVITA' SVOLTA Sviluppo, progettazione, realizzazione, adeguamento, gestione, manutenzione e uso degli impianti e delle infrastrutture per l'esercizio dell'attività aeroportuale. Gestione dell aeroporto di Marina di Campo all Isola d Elba Studi, ricerca, sperimentazione, progettazione, realizzazione impianti di disinquinamento e trattamento rifiuti, assistenza tecnica e commerciale a clienti, pubblicazioni non periodiche e servizi vari in campo ambientale. Raccolta del risparmio ed esercizio del credito, collegamento tra imprese sociali non a scopo di lucro, attività di formazione e studio, organizzazione di corsi, convegni e seminari, consulenza amministrativa ed economico-finanziaria e supporto per il set Valorizzazione degli aspetti economici, artistici, culturali, ambientali e sociali del territorio, organizzazione manifestazioni fieristiche, sportive, promozionali, convegnistiche e culturali, gestione impianti polivalenti, locazione immobiliare. Razionalizzazione dell'uso dell'energia tramite acquisto del fabbisogno dei consorziati alle migliori condizioni reperibili sul mercato nazionale e/o estero. Ricerca destinata all'innovazione tecnologica, trasferimento tecnologico, corsi di formazione scientifica, svolgimento di convegni e congressi di carattere scientifico. Valorizzazione, sfruttamento e commercializzazione delle acque minerali del territorio. Coordinamento dei progetti della rete regionale dell'alta tecnologia e gestione delle relative infrastrutture e servizi, elaborazione ed esecuzione di progetti finalizzati alla ricerca applicata, all'innovazione e sviluppo di prodotti, servizi e processi Agevolare l'accesso al credito a m/lungo termine, a tasso ordinario o agevolato, e a breve termine, nonchè ad altre forme di finanziamento, delle imprese di minori dimensioni, al fine di indirizzarne l'attività alla luce degli obiettivi fissati nel programma Socio principale (esclusa Regione Toscana) Aeroporti Holding Srl 33,4% C.C.I.A.A. Livorno 28,39% Quota Regione al 31/12/2011 % Quota Regione al 31/12/2012 % Capitale Sociale al 31/12/2012 patrimonio netto al 31/12/2011 Patrimonio netto al 31/12/2012 risultato di Esercizio ,79 50, azionariato diffuso 0,075 0, CCIAA di Arezzo 18,46% 37,4 37, Anci Toscana 14,54 5 0,71 0, Soci vari pubblici e privati 7,69% Comune di Massa 97,31% Provincia di Grosseto 12,96% Monte Paschi Siena 29,33% 3,85 3, In liquidazione 0,2 0, ,59 42, ,99 43,

96 Segue Società Firenze Fiera S.p.A. Firenze Parcheggi S.p.A. Golf La Vecchia Pievaccia S.p.A. Internazionale Marmi e Macchine Carrara S.p.A. ATTIVITA' SVOLTA Attività fieristica, congressuale, di promozione economica e sociale, gestione spazi espositivi, concessione a terzi di aree congressuali e servizi connessi. Realizzazione, ampliamento e ristrutturazione, organizzazione e gestione, in proprio o in concessione, di strutture immobiliari da adibire a centri intermodali, autosili e parcheggi. Propaganda e sviluppo dello sport del golf, anche con attività accessorie, collaterali e complementari, comprese altre discipline sportive. Promozione della conoscenza, utilizzazione e applicazione del marmo, e dello sviluppo dell'industria lapidea e relative tecnologie, realizzazione di una fiera internazionale del marmo e delle macchine per la sua escavazione e lavorazione. Socio principale (esclusa Regione Toscana) CCIAA di Firenze 28,66% Comune di Firenze 49,46% azionariato diffuso 0,13% Comune di Carrara 40,82% Quota Regione al 31/12/2011 % Quota Regione al 31/12/2012 % Capitale Sociale al 31/12/2012 patrimonio netto al 31/12/2011 Patrimonio netto al 31/12/2012 risultato di Esercizio 31,85 31, ,57 1, ,13 0, ,4 36, Interporto della Toscana Centrale S.p.A. Progettazione, esecuzione, costruzione ed allestimento di un interporto, inteso come centro intermodale di raccolta e smaltimento merci. Comune di Prato 45,47 % 4,61 4, Interporto Toscano A. Vespucci S.p.A. Logistica Toscana Scarl S.A.T. Società Aeroporto Toscano Galileo Galilei S.p.A. S.E.A.M. Società Esercizio Aeroporto della Maremma S.p.A. Sviluppo Toscana S.p.A. Terme di Casciana S.p.A. Progettazione, esecuzione, costruzione ed allestimento di un interporto, inteso come centro intermodale di raccolta e smaltimento merci. Ricerca e sviluppo sperimentale nel campo dell'economia, consulenza gestionale e pianificazione aziendale, studi di mercato Sviluppo, progettazione, realizzazione, adeguamento, gestione, manutenzione e uso degli impianti e delle infrastrutture per l'esercizio dell'attività aeroportuale. Sviluppo, progettazione, realizzazione, adeguamento, gestione, manutenzione e uso degli impianti e delle infrastrutture per l'esercizio dell'attività aeroportuale. Promozione nascita p/medie imprese, sviluppo, diversificazione, ammodernamento di imprese esistenti, anche mediante creazione di un centro di imprese, assistenza e consulenza in campo organizzativo e finanziario, incubatore di imprese. Valorizzazione e sfruttamento delle acque termali e minerarie del territorio, realizzazione e gestione esercizi di cura, turistici, ricreativi, alberghieri, culturali, commerciali, pubblicazione e diffusione di libri e riviste attinenti. MPS Capital Service Banca per le imprese 36,30% Unione Regionale CCIAA Toscana 24,76% Società industriale partecipazioni (circa 9,9%)% Comune di Grosseto 11,48% Comune di Casciana Terme 24,33% 17,79 17, ,38 52, ,9 16, ,08 7, ,66 75,

97 Segue Società Terme di Chianciano Immobiliare S.p.A. Terme di Montecatini S.p.A. ATTIVITA' SVOLTA Valorizzazione e sfruttamento delle acque termali e minerarie del territorio, realizzazione e gestione esercizi di cura, turistici, ricreativi, alberghieri, culturali, commerciali, gestione indiretta di stabilimenti termali, locazione immobiliare. Valorizzazione e sfruttamento delle acque termali e minerarie del territorio, realizzazione e gestione esercizi di cura, turistici, ricreativi, alberghieri, culturali, commerciali, gestione indiretta di stabilimenti termali, locazione immobiliare. Socio principale (esclusa Regione Toscana) Comune di Chianciano Terme 18,70% Comune di Montecatini 40,96% Quota Regione al 31/12/2011 % Quota Regione al 31/12/2012 % Capitale Sociale al 31/12/2012 Fonte: elaborazione Corte dei Conti su dati Rendiconto Regione e su dati Registro delle Imprese Camere di Commercio. patrimonio netto al 31/12/2011 Patrimonio netto al 31/12/2012 risultato di Esercizio 66,1 73, ,81 59,

98 Come evidenziato nella tabella precedente, all interno del portafoglio azionario il settore più rappresentato continua ad essere quello dei trasporti e delle infrastrutture, grazie alle partecipazioni in alcune società aeroportuali, di gestione degli interporti, e in Firenze Parcheggi. Il settore della ricerca e innovazione tecnologica conta cinque società, con partecipazioni anche piuttosto significative. Di queste, le maggiori si registrano nell Agenzia Regione Recupero Risorse (A.R.R.R.) S.p.A. e nella società Etruria innovazione, quest ultima in liquidazione. Numerose partecipazioni riguardano, come anticipato, i comparti fieristico espositivo e quello termale, entrambi oggetto di interventi di carattere strategico da parte dell azionista regionale negli anni recenti. Infine, nel settore finanziario, oltre ad una partecipazione minima nella Banca Etica, la Regione è l azionista di maggioranza della Fidi Toscana, società che, come detto, si propone di agevolare l accesso al credito da parte di imprese di piccole dimensioni e che è stata particolarmente importante per la veicolazione degli interventi di supporto all accesso al credito in occasione del varo delle misure anticrisi. Il valore delle partecipazioni, azionarie e societarie, della Regione Toscana al 31 dicembre 2013, quali risultano dal bilancio regionale del 2013, ammonta ad euro , con un incremento del 9 per cento rispetto all anno precedente (euro ,38); la suddivisione per settore economico del valore complessivo delle partecipazioni è rappresentata nel grafico che segue (fig. 2). 88

99 Fig. 2 - Valore partecipazioni per settore economico - Percentuale sul totale del portafoglio regionale. (in euro) Fieristico espositivo e congressuale; ; 22,21% Sviluppo economico ; ,00; 4,37% Settore Ricerca e innovazione tecnologica; ; 0,45% Altri settori; ; 0,01% Trasporto ed Infrastrutture; ; 4,59% Termale; ; 20,64% Creditizio; ; 50,35% Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati rendiconto Regione Nel conto del patrimonio della Regione le partecipazioni sono rappresentate nella voce denominata Titoli di Credito, Conto C dell allegato G, in tale documento vi è il dettaglio relativo al valore nominale e al numero delle azioni; viene, inoltre, riportata la variazione rispetto all anno precedente sia del numero delle azioni che del valore complessivo della partecipazione. Le partecipate risultano suddivise in 4 tipologie a seconda dell intensità dei poteri decisionali che quest ultima è in grado di esercitare in sede assembleare, come di seguito specificate: a) Società nelle quali la Regione può esprimere, in sede assembleare, la maggioranza assoluta dei diritti di voto: Agenzia Regionale Recupero Risorse S.p.A. (100 per cento); Sviluppo Toscana S.p.A. (100 per cento); Terme di Casciana S.p.A. (75,66 per cento); Terme di Chianciano Immobiliare S.p.A. (73,81 per cento); Terme di Montecatini Immobiliare S.p.A. (59,04 per cento); 89

100 Logistica Toscana s.c.a.r.l. (52,38 per cento); Alatoscana S.p.A. (50,27 per cento); b) Società nelle quali la Regione può esprimere, in sede assembleare, la maggioranza relativa dei diritti di voto: Fidi Toscana S.p.A. (49,53 per cento); Arezzo Fiere e Congressi S.r.l. (37,40 per cento); Firenze Fiere S.p.A. (31,85 per cento); c) Società nelle quali la Regione può esprimere, in sede assembleare, il voto di minoranza: Internazionale Marmi e Macchine Carrara S.p.A.(36,40 per cento); Interporto Toscano A. Vespucci S.p.A. (17,8 per cento); Società Esercizio Aeroporto della Maremma S.E.A.M. S.p.a. (7,08 per cento); Aeroporto di Firenze S.p.a. (5,06 per cento); Interporto Toscana Centrale S.p.A. (4,61 per cento); Firenze Parcheggi S.p.A. (1,57 per cento); C.E.T. Consorzio Energia Toscana S.c.p.a. (0,68 per cento); E.V.A.M. Ente Valorizzazione Acque Minerali S.p.A. (0,20 per cento); Golf La Vecchia Pievaccia S.p.A. (0,13 per cento); d) Società nelle quali è previsto l esercizio del voto capitario (un voto per ogni testa indipendentemente dal valore della partecipazione): Banca Etica S.c.a.r.l. (0,08 per cento). Nella figura seguente sono riportati i valori delle quote possedute dalla Regione nelle singole società partecipate, insieme all incidenza percentuale del valore delle singole partecipazioni sul totale del portafoglio azionario. 90

101 Fig. 3 - Valore partecipazioni azionarie detenute dalla Regione (in euro). Terme di Montecatini ; ; 7,95% Centri affari convegni Arezzo; ; 9,79% Altre artecipazioni ; ; 0,31% Agenzia Regione Recupero Risorse spa ;0,31% Terme di Casciana Spa ; ; 4,03% Aeroporto di Firenze; ; 0,30% Terme di Chianciano Immobiliare ; 8,64% Alatoscana spa; ; 0,29% Sviluppo Toscana ; 4,87% S.A.T. Aeroporto G. Galilei spa ; 1,64% Fidi Toscana spa; ; 50,30% Interporto Toscano vespucci ; 1,25% Firenze Fiera Spa; ; 4,14% Interporto della Toscana centrale ; 0,33% Internazionale marmi e Macchine Carrara ,97% Firenze Parcheggi spa; ; 0,24% Fonte: elaborazione Corte dei Conti su dati Rendiconto Regione. L allegato G al conto del patrimonio, sopra menzionato, evidenzia, nella seconda parte, le partecipazioni in organismi cooperativi e consorzi ex ETSAF che verranno analizzate nel successivo paragrafo

102 Tab. 2 - Conto del patrimonio della Regione Toscana: Conto C allegato G prima parte. (in euro) Società Agenzia Regione Recupero Risorse S.p.A. numero azioni al 31/12/2012 numero azioni al 31/12/2013 variazioni numero di azioni valore al 31/12/2012 variazione valore valore al 31/12/ Aeroporto di Firenze Alatoscana S.p.A , Etruria Innovazione Evam S.p.A Fidi Toscana S.p.A Firenze Fiera S.p.A Firenze Parcheggi S.p.A Golf la vecchia Pievaccia Internazionale marmi e Macchine Carrara S.p.A. Interporto della Toscana centrale S.p.A. Interporto Toscano Vespucci , Seam S.p.A Società aeroporto Toscano G. Galilei S.p.A Sviluppo Toscana S.p.A Terme di Chianciano Immobiliare Terme di Casciana S.p.A Terme di Montecatini Banca popolare Etica scarl Centri affari convegni Arezzo s.r.l. Consorzio Pisa Ricerche scarl Società consortile energia Toscana scarl Società Logistica Toscana scarl Totali Fonte: elaborazione Corte dei Conti su Rendiconto Regione. Il valore complessivo delle partecipazioni, comprensivo sia delle società che degli organismi cooperativi, viene riportato nella voce Titoli di Credito dell attivo Conto del patrimonio del rendiconto regionale come indicato nello schema seguente. 92

103 Rif.to conti Fig. 4 Attivo Conto del Patrimonio Regione Toscana. (in euro) Variazioni avvenute durante l esercizio 2013 Descrizione Consistenza al in + in - Consistenza al Crediti f , , , ,07 Titoli di credito g , , , ,55 Totale attività diverse , , , ,62 Variazione della consistenza delle attività diverse , , ,16 Eccedenza delle passività - al ,68 - al , ,05 TOTALE CONTO C , , ,67 Fonte: Conto del Patrimonio Regione Toscana. Come già segnalato nel paragrafo precedente, alcune società partecipate risultano in perdita. Nel complesso il risultato economico complessivo di tutte le partecipazioni regionali, calcolato quale somma algebrica degli utili e delle perdite delle società moltiplicato per la quota di partecipazione, al 31 dicembre 2012, è negativo per 1,3 milioni di euro. Le seguenti società partecipate dalla Regione Toscana hanno chiuso il bilancio 2012 con una perdita di esercizio consistente: Firenze Fiera S.p.A. perdite per 1,7 milioni (quota di pertinenza della Regione 0,5 milioni); Fidi Toscana S.p.A. perdite per 2,3 milioni (quota di pertinenza della Regione 1 milione); Terme di Chianciano Immobiliare S.p.A. perdite per 0,9 milioni (quota di pertinenza della Regione 0,7 milioni); 93

104 Terme di Casciana S.p.A. perdite per 0,4 milioni (quota di pertinenza regionale 0,35 milioni); Firenze parcheggi S.p.A. perdite per 1,4 milioni (quota di pertinenza delle Regione Toscana 0,02 milioni). La Regione ha, inoltre, rilasciato una garanzia fideiussoria all interporto Toscano Vespucci per 18 milioni di euro; il relativo rilascio è stato autorizzato con l.r. 27 dicembre 2005, n. 70 (legge finanziaria per l anno 2006); nel 2013 la società ha ottenuto una proroga del finanziamento fino al Nel 2013, in considerazione dell andamento negativo di alcune società, la giunta regionale, con decisione 5 agosto 2013, n. 3, ha adottato appositi indirizzi volti a promuovere il recupero di condizioni di equilibrio economico, patrimoniale, e finanziario. In tale contesto, la Regione ha attivato flussi informativi infrannuali volti alla raccolta di dati sull andamento della gestione, in rapporto alle previsioni effettuate nei piani industriali. Le società interessate da tale procedura sono le seguenti : Fidi Toscana; Firenze Fiera; Arezzo Fiere; Terme di Montecatini; Terme di Chianciano Immobiliare; Terme di Casciana; Interporto Toscano Vespucci; Interporto della Toscana Centrale. Tale procedura viene effettuata con cadenza semestrale e si concretizza in una valutazione delle azioni previste nel piano industriale delle società partecipate sopra elencate. Inoltre è previsto un confronto tra gli obiettivi economico-finanziari riportati nel piano con quelli risultanti dai bilanci infrannuali o dalle stime di preconsuntivo. La Regione, in generale, effettua comunque una procedura di monitoraggio sul complesso delle società partecipate, nell ambito della quale si ribadisce l opportunità che siano valutate con attenzione le situazioni di perdite di esercizio che possono avere un influenza diretta sul suo bilancio. Anche da questo punto di vista, l implementazione di strumenti e di procedure di rendicontazione, nonché la predisposizione di un bilancio consolidato, possono essere utili per la valutazione degli impatti che le diverse forme di partecipazione possono manifestare sul bilancio regionale. 94

105 Si ricorda, infine, che, in base al citato art. 6, comma 19, del d.l. 78/2010, nel caso in cui una società partecipata presenti perdite per tre esercizi consecutivi, l ente pubblico socio non può effettuare aumenti di capitale, trasferimenti straordinari, aperture di credito, né rilasciare garanzie a favore delle società stessa. Come già detto, con riferimento alla governance delle società, la Regione adotta, per quelle a partecipazione totalitaria e di controllo, un Piano delle Attività che riporta anche gli obiettivi principali che tali società devono perseguire. Il monitoraggio consente di verificare che i principali atti di gestione trovino riscontro nel Piano stesso. D altra parte, con riferimento al d.l. n. 95/2012, la Regione ne ha previsto l attuazione solo per la Agenzia Regionale Recupero Risorse S.p.A. che, delle società a partecipazione totale o di controllo, è l unica ad avere anche il requisito della fornitura di servizi in modo prevalente alla Regione. Per questa società il Piano del 2013 contiene anche disposizioni sul contenimento della spesa e il reclutamento del personale. Il Presidente della Regione afferma nella Relazione sulla regolarità della gestione, efficacia e adeguatezza dei controlli interni 2014 che le società ARRR e Sviluppo Toscana adottano procedure di selezione del personale e conferimento degli incarichi in linea con le disposizioni di legge. Per le altre società la Regione dichiara di non disporre attualmente di informazioni idonee a verificare il rispetto delle disposizioni legislative di cui trattasi. La tabella che segue mostra la consistenza del personale del complesso delle società partecipate ed il relativo ammontare di spesa. Il totale del personale nel biennio è diminuito da a unità, per una spesa totale di euro (per il solo esercizio 2012). 95

106 Tab. 3 Il personale delle società partecipate. (in euro) Denominazione società partecipata dipendenti in organico al 31/12/2012 dipendenti in organico al 31/12/2013 costo del personale al 31/12/2012 Collabora zioni al 31/12/2012 Collabora zioni al 31/12/2013 Società in house Sviluppo Toscana S.p.A Ag. Regione Recupero Risorse S.P.A Società controllate non in house Fidi Toscana S.P.A Alatoscana S.P.A Società Aeroporto Toscano S.P.A Terme di Casciana S.p.A. (Bagni di Casciana) Terme di Chianciano Immobiliare S.p.A Terme di Montecatini Immobiliare S.p.A Arezzo Fiere e congressi S.r.l Firenze Fiera S.p.A Logistica Toscana Soc. Cons. A R.L Altre società partecipate Aeroporto Di Firenze S.P.A Interporto Toscana Centrale S.P.A Interporto Toscano "A. Vespucci" S.P.A Società Esercizio Aeroporto Della Maremma - S.E.A.M. S.P.A Internazionale Marmi e Macchine S.p.A Banca Popolare Eitca S.c.a.r.l Società Consortile Energia Toscana Scrl Società in dismissione Consorzio Pisa Ricerche, Soc. Cons. a r.l. procedura fallimentare in corso Etruria Innovazione Soc. Cons. p.a. in liquidazione Firenze Parcheggi S.p.A EVAM SpA Golf la Vecchia Pievaccia S.p.A. Dati non pervenuti Totale Fonte: dati forniti dalla Regione. 96

107 Fig Personale società Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati della Regione. 97

108 2.3 Le altre partecipazioni nel conto del patrimonio Nell ambito delle partecipazioni detenute dalla Regione in organismi cooperativi e consorzi, le principali riguardano il settore agricolo. Tali partecipazioni erano detenute per lo più tramite l ETSAF (Ente Toscano Sviluppo Agricolo e Forestale), ente pubblico di ricerca nel settore agricolo costituito, tra l alto, allo scopo di gestire le partecipazioni negli organismi cooperativi agricoli. Già dal 1993 (l.r. n.15/1993) e poi con la l.r. n. 24/1996 si è stabilito che le partecipazioni regionali suddette andavano dismesse, utilizzando a tale scopo la Fidi Agricola S.p.A., poi confluita nella Fidi Toscana S.p.A. Nel 2014 saranno oggetto di dismissione 8 società, di cui la più importante in termini di capitale è la Conserve Italia. Al riguardo, la Delibera di Giunta regionale 23 maggio 2011, n. 401 disponeva la dismissione delle partecipazioni societarie detenute in consorzi e cooperative derivanti dallo scioglimento dell ex ETSAF che non rispondessero a valutazione di strategicità connesse all attuazione di politiche di intervento regionale in ambito agricolo, anche a prescindere dal valore modesto della partecipazione detenuta dalla Regione. Successivamente, con la D.G.R. 19 marzo 2012, n. 207, è stata confermata la volontà della Regione di dismettere la propria quota dalle cooperative di cui sopra a partire dal 1 gennaio 2014, mediante l esercizio del diritto di recesso. Le partecipazioni appena descritte sono riportate nella tabella seguente. 98

109 Tab. 4 - Partecipazioni in altre società (in euro) nome azienda Consistenza al 01/01/2012 Consistenza al 31/12/ Cantina cooperativa morellino di Scansano società cooperativa agricola Valdarno Superiore Società cooperativa agricola 3.098, ,74 3 Cantina dei vini tipici dell'aretino 4.647, Cooperativa agricola allevatori riuniti Sovicille ars , ,00 5 Cantine Montalbano Società cooperativa agricola 516,45 516,45 6 Cantina Sociale di Certaldo società cooperativa agricola 3.860, ,00 7 Castelli del Grevepesa Società cooperativa agricola Cantina sociale Colli Fiorentini Soc. cooperativa , ,00 9 Cantina Sociale Viticoltori Colline Arno Sieve società cooperativa , ,22 10 Le Chiantigiane Società cooperativa agricola , ,77 11 Cantina di Capalbio società cooperativa Agricola 3.250, ,00 12 Società Agricola Cantina dell'etruria 516,44 516,44 13 Società cooperativa vecchia Cantina di Montepulciano società agricola 5.993, ,48 14 Ortofrutta Grosseto 490,63 490,63 15 Cooperativa Olearia Boccaccio società agricola cooperativa , ,59 16 Società cooperativa oleificio Val d Orcia 129,11 129,11 17 Società cooperativa caseificio di Sorano 5.160, ,00 18 Cooperativa Agricola fra Agricoltori e allevatori Palazzuolo sul Senio Agricoop , ,57 19 Consorzio Produttori latte maremma 800, Cooperativa produttori Latte della valle del Serchio coplat Garfagnana 516,4 516,4 21 Società cooperativa val d'orcia , ,41 22 Società cooperativa Agricola Pomonte 7.875, ,96 23 cooperativa forestali Toscana verde CTV Società cooperativa , ,68 24 Il Granone società cooperativa 1.548, Cooperativa produttori agricoli Valle dell'era 7.725, ,00 26 Cooperativa Agricola San Vittore società agricola Cooperativa 2.848, ,26 27 Produttori Agricoli Pieve di Santa Luce 3.025, Terre Dell'Etruria società Cooperativa agricola tra Produttori , ,25 29 Società cooperativa Produttori Agricoli Piandirocca 129,11 129,11 30 San Rocco Società cooperativa Valle Bruna società cooperativa Agricola 5.175, ,00 32 Cooperativa produttori Agricoli Marsiliana , ,00 33 Consorzio Maremma consorzio cooperative fra produttori Agricoli , ,00 34 Produttori Agricoli di Paganico , ,00 35 Maidicola Sovicille società cooperativa Agricola Il Poggio Società agricola , ,27 37 Avola Società cooperativa agricola a r.l , ,00 38 Agri ambiente Mugello , ,00 39 Comunione Capalbiaccio società semplice 129,11 129,11 40 Cooperativa agriturismo Etruria , ,84 41 Colline Amiatine società agricola cooperativa , ,14 42 Conserve Italia , ,00 43 Cantina i Vini di Maremma 1.110, ,26 Totale , ,85 Fonte: Regione Toscana - Conto del Patrimonio allegato G seconda parte. 99

110 2.4 I dividendi delle partecipazioni nel rendiconto generale della Regione Come già detto, la Regione Toscana detiene partecipazioni in società che operano in diversi settori dell economia regionale. Il bilancio regionale registra, quindi, una serie di movimenti contabili strettamente legati con il portafoglio partecipazioni. Dal lato delle entrate, i dividendi sono contabilizzati nel Titolo III, Entrate extra tributarie, categoria 31, Entrate patrimoniali, UPB 312, Entrate relative a rendite patrimoniali e proventi del demanio, capitolo 31007, Entrate per dividendi sulle partecipazioni azionarie della Regione, il codice Siope è il n Nel rendiconto 2013, gli accertamenti e le riscossioni su tale capitolo ammontano a circa 353 mila euro, a fronte di previsioni iniziali per 250 mila. Le previsioni iniziali di bilancio non sono state modificate nel corso del triennio; mentre gli accertamenti e le riscossioni sono aumentati nel 2012 rispetto al 2011, essendo passati da 216 a 415 mila euro. Al contrario nel 2013 vi è stato un calo del 15 per cento rispetto all anno precedente, tanto degli accertamenti che delle riscossioni. Tab. 5 - Entrate da dividendi su azioni (in euro) Dividendi su azioni UPB Scarto Δ % 2013 scarto Δ % Capitolo a b (b-a) (b-a)/a c (c-b) (c-b)/b Previsioni Accertamenti % % Riscossioni % % Fonte: elaborazione Corte dei Conti su dati Rendiconti Regione. 100

111 Fig. 6 Andamento entrate da dividendi su azioni (in euro) previsioni accertamenti riscossioni Fonte: elaborazione Corte dei Conti su dati Rendiconti Regione. 2.5 I trasferimenti alle società partecipate Con riguardo ai trasferimenti regionali, intesi come i pagamenti totali (in conto competenza ed in conto residui) erogati dalla regione, a vario titolo, alle società partecipate, si evidenzia un notevole incremento degli stessi nel 2013 rispetto al Tale andamento risulta influenzato in particolare dall aumento dei trasferimenti per programmi e per l acquisizione di beni e servizi dalle società partecipate, a fronte di un andamento decrescente dei trasferimenti per ricapitalizzazioni, che risultano pari a 15,83 milioni nel 2013, conto 23,94 milioni erogati nell anno precedente. Quanto ai trasferimenti (intesi sempre come pagamenti) come si evince dalla tabella seguente, le risorse risultano aggregate o per trasferimenti per programmi, acquisizioni di beni e servizi e altro o per trasferimenti per ricapitalizzazioni. 101

112 Trasferimenti per programmi, acquisizioni di beni e servizi ed altro Trasferimenti per ricapitalizzazioni Totale Trasferimenti per programmi, acquisizioni di beni e servizi ed altro Trasferimenti per ricapitalizzazioni Totale Trasferimenti per programmi, acquisizioni di beni e servizi ed altro Trasferimenti per ricapitalizzazioni Totale Tab. 6 - Trasferimenti regionali erogati a società partecipate (pagamenti). (in milioni) Ente Alatoscana S.p.A. 0,35 0,35 0,38 0,38 0,47 1,00 1,47 Aeroporto di Firenze S.p.a. 5,00 5,00 Agenzia Regione Recupero Risorse S.p.A. Banca Popolare Etica di Padova s.c.a.r.l. Centro Affari e Convegni Arezzo S.p.a. 1,89 1,89 0,76 0,76 1,77 1,77 1,50 1,50 0,02 0,02 1,00 1,00 CET s.c.a.r.l. 0,01 0,01 0,03 0, Consorzio Pisa Ricerche s.c.a.r.l. EVAM S.p.A. 0,06 0,06 Etruria Innovazione s.c.p.a 0,12 0,12 0,27 0,27 0,13 0,13 Fidi Toscana S.p.A.** 38,28 5,50 43,78 26,25 18,94 45,2 30,63 3,20 33,82 Firenze Fiera S.p.A. 0,12 0,12 0,09 0,09 0,04 0,04 Firenze Parcheggi S.p.A. 0,35 0,35 0,52 0,52 0,35 0,35 Golf La Vecchia Pievaccia S.p.A. Internazionale Marmi e Macchine Carrara S.p.A. Interporto della Toscana Centrale S.p.A. Interporto Toscano A. Vespucci S.p.A. 0,42 0,42 0,02 0,70 0,72 0,30 0,30 0,23 0,23 0,94 0,94 3,2 3,2 Logistica Toscana Scarl 0,15 0,15 0,05 0,05 0,07 SAT S.p.A. SEAM S.p.A. Sviluppo Toscana S.p.A 5,92 5,92 8,83 8,83 23,02 23,02 Terme di Casciana S.p.A. Terme di Chianciano Immobiliare S.p.A. 4 4 Terme di Montecatini S.p.A. 0,3 3 3,3 Totale complessivo 49,36 6,55 58,91 37,92 23,94 61,8 56,81 15,83 72,43 Fonte: Regione Toscana - D.G. Presidenza. Nella figura 7 sono riportati i pagamenti relativi ai trasferimenti per programmi o per acquisizioni di beni e servizi effettuati dalla Regione nel corso del 2013 verso le proprie società partecipate che, come detto, ammontano a 56,8 milioni. Come si evince dal grafico la quasi totalità dei trasferimenti viene destinata a due sole 102

113 società: Fidi Toscana S.p.a. (54 per cento) e Sviluppo Toscana S.p.a. (40 per cento). Fig.7 - Pagamenti per programmi o acquisizione di beni e servizi. (in euro) altri ; ; 0% Logistica toscana; ; 0% Alatoscana S.p.A.; ; 1% Terme di Montecatini; ; 1% Ag. Reg Recupero Risorse S.p.A.; ; 3% Etruria Innovazione s.c.p.a; ; 0% Sviluppo Toscana S.p.A; ; 40% Fidi Toscana S.p.A.; ; 54% Firenze Parcheggi S.p.A.; ; 1% Firenze Fiera S.p.A.; ; 0% Fonte: elaborazione Corte dei Conti su da dati Regione Toscana - D.G. Presidenza. I trasferimenti totali verso le società partecipate sono cresciuti dal 2011 al 2013, passando da 58,9 milioni a 72,4 milioni (+23 per cento); in particolare, i pagamenti per programmi e per l acquisizione di beni e servizi, sono cresciuti rispetto al 2011 del 15 per cento, attestandosi a 56,8 milioni (fig. 8). Essi rappresentano il 6,9 per cento del totale dei pagamenti nel rendiconto dell esercizio 2013 escluso la sanità e le contabilità speciali (ammontanti a 1.048,19 milioni). 103

114 Fig. 8 - Pagamenti erogati alle società partecipate - periodo (in milioni) Fonte: elaborazione Corte dei Conti su da dati Regione Toscana - D.G. Presidenza. 104

115 Tab. 7- Pagamenti alle società partecipate per strategia anno (in milioni) Società strategia istituzionale strategia sociale strategia territoriale strategia ambientale strategia economica strategia culturale e formativa strategia amm. regionale Aeroporto Di Firenze S.P.A. - Alatoscana S.p.a. 1,470 1,47 A.R.R.R. Agenzia Regione Recupero Risorse S.p.A. 0,08 1,69 1,77 Banca Popolare Etica s.c.a.r.l. - Arezzo Fiere e Congressi S.r.l. 1,00 0,00 1,00 CET Società Consortile Energia Toscana s.c.a.r.l. Consorzio Pisa Ricerche s.c.a.r.l. (procedura fallimentare in corso) totale 0,01 0,01 - E.V.A.M. Ente Valorizzazione Acque Minerali Fonteviva S.p.A. Etruria Innovazione s.c.p.a. (procedura di liquidazione in corso) 0,13 0,13 - Fidi Toscana S.p.A. 3,20 13,81 16,34 0,48 33,82 Firenze Fiera S.p.A. 0,01 0,03 0,00 0,04 Firenze Parcheggi S.p.A. 0,345 0,34 Golf La Vecchia Pievaccia S.p.A. - Internazionale Marmi e Macchine Carrara S.p.A. Interporto della Toscana Centrale S.p.A. 0,231 0,23 Interporto Toscano A. Vespucci S.p.A. 3,200 0,00 3,20 Logistica Toscana Scarl 0,070 0,07 - S.A.T. Società Aeroporto Toscano Galileo Galilei S.p.A. S.E.A.M. Società Esercizio Aeroporto della Maremma S.p.A. 0,00 0,00 - Sviluppo Toscana S.p.A. 0,01 2,09 19,83 1,09 23,02 Terme di Casciana S.p.A. - Terme di Chianciano Immobiliare S.p.A. 4,00 4,00 Terme di Montecatini S.p.A. 3,30 0,01 3,31 totale pagamenti complessivi società partecipate pagamenti totali strategia (competenza + residui) 0,01 0,08 5,316 4,89 24,37 36,18 1,59 72,43 207, ,78 576,84 102,21 203,89 331, , ,26 incidenza % 0,006% 0,001% 0,922% 4,783% 11,951% 10,907% 0,054% 0,619% Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati forniti dalla Regione. 105

116 Nell anno 2013, l incidenza percentuale dei pagamenti effettuati a società partecipate sul totale dei pagamenti, suddiviso per ciascuna strategia, è poco considerevole (0,61 per cento). Il dato in questione non presenta apprezzabili differenze con l esercizio 2012, in cui i pagamenti alle società partecipate costituivano lo 0,70 per cento dei pagamenti totali. L analisi delle singole strategie mostra, per alcune di esse, percentuali di incidenza (sul totale dei pagamenti della strategia) più rilevanti: in particolare, i pagamenti a società partecipate sulla Strategia economica incidono per l 11,9 per cento dell intera strategia, mentre i pagamenti a società partecipate sulla Strategia culturale e formativa incidono per il 10,9 per cento. Anche nell esercizio precedente, quella economica e quella culturale rappresentavano le strategie con l incidenza percentuale di pagamenti a società partecipate più rilevante, pur se con percentuali differenti. In particolare, nella Strategia economica la percentuale ammontava al 18,79 per cento, mentre nella Strategia culturale la percentuale ammontava al 5,24 per cento; le variazioni in questione sono dovute essenzialmente ad una variazione dei pagamenti alla società Fidi Toscana (in diminuzione nella strategia economica ed in aumento in quella culturale). 2.6 I trasferimenti alle fondazioni partecipate dalla Regione Dal rapporto 2013 sulle partecipate, redatto dagli Uffici della Giunta regionale, risulta che la Regione Toscana partecipa a numerose fondazioni. Queste ultime vengono suddivise, in tre guppi: - Le fondazioni istituite e disciplinate con legge regionale, in cui la Regione partecipa al fondo di dotazione in qualità di fondatore ed eroga contributi annuali, funzionali all attuazione delle politiche regionali; - Le fondazioni nelle quali partecipa al fondo di dotazione in qualità di fondatore; - Le fondazioni nelle quali nomina unicamente propri rappresentanti in seno agli organi amministrativi o di controllo. Nella tabella seguente (tab. 8) sono riportate le fondazioni di cui sopra evidenziando le quote di partecipazione e i contributi regionali ad esse erogati. 106

117 Tab. 8 Fondazioni partecipate dalla Regione Toscana. (in euro) Denominazione % di partecipazi one della Regione al capitale Valore della partecipazio ne regionale Contributi erogati dalla Regione (2011) Contributi erogati dalla Regione (2012) 1 Fondazione Accademia Musicale Chigiana 0 0, Fondazione Centro Studi sull'arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti Fondazione Consiglio Regionale della Toscana , Fondazione Ernesto Balducci Onlus 0 0, Fondazione Gabriele Monasterio per la Ricerca medica e di sanità Pubblica 77, Fondazione Guido d'arezzo Fondazione Giovanni Michelucci 0 0, Fondazione Orchestra Regionale Toscana 97, Fondazione Qualivita 0 0, Fondazione Scienza e Tecnica di Firenze 33, Fondazione Scuola interregionale di Polizia Locale 28, Fondazione Scuola Musica Fiesole n.d. n.d Fondazione Sistema Toscana 82, Fondazione Slow Food per la biodiversità Onlus 0 0, Fondazione Spadolini Nuova Antologia 0 0, Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino 12,58% Fondazione Teatro del Metastasio di Prato 17, Fondazione Toscana Life Scienses 29, , Fondazione Toscana Spettacolo 84, Fondazione per il Clima e la sostenibilità n.d. n.d Fondazione ospedale pediatrico Anna Meyer Onlus Totali Fonte: elaborazione Corte Conti da Rapporto 2013 "Le partecipazioni delle Regione Toscana al 31/12/2012. Quanto al valore delle partecipazioni regionali nelle fondazioni, quelle di importo rilevante sono concentrate in poche di esse, come emerge dal grafico seguente. 107

118 Fig. 9 - Valore delle partecipazioni della Regione nelle fondazioni. (in euro) Toscana Life Scienses ; ; 2% Altre ; ; 1% Toscana Spettacolo; ; 4% Orchestra Regionale Toscana; ; 25% Scuola interregionale di Polizia Locale; ; 1% Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino; ; 27% Fondazione Sistema Toscana; ; 40% Fonte: elaborazione Corte Conti su dati Regione Toscana, Rapporto 2013 "Le partecipazioni delle Regione Toscana al 31/12/2012. Nel rapporto 2013 Le partecipazioni della Regione Toscana al 31 dicembre 2012, nell ambito del capitolo II, riguardante le fondazioni ed associazioni, non viene riportata la partecipazione nella fondazione Gabriele Monasterio per la ricerca medica e di sanità pubblica presente, al contrario, nel rapporto 2012, con un valore delle partecipazione di 17,3 milioni e con un contributo annuale regionale di 15 milioni di euro. La fondazione suddetta, in ragione dell attività di interesse pubblico svolta nel campo dell assistenza sanitaria e della ricerca e nel contesto del servizio sanitario regionale, è stata cancellata d ufficio dal Registro regionale delle persone giuridiche private con efficacia dal 1 gennaio 2012, in quanto trasformata ente di diritto pubblico con l.r. 29 dicembre 2009, n I contributi alle fondazioni sono dettagliati nella figura seguente. 24 La Fondazione Toscana Gabriele Monasterio per la Ricerca Medica e di Sanità Pubblica era stata riconosciuta persona giuridica privata da parte della Regione Toscana con decreto dirigenziale n del 23 luglio 2007 ed iscritta al n. 592 del Registro regionale delle persone giuridiche. 108

119 Fig Contributi in conto esercizio 2011 e 2012 erogati dalla Regione alle fondazioni. (in euro) Fonte: elaborazione Corte Conti su dati Regione Toscana Rapporto 2013 "Le partecipazioni delle Regione Toscana al 31/12/2012. Come si evince dal grafico successivo, i contributi alle fondazioni teatrali e musicali assorbono, nel complesso, quasi il 60 per cento di tutti i contributi erogati alle fondazioni. 109

120 Fig Contributi in conto esercizio alle fondazioni (in euro) Fond. Toscana Spettacolo; ; 9% Fond. Teatro del Metastasio di Prato; ; 6% Fond. Clima e la sostenibilità ; ; 2% Altre ; ; 2% Fond. Orchestra Regionale Toscana; ; 15% Fond. Scuola interregionale di Polizia Locale; ; 3% Fond. Scuola Musica Fiesole; ; 6% Fond.Teatro del Maggio Musicale Fiorentino; ; 25% Fond. Slow Food per la biod. Onlus; ; 1% Fond. Sistema Toscana; ; 31% Fonte: elaborazione Corte Conti su dati Regione Toscana Rapporto 2013 "Le partecipazioni delle Regione Toscana al 31/12/ I trasferimenti alle associazioni partecipate dalla regione La Regione Toscana partecipa a numerose associazioni. Nel corso del 2013 per il versamento delle quote associative sono state impegnate risorse per 340 mila euro. Nella tabella che segue è riportato l elenco delle associazioni a cui la Regione aderisce, con indicazione del valore della quota associativa impegnata e della relativa finalità. 110

121 Tab. 9 Associazioni partecipate dalla Regione Toscana. (in milioni) Associazione A.I.S.R.e-(Associazione italiana di scienze regionali) S.I.S.E.- (Società italiana di studi elettorali) A.I.C.C.R.E.- (Associazione italiana consigli e comuni d Europa) 4 Confrontation Europe C.R.P.M. (Conferenza delle regioni periferiche e marittime d'europa) O.I.C.S-(Osservatorio interregionale sulla cooperazione allo sviluppo) Coordinamento Enti locali per la pace Coalizione mondiale contro la pena di morte U.P.A.- (Utenti pubbliche associazioni operante nel settore della comunicazione) PISTOIA FUTURA- (laboratorio per la programmazione strategica-della provincia di Pistoia) A.N.C.S.A.- (associazione nazionale le centri storici-artistici ) A.I.P.C.R. (Associazione mondiale della strada gruppo azionale italiano FEDERPARCHI (Federazione italiana parchi e riserve naturali) FEDERMOBILITA (forum per il governo regionale locale e urbano della mobilità sostenibile)' Associazione tecnostruttura delle regioni per il FSE E.R.R.I.N.- (european research and innovation network) Scopo e finalità associative incidenza % quota associativa sul totale impegni 2013 pagamenti c/competenza A.I.S.R.e si propone di sviluppare le scienze le scienze regionali 0,38% S.I.S.E. si propone di favorire lo sviluppo degli studi e delle ricerche sul comportamento elettorale e sui sistemi elettorali in Italia e all estero Promuovere e coordinare le iniziative dei poteri regionali e locali per la costruzione dell unità politica europea in forma federale 0,29% ,47% Riunisce imprenditori, sindacalisti, attori territoriali associativi e politici intorno ad un impegno la partecipazione 0,59% Promuovere uno sviluppo tra le regioni d Europa, nonché la competitività attraverso azioni sulle politiche relative ai 13,35% trasporti, alla R&S al lavoro alla formazione Stimolare e favorire l attività di cooperazione internazionale di regioni, province ed enti locali, sul loro territorio, 5,88% nei paesi in via di sviluppo Promuovere l impegno costante degli Enti locali e delle Regioni a favore della pace, 1,76% della solidarietà internazionale Promuovere l abolizione universale della pena di morte 0,04% Promuovere gli interessi degli utenti pubblici Sostenere le azioni di concertazione tra enti pubblici e soggetti privati volte a favorire lo sviluppo della provincia di Pistoia Promuovere iniziative culturali e operative a sostegno dell azione delle pubbliche amministrazioni Forum internazionale di informazioni per lo studio e l approfondimento di tutti i problemi relativi alla strada al trasporto stradale alla sicurezza 0,51% ,22% ,52% ,26% Tutela della valorizzazione dell ambiente naturale 2,00% Si propone di riunire le autorità esponenti degli enti responsabili della mobilità a livello Regionale, Provinciale e Comunale al fine di creare un momento di riflessione comune e di dibattito sui temi cruciali della mobilità. La Tecnostruttura effettua studi e ricerche sui sistemi formativi e del lavoro delle Regioni e delle Province autonome e sui problemi attinenti la formazione e l'orientamento professionale, le politiche dell'occupazione, lo sviluppo settoriale e territori Lo scopo principale del network è il miglioramento del coordinamento e della comunicazione tra le rappresentazioni regionali di Bruxelles, al fine di creare sinergie che possano rafforzare la cooperazione tra le Regioni in Europa nel campo della ricerca. 1,47% ,76% ,79%

122 Segue Associazione I.C.O.M. Italia (organizzazione internazionale dei musei e dei membri della professione museale) Associazione città e siti italiani patrimonio mondiale Unesco EARLL AISBL associazione europea ACNP - archivio collettivo nazionale dei periodici SDIAF - sistema documentario integrato dell'area fiorentina UNI-(Ente nazionale italiano di unificazione) Associazione per la Storia e le memorie della Repubblica P.E.F.C.-programme for endorsement of forest certification schemes FSC-(Forest steward ship council-gruppo fsc Italia) Federculture federazione servizi pubblici cultura, turismo, sport, tempo libero Associazione delle Città e Regioni della Grande Europa per la Cultura Les Rencontres Scopo e finalità associative Il Comitato Nazionale Italiano di ICOM, fondato nei primi anni Settanta da Franco Russoli e da un gruppo di direttori e funzionari di musei italiani, si occupa di tutti i problemi strettamente connessi allo sviluppo e alla difesa della professione museale Obiettivi: l'organizzazione di iniziative per la tutela del patrimonio culturale e naturale dichiarato patrimonio dell'umanità e la realizzazione di progetti e proposte comuni da presentare alle amm.ni pubbliche italiane e alle istituzioni internazionali. Le finalità dell associazione sono quelle di rappresentare a livello europeo, la voce politica dei propri membri per il raggiungimento di determinati obiettivi nel campo delle problematiche della formazione permanente ( Lifelong Learning ). Il catalogo contiene le descrizioni bibliografiche delle pubblicazione periodiche possedute da biblioteche dislocate su tutto il territorio nazionale e copre tutti i settori disciplinari. Riunisce le Biblioteche e gli Archivi dell'area e si configura come una innovativa Rete Culturale centrata sul rendere possibile l'accesso a tutti i cittadini al mondo dell'informazione e della conoscenza. Promuovere la sicurezza, la qualità della vita e la conservazione dell'ambiente, regolamentando prodotti, processi e servizi, migliorare l'efficacia ed efficienza del sistema economico, unificando prodotti, livelli prestazionali, metodi di prova e di controllo. L'Associazione trae origine dal convincimento che esista una stretta correlazione tra memoria e democrazia. Ossia che un'espansione della nostra democrazia, quale è resa possibile dalla conclusione della lunga fase storica rappresentata dalla guerra fredda. Il PEFCC ha i seguenti obiettivi: promuovere la gestione sostenibile delle foreste Il marchio FSC identifica i prodotti contenenti legno proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici. La foresta di origine è stata controllata e valutata in maniera indipendente. Sono compiti istituzionali della Federazione: la promozione e la diffusione del nuovo contratto privatistico per i lavoratori del settore; la progettazione e promozione di modelli organizzativo/gestionali innovativi per i servizi del tempo libero. Les rencontres è un forum aperto di discussione e di azione, che raggruppa membri eletti da tutti i livelli di governo locale in tutta Europa al fine di partecipare attivamente alla creazione di politiche culturali europee. incidenza % quota associativa sul totale impegni 2013 pagamenti c/competenza 0,23% ,53% ,96% ,47% ,59% ,35% ,08% ,03% ,11% ,12% ,83%

123 Segue Associazione A.R.E.P.O. (associazione delle regioni europee dei prodotti d'origine) NECS TouR (Associazione European network of regions for sustainable and competitive tourism non-profit association) A.R.E.F.L.H. (associazione delle regioni europee frutticole, orticole e floricole) Centro di Firenze per la moda italiana A.E.V.F.-(Associazione europea delle vie francigene)- S.I.F.E.T. (Società italiana di fotogrammetria e topografia) R.E.V.E.S (Associaz.internazionale europeen des villes et regions de l'economie sociale) Avviso pubblico: enti locali e regioni per la formazione civile contro la mafia c/o comune di Certaldo International guide dog federation 37 Associazione NEPIM 38 A.C.T.E. (association de colectividades textiles europeas) Scopo e finalità associative L'Arepo ha indicato tra gli obiettivi da perseguire: 1) promuovere e valorizzare i marchi d'indicazione geografica nei confronti dei consumatori e dell'opinione pubblica; 2) esprimere pareri e proposte sulla Pac NECSTouR mira a sviluppare e rafforzare un quadro coerente per il coordinamento dei programmi di sviluppo regionale e di ricerca sul turismo sostenibile. Difendere e promuovere la filiera ortofrutticola. Aderiscono all associazione, costituita nel Regioni europee di Francia, Spagna, Portogallo ed Italia Il Gruppo Centro di Firenze per la Moda Italiana si identifica fortemente con la propria missione di promozione del sistema moda italiano, inteso come l insieme delle imprese, delle associazioni, delle istituzioni che animano il settore. Lo scopo sociale è quello di :promuovere proficue relazioni con il Consiglio d'europa e con le Istituzioni comunitarie; confermare la stretta collaborazione con l'istituto europeo degli Itinerari Culturali di Lussemburgo Libera associazione di studiosi, tecnici e organizzazioni pubbliche e private interessati ai processi di acquisizione, trattamento, gestione e diffusione delle informazioni territoriali, con particolare riferimento alle metodologie e alle tecnologie fotogrammetriche, topografiche e geodetiche correlate a tali processi. REVES rappresenta, difende e promuove i valori comuni delle sue istituzioni europee e internazionali del vis-à-vis di membri. Congiuntamente con i suoi membri, essa persegue gli obiettivi fissati nella carta REVES. Avviso Pubblico. Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie, è un Associazione nata nel 1996 con l intento di collegare ed organizzare gli Amministratori pubblici che concretamente si impegnano a promuovere la cultura della legalità. Gli obiettivi della Federazione sono: promuovere nelle scuole membri nuovi ed esistenti: l'istruzione delle persone con disabilità in visione l'uso di cani guida per ciechi; il concetto di riproduzione, lo sviluppo, la cura e la formazione dei cani da guida. NEPIM ha come obiettivo principale partecipare e contribuire ai processi decisionali dell'ue in materia di diritti dei consumatori. Obiettivi: Promuovere il consumo critico e responsabile in Europa. L'obiettivo principale di ACTE è rappresentare e difendere gli interessi delle comunità territoriali e degli organismi aderenti che rappresentano i territori con la presenza dei settori tessili, abbigliamento, cuoio, calzature ed accessori moda. incidenza % quota associativa sul totale impegni 2013 pagamenti c/competenza 1,47% ,94% ,59% ,64% ,37% ,09% 300 2,65% ,73% ,27% ,47% ,23%

124 Segue Associazione FISU (Forum italiano per la sicurezza urbana) I.T.A.C.A. -istituto per la trasparenza, l'aggiornamento e la certificazione degli appalti S.I.S - (Società italiana di statistica) A.N.A.I. (Associazione nazionale archivistica italiana) EURO IX (european internet exchange association) Scopo e finalità associative L'Associazione non persegue fini di lucro. Nel rispetto dello statuto del Forum Europeo per la sicurezza urbana, il FISU assume come propri i principi della Carta dei Diritti Fondamentali dell'unione Europea. Organo tecnico della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Itaca opera anche alla istruttoria di provvedimenti di natura tecnica da sottoporre alla approvazione della stessa. Promuove lo sviluppo delle Scienze Statistiche e delle loro applicazioni in campo economico, sociale, sanitario, demografico, tecnologico, produttivo e in molti altri ambiti di ricerca L'ANAI promuove attività e studi intesi a sostenere la funzione culturale degli archivisti, a sviluppare e a tutelare la loro professionalità, a incrementare le relazioni fra esperti e cultori degli archivi e a preservare e a valorizzare il patrimonio archivistico Mira ad accrescere la creazione di punti di accesso a internet a livello europeo. Offre ai propri membri un'ampia gamma di partners potenziali di scambio nella rete. incidenza % quota associativa sul totale impegni 2013 pagamenti c/competenza 2,00% ,53% ,11% ,03% ,29% TOTALE 100,00% Fonte: elaborazione Corte Conti su dati forniti dalla Regione Toscana. Oltre alle quote associative, la Regione ha trasferito agli organismi associativi partecipati altre risorse a vario titolo. In particolare, sono state impegnate risorse per euro a favore dell Osservatorio Interregionale sulla Cooperazione allo Sviluppo (O.I.C.S.). Al riguardo, si evidenzia come la Regione Toscana, quale autorità di gestione unica del Programma operativo Italia Francia Marittimo, ha stipulato una convenzione con O.I.C.S. al fine di delegare allo stesso alcune attività di gestione organizzativa e di assistenza tecnica previste dal programma. A tale scopo, sono state assegnate annualmente all O.I.C.S. risorse per euro, dal 2011 al Tale organismo rappresenta un ente in house delle Regioni e Province autonome italiane, istituito come struttura comune in materia di cooperazione decentrata allo sviluppo e di sostegno ai processi di internazionalizzazione economica territoriale. Essa ha natura giuridica di associazione privata di enti pubblici, i cui soci ordinari sono le Regioni e le Province autonome italiane stesse, ciascuna rappresentata dal Presidente della Giunta o da un suo delegato. Ogni socio assicura anche finanziariamente il funzionamento dell Osservatorio versando una quota annuale. 114

125 Tab. 10 Erogazioni ad Associazioni partecipate dalla Regione Toscana 2013 (escluso quote associative) (in euro) Organismi Associativi Impegni 2013 incidenza percentuale degli impegni sul totale Pagamenti c/compete nza Pagamenti c/residui AISRE- associazione italiana scienze regionali sez.it.regionale science OICS-osservatorio interregionale sulla cooperazione allo sviluppo Associazione Pistoia futura- laboratorio per la programmazione strategicaprovincia di Pistoia Federazione italiana parchi e riserve naturali Associazione tecnostruttura delle regioni per il FSE ICOM Italia- international council of museums Federculture federazione servizi pubblici cultura, turismo, sport, tempo libero associazione europea delle vie francigene-a.e.v.f ,00 0,33% 3.000, ,75 70,50% , , ,00 2,72% ,00 0,00% , ,00 11,35% , , ,00 0,87% ,00 2,83% , ,0 11,41% ,0 TOTALE ,75 100,00% , ,13 Fonte: elaborazione Corte Conti su dati forniti dalla Regione Toscana. 2.8 Approfondimenti su Fidi Toscana Fidi Toscana, costituita dalla Regione Toscana con l.r. n. 32/1974, è una società finanziaria vigilata da Banca d Italia, iscritta all Albo degli intermediari Finanziari di cui all art. 106 d.lgs. n. 385/1993 (Testo unico bancario), ed è l ente mediante il quale la Regione attua la propria politica economica nell ambito del credito. Quest ultima, con la costituzione di Fidi Toscana, ha inteso promuovere l istituzione di una società per azioni finalizzata ad agevolare l accesso al credito delle imprese che operano sul territorio regionale. In particolare, il ruolo istituzionale della società è quello di garante nei confronti delle banche per i finanziamenti concessi da queste ultime alle imprese. La garanzia può essere rilasciata su operazioni di credito a breve, medio e lungo termine, nonché su operazioni di leasing e di factoring; essa può essere richiesta da tutte le imprese a prescindere dal settore produttivo di appartenenza, che, seppur sprovviste delle necessarie garanzie reali o personali, risultino finanziariamente ed 115

126 economicamente sane e con valide prospettive di sviluppo. Fidi Toscana, inoltre, concede garanzie in favore di persone fisiche, allo scopo di favorire l acquisto della prima casa, la formazione e la qualificazione professionale, la capitalizzazione di società personali. Inoltre, la società presta attività di consulenza per assistere le imprese di minori dimensioni nella ricerca e nell organizzazione di forme di finanziamento funzionali ai relativi progetti di investimento, espansione, riconversione, ristrutturazione, ammodernamento e innovazione tecnologica. La società può anche costituire, attraverso i contributi regionali, fondi speciali con cui effettuare particolari operazioni. Al riguardo, una delle operazioni attuate con tali fondi risulta essere il rilascio di garanzie, attraverso l attivazione delle Misure Emergenza Economia". La compagine sociale risulta mista (pubblico-privata), in quanto, oltre alla regione toscana, socio di maggioranza relativa, vi partecipano società per azioni (quali Monte dei Paschi, Cassa di Risparmio di Firenze, BNL) oltre ulteriori soggetti di diritto pubblico, quali gli enti locali ed i consorzi. La società ha un capitale sociale sottoscritto di 170,47 milioni (il capitale versato è di 159,65 milioni) 25 ; l attuale assetto societario è rappresentato nel grafico seguente (fig.12), da cui si evince che la Regione Toscana detiene il 49,53 per cento del capitale sociale, con una quota pari a 84,44 milioni. Tra gli altri soci rilevante risulta essere la quota di Banca Monte dei Paschi (25,80 per cento) 26 e della Cassa di Risparmio di Firenze (7,85 per cento), come già sopra evidenziato, mentre i comuni e le province detengono una quota marginale (1,76 per cento). 25 Dai dati del Registro delle imprese al 28 aprile 2014 risulta che la Regione Toscana ha sottoscritto n azioni per un valore di con un diritto di proprietà del 49,53 per cento. 26 l articolo 3 della L.R. 32/1974 prevedeva che ciascun socio diverso dalla Regione Toscana non può avere singolarmente una partecipazione al Capitale Sociale della Fidi Toscana superiore al 15 per cento. I gruppi bancari indicati dall articolo 60 del d.lgs. 385/93 non possono avere una partecipazione al capitale sociale della Fidi Toscana superiore al 30 per cento. Con l articolo 1 della l.r. 21 settembre 2011, n. 44 il legislatore regionale ha dato una interpretazione autentica all articolo 3 della l.r. 32/1974 disponendo che essa si interpreta nel senso che ai singoli istituti di credito facenti parti di gruppi bancari non si applica il limite del 15 per cento fermo restando il limite complessivo di una partecipazione al capitale sociale del 30 per cento dell intero gruppo. 116

127 Fig Soci di Fidi Toscana. (in euro) Unioncamere Toscana ,20% Associazioni impr. di categoria ,12% Altre Banche ,06% Comuni e Province ,76% BNL ,68% Banca CR Firenze ,85% Regione Toscana ,53% Banca Monte dei Paschi di Siena ,80% Fonte: elaborazione Corte dei Conti su dati rapporto 2013 le partecipazioni della Regione Toscana e Camere di commercio (Registro imprese). Con l.r. n. 37/ la Regione aveva promosso la trasformazione di Fidi Toscana in banca di garanzia e confermato il valore strategico della partecipazione, quale strumento per sostenere lo sviluppo socio-economico del territorio regionale che risulta costituito in gran parte da imprese di piccole dimensioni. Tale processo di trasformazione in banca di garanzia non si è tuttavia concluso, in quanto è stato superato dall evoluzione della disciplina nel frattempo dettata per gli intermediari finanziari. La società è stata oggetto di una verifica ispettiva da parte della Banca d Italia tra la fine del 2011 e l inizio del L istituto nazionale di vigilanza ha evidenziato alcune criticità relative alla governance, alla mission aziendale, al rischio strategico ed al rischio operativo, ed ha posto l attenzione sulle criticità degli assetti governativi e sul sistema dei controlli. Un ulteriore anomalia riscontrata riguarda la discrepanza tra il contenuto del Piano strategico predisposto dalla società, che prevedeva il ridimensionamento delle 27 La l.r. n. 37/2009 è stata abrogata dall art. 4, comma 1, lettera l), della l.r. 30 giugno 2012, n

128 attività di assunzione di partecipazioni azionarie, e l incremento del portafoglio partecipativo di Fidi Toscana, realizzato su impulso del socio di riferimento rappresentato dalla Regione. Al riguardo, il conferimento nel 2011 alla società delle varie partecipazioni regionali ex l.r. n. 24/1996, è stato effettuato in deroga ai limiti statutari allora vigenti, che escludevano la possibilità di acquisire partecipazioni in società in stato di crisi e che limitavano al 20 per cento la quota di interessenza. Secondo la Banca d Italia, le attività di garanzia e di partecipazione si sarebbero intrecciate con rischi per gli eventuali conflitti di interesse. Tali rilievi hanno portato il legislatore regionale ad intervenire sulla società con una modifica della legge istitutiva mediante la l.r. 30 giugno 2012, n. 33, la quale ha ridefinito le funzioni della società ed ha previsto, tra l altro, lo scorporo delle partecipazioni in società non strumentali all attività finanziaria e la dismissione delle funzioni non inerenti l esercizio del credito. Tale legge ha pertanto operato una trasformazione di Fidi Toscana, incentrando la sua attività sulla concessione di credito, prevalentemente di firma (garanzie), nonché sulle altre attività consentite agli organismi vigilati dalla Banca d Italia prevedendo, nello stesso tempo, l abbandono delle funzioni relative alla gestione delle partecipazioni societarie di natura non strumentale all attività finanziaria 28. Infatti, l art. 2, comma 2, della suddetta legge autorizza Fidi Toscana S.p.A. a svolgere le funzioni non inerenti l esercizio del credito solo in via transitoria, fino al completamento della dismissione delle relative partecipazioni. Inoltre, con la stessa è stato abrogato l articolo 138 quater della l.r. 29 dicembre 2010, n. 65 (legge finanziaria per l anno 2011) che prevedeva, tramite società istituite da Fidi Toscana, di realizzare interventi per la riconversione industriale di aree in crisi, anche attraverso l acquisizione delle stesse, allo scopo di incentivare l insediamento di nuove imprese. In applicazione di tali disposizioni, era stata costituita la società Fidi industria s.r.l., partecipata al 100 per cento da Fidi Toscana, la cui partecipazione è stata successivamente dismessa, alla luce dei rilievi effettuati dalla Banca d Italia. A fronte del nuovo assetto definito per Fidi Toscana, le funzioni di intervento nelle situazioni di grave crisi industriale, ai sensi dell art. 3 della l.r. n. 33/2012, sono gestite direttamente dalla Regione tramite la propria struttura operativa, con cui vengono realizzati interventi per la riconversione delle aree industriali, nonché per l insediamento di nuove imprese, anche tramite l acquisizione delle aree stesse. 28 Articolo 2, comma 1, l.r. n. 33/2012 ai fini di cui all articolo 1, la Regione Toscana sostiene e persegue la dismissione da parte di Fidi Toscana S.p.a. delle funzioni non inerenti all esercizio del credito. 118

129 Nel luglio 2012, l assemblea straordinaria di Fidi Toscana ha approvato il nuovo statuto, che prevede, tra le principali novità, il rafforzamento dell autonomia della società, attraverso una maggiore libertà di nomina del Presidente 29 e del Consiglio di amministrazione 30 da parte dell assemblea dei soci. Parallelamente, viene rafforzata l autonomia del Consiglio di amministrazione, che nomina direttamente il Direttore Generale, 31 mentre precedentemente la nomina era riservata all assemblea dei soci su designazione della Regione Toscana 32. Ulteriori modifiche allo statuto di Fidi toscana sono state apportate con riguardo alle modalità di assunzione di partecipazioni in altre società. Infatti, mentre l art. 42 dello statuto in vigore fino al 2012 stabiliva la possibilità di assumere partecipazioni di minoranza e prestiti obbligazionari in imprese di minori dimensioni costituite in forma di società di capitali, nei limiti del 20 per cento del capitale sociale della partecipata e del 5 per cento del capitale sociale della Fidi Toscana, la modifica statutaria attuata ha previsto limiti più stringenti in merito alla tipologia della partecipazione che può essere detenuta. In particolare, il nuovo Statuto dispone (all art. 6 comma 3 33 ) che la società possa compiere ogni altra operazione necessaria al raggiungimento dell oggetto sociale, anche assumendo partecipazioni, ma solo in società aventi un oggetto analogo o affine al proprio, oltre che in società di investimento in valori mobiliari ed immobiliari di tipo aperto o chiuso, nonché in società di gestione del risparmio ed in società finanziarie L articolo 35 dello statuto vigente stabilisce che il Presidente è nominato dall assemblea dei Soci quello precedente restringeva la possibilità di scelta dell assemblea in quanto il presidente doveva essere nominato tra gli amministratori designati dalle Banche (articolo 24); 30 l articolo 28 dello statuto vigente al comma 2 prevede Gli amministratori sono nominati dall assemblea dei soci, possono essere scelti anche tra i non soci e sono rieleggibili, in merito alla nomina del consiglio di amministrazione l articolo 20 dello statuto vigente fino al luglio 2012 disponeva La nomina e la revoca di cinque amministratori è riservata al Consiglio Regionale. 31 l articolo 37 dello statuto approvato nel 2012 e attualmente in vigore dispone Il Direttore Generale è nominato dal consiglio di amministrazione, che ne determina i relativi poteri e compensi e delibera sulla sua revoca, sospensione, rimozione e cessazione dall incarico. 32 L articolo 7 del vecchio statuto disciplinava la quota di partecipazione della Regione infatti disponeva la Regione Toscana mantiene una partecipazione prevalente nel capitale sociale della società, conseguente alla quota azionaria di sua proprietà, comunque non inferiore al 35 per cento e alle norme del presente statuto. Qualora per una qualsiasi ragione venga meno la partecipazione prevalente della Regione Toscana la Società si scioglie a norma dell articolo 2448, n. 6 del codice civile. 33 Articolo 6, comma 3, dello statuto di Fidi Toscana aggiornato al 15/04/ Lo statuto di Fidi Toscana prima della modifica disciplinava le assunzioni di partecipazioni con due articoli il 42 ed il 45 il primo si intitolava Partecipazioni di minoranza e prestiti obbligazionari e stabiliva : La società assume partecipazioni di minoranza e prestiti obbligazionari in imprese di minori dimensioni costituite in forma di società di capitali con valide prospettive economiche nei limiti del 20 per cento del capitale sociale della partecipata e del 5% del capitale sociale della Fidi Toscana S.p.A., al fine di promuoverne e sostenere lo sviluppo e favorire il processo dimensionale, con lo scopo di cedere successivamente tali titoli a terzi, anche mediante l ingresso delle imprese emittenti nei mercati ufficiali dei capitali. Per l assunzione delle partecipazioni di minoranza e dei prestiti obbligazionari la Società utilizza le disponibilità prevenienti dal capitale sociale e dalle riserve, al netto di quanto impegnato per la concessione delle garanzie sussidiarie su operazioni di credito, e dall emissione di propri prestiti obbligazionari. L articolo 45 disciplinava le partecipazioni in altre società e prevedeva la società può 119

130 Pertanto, secondo la nuova normativa, è preclusa la possibilità di acquisire partecipazioni in società non finanziare. Tuttavia, si evidenzia che ancora oggi Fidi Toscana detiene partecipazioni in misura superiore al 20 per cento del capitale sociale in molte delle società partecipate che non hanno oggetto analogo al proprio, come rappresentato nella tabella riportata di seguito, e nel complesso il valore delle partecipazioni possedute ammonta a 7,7 milioni di euro. Non appaiono, quindi, definitivamente superate le criticità rilevate dalla Banca d'italia in merito alla legittimità della detenzione di partecipazioni in società non appartenenti al settore degli intermediari finanziari. assumere partecipazioni: in società finanziarie aventi un oggetto sociale analogo o affine al proprio, nonché costituite ali sensi dell art. 2 della l. 5 ottobre 1991, n. 317; in società costituite per la gestione di servizi loro attribuiti dalla Regione Toscana; in società di gestione di fondi comuni di investimento collettivo, di valore mobiliare, di tipo aperto o chiuso, e di tipo immobiliare; in società di gestione di fondi di previdenza complementare nonché in società di investimento a capitale variabile. 120

131 Tab. 11 Società partecipate di Fidi Toscana. (in euro) 1 Denominazione sociale Lapidei srl (in liquidazione) 2 Soc. Agricola Floramiata (concordato preventivo) 3 Copaim S.p.A Centrale del latte di FI.PT.LI Sviluppo industriale S.p.A. in liquidazione Grosseto sviluppo S.p.A. BIOFUND S.P.A. Gruppo Ceramiche Gambarelli S.p.A. Italian foof & lifestyle srl Pont Tech soc. cons. a r.l. 1 1 Royal Tuscany Fashion Group S.p.A Polo Navacchio S.p.A. Valdarno sviluppo in liquidazione Attività esercita dalla società Attività: commercio all'ingrosso materiali lapidei dal lavorazione graniti, marmi e pietre - commercio al dettaglio marmi, pietre e graniti Coltivazioni floricole e di piante ornamentali. Produzione di prodotti alimentari e loro commercializzazione dal 20/01/2002 lavorazione e conservazione di ortaggi produzione a base di pesce crostacei e molluschi Approvvigionamento del latte destinato totalmente al consumo, assicurandone la genuinità e qualità alimentari, sottoponendolo a trattamento che ne garantisca la salubrità, ecc. dal 27/8/1951 Promozione e sviluppo di iniziative imprenditoriali anche ai fini della salva-guardia dell'incremento dei livelli occupazionali nella provincia di Pistoia, dal La società ha lo scopo di promuovere e sostenere iniziative per il rilancio economico, industriale ed occupazionale della provincia di Grosseto. la società, per il conseguimento dello scopo sociale, effettuerà:- analisi della situazione esistente nella provincia di Grosseto dal punto divista delle attuali attività operative e delle prospettive nel breve, medio e lungo termine anche sulla base dei progetti e piani degli operatori presenti nella provincia di Grosseto e successivamente di quelli intenzionati a insediarvisi nel breve Assunzione di partecipazioni dirette ed indirette in imprese, società ed enti che svolgono attività di ricerca nel settore delle biotecnologie, della scienza della vita e di altre aree ad alto contenuto innovativo, l'effettuazione di prestiti partecipativi, nonché' il finanziamento ed il coordinamento tecnico, economico e finanziario degli stessi soggetti. la costituzione di imprese, società ed enti, il finanziamento ed il coordinamento tecnico, economico e finanziario degli stessi. Produzione di prodotti ceramici, per pavimenti e rivestimenti in genere, materiale da costruzione ed ogni altro prodotto ceramico interessante l'edilizia import export e commercio all'ingrosso di prodotti alimentari; import export e commercio all'ingrosso di accessori di arredamento per la tavola e accessori per alimenti. produzione di software non connesso all edizione gestione amministrativa, organizzazione e pianificazione per la produzione ed il confezionamento di abbigliamento.dal 01/09/2008 produzione di vendita all'ingrosso di articoli di abbigliamento lo svolgimento di attività rivolte a realizzare fini sociali ed a promuovere lo sviluppo economico e civile delle comunità locali ed in particolare: a) creare strumenti, programmi e servizi a supporto dell'innovazione per la piccola e media impresa operando nell'ambito dell'evoluzione e consolidamento del parco scientifico e tecnologico della toscana occidentale. i settori produttivi prioritari verso cui saranno sviluppate le attività della società sono legno, mobile, arredamento, microelettronica, informatica, biomedicale, energia ed ambiente b) assicurare lo sviluppo edilizio ed infrastrutturale del polo e la sua corretta gestione ampliando la propria base societaria e privilegiando il coinvolgimento dei soggetti privati; c)orientare le iniziative imprenditoriali le attività di servizio ed ogni altra attività della società secondo il principio di economia ed efficienza. i profitti che ne deriveranno non potranno essere ripartiti fra gli azionisti come utili e ne dovrà essere previsto il loro completo reinvestimento reso a garantire ulteriore qualificazione degli strumenti di supporto all'innovazione della piccola e media impresa promozione di iniziative per il rilancio economico della vallata e assistenza alle imprese in materia di finanziamenti nazionali e comunitari, nonché' assistenza per la creazione di nuove imprese Valore della partecipazione

132 Segue 1 4 Denominazione sociale Gestione Bacini S.p.A. Attività esercita dalla società costruzione, manutenzione e riparazione navale; 'assistenza tecnica navale, la riparazione di motori marini ed industriali; carpenteria, leggera e pesante, navale ed industriale; d) gestione tecnico-amministrativa dei contratti per conto terzi ("general contractor") nel campo navale ed industriale, il coordinamento, il monitoraggio e la verifica dei servizi affidati Valore della partecipazione Patto 2000 società 5 consortile a r.l. 1 6 Revet S.p.A. attività di consulenza imprenditoriale e altra consulenza amministrativo gestionale e di pianificazione aziendale 734,24 recupero e preparazione per il riciclaggio dei rifiuti solidi urbani, industriali e biomasse Finpas società di partecipazioni e servizi attività: finanziaria di partecipazione in altre società con esclusione di gestione e negoziazione di titoli mobiliari in società controllate e/o collegate, dal 25/6/ Volta S.p.A. costruzione impianti per la produzione di energia elettrica TI Forma scrl ricerca e sviluppo sperimentale nel campo delle scienze naturali e dell'ingegneria, dal (attività prevalente dal ) corsi di formazione professionali, dal 10/4/1995;consulenza amministrativo - gestionale e pianificazione aziendale,ricerca e sviluppo sperimentale nel campo delle scienze naturali e dell'ingegneria; ricerca e sviluppo sperimentale nel campo delle scienze sociali e umanistiche, dal 10/11/ Sici sgr S.p.A. Sviluppo imprese centro italia Protera srl in liquidazione Etruria srl in liquidazione Società per lo sviluppo delle attività delle aziende associate al consorzio chianti gestione dei fondi di investimento chiusi, dal 30/05/2005 la società opera nel settore della ricerca nelle scienze molecolari rilevanti per la salute, la vita e l ambiente ed allo scopo potrà, fra l altro:- effettuare studi, analisi e ricerche per la caratterizzazione di biomolecole/o la loro interazione con altre molecole quali ad esempio potenziali farmaci;- inventare, sviluppare e applicare metodologie di indagine molecolare basate precipuamente sulla risonanza magnetica nucleare e sul interazione radiazione elettromagnetica-materia. Inventare, sviluppare e applicare tecnologie informatiche per predire le strutture e le interazioni molecolari; inventare, sviluppare e applicare metodologie di espressione e produzione di biomolecole. la società ha per oggetto:- la produzione e il commercio sia all'ingrosso sia al dettaglio in tutte le forme dei seguenti prodotti:- penne stilografiche e a sfera di qualunque tipo e materiale; strumenti da scrittura e accessori per scrittoio non compresi nel capoverso precedente;- articoli da regalo in genere anche non collegati alla oggettistica da scrittoio;- prodotti di carta, cartone e di cancelleria in genere. l'acquisto, la vendita e l'affitto di aziende operanti nel settore analogo o affine al proprio. la società ha per oggetto tutte le attività di miglioramento qualitativo distributivo del vino doc "chianti", ponendosi come punto di incontro degli operatori di filiera interessati alla produzione di maggior pregio nell'ambito della denominazione. A tale fine la società potrà':-fornire assistenza tecnico amministrativa ai propri soci per la presentazione di richieste di garanzia su finanziamenti bancari a copertura dello stoccaggio del prodotto suddetto; 2 4 Fidi industria srl con socio unico in liquidazione la società e' costituita ai sensi della legge regionale 47/2011 per dare attuazione agli indirizzi di politica economica della regione toscana in materia di reindustrializzazione, riqualificazione, riconversione, recupero e valorizzazione di aree industriali dismesse situate in zone in grave crisi nel territorio regionale della toscana, tale da prospettare rilevanti problemi occupazionali e sociali. La società può svolgere attività di progettazione, realizzazione e gestione degli interventi sulle aree industriali individuate, comprensivi delle relative infrastrutture, funzionali all'insediamento o lo sviluppo di attività produttive. la società può acquistare direttamente le aree industriali oggetto di interesse e provvedere al loro successivo collocamento sul mercato ed effettuare tutte le attività strumentali e connesse per il perseguimento dell oggetto sociale. Fonte : Elaborazione Corte dei Conti su dati Camere di Commercio Registro delle Imprese ,

133 Fig. 13 Partecipazioni detenute da Fidi Toscana S.p.A. (percentuale calcolata sul valore del portafoglio di Fidi Toscana). Partecipazioni in altre società ; ; 2% lapidei srl; ; 3% Società Agricola Floramiata spa; ; 1% Copaim spa; ; 7% Sici spa; ; 21% Volta spa; ; 3% Centrale del Latte Di Firenze, Pistoia e Livorno; ; 40% Finpas; ; 2% Revet spa; ; 7% Polo Navacchio spa; ; 1% RoYal Tuscany Fashion ; ; 5% Biofund spa; ; 1% Gruppo Ceramiche Gambarelli; ; 5% Italian Food&lifestily ; ; 2% Fonte: elaborazione Corte dei Conti su dati Camere di Commercio Registro imprese. Dai dati di bilancio riportati di seguito risulta inoltre che alcune delle imprese partecipate da Fidi Toscana hanno accumulato perdite consistenti negli ultimi anni; perdite che, in caso di mantenimento di tali partecipazioni, potrebbero avere riflessi negativi sul bilancio della società. 123

134 Tab Andamento economico delle società partecipate da Fidi Toscana. (in euro) Denominazione sociale Quota posseduta Capitale sociale Partecipa zione al capitale sociale % Risultato di esercizio al 31/12/2012 Risultato di esercizio al 31/12/ Lapidei srl (fallimento dal 11/06/2004) ,29% ultimo bilancio presentato al 31/12/2003 Società Agricola Floramiata S.p.A. (in 2 concordato preventivo) ,47% Copaim S.p.A ,51% Centrale del Latte Di Firenze, Pistoia e 4 Livorno ,89% Sviluppo industriale S.P.A. in liquidazione ,43% Grosseto sviluppo S.p.A ,40% Biofund S.p.A ,42% Gruppo Ceramiche Gambarelli ,51% ItalianFood&lifestily ,53% Pontedera Tecnologia Pont-Tech ,66% RoYal Tuscany Fashion in liquidazione ,54% Polo Navacchio S.p.A ,01% Valdarno S.p.A. in liquidazione ,40% Gestione Bacini S.p.A ,56% Patto 2000 società consortile a r.l ,32% Revet S.p.A ,00% Finpas società di partecipazioni e servizi 17 srl ,22% Volta S.p.A ,33% Ti Forma scrl ,67% Sici SGR S.p.A ,00% Protera srl in liquidazione ,28% Etruria srl in liquidazione ,73% Società per lo sviluppo vino chianti ,00% Fidi industria srl con unico socio in 24 liquidazione ,00% Fonte: Elaborazione Corte dei Conti su dati Camere di Commercio Registro delle Imprese. In particolare, risultano preoccupanti gli andamenti economici di alcune delle società partecipate in cui Fidi Toscana detiene una influenza notevole, come si desume dalla tabella seguente. 124

135 Tab Risultato d'esercizio delle principali società partecipate da Fidi Toscana esercizi (in euro) Denominazione impresa A) Imprese controllate in via esclusiva A1 Fidi industria srl in liquidazione B) Imprese controllate in modo congiunto C) Imprese sottoposte ad influenza notevole Valore di bilancio Quota di partecipazione. Patrimonio netto al 31/12/2011 Risultato di esercizio al 31/12/ % 100% -732 Risultato di esercizio al 31/12/2010 C1 S.I.C.I. S.g.r. S.p.a % C2 Biofund S.p.A ,42% C3 Etruria srl 1 18,18% C4 Revet S.p.A ,00% C5 Progetto Chianti 1 20% C6 Centrale del Latte Firenze S.p.A ,89% C7 Grosseto sviluppo ,4% C9 Easy Green S.p.a 1 20% C10 Volta ,33% Fonte Elaborazione Corte dei Conti su dati Registro delle Imprese Camere di Commercio. Inoltre, con riguardo alle società Biofund S.p.A. e Grosseto Sviluppo S.p.A., è da rilevare che, ancorché possedute per una quota inferiore al 20 per cento, sussiste una influenza notevole da parte di Fidi Toscana, in base alle regole di governance delle stesse. Come si evince dai dati riportati di seguito, Fidi Toscana ha realizzato nel 2012 perdite per 2,35 milioni. L attività della società ha risentito particolarmente della congiuntura negativa, tanto che il numero delle garanzie prestate ha subito un drastico calo sia nel numero (-37 per cento) sia nei volumi (-55 per cento), e, di conseguenza, nelle commissioni attive sulle operazioni garantite. Tab Risultato di gestione Fidi Toscana ( ). (in euro) Utile d esercizio Perdita d esercizio Fonte: Elaborazione Corte dei Conti su dati Camere di Commercio Registro Imprese. Un ulteriore componente che ha influito in modo negativo sul risultato di esercizio di Fidi Toscana riguarda, come accennato in precedenza, l andamento delle società partecipate. Infatti, la voce 170 del conto economico riporta perdite complessive provenienti dalle partecipate per euro , come specificato nella tabella successiva. 125

136 Tab Composizione della voce 170 del Bilancio di Fidi Toscana Utili o perdite delle partecipazioni (Bilancio 2012). (in euro) Voci 31/12/ /12/ /12/2010 Oneri 2.3 Rettifiche di valore da deterioramento Fidi industria in liquidazione Biofound S.p.A Etruria srl Progetto Chianti srl Easy Green S.p.a Royal Tuscany S.p.A Risultato netto Fonte: Elaborazione Corte dei Conti su dati Camere di Commercio Registro delle Imprese. 126

137 CAPITOLO VIII I FONDI EUROPEI E IL FAS Sommario: 1. I programmi europei del ciclo Il grado di avanzamento finanziario complessivo Iniziative regionali di accelerazione relative al FESR ed al FSE Le riprogrammazioni dei fondi FESR, FSE e FEASR. 4. Il Fondo per le aree sottoutilizzate (FAS). 1. I programmi europei del ciclo Il grado di avanzamento finanziario complessivo Il presente capitolo ha ad oggetto le misure adottate per assicurare il tempestivo impiego delle risorse provenienti dal Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), dal Fondo sociale europeo (FSE) e dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo regionale (FEASR) 1 ; viene inoltre considerato il contributo nazionale alla coesione che si attua mediante il Fondo per le aree sottoutilizzate (FAS), oggi Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC) 2, le cui risorse sono programmate secondo una logica integrata con i fondi strutturali europei e con la medesima articolazione settennale. Il ciclo di programmazione si è appena concluso. La chiusura del periodo non coincide però con il completamento della spesa, che ha ancora due anni di tempo per essere eseguita. Le risorse messe in campo hanno dimensioni ingenti (3.413 milioni attivati in totale tra quota UE e quota nazionale) e rappresentano quindi una leva fondamentale per assicurare lo sviluppo del territorio e la coesione sociale, secondo logiche di partenariato e di addizionalità: da un lato, infatti, l approccio programmatico è concordato con la Commissione europea tenendo conto delle priorità strategiche indicate a livello europeo; dall altro, gli interventi devono essere co-finanziati con risorse dello Stato e della Regione, aggiuntive rispetto a quelle che tali soggetti avrebbero comunque investito sul territorio. 1 Azioni di carattere strutturale sono finanziate anche a valere sul Programma Transfrontaliero Italia- Francia Marittimo (per un importo complessivo di 162 milioni nel periodo , da suddividere tra le quattro regioni partecipanti al Programma: Toscana, Sardegna, Corsica e Liguria) e sul Fondo Europeo per la Pesca (per un importo complessivo di 12 milioni nel periodo ) che, pur figurando nella tabella generale delle risorse (tab. 1) non sono trattati nel testo del capitolo. Resta fuori dal raggio di esame anche il Fondo Europeo Agricolo di garanzia (FEAGA), che prevede azioni di sostegno dei redditi degli agricoltori, finanziate attraverso una programmazione annuale di origine integralmente europea (il cd. primo pilastro attuativo della Politica Agricola Comune). Il totale dei pagamenti del FEAGA nel periodo è pari a oltre milioni (di cui 195 milioni nel solo esercizio 2013). 2 V. l art. 4 del d.lgs. n. 88/

138 L attuazione degli interventi avviene mediante Programmi operativi regionali (Programma di attuazione regionale per il FAS-FSC) 3, che si inscrivono in una strategia nazionale unitaria, concordata con la Commissione europea. La programmazione dei fondi europei è parte integrante della programmazione regionale. Quest'ultima presenta un carattere doppiamente trasversale: in senso verticale, per l intersezione di una programmazione settennale, come quella europea , con la programmazione quinquennale del PRS ; in senso orizzontale, per il coinvolgimento di più politiche e più strutture regionali. Il PRS indica come imprescindibile l esigenza di continuare a perseguire l integrazione e la complementarietà dei fondi strutturali, anche attraverso specifiche e continuative attività di coordinamento tra le diverse strutture amministrative preposte alle politiche settoriali in fase di programmazione, implementazione e valutazione. In questa prospettiva, nel 2012 è stata costituita, presso la Presidenza della Regione, una cabina di regia in materia di politiche di coesione 4, per coordinare la programmazione della spesa e monitorarne l andamento. L erogazione dei contributi pubblici è attivata dalle domande di rimborso (intermedie e finale) che l Autorità di certificazione regionale fa pervenire alla Commissione ed all amministrazione nazionale circa le spese effettivamente sostenute e ammissibili. I flussi finanziari dall Europa sono regolati da un meccanismo di disimpegno automatico, che prevede la perdita delle risorse non utilizzate nei due anni successivi all impegno (regola cd. dell n+2 ), sia per la quota europea, sia per la quota statale di co-finanziamento (quest ultima segue, infatti, le medesime regole europee). L assorbimento delle risorse al 31 dicembre 2013 è il seguente: 3 Le politiche di sostegno allo sviluppo finanziate dal FESR trovano attuazione attraverso il programma operativo regionale POR CReO (Competitività regionale e Occupazione) FESR , che promuove, attraverso aiuti alle imprese e investimenti infrastrutturali, la competitività del sistema Toscana e la crescita dell economia e dei posti di lavoro, entro un quadro di sostenibilità ambientale. Le politiche per l'occupazione finanziate dal FSE trovano invece attuazione nel POR CRO FSE , che finanzia interventi in tema di istruzione, formazione, lavoro, inclusione sociale, ricerca, mobilità internazionale di studenti e lavoratori. Gli interventi del FEASR si svolgono nel quadro del Programma di Sviluppo Rurale della Regione Toscana. 4 V. decisione G.R. 27 febbraio 2012, n

139 Tab. 1- Avanzamento finanziario complessivo da aggiornare al (in milioni) Programma Piano finanziario Impegni Impegni (%) Pagamenti Pagamenti(%) Risorse certificate Risorse certificate (%) Target n Scostamento dal target n Scostamento dal target n (%) POR CReO FESR 1.023, ,7 117,2 701,0 68,53 645,12 63,06 578,9 66,2 11,4 PAR FAS (*) 686,3 545,0 80,0 216,8 30,00 141,0 20,0 POR CRO FSE 659,6 603,0 91,4 470,8 71,4 421,6 63,9 393,1 28,4 7,2 Piano di sviluppo rurale FEASR 870,5 801,1 92,0 561,5 64,5 561,5 64, ,9 3,1 Fondo Europeo Pesca FEP 11,9 8,0 67,6 6,0 50,6 6,0 50,6 6,0 0 0 PO Transfrontaliero IT-FR Marittimo (**) 162,0 159,6 98,5 94,4 58,2 94,4 58,2 92,9 1,5 1,6 TOTALE 3.413, ,40 97, ,50 60, ,62 54,77 Fonte: Regione Toscana D.G. Presidenza. (*) Il Programma del FAS non è assoggettato agli stessi obblighi temporali di rendicontazione dei Fondi europei. (**) Anche il Programma Operativo Transfrontaliero Italia-Francia Marittimo è finanziato con il FESR 129

140 Come risulta dalla tabella, i target europei sono stati raggiunti per i programmi considerati, scongiurando il rischio di perdita di risorse per il mancato utilizzo dei fondi. Questo risultato è il frutto di iniziative, sia di accelerazione sia di riprogrammazione delle risorse, volte a intensificare la dinamica di attuazione della spesa; tali iniziative, assunte specialmente nel biennio , sono descritte, rispettivamente, nel Riquadro 1 per il livello nazionale e nei paragrafi successivi per il livello regionale. Riquadro 1 - Iniziative nazionali di accelerazione e rimodulazione dei programmi europei Con la delibera CIPE n. 1 dell 11 gennaio 2011 sono stati stabiliti indirizzi ed orientamenti per la riprogrammazione degli interventi cofinanziati dai Fondi strutturali 2007/2013 e dal FAS, finalizzati ad evitare l applicazione del disimpegno automatico, nonché ad adeguare la programmazione alle sopravvenute modifiche del contesto socio-economico. I meccanismi di accelerazione dell attuazione dei programmi operativi adottati in esecuzione della predetta delibera CIPE 1 hanno promosso un percorso serrato di verifica dell avanzamento della spesa, affiancando alla scadenza comunitaria di fine anno due ulteriori obiettivi intermedi (target) per l assunzione di impegni e la certificazione della spesa (il 31 maggio e il 31 ottobre), e rendendo progressivamente più ambizioso il valore percentuale dell obiettivo di spesa atteso, al di là della soglia minima necessaria per il rispetto della regola del disimpegno automatico. Inoltre, con il Piano di Azione per la Coesione (sottoscritto a novembre 2011 tra il Ministro per la coesione territoriale e la Commissione europea) si è proceduto ad una rimodulazione (in più fasi) della programmazione cofinanziata dai fondi strutturali, che ha scongiurato la perdita di risorse causata dai ritardi attuativi. Determinante, per conseguire tale risultato, è stata la riduzione della quota di cofinanziamento nazionale, rimanendo invariata in valore assoluto la quota europea, che ha assunto pertanto un peso percentuale maggiore. Con tale riduzione (consentita dal fatto che il livello medio del cofinanziamento nazionale era in Italia più elevato rispetto a quello fissato dai regolamenti comunitari), si è ridotto l ammontare delle risorse da certificare alla Commissione, fermo restando l importo di risorse europee concesso e rimborsabile, e si è allentata la pressione temporale sulla spesa. La quota di risorse nazionali così liberata è stata trasferita al di fuori dei programmi attuativi dei fondi strutturali 2, rimanendo però vincolata al finanziamento degli interventi del Piano di Azione per la Coesione, secondo un principio di territorialità. 1 V. le decisioni del Comitato nazionale per il coordinamento e la sorveglianza della politica regionale unitaria del 30 marzo 2011; del 27 febbraio 2012 e del 18 aprile In pratica, in accordo con la Commissione europea, l importo del cofinanziamento europeo dei programmi operativi in ritardo di attuazione (e quindi a rischio disimpegno) resta invariato in valore assoluto, ma assume un peso percentuale maggiore (dal 50 al 75 per cento), mentre si riduce la quota percentuale di risorse di cofinanziamento nazionale. Le risorse nazionali che si rendono disponibili vengono utilizzate per gli obiettivi prioritari del Piano di Azione. Tale principio è stato anche inserito nell art. 23, c.4 della legge di stabilità per il 2012, che prevede che il Fondo di rotazione per l attuazione delle politiche comunitarie di cui all art. 5 della l. n. 183/1987 possa destinare le risorse finanziarie derivanti da un eventuale riduzione del tasso di cofinanziamento nazionale dei fondi strutturali alla realizzazione di interventi di sviluppo socio-economico concordati tra lo Stato italiano e la Commissione europea nell ambito della revisione dei programmi stessi. La prima programmazione (dicembre 2011) ha concentrato le risorse rese disponibili su quattro obiettivi prioritari (agenda digitale, istruzione, credito d imposta per i lavoratori svantaggiati, reti ferroviarie) riguardato principalmente le regioni convergenza ; altre Regioni (Abruzzo, Molise, Basilicata, Sardegna) vi hanno aderito volontariamente. La seconda riprogrammazione (maggio 2012) ha riguardato i programmi nazionali o interregionali, in parte riprogrammati in parte assegnati al Piano di azione a favore della cura per l infanzia e per gli anziani non autosufficienti, dei giovani, della competitività e innovazione delle imprese e delle aree di attrazione culturale. La terza riprogrammazione 130

141 Accanto al meccanismo della riduzione della quota di cofinanziamento nazionale, è stata anche operata una revisione interna dei programmi maggiormente in ritardo per spostare le risorse europee sui progetti più performanti (cioè in grado di assorbire più risorse) o più facilmente cantierabili. La Toscana ha deciso di non aderire al Piano, attivando invece sue proprie iniziative di rimodulazione degli interventi. 2. Iniziative regionali di accelerazione relative al FESR ed al FSE La Regione Toscana ha fatto seguito alle appena descritte iniziative nazionali in materia di accelerazione con l adozione di tre atti specifici: le delibere G.R. nn. 704/2011 e 696/2012 per il FESR, la delibera G.R. n. 1005/2011 per il FSE. Al pari delle iniziative nazionali, le tre delibere sono volte ad accelerare la realizzazione degli interventi attraverso la definizione cogente di obiettivi temporali intermedi per l allocazione delle risorse, l assunzione degli impegni e l esecuzione dei pagamenti. Per quanto riguarda il FESR, la delibera n. 704/2011, preso atto che, per raggiungere il target di spesa del programma nel 2012, occorreva certificare alla Commissione europea un valore di spesa quasi triplo rispetto a quello dell anno precedente, ha stabilito che dovesse essere garantita, dagli uffici titolari dei programmi, l allocazione completa delle risorse programmate nel piano finanziario entro e non oltre il 31 marzo 2012 per gli interventi in infrastrutture; entro e non oltre il 30 maggio 2012 per gli interventi in regime di aiuto e/o servizi, individuando contestualmente entro tali termini i beneficiari dei contributi. Per entrambe le tipologie di intervento è previsto che la rendicontazione della spesa avvenga al massimo entro il 30 giugno Il mancato rispetto dei predetti termini prescrittivi (anticipati rispetto al calendario stabilito a livello nazionale, per poter disporre di più tempo per la realizzazione degli investimenti) può determinare la revoca del finanziamento ed il rifinanziamento di interventi più efficienti o con scorrimento più lungo. La successiva delibera G.R. n. 696/2012 è stata adottata per porre rimedio alla lentezza delle procedure di liquidazione gestite da ARTEA (causate da limiti operativi e di piattaforma informativa). La Regione si è proposta di intensificare i flussi di pagamento ai beneficiari dando indicazioni procedurali che hanno avuto ad (dicembre 2012) ha riguardato Calabria, Campania, Puglia, Sicilia, Friuli Venezia Giulia, Sardegna e Valle d Aosta) ed ha riprogrammato risorse in favore di misure anticicliche, per la salvaguardia di progetti avviati (principalmente grandi progetti ) e per nuove azioni regionali. Un ulteriore riprogrammazione ha avuto luogo nel 2013, articolata in due fasi (a giugno e a dicembre). Il Piano di Azione Coesione ha determinato, fino al 2012, una rimodulazione delle risorse per complessivi 12,1 miliardi, di cui 9,9 miliardi derivanti dalla riduzione della quota di co-finanziamento nazionale. Le risorse riprogrammate nel 2013 hanno invece superato i 7 miliardi. 3 Fanno eccezione le Linee di intervento 1.3 b) c) e) (aiuti per l acquisizione di servizi qualificati per PMI), tenuto conto della dimensione degli investimenti e della periodicità dei bandi. 131

142 oggetto in particolare: la riduzione dei tempi intercorrenti tra il momento della presentazione della documentazione contabile per la richiesta del contributo e l avvio delle attività di controllo propedeutiche alla liquidazione ai beneficiari 4 ; la presentazione di garanzie fidejussorie da parte dei beneficiari per la liquidazione anticipata di somme corrispondenti alle spese la cui documentazione fosse giacente presso ARTEA, ma non ancora verificata e controllata; le modalità dei controlli (nel senso di prevedere, in presenza di picchi temporanei di rendicontazione, la possibilità di liquidare i beneficiari sulla base di controlli a campione). A tali indirizzi si è accompagnato nel 2013 un Piano di azione che ha accentrato le attività di monitoraggio presso l'autorità di gestione regionale, al fine di identificare tempestivamente le criticità attuative, con particolare riferimento ai progetti infrastrutturali (tra cui alcuni grandi progetti di importo superiore a 50 milioni). Ai fini del monitoraggio, sono stati fissati termini perentori di rendicontazione a fronte degli stati di avanzamento e sono stati ridefiniti i cronoprogrammi di attuazione degli interventi: misure che hanno prodotto, come si vedrà, una sensibile accelerazione della rendicontazione nella seconda metà del L'azione di monitoraggio si è poi estesa anche ai regimi di aiuto alle imprese, settore in cui le criticità sono legate alla diminuita propensione agli investimenti provocata dalla crisi e dagli scarsi margini di liquidità dei beneficiari (si è innalzato infatti il tasso di mortalità dei progetti per rinuncia dei beneficiari o per il mancato avvio dei lavori). Anche sul versante del FSE, la Giunta regionale ha adottato nel novembre 2011 una delibera di accelerazione, la n. 1005/2011, con cui sono stati forniti, agli Organismi incaricati della gestione operativa degli interventi, indirizzi per garantire il rispetto degli impegni finanziari del Programma. In sintesi, la cadenza temporale è la seguente (salvo che per gli ammortizzatori sociali in deroga, che sono soggetti a separato monitoraggio): - impegno dell intera annualità 2012 entro il 31 maggio 2012; - impegno di almeno il 70 per cento dell annualità 2013 entro il 31 dicembre 2012; - impegno del restante 30 per cento dell'annualità 2013 entro il 31 maggio 2013; - spesa pari almeno al 39 per cento della dotazione totale del POR entro 31 marzo 2012 e pari almeno al 42 per cento entro il 30 giugno L avvio dei controlli finalizzati al rimborso deve avvenire obbligatoriamente quando sia stata depositata documentazione di spesa pari almeno al 20 per cento del costo totale ammesso a cofinanziamento. 132

143 E stato inoltre fissata al 30 giugno 2015 la conclusione di tutte le operazioni di sovvenzione. Anche in questo caso, il mancato rispetto dei tempi di impegno e di spesa è sanzionato con la revoca del finanziamento e la destinazione delle risorse ad altri interventi che dimostrino di essere più performanti in termini di capacità di assorbimento. 3. Le riprogrammazioni dei fondi FESR, FSE e FEASR Per quanto riguarda il POR FESR, a partire dal 2008 sono state effettuate 6 rimodulazioni dei contenuti del Programma (sottoposte alla Commissione europea e da questa approvate), nonché 20 modifiche minori (che non hanno richiesto invece l approvazione della Commissione). Dopo il 2010, tali modifiche hanno avuto la finalità di rendere coerente l allocazione delle risorse con le priorità del nuovo PRS e di allineare la programmazione regionale alla Strategia Europa 2020 (adottata dalla Commissione europea nel marzo del 2010); le constatate difficoltà attuative hanno inoltre indotto a effettuare spostamenti di risorse sulle linee più efficienti in termini di capacità di spesa. Ai sensi della decisione G.R. 28 dicembre 2010, n. 2, le rimodulazioni devono rispettare i seguenti criteri: constatazione di ritardi nell attuazione dei grandi progetti infrastrutturali; opportunità di spostare risorse sulle linee di intervento a più forte assorbimento rispetto ad altre dal tiraggio più modesto; massimo sostegno alle politiche di sviluppo attuate mediante incentivi agli investimenti per le imprese 5. Nel 2013 si è proceduto ad una revisione contabile del piano finanziario del POR FESR, consistente nella rimodulazione delle risorse fra alcuni assi prioritari, e nella fuoriuscita della quota di cofinanziamento degli "altri enti pubblici" (enti locali, organismi di diritto pubblico) che, unitamente alle risorse dello Stato e della Regione, componevano la quota del "finanziamento nazionale pubblico" nell'ambito degli assi prioritari 2, 4 e 5 (interventi infrastrutturali). Tale fuoriuscita ha effetto solo sull ammontare finanziario oggetto di certificazione (facendo transitare alcune risorse al di fuori della rendicontazione e dunque sottraendole alla scadenze 5 Nel 2012 sono state effettuate modifiche del piano finanziario del Programma anche per la realizzazione di interventi di messa in sicurezza del territorio nelle aree della Toscana colpite da eventi atmosferici e alluvionali. 133

144 dell n+2 ), ma ha lasciato inalterato il volume effettivo dell'investimento e l addizionalità del finanziamento 6. I dati comparativi sull assorbimento dei fondi FESR fino al febbraio 2014, disponibili a livello europeo sul sito della Commissione, indicano per l Italia una media generale nazionale del 51,9 per cento del totale di spesa programmato, a fronte di una media europea del 66,29 per cento. I dati relativi alle sole regioni obiettivo competitività 7 sono più confortanti, dal momento che mostrano un assorbimento medio del 64,7 per cento. Con solo il 48,1 per cento di somme certificate, rispetto al totale degli stanziamenti, le regioni obiettivo convergenza 8 e i Programmi operativi nazionali registrano invece una capacità di assorbimento delle risorse nettamente inferiore. Come indicato nella tabella che segue, a fine dicembre 2013 la Toscana ha raggiunto un livello di spesa pari al 68,53 per cento, avendo effettuato pagamenti pari a 701 milioni di spesa su un totale di milioni allocati nel POR Creo FESR (compresa la quota di cofinanziamento nazionale). Il conseguimento del predetto obiettivo di spesa (che ha consentito di certificare risorse largamente superiori al target n+2 europeo a fine 2013) appare tanto più notevole quando lo si compari con la percentuale di risorse pagate a fine ottobre 2013, che era di appena il 52,2 per cento. I dati relativi al grado di raggiungimento dei target finanziari al 31 dicembre 2013 possono essere scomposti per assi (o priorità di finanziamento), come segue: 6 L operazione si differenzia da quella attuata a livello nazionale con il Piano di Azione coesione in quanto quest'ultimo ha rimodulato il peso relativo delle quote tra Stato ed Europa, operando una riduzione della quota nazionale, e quindi dell'importo complessivo dell'investimento. 7 Le regioni dell obiettivo competitività sono: Toscana, Emilia-Romagna, Provincia di Bolzano, Piemonte, Valle d Aosta, Lombardia, Friuli, Sardegna, Provincia di Trento, Liguria, Abruzzo, Umbria, Veneto, Marche, Lazio, Molise. Il totale delle risorse allocate a tali regioni ammonta a 7,637 miliardi. 8 Le regioni dell obiettivo convergenza (regioni svantaggiate o in ritardo di sviluppo) sono: Basilicata, Puglia, Sicilia, Calabria, Campania. I Programmi operativi nazionali sono sei: PON Governance, PON Sicurezza, PON Energia, PON Scuola, PON Attrattori e PON Mobilità. Il totale delle risorse allocate ammonta a 25,734 miliardi. 134

145 Tab. 2 - Avanzamento finanziario del POR CreO FESR. (in milioni) Asse Asse 1. R&STT, innovazione e imprenditorialità Programmato n. Impegni Pagamenti B/A (%) C/A (%) progetti A B C 490, ,0 383,8 104,92 78,18 Asse 2. Sostenibilità ambientale 102, ,4 66,8 121,98 65,53 Asse 3. Competitività e sostenibilità sistema energetico Asse 4. Accessibilità servizi di trasporto e TLC Asse 5.Valorizzazione risorse endogene per lo sviluppo territoriale sostenibile 45, ,9 15,3 79,00 33,79 179, ,2 105,6 154,69 58,75 166, ,8 116,3 134,66 69,70 Asse 6. Assistenza Tecnica 37, ,1 12,9 53,22 34,37 TOTALE 1.023, ,7 701,0 117,16 68,53 Fonte: Regione Toscana Autorità di gestione del POR CreO FESR. L analisi dello stato di avanzamento fa emergere un quadro positivo in termini di capacità d impegno e di efficienza realizzativa. Al risultato totale hanno contribuito in modo diverso i singoli Assi. La tabella mostra un più forte tiraggio degli Assi 1, 2 e 5, ed una performance nettamente inferiore dell Asse 3 (che, per questa ragione, è stato parzialmente deprogrammato nel 2012, con lo spostamento di 8 milioni sull Asse 2). In termini di realizzazioni, i dati attestano un numero notevole di progetti: sono stati finanziati oltre progetti di ricerca e sviluppo, innovazione e imprenditorialità (fra questi, figurano gli strumenti di ingegneria finanziaria sui quali v., in questa relazione, il par. 5 del capitolo dedicato alla strategia economica); 220 progetti di sostenibilità ambientale; 146 progetti di promozione dell efficienza energetica; 39 progetti per l accessibilità dei servizi di trasporto e telecomunicazioni; 203 progetti di sviluppo territoriale. Fra questi ultimi meritano di essere segnalati, in particolare, i Piani Integrati di Sviluppo urbano sostenibile (PIUSS), che costituiscono un insieme coordinato di interventi, pubblici e privati, per il recupero e la riqualificazione degli ambienti urbani a maggiore densità abitativa e produttiva, caratterizzati da mutamenti demografici importanti (invecchiamento della popolazione, immigrazione), o colpiti da fenomeni di degrado e di marginalità sociale. Dei 12 PIUSS finanziati, due sono stati dichiarati decaduti. I 10 attualmente operativi hanno attivato nel complesso risorse per 309 milioni, di cui 123,5 a valere sul FESR. Essi hanno finanziato progetti di infrastrutture per lo sviluppo economico (centri servizi alle imprese); infrastrutture per il turismo e centri commerciali naturali; strutture per la tutela dei diritti di cittadinanza sociale; asili-nido e strutture per servizi integrativi per la prima infanzia; progetti di valorizzazione del 135

146 patrimonio culturale e dei contesti urbani funzionali alla fruizione di un turismo sostenibile. Le due decadenze sono avvenute per il mancato avvio degli interventi nei tempi previsti. V è da dire in proposito che la velocità di spesa per investimenti, allorché sia prevista una quota di contributo degli enti locali al finanziamento (com è il caso per i Comuni nei PIUSS), risente necessariamente dell impatto dei vincoli del Patto di stabilità sui flussi di cassa. La Regione è intervenuta già dal 2011, da un lato regolando la concessione di eventuali proroghe dei termini nei casi in cui l impossibilità di avviare i lavori derivi dai vincoli di Patto, e dall altro prevedendo l erogazione di anticipi di cassa sul contributo pubblico, ove si palesino difficoltà, in sede di attuazione, a dar seguito ai pagamenti dei SAL in ragione dei predetti vincoli 9. I limiti di spesa determinati dal Patto di stabilità si scontrano anche con il prevedibile addensamento degli sforzi attuativi, e dunque dei pagamenti, all approssimarsi dell ultima fase del ciclo di programmazione. Vengono in rilievo, a tale proposito, le disposizioni nazionali che hanno opportunamente previsto nel 2011, e poi ampliato nel 2013, la possibilità di scomputare dai conteggi del Patto una parte del co-finanziamento nazionale 10. Criticità attuative si sono registrate a carico di alcuni progetti di mobilità (Asse IV del POR): l intervento relativo alla realizzazione di servizi su vie navigabili interne regionali è stato deprogrammato nel 2011; il progetto delle linee 2 e 3.1 della tramvia fiorentina (con un importo di oltre 54 milioni, di cui 36,6 di cofinanziamento europeo), dapprima sospeso per una variante del tracciato e per il fallimento dell impresa aggiudicataria dei lavori, è stato salvato grazie ad una proroga negoziata con la Commissione europea nel 2013, che ha spostato di più di tre anni il termine per la rendicontazione, dal 31 dicembre 2015 al 31 marzo Proseguono invece i lavori relativi all altro grande progetto infrastrutturale nel settore dei trasporti: il collegamento tra l aeroporto e la stazione ferroviaria di Pisa 9 V. la delibera G.R. 21 novembre 2011, n. 1007, che ha integrato il Disciplinare Modalità di Attuazione dei PIUSS, e la delibera G.R. n. 326 del 6 maggio 2013 Indirizzi per l erogazione di anticipi in presenza vincoli Patto di stabilità. La deroga ai termini di aggiudicazione delle gare di appalto è stata ritenuta giustificata, ad esempio, per il PIUSS Da via Regia a Viareggio (v. delibera G.R. n. 624 del 16 luglio 2012). 10 V. art. 32, c. 4, lett. n-bis) della l. 183/2011, come modificato dal d.l. n. 35/2013, convertito dalla l. n. 64/ È stata anche prevista un ulteriore estensione della rete verso Campi Bisenzio, Sesto Fiorentino e Bagno a Ripoli. Il 14 maggio 2014 sono state consegnate dal Comune di Firenze alla concessionaria le aree per la realizzazione delle opere. È stata costituita una Cabina di regia tra Regione e Comune di Firenze per monitorare l avanzamento dei cantieri. 136

147 (People Mover), che ha ormai superato l ulteriore esame da parte della Commissione, a seguito della Sentenza Lipsia-Halle emessa dalla Corte di giustizia in materia di aiuti di Stato 12. L importo dell investimento è di 69 milioni. L inizio delle attività sulle aree di cantiere è avvenuto il 24 maggio La conclusione dei lavori è prevista per la fine del La problematica degli aiuti di Stato ha interessato anche il progetto relativo ai raccordi ferroviari del Nodo intermodale di Livorno (per un investimento complessivo di circa 40 milioni), per i quali è prossima la consegna dei cantieri 13. Anche il POR FSE è stato interessato da un processo di riprogrammazione, ancorché meno importante. Una prima modifica del piano finanziario è avvenuta a seguito dell accordo Stato-Regioni del febbraio 2009 che ha previsto l utilizzo, a fronte di interventi di politica attiva del lavoro, di una parte delle risorse del FSE per il finanziamento della cassa integrazione straordinaria in deroga (cd. Programma anticrisi ). Considerato che l'intesa Stato-Regioni del 20 aprile 2011 ha prorogato fino al 31 dicembre 2012 l'attuazione degli impegni derivanti dal citato accordo del 12 febbraio 2009, nel febbraio 2011 è stata effettuata una seconda rimodulazione per far fronte alle esigenze del Programma anticrisi, e per aumentare la dotazione finanziaria dell Asse dedicato all Assistenza tecnica. Infine è stata effettuata un ulteriore riprogrammazione delle risorse al fine di contribuire al sostegno dei territori e della popolazione colpita dagli eventi sismici di maggio 2012, rafforzando gli interventi di ristoro dei danni subiti dal sistema economico e produttivo e le iniziative di sviluppo nelle aree delle Regioni Emilia Romagna, Lombardia e Veneto: a tal fine l Asse V Transnazionalità ha visto ridotta la propria dotazione finanziaria di circa 5 milioni, passando da 26,5 milioni a 21,3. Tale modifica ha impatto sulla sola annualità Un ulteriore riduzione, per un importo di 1,7 milioni, ha riguardato il medesimo Asse, a favore dell Asse II-Occupabilità. La programmazione finanziaria del POR FSE è stata interessata, nell annualità 2013, anche dalla riduzione del finanziamento dell Asse I-Adattabilità (per 0,350 milioni) e dell Asse IV Capitale umano (per quasi 9 milioni), in favore 12 La sentenza (del 19 dicembre 2012 in causa C-288/11 P) ha stabilito che non solo la gestione, ma anche la costruzione delle infrastrutture aeroportuali debba considerarsi attività economica, e debba pertanto essere assoggettata alla disciplina di notifica alla Commissione europea per la valutazione di compatibilità dell aiuto di Stato con il mercato unico. 13 L intervento comprende, in particolare: il collegamento diretto della Darsena Toscana alla Direttrice Tirrenica lato nord; la nuova stazione sulla Darsena Toscana; l ulteriore binario di collegamento fra Livorno Calambrone e Livorno Porto Nuovo/Darsena. Il cronoprogramma aggiornato prevede la conclusione dei lavori a novembre 2015 e la messa in servizio e l attivazione dell esercizio ferroviario a dicembre

148 dell Asse II Occupabilità, che finanzia azioni per il sostegno alla qualificazione e all inserimento occupazionale dei giovani. La tabella seguente mostra l avanzamento finanziario complessivo del POR al 31 dicembre 2013: Tab. 3 - Avanzamento finanziario POR CRO FSE. (in milioni) ASSE Piano finanziario Impegni Pagamenti Indicatori (%) A B C B/A C/A Asse 1 - Adattabilità 112,1 109,6 94,0 97,8% 83,9% Asse 2- Occupabilità 301,7 267,9 212,4 88,8% 70,4% Asse 3 Inclusione sociale 39,7 39,1 26,8 98,5% 67,6% Asse 4 Capitale umano 163,2 149,9 108,6 91,9% 66,5% Asse 5 Transnazionalità e interregionalità 19,7 17,9 13,1 91,1% 66,5% Asse 6 Assistenza tecnica 23,3 18,7 15,9 80,5% 68,3% TOTALE 659,6 603,0 470,8 91,4% 71,4% Fonte: Regione Toscana D.G. Presidenza. Fra le realizzazioni del POR FSE si segnalano: - per l Asse I-Adattabilità, le azioni rivolte alla formazione continua degli occupati con particolare difficoltà di permanenza nel mercato del lavoro, lavoratori colpiti da crisi aziendali; precari e con contratti di lavoro atipici; - per l Asse II Occupabilità, le azioni rivolte all integrazione degli immigrati nel mercato del lavoro, all invecchiamento attivo, al lavoro autonomo e all avvio di imprese, in particolare giovanili. In relazione alla posizione sul mercato del lavoro dei destinatari dei progetti avviati, la percentuale di disoccupati è pari al 50%, mentre gli occupati sono il 33,7%, tra cui i cassaintegrati in deroga coinvolti in interventi anticrisi; - per l Asse III Inclusione sociale, i progetti dedicati alla formazione finalizzata al reinserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati, che rappresentano oltre la metà dei progetti avviati; - per l asse IV Capitale umano, i progetti di formazione a distanza, di apprendimento permanente per l inserimento e il reinserimento lavorativo di soggetti diplomati, le attività rivolte a finanziare percorsi post-laurea, anche all estero, per favorire l accrescimento delle competenze nei settori dell innovazione e della ricerca, sostenere l inserimento lavorativo in tali settori e rafforzare la competitività del sistema produttivo locale; - per l asse V-Transnazionalità e interregionalità, i progetti di incentivo per favorire la mobilità geografica per il lavoro. 138

149 Merita poi di essere citato il Progetto Giovanisì, che promuove l emancipazione dei giovani dalle famiglie d origine (mediante il contributo ai canoni di locazione e all acquisto prima casa), l inserimento nel mondo del lavoro, la facilitazione all attività imprenditoriale, il sostegno ai tirocini all estero. Il valore complessivo del Progetto è pari a 415 milioni (di cui 72 milioni di contributi FSE). Esso è stato ritenuto dalla Commissione europea particolarmente coerente con le raccomandazioni del Consiglio dell Unione europea del 22 aprile 2013 sull istituzione di una Garanzia per i giovani, che si propone di ridurre la disoccupazione dei giovani, prioritariamente quelli al di sotto dei 25 anni, che siano anche al di fuori di ogni ciclo di istruzione e formazione 14. I dati di spesa ufficiali relativi al POR FESR e FSE per l intero periodo di programmazione , aggiornati al gennaio 2014 (Tab. 1 e grafico 1), evidenziano l importante effetto d impulso determinato dalle descritte iniziative di accelerazione e riprogrammazione. Tab. 4 - Valori della spesa certificata (al ). Data spesa certificata POR CREO FSE POR CREO FESR Fonte: MISE / DPS. La figura di seguito riportato rende evidente, sia per il FESR che per il FSE, la forte accelerazione della spesa certificata a partire dal maggio Il Progetto è stato pertanto confermato anche per il prossimo biennio (con un budget di 65 milioni), continuando peraltro a rivolgersi anche ad una fascia di età più ampia di quella prevista a livello europeo (fino a 40 anni per il Fare impresa) e ad offrire opportunità non presenti nella Garanzia giovani europea (come i bandi casa). 139

150 Fig. 1 Andamento dei valori della spesa certificata (al ) POR CREO FSE POR CREO FESR Fonte: MISE / DPS. Anche il Programma di sviluppo rurale, finanziato dal FEASR, è stato caratterizzato da un processo di revisione in attuazione dei nuovi indirizzi politici dettati dalla già citata decisione n. 2/2010. Tre successive delibere di Giunta (nn. 259/2011, 888/2011 e 78/2011) hanno modificato il piano finanziario del Programma nel senso di incrementare gli stanziamenti relativi agli interventi di sostegno all imprenditoria giovanile in agricoltura, ai Progetti integrati di filiera 15, agli interventi forestali, in particolar modo per ciò che concerne la prevenzione dei disastri naturali e la protezione pubblica dalle calamità (in quest ultimo caso mediante la costituzione di un Fondo di riserva). Parallelamente, sono stati ridotti gli stanziamenti per interventi infrastrutturali, che avevano incontrato difficoltà di realizzazione collegate alla lentezza delle procedure di esproprio ed ai ritardi di affidamento dei lavori. Nel corso del 2012 è stata approvata dalla Commissione europea una ulteriore proposta di modifica del piano finanziario del Programma di sviluppo rurale (delibera G.R. n. 657 del 23 luglio 2012). La modifica ha previsto una rimodulazione delle risorse fra gli Assi e una decurtazione di risorse a favore dei Piani di sviluppo rurale delle Regioni Emilia-Romagna ed Abruzzo a seguito della decisione della Conferenza Stato-Regioni di aiutare i territori colpiti dal terremoto del maggio L avanzamento finanziario al è il seguente: 15 Si tratta di uno strumento di particolare rilievo nell ambito del Programma, per dimensioni e carattere strategico; i PIF finanziano progetti che puntano alla creazione di filiere agro-alimentari competitive sui mercati nazionali e internazionali. 140

151 Tab. 5 Avanzamento finanziario del Programma di sviluppo rurale (FEASR). (in milioni) ASSE Asse 1 - Competitività del settore agricolo e forestale Piano finanziario Impegni Pagamenti (B)/(A) (C)/(A) (A) (B) (C) % % 386,1 361,5 258,8 94% 67% Asse 2 - Valorizzare l ambiente 349,0 334,0 229,8 96% 66% Asse 3 Diversificazione dell economia rurale Asse 4 - Approccio Leader (migliorare la qualità di vita nelle zone rurali) 57,6 45,1 35,3 78% 61% 70,1 58,0 35,8 83% 51% Asse 5 Assistenza tecnica 7,7 2,5 1,8 32% 24% TOTALE 870,5 801,1 561,5 92% 64% Fonte: Regione Toscana D.G. Presidenza. Il livello minimo di spesa richiesto per evitare il disimpegno automatico nell annualità 2013 era pari a 544,6 milioni. Poiché ai fini del FEASR non vi è distinzione tra pagato e certificato, anche in questo caso il target di spesa risulta raggiunto. 4. Il Fondo per le Aree sottoutilizzate (FAS) Il Fondo per le Aree sottoutilizzate (FAS), oggi Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC) è lo strumento attraverso il quale lo Stato finanzia, con interventi aggiuntivi a carico del bilancio nazionale, la politica di coesione. Come già sottolineato, la programmazione regionale FAS avviene in modo integrato con la programmazione europea, nell'ambito di un Documento Unitario di Programmazione che definisce la strategia unica di utilizzo delle fonti di finanziamento strutturali, sia europee che nazionali. Diverse linee d intervento della programmazione FAS-FSC e del POR FESR sono impostate in una logica di omogeneità (esistono ad esempio criteri di selezione analoghi per l'accesso ai fondi) e di complementarietà (ad esempio nell ambito della ricerca, dove sulle medesime tematiche il PAR FAS finanzia progetti presentati da organismi pubblici, mentre il POR FESR finanzia i progetti degli organismi privati). La stretta correlazione tra i due strumenti ha consentito, attingendo alla medesime graduatorie, da un lato di estendere la platea dei beneficiari ai soggetti ammissibili che fossero rimasti esclusi dai finanziamenti europei per incapienza dei fondi; dall altro, di scambiare azioni tra i due programmi, assicurando maggiore flessibilità alla spesa di investimento, anche in considerazione dei vincoli del Patto 141

152 di stabilità e dei limiti dell indebitamento rispetto alla spesa corrente (le risorse FAS-FSC non sono infatti assoggettate alla regola del disimpegno automatico) 16. Anche la programmazione delle risorse nazionali per la coesione ha subito gli effetti della drastica riduzione dei trasferimenti statali alle regioni, più volte segnalata in altri capitoli della presente relazione. Parte delle risorse del Programma, inizialmente pari a 757 milioni, sono state congelate nel febbraio 2009, per un importo di 47,6 milioni, a seguito dell Accordo Stato-Regioni sugli ammortizzatori sociali (delibera CIPE n. 1/2009). Con la delibera CIPE n. 1/2011 è stato poi disposto un taglio ulteriore di risorse per 71 milioni, dapprima sostituiti con risorse proprie regionali, e poi stralciati dal Programma. Si è pertanto resa necessaria una modifica del Piano finanziario (distinguendo ormai tra risorse certe per 638,7 milioni e risorse cautelate per 47,6 milioni), accompagnata dalla revisione di alcuni contenuti del Programma stesso. Ferme restando le opzioni strategiche generali, ciò ha comportato lo spostamento sull indebitamento regionale di parte della copertura finanziaria degli interventi infrastrutturali a minore velocità attuativa e la concentrazione delle risorse così liberate sulle misure a sostegno del sistema delle imprese (i cui stanziamenti sono passati dall'11 al 17 per cento delle risorse totali). La revisione del Programma è avvenuta in modo coordinato con quella del POR FESR. Essa ha comportato in particolare: - il definanziamento dell intervento sul canale Scolmatore d Arno, cofinanziato anche dal FESR e da risorse regionali e di enti locali, i cui tempi di realizzazione non sono risultati compatibili con le scadenze imposte dalla programmazione europea; continuano ad essere finanziati gli interventi relativi alla parte idraulica, mentre è stata rinviata la realizzazione degli interventi relativi alla navigabilità, che avrebbero dovuto essere a carico di risorse FESR (20 milioni) e FSC (35 milioni); - la destinazione di 30 dei 35 milioni recuperati dal definanziamento dello Scolmatore d Arno all acquisto di mezzi per il trasporto pubblico locale a basso impatto ambientale; - l incremento di 26,6 milioni delle risorse destinate alle misure di aiuto alla ricerca industriale e allo sviluppo sperimentale, destinate prevalentemente a progetti strategici di grande dimensione; 16 Anche la struttura di gestione del Programma FAS è modellata su quella del FESR. Le procedure di controllo e pagamento sono affidate a organismi intermedi: Fidi Toscana S.p.A. per interventi attivati mediante finanziamenti a tasso agevolato; ARTEA per gli altri interventi. 142

153 - l incremento per circa 18 milioni delle risorse destinate alla qualificazione dell offerta turistica e commerciale a parziale compensazione della riduzione di risorse che le medesime misure hanno avuto sul POR CReO FESR; - la riduzione di 13,8 milioni delle risorse a sostegno delle PMI, cui ha fatto fronte un incremento di risorse per l ingegneria finanziaria sul POR CReO FESR; - la riduzione delle risorse di assistenza tecnica per 14 milioni. L atto di riferimento è la delibera G.R. 12 dicembre 2011, n Una successiva riprogrammazione, operata con decisione 15 ottobre 2012, n. 7, ha avuto ad oggetto: - il cofinanziamento, con 21 milioni di risorse FSC del I lotto del II stralcio del Nuovo Teatro dell Opera di Firenze, già finanziato all interno della Linea di azione 4.2 Interventi di tutela, valorizzazione e promozione del patrimonio culturale. Le risorse sono state reperite per 7,3 milioni all interno della medesima Linea e per 13,6 milioni sulla Linea di Azione 1.3, Infrastrutture per i settori produttivi ; - una definizione più estensiva della Linea di azione 3.2, Mobilità sostenibile (inizialmente dedicata al solo trasporto su gomma, essa è stata estesa ai collegamenti ferroviari e a guida vincolata, per potervi comprendere interventi che, per un dilatamento dei tempi di realizzazione, fossero a rischio di disimpegno ove posti a carico del finanziamento europeo). L avanzamento finanziario complessivo del PAR FAS-FSC al 31 dicembre 2013 mostra: impegni assunti dalla Regione per un ammontare di 545 milioni, corrispondenti al 79,41 per cento del budget complessivo del PAR (686,3 milioni); pagamenti ai beneficiari del Programma per un ammontare di 216,80 milioni, pari al 39,78 per cento del finanziamento complessivo del Programma. Tab. 6 Avanzamento Piano finanziario FAS-FSC. (in milioni) Piano Asse finanziario Impegni Pagamenti Indicatori (%) A B C B/A C/A Asse 1 Ricerca, Sviluppo e trasferimento tecnologico, 221,90 159,30 56,20 71,79 35,28 innovazione e imprenditorialità Asse 2 Sostenibilità ambientale 67,70 60,50 35,40 89,36 58,51 Asse 3 Accessibilità territoriale e mobilità integrata 157,80 122,80 21,70 77,82 17,67 Asse 4 Valorizzazione delle risorse culturali e qualificazione dell offerta 186,00 164,80 87,40 88,60 53,03 turistica e commerciale Asse 5 Servizi per l infanzia, educazione e istruzione 41,70 31,50 12,90 75,54 40,95 Asse 6 Assistenza tecnica 11,20 6,10 3,20 54,46 52,46 TOTALE 686,30 545,00 216,80 79,41 39,78 Fonte: Regione Toscana D.G. Presidenza. 143

154 Come già detto, trattandosi di risorse nazionali, non sono previsti target finanziari di rendicontazione. Risultano avviati oltre progetti. Fra le principali attuazioni, si segnalano gli aiuti alle PMI per il sostegno dei processi di internazionalizzazione e dei processi di integrazione tra imprese 17 ; i contributi sia alla ricerca fondamentale che alla ricerca industriale e allo sviluppo sperimentale 18. Ai contributi a sostegno della ricerca si accompagnano interventi di natura infrastrutturale per la realizzazione, il recupero e la riqualificazione di aree per insediamenti produttivi e per la realizzazione di servizi per il trasferimento tecnologico (incubatori e laboratori di ricerca industriale) 19. In tema di sostenibilità ambientale sono stati finanziati interventi per la difesa del suolo e per la mitigazione del rischio idrogeologico (54,4 milioni) e 9 progetti relativi agli impianti di depurazione (13,3 milioni). Per quanto riguarda gli interventi per l accessibilità territoriale e la mobilità, la quasi totalità dei 157,8 milioni stanziati è stata allocata 20. Un altra azione portante del programma è infine costituita dagli interventi sul patrimonio culturale, nel cui ambito spicca il già segnalato Nuovo Teatro dell Opera di Firenze Nel complesso, sono stati finanziati oltre 150 progetti di investimento per un contributo che supera i 15,5 milioni. 18 Ad oggi sono stati finanziati 26 progetti di ricerca di base in materia di scienze socio-economiche e umane (per un importo di 13 milioni), ed è stato sottoscritto nell agosto 2012 un Protocollo d Intesa con il MIUR, per 51 milioni di euro di cui 21,4 milioni FSC, per realizzare progetti anche in materia ambientale. Sono inoltre stati allocati 23,4 milioni su progetti di innovazione tecnologica prevalentemente nei settori della meccanica avanzata e dell ICT. 19 In tale materia, sono stati finanziati 38 progetti di riqualificazione di aree produttive esistenti o dismesse e di realizzazione di nuove aree e 10 centri di competenza con un cofinanziamento complessivo FSC di 47,8 milioni. 20 Il Programma ha stanziato 30 mln di euro a favore della mobilità sostenibile per l acquisto di bus a basso impatto ambientale. Per quanto riguarda il sistema aeroportuale, con un finanziamento di 5,6 milioni sono in corso di realizzazione 5 interventi per il miglioramento degli scali aeroportuali di Pisa, Grosseto, Siena, Isola dell Elba e Firenze, mentre per quanto riguarda il sistema portuale, con 2,4 milioni, è stato finanziato un intervento di ripristino e consolidamento delle sponde del Canale dei Navicelli. 21 Sono attualmente in corso i lavori per la seconda fase, per un investimento complessivo di risorse regionali pari a 61 milioni, di cui 55,2 milioni a valere sul FSC. 144

155 CAPITOLO IX L ORGANIZZAZIONE AMMINISTRATIVA REGIONALE Sommario: 1. Introduzione. 2. Il nuovo assetto istituzionale e le recenti modifiche L evoluzione della disciplina normativa. 4. L attuale assetto normativo. 5. La distinzione tra politica e amministrazione. 6. La Giunta. 7. La struttura organizzativa La Direzione generale Presidenza Le altre Direzioni generali Le strutture di supporto agli organi di governo L organizzazione del Consiglio regionale. 9. L apparato esterno: enti e organismi dipendenti L ARPAT Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana APET Agenzia promozione economica della Toscana L ARS Toscana agenzia regionale di sanità ARTEA Agenzia regionale toscana per le erogazioni in agricoltura ARDSU Toscana Agenzia regionale per il diritto allo studio universitario IRPET Istituto regionale per la programmazione economica toscana Gli enti parco Terre regionali toscane Ente acque umbre-toscane EAUT Il LaMMA Laboratorio di monitoraggio e modellistica ambientale per lo sviluppo sostenibile Autorità portuale regionale L apparato esterno. Conclusioni Governo regionale, strategie e funzioni obiettivo Il Presidente della Giunta regionale L Assessorato al diritto alla salute L Assessorato alla Presidenza L Assessorato alle infrastrutture e mobilità L Assessorato alle attività produttive, formazione e lavoro L Assessorato alla scuola, ricerca ed università L Assessorato al welfare e alle politiche per la casa L Assessorato all agricoltura L Assessorato ambiente ed energia L Assessorato alla cultura, turismo e commercio L Assessorato all urbanistica e pianificazione del territorio La Giunta regionale Considerazioni conclusive. 1. Introduzione Da diversi anni l organizzazione degli apparati pubblici è fortemente condizionata dall esigenza di contenimento della spesa dettata dai crescenti vincoli di finanza pubblica. Numerosi sono stati, infatti, gli interventi con i quali il legislatore nazionale, al fine di garantire il contenimento dei disavanzi e del debito, ha imposto alle amministrazioni pubbliche, incluse quindi le regioni, stringenti misure di razionalizzazione. La severità imposta dal Fiscal compact assegna un ruolo fondamentale alle decisioni politiche di allocazione delle risorse, vincolate rigidamente, a tutti i livelli di governo, dall obiettivo di equilibrio complessivo del quadro di finanza pubblica. Peraltro, il recepimento di tali vincoli in Costituzione ha portato alla riscrittura non solo dell art. 81, per il pareggio di bilancio, ma anche dell art. 97 con il quale le pubbliche amministrazioni, in coerenza con l ordinamento dell Unione europea, assicurano l equilibrio dei bilanci e la sostenibilità del debito pubblico. In tale contesto, le scelte organizzative dell amministrazione assumono un ruolo fondamentale poiché influenzano in modo determinante il raggiungimento dei predetti obiettivi. L assetto dell apparato regionale verrà dunque esaminato nella sua interezza, e cioè con riguardo alle sue articolazioni sia interne (amministrazione regionale) che 145

156 esterne (enti e agenzie), sia nei suoi equilibri interni funzionali alla gestione delle risorse affidate all ente regionale. 2. Il nuovo assetto istituzionale e le recenti modifiche Lo Statuto della Regione Toscana, redatto in applicazione dell autonomia statutaria riconosciuta alle regioni con l. cost. n. 1/1999, è stato promulgato l 11 febbraio E questa la fonte ultima dei principi organizzativi della Regione Toscana. In particolare, esso prescrive che l amministrazione (Titolo IV) debba ispirarsi ai principi di legalità, trasparenza, imparzialità e orientamento al risultato, (art. 52, 2 comma). In ciò la terzietà carattere precipuo e inderogabile delle pubbliche amministrazioni viene connessa con la trasparenza (strumento di controllo diretto dei cittadini) e la capacità di gestione delle risorse affidate all ente, attraverso l indirizzo che la comunità esprime con i suoi rappresentanti eletti. Il compito di realizzare gli obiettivi programmati - sulla base delle direttive impartite dagli organi elettivi in tutta la loro articolazione viene affidato dallo Statuto ai dirigenti, secondo i principi indicati dall art. 53. In tale articolo si dichiara espressamente il principio della distinzione tra le funzioni di indirizzo politico e i compiti di gestione amministrativa. E lo stesso articolo dello Statuto che stabilisce che i dirigenti delle strutture di massima dimensione siano nominati dai competenti organi di direzione politica. Viene regolata con legge regionale la disciplina che regola l esercizio delle funzioni dei dirigenti, i requisiti professionali necessari, le modalità di conferimento e revoca degli incarichi, le responsabilità per i risultati di gestione. Il testo attualmente vigente è stato modificato una prima volta con la legge statutaria regionale dell 8 gennaio 2010, n. 1, adottata su impulso del Consiglio regionale, che ha ridotto il numero massimo degli assessori da quattordici a dieci. Successivamente - a seguito dell intervento del legislatore statale che ha imposto alle regioni l obbligo di adeguare i propri ordinamenti ad una serie di parametri individuati al fine di contenere i costi della politica (art. 14, c. 1, del d.l. n. 138/2011, convertito dalla l. n. 148/2011, poi ripreso dal successivo d.l. n. 174/2012, convertito dalla l. n. 213/2012) - la Regione Toscana, con la legge statutaria regionale del 24 aprile 2013, n. 18, ha ulteriormente ridotto gli assessori ad otto, modificando anche il numero dei componenti dell Ufficio Presidenza da 1 Approvato con una prima deliberazione del Consiglio regionale del 6 maggio 2004 e con la seconda deliberazione del 19 luglio 2004, lo Statuto è stato oggetto di ricorso governativo dinanzi alla Corte Costituzionale che, con sentenza n. 372/2004, ha rigettato il ricorso promosso dichiarando in parte inammissibili e in parte non fondate le varie questioni di legittimità sollevate. 146

157 sette a cinque. Tali disposizioni entreranno in vigore con il prossimo rinnovo elettorale. 3. L evoluzione della disciplina normativa La legislazione regionale in materia si è sviluppata, nell ultimo decennio, nel contesto dei nuovi assetti istituzionali, definiti con le leggi costituzionali n. 1/1999 (Disposizioni concernenti l elezione diretta del Presidente della Giunta regionale e l autonomia statutaria delle Regioni) e n. 3/2001 (Modifiche al Titolo V della parte seconda della Costituzione), ed ha recepito le importanti riforme amministrative attuate dal legislatore statale a partire dagli anni Novanta. Tali riforme, come è noto, hanno profondamente innovato l organizzazione e il funzionamento delle pubbliche amministrazioni soprattutto rafforzando il principio di separazione tra politica e amministrazione, avviando forme di contrattualizzazione del pubblico impiego, e introducendo importanti norme sul sistema dei controlli interni, sul decentramento amministrativo (a Costituzione invariata) e sul procedimento amministrativo. La filosofia complessiva di questi interventi mirava da una parte a realizzare una accresciuta finalizzazione e verifica dei risultati dell attività dell amministrazione (contrattualizzazione e definizioni di obiettivi), secondo un principio di efficienza e accountability ovvero di responsabilità di fronte ai cittadini, alla comunità rappresentata dagli organi elettivi; e al contempo di separazione delle funzioni di indirizzo, compito precipuo dell Autorità politica (che si esprimono in forme legislative e attraverso atti di indirizzo e controllo), dalle funzioni di gestione attribuite all amministrazione, e in particolare alla dirigenza. I relativi principi sono stati recepiti attraverso numerose leggi, emanate nel corso degli anni Novanta, le quali, unitamente alla maggior parte delle disposizioni del Testo unico delle leggi sul personale all epoca vigente, approvato con l.r. n. 51/1989, sono poi confluite nella l.r. 17 marzo 2000, n. 26, che ha costituito un primo generale riordino della legislazione regionale in materia di organizzazione e personale, ispirato ai principi contenuti nel d.lgs. n. 29/1993 e applicabile sia al ruolo unico del personale regionale (che all epoca comprendeva: la dirigenza, il personale del Consiglio, enti e aziende, in quanto compatibili, il cui personale era appartenente al ruolo unico regionale, IRPET, ATER, Agenzia regionale di sanità e aziende regionali per il diritto allo studio universitario) sia all intera struttura incluso quindi il Consiglio regionale, il quale, pur dotato di autonomia contabile e funzionale, non aveva ancora un assetto definito con disposizioni specifiche. 147

158 Parallelamente a tali riforme occorre considerare i profondi mutamenti seguiti alla stipulazione dei contratti collettivi che, nel periodo considerato, hanno ricondotto a norme pattizie la regolazione del rapporto di lavoro pubblico. Successivamente all entrata in vigore della riforma del titolo V della Costituzione, sono state introdotte altre modifiche organizzative atte a far fronte al nuovo quadro di competenze. Queste modifiche hanno assunto una dimensione organica con l approvazione del nuovo Piano Regionale di Sviluppo (PRS) , che ha posto l obiettivo di fondo di riprogettare l articolazione organizzativa della Regione secondo principi di maggiore trasversalità, intersettorialità e programmazione integrata. Il Progetto speciale Una Toscana più efficiente e mento burocratica, che ne è derivato, conteneva infatti una specifica Azione (n. 4) finalizzata a Completare la riorganizzazione della macchina regionale 2 attraverso un riesame delle criticità esistenti tra l organizzazione definita dalla legge di riordino n. 26/2000 e i comportamenti e le relazioni di fatto operanti. Peraltro, nel maggio 2002 l Amministrazione aveva affidato, attraverso indagine di mercato, alla società specializzata Bain & Company Italy l incarico di portare a termine il progetto secondo un piano di lavoro articolato in macro fasi: la diagnosi organizzativa e l analisi dei principali processi; la riprogettazione del modello di funzionamento e del modello organizzativo, compreso il supporto al CTP (Comitato Tecnico di Programmazione). Al riguardo, va dato atto all Amministrazione regionale di aver preso consapevolezza per tempo delle criticità e di aver avviato un lungo percorso di riorganizzazione che appare, tuttavia, ancora incompleto. La Giunta regionale, con delibera 20 gennaio 2003, n. 46 (non pubblicata sul sito) ha poi definito il nuovo modello organizzativo, la cui attuazione ha reso necessaria una proposta di modifica della legge n. 26/2000 che ha condotto all approvazione della legge 5 agosto 2003, n. 44 recante Ordinamento della dirigenza e della struttura operativa della Regione 3. La legge ha regolamentato l articolazione organizzativa (Struttura operativa della Giunta, Dirigenti e Struttura operativa del Consiglio), i ruoli e le responsabilità associati alle diverse strutture, le 2 Intervento n. 12, inserito con delibera della Giunta regionale 14 ottobre 2002, n Il secondo semestre 2003 ha visto l attuazione del nuovo modello attraverso i seguenti atti: definizione delle competenze della Direzione generale Presidenza e costituzione delle aree di coordinamento (DPGR n. 203); definizione delle competenze delle altre Direzioni generali e costituzione delle aree di coordinamento (DGR n. 1078); Regolamento CTP (DGR n. 1180); criteri individuazione e differenziazione settori e criteri costituzione posizioni dirigenziali individuali (DGR n. 1137); determinazione dotazione organica (DGR n. 1184); assegnazione organica del personale alle DG (Decreto del DG Organizzazione e Sistema n. 6963); articolazione organizzativa delle Direzioni generali e nomina responsabili strutture dirigenziali (decreti dei dirigenti generali); sistema di controllo interno (DGR n. 1315); definizione criteri valutazione dirigenti generali e dirigenti (DGR n. 239/2004). 148

159 deleghe e le modalità di esercizio delle stesse, le modalità di attribuzione degli incarichi nonché il sistema di valutazione dei dirigenti. La soluzione individuata in questa seconda fase di riorganizzazione ha condotto dunque alla creazione di aree di coordinamento di livello inferiore alle direzioni generali, ma superiore (anche se prive di compiti gestionali diretti) ai settori, ovvero agli uffici di livello dirigenziale che attuano di fatto le politiche attraverso decreti e disposizioni finanziarie. La riforma individuata partiva dal presupposto di attuare modifiche parziali, di aggiustamento del modello organizzativo senza passare a un modello con una unica responsabilità di raccordo tra direzioni a Autorità di indirizzo. Il pluralismo organizzativo veniva così contemperato da alcuni correttivi: - valorizzazione degli obiettivi intersettoriali del PRS attraverso l integrazione delle politiche, pur mantenendo un assetto con 7 Direzioni Generali più l Avvocatura; - rafforzamento della direzione collegiale dell ente attraverso il Comitato tecnico della programmazione (CTP); - centralità crescente della Direzione Generale Presidenza, sia in termini di coordinamento, sia di gestione diretta di talune politiche strategiche; - attribuzione alle Direzioni Generali di compiti forti che enfatizzino il ruolo del direttore generale quale coordinatore effettivo ed ultimo dei piani e programmi del PRS, con la possibilità di avvalersi di strutture qualificate per la gestione dei processi trasversali e intersettoriali; - valorizzazione delle strutture interne delle Direzioni Generali con funzioni serventi con il potenziamento degli strumenti di indirizzo e governo dei processi trasversali (per esempio attraverso la individuazione di specifici referenti nell ambito dei processi di Linea); - superamento dell eccessivo numero dei riporti diretti alle Direzioni operative (ovvero di gestione delle politiche di intervento) attraverso la creazione di livelli di aree di coordinamento omogenee; - Riduzione degli staff dell Autorità di indirizzo politico, attraverso la creazione di tre presidi strategici relativi ai processi di programmazione, giuridico-legislativo e comunicazione e innovazione tecnologica. Infine, per il 2004, l Amministrazione si era posta l obiettivo di implementare il nuovo modello, pertanto, ha fatto ricorso ad una consulenza organizzativa affidata al RTI KPMG/INTERMEDIA/OMNIKOS con contratto stipulato il 16 marzo 2004, a seguito di asta pubblica. 149

160 Tale attività si è riversata nel nuovo modello organizzativo della Regione Toscana come delineato a partire dalla decisione della Giunta regionale del 27 dicembre 2004, n. 11 (anch essa non pubblicata sul sito). 4. L attuale assetto normativo Successivamente all approvazione del nuovo Statuto, promulgato l 11 febbraio 2005, l Amministrazione ha provveduto ad un riordino della normativa regionale e ad interventi di modifica e integrazione alle leggi regionali n. 26/2000 e n. 44/2003 adottando il Testo unico in materia di organizzazione e ordinamento del personale, approvato con l.r. 8 gennaio 2009, n. 1, che costituisce tuttora il principale riferimento normativo in materia, nel quale è confluita peraltro la l.r. 20 luglio 1992, n. 32, recante Azioni positive per le dipendenti regionali. La disciplina relativa al reclutamento di personale, al rapporto di lavoro a tempo parziale e agli incarichi extra impiego conferiti a soggetti terzi direttamente dalla Regione o su designazione della stessa è stata demandata invece ad un apposito regolamento di attuazione, adottato con DPGR 24 marzo 2010, n. 33/R. Ai sensi dell art. 70, le disposizioni del predetto Testo unico si applicano, in quanto compatibili, al personale degli enti e degli organismi dipendenti della Regione, di cui all art. 50 dello Statuto, ivi compresi quelli di consulenza della Giunta regionale e del Consiglio regionale. Il testo è articolato in 8 Capi (1. Principi generali; 2. Ordinamento della dirigenza e della struttura operativa regionale; 3. Dotazione organica, programmazione del fabbisogno di personale e accesso; 4. Attività extra impiego dei dipendenti; 5. Azioni positive per le dipendenti regionali; 6. Ordinamento delle strutture di supporto agli organi di governo; 7. Disposizioni organizzative relative al Consiglio e 8. Disposizioni finali). Nell'ambito dei principi generali vengono richiamati gli articoli 52 e 53 dello Statuto regionale e vengono altresì definiti i rapporti tra organi di direzione politica e dirigenza (art. 2). Viene ribadito il principio della separazione fra politica ed amministrazione; vengono declinate, tra le competenze attribuite agli organi di direzione politica: la definizione di un sistema di controllo strategico e di procedure di controllo di gestione; la disciplina di procedure di controllo di regolarità amministrativa e contabile degli atti amministrativi regionali e la definizione di criteri di valutazione dei direttori generali. L ordinamento della dirigenza prevede due livelli di dirigenza: un livello generale, articolato in Direzioni Generali, qualificate come strutture di massima 150

161 dimensione, oltre all Avvocatura posta in posizione di autonomia; e un secondo livello, che si articola a sua volta in Aree di coordinamento, qualificate come strutture di complessa dimensione e in Settori (differenziati, in base ai diversi importi retributivi 4 attribuiti al dirigente ad essi preposto, in tre tipologie: settori, organici e complessi). I Dirigenti generali sono collocati al di fuori dell organico della Giunta e sono nominati dal Presidente. Si configura in tal caso un rapporto di natura fiduciaria, riconosciuta, peraltro, dall art. 53 dello Statuto (v. sopra par. 1): l incarico cessa decorsi sessanta giorni dalla prima riunione della Giunta regionale; ad eccezione di quello del Direttore generale della Presidenza che cessa decorsi sessanta giorni dalla elezione del nuovo Presidente della Giunta (artt. 14, 15 e 16). I casi di risoluzione anticipata sono regolati dal contratto di diritto privato di conferimento dell incarico, di durata non superiore a cinque anni e rinnovabile. I dirigenti di secondo livello appartengono ad un unica qualifica e l accesso avviene esclusivamente a seguito di concorso (art. 12); limitatamente ad un numero di posti non superiore al 10 per cento, al fine di sopperire ad individuate esigenze della struttura operativa, è prevista la possibilità di conferire incarichi con contratto a tempo determinato da parte del direttore generale competente in materia di personale, su proposta del direttore generale della struttura di destinazione (art. 13). Gli incarichi al personale dirigenziale di ruolo (coordinatori di area e responsabili di settore) sono conferiti con decreto del rispettivo direttore generale, previa comunicazione alla Giunta; cessano decorsi sessanta giorni dal conferimento dell incarico al nuovo direttore generale e non sono automaticamente rinnovabili (art. 17). Il contratto di lavoro è regolato dagli Accordi di comparto, nazionali e integrativi. Si segnalano, infine, la possibilità per i Direttori generali, introdotta dall art. 7, 1 comma, lett. i), di riservarsi specifiche risorse finanziarie funzionali a obiettivi di carattere strategico, nonché quelle relative alle spese generali della direzione e la possibilità di delegare le funzioni dirigenziali, da parte dei coordinatori di area e dei responsabili di settore, a dipendenti, titolari di posizione organizzativa o di indennità di responsabilità, inquadrati nella categoria immediatamente inferiore; l attribuzione della delega comporta l aumento delle predette retribuzioni accessorie, secondo quanto previsto nel CCNL e negli Accordi integrativi. 4 CCDI 24/4/2000 per i dirigenti come integrato dalla concertazione del 12/2/

162 Tale assetto è stato peraltro riconfermato con la legge regionale 17 novembre 2010, n. 57, che modificando il Testo unico, anche per introdurre alcune disposizioni di recepimento del d.lgs. n. 150/2009, ha rafforzato il ruolo e le attribuzioni del Direttore generale della Presidenza e ha ridefinito quello delle aree di coordinamento per garantire l effettivo svolgimento delle funzioni ad esse attribuite e il recupero delle attività svolte dalle direzioni soppresse (comma 3 del Preambolo e art. 6). La Giunta regionale, infatti, al momento della individuazione delle direzioni generali e delle rispettive competenze, avvenuta con delibera 14 giugno 2010, n. 602, ha ritenuto, nell ottica di conseguire un risparmio di spesa, di ridurre il numero delle strutture di livello generale, che sono così passate da 7 a 5. Tale scelta ha portato però come conseguenza il trasferimento delle attività in capo alle rispettive aree di coordinamento, che sono salite tutte sul primo livello funzionale (in precedenza le aree erano graduate su due livelli, in relazione alla complessità delle funzioni, secondo i criteri individuati con DGR n. 537/2009) ed hanno poi mantenuto questo livello di maggiore complessità, anche quando la Giunta, con delibera 2 aprile 2013, n. 230, ha ripensato la suddetta scelta disponendo la suddivisione della Direzione Politiche territoriali, ambientali e per la mobilità in tre nuove Direzioni: Governo del Territorio; Politiche, mobilità, infrastrutture e trasporto pubblico locale; Politiche ambientali, energia e cambiamenti climatici, al fine di un efficace ed efficiente presidio di funzioni particolarmente strategiche, riportando, in tal modo, le direzioni generali a La distinzione tra politica e amministrazione L impianto descritto si basa sul ruolo di raccordo con gli organi di direzione politica riconosciuto ai direttori generali dall art. 40, 3 comma, del citato testo unico. De facto si è scelto un modello che attribuisce al direttore generale della Direzione Presidenza talune funzioni tipiche di un segretario generale, soprattutto attraverso la presidenza del Comitato Tecnico Direttivo che appare uno strumento decisivo e strategico per il funzionamento dell attuale struttura. L intero gruppo dei direttori generali al di là delle dichiarazioni di principio dello Statuto appare assumere la configurazione fiduciaria tipica degli uffici di diretta collaborazione dell Autorità politica, piuttosto che quella di appartenenti alla struttura amministrativa alla quale andrebbero invece assicurate forme di terzietà e di garanzia. La natura privatistica dei contratti dei direttori generali non consente di individuare bene la distinzione tra la fisiologica transitorietà degli incarichi di 152

163 funzione e la permanenza in ruolo tipica della dirigenza pubblica, prevista quale guarentigia di indipendenza e imparzialità. Tali considerazioni emergono con chiarezza in considerazione dell istituto della decadenza automatica dall incarico dei Direttori generali, connesso inderogabilmente alla scadenza del mandato politico e in ogni caso della legislatura regionale. 6. La Giunta Al fine di valutare la coerenza delle struttura organizzativa rispetto alle finalità dell ente regionale, è necessario visionare contestualmente in una sinossi le articolazioni attraverso le quali l Autorità politica emana gli atti di indirizzo alla struttura di gestione delle politiche di istituto. I componenti della Giunta sono nominati con decreto del Presidente, il quale assegna ad essi i rispettivi incarichi e definisce il quadro delle Direzioni generali cui i singoli componenti fanno riferimento ai fini della funzione di raccordo con gli organi di direzione politica come previsto dal comma 3 dell art. 40 del T.u. n. 1/2009. Nella tabella che segue sono illustrate le deleghe conferite dal Presidente della Giunta all inizio del mandato, con decreto 27 aprile 2010, n. 59, e, a fronte, quelle dal medesimo ridefinite con il decreto 14 marzo 2013, n Si deve evidenziare che in entrambi i decreti è presente un elenco di incarichi che il Presidente riserva alla propria competenza, con qualche differenza tra i due decreti. Nel 2013 essi sono: Coordinamento dei rapporti della Regione con il Governo e l Unione europea; Coordinamento dell attuazione delle politiche regionali di coesione; Coordinamento dell informazione e della comunicazione istituzionale; Cooperazione internazionale e relazioni internazionali; Attività di programmazione, monitoraggio del programma di governo; Credito; Coordinamento delle partecipazioni regionali a società, associazioni, fondazioni ed altri organismi di diritto privato; Coordinamento dell attività legislativa e legale; Protezione civile; Rapporti con il terzo settore, volontariato, associazionismo, cooperazione sociale; Coordinamento delle politiche per i giovani; Valutazione di impatto ambientale (VIA) e valutazioni ambientali strategiche (VAS); Rapporti con le comunità dei toscani all estero; Iniziative contro la pena di morte e promozione dei diritti umani; 5 Per completezza, si segnala che recentemente, con DPGR 17 febbraio 2014, n. 27 (corretto con DPGR 25 febbraio 2014, n. 28) l assetto della Giunta è stato di nuovo modificato. 153

164 Ogni altro incarico non espressamente attribuito al Vice Presidente ed agli altri componenti della Giunta regionale. La ex Direzione generale Politiche territoriali è riportata secondo le suddivisioni di cui alla citata delibera di Giunta regionale n. 230/

165 Tab. 1 Composizione della Giunta dall inizio della legislatura a tutto il 31/12/2013. DPGR n. 59 del 27 aprile 2010 DPGR n. 42 del 14 marzo 2013 Assessorati Direzioni generali Assessorati Direzioni generali Presidenza Presidenza Avvocatura regionale Avvocatura regionale Bilancio e Finanze Diritti di cittadinanza e coesione sociale Presidente Organizzazione e sistema informativo Diritto alla salute e politiche di solidarietà Presidente Competitività del sistema regionale e sviluppo delle competenze Assessore alla Scuola, Ricerca e Università Vicepresidente Politiche formative, beni e attività culturali Presidenza Assessore alla Scuola, Ricerca e Università Vicepresidente Competitività del sistema regionale e sviluppo delle competenze Organizzazione Presidenza Assessore al Welfare ed alle Politiche per la Casa Assessore all'ambiente ed Energia Diritto alla salute e politiche di solidarietà Politiche formative, beni e attività culturali Politiche territoriale e ambientali Presidenza Politiche territoriale e ambientali Presidenza Assessore al Welfare ed alle Politiche per la Casa Assessore all'ambiente ed Energia Diritti di cittadinanza e coesione sociale Politiche ambientali, energia e cambiamenti Assessore alle Infrastrutture ed alla Mobilità Politiche territoriale e ambientali Assessore alle Infrastrutture ed alla Mobilità Politiche mobilità, infrastrutture e trasporto pubblico locale Assessore all'urbanistica e Pianificazione del territorio Assessore alle Riforme istituzionali, Rapporti con gli Enti locali, Bilancio e Personale Politiche territoriale e ambientali Presidenza Bilancio e Finanze Politiche formative, beni e attività culturali Organizzazione e sistema informativo Assessore all'urbanistica e Pianificazione del territorio Assessore alla Presidenza Governo del territorio Presidenza Organizzazione Assessore all'agricoltura Sviluppo economico Assessore all'agricoltura Competitività del sistema regionale e sviluppo delle competenze Assessore alla Cultura e Turismo Politiche formative, beni e attività culturali Sviluppo economico Assessore alla Cultura e Turismo e commercio Competitività del sistema regionale e sviluppo delle competenze Assessore alla Sanità Diritto alla salute e politiche di solidarietà Assessore al Diritto alla Salute Diritti di cittadinanza e coesione sociale Assessore alle Attività produttive, Formazione e Lavoro Fonte: elaborazione Corte dei conti. Sviluppo economico Politiche formative, beni e attività culturali Assessore alle Attività produttive, Formazione e Lavoro Competitività del sistema regionale sviluppo delle competenze Diritti di cittadinanza e coesione sociale 155

166 7. La struttura organizzativa Secondo il dettato dell art. 3, c. 3, del citato T.U. n. 1/2009, l assetto organizzativo della struttura della Regione Toscana è definito dalla Giunta regionale che, con propria delibera individua le Direzioni generali, strutture di massima dimensione, e ne definisce le competenze. Analoga previsione vige per la Direzione generale Presidenza per la quale è il Presidente della Giunta regionale, con proprio decreto, a specificarne le competenze. Le Aree di coordinamento sembrano avere la funzione in caso di particolare complessità delle attività di ciascuna direzione generale di garantire il raccordo di funzioni trasversali nell ambito di competenze omogenee dei vari settori cui sono sovraordinate. I Settori, a loro volta, si caratterizzano per diversi livelli di complessità: conseguentemente vengono distinti in complesso, organico, settore e singole figure dirigenziali (posizioni individuali equiparate a settore, individuate dal Direttore generale) 6. I settori possono essere costituiti alle dirette dipendenze di ciascun direttore generale (e dunque senza la mediazione di una Area di coordinamento), qualora svolgano funzioni che interessano l intera attività della Direzione. I direttori generali hanno poteri di nomina e revoca dei coordinatori di area (previa comunicazione alla Giunta) e dei responsabili di settore. Tali incarichi sono conferiti con decreto e cessano decorsi 60 giorni del conferimento dell incarico al nuovo direttore generale. L attuale assetto organizzativo, è il risultato di una lunga e complessa serie di interventi che, partono da inizio legislatura, con il decreto del Presidente della Giunta regionale del 15 giugno 2010, n. 98, riguardante la D.G. Presidenza, e la delibera della Giunta regionale del 14 giugno 2010, n. 602, riguardante tutte le altre Direzioni generali. Le attuali Direzioni Generali sono: - Presidenza; - Organizzazione; - Competitività del sistema e sviluppo delle competenze; - Diritti di cittadinanza e coesione sociale; - Governo del territorio; - Politiche mobilità, infrastrutture e trasporto pubblico locale; - Politiche ambientali, energia e cambiamenti climatici. 6 Delibera di Giunta regionale 3 novembre 2003, n

167 Avvocatura Presidenza Organizzazione Competitività del sistema e sviluppo delle competenze Diritti di cittadinanza e coesione sociale Governo del territorio Politiche ambientali, energia e cambiamenti climatici Politiche mobilità infrastrutture e trasporto pubblico locale Totale La Regione Toscana presenta, nella sua organizzazione, 14 aree di coordinamento e 93 settori 7 ; la tabella che segue riporta il modello organizzativo della Giunta al 31 novembre Tab. 2 - Struttura organizzativa della Giunta regionale. DIREZIONI GENERALI Aree coordinamento I livello Totale aree coordinamento Settori Semplici Settori Organici Settori Complessi Posizione Individuale equiparata a settori Agenzie Informazione Totale settori Posizioni organizzative Fonte: Regione Toscana. 7.1 La Direzione generale Presidenza La Direzione Generale Presidenza è definita come struttura di supporto tecnico ed amministrativo alle funzioni del Presidente della Giunta regionale. La formulazione della novella normativa fornisce l idea di un cumularsi di funzioni di carattere generale e la gestione di talune politiche in capo a questa Direzione generale, che appare in qualche modo sovraordinata alle altre. Ad essa sono demandate le funzioni riguardanti la produzione normativa, la programmazione, l informazione e comunicazione istituzionale, nonché i rapporti istituzionali con gli enti locali. Il Direttore generale della Presidenza, opera così a diretto riferimento del Presidente della Giunta gestendone l attività e gli atti, coordina i rapporti 7 Il calcolo tiene conto anche dell Avvocatura che, a livello di struttura, viene considerata alla stregua delle Direzioni Generali. 157

168 istituzionali con le Regioni, organi dello Stato, istituzioni dell Unione Europea, assicura la rispondenza degli obiettivi prefissati dalla Giunta all attività complessiva della struttura operativa della Regione ed enti dipendenti, il costante raccordo con gli indirizzi degli organi di direzione politica. Presiede il Comitato Tecnico di Direzione (CTD): organo costituito dai Direttori generali e dall Avvocato generale, le cui competenze e modalità di funzionamento sono definite con delibera della Giunta. Il CTD è tenuto ad esprimere il proprio parere su proposte di legge, regolamenti, atti di programmazione generale, programmi settoriali di indirizzo e sugli atti di organizzazione. Rappresenta uno strumento di raccordo assai efficace di tutta l attività amministrativa, anche per la frequenza settimanale delle sue riunioni. Nella sua struttura iniziale, delineata a inizio legislatura con la riforma apportata con decreto del Presidente di Giunta del 15 giugno 2010, n. 98, la Direzione Presidenza presentava 4 aree di coordinamento 8 ; ad oggi la Direzione generale Presidenza presenta tutt altra fisionomia essendo presenti 3 aree di coordinamento 9 e 19 settori di cui 6 alle dirette dipendenze del Direttore generale. Sono altresì presenti 91 posizioni organizzative. Al suo interno è incardinata l Agenzia di Informazione (equiparata a settore) la cui istituzione è conseguente alla l.r. 2 agosto 2006, n. 43, recante Istituzione di due strutture speciali per le attività di informazione del Consiglio regionale e degli organi di governo della Regione. L Agenzia di informazione svolge funzioni già attribuite dall art. 6, l.r. 25 giugno 2002, n , all Ufficio stampa: cura i rapporti con i mezzi di informazione, diffonde informazioni sull organo di governo, realizza prodotti informativi a supporto di attività integrata di comunicazione. Ha funzioni esclusive, essendo vietata l attività di informazione a favore di altri enti pubblici. L art. 6 della predetta legge disponeva che a partire dal 31 dicembre 2006, ciascun organo regionale provvedesse alla soppressione delle strutture di informazione operanti e costituisse le Agenzie. Presso la Giunta, a decorrere dall 11/11/2010 con decreto dirigenziale n. 5356/2010 è stato così soppresso il settore a diretto riferimento del Direttore generale denominato Comunicazione istituzionale e pubblicitaria, eventi e tutela del marchio e contestualmente istituita l Agenzia di informazione Attività legislative e giuridiche; Programmazione; Cultura; Ricerca. 9 Attività legislative, giuridiche ed istituzionali; Programmazione; Risorse finanziarie. 10 Recante Norme e interventi in materia di informazione e comunicazione. Disciplina del Comitato regionale per le comunicazioni. 11 In attuazione del D.P.G.R. 8 settembre 2010, n. 145 con cui si è provveduto alla nomina del Direttore dell Agenzia. 158

169 Il personale ad essa riconducibile conta 19 unità a cui si applica il CCNL giornalistico 12 : un Direttore, un Vicedirettore e 17 tra Caposervizio e Redattori. Ad essi si aggiungono ulteriori 12 unità di personale appartenente alla redazione web ed ulteriori 7 unità di personale amministrativo (cui si applica il CCNL Regioni Autonomie locali) per un totale di 38 unità. Data la rilevanza di questa Direzione generale, la sua evoluzione in termini di atti organizzativi è stata analizzata in dettaglio nella tab. 3, in cui si individuano i passaggi che hanno condotto alla sua attuale struttura a partire dalla definizione iniziale avvenuta con i decreti del Presidente della Regione n. 98/2010, n. 114/2010, n. 116/2010 e successivi decreti dirigenziali attuativi n. 3786/2010 e n. 4782/2010 (la struttura attuale è quella evidenziata in grassetto). 12 Ciò è stato attuato con decorrenza 30 aprile 2007 a seguito della suddetta l.r. n. 43/2006, in quanto, in precedenza, l attività di giornalista in Regione Toscana era svolta da personale delle categorie del CCNL Regioni Autonomie Locali e da alcuni collaboratori. 159

170 Tab. 3 - Evoluzione della Direzione generale Presidenza da inizio legislatura. Settore / Area di coordinamento Settori dipendenti direttamente dalla Direzione Generale Ufficio ed osservatorio elettorale. Politiche per la partecipazione Affari istituzionali e delle autonomie locali Attività generali della presidenza Comunicazione istituzionale e pubblicitaria, eventi e tutela del marchio Tutela dei consumatori e utenti-politiche di generepolitiche regionali sull'omofobiaimprenditoria femminile Attività internazionali Politiche per la sicurezza urbana Delegazione di Roma Ufficio di collegamento della Regione Toscana con le istituzioni comunitarie a Bruxelles Attività di pubbliche relazioni, informazione e rapporti con la commissione Europea Sistema regionale di protezione civile * Comunicazione istituzionale Agenzia di informazione degli organi di governo della Regione Politiche regionali per l'attrazione degli investimenti Audit AC Programmazione Programmazione negoziata e controlli comunitari/strumenti della valutazione, programmazione negoziata, controlli comunitari/strumenti della programmazione negoziata e della valutazione regionale Strumenti della programmazione regionale e locale Valutazione di impatto ambientale Strumenti della valutazione e dello sviluppo sostenibile Politiche per la partecipazione. Ufficio ed osservatorio elettorale. Politiche regionali per l'attrazione degli investimenti AC "Attività legislative - protezione civile" ridenominato AC "Attività legislative e Giuridiche" (1) ed infine AC "Attività legislative, giuridiche ed istituzionali" (2) Attività legislativa e giuridica II Tipologia settore organico complesso complesso/ organico complesso organico complesso organico organico organico posizione individuale equiparata organico complesso settore agenzia complesso organico/ complesso settore complesso complesso organico settore complesso a Note Allocato presso AC Programmazione con parziale modifica della denominazione "Politiche per la partecipazione. Ufficio ed osservatorio elettorale" a decorrere dal 15/02/2012 (d.dir. n. 457/2012) Allocato presso AC "Attività legislative, giuridiche ed istituzionali" a decorrere dal 15/02/12 (d.dir. n. 457/2012) Settore trasformato da complesso a organico con d.dir. n. 4782/2010 Soppresso a decorrere dall'11/11/2010 con d.dir. n. 5356/2010 in attuazione della l.r. n. 43/2006. Allocato a decorrere dal 15/02/2012 presso AC "Progetti integrati, strategici, politiche di tutela e di promozione, comunicazione istituzionale" ex "Progetti speciali regionali" con d.dir. n. 457/2012, presso D.G. Diritti di cittadinanza e coesione sociale. Soppresso a decorrere dall'11/11/2010 con d.dir. n. 5356/2010. Soppresso a decorrere dal 01/10/2010 con d.dir. n. 4782/2010 Proveniente dal 01/10/2010 da AC "Attività legislative-protezione civile" con d.dir n. 4782/2010 Istituito a decorrere dal 01/10/2011 con d.dir. n. 4042/2011 e successivamente soppresso (a decorrere dal 15/02/2012 con d.dir. n. 457/2012). Istituita con d.dir. n. 5356/2010 a decorrere dal 11/11/2010 in attuazione della l.r. n. 43/2006. Proveniente in data 14/05/2012 dall'ac "Progetti integrati strategici, politiche di tutela e promozione, comunicazione istituzionale" della D.G. Diritti di cittadinanza e coesione sociale con d.dir. n. 1936/2012 e successivamente, in data 1/08/2012, riallocato sotto l'ac Programmazione (d.dir. n. 3114/2012). Istituito a decorrere dal 15/11/2013 con d.dir. n. 4459/2013. Trasformato con decorrenza 01/10/2011 nella denominazione e tipo di struttura (d.dir. n. 4042/2011) e infine ridenominato a decorrere dal 15/11/2013 con d.dir. n. 4459/2013. Soppresso a decorrere dal 15/11/2013 con d.dir. n. 4459/2013 Soppresso con d.p.g.r. n. 148/2012 e d.dir. n. 3114/2012. Soppresso a decorrere dal 01/10/2011 con d.dir. n. 4042/2011. Proveniente dall'area di diretta dipendenza del D.G. (a decorrere dal 15/02/2012 d.dir. n. 457/2012) Proveniente in data 1/8/2012 dalle dirette dipendenze del D.G. ( d.dir.n.3114/2012 ) 1) d.p.g.r. n. 153/2010 2) d.p.g.r. n. 54/2012 con decorrenza 15/02/2012 Soppresso a decorrere dal 15/04/2013 con d.dir. n. 1328/

171 Segue Settore / Area di coordinamento Attività legislativa e giuridica I trasformato in Attività legislativa e giuridica Affari istituzionali e delle autonomie locali Sistema regionale di protezione civile * Supporto all'attività normativa e consulenza giuridica per le direzioni:diritto alla salute e politiche di solidarietà, politiche formative, beni e attività culturali, bilancio e finanze Affari giuridici e legali per le materie ambientali e del territorio ridenominata Affari giuridici e legislativi per le materie ambientali e del territorio Valutazione di impatto ambientale - opere pubbliche di interesse strategico AC Cultura Spettacolo Musei ed ecomusei Biblioteche, archivi e istituzioni culturali Beni paesaggistici AC Ricerca Studi e ricerche Promozione e sostegno della ricerca AC Progetti speciali regionali ridenominata Progetti integrati strategici, politiche di tutela e di promozione, comunicazione istituzionale. Politiche regionali per l'attrazione degli investimenti Supporto all'attività normativa e consulenza giuridica per l'attuazione di programmi e progetti speciali regionali Tutela dei consumatori e utenti-politiche di generepolitiche regionali sull'omofobiaimprenditoria femminile Associazionismo e impegno sociale AC Risorse finanziarie Politiche fiscali e finanza locale Tributi e sanzioni Contabilità Programmazione e controllo finanziario Controllo strategico di gestione Fonte: elaborazione Corte dei conti. Tipologia settore organico/ complesso complesso complesso settore settore complesso organico organico organico organico organico/ settore organico settore complesso organico complesso organico complesso organico organico Note Costituito con d.dir. n. 5356/2010 dall'11/11/2010 e successivamente trasformato in complesso a decorrere dall'1/11/2011 con d.dir. n. 4712/2011. Infine trasformata la denominazione con decorrenza 15/04/2013 (d.dir. n. 1328/2013). Proveniente dalla diretta dipendenza del D.G. a decorrere dal 15/02/12 (d.dir. n. 457/2012) Allocato alle dirette dipendenze della Presidenza a decorrere dal 1/10/2010 con d.dir. 4782/2010. Soppresso a decorrere dall'11/11/2010 con d.dir. n. 5356/2010. Proveniente dalla soppressa D.G. "Politiche territoriali, ambientali e per la mobilità" con decorrenza 8/04/2013 (Delibera G.R. n. 233/2013). Successivamente ridenominata a decorrere dal 15/04/2013 con d.dir. n. 1328/2013, Costituito con d.dir. n. 1936/2012 dal 1/08/2012. Transitata dal 18/10/2010 alla D.G. "Competitività del sistema e sviluppo Competenze" (d.p.g.r. n. 175/2010 e del. g.r. n. 882/2010) AC Ricerca trasferita presso la D.G. "Competitività del sistema e sviluppo delle competenze" a decorrere dal 14/05/2012 (d.p.g.r. n. 95/2012 e del. g.r. n.332/2012) Trasformato in settore con decorrenza 11/11//2010 (d.dir. n. 5356/2010). AC ridenominata Progetti integrati strategici, Politiche di tutela e di promozione, comunicazione istituzionale a decorrere dal 15/02/2012 (d.p.g.r. n. 54/2012) e trasferita presso la D.G. "Diritti di cittadinanza e coesione sociale" dal 14/05/2012 (del. g.r. n. 332/2012) Trasferito alle dirette dipendenze del D.G. (d.dir. n. 1936/2012) con decorrenza 14/05/2012 e successivamente riallocato, in data 1/08/2012 nell'ac Programmazione (d.dir. n. 3114/2012). Proveniente dalla diretta dipendenza del D.G. a decorrere dal 15/02/2012 (d.dir. n. 457/2012) Proveniente dalla D.G. "Diritti di cittadinanza e coesione sociale" a decorrere dal 15/02/2012 (d.dir. n. 457/2012) Proveniente dalla D.G. "Organizzazione" a decorrere dal 14/05/2012 (d.p.g.r. n. 95/2012) 161

172 Uno degli atti che meglio rappresenta l avocazione alla Presidenza di importanti funzioni di coordinamento e controllo è rappresentato dal decreto del Presidente di Giunta del 23 aprile 2012, n. 95, che sancisce il trasferimento dell AC Risorse finanziarie, precedentemente incardinato nella D.G. Organizzazione. Si può osservare, nella Tab.. 3 appunto, come questo atto sia l ultimo di una lunga serie di provvedimenti che hanno mutato radicalmente, dal 2010 ad oggi, la struttura di questa Direzione. 7.2 Le altre Direzioni generali La struttura delle restanti Direzioni generali è stata definita all inizio della legislatura, con la delibera di Giunta del 14 giugno 2010, n. 602, individuando, come già era avvenuto per la Direzione Presidenza con analogo decreto del Presidente della Giunta regionale n. 98/2010, le Direzioni generali e Aree di coordinamento definendone le declaratorie a partire dal 15 luglio Nella Direzione generale Organizzazione (tab. 4) a fronte delle 2 Aree di coordinamento inizialmente previste, attualmente è presente una sola Area e 13 settori, dei quali 3 alle dirette dipendenze del Direttore generale. Fanno parte della struttura 78 posizioni organizzative. Le sue attribuzioni principali sono: organizzazione e personale, sicurezza nei luoghi di lavoro regionali, sistemi informativi, patrimonio, logistica e appalti. Essa ha perduto recentemente la competenza sul settore cruciale dell area di coordinamento Risorse finanziarie che è stata trasferita nel maggio 2012 alla Direzione Presidenza. Tab. 4 - Struttura della Direzione generale Organizzazione. Settore contratti settore patrimonio e logistica settore servizio prevenzione e protezione Area di coordinamento Organizzazione. Personale. Sistemi informativi Fonte: sito web Regione Toscana (dicembre 2013). Settore amministrazione del personale Settore comunicazione organizzativa e tutela della privacy Settore formazione, competenze, sistemi di valutazione Settore infrastrutture e tecnologie per lo sviluppo della società dell'informazione Settore organizzazione, reclutamento, assistenza normativa Settore servizi generali e semplificazione dei processi Settore servizi infrastrutturali, tecnologie innovative e fonia Settore sistema informativo di supporto alle decisioni. Ufficio regionale di statistica Settore sistemi informativi e tecnologie della conoscenza Settore sistemi informativi in materia di personale 162

173 La Direzione generale Competitività del sistema regionale e sviluppo delle competenze (tab. 5), inizialmente strutturata su 5 Aree di coordinamento, oggi ne presenta 6 ed ulteriori 26 settori, tutti alle dirette dipendenze delle Aree. Sono inoltre presenti 107 posizioni organizzative. Le sue attribuzioni sono assai eterogenee e vedono la confluenza in un unica direzione di attività disparate che in altri assetti organizzativi vengono gestite da singole direzioni o dipartimenti: Industria, artigianato ed innovazione tecnologica; Turismo, commercio e terziario; Formazione, orientamento e lavoro; Educazione, istruzione; Sviluppo rurale; Produzione e internalizzazione del sistema economico; Università e ricerca. La creazione di una sola direzione per attività ciascuna di grande rilevanza, ma disomogenee ed assai articolate per settori, appare motivata da una scelta di risparmio nel numero delle strutture apicali, piuttosto che da un principio di efficienza funzionale. Tab. 5 - Struttura della Direzione generale Competitività del sistema regionale e sviluppo delle competenze. Area di coordinamento cultura Area di coordinamento educazione, istruzione, Università e ricerca Area di coordinamento formazione, orientamento e lavoro Area di coordinamento industria, artigianato, innovazione tecnologica Area di coordinamento sviluppo rurale Area di coordinamento turismo, commercio e terziario Fonte: sito web Regione Toscana (dicembre 2013). Settore biblioteche, archivi e istituzioni culturali Settore musei ed ecomusei Settore spettacolo Settore valorizzazione del patrimonio culturale Settore diritto allo studio universitario e sostegno alla ricerca Settore infanzia Settore istruzione e educazione Settore formazione e orientamento Settore gestione programma operativo por fse. Settore lavoro Settore infrastrutture per lo sviluppo economico. Monitoraggio e controlli Settore politiche orizzontali di sostegno alle imprese Settore ricerca industriale, innovazione e trasferimento tecnologico Settore assistenza alla programmazione degli interventi comunitari per lo sviluppo rurale e la pesca Settore attività faunistica-venatoria, pesca dilettantistica, politiche ambientali Settore forestazione, promozione dell'innovazione e interventi comunitari per l'agroambiente Settore formazione professionale in agricoltura - animazione rurale Settore politiche comunitarie e regionali per la competitività delle imprese agricole e agroalimentari Settore produzioni agricole vegetali Settore programmazione agricola-forestale, zootecnia, sistemi informativi, promozione e comunicazione in agricoltura Posizione individuale rete dati agrometeo-climatici Settore servizio fitosanitario regionale e di vigilanza e controllo agroforestale Settore valorizzazione dell'imprenditoria agricola Settore disciplina e politiche di sviluppo e di promozione del turismo Settore disciplina, politiche e incentivi del commercio e attività terziarie Settore progetti speciali integrati di sviluppo turistico 163

174 La Direzione generale Diritti di cittadinanza e coesione sociale (tab. 6) è articolata in 2 Aree di Coordinamento e 15 Settori dei quali 6 alle dirette dipendenze del Direttore generale. Le posizioni organizzative presenti nella struttura sono 61. Essa si occupa del sistema sanitario regionale, delle politiche di inclusione sociale, cultura della legalità, sicurezza urbana e ordinamento della polizia locale, pari opportunità e politiche di genere, tutela dei consumatori-utenti, sport, coordinamento delle politiche per i giovani, coordinamento dei rapporti con il terzo settore. Tab. 6 - Struttura della Direzione generale Diritti di cittadinanza e coesione sociale. Settore affari giuridici e legali Settore finanza, contabilità e controllo Settore pianificazione e organizzazione degli investimenti in sanità Settore politiche del farmaco, innovazione e appropriatezza Settore ricerca, innovazione e risorse umane Settore sistema informativo e tecnologie informatiche Area di coordinamento politiche sociali di tutela, legalità, pratica sportiva e sicurezza urbana. Progetti integrati strategici Area di coordinamento sistema socio-sanitario regionale Fonte: sito web Regione Toscana (dicembre 2013). Settore politiche abitative Settore politiche di welfare regionale e cultura della legalità Settore politiche per le famiglie e tutela dei minori Settore politiche per le persone immigrate e interventi per gli individui in condizione di vulnerabilità Settore tutela dei consumatori e utenti, politiche di genere, interventi contro le discriminazioni Settore politiche per l'integrazione socio-sanitaria e la salute in carcere Settore prevenzione e sicurezza in ambienti di vita e di lavoro, alimenti e veterinaria Settore programmazione e organizzazione delle cure Settore qualità dei servizi, governo clinico e partecipazione In direzione opposta a quanto avvenuto per la grande direzione di politica economica (D.G. Competitività del sistema e sviluppo delle competenze), la Direzione generale Politiche territoriali, ambientali e per la mobilità che, nella sua formulazione originaria contava al suo interno 4 Aree di coordinamento, con delibera di Giunta in data 2 aprile 2013, n. 230, con effetto dall 8 aprile 2013, è stata disaggregata e suddivisa in tre minori Direzioni generali che tuttavia, in un primo momento, non sono state elevate, nella loro posizione apicale, al livello delle altre, rimanendo quasi tre aree di coordinamento rese autonome per assicurar loro omogeneità di materia: - Governo del Territorio (tab. 7) con 3 settori e 15 posizioni organizzative; le sue attribuzioni sono inerenti le strategie, pianificazione e gestione del territorio, monitoraggio delle trasformazioni territoriali, edilizia sostenibile, sistema informativo territoriale, tutela, riqualificazione e valorizzazione del paesaggio. 164

175 - Politiche mobilità, infrastrutture e trasporto pubblico locale (tab. 8) con 2 AC, 4 settori e 24 posizioni organizzative; le sue competenze riguardano la mobilità, logistica, grandi infrastrutture ferroviarie, stradali, autostradali, porti interporti, aeroporti, viabilità regionale, cave, nonché competenze in materia di trasporto pubblico locale. - Politiche ambientali, energia e cambiamenti climatici (tab. 9) con 12 settori e 66 posizioni organizzative; essa si occupa di energia, tutela dall inquinamento, protezione della natura, prevenzione del rischio idraulico e idrogeologico, riduzione del rischio sismico. Tab. 7 - Struttura della Direzione generale Governo del territorio. Settore Pianificazione del Territorio Settore Sistema informativo territoriale ed Ambientale Settore Tutela, Riqualificazione e Valorizzazione del Paesaggio Fonte: sito web Regione Toscana (dicembre 2013). Tab. 8 - Struttura della Direzione generale Politiche mobilità, infrastrutture e trasporto pubblico locale. Area di coordinamento mobilità e infrastrutture Settore attività amministrative Settore infrastrutture di trasporto strategiche e cave nel governo del territorio Settore programmazione porti commerciali, interporti e porti e approdi turistici Settore viabilità di interesse regionale Area di coordinamento trasporto pubblico locale Fonte: sito web Regione Toscana (dicembre 2013). Tab. 9 - Struttura della Direzione generale Politiche ambientali, energia e cambiamenti climatici. Settore autorità di vigilanza sulle attività minerarie Settore energia, tutela della qualità dell'aria e dall'inquinamento elettromagnetico e acustico Settore prevenzione del rischio idraulico e idrogeologico Settore protezione e valorizzazione fascia costiera e dell'ambiente marino Settore rifiuti e bonifiche dei siti inquinati Settore servizio idrologico regionale Settore tutela e valorizzazione delle risorse ambientali Settore tutela e gestione delle risorse idriche Settore ufficio tecnico del genio civile di area vasta Firenze, Arezzo, Prato, Pistoia. Prevenzione sismica. Settore ufficio tecnico del genio civile di area vasta Grosseto-Siena e opere marittime Settore ufficio tecnico del genio civile di area vasta Livorno-Lucca-Pisa Settore ufficio tecnico del genio civile di Massa e Carrara Fonte: sito web Regione Toscana (dicembre 2013) L Avvocatura (tab. 10), infine, organo equiparato alle Direzioni generali, presenta al suo interno un settore e 9 posizioni organizzative. Essa ha la 165

176 rappresentanza, il patrocinio e l assistenza nei procedimenti giudiziari ed arbitrali dell Amministrazione regionale e suoi enti dipendenti; è un organo di consulenza in relazione a controversie e fornisce i pareri in ordine alla instaurazione di liti. Tab Struttura della Avvocatura. Settore Contenzioso - Raccordo con Avvocature di Enti Pubblici Fonte: sito web Regione Toscana (dicembre 2013). Si può osservare come, nonostante i continui aggiustamenti avvenuti nel corso dell attuale legislatura che hanno mirato ad una semplificazione della macchina amministrativa, la struttura appare sempre assai complessa, anche senza valutare le articolazioni interne di agenzie e società che esercitano funzioni regionali. Nella tabella seguente (tab. 11) è rappresentata, a partire dalla fine della precedente legislatura, l evoluzione della organizzazione dell amministrazione regionale attraverso i vari passaggi registrati a fine ed inizio di ciascun anno. Tab. 11- Evoluzione della struttura organizzativa da inizio legislatura. Data Aree di coordinamento Settori/Posizioni individuali I livello II livello Totale aree Complesso Organico Semplice Totale settori Totale struttura Numero di strutture 15/04/ /12/ /01/ /12/ /01/ /12/ /01/ /12/ * 106* Fonte: Regione Toscana. * cui si aggiunge una posizione individuale equiparata a settore. Dai dati riportati in tabella si evince che mentre le Aree di coordinamento si sono ridotte di una sola unità dall inizio della legislatura, i Settori hanno subito una significativa riduzione scendendo da 120 a 92 (ai quali va aggiunta una posizione individuale ad esse equiparata incardinata nella D.G. Competitività del sistema e sviluppo delle competenze ). 166

177 7.3 Le strutture di supporto agli organi di governo Per completezza, si enumerano qui gli uffici di staff a supporto dell Autorità politica ovvero del Presidente e degli Assessori della Giunta regionale. A diretto supporto del Presidente della Giunta operano un Ufficio di Gabinetto, una Segreteria organizzativa per lo svolgimento di funzioni di diretto supporto e il Portavoce per la gestione di rapporti di carattere politico-istituzionale con gli organi di informazione. Il Portavoce è scelto tra giornalisti o esperti in comunicazione, ha un incarico esclusivo e viene nominato con decreto del Presidente della Giunta. Anche il Vicepresidente della Giunta e ciascun componente dispongono di un ufficio di segreteria organizzativa per le funzioni di diretto supporto. Nella realtà Toscana le singole Segreterie dei componenti di Giunta sono costituite da 5 unità per ciascun Assessore 13 ; l Ufficio di Gabinetto del Presidente di Giunta è costituito da 12 unità (tra cui il Responsabile ufficio e il Portavoce), ed ulteriori 10 unità non appartenenti a qualifiche dirigenziali. Tale organizzazione è dunque costituita complessivamente da 66 unità di personale. E infine prevista da parte della Giunta la collaborazione con funzioni consultive con comitati o nuclei di valutazione, in raccordo con la Direzione generale Presidenza, costituite da esperti sia interni che esterni all Amministrazione regionale. 8. L organizzazione del Consiglio regionale L attività del Consiglio regionale è regolata attualmente dalla l.r. 5 febbraio 2008, n. 4, recante Autonomia dell Assemblea legislativa regionale, che ha abrogato la precedente disciplina approvata con l.r. 17 gennaio 2003, n. 7. L Assemblea legislativa regionale della Toscana dispone di piena autonomia funzionale, contabile e organizzativa garantita dall art. 28 dello Statuto regionale; in particolare, dispone di un bilancio autonomo e di uso del patrimonio assegnato ai sensi dell art. 10 della citata legge. La struttura organizzativa e il personale sono regolati anche dal Testo unico in materia di organizzazione e ordinamento del personale, approvato con l.r. n. 1/2009; il funzionamento degli uffici è disciplinato con il Regolamento interno del 22 novembre 2011, n. 16. Le strutture di supporto agli organismi politici ovvero al Presidente, all Ufficio di Presidenza, al Portavoce dell opposizione di cui all art. 10, c. 2, dello Statuto e a 13 A meno dell Assessore delle infrastrutture e mobilità con 4 unità di personale. 167

178 ciascun gruppo consiliare sono così articolate: il Presidente dispone di un ufficio di gabinetto e di un ufficio di segreteria organizzativa, i cui responsabili sono nominati con decreto del Presidente stesso; i restanti organi dispongono di propri uffici di segreteria organizzativa, i cui responsabili sono individuati su richiesta nominativa di ciascun interessato. Il rapporto di lavoro dei responsabili è regolato con contratto di diritto privato, non rinnovabile, di durata non superiore alla durata in carica del Presidente del Consiglio e dell Ufficio di presidenza. L organizzazione degli uffici consiliari si ispira ai principi di: distinzione delle responsabilità e dei poteri degli organi politici da quelli propri della dirigenza; assetto strutturale che valorizzi lo svolgimento delle competenze consiliari con particolare riferimento all attività legislativa, di controllo delle politiche regionali e di promozione dei diritti dei cittadini. Il raccordo con i dirigenti della struttura operativa, ai quali è attribuita la direzione finanziaria, tecnica e amministrativa è realizzato tramite il Segretario generale; il personale è inquadrato in un autonomo ruolo. Il Segretariato generale è la struttura di massima dimensione del Consiglio, è retta dal Segretario generale e si articola in: Direzioni di Area, Settori e Posizioni dirigenziali individuali. Fanno capo al Segretariato generale: l Ufficio Stampa; l Associazione ex consiglieri; AICCRE; Fondazione del Consiglio regionale. Il Segretario generale, tra l altro: definisce gli indirizzi generali e attribuisce alle strutture dipendenti gli obiettivi strategici indicati dall Ufficio di presidenza; assicura l unitarietà dell azione tecnico-amministrativa; assiste gli organi politici nello svolgimento delle loro funzioni istituzionali; controlla l attività del segretariato e può assumere la diretta trattazione delle questioni, in caso di inerzia della struttura competente; coordina le direzioni di area e nomina i relativi direttori. Le direzioni di area sono le strutture a supporto del Consiglio, coordinano le articolazioni alle quali sono sovraordinati e operano con autonomia organizzativa e funzionale. Allo stato attuale sono 2: Assistenza istituzionale e Organizzazione e risorse; alle loro dipendenze rispettivamente 8 e 6 settori. I settori sono le articolazioni organizzative specifiche individuate sulla base dell omogeneità di funzioni o delle competenze specifiche richieste. Si differenziano in relazione alla complessità delle funzioni svolte, sulla base di criteri determinati dall Ufficio di presidenza. Presso il Consiglio regionale operano inoltre i seguenti organismi autonomi: 1. L Autorità per la partecipazione; 2. Il Collegio di garanzia statutaria; 168

179 3. La Commissione pari opportunità; 4. La Conferenza autonomie sociali; 5. Il Consiglio delle autonomie locali; 6. Il Corecom; 7. Il Difensore civico; 8. Il Garante diritti detenuti; 9. Il Garante infanzia e adolescenza; 10. Il Parlamento degli studenti; 11. Il Comitato regionale comunicazioni. 9. L apparato esterno: enti e organismi dipendenti L art. 50 dello Statuto della Regione Toscana prevede che le funzioni amministrative possono essere esercitate, nel rispetto del principio di sussidiarietà, da enti, aziende, agenzie ed altri organismi pubblici dipendenti istituiti e regolati da legge regionale; le nomine degli organi di amministrazione sono di competenza degli organi di governo secondo quanto disciplinato dalla l.r. 8 febbraio 2008, n. 5, e possono essere oggetto di un controllo anche preventivo da parte del Consiglio. Secondo quanto premesso, la R.T. si serve di una imponente rete di enti strumentali: 1. ARPAT (Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana); 2. APET (Agenzia promozione economica della Toscana); 3. ARS Toscana (Agenzia regionale di sanità); 4. ARTEA (Agenzia regionale Toscana per le erogazioni in Agricoltura); 5. ARDSU Toscana (Agenzia regionale per il diritto allo studio); 6. IRPET (Istituto regionale per la programmazione); 7. Ente Parco regionale della Maremma; 8. Ente Parco regionale di Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli; 9. Ente Parco regionale delle Alpi Apuane; 10. Terre regionali toscane; 11. EAUT (Ente acque Umbre-Toscane); 12. Consorzio Lamma; 13. Autorità Portuale regionale. Gli Enti elencati hanno personalità giuridica pubblica e sono dotati di autonomia amministrativa, organizzativa e contabile. I loro organi, a meno delle eccezioni di cui si dirà in sede di specifica trattazione, sono il Direttore generale ed il Collegio dei revisori. In qualche caso è presente il Consiglio di amministrazione. 169

180 Il Direttore è nominato dal Presidente della Giunta regionale ed il suo incarico ha una durata di cinque anni. Il Collegio dei revisori composto da tre membri iscritti nel registro dei revisori contabili, è nominato dal Consiglio regionale che ne individua anche il Presidente. La loro durata coincide con quella della legislatura regionale ed i suoi componenti possono essere confermati una sola volta. Il Collegio verifica la regolarità di gestione e la corretta applicazione delle norme di amministrazione, contabilità e fiscali, collaborando anche con l organo di vertice, ai fini della predisposizione degli atti. I bilanci preventivi sono adottati dal Direttore entro il 30 novembre dell anno precedente cui esso si riferisce, mentre i bilanci d esercizio vengono adottati entro il 30 aprile dell anno successivo cui si riferisce, poiché essi hanno un esercizio di riferimento coincidente con l anno solare. I primi vengono approvati dalla Giunta, i secondi dal Consiglio regionale. Recentemente, nell ambito di un programma di riduzione dei costi di gestione della struttura regionale, è stato avviato un processo mirante alla uniformità, omogeneità e comparabilità dei documenti contabili degli enti strumentali; la l.r. 29 dicembre 2010, n. 65, Legge finanziaria regionale , ha dato un primo impulso in tal senso, prevedendo norme comuni a tutti gli enti con riguardo al processo di approvazione dei bilanci; ad essa, ad esempio, ha fatto seguito la l.r. 20 luglio 2012, n , che ha ridefinito e rese più omogenee le competenze dei revisori dei conti in materia di controlli sulla gestione, uniformando le procedure mediante intervento sulle singole leggi istitutive delle agenzie regionali. Inoltre, la delibera di Giunta del 14 gennaio 2013, n. 13, introduce direttive uniformi per la redazione della documentazione allegata al bilancio, sulle modalità di redazione e sui criteri di valutazione, stabilendo la decorrenza del 1 gennaio 2013 (in riferimento al bilancio d esercizio 2012) per la generalità degli enti, ad esclusione dei tre Enti Parco, ai quali verrà applicata a partire dal bilancio preventivo 2014 (in concomitanza con l introduzione della contabilità economica agli stessi). E utile però rilevare come tale processo, peraltro non ancora concluso, dovrà conciliarsi con le Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma 14 Così come modificata dalla legge finanziaria per il 2012, l.r. 27 dicembre 2011, n Recante Disposizioni in materia di revisori dei conti e di contabilità e bilancio negli enti ed agenzie regionali. Modifiche alle leggi regionali n. 24/1994, n. 83/1995, n. 59/1996, n. 65/1997, n. 60/1999, n. 6/2000, n. 32/2002, n. 40/2005, n. 30/2009, n. 39/2009, n. 23/

181 degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42 impartite dal d.lgs. 23 giugno 2011, n ARPAT - Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana L ARPAT è attualmente disciplinata dalla l.r. 22 giugno 2009, n. 30; inizialmente denominata ARPA Toscana, già istituita e regolata da l.r. 18 aprile 1995, n. 66, ha avuto nel tempo un notevole incremento dell attività amministrativa autorizzatoria e di controllo, essendo radicalmente mutato il quadro normativo di riferimento sia nazionale che comunitario, derivato da una crescente attenzione alle tematiche ambientali e alla necessità di coniugare lo sviluppo economico alla sostenibilità ambientale. Pertanto, ai sensi dell art. 2 della l.r. n. 30/2009, l ARPAT concorre alla promozione dello sviluppo sostenibile e contribuisce al mantenimento e al miglioramento sostanziale e misurabile dell ambiente Toscana mediante le sue funzioni istituzionali di tutela dell ambiente e della salute: attività di controllo ambientale (consistenti in campionamenti, analisi e misura, monitoraggio e ispezione delle componenti ambientali ed impatti), attività di supporto tecnicoscientifico (consistenti nell assistenza fornita alla Regione, province, comuni, comunità montane ed enti parco regionali), attività di elaborazione dati (attraverso una loro raccolta, organizzazione ed elaborazione), informazione e conoscenza ambientale. Nello svolgimento delle sue finalità l ARPAT collabora con le strutture del servizio sanitario nazionale. Le attività istituzionali oltre che dalla normativa statale e regionale derivano da una carta di servizi ed attività contenente obiettivi definiti strategici ed essenziali ai fini della tutela dell ambiente e della salute. La predetta legge individua le fonti di finanziamento dell Agenzia distinguendole in contributi ordinari regionali destinati allo svolgimento delle attività istituzionali; contributi integrativi regionali destinati ad attività non obbligatorie; risorse eventuali aggiuntive provenienti da Regione, province, comuni, comunità montane, enti parco, servizi sanitari, da destinare ad ulteriori attività; proventi derivanti da soggetti privati; rendite proprie; lasciti e donazioni; nonché risorse derivanti dalla partecipazione a programmi regionali, nazionali e comunitari 16. Essa si articola in una struttura centrale (di livello regionale), in strutture periferiche a livello sovraprovinciale (Aree Vaste Toscana Costa, Centro e Sud) ed almeno una struttura periferica per ogni provincia (fig. 1). 16 Art. 30, l.r. n. 30/

182 La struttura centrale si articola poi nelle due Direzioni, tecnica ed amministrativa; entrambi i direttori sono nominati dal direttore generale che provvede alla stipulazione del relativo contratto di diritto privato che prevede la risoluzione decorsi 60 giorni dalla nomina del nuovo Direttore generale. Le 2 direzioni hanno alle dipendenze ulteriori 13 settori e 8 commissioni: 1. Commissione Attività analitiche; 2. Commissione Agenti fisici; 3. Commissione Rifiuti; 4. Commissione Bonifica siti inquinati; 5. Commissione Aria; 6. Commissione Sistemi produttivi; 7. Commissione Acque; 8. Commissione Mare. Le 3 strutture periferiche a livello sovraprovinciale contano 24 settori/unità ed ulteriori 12 dipartimenti coincidenti con le province/raggruppamenti di aree 17. Il personale dipendente alla data del 31/12/12 è costituito da 719 unità delle quali 93 appartenenti alla qualifica dirigenziale. 17 Circondario empolese e Piombino-Elba. 172

183 Fig. 12 Organigramma ARPAT. Fonte sito web ARPAT (dicembre 2013). 173

184 9.2 APET Agenzia promozione economica della Toscana L APET è stata istituita e regolata dalla l.r. 28 gennaio 2000, n. 6, allo scopo di provvedere alla realizzazione di tutte le iniziative di cui alla l.r. 14 aprile 1997, n. 28, recante Disciplina delle attività di promozione economica delle risorse toscane e di supporto al processo di internazionalizzazione nei settori produttivi dell agricoltura, artigianato, piccola e media impresa industriale e turismo. I suoi organi sono il Direttore ed il Collegio dei revisori. Il Direttore, nominato dal Presidente della Giunta regionale, d intesa con Unioncamere Toscana, I.C.E. ed E.N.I.T., è responsabile della gestione nel rispetto degli indirizzi della Regione. Il Collegio dei revisori è costituito da tre membri, iscritti nel registro dei revisori contabili, nominati dal Consiglio regionale che ne individua il Presidente previa designazione di due membri rispettivamente dell I.C.E. e di Unioncamere Toscana. Il Direttore fa capo alle seguenti 8 strutture: 1 Servizi Generali Bilancio e Personale; 2 Programmazione; 3 Marketing strategico, cui è collegato un Ufficio Stampa; 4 Servizi Avanzati; 5 Servizi Promozionali; 6 Referenti per le imprese; 7 Turismo. Il personale dipendente al 31 dicembre 2012 è costituito da 47 unità 1 delle quali 3 appartenenti alle qualifiche dirigenziali. Il finanziamento dell Agenzia è costituito dai fondi disposti dalla Regione per il programma di promozione economica; dai finanziamenti disposti dal Ministero per il Commercio Estero, dal Dipartimento per il Turismo, da Unioncamere Toscana, dall I.C.E. e dall E.N.I.T. per la realizzazione di iniziative dagli stessi promosse; da finanziamenti da terzi sia pubblici che privati per attività di promozione economica; dagli introiti derivanti dalla fornitura di servizi a soggetti terzi; dai finanziamenti della Regione e dalle Camere di Commercio per il funzionamento stesso dell Agenzia 2. 1 Sono presenti ulteriori 3 unità a tempo determinato. 2 Art. 12, l.r. n. 6/

185 9.3 ARS Toscana Agenzia regionale di sanità L ARS, istituita con l.r. 30 settembre 1998, n. 71, è oggi regolata dalla l.r. 24 febbraio 2005, n. 40, recante Disciplina del Servizio sanitario regionale. L Agenzia è un ente di consulenza e supporto scientifico in ambito socio sanitario al Consiglio e alla Giunta regionale; essa svolge attività di studio e ricerca in materia di epidemiologia e verifica di qualità dei servizi sanitari; in particolare effettua studi preparatori per gli atti di programmazione regionale, contribuisce agli indicatori sullo stato di salute della popolazione e ai risultati del servizio socio sanitario, definisce strumenti per l analisi dei bisogni sanitari, contribuisce alla elaborazione di strumenti per la promozione ed educazione alla salute, svolge analisi ed individua strumenti per verificare la qualità, l equità di accesso e la rispondenza ai fini della salute dei cittadini, di servizi, prestazioni sanitarie, presidi farmaceutici (anche in funzione dell attuazione del processo di accreditamento delle strutture sanitarie), assicura la circolazione dei risultati di analisi e ricerche effettuate. Svolge, previa comunicazione al Consiglio e Giunta regionale, attività di consulenza, studio e ricerca a favore delle aziende sanitarie, società della salute, enti locali e altri soggetti pubblici o privati. L attuale assetto organizzativo è conseguente alle modifiche introdotte dalla legge finanziaria per il che abolendo il Consiglio di amministrazione ed il Presidente, ha previsto, a decorrere dal primo rinnovo degli organi, il Comitato di indirizzo e controllo ed il Direttore; vi è poi il Collegio dei revisori dei conti che ovviamente non è stato interessato da tali modifiche. Il Comitato di indirizzo e controllo è composto da un Presidente, nominato dal Presidente della Giunta regionale, otto membri nominati dal Consiglio regionale uno dei quali su designazione della Conferenza regionale delle società della salute; la sua durata coincide con quella della legislatura. Esso ha appunto funzioni di indirizzo dell attività dell Agenzia, approvando il programma annuale e pluriennale e la relazione annuale dell attività. Si riunisce almeno mensilmente, su convocazione del Presidente o su richiesta di tre membri. Il Direttore, nominato dal Presidente della Giunta regionale, rappresenta l ARS e sovrintende all attuazione dei programmi, assicurandone la gestione ed esercitando la gestione amministrativa e finanziaria. Il Collegio dei revisori, composto da tre membri iscritti nel registro dei revisori contabili, nominato con deliberazione del Consiglio regionale, rimane in carica per 3 L.r. 29 dicembre 2010, n. 65, che ha disposto la modifica a decorrere dal primo rinnovo degli organi, avvenuto il 27 luglio

186 cinque anni. I suoi componenti sono soggetti ad incompatibilità con incarichi riguardanti il settore sanitario. Il Direttore è sovraordinato alle seguenti 6 strutture: - Direzione tecnico-amministrativa che presenta, al suo interno, il settore amministrativo; - Osservatorio Epidemiologia con due settori sociale e sanitario ; - Osservatorio qualità ed equità. Il personale ad essa riferibile al 31 dicembre 2012 è costituito da 52 unità 4, 3 delle quali appartenenti a qualifiche dirigenziali. Il finanziamento dell Agenzia è costituito dal contributo ordinario determinato dal piano sanitario e sociale integrato regionale a valere sul fondo sanitario regionale per il normale funzionamento ed esercizio di funzioni 5 e da ulteriori quote aggiuntive, sempre a valere sul fondo sanitario regionale, per l eventuale finanziamento di specifici progetti non compresi nel programma di attività 6 ; infine l Agenzia può godere di propri proventi e ricavi per prestazioni rese a terzi. 9.4 ARTEA Agenzia regionale toscana per le erogazioni in agricoltura ARTEA è stata istituita con l.r. 19 novembre 1999, n. 60, ai sensi dell art. 3, c. 3, del d.lgs. 27 maggio 1999, n. 165, recante Soppressione dell AIMA e istituzione dell Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA) a norma dell art. 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59. Essa svolge per la Regione Toscana le funzioni di organismo pagatore per programmi regionali e comunitari in agricoltura; inoltre ad essa sono affidate la gestione dell Anagrafe delle aziende agricole ed i procedimenti amministrativi ad essa connessi, compreso le attività istruttorie connesse ai pagamenti, i controlli amministrativi ed in loco, nonché l irrogazione di sanzioni previste dalla normativa comunitaria, nazionale e regionale. Organi di ARTEA sono il Direttore ed il Collegio dei revisori. Il Direttore, nominato dal Presidente della Giunta regionale, rappresenta legalmente l Agenzia e ne cura la gestione tecnica ed amministrativa. Il Collegio dei Revisori è composto da tre membri, iscritti nel registro dei revisori contabili, ed è nominato dal Consiglio regionale che individua il Presidente, previa designazione di due membri da parte, rispettivamente, dell Unione Province d Italia 4 Ulteriori 3 unità a tempo determinato, di cui un dirigente. 5 Art. 25 comma 1 lettera c) della l.r. n. 40/ Art. 25 comma 1 lettera b) della l.r. n. 40/

187 (UPI) e dell Unione Nazionale Comuni, Comunità ed Enti Montani (UNCEM). Il Collegio resta in carica per la stessa durata del Direttore per il quale è previsto un contratto di diritto privato di durata fino a cinque anni rinnovabile. Il Direttore fa capo alle seguenti 6 strutture: 1. Aiuti diretti ed interventi di mercato; 2. Sostegno allo sviluppo rurale e interventi strutturali; 3. Affari generali, bilancio, contabilizzazione e controlli oggettivi; 4. Anagrafe e sviluppo sistema integrato di gestione e controllo; 5. Esecuzione dei pagamenti, sistemi e sicurezza informatica; 6. Fondi strutturali e attuazione programmi regionali in materia di sviluppo economico. Il personale di ARTEA, per effetto della delibera di Giunta 24 gennaio 2012, n. 26, in attuazione della legge finanziaria per il 2012, con decorrenza 1 gennaio 2012, è stato trasferito nel ruolo organico della Giunta regionale. Il personale ad essa riferibile alla data del 31 dicembre 2012 conta 100 dipendenti dei quali 5 appartenenti alla qualifica dirigenziale, cui si aggiungono 29 unità a tempo determinato (tra i quali 1 dirigente). Le entrate dell Agenzia sono costituite da somme dell UE per il finanziamento o cofinanziamento del funzionamento degli organismi pagatori, dai contributi assegnati da AGEA e dalla Regione per l esercizio delle funzioni ed ogni altro contributo o provento (compresi proventi patrimoniali, lasciti e donazioni). Non costituiscono entrate tutte quelle assegnazioni destinate ad essere erogate a terzi a titolo di aiuto o contributo ARDSU TOSCANA Agenzia regionale per il diritto allo studio universitario L ARDSU è stata istituita a far data dal 1 luglio 2008 con l.r. 19 maggio 2008, n. 26, che ha modificato ed integrato il Testo unico della normativa della Regione Toscana in materia di educazione, istruzione, orientamento, formazione professionale e lavoro 8. L Azienda realizza interventi a favore degli iscritti ai corsi di studio delle Università degli studi e degli istituti di alta formazione e specializzazione artistica e musicale con sede in Toscana, con riguardo sia al momento di ingresso nel sistema universitario toscano, sia agli aspetti logistici e di possibilità di permanenza nelle 7 Art. 16, l.r. n. 60/ L.r. 26 luglio 2002, n

188 sedi di studio, (attivando appositi servizi di ristorazione, di alloggio 9 e di sostegno finanziario attraverso borse di studio ed altre forme), sia alle prospettive di collocazione professionale con azioni di orientamento al lavoro in rapporto con i centri per l'impiego. Sono organi dell'azienda il Consiglio di amministrazione, il Presidente e il Collegio dei revisori; il Consiglio di amministrazione dell'azienda, nominato con decreto del Presidente della Giunta regionale, è composto da cinque componenti, di cui uno con funzioni di Presidente, scelti dal Presidente della Giunta regionale, dal Presidente del Comitato Regionale di Coordinamento delle Università Toscane (CORECO) 10, o suo delegato permanente; dai tre Presidenti dei Consigli territoriali degli studenti. Il Consiglio di amministrazione dell'azienda definisce gli obiettivi ed i programmi da attuare, indica le priorità ed emana le direttive generali per l'azione amministrativa e la gestione, verifica la rispondenza dei risultati della gestione amministrativa alle direttive generali impartite; la sua durata coincide con quella della legislatura regionale. Il funzionamento dell Azienda è disciplinato da un regolamento, approvato dal Consiglio di amministrazione 11 secondo il quale il Consiglio nomina un Direttore cui sono riferibili i seguenti servizi relativi (presumibilmente) ad un settore tecnico e ad uno amministrativo (fig. 2); con riferimento al primo sono presenti i seguenti: 1. Servizio ICT; 2. Servizio Tecnico; 3. Servizio Gestione del Personale; 4. Servizio Sviluppo Organizzativo; 5. Servizio Comunicazione e Liberalità; 6. Servizio Tariffe, Applicativi, Protocollo e Atti. Con riferimento al settore prettamente amministrativo si individuano i seguenti settori: 7. Servizio Amministrativo e Contabilità; 8. Controllo di gestione; 9. Budget Coach; 10. Servizio Qualità e Sicurezza; 11. Servizio Contratti Forniture e Servizi; 9 Al 31 dicembre 2013 erano attivi posti letto, nelle sedi di Firenze, Pisa, Siena, Arezzo, Carrara, di cui rispettivamente a Firenze, a Pisa e Carrara e a Siena ed Arezzo. 10 Art. 3 del d.p.r. 27 gennaio 1998, n. 25, recante Regolamento recante disciplina dei procedimenti relativi allo sviluppo ed alla programmazione del sistema universitario, nonché ai comitati regionali di coordinamento, a norma dell'art. 20, comma 8, lettere a) e b), della legge 15 marzo 1997 n Sottoposto ad approvazione della Giunta regionale con delibera n dell 11 dicembre

189 12. Servizio Contratti Lavori e Patrimonio. Inoltre sono previste 4 articolazioni organizzative per ciascuna delle sedi territoriali di Firenze, Pisa e Siena tenendo conto dei servizi per gli studenti e delle loro specificità per ulteriori 12 unità organizzative: 1. Progetto Sportello Unico Studenti; 2. Area Benefici agli Studenti; 3. Area Residenze; 4. Area Ristorazione. Il personale a tempo indeterminato riferibile all Agenzia alla data del 31/12/12 è costituito da unità, 4 delle quali appartenenti al ruolo dirigenziale 13. Le entrate dell Azienda sono rappresentate da: a) finanziamenti regionali, statali e comunitari; b) proventi dei servizi resi per l attuazione degli interventi di propria competenza istituzionale; c) rimborsi, recuperi ed entrate diverse per i servizi resi dall Azienda; d) proventi derivanti dalla rendita e dall alienazione del patrimonio; e) accensione di mutui; f) donazioni, eredità, legati ed altri proventi e contributi di soggetti pubblici e privati; g) proventi delle sanzioni amministrative. 12 Dati forniti dalla Regione Toscana. 13 Ulteriori 2 unità a tempo determinato, dei quali un dirigente. 179

190 Fig. 2 Organigramma ARDSU. Fonte: sito web ARDSU (dicembre 2013). 180

191 9.6 IRPET Istituto regionale per la programmazione economica toscana L IRPET è regolata dalla l.r. 29 luglio 1996, n. 59; è ente di consulenza della Giunta e del Consiglio regionale per lo svolgimento di compiti di studio e ricerca in materia di programmazione, con particolare riferimento allo studio della struttura socio-economica e territoriale della Regione Toscana e relative trasformazioni e gli andamenti congiunturali, individua metodologie di programmazione, di valutazione e di verifica delle politiche, effettua studi preparatori per gli atti della programmazione regionale e per il piano di indirizzo territoriale regionale in ordine ai problemi economici, territoriali e sociali; assicura, infine, la circolazione delle conoscenze e dei risultati. L'Istituto, inoltre, può svolgere altre attività di studio, ricerca e consulenza su committenza di soggetti pubblici e privati diversi dalla Regione. Sono organi dell'istituto: il Comitato di indirizzo e controllo, il Direttore, il Comitato scientifico ed il Collegio dei revisori dei conti, essendo stati aboliti a decorrere dal 1 gennaio 2011 per effetto della legge finanziaria per il 2011, il Presidente ed il consiglio di amministrazione. Il Comitato di indirizzo e controllo è costituito da sette membri: il Presidente, nominato dal Presidente della Giunta regionale, quattro membri nominati dal Consiglio regionale, due membri nominati dal Consiglio delle autonomie locali; la sua durata in carica coincide con quella della legislatura regionale. Esso delibera il programma annuale e pluriennale di attività, su proposta del Direttore, approva la relazione annuale sull attività svolta dall Istituto, nomina i componenti del Comitato scientifico. Al Direttore compete la direzione scientifica, amministrativa e finanziaria dell Istituto. Egli rappresenta legalmente l Istituto e cura i rapporti con gli organi della Regione. Il Comitato scientifico è composto da non più di sette studiosi ed esperti nelle discipline oggetto dell'attività dell'istituto. Al suo interno elegge il Presidente; ha una durata coincidente con quella della legislatura regionale. Il Comitato scientifico esprime il parere preventivo sul programma pluriennale ed annuale di attività e su ogni altro oggetto, ad esso sottoposto dal Direttore in merito ai contenuti ed ai metodi degli studi e delle ricerche, effettua inoltre, valutazioni sui principali studi e ricerche anche al fine della loro pubblicazione. 181

192 La struttura è costituita da 5 Direzioni di Struttura Operativa individuati da Centri di Responsabilità cui sono riferibili distinte aree di ricerca e servizi per la gestione e lo sviluppo delle risorse. A capo della struttura vi è il Direttore, coadiuvato da un Dirigente coordinatore vicario che è anche Direttore della struttura operativa complessa Centro di Responsabilità II contraddistinto dall Area di ricerca: Lavoro, istruzione, welfare. Gli ulteriori 4 Direzioni della struttura operativa presentano rispettivamente le seguenti Aree di ricerca: - Struttura operativa complessa Centro di Responsabilità I: Area di ricerca Territorio, Economia pubblica ; - Struttura operativa Centro di Responsabilità III: Area di ricerca Macroeconomia regionale ; - Struttura operativa Centro di Responsabilità IV: Area di ricerca Sviluppo locale, settori produttivi e imprese ; - Struttura operativa complessa Centro di Responsabilità V: Area di ricerca Attività amministrative e finanziarie. L IRPET conta, al 31 dicembre 2012, 28 dipendenti di ruolo, 4 dei quali appartenenti alla qualifica dirigenziale; vi sono poi ulteriori 10 unità a tempo determinato fra i quali, un dirigente. L'Istituto è finanziato dal contributo annuale della Regione a copertura delle spese di funzionamento e delle attività istituzionali, con contributi regionali per il finanziamento di ulteriori attività con la Regione di analisi e documentazione, informazione ed elaborazione statistica, informazione bibliografica e similari, nonché con i proventi derivanti da attività dell'istituto a favore di soggetti pubblici e privati. 9.7 Gli enti parco La l.r. 16 marzo 1994, n. 24, ha istituito l Ente Parco Regionale della Maremma e l Ente Parco Regionale di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli, in attuazione dell art. 23, della l. 6 dicembre 1991, n. 394, legge quadro sulle aree naturali protette 1. Gli enti parco già esistenti a quella data erano gestiti in via provvisoria da consorzi tra comuni interessati dalle aree protette. In attuazione del testo unico, tali enti sono stati costituiti quali enti di diritto pubblico dotati di un proprio statuto e di propri organi. 1 Il Parco della Maremma e il Parco di Migliarino, Massaciuccoli e San Rossore erano già istituiti e delimitati rispettivamente dalla l.r. 5 luglio 1975, n. 65, dalla l.r. 13 dicembre 1979, n. 61 e successive modificazioni. La gestione degli stessi era affidata in via provvisoria a consorzi tra i comuni. 182

193 Analogamente, con l.r. 11 agosto 1997, n. 65, in attuazione della già citata legge quadro sulle aree naturali protette, è stato istituito l ente Parco regionale delle Alpi Apuane, già esistente in forza della l.r. 21 gennaio 1985, n. 5, che prevedeva la sua gestione attraverso un consorzio tra vari comuni e comunità montane insistenti nel suo territorio. Sono organi degli enti parco: il Presidente, il Consiglio direttivo, la Comunità del parco, il Collegio regionale unico dei revisori. Il Presidente, avente la legale rappresentanza dell ente, è nominato dal Presidente della Giunta regionale sulla base di un elenco di almeno tre nominativi designati dalla Comunità del Parco. Il Consiglio direttivo, nominato dal Consiglio regionale, è composto oltre che dal Presidente dell'ente, che lo presiede e convoca, da un numero di componenti che varia in base alle previsioni statutarie di ciascun ente Parco: - dodici membri nel caso del Parco Apuane 2 ; - dieci membri nel Parco della Maremma 3 ; - dieci membri nel Parco di San Rossore 4 ; I membri scelti dal Consiglio regionale, tra esperti aventi qualificazione, comprovata da adeguato curriculum, per titoli tecnico-scientifici, esperienza amministrativa o esperienza comunque maturata in materia di tutela, valorizzazione e gestione del patrimonio ambientale e delle risorse locali sono in numero di tre nel caso del Parco regionale di Maremma e due nei restanti casi. Il Consiglio direttivo adotta le modifiche dello Statuto, il piano per il Parco, il regolamento del Parco, il bilancio preventivo economico, il bilancio di esercizio, adotta ed approva i piani di gestione ed esercita le ulteriori funzioni attribuitegli dallo Statuto. La Comunità del Parco è composta, con la rappresentatività prevista dallo Statuto, dai Sindaci dei Comuni e dai Presidenti delle Province e delle Comunità Montane i cui territori sono ricompresi, anche parzialmente, nel Parco. La Comunità del Parco, svolge funzioni consultive e propositive per l'ente. In particolare esprime parere obbligatorio sul regolamento e sul piano per il Parco, sui piani di gestione, sul bilancio e sul conto consuntivo. La Comunità del Parco adotta altresì il piano di sviluppo economico e sociale del Parco e vigila sulla sua attuazione. 2 Art. 6, c. 1, l.r. n. 65/1997 e art. 10 Statuto del Parco. 3 Art. 13 Statuto del Parco. 4 Art. 8 Statuto del Parco. 183

194 Infine il Collegio unico dei revisori composto da tre componenti e che è appunto unico per tutti gli enti Parco. La struttura organizzativa dell ente Parco Maremma è costituita da 3 settori dipendenti dal Direttore: Amministrativo, Tecnico e Vigilanza. Il personale ad essa riferibile è costituito da 25 unità, delle quali 2 appartenenti al ruolo dirigenziale. La struttura organizzativa dell ente Parco Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli è molto più articolata anche in termini di unità di personale assegnato; il Direttore fa capo a due macro settori: Settore Gestione indiretta e Settore Gestione diretta. La prima comprende la gestione della Tenuta di S. Rossore, mentre la seconda riguarda tutte le attività storiche dell Ente Parco cui si sono aggiunte quelle derivanti dalle varie deleghe regionali. Fanno parte della gestione indiretta i seguenti servizi: 1. Servizio Segreteria e Affari generali ; 2. Servizio Finanze e Bilancio ; 3. Servizio Promozione ed educazione ambientale ; 4. Servizio Conservazione e risanamento ambientale ; 5. Area Marina Protetta Secche della Meloria ; 6. Servizio Pianificazione del Territorio ; 7. Servizio del Corpo di vigilanza, Antincendio e protezione Civile. Fanno parte della gestione diretta i seguenti servizi: 8. Servizio Risorse Agro-zootecniche e forestali ; 9. Servizio Tutela Gestione ambientale ; 10. Servizio Rappresentanza. Il personale ad essa riferibile è costituito da 50 unità delle quali 1 a tempo determinato 5. Infine la struttura organizzativa dell ente Parco Apuane; alle dipendenze del Direttore vi è un Ufficio di Staff e le seguenti Unità operative complesse/semplici: 1. U.O.C. Affari contabili e personale; 2. U.O.C. Valorizzazione territoriale; 3. U.O.S. Vigilanza e gestione della fauna; 4. U.O.C. Interventi nel Parco; 5. U.O.S. Difesa del suolo; 6. U.O.S. Lavori pubblici; 5 Ad essi si aggiungono n. 19 dipendenti dei ruoli del Segretario generale della Presidenza della Repubblica in posizione di comando alla Regione Toscana e contestuale distacco presso l Ente Parco regionale dal 1 maggio 2000 per le esigenze della tenuta di San Rossore; e n. 3 dipendenti regionali in posizione di distacco presso l Ente Parco regionale dal 15/11/2011 al 14/06/

195 7. U.O.S. Ricerca e conservazione; 8. U.O.C. Pianificazione territoriale. Il personale ad essa riferibile è costituito da 23 unità delle quali un dirigente. Costituiscono entrate dell'ente da destinare al conseguimento dei fini istitutivi: i contributi ordinari e straordinari della Regione e degli altri enti pubblici, i contributi in conto capitale da parte dello Stato per le attività nelle aree naturali protette già istituite dalle regioni con proprie risorse, i contributi ed i finanziamenti a specifici progetti, i lasciti, le donazioni e le erogazioni liberali in denaro, eventuali redditi patrimoniali, i canoni delle concessioni, i diritti, i biglietti di ingresso e le tariffe dei servizi forniti dall'ente, i proventi di attività commerciali e promozionali, i proventi delle sanzioni derivanti dalle inosservanze delle norme e dei provvedimenti emanati dall'ente. 9.8 Terre regionali toscane L Ente Terre regionali Toscane, ex Azienda Agricola di Alberese 6, è oggi regolata dalla l.r. 27 dicembre 2012, n. 80. Il suo fine è la valorizzazione del patrimonio agricolo-forestale nella disponibilità della Regione, tramite lo sviluppo dell economia verde in sinergia con l imprenditoria privata attraverso l istituzione della banca della terra, al fine di valorizzare i terreni pubblici e privati attraverso un loro uso produttivo, per favorire l imprenditoria giovanile e promuovere il ricambio generazionale nel settore agricolo forestale. La banca della terra contiene un inventario completo e aggiornato dell'offerta dei terreni e delle aziende agricole di proprietà pubblica e privata disponibili per operazioni di affitto o di concessione, ivi compresi i terreni privati dichiarati temporaneamente disponibili. Sono organi dell ente, il Direttore ed il Collegio dei revisori. Il Direttore, nominato dal Presidente della Giunta regionale, è responsabile della gestione complessiva dell Ente ed è tenuto ad attuare gli indirizzi della Giunta regionale. Il personale dipendente è costituito da 34 unità, di cui un dirigente. Le entrate dell'ente sono costituite da: il contributo annuale per le spese di funzionamento, i finanziamenti della Regione finalizzati alle attività del piano annuale secondo quanto previsto dal PRAF di cui alla l.r. n. 1/2006, i proventi derivanti dalla gestione delle aziende agricole e delle altre superfici agricole e forestali nonché quelli derivanti dalle utilizzazioni dei beni censiti dalla banca della 6 Istituita da l.r. 27 luglio 1995, n

196 terra, altri contributi regionali, statali e comunitari, il ricorso al credito, ulteriori entrate eventuali. 9.9 Ente acque umbre toscane EAUT L EAUT è stato istituito con l.r. 28 ottobre 2011, n. 54, recante Ratifica dell'intesa tra la Regione Toscana e la Regione Umbria per la costituzione dell'ente Acque Umbre-Toscane (EAUT). Si prefigge lo scopo di assicurare continuità nella gestione del servizio pubblico delle opere infrastrutturali realizzate dall ente irriguo umbro toscano per l accumulo, l adduzione e la distribuzione delle acque per uso plurimo, a prevalenza irrigua, tra le Regioni Toscana e l Umbria. I suoi organi sono: il Consiglio di amministrazione, il Presidente ed il Collegio dei revisori dei conti; essi durano in carica cinque anni e sono rinnovabili per una sola volta. Il Consiglio di amministrazione è composto da tre membri di cui uno in rappresentanza della Regione Toscana, uno in rappresentanza della Regione Umbria e uno in rappresentanza del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali. Le Regioni Toscana e Umbria provvedono alternativamente all'atto di nomina del consiglio di amministrazione secondo le rispettive normative e, ai sensi dell art. 17, c. 1, la prima nomina spetta alla Regione Toscana. La funzione di Presidente, avente la rappresentanza legale dell Ente, è svolta dal rappresentante della Regione che ha provveduto all'adozione dell'atto di nomina del Consiglio di amministrazione. L attuale Presidente, unitamente al Consiglio di Amministrazione, è stato pertanto nominato dalla Regione Toscana con decreto del Presidente della Giunta regionale del 7 maggio 2012, n Il Collegio dei revisori dei conti è composto da tre membri, iscritti all'albo dei revisori legali, di cui uno in rappresentanza della Regione Toscana, uno in rappresentanza della Regione Umbria e uno in rappresentanza del Ministero dell'economia. L'atto di nomina dei componenti del Collegio dei revisori dei conti è effettuata dalla Regione che non nomina il Consiglio di amministrazione, conseguentemente esso è stato adottato dalla regione Umbria che ne nomina anche il membro con funzioni di Presidente. Le entrate dell'ente sono costituite dai ricavi derivanti dalle funzioni svolte e dai contributi ricevuti per le opere progettazione ed esecuzione di opere di accumulo, adduzione e distribuzione delle acque a scopo prevalentemente irriguo, e alla relativa gestione, esercizio e manutenzione, nell'ambito delle competenze attribuite dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali in regime di concessione 186

197 delega e dalle Regioni Toscana e Umbria, nonché opere pubbliche irrigue, di bonifica idraulica ed infrastrutturali, compresa la produzione e vendita di energia. L'Ente può fare ricorso al credito, previa autorizzazione delle Regioni Toscana e Umbria, esclusivamente per il finanziamento di spese di investimento, secondo termini e limiti stabiliti dalla legge Il LaMMA - Laboratorio di monitoraggio e modellistica ambientale per lo sviluppo sostenibile Il LaMMA, già istituito con l.r. 23 febbraio 2005, n. 35, è attualmente disciplinato dalla l.r. 17 luglio 2009, n. 39. Il LaMMA è un consorzio cui possono partecipare, oltre alla Regione cui è riservata una partecipazione maggioritaria, il Consiglio nazionale delle ricerche (CNR), gli enti pubblici territoriali, le Università e gli altri enti pubblici di ricerca operanti nei settori oggetto dell'attività del LaMMA consistente in: rilevazione, studio ed elaborazione dati nei settori della meteorologia, climatologia, idrologia e oceanografia (fornendo in particolare previsioni meteorologiche alla Regione); acquisizione e sviluppo di basi dati spaziali, creazione e diffusione di modelli finalizzati alla tutela dell'ambiente e del territorio; rilevazione, studio ed elaborazione dati e sviluppo basi dati finalizzate allo studio dei cambiamenti climatici e alla riduzione delle emissioni climalteranti. Il consorzio svolge, senza scopo di lucro, le suddette attività a esclusivo supporto delle attività istituzionali dei soggetti facenti parte del consorzio medesimo. Sono organi del LaMMA: l'assemblea dei soci, il comitato tecnico-scientifico, l'amministratore unico ed il collegio dei revisori. L'assemblea dei soci è composta dai rappresentanti degli enti consorziati. Il rappresentante della Regione in seno all'assemblea è il Presidente della Giunta regionale o l'assessore delegato; il numero dei voti spettante a ciascuno dei consorziati è proporzionale alla quota di partecipazione individuata dalla convenzione. Le sue principali funzioni sono l adozione del bilancio preventivo economico pluriennale e annuale e quella del piano annuale delle attività del consorzio (e sue eventuali modifiche in corso d'anno), adozione del bilancio di esercizio e la relazione di gestione, deliberazione dei regolamenti interni di funzionamento, approvazione della pianta organica del consorzio, deliberazioni in ordine all'ingresso ed al recesso dei consorziati. Il comitato tecnico-scientifico ha funzioni di indirizzo, di proposta e consultive in merito agli aspetti tecnico-scientifici delle attività svolte dal consorzio ed è composto da tre membri esperti in tali materie, nominati dal Presidente della Giunta 187

198 regionale che individua anche il Presidente, di cui un membro su designazione degli enti pubblici di ricerca consorziati. L'amministratore unico, anch egli nominato dal presidente della Giunta regionale, rappresenta legalmente il LaMMA e ne cura la gestione tecnica e amministrativa. Infine, il collegio dei revisori è composto da tre membri, iscritti nel registro dei revisori contabili, nominati dal Consiglio regionale che ne individua anche il presidente. Questi ultimi hanno una durata in carica di cinque anni, rinnovabile una sola volta. Il personale riferibile al 31 dicembre 2012 consta di 19 unità, dei quali un dirigente. Le entrate finanziarie del LaMMA sono costituite: dal contributo ordinario annuale della Regione e degli altri enti consorziati, determinato in misura proporzionale alle rispettive quote di partecipazione, a copertura delle spese di funzionamento e delle attività ordinarie, dagli ulteriori contributi straordinari dei consorziati, a copertura delle attività straordinarie, richieste dai consorziati e delle ulteriori spese di funzionamento ad esse relative Autorità portuale regionale L Autorità portuale regionale è stata istituita con l.r. 28 maggio 2012, n. 23. Essa esercita le sue funzioni nei porti di Viareggio, Giglio, Porto Santo Stefano e Marina di Campo consistenti nell adozione del piano annuale delle attività, pianificazione delle aree portuali, progettazione, realizzazione, gestione e manutenzione delle aree portuali, rilascio e gestione delle concessioni demaniali e di ogni altra concessione o autorizzazione nelle aree portuali, nonché formulazione, della proposta di bilancio preventivo economico annuale e pluriennale, e della proposta di bilancio di esercizio. Sono organi dell'autorità: un comitato portuale (per ciascun porto), il segretario generale ed il collegio dei revisori dei conti. Inoltre, per ciascun porto è istituita la commissione consultiva, composta da otto membri 7, esprime parere obbligatorio sul piano regolatore portuale, sul piano annuale delle attività e sugli indirizzi e direttive per il rilascio delle concessioni demaniali e di ogni altra concessione o autorizzazione nell'area portuale. 7 Tre designati dalle associazioni sindacali maggiormente rappresentative a livello regionale nel settore portuale, tre designati dalle organizzazioni imprenditoriali che operano nel porto, maggiormente rappresentative a livello provinciale nei settori economici interessati e due designati dalle organizzazioni del settore della pesca laddove presenti. 188

199 Il comitato portuale è composto: dal Presidente della Giunta regionale, che ne assume le funzioni di presidente, dall'assessore regionale in materia di trasporti, dal presidente della provincia territorialmente interessata, dal sindaco del comune territorialmente interessato, dal presidente della camera di commercio territorialmente interessata. Tutti i componenti possono essere rappresentati da loro sostituti. Ciascun comitato portuale, adotta il piano regolatore portuale, approva indirizzi e direttive in ordine alle concessioni demaniali e alle autorizzazioni e delibera sul loro rilascio, approva la relazione annuale sull'attività svolta e sulla gestione del porto. Il segretario generale è nominato dal Presidente della Giunta regionale d'intesa con il Sindaco del Comune di Viareggio, sentiti gli altri comuni interessati; la sua carica ha una durata di cinque anni ed è rinnovabile una sola volta. Egli ha la rappresentanza legale dell'autorità ed è responsabile dell'organizzazione e della gestione complessiva della medesima 8. Il collegio dei revisori dei conti è formato da tre componenti nominati dal Consiglio regionale fra i soggetti iscritti nel registro dei revisori contabili. Le entrate dell'autorità sono costituite: dal contributo regionale annuale per il funzionamento dell'ente, dagli ulteriori contributi ricevuti per le attività di manutenzione straordinaria delle opere esistenti e per la realizzazione di nuove opere previste nel piano annuale delle attività, dai finanziamenti ricevuti per la partecipazione a progetti regionali, nazionali e comunitari L apparato esterno conclusioni La rassegna effettuata sulla struttura organizzativa esterna alla Regione Toscana, ci fornisce, pur con delle approssimazioni dovute alla eterogeneità delle articolazioni operative trattate (svolgenti funzioni spesso assai diverse tra loro: dalle vere e proprie strutture operative agli enti di consulenza e studio) e la possibile incompletezza relativa a talune strutture periferiche un dato sintetizzato nella tab. 12. Essa aggrega le unità organizzative facenti parte delle agenzie regionali censite al fine di raccogliere una valutazione dimensionale sulla organizzazione della Regione Toscana che si aggiunge all amministrazione propriamente detta, essendo funzionale agli obiettivi e ai programmi ad essa afferenti. 8 Il segretario generale elabora il piano regolatore portuale, il piano annuale delle attività, la relazione annuale sull'attività svolta e sulla gestione del porto; predispone il bilancio preventivo economico annuale e pluriennale dell'autorità. 189

200 Tab Unità organizzative delle agenzie ed enti regionali. ARPAT APET ARS ARTEA ARDSU IRPET Ente Parco Maremma Ente Parco Migliarino, San Rossore Ente Parco Apuane Sedi centrali Sedi periferiche Totale Totale unità organizzative Fonte: elaborazione Corte dei conti. Inoltre, nella tabella seguente, sono stati riassunti i dati riguardanti il personale a tempo indeterminato e non, distinto secondo l appartenenza al ruolo dirigenziale e a quello delle qualifiche del comparto Regioni ed autonomie locali. Tab Personale assegnato alle agenzie ed enti regionali. (in euro) ENTI E AGENZIE dipendenti della Regione Toscana ai sensi dell'art. 50 dello Statuto N. Dirigenti al 31/12/2012 N. Quadri e impiegati al 31/12/2012 tempo tempo indet. det. Totale dipendenti in organico al 31/12/2012 Costo del personale al 31/12/2012 (iscritto in bilancio) tempo tempo indet. det. ARPAT APET ARS ARTEA* IRPET ARDSU Toscana Ente parco regionale della Maremma Ente parco regionale di Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli ** Ente parco regionale delle Alpi Apuane Ente Terre Regionali Toscane Consorzio Lamma Autorità Portuale regionale Totale Fonte: Regione Toscana. * Artea non sostiene più alcun costo dopo il passaggio nel 2012 del suo personale nell'organico della G.R. **Presso l ente Parco alla data del 31/12/2012 prestava servizio il seguente personale in regime di distacco: n. 19 dipendenti dei ruoli del Segretario generale della Presidenza della Repubblica in posizione di comando alla Regione Toscana e contestuale distacco presso l Ente Parco regionale dal 1 maggio 2000 per le esigenze della tenuta di San Rossore; e n. 3 dipendenti regionali in posizione di distacco presso l Ente Parco regionale dal 15/11/2011 al 14/06/2013. Infine, segue una elaborazione dei trasferimenti (pagamenti effettuati nel 2013) dalla Regione Toscana ai principali enti ed agenzie (tab. 14) che includono i costi di funzionamento della struttura ed i piani e programmi ad essi delegati, anche se non coincidono con il valore della produzione delle agenzie che attingono anche ad altre fonti di finanziamento. In taluni casi i costi di funzionamento appaiono particolarmente elevati in rapporto al valore della produzione, ma va considerato che in casi come l ARDSU 190

201 essi hanno a che fare con il mantenimento di strutture e servizi particolarmente complessi e costosi che attengono in fondo alla scelta politica, non solo non sindacabile da organi tecnici ma pienamente comprensibile, di sostenere finanziariamente la frequenza delle Università della regione. Tab Pagamenti dell anno 2013 ad enti ed agenzie. (in euro) Ente/Agenzia Totale liquidazioni 2013 ARTEA ,41 ARDSU ,90 ARPAT ,14 APET ,17 ARS ,26 IRPET ,93 Ente Parco regionale Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli ,77 Consorzio Lamma ,34 Ente Parco regionale della Maremma ,42 Ente Parco Apuane ,94 Ente Terre Regionali Toscane ,00 Totale ,28 Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati forniti dalla Regione. 10. Governo regionale, strategie e funzioni obiettivo Nell analisi della struttura organizzativa dell amministrazione Regione Toscana, dopo aver individuato la ripartizione delle risorse tra i vari assessorati, un primo report analizzerà il rapporto esistente tra i singoli assessorati e le strategie (misurandone il contributo apportato); in un secondo riquadro si indagherà sulla relazione intercorrente tra ciascun assessorato, le direzioni generali di riferimento e la spesa corrispondente (in termini di impegni), al netto delle contabilità speciali, classificata per funzioni obiettivo. Tale doppia analisi ha come scopo quello di creare una mappa di strategie e funzioni-obiettivo (e quindi della struttura del bilancio regionale) e, da una parte le funzioni di indirizzo politico, e dall altra quella della struttura gestionale. Questa prima elaborazione riguarda il riparto del bilancio 2013 per singoli assessorati: 191

202 Tab. 15 Contributi dei singoli assessorati al bilancio (in euro) Assessorato Impegni % sul totale Assessorato al diritto alla salute ,62 60,28% Assessorato alla Presidenza ,86 25,19% Assessorato alle Infrastrutture e mobilità ,00 5,25% Assessorato alle attività produttive, formazione e lavoro ,92 2,57% Assessorato alla scuola, ricerca ed università ,57 2,37% Assessorato al welfare e politiche per la casa ,99 1,05% Assessorato all'agricoltura ,98 0,94% Assessorato all'ambiente e all'energia ,32 0,81% Assessorato alla cultura, turismo e commercio ,86 0,80% Presidenza ,47 0,65% Assessorato all'urbanistica e pianificazione del territorio ,57 0,07% Giunta regionale ,63 0,02% Totale complessivo ,79 100,00% Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto della Regione. Nella lettura della predetta ripartizione della spesa è opportuno chiarire il significato delle voci Presidenza che riguarda il complesso di capitoli di spesa direttamente riferibili al Presidente della Giunta, da separare dunque dall Assessorato alla Presidenza cui corrisponde un soggetto distinto con proprie attribuzioni; infine si segnala la Giunta regionale quale titolare di specifici capitoli di spesa. 192

203 Fig. 3 - Contributo dei singoli assessorati al bilancio Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto della Regione. Si evidenzia che la presente analisi farà riferimento all assetto organizzativo definito con il decreto Presidente di Giunta Regionale n. 42 del 14 marzo 2013, di cui si è detto nel paragrafo 3 del presente capitolo Il Presidente della Giunta regionale Alla Presidenza della Giunta sono riferibili, secondo il DPGR del 14 marzo 2013, n. 42, le Direzioni Generali Presidenza, Diritti di cittadinanza e coesione sociale, Competitività del sistema e sviluppo delle competenze ed Avvocatura, ma in generale egli ha competenze che estendono su ben 8 articolazioni organizzative generali. Dall esame del rendiconto 2013 i contributi dello stesso alle strategie risultano essere concentrati principalmente sulla strategia istituzionale, per euro 51,41 193

204 milioni, sull amministrazione regionale per euro 23,65 milioni e sulla strategia economica, per euro 3, 42 milioni. Ma sono presenti anche, in via residuale, contributi, nell ordine, alle strategie ambientale, culturale e formativa, e territoriale per un totale di euro 78,79 milioni. Fig. 4 - Presidenza Contributi alle strategie del bilancio di gestione Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione. Come già enunciato, per meglio comprendere la portata delle risorse gestite e la loro ripartizione è opportuno soffermarsi sulla distribuzione della spesa, in termini di impegni, riferibile alle Direzioni generali coinvolte e relative funzioni obiettivo. 194

205 Tab. 16 Impegni da rendiconto 2013 della Presidenza della Giunta. (in euro) PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE DIREZIONE GENERALE COD. F.O. FUNZIONE OBIETTIVO IMPEGNI 2013 AVVOCATURA 13 Attività istituzionale ,91 Sviluppo sistema autonomie locali e 11 COMPETITIVITÀ DEL difesa del cittadino ,00 SISTEMA REGIONALE E 13 Attività istituzionale SVILUPPO DELLE Politiche intersettoriali di sviluppo 51 COMPETENZE dell'economia ,87 71 Organizzazione degli uffici regionali ,66 11 Sviluppo sistema autonomie locali e difesa del cittadino ,73 13 Attività istituzionale ,97 DIRITTI DI 22 Sistema e strutture sociali CITTADINANZA E 26 Programmi di sviluppo dei servizi COESIONE SOCIALE Politiche intersettoriali di sviluppo ,00 dell'economia 63 Tutela e valorizzazione della cultura ,00 11 Sviluppo sistema autonomie locali e difesa del cittadino ,95 12 Attività internazionale ,00 13 Attività istituzionale ,02 14 Sviluppo organizzazione regionale ,23 ORGANIZZAZIONE 22 Sistema e strutture sociali 34 Attività generali per il territorio ,00 42 Tutela dell'ambiente e riduzione degli inquinamenti 3.797,38 51 Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia ,88 71 Organizzazione degli uffici regionali ,08 POLITICHE AMBIENTALI, ENERGIA E CAMBIAMENTI 43 Attività generali per l'ambiente ,00 CLIMATICI POLITICHE MOBILITÀ, 13 Attività istituzionale ,00 INFRASTRUTTURE E TRASPORTO PUBBLICO 43 Attività generali per l'ambiente LOCALE 11 Sviluppo sistema autonomie locali e difesa del cittadino ,45 12 Attività internazionale ,86 13 Attività istituzionale ,27 14 Sviluppo organizzazione regionale ,80 26 Programmi di sviluppo dei servizi 43 Attività generali per l'ambiente Politiche intersettoriali di sviluppo 51 PRESIDENZA dell'economia ,74 Politiche per la valorizzazione e 53 qualificazione delle attività turistiche commerciali e termali 61 Promozione del sistema integrato istruzione-formazione-lavoro 71 Organizzazione degli uffici regionali ,45 73 Gestione finanziaria e patrimoniale - 74 Somme non attribuibili ,31 SEGRETERIE ORGANI POLITICI DELLA GIUNTA 13 Attività istituzionale ,91 Totale ,47 Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione. Come risulta dall analisi si viene a creare una competenza intrecciata di differenti referenti dell Autorità di indirizzo politico sulle Direzioni generali Organizzazione, Politiche ambientali, energia e cambiamenti climatici, Politiche mobilità, infrastrutture e trasporto pubblico locale. Tale fenomeno si riscontra per tutti gli assessorati. 195

206 10.2 Assessorato al diritto alla salute Ha competenza, ovviamente, sulla Direzione generale Diritti di cittadinanza e coesione sociale ed il contributo alle strategie si esplica quasi esclusivamente su quella sociale per euro 7.296,77 milioni. Fig. 5 - Assessorato al diritto alla salute contributi alle strategie del rendiconto Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione. In relazione al rendiconto 2013, le risultanze sono quelle riportate nella tab. 17. Tab. 17 Impegni da rendiconto 2013 dell Assessorato al diritto alla salute. (in euro) ASSESSORATO AL DIRITTO ALLA SALUTE DIREZIONE GENERALE COMPETITIVITÀ DEL SISTEMA REGIONALE E SVILUPPO DELLE COMPETENZE DIRITTI DI CITTADINANZA E COESIONE SOCIALE ORGANIZZAZIONE POLITICHE AMBIENTALI, ENERGIA E CAMBIAMENTI CLIMATICI COD. F.O. 24 FUNZIONE OBIETTIVO IMPEGNI 2013 Strutture e organizzazione del sistema sanitario ,00 13 Attività istituzionale ,10 22 Sistema e strutture sociali 23 Servizi sociali ,89 24 Strutture e organizzazione del sistema sanitario ,15 25 Mantenimento dei livelli di assistenza ,42 26 Programmi di sviluppo dei servizi ,81 24 Strutture e organizzazione del sistema sanitario ,46 26 Programmi di sviluppo dei servizi 5.004,73 24 Strutture e organizzazione del sistema sanitario ,32 Strutture e organizzazione del sistema ,74 PRESIDENZA sanitario 26 Programmi di sviluppo dei servizi Totale ,62 Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione. 196

207 Milioni In taluni casi è da segnalare la difficoltà di rintracciare gli atti di attribuzione delle deleghe relative all indirizzo su specifiche strutture in relazioni a funzioni obiettivo, sintomo della estrema complessità del modello organizzativo Assessorato alla Presidenza L Assessore alla Presidenza ha competenza su 3 articolazioni generali: la direzione Organizzazione, in piccola misura quella Politiche ambientali, energia etc., ma principalmente la Direzione generale Presidenza, la quale presenta fondi complessivi per euro 2.773,94 milioni. La dimensione straordinaria di tale volume di impegni deriva dalla competenza in materia di gestione finanziaria, comprensiva di trasferimenti e fondi di rotazione, che in realtà rivestono la natura di servizi finanziari all intera struttura regionale. Si aggiungono nel campo della strategia sociale 217,28 milioni di effettiva gestione e il non trascurabile finanziamento di 56,50 milioni per la strategia istituzionale. Fig. 6 - Assessorato alla Presidenza - contributi alle strategie del rendiconto , , , , ,00 Anno ,00 - Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione. Nel particolare, possiamo individuare le Direzioni generali riferibili a tale assessorato, secondo le risultanze del rendiconto. 197

208 Tab Impegni da rendiconto 2013 dell Assessorato alla Presidenza. (in euro) ASSESSORATO ALLA PRESIDENZA DIREZIONE GENERALE ORGANIZZAZIONE POLITICHE AMBIENTALI, ENERGIA E CAMBIAMENTI CLIMATICI PRESIDENZA COD. F.O. FUNZIONE OBIETTIVO IMPEGNI Attività istituzionale 24 Strutture e organizzazione del sistema sanitario 71 Organizzazione degli uffici regionali 72 Funzionamento enti ed agenzie regionali , ,00 73 Gestione finanziaria e patrimoniale ,16 Sviluppo sistema autonomie locali e difesa 11 del cittadino ,00 71 Organizzazione degli uffici regionali 2.775,89 Sviluppo sistema autonomie locali e difesa 11 del cittadino ,99 13 Attività istituzionale ,18 23 Servizi sociali 24 Strutture e organizzazione del sistema sanitario ,00 31 Modernizzazione delle infrastrutture ,87 Tutela dell'ambiente e riduzione degli 42 inquinamenti ,76 Politiche per l'innovazione imprenditoriale 52 e per lo sviluppo compatibile del territorio ,84 rurale, agricolo e forestale Promozione del sistema integrato 61 istruzione-formazione-lavoro 71 Organizzazione degli uffici regionali 73 Gestione finanziaria e patrimoniale 74 Somme non attribuibili , , ,77 Totale ,86 Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione Assessorato alle infrastrutture e mobilità L Assessorato alle infrastrutture e mobilità ha competenza sulla Direzione generale Politiche, mobilità, infrastrutture e trasporto pubblico locale. Come si rileva dalla fig. 7, l assessorato contribuisce alla strategia territoriale per euro 628,05 milioni e alla strategia sociale per euro 5,08 milioni. 198

209 Fig. 7 - Assessorato alle infrastrutture e mobilità - contributi alle strategie del rendiconto Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione. Dall analisi del rendiconto emergono, in questo caso, competenze su ulteriori direzioni generali, rispetto alle attribuzioni da decreto del Presidente della Giunta con particolare riferimento alla Direzione generale Presidenza dove gli impegni presentano una certa rilevanza essendo pari a 1,94 milioni (rappresentati nella strategia istituzionale). Tab Impegni da rendiconto 2013 dell Assessorato alle infrastrutture e mobilità. (in euro) DIREZIONE GENERALE COD. F.O. FUNZIONE OBIETTIVO IMPEGNI 2013 GOVERNO DEL TERRITORIO 34 Attività generali per il territorio ,25 31 Modernizzazione delle infrastrutture ORGANIZZAZIONE 32 Efficienza del sistema regionale dei trasporti ,00 34 Attività generali per il territorio ASSESSORATO Azioni rivolte a garantire 21 ALLE l'accessibilità ai servizi del cittadino ,00 INFRASTRUTTURE POLITICHE MOBILITÀ, 31 Modernizzazione delle infrastrutture ,79 E MOBILITÀ INFRASTRUTTURE E Efficienza del sistema regionale dei 32 TRASPORTO PUBBLICO trasporti ,66 LOCALE 34 Attività generali per il territorio ,90 72 Funzionamento enti ed agenzie regionali ,00 13 Attività istituzionale ,40 PRESIDENZA 31 Modernizzazione delle infrastrutture 34 Attività generali per il territorio Totale ,00 Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione. 199

210 10.5 Assessorato alle attività produttive, formazione e lavoro L assessorato alle attività produttive, formazione e lavoro ha competenza che si estendono su 5 direzioni generale e, in particolare, quella Competitività del sistema regionale e sviluppo delle competenze e Diritti di cittadinanza e coesione sociale. I contributi alle strategie sono riportati nelle seguenti misure: strategia culturale e formativa con 161,92 milioni; strategia economica per 142,54 milioni; amministrazione regionale : 6,28 milioni. Fig. 8 - Assessorato alle attività produttive, formazione e lavoro - contributi alle strategie del rendiconto Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione. 200

211 Anche in questo caso l analisi del rendiconto (tab. 20) evidenzia competenze aggiuntive per una entità di impegni di 1,48 milioni di pertinenza della direzione generale Organizzazione. Tab Impegni da rendiconto 2013 dell Assessorato attività produttive, formazione e lavoro. (in euro) ASSESSORATO ATTIVITÀ PRODUTTIVE, FORMAZIONE E LAVORO DIREZIONE GENERALE COMPETITIVITÀ DEL SISTEMA REGIONALE E SVILUPPO DELLE COMPETENZE DIRITTI DI CITTADINANZA E COESIONE SOCIALE ORGANIZZAZIONE POLITICHE AMBIENTALI, ENERGIA E CAMBIAMENTI CLIMATICI COD. F.O. FUNZIONE OBIETTIVO IMPEGNI Attività istituzionale 51 Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia ,48 Politiche per lo sviluppo compatibile, 54 qualificazione e innovazione ,18 dell'industria e dell'artigianato 61 Promozione del sistema integrato istruzione-formazione-lavoro ,80 74 Somme non attribuibili ,56 51 Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia ,71 51 Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia ,96 Politiche per lo sviluppo compatibile, 54 qualificazione e innovazione dell'industria e dell'artigianato 61 Promozione del sistema integrato istruzione-formazione-lavoro ,23 51 Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia Politiche intersettoriali di sviluppo PRESIDENZA 51 dell'economia Totale ,92 Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione Assessorato alla scuola, ricerca ed università L assessorato alla scuola, ricerca ed università ha competenze su 3 direzioni generali: Competitività del sistema e sviluppo delle competenze, Organizzazione e Presidenza ; le risorse gestite, suddivise per strategie, sono distribuite in 141,65 milioni nella strategia amministrazione regionale ; 109,53 milioni nella strategia culturale e formativa ; 35,09 milioni in quella istituzionale. 201

212 Fig. 9 - Assessorato alla scuola, ricerca ed università - contributi alle strategie del rendiconto Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione. Tab Impegni da rendiconto 2013 dell Assessorato alla scuola, ricerca ed università. (in euro) DIREZIONE GENERALE COD. F.O. FUNZIONE OBIETTIVO IMPEGNI Attività istituzionale 14 Sviluppo organizzazione regionale ,00 23 Servizi sociali 43 Attività generali per l'ambiente COMPETITIVITÀ DEL 51 Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia SISTEMA REGIONALE E SVILUPPO DELLE Politiche per l'innovazione imprenditoriale e per COMPETENZE 52 lo sviluppo compatibile del territorio rurale, agricolo e forestale 61 Promozione del sistema integrato istruzioneformazione-lavoro ,99 71 Organizzazione degli uffici regionali ,00 GOVERNO DEL Promozione del sistema integrato istruzioneformazione-lavoro 61 TERRITORIO Sviluppo sistema autonomie locali e difesa del 11 ASSESSORATO cittadino ,20 ALLA SCUOLA, 13 Attività istituzionale ,30 RICERCA ED 14 Sviluppo organizzazione regionale ,25 UNIVERSITÀ 24 Strutture e organizzazione del sistema sanitario 51 Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia ORGANIZZAZIONE Politiche per l'innovazione imprenditoriale e per 52 lo sviluppo compatibile del territorio rurale, ,46 agricolo e forestale 61 Promozione del sistema integrato istruzioneformazione-lavoro 71 Organizzazione degli uffici regionali ,39 74 Somme non attribuibili ,35 POLITICHE MOBILITÀ, INFRASTRUTTURE E TRASPORTO PUBBLICO 51 Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia LOCALE 13 Attività istituzionale ,07 14 Sviluppo organizzazione regionale ,00 PRESIDENZA Promozione del sistema integrato istruzioneformazione-lavoro Organizzazione degli uffici regionali 314,56 Totale ,57 Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione. 202

213 10.7 Assessorato al welfare e alle politiche per la casa L assessorato al welfare e politiche per la casa ha competenza sulla Direzione generale Diritti di cittadinanza e coesione sociale. In termini di strategie l assessorato esprime indirizzo su risorse pari a 85,74 milioni nella strategia sociale, 28,92 milioni nella strategia territoriale ed 7,17 milioni nella strategia istituzionale ; sono presenti ulteriori contributi, in misura residuale nelle strategie culturale e formativa ed economica. Fig Assessorato al welfare e alle politiche per la casa - contributi alle strategie del rendiconto Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione. 203

214 Tab Impegni da rendiconto 2013 dell Assessorato al welfare e politiche per la casa. (in euro) DIREZIONE GENERALE COMPETITIVITÀ DEL SISTEMA REGIONALE E SVILUPPO DELLE COMPETENZE COD. F.O. 51 FUNZIONE OBIETTIVO IMPEGNI 2013 Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia 11 Sviluppo sistema autonomie locali e difesa del cittadino ,88 12 Attività internazionale 13 Attività istituzionale ,57 14 Sviluppo organizzazione regionale 21 Azioni rivolte a garantire l'accessibilità ai servizi del cittadino ,61 22 Sistema e strutture sociali ,20 DIRITTI DI 23 Servizi sociali ,45 CITTADINANZA E Strutture e organizzazione del sistema COESIONE SOCIALE ,90 sanitario ASSESSORATO 26 Programmi di sviluppo dei servizi ,00 AL WELFARE E Sistema abitativo e riqualificazione 33 POLITICHE urbana PER LA CASA Politiche intersettoriali di sviluppo 51 dell'economia , ,00 62 Qualità dei servizi sportivi e di tempo libero ,45 11 Sviluppo sistema autonomie locali e difesa del cittadino 5.937,38 Azioni rivolte a garantire l'accessibilità ai 21 servizi del cittadino ORGANIZZAZIONE 22 Sistema e strutture sociali ,12 23 Servizi sociali ,20 33 Sistema abitativo e riqualificazione urbana 11 Sviluppo sistema autonomie locali e difesa del cittadino PRESIDENZA 22 Sistema e strutture sociali 23 Servizi sociali 62 Qualità dei servizi sportivi e di tempo libero Totale ,99 Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione Assessorato all agricoltura L assessorato all agricoltura ha competenza sulla Direzione generale Competitività del sistema e sviluppo delle competenze e ha competenze su strategie in queste dimensioni: 80,36 milioni sulla strategia economica ; 31,75 milioni sulla strategia istituzionale. 204

215 Fig Assessorato all agricoltura - contributi alle strategie del rendiconto Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione. Anche in questo caso, l indirizzo politico si estende sula direzione Presidenza per 29 milioni, e per 6,9 milioni su quella Organizzazione. 205

216 Tab Impegni da rendiconto 2013 dell Assessorato all agricoltura. (in euro) DIREZIONE GENERALE COD. F.O. FUNZIONE OBIETTIVO IMPEGNI Attività internazionale ,10 13 Attività istituzionale ,83 42 Tutela dell'ambiente e riduzione degli inquinamenti ,47 51 Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia Politiche per l'innovazione imprenditoriale e per lo sviluppo COMPETITIVITÀ DEL ,21 compatibile del territorio rurale, SISTEMA REGIONALE E agricolo e forestale SVILUPPO DELLE Politiche per la tutela della fauna COMPETENZE selvatica terrestre, della fauna 55 ittica, e per lo sviluppo della ,24 itticoltura - disciplina della caccia e della pesca 71 Organizzazione degli uffici regionali ,39 Funzionamento enti ed agenzie ,00 regionali ASSESSORATO 74 Somme non attribuibili ALL AGRICOLTURA 14 Sviluppo organizzazione regionale ,89 51 Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia Politiche per l'innovazione imprenditoriale e per lo sviluppo ,19 compatibile del territorio rurale, ORGANIZZAZIONE agricolo e forestale Politiche per la tutela della fauna selvatica terrestre, della fauna 55 ittica, e per lo sviluppo della ,86 itticoltura - disciplina della caccia e della pesca 12 Attività internazionale 13 Attività istituzionale ,00 Politiche intersettoriali di sviluppo ,80 dell'economia PRESIDENZA Politiche per l'innovazione 52 imprenditoriale e per lo sviluppo compatibile del territorio rurale, agricolo e forestale Totale ,98 Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione Assessorato ambiente ed energia L assessorato all ambiente ed energia ha competenza sulla Direzione generale Politiche ambientali, energia e cambiamenti climatici; i suoi contributi alle strategie sono concentrati sulla strategia ambientale per 94,35 milioni, quindi in via residuale la strategia istituzionale per euro 1,90 milioni, amministrazione regionale per 1,62 milioni e la Strategia territoriale per 0,27 milioni. 206

217 Fig Assessorato all ambiente ed energia - contributi alle strategie del rendiconto Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione. Con riferimento alle Direzioni generali interessate, anche in questo caso l estrapolazione dei dati da rendiconto, individua la competenza di indirizzo politico anche su articolazioni ( Governo del territorio, Organizzazione, Politiche mobilità, infrastrutture e trasporto pubblico locale e Presidenza ) di cui non si è trovato riscontro esplicito nelle funzioni delegate. Questo lascerebbe presupporre che laddove esiste una competenza espressa in termini di funzione obiettivo non sempre è perfettamente coincidente con quella prevista dalle strutture organizzative. 207

218 Tab Impegni da rendiconto 2013 dell Assessorato all ambiente ed energia. (in euro) ASSESSORATO ALL AMBIENTE ED ENERGIA DIREZIONE GENERALE GOVERNO DEL TERRITORIO ORGANIZZAZIONE POLITICHE AMBIENTALI, ENERGIA E CAMBIAMENTI CLIMATICI POLITICHE MOBILITÀ, INFRASTRUTTURE E TRASPORTO PUBBLICO LOCALE PRESIDENZA COD. F.O. FUNZIONE OBIETTIVO IMPEGNI Attività generali per l'ambiente ,00 41 Recupero e valorizzazione delle risorse naturali ambientali 42 Tutela dell'ambiente e riduzione degli inquinamenti ,88 43 Attività generali per l'ambiente 11 Sviluppo sistema autonomie locali e difesa del cittadino ,63 13 Attività istituzionale ,74 14 Sviluppo organizzazione regionale 26 Programmi di sviluppo dei servizi 34 Attività generali per il territorio ,12 41 Recupero e valorizzazione delle risorse naturali ambientali ,80 42 Tutela dell'ambiente e riduzione degli inquinamenti ,06 43 Attività generali per l'ambiente ,09 51 Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia 72 Funzionamento enti ed agenzie regionali ,00 73 Gestione finanziaria e patrimoniale ,00 43 Attività generali per l'ambiente 14 Sviluppo organizzazione regionale 34 Attività generali per il territorio 41 Recupero e valorizzazione delle risorse naturali ambientali 42 Tutela dell'ambiente e riduzione degli inquinamenti 43 Attività generali per l'ambiente Totale ,32 Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione Assessorato alla cultura, turismo e commercio Anche l assessorato alla cultura, turismo e commercio insiste sulla Direzione generale Competitività del sistema e sviluppo delle competenze che ha le caratteristiche di amministrazione multiscopo. I suoi contributi in termini di strategie si presentano nella misura seguente: strategia culturale e formativa per 64,22 milioni, strategia economica per 32,11 milioni; strategia istituzionale : 600 mila euro. 208

219 Fig Assessorato alla cultura, turismo e commercio - contributi alle strategie del rendiconto Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione. L assessorato alla cultura irradia la sua competenza anche sulle direzioni Organizzazione e Presidenza. Tab Impegni da rendiconto 2013 dell Assessorato alla cultura, turismo e commercio. (in euro) DIREZIONE COD. GENERALE F.O. FUNZIONE OBIETTIVO IMPEGNI Sviluppo sistema autonomie locali e difesa del cittadino ,21 13 Attività istituzionale 21 Azioni rivolte a garantire l'accessibilità ai servizi del cittadino 22 Sistema e strutture sociali Strutture e organizzazione del COMPETITIVITÀ DEL 24 sistema sanitario SISTEMA REGIONALE 26 Programmi di sviluppo dei servizi E SVILUPPO DELLE Politiche intersettoriali di sviluppo COMPETENZE ,96 dell'economia Politiche per la valorizzazione e ASSESSORATO 53 qualificazione delle attività turistiche ,39 CULTURA, TURISMO E commerciali e termali COMMERCIO Promozione del sistema integrato ,00 istruzione-formazione-lavoro 63 Tutela e valorizzazione della cultura ,66 51 Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia ORGANIZZAZIONE Politiche per la valorizzazione e 53 qualificazione delle attività turistiche commerciali e termali 63 Tutela e valorizzazione della cultura ,64 13 Attività istituzionale Politiche per la valorizzazione e PRESIDENZA 53 qualificazione delle attività turistiche commerciali e termali 63 Tutela e valorizzazione della cultura Totale ,86 Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione.. 209

220 10.11 Assessorato all urbanistica e pianificazione del territorio L assessorato all urbanistica e pianificazione del territorio ha competenza più mirata sulla direzione generale Governo del territorio ed il contributo, in termini di strategie è quasi esclusivo sulla territoriale per 8,80 milioni. Fig Assessorato all urbanistica e pianificazione del territorio - contributi alle strategie del rendiconto Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione. Tab Impegni da rendiconto 2013 dell Assessorato all urbanistica e pianificazione del territorio. (in euro) DIREZIONE COD. GENERALE F.O. FUNZIONE OBIETTIVO IMPEGNI 2013 COMPETITIVITÀ DEL SISTEMA REGIONALE E SVILUPPO DELLE 63 Tutela e valorizzazione della cultura COMPETENZE ASSESSORATO ALL URBANISTICA E PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO GOVERNO DEL TERRITORIO 12 Attività internazionale 13 Attività istituzionale ,00 34 Attività generali per il territorio ,57 63 Tutela e valorizzazione della cultura 71 Organizzazione degli uffici regionali ORGANIZZAZIONE 34 Attività generali per il territorio 34 Attività generali per il territorio PRESIDENZA Recupero e valorizzazione delle 41 risorse naturali ambientali Totale ,57 Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione Giunta regionale Come detto in premessa, la Giunta regionale risulta titolare di alcuni capitoli di spesa; in relazione a ciò sono stati effettuati report analoghi a quelli degli 210

221 assessorati per analizzare il contributo in termini di strategie che è risultato essere il seguente: amministrazione regionale 2,76 milioni e strategia sociale 0,20 milioni (fig. 15). Fig Giunta regionale - contributi alle strategie del rendiconto Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione. Nel particolare la spesa si presenta distribuita tra le diverse Direzioni generali, come mostra la tabella seguente. Tab Impegni da rendiconto 2013 della Giunta regionale. (in euro) DIREZIONE GENERALE COD. F.O. FUNZIONE OBIETTIVO IMPEGNI Attività istituzionale ,63 COMPETITIVITÀ DEL Politiche intersettoriali di sviluppo SISTEMA REGIONALE E 51 dell'economia SVILUPPO DELLE Funzionamento enti ed agenzie COMPETENZE ,00 regionali GIUNTA REGIONALE DIRITTI DI CITTADINANZA Strutture e organizzazione del sistema 24 E COESIONE SOCIALE sanitario GOVERNO DEL TERRITORIO 34 Attività generali per il territorio ORGANIZZAZIONE 71 Organizzazione degli uffici regionali ,00 POLITICHE AMBIENTALI, ENERGIA E CAMBIAMENTI CLIMATICI 34 Attività generali per il territorio Totale ,63 Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione. L analisi fin qui condotta evidenzia una serie di competenze incrociate che non riguardano soltanto, come è in prima istanza evidente la natura stessa della Direzione generale Competitività del sistema regionale e sviluppo delle competenze, ma appaiono una caratteristica generale dell organizzazione amministrativa 211

222 toscana. La Direzione Presidenza, per esempio, gestisce attività e strutture che riferiscono a tutti gli assessori della giunta, e così la Direzione Organizzazione. Non che questo intreccio tra indirizzo politico e strutture generali dell organizzazione sia di per sé un elemento negativo. Va valutato tuttavia il fenomeno che per rendere funzionale tale meccanismo si rende necessario lo sviluppo di diversi livelli di coordinamento e di molteplici esercizi di monitoraggio. Analogamente, la classificazione delle spese per funzione obiettivo appare di difficile lettura, in considerazione del fatto che una stessa funzione obiettivo appare riferita a diversi riferimenti politici e distribuita tra numerose unità decisionali. Se si rovescia la prospettiva e si analizza ciascuna direzione generale in relazione agli assessori che si riferiscono ad essa - unitamente ai contributi ad essi riferibili in termini di impegno di spesa ne scaturisce il quadro seguente: 212

223 Tab Contributo delle Direzioni Generali al bilancio (in euro) Direzione Generale Assessore Impegni Assessore al welfare e politiche per la casa ,29 DIRITTI DI CITTADINANZA E Giunta regionale Assessore al diritto alla salute ,37 COESIONE SOCIALE Presidente della Giunta ,70 Assessore alle attività produttive, formazione e lavoro ,71 Totale ,07 Assessore al welfare e politiche per la casa Assessore all ambiente ed energia Assessore alla Presidenza ,49 Assessore alle infrastrutture e mobilità ,40 Assessore al diritto alla salute ,74 PRESIDENZA Assessore all urbanistica e pianif. del territorio Presidente della Giunta ,88 Assessore all agricoltura ,80 Assessore alla cultura, turismo e commercio Assessore alle attività produttive, formazione e lavoro Assessore alla scuola, ricerca e università ,63 Totale ,94 POLITICHE MOBILITÀ, INFRASTRUTTURE E TRASPORTO PUBBLICO LOCALE COMPETITIVITÀ DEL SISTEMA REGIONALE E SVILUPPO DELLE COMPETENZE ORGANIZZAZIONE POLITICHE AMBIENTALI, ENERGIA E CAMBIAMENTI CLIMATICI GOVERNO DEL TERRITORIO SEGRETERIE ORGANI POLITICI DELLA GIUNTA AVVOCATURA Assessore all ambiente ed energia Assessore alle infrastrutture e mobilità ,35 Presidente della Giunta ,00 Assessore alla scuola, ricerca e università Totale ,35 Assessore al welfare e politiche per la casa Giunta regionale ,63 Assessore al diritto alla salute ,00 Assessore all urbanistica e pianif. del territorio Presidente della Giunta ,53 Assessore all agricoltura ,24 Assessore alla cultura, turismo e commercio ,22 Assessore alle attività produttive, formaz. e lavoro ,02 Assessore alla scuola, ricerca e università ,99 Totale ,63 Assessore al welfare e politiche per la casa ,70 Assessore all ambiente ed energia ,88 Assessore alla Presidenza ,48 Assessore alle infrastrutture e mobilità ,00 Giunta regionale ,00 Assessore al diritto alla salute ,19 Assessore all urbanistica e pianif. del territorio Presidente della Giunta ,54 Assessore all agricoltura ,94 Assessore alla cultura, turismo e commercio ,64 Assessore alle attività produttive, formaz.e lavoro ,19 Assessore alla scuola, ricerca e università ,95 Totale ,51 Assessore all ambiente ed energia ,44 Assessore alla Presidenza ,89 Giunta regionale Assessore al diritto alla salute ,32 Presidente della Giunta ,00 Assessore alle attività produttive,formaz.e lavoro Totale ,65 Assessore all ambiente ed energia ,00 Assessore alle infrastrutture e mobilità ,25 Giunta regionale Assessore all urbanistica e pianif. del territorio ,57 Assessore alla scuola, ricerca e università Totale ,82 Presidente della Giunta ,91 Totale ,91 Presidente della Giunta ,91 Totale ,91 Totale complessivo ,79 Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati di rendiconto forniti dalla Regione.. 213

224 11. Considerazioni conclusive L amministrazione regionale della Toscana ha attuato importanti modifiche sull assetto organizzativo, tuttavia, l organizzazione attualmente in atto appare il risultato di accorpamenti, spostamenti, ricomposizioni ancora transitori. Il modello di struttura appare intrecciare funzioni verticali ed orizzontali, staff e line, di non agevole leggibilità, se non sulla base della ricostruzione storica dei singoli aggiustamenti. La Giunta regionale ha conseguito risultati importanti in termini di riduzione del numero di unità organizzative con poteri gestionali diretti (Settori) scesi da 120 a 92. Quanto alle direzioni generali, l indirizzo della riorganizzazione non appare di facile interpretazione laddove da una parte ha aggregato funzioni, come nel caso della direzione Competitività del sistema regionale etc, che appare una vera e proprio direzione di intervento sull economia reale; dall altra, nell aprile 2013, ha suddiviso funzioni che risultavano unite in una sola direzione (Direzione generale Politiche territoriali, ambientali e per la mobilità) in tre diverse unità relative a territorio, trasporti, ambiente ed energia. I correttivi apportati recentemente all organizzazione regionale hanno rafforzato le funzioni della Direzione Presidenza, attribuendo al direttore generale anche funzioni di coordinamento attraverso il Comitato Tecnico di Direzione. Tale funzione è stata ulteriormente potenziata con il trasferimento dalla direzione Organizzazione a quella Presidenza dell Area di coordinamento dei servizi finanziari. Tali correttivi assolvono a una esigenza di coordinamento e indirizzo unitario che è giustificata dalla complessità del bilancio suddiviso per strategie e funzioni-obiettivo. E da valutarsi in termini di programmazione strategica se non sia più efficiente ed economico trasformare questo assetto in un normale segretariato generale sovraordinato alle articolazioni di carattere generale (direzioni o dipartimenti). Merita attenta riflessione la natura fiduciaria del rapporto tra Autorità politica e alta amministrazione, resa evidente dai contratti dei direttori generali connessi in modo inderogabile alla scadenza della giunta che li ha nominati. Tale consustanzialità è del tutto accettabile per figure di diretta collaborazione e raccordo quali capi di gabinetto e segretari generali. La scelta di estenderla alle strutture principali dell amministrazione regionale (direzioni generali) ha reso necessario scelte derivate che hanno complicato ulteriormente la catena verticale dell organizzazione. 214

225 Sempre al fine di valutare l efficienza e la economicità dello strumento organizzativo, sarebbe opportuno interrogarsi sulla validità del permanere di ben tre livelli di articolazioni dirigenziali (Direzioni generali, Aree di coordinamento, Settori). Le Aree di coordinamento hanno rappresentato una funzione di raccordo affidata a dirigenti prevalentemente di ruolo per attività complesse che necessitano effettivamente di coordinamento e di un primo raccordo per omogeneità di materia. Tuttavia, la presenza di tali Aree non ha risparmiato alla Regione Toscana importanti investimenti nella costituzioni di esercizi di coordinamento intersettoriali, gruppi di lavoro interdirezionali, per la gestione di piani e programmi particolarmente complessi. Al riguardo, in data 17 giugno 2014, il Dirigente generale della Presidenza ha comunicato, in sede di contraddittorio, l intendimento della Giunta di adottare un profondo ripensamento della organizzazione, peraltro già allo studio da tempo, che prevede il superamento delle aree di coordinamento e la costituzione di una Direzione per ogni assessorato, nonché la trasformazione della DG Presidenza nella direzione sovraordinata gerarchicamente a tutte le altre direzioni. Si prende atto di tale decisione e del fatto che essa risponde alle indicazioni segnalate dalla Sezione nella presente relazione, in merito alle criticità dell organizzazione amministrativa regionale nell anno di riferimento. All esterno dell amministrazione regionale esiste una fitta rete di agenzie strumentali, funzionali al raggiungimento delle finalità istituzionali dell ente regionale. Appare urgente un attenta rassegna della funzionalità di ciascuna agenzia e, al suo interno, dell articolazione necessaria per assicurare le finalità di istituto, anche valutando le sovrapposizioni con le Direzioni generali, per esempio in materia di sanità e territorio. Il numero complessivo di unità organizzative, pari a 131, contribuisce di fatto a raddoppiare la dimensione organizzativa dell amministrazione. Fatta salva la necessità per impegni legislativi comunitari della esistenza di talune agenzie, come ARTEA; preso atto delle scelte politiche di fondo che hanno condotto al considerevole investimento sul diritto allo studio (ARDSU); e l eccellenza manifestata nel campo della ricerca economica (IRPET); in ogni caso, appare urgente una valutazione dettagliata dei costi di gestione delle singole agenzie, relativamente ai fondi gestiti e ai risultati conseguiti. Appare altresì urgente una disamina sulla organizzazione di Enti Parco e di Terre Regionali Toscane, valutando eventuali accorpamenti. Meriterebbe un approfondimento la funzione operativa della Agenzia per la Promozione economica della Toscana in rapporto ai programmi gestiti per le sue possibili sovrapposizioni con funzioni ordinarie affidate direttamente all amministrazione regionale. 215

226 216

227 APPENDICE AL CAP. IX 217

228 218

229 APPENDICE AL CAP. IX Corrispondenza tra strutture regionali e funzioni obiettivo. (in euro) ASSESSORATO WELFARE E POLITICHE PER LA CASA DIREZIONE GENERALE COMPETITIVITÀ DEL SISTEMA REGIONALE E SVILUPPO DELLE COMPETENZE DIRITTI DI CITTADINANZA E COESIONE SOCIALE AREA COORDINAMENTO/ SETTORE Politiche orizzontali di sostegno alle imprese Politiche sociali di tutela, legalità, pratica sportiva e sicurezza urbana, progetti integrati strategici Di diretta competenza del Direttore generale Politiche abitative Politiche per le persone immigrate e interventi per gli individui in condizioni di vulnerabilità Politiche di welfare regionale e cultura della legalità COD. F.O. 51 FUNZIONE OBIETTIVO IMPEGNI 2013 Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia 11 Sviluppo sistema autonomie locali e difesa 2.000,00 del cittadino 12 Attività internazionale 21 Azioni rivolte a garantire l'accessibilità ai servizi del cittadino 22 Sistema e strutture sociali ,29 23 Servizi sociali ,30 24 Strutture e organizzazione del sistema sanitario 26 Programmi di sviluppo dei servizi ,00 51 Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia 62 Qualità dei servizi sportivi e di tempo libero ,00 Sviluppo sistema 11 autonomie locali e difesa ,17 del cittadino 13 Attività istituzionale ,00 Azioni rivolte a garantire 21 l'accessibilità ai servizi del cittadino 22 Sistema e strutture sociali ,86 23 Servizi sociali 800,00 Strutture e 24 organizzazione del sistema sanitario 51 Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia 62 Qualità dei servizi sportivi e di tempo libero ,45 Azioni rivolte a garantire 21 l'accessibilità ai servizi del ,64 cittadino 33 Sistema abitativo e riqualificazione urbana ,23 22 Sistema e strutture sociali ,32 23 Servizi sociali ,82 11 Sviluppo sistema autonomie locali e difesa ,00 del cittadino 13 Attività istituzionale ,57 14 Sviluppo organizzazione regionale 21 Azioni rivolte a garantire l'accessibilità ai servizi del ,97 cittadino 22 Sistema e strutture sociali ,83 23 Servizi sociali ,00 24 Strutture e organizzazione del ,90 sistema sanitario 26 Programmi di sviluppo dei servizi ,00 219

230 Segue ASSESSORATO WELFARE E POLITICHE PER LA CASA DIREZIONE GENERALE DIRITTI DI CITTADINANZA E COESIONE SOCIALE ORGANIZZAZIONE PRESIDENZA AREA COORDINAMENTO/ SETTORE Politiche per l'integrazione socio sanitaria e la salute in carcere Tutela dei consumatori e utenti, politiche di genere, interventi contro le discriminazioni Sistemi informativi e tecnologie della conoscenza Infrastrutture e tecnologie per lo sviluppo della società dell'informazione Servizi generali e semplificazione dei processi COD. F.O. 22 FUNZIONE OBIETTIVO IMPEGNI 2013 Sistema e strutture sociali 11 Sviluppo sistema autonomie locali e difesa ,71 del cittadino 21 Azioni rivolte a garantire l'accessibilità ai servizi del ,00 cittadino 22 Sistema e strutture sociali ,90 23 Servizi sociali ,33 51 Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia ,00 23 Servizi sociali ,20 33 Sistema abitativo e riqualificazione urbana Azioni rivolte a garantire 21 l'accessibilità ai servizi del cittadino 23 Servizi sociali 22 Patrimonio e logistica 11 Amministrazione del personale Servizi infrastrutturali, tecnologie innovative e fonia Di diretta competenza del Direttore generale Risorse finanziarie Sistema e strutture sociali Sviluppo sistema autonomie locali e difesa del cittadino Azioni rivolte a garantire 21 l'accessibilità ai servizi del cittadino 23 Servizi sociali 11 Sviluppo sistema autonomie locali e difesa del cittadino Sviluppo sistema 11 autonomie locali e difesa del cittadino 22 Sistema e strutture sociali 23 Servizi sociali 62 Qualità dei servizi sportivi e di tempo libero , ,38 TOTALE ,99 AMBIENTE ED ENERGIA GOVERNO DEL TERRITORIO ORGANIZZAZIONE Sistema informativo territoriale e ambientale Sistemi informativi e tecnologie della conoscenza Infrastrutture e tecnologie per lo sviluppo della società dell'informazione Amministrazione del personale Servizi infrastrutturali, tecnologie innovative e fonia Attività generali per l'ambiente Recupero e valorizzazione delle risorse naturali ambientali Tutela dell'ambiente e riduzione degli inquinamenti Tutela dell'ambiente e riduzione degli inquinamenti Attività generali per l'ambiente Tutela dell'ambiente e riduzione degli inquinamenti Attività generali per l'ambiente , , ,19 220

231 Segue ASSESSORATO AMBIENTE ED ENERGIA DIREZIONE GENERALE POLITICHE AMBIENTALI, ENERGIA E CAMBIAMENTI CLIMATICI AREA COORDINAMENTO/ SETTORE Di diretta competenza del Direttore generale Rifiuti e bonifiche dei siti inquinati Ufficio tecnico del genio civile di Area vasta Firenze, Arezzo, Prato, Pistoia. Prevenzione sismica Ufficio tecnico del genio civile di Massa Carrara Tutela e gestione delle risorse idriche Energia, tutela della qualità dell'aria e dall'inquinamento elettromagnetico e acustico Prevenzione del rischio idraulico e idrogeologico Tutela e valorizzazione delle risorse ambientali COD. F.O FUNZIONE OBIETTIVO IMPEGNI 2013 Sviluppo organizzazione regionale Recupero e valorizzazione delle risorse naturali ambientali Tutela dell'ambiente e riduzione degli inquinamenti Attività generali per l'ambiente Funzionamento enti ed agenzie regionali Programmi di sviluppo dei servizi Tutela dell'ambiente e riduzione degli inquinamenti Attività generali per l'ambiente Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia Sviluppo sistema autonomie locali e difesa del cittadino Attività generali per il territorio Tutela dell'ambiente e riduzione degli inquinamenti Sviluppo sistema autonomie locali e difesa del cittadino Tutela dell'ambiente e riduzione degli inquinamenti Recupero e valorizzazione delle risorse naturali ambientali Tutela dell'ambiente e riduzione degli inquinamenti Attività generali per l'ambiente Gestione finanziaria e patrimoniale Recupero e valorizzazione delle risorse naturali ambientali Tutela dell'ambiente e riduzione degli inquinamenti Attività generali per l'ambiente Sviluppo sistema autonomie locali e difesa del cittadino Attività generali per il territorio Recupero e valorizzazione delle risorse naturali ambientali Tutela dell'ambiente e riduzione degli inquinamenti Recupero e valorizzazione delle risorse naturali ambientali Tutela dell'ambiente e riduzione degli inquinamenti Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia , , , , , , , , , , , , , , , ,83 221

232 Segue ASSESSORATO AMBIENTE ED ENERGIA DIREZIONE GENERALE POLITICHE AMBIENTALI, ENERGIA E CAMBIAMENTI CLIMATICI POLITICHE MOBILITÀ, INFRASTRUTTURE E TRASPORTO PUBBLICO LOCALE PRESIDENZA AREA COORDINAMENTO/ SETTORE Autorità di vigilanza sulle attività minerarie Ufficio tecnico del genio civile di Area vasta Grosseto, Siena e opere marittime Servizio idrologico regionale Protezione e valorizzazione fascia costiera e ambiente marino Ufficio tecnico del genio civile di Area vasta Livorno, Lucca, Pisa Programmazione porti commerciali, interporti e porti e approdi turistici Di diretta competenza del Direttore generale Risorse finanziarie Strumenti della valutazione, programmazione negoziata, controlli comunitari COD. F.O FUNZIONE OBIETTIVO IMPEGNI 2013 Programmi di sviluppo dei servizi Tutela dell'ambiente e riduzione degli inquinamenti Tutela dell'ambiente e riduzione degli inquinamenti 149,00 42 Tutela dell'ambiente e riduzione degli ,25 inquinamenti 43 Attività generali per l'ambiente Tutela dell'ambiente e 42 riduzione degli ,98 inquinamenti 43 Attività generali per l'ambiente ,00 Sviluppo sistema 11 autonomie locali e difesa del cittadino 13 Attività istituzionale ,74 Tutela dell'ambiente e 42 riduzione degli inquinamenti Attività generali per l'ambiente Sviluppo organizzazione regionale Attività generali per il territorio Recupero e valorizzazione delle risorse naturali ambientali Tutela dell'ambiente e riduzione degli inquinamenti Attività generali per l'ambiente TOTALE ,32 PRESIDENZA ORGANIZZAZIONE Servizi generali e semplificazione dei processi Patrimonio e logistica Di diretta competenza del Direttore generale Contratti 71 Strutture e 24 organizzazione del sistema sanitario 71 Organizzazione degli uffici regionali 72 Funzionamento enti ed agenzie regionali 13 Attività istituzionale 71 Organizzazione degli uffici regionali 73 Gestione finanziaria e patrimoniale 13 Attività istituzionale 73 Gestione finanziaria e patrimoniale Organizzazione degli uffici regionali , , , , ,00 222

233 Segue ASSESSORATO PRESIDENZA DIREZIONE GENERALE POLITICHE AMBIENTALI, ENERGIA E CAMBIAMENTI CLIMATICI PRESIDENZA AREA COORDINAMENTO/ SETTORE Ufficio tecnico del genio civile di Area vasta Firenze, Arezzo, Prato, Pistoia. Prevenzione sismica Ufficio tecnico del genio civile di Massa e Carrara Prevenzione del rischio idraulico e idrogeologico Autorità di vigilanza sulle attività minerarie Ufficio tecnico del genio civile di Area vasta Grosseto, Siena e opere marittime Ufficio tecnico del genio civile di Area vasta Livorno, Lucca, Pisa Di diretta competenza del Direttore generale Attività generali della presidenza Programmazione e controllo finanziario COD. F.O FUNZIONE OBIETTIVO IMPEGNI 2013 Organizzazione degli uffici regionali Organizzazione degli uffici regionali Sviluppo sistema autonomie locali e difesa del cittadino Organizzazione degli uffici regionali Organizzazione degli uffici regionali Organizzazione degli uffici regionali 13 Attività istituzionale ,00 101, , ,80 71 Organizzazione degli uffici regionali 71 Organizzazione degli uffici regionali 13 Attività istituzionale ,18 31 Modernizzazione delle infrastrutture ,87 Politiche per l'innovazione imprenditoriale e per lo 52 sviluppo compatibile del ,84 Contabilità territorio rurale, agricolo e forestale 71 Organizzazione degli uffici regionali ,86 73 Gestione finanziaria e patrimoniale ,66 74 Somme non attribuibili ,93 Tributi e sanzioni 73 Gestione finanziaria e patrimoniale ,11 Politiche per la partecipazione, ufficio ed osservatorio 13 Attività istituzionale 5.000,00 elettorale Risorse finanziarie 13 Attività istituzionale 23 Servizi sociali 24 Strutture e organizzazione del ,00 sistema sanitario 31 Modernizzazione delle infrastrutture 42 Tutela dell'ambiente e riduzione degli ,76 inquinamenti 61 Promozione del sistema integrato istruzioneformazione-lavoro 71 Organizzazione degli uffici regionali 73 Gestione finanziaria e patrimoniale 74 Somme non attribuibili ,84 223

234 Segue ASSESSORATO PRESIDENZA DIREZIONE GENERALE PRESIDENZA AREA COORDINAMENTO/ SETTORE Politiche fiscali e finanza locale Affari istituzionali e delle autonomie locali COD. F.O. FUNZIONE OBIETTIVO IMPEGNI Sviluppo sistema autonomie locali e difesa ,00 del cittadino 71 Organizzazione degli uffici regionali 73 Gestione finanziaria e patrimoniale ,45 74 Somme non attribuibili ,00 Sviluppo sistema 11 autonomie locali e difesa ,99 del cittadino TOTALE ,86 INFRASTRUTTU RE E MOBILITÀ GOVERNO DEL TERRITORIO ORGANIZZAZIONE POLITICHE MOBILITÀ, INFRASTRUTTURE E TRASPORTO PUBBLICO LOCALE PRESIDENZA Sistema informativo territoriale e ambientale Sistema informativo di supporto alle decisioni. Ufficio regionale di statistica Servizi infrastrutturali, tecnologie innovative e fonia Infrastrutture di trasporto strategiche e cave nel governo del territorio Di diretta competenza del Direttore generale Mobilità e infrastrutture Viabilità di interesse regionale Trasporto pubblico locale Programmazione porti commerciali, interporti e porti e approdi turistici Di diretta competenza del Direttore generale Risorse finanziarie Attività generali per il territorio Efficienza del sistema regionale dei trasporti Modernizzazione delle infrastrutture Efficienza del sistema regionale dei trasporti Attività generali per il territorio Modernizzazione delle infrastrutture Attività generali per il territorio Modernizzazione delle infrastrutture Attività generali per il territorio Azioni rivolte a garantire l'accessibilità ai servizi del cittadino Modernizzazione delle infrastrutture Efficienza del sistema regionale dei trasporti Attività generali per il territorio Azioni rivolte a garantire l'accessibilità ai servizi del cittadino Modernizzazione delle infrastrutture Attività generali per il territorio Modernizzazione delle infrastrutture Efficienza del sistema regionale dei trasporti Modernizzazione delle infrastrutture Efficienza del sistema regionale dei trasporti Attività generali per il territorio Funzionamento enti ed agenzie regionali , , , , , , , , , , , , , , , ,00 13 Attività istituzionale , Modernizzazione delle infrastrutture Attività generali per il territorio TOTALE ,00 224

235 Segue ASSESSORATO GIUNTA REGIONALE DIREZIONE GENERALE COMPETITIVITÀ DEL SISTEMA REGIONALE E SVILUPPO DELLE COMPETENZE DIRITTI DI CITTADINANZA E COESIONE SOCIALE GOVERNO DEL TERRITORIO ORGANIZZAZIONE POLITICHE AMBIENTALI, ENERGIA E CAMBIAMENTI CLIMATICI AREA COORDINAMENTO/ SETTORE Di diretta competenza del Direttore generale Pianificazione e organizzazione degli investimenti in sanità Di diretta competenza del Direttore generale Amministrazione del personale Di diretta competenza del Direttore generale COD. F.O. FUNZIONE OBIETTIVO IMPEGNI Attività istituzionale ,63 51 Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia 72 Funzionamento enti ed agenzie regionali , Strutture e organizzazione del sistema sanitario Attività generali per il territorio Organizzazione degli uffici regionali Attività generali per il territorio ,00 TOTALE ,63 DIRITTO ALLA SALUTE COMPETITIVITÀ DEL SISTEMA REGIONALE E SVILUPPO DELLE COMPETENZE DIRITTI DI CITTADINANZA E COESIONE SOCIALE Biblioteche, archivi e istituzioni culturali Prevenzione e sicurezza in ambienti di vita e di lavoro, alimenti e veterinaria Politiche sociali di tutela, legalità, pratica sportiva e sicurezza urbana, progetti integrati strategici Sistema informativo e tecnologie informatiche Politiche del farmaco, innovazione e appropriatezza Di diretta competenza del Direttore generale Pianificazione e organizzazione degli investimenti in sanità Sistema sociosanitario regionale Programmazione e organizzazione delle cure Qualità dei servizi, governo clinico e partecipazione Strutture e organizzazione del sistema sanitario Strutture e organizzazione del sistema sanitario Programmi di sviluppo dei servizi Strutture e organizzazione del sistema sanitario , , ,55 24 Strutture e organizzazione del sistema sanitario ,00 Strutture e 24 organizzazione del sistema sanitario 26 Programmi di sviluppo dei servizi ,57 13 Attività istituzionale ,10 22 Sistema e strutture sociali Strutture e 24 organizzazione del ,20 sistema sanitario 26 Programmi di sviluppo dei servizi ,87 Strutture e 24 organizzazione del ,08 sistema sanitario Strutture e 24 organizzazione del ,00 sistema sanitario 26 Programmi di sviluppo dei servizi ,00 23 Servizi sociali Strutture e 24 organizzazione del sistema sanitario 26 Programmi di sviluppo dei servizi ,55 Strutture e 24 organizzazione del ,00 sistema sanitario 26 Programmi di sviluppo dei servizi ,79 225

236 Segue ASSESSORATO DIRITTO ALLA SALUTE DIREZIONE GENERALE DIRITTI DI CITTADINANZA E COESIONE SOCIALE ORGANIZZAZIONE POLITICHE AMBIENTALI, ENERGIA E CAMBIAMENTI CLIMATICI PRESIDENZA AREA COORDINAMENTO/ SETTORE Finanza, contabilità e controllo Politiche per l'integrazione socio sanitaria e la salute in carcere Tutela dei consumatori e utenti, politiche di genere, interventi contro le discriminazioni Ricerca, innovazione e risorse umane Sistemi informativi e tecnologie della conoscenza Infrastrutture e tecnologie per lo sviluppo della società dell'informazione COD. F.O. FUNZIONE OBIETTIVO IMPEGNI Strutture e organizzazione del ,64 sistema sanitario 25 Mantenimento dei livelli di assistenza ,42 26 Programmi di sviluppo dei servizi ,85 23 Servizi sociali , Programmi di sviluppo dei servizi Strutture e organizzazione del sistema sanitario 13 Attività istituzionale Strutture e 24 organizzazione del sistema sanitario Programmi di sviluppo dei 26 servizi Strutture e 24 organizzazione del sistema sanitario Programmi di sviluppo dei 26 servizi 24 Patrimonio e logistica 24 Amministrazione del personale Sistema informativo di supporto alle decisioni. Ufficio regionale di statistica Organizzazione, reclutamento, assistenza normativa Formazione, competenze, sistemi di valutazione Ufficio tecnico del genio civile di Area vasta Firenze, Arezzo, Prato, Pistoia. Prevenzione sismica Di diretta competenza del Direttore generale Contabilità 24 Programmazione 24 Risorse finanziarie Strutture e organizzazione del sistema sanitario Strutture e organizzazione del sistema sanitario Strutture e organizzazione del sistema sanitario Programmi di sviluppo dei servizi Strutture e organizzazione del sistema sanitario Strutture e organizzazione del sistema sanitario Programmi di sviluppo dei servizi Strutture e organizzazione del sistema sanitario Strutture e organizzazione del sistema sanitario Strutture e organizzazione del sistema sanitario Strutture e organizzazione del sistema sanitario Strutture e organizzazione del sistema sanitario Programmi di sviluppo dei servizi , , , , , , , , , ,69 TOTALE ,62 226

237 Segue ASSESSORATO URBANISTICA E PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO DIREZIONE GENERALE COMPETITIVITÀ DEL SISTEMA REGIONALE E SVILUPPO DELLE COMPETENZE GOVERNO DEL TERRITORIO ORGANIZZAZIONE PRESIDENZA AREA COORDINAMENTO/ SETTORE Valorizzazione del patrimonio culturale Di diretta competenza del Direttore generale Sistema informativo territoriale e ambientale Pianificazione del territorio Tutela, riqualificazione e valorizzazione del paesaggio Servizi infrastrutturali, tecnologie innovative e fonia Di diretta competenza del Direttore generale COD. F.O. 63 FUNZIONE OBIETTIVO IMPEGNI 2013 Tutela e valorizzazione della cultura 13 Attività istituzionale 300,00 34 Attività generali per il territorio ,60 63 Tutela e valorizzazione della cultura 34 Attività generali per il territorio ,79 12 Attività internazionale 13 Attività istituzionale ,00 34 Attività generali per il territorio ,18 34 Attività generali per il territorio ,00 71 Organizzazione degli uffici regionali Programmazione 41 Risorse finanziarie 34 Attività generali per il territorio Attività generali per il territorio Recupero e valorizzazione delle risorse naturali ambientali Attività generali per il territorio TOTALE ,57 PRESIDENTE AVVOCATURA COMPETITIVITÀ DEL SISTEMA REGIONALE E SVILUPPO DELLE COMPETENZE DIRITTI DI CITTADINANZA E COESIONE SOCIALE Di diretta competenza del Direttore generale Contenzioso, raccordo con avvocature di enti pubblici Di diretta competenza del Direttore generale Forestazione, promozione dell'innovazione e interventi comunitari per l'agroambiente 13 Attività istituzionale ,91 13 Attività istituzionale 13 Attività istituzionale 71 Organizzazione degli uffici regionali 11 Sviluppo sistema autonomie locali e difesa del cittadino ,00 Lavoro 51 Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia ,87 Biblioteche, archivi e Organizzazione degli uffici 71 istituzioni culturali regionali ,66 Sviluppo sistema Politiche sociali di 11 autonomie locali e difesa ,73 tutela, legalità, del cittadino pratica sportiva e 13 Attività istituzionale sicurezza urbana, Politiche intersettoriali di 51 progetti integrati sviluppo dell'economia ,00 strategici Tutela e valorizzazione 63 della cultura ,00 Sviluppo sistema 11 autonomie locali e difesa Di diretta competenza del cittadino del Direttore generale 13 Attività istituzionale ,97 22 Sistema e strutture sociali Programmazione e organizzazione delle cure 26 Programmi di sviluppo dei servizi 227

238 Segue ASSESSORATO PRESIDENTE DIREZIONE GENERALE DIRITTI DI CITTADINANZA E COESIONE SOCIALE ORGANIZZAZIONE POLITICHE AMBIENTALI, ENERGIA E CAMBIAMENTI CLIMATICI POLITICHE MOBILITÀ, INFRASTRUTTURE E TRASPORTO PUBBLICO LOCALE AREA COORDINAMENTO/ SETTORE Politiche di welfare regionale e cultura della legalità Sistemi informativi e tecnologie della conoscenza Infrastrutture e tecnologie per lo sviluppo della società dell'informazione Servizi generali e semplificazione dei processi Patrimonio e logistica Di diretta competenza del Direttore generale Amministrazione del personale Sistema informativo di supporto alle decisioni. Ufficio regionale di statistica COD. F.O. 11 Contratti 11 Servizi infrastrutturali, tecnologie innovative e fonia Formazione, competenze, sistemi di valutazione Tutela e valorizzazione delle risorse ambientali Di diretta competenza del Direttore generale Programmazione porti commerciali, interporti e porti e approdi turistici FUNZIONE OBIETTIVO IMPEGNI 2013 Sviluppo sistema autonomie locali e difesa del cittadino ,00 11 Sviluppo sistema autonomie locali e difesa ,15 del cittadino 13 Attività istituzionale ,00 71 Organizzazione degli uffici regionali 13 Attività istituzionale ,00 14 Sviluppo organizzazione regionale 71 Organizzazione degli uffici regionali ,00 Sviluppo sistema 11 autonomie locali e difesa ,00 del cittadino 71 Organizzazione degli uffici regionali ,00 13 Attività istituzionale 3.354,16 71 Organizzazione degli uffici regionali ,30 13 Attività istituzionale ,86 22 Sistema e strutture sociali 12 Attività internazionale ,00 14 Sviluppo organizzazione regionale ,23 34 Attività generali per il territorio ,00 Tutela dell'ambiente e 42 riduzione degli 3.797,38 inquinamenti 51 Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia ,88 71 Organizzazione degli uffici regionali ,67 Sviluppo sistema 11 autonomie locali e difesa del cittadino 14 Sviluppo organizzazione regionale ,00 Sviluppo sistema autonomie locali e difesa ,80 del cittadino Sviluppo sistema 11 autonomie locali e difesa del cittadino 12 Attività internazionale 3.500,00 14 Sviluppo organizzazione regionale 71 Organizzazione degli uffici regionali , Sviluppo organizzazione regionale Attività generali per l'ambiente , ,00 13 Attività istituzionale ,00 43 Attività generali per l'ambiente 228

239 Segue ASSESSORATO PRESIDENTE DIREZIONE GENERALE PRESIDENZA SEGRETERIE ORGANI POLITICI DELLA GIUNTA AREA COORDINAMENTO/ SETTORE Di diretta competenza del Direttore generale Attività generali della presidenza COD. F.O. Contabilità 73 Ufficio di collegamento della regione toscana con le istituzioni comunitarie Politiche regionali per l'attrazione degli investimenti Programmazione Agenzia per le attività di informazione degli organi di governo per la regione Politiche per la partecipazione, ufficio ed osservatorio elettorale Risorse finanziarie Affari istituzionali e delle autonomie locali Sistema regionale di protezione civile Strumenti della valutazione, programmazione negoziata, controlli comunitari Attività internazionali Di diretta competenza dell'ufficio di gabinetto FUNZIONE OBIETTIVO IMPEGNI Sviluppo sistema autonomie locali e difesa ,30 del cittadino 12 Attività internazionale ,46 13 Attività istituzionale ,85 14 Sviluppo organizzazione regionale ,00 26 Programmi di sviluppo dei servizi 51 Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia ,00 53 Politiche per la valorizzazione e qualificazione delle attività turistiche commerciali e termali 61 Promozione del sistema integrato istruzioneformazione-lavoro 71 Organizzazione degli uffici regionali ,45 13 Attività istituzionale Gestione finanziaria e patrimoniale 13 Attività istituzionale ,90 51 Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia ,74 13 Attività istituzionale ,01 14 Sviluppo organizzazione regionale ,80 43 Attività generali per l'ambiente 51 Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia 13 Attività istituzionale ,80 Sviluppo sistema 11 autonomie locali e difesa del cittadino 12 Attività internazionale 2.472,00 13 Attività istituzionale ,75 13 Attività istituzionale ,96 14 Sviluppo organizzazione regionale 13 Attività istituzionale 11 Sviluppo sistema autonomie locali e difesa del cittadino ,15 14 Sviluppo organizzazione regionale ,00 51 Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia 74 Somme non attribuibili ,70 12 Attività internazionale ,40 13 Attività istituzionale 51 Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia 74 Somme non attribuibili ,61 13 Attività istituzionale ,91 TOTALE ,47 229

240 Segue ASSESSORATO AGRICOLTURA DIREZIONE GENERALE COMPETITIVITÀ DEL SISTEMA REGIONALE E SVILUPPO DELLE COMPETENZE AREA COORDINAMENTO/ SETTORE Attività faunisticavenatoria, pesca dilettantistica, politiche ambientali Produzioni agricole vegetali Rete dati agrometeoclimatici Di diretta competenza del Direttore generale Forestazione, promozione dell'innovazione e interventi comunitari per l'agroambiente Formazione professionale in agricolturaanimazione rurale Assistenza alla programmazione degli interventi comunitari per lo sviluppo rurale e la pesca Sviluppo rurale COD. F.O. FUNZIONE OBIETTIVO IMPEGNI Politiche per l'innovazione imprenditoriale e per lo sviluppo compatibile del 1.370,77 territorio rurale, agricolo e forestale 55 Politiche per la tutela della fauna selvatica terrestre, della fauna ittica, e per lo sviluppo della itticoltura - disciplina della caccia e della pesca ,59 Politiche per l'innovazione imprenditoriale e per lo 52 sviluppo compatibile del territorio rurale, agricolo e forestale 12 Attività internazionale Tutela dell'ambiente e 42 riduzione degli ,47 inquinamenti Politiche per l'innovazione imprenditoriale e per lo 52 sviluppo compatibile del territorio rurale, agricolo e forestale 12 Attività internazionale ,91 Politiche per l'innovazione imprenditoriale e per lo 52 sviluppo compatibile del territorio rurale, agricolo e forestale 72 Funzionamento enti ed agenzie regionali ,00 51 Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia Politiche per l'innovazione imprenditoriale e per lo 52 sviluppo compatibile del ,12 territorio rurale, agricolo e forestale 12 Attività internazionale ,16 Politiche per l'innovazione imprenditoriale e per lo 52 sviluppo compatibile del ,95 territorio rurale, agricolo e forestale Politiche per l'innovazione imprenditoriale e per lo 52 sviluppo compatibile del ,47 territorio rurale, agricolo e forestale Politiche per la tutela della fauna selvatica terrestre, della fauna 55 ittica, e per lo sviluppo ,90 della itticoltura - disciplina della caccia e della pesca 74 Somme non attribuibili 13 Attività istituzionale ,83 Politiche per l'innovazione imprenditoriale e per lo 52 sviluppo compatibile del ,71 territorio rurale, agricolo e forestale 230

241 Segue ASSESSORATO AGRICOLTURA DIREZIONE GENERALE COMPETITIVITÀ DEL SISTEMA REGIONALE E SVILUPPO DELLE COMPETENZE ORGANIZZAZIONE AREA COORDINAMENTO/ SETTORE Programmazione agricola-forestale, zootecnia, sistemi informativi, promozione e comunicazione in agricoltura Politiche comunitarie e regionali per la competitività delle imprese agricole e agroalimentari Servizio fitosanitario regionale e di vigilanza e controllo agroforestale Valorizzazione dell'imprenditoria agricola Infrastrutture per lo sviluppo economico e il trasferimento tecnologico Infrastrutture e tecnologie per lo sviluppo della società dell'informazione Amministrazione del personale Sistema informativo di supporto alle decisioni. Ufficio regionale di statistica Servizi infrastrutturali, tecnologie innovative e fonia COD. F.O. FUNZIONE OBIETTIVO IMPEGNI Attività istituzionale 52 Politiche per l'innovazione imprenditoriale e per lo sviluppo compatibile del ,67 territorio rurale, agricolo e forestale 55 Politiche per la tutela della fauna selvatica terrestre, della fauna ittica, e per lo sviluppo della itticoltura - disciplina della caccia e della pesca ,75 12 Attività internazionale 580,19 Politiche per l'innovazione imprenditoriale e per lo 52 sviluppo compatibile del ,00 territorio rurale, agricolo e forestale Politiche per l'innovazione imprenditoriale e per lo 52 sviluppo compatibile del ,52 territorio rurale, agricolo e forestale 71 Organizzazione degli uffici regionali ,39 12 Attività internazionale 938,84 51 Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia Politiche per l'innovazione imprenditoriale e per lo 52 sviluppo compatibile del territorio rurale, agricolo e forestale Politiche per l'innovazione imprenditoriale e per lo 52 sviluppo compatibile del territorio rurale, agricolo e forestale Sviluppo organizzazione regionale Politiche per l'innovazione imprenditoriale e per lo sviluppo compatibile del territorio rurale, agricolo e forestale Politiche per la tutela della fauna selvatica terrestre, della fauna ittica, e per lo sviluppo della itticoltura - disciplina della caccia e della pesca Sviluppo organizzazione regionale Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia Politiche per l'innovazione imprenditoriale e per lo sviluppo compatibile del territorio rurale, agricolo e forestale Politiche per l'innovazione imprenditoriale e per lo sviluppo compatibile del territorio rurale, agricolo e forestale , , ,86 231

242 Segue ASSESSORATO AGRICOLTURA DIREZIONE GENERALE PRESIDENZA AREA COORDINAMENTO/ SETTORE Di diretta competenza del Direttore generale COD. F.O. FUNZIONE OBIETTIVO IMPEGNI Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia Programmazione 51 Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia ,80 12 Attività internazionale 13 Attività istituzionale ,00 Risorse finanziarie 52 Politiche per l'innovazione imprenditoriale e per lo sviluppo compatibile del territorio rurale, agricolo e forestale TOTALE ,98 CULTURA, TURISMO E COMMERCIO COMPETITIVITÀ DEL SISTEMA REGIONALE E SVILUPPO DELLE COMPETENZE 51 Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia Politiche per la Turismo, commercio valorizzazione e e terziario 53 qualificazione delle attività turistiche commerciali e termali Di diretta competenza Tutela e valorizzazione 63 del Direttore generale della cultura Politiche per la Progetti speciali valorizzazione e integrati di sviluppo 53 qualificazione delle turistico attività turistiche commerciali e termali 13 Attività istituzionale 22 Sistema e strutture sociali Strutture e Spettacolo 24 organizzazione del sistema sanitario 51 Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia 63 Tutela e valorizzazione della cultura Valorizzazione del Tutela e valorizzazione 63 patrimonio culturale della cultura Sviluppo sistema 11 autonomie locali e difesa del cittadino 13 Attività istituzionale Disciplina, politiche e Politiche intersettoriali di incentivi del 51 sviluppo dell'economia commercio e attività terziarie Politiche per la valorizzazione e 53 qualificazione delle attività turistiche commerciali e termali Sviluppo sistema 11 autonomie locali e difesa del cittadino Strutture e 24 organizzazione del Musei ed ecomusei sistema sanitario Promozione del sistema 61 integrato istruzioneformazione-lavoro 63 Tutela e valorizzazione della cultura Cultura 63 Tutela e valorizzazione della cultura Politiche intersettoriali di 51 sviluppo dell'economia Disciplina e politiche Politiche per la di sviluppo e di valorizzazione e promozione del 53 qualificazione delle turismo attività turistiche commerciali e termali , , , , , , , , , , , ,16 232

243 Segue ASSESSORATO CULTURA, TURISMO E COMMERCIO DIREZIONE GENERALE COMPETITIVITÀ DEL SISTEMA REGIONALE E SVILUPPO DELLE COMPETENZE ORGANIZZAZIONE PRESIDENZA AREA COORDINAMENTO/ SETTORE Biblioteche, archivi e istituzioni culturali Sistemi informativi e tecnologie della conoscenza Infrastrutture e tecnologie per lo sviluppo della società dell'informazione Di diretta competenza del Direttore generale Amministrazione del personale Sistema informativo di supporto alle decisioni. Ufficio regionale di statistica Servizi infrastrutturali, tecnologie innovative e fonia Di diretta competenza del Direttore generale Risorse finanziarie COD. F.O FUNZIONE OBIETTIVO IMPEGNI 2013 Sviluppo sistema autonomie locali e difesa del cittadino Azioni rivolte a garantire l'accessibilità ai servizi del cittadino Programmi di sviluppo dei servizi Tutela e valorizzazione della cultura Tutela e valorizzazione della cultura Politiche per la valorizzazione e 53 qualificazione delle attività turistiche commerciali e termali Tutela e valorizzazione 63 della cultura Tutela e valorizzazione 63 della cultura Politiche intersettoriali di 51 sviluppo dell'economia Politiche per la valorizzazione e 53 qualificazione delle attività turistiche commerciali e termali Politiche per la valorizzazione e 53 qualificazione delle attività turistiche commerciali e termali 13 Attività istituzionale Tutela e valorizzazione 63 della cultura Politiche per la valorizzazione e 53 qualificazione delle attività turistiche commerciali e termali Tutela e valorizzazione 63 della cultura , ,64 TOTALE ,86 ATTIVITÀ PRODUTTIVE, FORMAZIONE E LAVORO COMPETITIVITÀ DEL SISTEMA REGIONALE E SVILUPPO DELLE COMPETENZE Formazione, orientamento e lavoro Politiche orizzontali di sostegno alle imprese Monitoraggio programmi e progetti di sviluppo economico Industria, artigianato, innovazione tecnologica 13 Attività istituzionale 51 Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia ,00 61 Promozione del sistema integrato istruzioneformazione-lavoro ,59 51 Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia ,46 Politiche per lo sviluppo compatibile, 54 qualificazione e ,98 innovazione dell'industria e dell'artigianato Promozione del sistema 61 integrato istruzioneformazione-lavoro ,00 Promozione del sistema 61 integrato istruzioneformazione-lavoro ,40 74 Somme non attribuibili ,60 51 Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia ,45 74 Somme non attribuibili ,96 233

244 Segue ASSESSORATO ATTIVITÀ PRODUTTIVE, FORMAZIONE E LAVORO DIREZIONE GENERALE COMPETITIVITÀ DEL SISTEMA REGIONALE E SVILUPPO DELLE COMPETENZE DIRITTI DI CITTADINANZA E COESIONE SOCIALE ORGANIZZAZIONE POLITICHE AMBIENTALI, ENERGIA E CAMBIAMENTI CLIMATICI PRESIDENZA AREA COORDINAMENTO/ SETTORE Di diretta competenza del Direttore generale Lavoro Formazione e orientamento Ricerca industriale, innovazione e trasferimento tecnologico Disciplina e politiche di sviluppo e di promozione del turismo Infrastrutture per lo sviluppo economico e il trasferimento tecnologico Ricerca, innovazione e risorse umane Sistemi informativi e tecnologie della conoscenza Infrastrutture e tecnologie per lo sviluppo della società dell'informazione Di diretta competenza del Direttore generale Amministrazione del personale Servizi infrastrutturali, tecnologie innovative e fonia Formazione, competenze, sistemi di valutazione Energia, tutela della qualità dell'aria e dall'inquinamento elettromagnetico e acustico Di diretta competenza del Direttore generale Politiche regionali per l'attrazione degli investimenti COD. F.O FUNZIONE OBIETTIVO IMPEGNI 2013 Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia Promozione del sistema integrato istruzioneformazione-lavoro Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia Promozione del sistema integrato istruzioneformazione-lavoro Promozione del sistema integrato istruzioneformazione-lavoro Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia Politiche per lo sviluppo compatibile, qualificazione e innovazione dell'industria e dell'artigianato Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia Politiche per lo sviluppo compatibile, qualificazione e innovazione dell'industria e dell'artigianato Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia Promozione del sistema integrato istruzioneformazione-lavoro Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia Promozione del sistema integrato istruzioneformazione-lavoro Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia Politiche per lo sviluppo compatibile, qualificazione e innovazione dell'industria e dell'artigianato Promozione del sistema integrato istruzioneformazione-lavoro Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia , , , , , , , , , , , , , ,50 Politiche intersettoriali di Risorse finanziarie 51 sviluppo dell'economia TOTALE ,92 234

245 Segue ASSESSORATO SCUOLA, RICERCA E UNIVERSITÀ DIREZIONE GENERALE COMPETITIVITÀ DEL SISTEMA REGIONALE E SVILUPPO DELLE COMPETENZE GOVERNO DEL TERRITORIO ORGANIZZAZIONE AREA COORDINAMENTO/ SETTORE Diritto allo studio universitario e sostegno alla ricerca Di diretta competenza del Direttore generale Formazione professionale in agricolturaanimazione rurale Educazione, istruzione, università e ricerca COD. F.O. FUNZIONE OBIETTIVO IMPEGNI 2013 Attività generali per 43 l'ambiente Promozione del sistema 61 integrato istruzioneformazione-lavoro 13 Attività istituzionale Sviluppo organizzazione 14 regionale Promozione del sistema 61 integrato istruzioneformazione-lavoro 51 Infanzia 61 Istruzione ed educazione Servizio fitosanitario regionale e di vigilanza e controllo agroforestale Biblioteche, archivi e istituzioni culturali Di diretta competenza del Direttore generale Comunicazione organizzativa e tutela della privacy Sistemi informativi e tecnologie della conoscenza Infrastrutture e tecnologie per lo sviluppo della società dell'informazione Servizi generali e semplificazione dei processi Patrimonio e logistica Di diretta competenza del Direttore generale Amministrazione del personale Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia Promozione del sistema 61 integrato istruzioneformazione-lavoro Promozione del sistema integrato istruzioneformazione-lavoro 23 Servizi sociali Politiche intersettoriali di 51 sviluppo dell'economia Promozione del sistema 61 integrato istruzioneformazione-lavoro Politiche per l'innovazione imprenditoriale e per lo 52 sviluppo compatibile del territorio rurale, agricolo e forestale Sviluppo organizzazione 14 regionale Organizzazione degli uffici 71 regionali Promozione del sistema 61 integrato istruzioneformazione-lavoro 71 Organizzazione degli uffici regionali 14 Sviluppo organizzazione regionale Strutture e 24 organizzazione del sistema sanitario 71 Organizzazione degli uffici regionali 13 Attività istituzionale 14 Sviluppo organizzazione regionale 71 Organizzazione degli uffici regionali 71 Organizzazione degli uffici regionali , , , , , , ,00 500, , , , ,00 14 Sviluppo organizzazione regionale 71 Organizzazione degli uffici regionali ,17 14 Sviluppo organizzazione regionale 71 Organizzazione degli uffici regionali 13 Attività istituzionale ,30 14 Sviluppo organizzazione regionale ,78 51 Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia 235

246 Segue ASSESSORATO SCUOLA, RICERCA E UNIVERSITÀ DIREZIONE GENERALE ORGANIZZAZIONE POLITICHE MOBILITÀ, INFRASTRUTTURE E TRASPORTO PUBBLICO LOCALE PRESIDENZA AREA COORDINAMENTO/ SETTORE Servizio prevenzione e protezione Sistema informativo di supporto alle decisioni. Ufficio regionale di statistica Servizi infrastrutturali, tecnologie innovative e fonia Organizzazione, reclutamento, assistenza normativa Formazione, competenze, sistemi di valutazione Di diretta competenza del Direttore generale COD. F.O. FUNZIONE OBIETTIVO IMPEGNI Politiche per l'innovazione imprenditoriale e per lo sviluppo compatibile del ,46 territorio rurale, agricolo e forestale 61 Promozione del sistema integrato istruzioneformazione-lavoro 71 Organizzazione degli uffici regionali ,75 74 Somme non attribuibili ,35 71 Organizzazione degli uffici regionali ,67 14 Sviluppo organizzazione regionale 71 Organizzazione degli uffici regionali ,00 14 Sviluppo organizzazione regionale ,38 71 Organizzazione degli uffici regionali ,31 74 Somme non attribuibili 13 Attività istituzionale ,00 71 Organizzazione degli uffici regionali ,60 Sviluppo sistema 11 autonomie locali e difesa ,20 del cittadino 13 Attività istituzionale 14 Sviluppo organizzazione regionale ,12 Politiche per l'innovazione imprenditoriale e per lo 52 sviluppo compatibile del ,00 territorio rurale, agricolo e forestale 71 Organizzazione degli uffici regionali ,60 51 Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia 13 Attività istituzionale Di diretta competenza del Direttore generale 61 Promozione del sistema integrato istruzioneformazione-lavoro Contabilità 71 Organizzazione degli uffici regionali 314,56 Programmazione 13 Attività istituzionale Politiche per la partecipazione, ufficio ed osservatorio 13 Attività istituzionale ,07 elettorale Risorse finanziarie 61 Promozione del sistema integrato istruzioneformazione-lavoro Politiche fiscali e Sviluppo organizzazione 14 finanza locale regionale ,00 TOTALE ,57 Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati rendiconto Regione. 236

247 Numero di strutture amministrative per Assessorati. Assessorato D.G. dipendenti Aree di coordinamento o Settori dipendenti WELFARE E POLITICHE PER LA CASA 4 14 AMBIENTE ED ENERGIA 5 20 PRESIDENZA 3 17 INFRASTRUTTURE E MOBILITA' 4 9 GIUNTA REGIONALE 5 2 DIRITTO ALLA SALUTE 5 26 URBANISTICA E PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO 4 7 PRESIDENTE 7 31 AGRICOLTURA 3 18 CULTURA, TURISMO E COMMERCIO 3 6 ATTIVITA' PRODUTTIVE, FORMAZIONE E LAVORO 5 18 SCUOLA, RICERCA E UNIVERSITA' 5 23 Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati rendiconto Regione. Esempi di strutture amministrative per Funzioni obiettivo: Funzione obiettivo Direzione Generale Aree di coordinamento o Settori Diritto allo studio universitario e sostegno alla ricerca 61 PROMOZIONE DEL SISTEMA INTEGRATO ISTRUZIONE- FORMAZIONE- LAVORO COMPETITIVITA' DEL SISTEMA REGIONALE E SVILUPPO DELLE COMPETENZE GOVERNO DEL TERRITORIO ORGANIZZAZIONE Formazione, orientamento e lavoro (AC) Politiche orizzontali di sostegno alle imprese Gestione programma operativo POR-FSE Lavoro Formazione e orientamento Educazione, istruzione, università e ricerca (AC) Infanzia Istruzione e educazione Musei ed ecomusei Direzione generale Sistemi informativi e tecnologie della conoscenza Amministrazione del personale Formazione, competenze, sistemi di valutazione Risorse finanziarie (AC) 237

248 Segue Funzione obiettivo Direzione Generale Aree di coordinamento o Settori Spettacolo 63 TUTELA E VALORIZZAZIONE DELLA CULTURA 71 ORGANIZZAZIONE DEGLI UFFICI REGIONALI COMPETITIVITA' DEL SISTEMA REGIONALE E SVILUPPO DELLE COMPETENZE DIRITTI DI CITTADINANZA E COESIONE SOCIALE GOVERNO DEL TERRITORIO ORGANIZZAZIONE PRESIDENZA COMPETITIVITA' DEL SISTEMA REGIONALE E SVILUPPO DELLE COMPETENZE GOVERNO DEL TERRITORIO ORGANIZZAZIONE POLITICHE AMBIENTALI, ENERGIA E CAMBIAMENTI CLIMATICI PRESIDENZA Valorizzazione del patrimonio culturale Musei ed ecomusei Cultura (AC) Biblioteche, archivi ed istituzioni culturali Politiche sociali di tutela, legalità, pratica sportiva e sicurezza urbana. Progetti integrati strategici (AC) Direzione generale Sistemi informativi e tecnologie della conoscenza Infrastrutture e tecnologie per lo sviluppo della società dell'informazione Risorse finanziarie (AC) Servizio fitosanitario regionale e di vigilanza e controllo agroforestale Biblioteche, archivi ed istituzioni culturali Tutela, riqualificazione e valorizzazione del paesaggio Comunicazione organizzativa e tutela della privacy Sistemi informativi e tecnologie della conoscenza Infrastrutture e tecnologie per lo sviluppo della società dell'informazione Servizi generali e semplificazione dei processi Patrimonio e logistica Amministrazione del personale Servizio prevenzione e protezione Sistema informativo di supporto alle decisioni. Ufficio regionale di statistica Contratti Servizi infrastrutturali, tecnologie innovative e fonia. Organizzazione, reclutamento, assistenza normativa. Formazione, competenze, sistema di valutazione Ufficio tecnico del genio civile di Area Vasta Firenze, Arezzo, Prato, Pistoia. Prevenzione sismica. Ufficio tecnico del genio civile di Massa e Carrara Autorità di vigilanza sulle attività minerarie Ufficio tecnico del genio civile di Area Vasta Grosseto, Siena e opere marittime Ufficio tecnico del genio civile di Area Vasta Livorno, Lucca, Pisa Programmazione e controllo finanziario Contabilità Risorse finanziarie (AC) Politiche fiscali e finanza locale Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati rendiconto Regione. Attività generali della Presidenza 238

249 CAPITOLO X IL PERSONALE REGIONALE Sommario: 1. Premessa 2. Il personale regionale nel confronto nazionale. 3. La dotazione e la consistenza numerica del personale regionale e i loro andamenti. 4. Le retribuzioni. 5. L andamento della spesa per il personale nel bilancio regionale. 6. Analisi dei costi del personale negli enti regionali e nelle partecipate. 1. Premessa Negli ultimi anni le politiche di contenimento della spesa pubblica hanno riguardato anche il lavoro alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni, con l adozione di misure di immediato risparmio (blocco delle assunzioni, riduzione degli organici, sospensione della contrattazione collettiva) e l individuazione di criteri in base ai quali correlare i fabbisogni di personale alla qualità e al costo dei servizi ai cittadini. La rilevante incidenza della spesa per il personale sugli equilibri di finanza pubblica è anche all origine di previsioni normative che hanno progressivamente accresciuto il ruolo dei controlli sulle politiche contrattuali e di spesa per i pubblici dipendenti, regolando in particolare meccanismi di certificazione degli oneri dei contratti collettivi e verifiche a posteriori circa la gestione delle risorse finanziarie destinate al personale, compresi gli oneri previdenziali e le entrate derivanti dalle contribuzioni (art. 60, d.lgs. 30 marzo 2001, n. 165). Occorre anche ricordare che ai dipendenti di ruolo delle amministrazioni si aggiunge il personale con rapporti atipici, i cui oneri sono classificati nella categoria dei consumi intermedi. Tuttavia, molte norme riferite alla riduzione della spesa prevedono che i saldi valevoli ai fini del rispetto del patto di stabilità interno comprendono anche i costi di tali tipologie contrattuali 1. Alle spese per il personale vanno assimilate quelle per consulenze, ricerche e studi, cui corrispondono incarichi esterni diversi da quelli per lo svolgimento di adempimenti obbligatori per legge. Di tali incarichi si da conto nei limiti di quanto è stato possibile acquisire in fase istruttoria. 1 Si ricorda, infatti, che l'art.1, comma 557-bis, l. n. 296/2006 come introdotto dal d.l. n. 78/2010, conv. dalla l. n. 122/2010, recita: Ai fini dell'applicazione del comma 557, costituiscono spese di personale anche quelle sostenute per i rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, per la somministrazione di lavoro, per il personale di cui all'articolo 110 del d.lgs. 18 agosto 2000, n. 267, nonché per tutti i soggetti a vario titolo utilizzati, senza estinzione del rapporto di pubblico impiego, in strutture e organismi variamente denominati partecipati o comunque facenti capo all'ente. 239

250 Una prima ricognizione viene, infine, proposta circa il personale di enti, società partecipate ed enti del servizio sanitario nazionale, al fine di completare il quadro delle informazioni sulle risorse umane complessivamente impiegate dalla Regione 2. Si avverte, comunque, che si tratta di dati che soffrono di una non totale confrontabilità con quelli relativi al personale regionale in senso stretto, soprattutto per quanto attiene alle società partecipate. La contabilità economica adottata da tali soggetti comporta, infatti, la necessità di utilizzare la nozione di costo del personale, che differisce dal concetto di spesa per il personale che invece è applicata all amministrazione regionale e agli enti pubblici da esso dipendenti. 2. Il personale regionale nel confronto nazionale Appare utile premettere all'analisi del personale regionale un inquadramento di carattere generale derivato dalla relazione al Parlamento sulla finanza regionale approvata dalla Sezione delle autonomie 3. Nella tabella che segue vengono evidenziati i dati relativi alla consistenza del personale regionale rispetto alla popolazione in età lavorativa. La Toscana presenta consistenze inferiori alla media nazionale e alla media delle regioni del centro. Infatti, il rapporto dipendenti/popolazione rilevato in Toscana è pari all'1,11, mentre in media nell'aggregato centro è 1,16 e la media nazionale è 1,14. Questo significa che per 1000 abitanti in età lavorativa in Toscana sono presenti 1,11 lavoratori regionali. Va rilevato, tuttavia, che l'aggregato Nord presenta dati molto inferiori e quasi tutte le Regioni (come ad esempio Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte) presentano rapporti migliori rispetto a quello della Toscana. 2 Si rammenta che, in occasione dell'entrata in vigore della disciplina dell'armonizzazione (1 gennaio 2015), sarà necessario predisporre un bilancio consolidato con le società partecipate. 3 Sezione delle autonomie, Relazione con la quale riferisce al Parlamento sulla gestione finanziaria delle regioni per gli esercizi finanziari 2011 e 2012, delibera 6 agosto 2013, n

251 Tab. 1 - Regioni a statuto ordinario - Consistenza media* del personale rispetto alla popolazione in età lavorativa. Totale personale Popolazione in età RSO (dirigente+non PERS. / POP. lavorativa** dirigente) PIEMONTE ,09 LOMBARDIA ,50 VENETO ,87 LIGURIA ,20 EMILIA ROMAGNA ,06 TOTALE NORD ,82 TOSCANA ,11 UMBRIA ,36 MARCHE ,39 LAZIO ,94 TOTALE CENTRO ,16 ABRUZZO ,69 MOLISE ,14 CAMPANIA ,82 PUGLIA ,10 BASILICATA ,57 CALABRIA ,92 TOTALE SUD ,70 TOTALE RSO ,14 Elaborazione Corte dei conti su dati SICO. Statistiche demografiche tratte dal sito ufficiale dell Istituto Nazionale di Statistica ISTAT. * La consistenza media (unità annue) si ottiene sommando i mesi lavorati dal personale e dividendo il totale per i 12 mesi dell anno. ** La popolazione in età lavorativa è rilevata al 31 dicembre La dotazione e la consistenza numerica del personale regionale e i loro andamenti Si riportano, di seguito, i dati relativi alla dotazione e alla consistenza del personale, dirigente e non dirigente, dipendente dalla Regione, escluso il personale degli enti e delle agenzie regionali. L organico dei dirigenti è fissato con d.g.r. 20 dicembre 2010, n. 1075, che prevede 175 posti, ai quali bisogna aggiungere la dotazione dirigenziale del Consiglio regionale, per un totale di 194 posti. Entrambi gli organici sono stati coperti per la quasi totalità nel Il numero dei dirigenti è circa il 6,7 per cento del totale dei dipendenti, sia in Consiglio, sia in Giunta. In termini di consistenza, appare di particolare rilievo l'analisi della dirigenza non solo in valori assoluti e andamenti, ma anche ai fini della distinzione fra dirigenti a tempo indeterminato e a tempo determinato (tab. 2). E del tutto prevalente la 241

252 tipologia di dirigenti a tempo indeterminato, la cui consistenza è circa 4 volte quella dei dirigenti a tempo determinato. Questi ultimi sono ripartiti tra i diversi settori dell Amministrazione regionale come di seguito: n. 7 D.G. Presidenza, n. 2 Avvocatura regionale, n. 1 Ufficio Gabinetto del Presidente della Giunta, n. 1 Segretario Generale del Consiglio, n. 4 D.G. Competitività del Sistema Regionale di Sviluppo delle competenze, n. 3 D.G. Diritti di cittadinanza e coesione sociale, n. 1 ARTEA, n. 3 D.G. Organizzazione, n. 1 D.G. Governo del Territorio, n. 1 D.G. Politiche mobilità, infrastrutture e trasporto pubblico locale e n. 1 D.G. Politiche ambientali, energia e cambiamenti climatici. Tab. 2 - Consistenza dei dirigenti a tempo determinato e indeterminato. Dirigenti con contratto di lavoro a tempo indeterminato Dirigenti con contratto di lavoro a tempo determinato Fonte: Conto annuale del personale (dati provvisori 2013). Per quanto riguarda le categorie, il personale previsto in termini di dotazione organica è pari a 2851 unità (tab. 3). Tab. 3 Dotazione organica della Giunta e del Consiglio regionale. Personale Giunta Consiglio Totale Dirigenti * Categoria D Categoria C Categoria B Categoria A Redattori e personale giornalistico Totale complessivo Fonte: Conto annuale del personale (dati provvisori 2013). (*) compreso il posto di direttore dell'agenzia per le attività di Informazione degli organi di governo della Regione. Le figure che seguono mostrano, nel triennio considerato, l andamento delle dotazioni, complessivamente (fig. 1) e separatamente per la Giunta (fig. 2) e il Consiglio (fig. 3). 242

253 Fig. 1 - Dotazione personale di Giunta e Consiglio regionale Dirigenti * Categoria D Categoria C Categoria B Categoria A Redattori e personale giornalistico Fonte: Conto annuale del personale (dati provvisori 2013). Fig. 2 - Dotazione personale di Giunta Dirigenti * Categoria D Categoria C Categoria B Categoria A Redattori e personale giornalistico Fonte: Conto annuale del personale (dati provvisori 2013). 243

254 Fig. 3 - Dotazione personale di Consiglio Dirigenti * Categoria D Categoria C Categoria B Categoria A Redattori e personale giornalistico Fonte: Conto annuale del personale (dati provvisori 2013). La pianta organica non è, tuttavia, interamente coperta (il grado di copertura nell anno 2013 è pari al 97,01 per cento). La consistenza del personale (tabella e figura seguente) è tendenzialmente invariata nel triennio , con una riduzione significativa solo del personale dirigente a tempo indeterminato (-5,76 per cento sul triennio). 244

255 Tab. 4 - Consistenza e composizione del personale Variazione triennio Dirigenti a t. ind. Variazione % / / / ,72% -6,43% -5,76% Categorie a t. ind. Variazione % / / / ,95% -0,41% 1,53% Totale dirigenti e categorie a t. ind. Variazione % / / / ,88% -0,73% 1,14% Altro Variazione % / / / ,68% 5,17% 27,97% Totale generale Variazione % / / / ,93% -0,36% 2,56% Fonte: Conto annuale del personale (dati provvisori 2013). Fig. 4 Consistenza e composizione personale Dirigenti Categorie Altro Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Conto annuale del personale (dati provvisori 2013). 245

256 La distribuzione dei dipendenti fra dirigenti e personale non dirigente appare equilibrata, visto che il numero complessivo dei dirigenti a tempo indeterminato è del 4,7 per cento rispetto al totale del personale (tab. 5). Tab. 5 - Consistenza del personale - Incidenza sul totale. Dirigenti a t. ind. Incidenza % ,15% 5,04% 4,74% Categorie a t. ind. Incidenza % ,54% 88,69% 88,65% Totale dirigenti e categorie a t. ind. Incidenza % ,70% 93,73% 93,38% Altro Incidenza % ,30% 6,27% 6,62% Totale generale Fonte: Conto annuale del personale (dati provvisori 2013). Complessivamente, le unità di personale in servizio diminuiscono dal 2012 al 2013, a fronte di un aumento dal 2011 al 2012 dovuto al trasferimento nel ruolo regionale del personale dell'agenzia regionale toscana per le erogazioni in agricoltura, in applicazione dell'art. 38 della l.r. 27 dicembre 2011, n. 66 (legge finanziaria per il 2012) (fig. 5). La variazione complessiva nel triennio è, comunque, contenuta in meno di 100 unità. 246

257 Fig. 5 - Consistenza del personale complessivo Totale Personale Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati Conto annuale del personale (dati provvisori 2013). Di seguito (tab. 6) si riportano i dati riguardanti le assunzioni e le cessazioni intervenute nel Va rammentato, al riguardo, che la legge finanziaria regionale per il 2013 (l.r. 27 dicembre 2012 n. 77, art. 18) ha previsto il divieto assoluto di nuove assunzioni a tempo indeterminato, con eccezioni per le assunzioni obbligatorie per legge e per la mobilità del personale tra il Consiglio regionale e la Giunta regionale e tra la Regione, gli enti dipendenti e le aziende unità sanitarie della Toscana, nonché per il completamento del piano occupazionale dell'anno 2011 del Consiglio regionale. Con riferimento alle cessazioni avvenute nel 2012, i dati numerici della consistenza del personale cessato ed assunto mostrano una complessiva riduzione, nel triennio, pari a 13 unità, nonostante l'incremento del Tab. 6 - Assunzioni/cessazioni dei dirigenti e del personale a tempo indeterminato Cessati Assunti Saldo Cessati Assunti Saldo Cessati Assunti Saldo Dirigenti Categorie Totale Fonte: Conto annuale del personale (dati provvisori 2013). 247

258 4. Le retribuzioni Per quanto concerne la spesa per retribuzioni del personale dirigenziale e amministrativo, la tabella che segue mostra l andamento nell ultimo triennio ( ), evidenziando una diminuzione dal 2012 al 2013 a fronte di un incremento dal 2011 al Tab. 7 - Spesa per le retribuzioni del personale. (in migliaia) Spesa per retribuzione complessiva Composizione percentuale Spesa per retribuzione complessiva Composizione percentuale Spesa per retribuzione complessiva Composizione percentuale Dirigenti ,33 16,40% ,78 16,14% ,27 15,10% Categorie ,83 83,60% ,77 83,86% ,17 84,90% Totale ,16 100,00% ,55 100,00% ,44 100,00% Consistenza del personale Composizione percentuale Consistenza del personale Composizione percentuale Consistenza del personale Composizione percentuale Dirigenti 139 5,44% 140 5,38% 131 5,07% Categorie ,56% ,62% ,93% Totale ,00% ,00% ,00% Fonte: Conto annuale del personale (dati provvisori 2013). La tabella 8 riporta un ulteriore dettaglio dell andamento della spesa per il personale, con la distinzione tra oneri stipendiali e oneri accessori e con l aggiunta degli arretrati degli anni precedenti. Tab. 8 - Andamento spesa per retribuzioni Voci Variazione % (in milioni) 2012/ / /2011 Oneri stipendiali 67,43 69,06 68,20 2,42% -1,25% 1,14% Oneri accessori 30,90 31,52 29,31 2,01% -7,01% -5,15% Totale 98,33 100,58 97,51 2,29% -3,05% -0,83% Arretrati anni precedenti 1,00 0,01 0,00-99,00% -100,00% -100,00% Totale generale 99,33 100,59 97,51 1,27% -3,06% -1,83% Fonte: Conto annuale del personale (dati provvisori 2013). 4 Tale incremento è dovuto al già citato computo, nell aggregato considerato, della spesa di personale di ARTEA nonché dei borsisti del servizio civile. 248

259 L andamento della spesa media (tab. 9), anche al netto degli emolumenti erogati nell anno a titolo di compensi derivanti da esercizi pregressi, dopo la diminuzione del 2011, torna nel 2012 sui livelli precedenti per poi diminuire nuovamente nel Tab. 9 - Spesa per retribuzioni e retribuzione media annua. (in migliaia) Retribuzione media annua con arretrati Variazione % retrib. media Retrib. complessiva Retrib. media Retrib. complessiva Retrib. media Retrib. complessiva Retrib. media 2012/ / /11 Dirigenti ,33 116, ,78 115, ,27 112,39-0,04% -3,09% -3,13% Categorie ,83 34, ,77 34, ,17 33,76 0,65% -1,45% -0,80% Totale ,16 38, ,55 38, ,44 37,75 0,41% -2,34% -1,94% Retribuzione media annua al netto di arretrati Variazione % retrib. media Retrib. complessiva Retrib. media Retrib. complessiva Retrib. media Retrib. complessiva Retrib. media 2012/ / /11 Dirigenti ,16 116, ,78 115, ,27 112,39-0,04% -3,09% -3,13% Categorie ,44 34, ,25 34, ,17 33,76 0,64% -1,44% -0,80% Totale ,60 38, ,03 38, ,44 37,75 0,41% -2,33% -1,93% Fonte: Conto annuale del personale (dati provvisori 2013). Complessivamente, quindi, sembra riprendere, nel 2013, il trend di riduzione della spesa iniziato nel 2009 e che aveva anche dato qualche segnale positivo nel 2010 e nel Nel 2012, invece, la spesa era tornata ad aumentare anche al netto dei compensi arretrati. Il numero dei dipendenti, peraltro, è rimasto stabile, salvo alcune modifiche negli inquadramenti (personale ARTEA). 5. L andamento della spesa per il personale nel bilancio regionale Analizzando l evoluzione della spesa per il personale con riguardo ai rendiconti della Regione si evidenzia un trend in diminuzione, fatta eccezione per l esercizio 2012, per le ragioni già evidenziate (fig. 6). 249

260 Fig. 6 - Spesa per il personale - Andamento degli impegni Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati rendiconti Regione. Le cessazioni di personale di cui si è dato conto nel precedente paragrafo (tab. 6) corrispondono ad una riduzione di spesa pari a 2,46 milioni circa. A fronte di ciò, le assunzioni effettuate nel 2013 hanno comportato un incremento di spesa di circa 182 mila euro 5. La tabella e il grafico che seguono mostrano l andamento quinquennale degli impegni di spesa per il personale, suddivisi per strategie (tab. 10 e fig. 7). 5 Dati forniti dalla Regione nel questionario al bilancio di previsione 2013 trasmesso ai sensi dell art. 1, comma 3, d.l. 10 ottobre 2012, n. 174, convertito dalla l. 7 dicembre 2012, n

261 Tab Spesa di personale per strategie Impegni. (in euro) Strategia 2009 % su tot % su tot % su tot % su tot Istituzionale ,74 13,87% ,37 14,89% ,34 14,83% ,37 17,49% ,08 Sociale ,52 1,31% ,32 1,13% ,22 0,86% ,96 1,02% ,22 Territoriale ,87 0,01% ,69 0,02% ,87 0,04% ,10 Ambientale ,42 0,01% ,55 0,07% ,18 0,07% ,23 0,04% ,84 Economica ,03 0,27% ,59 0,34% ,75 0,31% ,35 0,83% ,87 Culturale e formativa Amministrazione regionale ,42 0,04% ,45 0,04% ,52 0,04% ,39 0,05% , ,14 84,49% ,64 83,53% ,86 83,87% ,46 80,53% ,10 TOTALE , , , , ,08 Fonte: Rendiconti Regione Toscana. 251

262 Fig. 7 - Andamento spesa di personale per strategie. Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati rendiconti Regione. La distribuzione della spesa, in tutti gli anni considerati, incide in maniera rilevante sulla strategia Amministrazione regionale e sulla Strategia istituzionale, come si evince dalla figura successiva (fig. 8). Ciò, tuttavia, non è del tutto significativo, poiché la strategia Amministrazione regionale è quella che raggruppa la spesa per il personale dell'intera Amministrazione regionale, mentre la Strategia istituzionale comprende la spesa per il personale del Consiglio. 252

263 Fig. 8 - Spesa di personale per strategie - impegni ,19% Istituzionale Sociale 81,48% 16,04% 2,48% 0,02% 0,03% 1,15% 1,10% Territoriale Ambientale Economica Culturale e formativa Amministrazione regionale Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati rendiconti Regione. La suddivisione della spesa di personale per ciascuna strategia e funzione obiettivo è riportata nella tabella seguente (tab. 11). La consistenza numerica del personale non è invece, al momento, articolabile per strategie, poiché l'amministrazione non ha potuto fornire, in tempi utili per la presente relazione, tale distribuzione. 253

264 Tab Spesa di personale (in euro) Impegni Scostamento Strategia/Funzione / /2009 Strategia istituzionale Sviluppo sistema autonomie locali e difesa cittadino Attività internazionale 3.890,41 0,00 0, ,60 15,68% , , , , ,59 40,02% -78,55% Attività istituzionale , , , , ,30-13,10% 21,69% Sviluppo organizzazione regionale , , , , ,59 79,28% -54,45% Totale , , , , ,0-11,74% 13,61% Strategia sociale Servizi sociali 756,32 24,50 800, ,31% Strutture e organizzazione del sistema sanitario Mantenimento dei livelli di assistenza Programmi di sviluppo dei servizi , , , , ,00 7,26% -15,33% 0,00 0, , , , , ,22-92,69% -92,25% Totale , , , , ,22 3,48% -17,50% Strategia territoriale Modernizzazione delle infrastrutture Attività generale per il territorio 0,00 527, ,00 314,20 0,00-100,00% , , , ,10-29,60% Totale 0, , , , ,10-29,94% #DIV/0! Strategia ambientale Recupero e valorizzazione delle risorse naturali ambientali Tutela dell'ambiente e riduzione degli inquinamenti Attività generali per l'ambiente 505,00 552, ,00 426,88-77,29% 3.112, , , , ,96-48,00% 948,16% , , ,19 0,00 0,00-100,00% Totale , , , , ,84-48,86% 80,36% Strategia economica Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia Politiche per l'innovazione imprenditoriale e per lo sviluppo compatibile del territorio rurale, agricolo e forestale Politiche per la valorizzazione e qualificazione delle attività turistiche, commerciali e termali , , , ,01 25,14% 171,00% , , , , ,05 52,63% 3492,40% , ,00 0, , ,75-59,77% 26,34% 254

265 Segue Impegni Scostamenti Strategia/Funzione Politiche per la tutela della fauna selvatica terrestre, della fauna ittica e per lo sviluppo dell'itticoltura - disciplina della caccia e della pesca 2013/ , , , ,06 35,62% 2013/2009 Totale , , , , ,87 33,60% 315,91% Strategia culturale e formativa Promozione del sistema integrato istruzioneformazione-lavoro Tutela e valorizzazione della cultura , , , , ,09 263,41% 340,91% 978, , , ,78 312,83% Totale , , , , ,87 264,89% 356,35% Amministrazione regionale Organizzazione degli uffici regionali Somme non attribuibili , , , , ,60-2,62% -5,43% , , , , ,50 19,52% 590,58% Totale ,58% -5,22% TOTALE spesa di ,71% -1,71% personale Fonte: Quadro di riclassificazione funzionale del rendiconto della Regione Toscana anni Infine, il rapporto, nel rendiconto 2013, tra spesa di personale e spesa corrente (con esclusione della componente di spesa sanitaria) mostra una percentuale di incidenza dell 11,34 per cento, data dal rapporto tra i 157,63 milioni di spesa per il personale e i 1.389,40 milioni di spesa corrente (impegni di spesa corrente del solo conto ordinario, escluso le contabilità speciali). Al fine di una complessiva valutazione, i dati del personale, come anticipato nel paragrafo introduttivo, dovrebbero essere completati con il numero complessivo di contratti di consulenza. Tale informazione non è tuttavia disponibile, poiché la Corte riceve solo i contratti di consulenza di importo superiore a euro. Per quanto concerne questi ultimi, sono stati comunicati otto incarichi conferiti dalla Giunta regionale nell anno 2013, per un importo complessivo di ,84 euro (con imputazione ai bilanci degli esercizi 2013, 2014 e 2015). Peraltro, l Amministrazione ha dichiarato 1 di aver complessivamente ridotto la spesa per consulenze, come previsto dalla legge, impartendo indirizzi agli uffici con la Delibera di Giunta regionale n del 28 dicembre 2012, che ha stabilito il budget complessivo per le voci di spesa previste dall'art. 6 del d.l. 31 maggio 2011, n. 78, riguardanti non solo il conferimento degli incarichi esterni, ma anche le spese relative a relazioni pubbliche, convegni, mostre, pubblicità e rappresentanza, 1 In risposta al questionario al bilancio di previsione 2013 trasmesso alla Sezione ai sensi dell art. 1, comma 3 d.l. 10 ottobre 2012, n. 174, convertito dalla l. 7 dicembre 2012, n

266 missioni, formazione del personale; acquisto, manutenzione, noleggio ed esercizio di autovetture, buoni taxi. Le decisioni di contenimento della spesa, originariamente assunte per il 2012, sono state confermate anche nel Analisi dei "costi" del personale negli enti regionali e nelle partecipate. L analisi della spesa per il personale non può non tener conto dei dati relativi al personale in servizio presso gli enti dipendenti dalla Regione Toscana, le agenzie, le società partecipate e le aziende sanitarie. Tali dati vengono esaminati in maniera più approfondita nei capitoli di questa relazione relativi all organizzazione amministrativa regionale (Cap. IX) e alle società partecipate (Cap. VII). Come anticipato nel paragrafo introduttivo, occorre ricordare che si tratta comunque di stime che soffrono di una non totale confrontabilità dei dati, soprattutto in considerazione del fatto che le società partecipate utilizzano la contabilità economica. La tabella che segue (tab. 12) espone la spesa/costo complessivamente sostenuta per il personale, articolata tra Amministrazione regionale, enti dipendenti/agenzie, società partecipate e aziende sanitarie. La tabella riporta, per ragioni di omogeneità, i dati dell esercizio 2012 atteso che per le Aziende del servizio sanitario, le società, gli enti e le agenzie non sono disponibili i dati Tab. 12 Spesa/Costo del personale complessivo (in euro) Amministrazione regionale Enti ed agenzie Società partecipate Aziende del servizio sanitario Totale , , , , ,19 Fonte: Rendiconto 2012 e dati forniti dalla Regione Toscana. Il costo complessivo del personale ammonta a 2,758 miliardi, suddiviso tra i vari settori come dalla figura che segue (fig. 9). 2 Nei capitoli corrispondenti vengono fornite le precisazioni circa gli importi inclusi ed esclusi dall aggregato riportato con riferimento ad agenzie, enti dipendenti e società in situazioni particolari. 256

267 Fig. 9 Spesa/Costo del personale consolidato ,94% 2,24% 0,50% Amministrazione regionale Enti ed agenzie 91,32% Società partecipate Aziende del servizio sanitario Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati forniti dalla Regione Toscana. La suddivisione del costo del personale tra i diversi enti e le agenzie si presenta come nella figura che segue (fig. 10), la quale mostra che ARPAT e ARDSU presentano una percentuale maggiore rispetto alle altre agenzie. 257

268 Fig Costo del personale enti dipendenti e agenzie regionali. (in migliaia) Fonte: Regione Toscana. ARPAT APET ARS IRPET ARDSU Toscana Ente parco regionale della MAREMMA Ente parco regionale di MIGLIARIN O Ente parco regionale delle ALPI APUANE Consorzio LaMMA Spesa di personale Autorità Portuale regionale 258

269 L articolazione del costo del personale tra le società partecipate è, invece, rappresentata nella figura che segue (fig. 11), nella quale viene imputata alla Regione una quota del costo per il personale di ciascuna società partecipata in base alla quota percentuale della partecipazione detenuta dalla Regione. Essa mostra come il costo più cospicuo sia sostenuto carico delle Terme di Casciana e Montecatini e della società per l aeroporto di Pisa. 259

270 Fig Costo del personale delle società partecipate attribuibile alla Regione (in migliaia) Svilu ppo Tosca na S.p.A. Ag. Regio ne Recu pero Risor se S.P.A. Fidi Tosca na S.P.A. Alato scana S.P.A. Socie tà Aero porto Tosca no S.P.A. Term e di Casci ana S.p.A. Term e di Chian ciano Immo biliar e S.p.A. Term e di Mont ecati ni Immo biliar e S.p.A. Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati forniti dalla Regione Toscana. Il costo di personale è imputato alla Regione in base al criterio della percentuale di partecipazione regionale nella società. Arezz o Fiere e congr essi S.r.l. Firen ze Fiera S.p.A. Spesa di personale Aero porto Di Firen ze S.P.A. Inter porto Tosca na Centr ale S.P.A. Inter porto Tosca no "A. Vesp ucci" S.P.A. Aero porto Della Mare mma - S.E.A. M. S.P.A Int. Mar mi e Macc hine S.p.A. B.P. Eitca S.c.a. r.l. Energ ia Tosca na Scrl Firen ze Parch eggi s.p.a. EVA M SpA 260

271 Per quanto concerne gli enti del servizio sanitario, la figura che segue (fig. 12) mostra la ripartizione del costo del personale all interno di ciascun ente. La distribuzione è omogenea, con una prevalenza per l Asl di Firenze e l azienda ospedaliera di Careggi. 261

272 Fig Costo del personale delle aziende sanitarie. (in migliaia) AUSL 1 Massa C. AUSL 2 Lucca AUSL 3 Pistoia AUSL 4 Prato AUSL 5 Pisa AUSL 6 Livorno Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati forniti dalla Regione Toscana. AUSL 7 Siena AUSL 8 Arezzo AUSL 9 Grosseto AUSL 10 Firenze AUSL 11 Empoli AUSL12 Viareggio AO Pisana AO Senese Costo del personale AO Careggi AO Meyer 262

273 A completamento dell'analisi si precisa che il rapporto tra la spesa complessiva per il personale (da intendersi quale somma del personale regionale e personale degli enti regionali) e la spesa corrente al netto della spesa sanitaria è pari al 16,23 per cento, contro l 11,34 per cento dell incidenza della spesa per il solo personale regionale rispetto alla spesa corrente (cfr. precedente paragrafo). Considerando che l art. 76, comma 7, del d.l. 25 giugno 2008, n. 122 (convertito dalla l. 6 agosto 2008, n. 133) ha definito il divieto di nuove assunzioni in presenza di un rapporto spesa del personale/spesa corrente superiore al 50 per cento, l incidenza della spesa per il personale sulla spesa corrente della Regione Toscana appare piuttosto contenuta. 263

274 264

275 CAPITOLO XI L ATTIVITÀ CONTRATTUALE Sommario: 1. Le principali novità legislative La programmazione triennale delle opere pubbliche Le opere strategiche. 3. Acquisti di servizi e forniture Acquisti verdi L acquisizione di beni e servizi nel rendiconto della Regione - 4. L attività contrattuale del Consiglio regionale. 1. Le principali novità legislative Il settore dei contratti, sia per servizi e forniture, sia per appalti di opere pubbliche, è certamente di rilevante importanza per la valutazione della gestione della spesa regionale e merita, perciò, una specifica analisi. Quanto alle novità in termini legislativi, nel corso del 2013 si sono registrati minimi aggiustamenti della normativa nazionale, specificamente in materia di Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC). Inoltre, una modifica al codice dei contratti prevede che l'aggiudicazione al prezzo più basso possa essere calcolata al netto del costo del personale per il quale si utilizzano, comunque, i minimi previsti nella contrattazione di settore. La Toscana ha disciplinato l'attività contrattuale per lavori, acquisti e forniture con la l.r. 13 luglio 2007, n. 38, Norme in materia di contratti pubblici e relative disposizioni sulla sicurezza e regolarità del lavoro, che costituisce l atto normativo principale in materia di appalti aventi ad oggetto lavori, servizi e forniture il cui affidamento sia di competenza della Regione, degli enti dipendenti e degli altri soggetti elencati nell art La legge regionale in questione riprende i principi del codice dei contratti e della normativa comunitaria, istituendo l Osservatorio regionale sui contratti pubblici, fornendo disposizioni in tema di tutela della sicurezza e della regolarità sul lavoro, norme in tema di programmazione e organizzazione amministrativa in materia di lavori pubblici e disciplina dell attività contrattuale della Regione e degli enti dipendenti. 1 Art 2, comma 1: Le disposizioni della presente legge si applicano: a) alla Regione, agli enti ed alle agenzie istituiti con legge regionale, agli enti parco regionali, all'azienda agricola regionale di Alberese; b) agli enti locali, ai loro consorzi, unioni ed associazioni; c) alle aziende unità sanitarie locali, alle aziende ospedaliero universitarie, agli enti per i servizi tecnicoamministrativi (ESTAV); d) alle aziende pubbliche per i servizi alla persona; e) alle altre amministrazioni aggiudicatrici, non indicate alle lettere a), b) c) e d), agli enti aggiudicatori ed agli altri soggetti aggiudicatori come definiti dall'articolo 3 del D.Lgs. n. 163/2006 ed individuati dall'articolo 32 del medesimo decreto legislativo, ad esclusione dei soggetti individuati all'articolo 117, secondo comma, lettera g) della Costituzione. Comma 2: Ai fini della presente legge i soggetti di cui al comma 1 sono di seguito unitariamente denominati stazioni appaltanti. 265

276 Con atti regolamentari la Regione ha poi dato attuazione ai diversi capi della legge regionale sopra citata. In particolare, si ricordano: - il regolamento regionale 27 maggio 2008, n. 30 Attuazione del capo VII della l.r. 38/07 : disciplina dell attività contrattuale degli uffici della Giunta regionale e degli enti regionali; - il regolamento regionale 7 agosto 2008, n. 45 Attuazione dei capi II e VI (sez. 1) e degli artt. 22 e 23 della l.r. 38/07 : osservatorio regionale dei contratti pubblici, appalti di interesse generale, sicurezza e regolarità del lavoro nei cantieri; - il regolamento 24 dicembre 2009, n. 79 Attuazione del capo VI (sez. II) della l.r. 38/07 : procedure telematiche di acquisto. Peraltro, per espressa disposizione dell art. 50 della l.r. n. 38/2007, la disciplina dell attività contrattuale non si applica al Consiglio regionale il quale disciplina la propria attività contrattuale nel regolamento interno di amministrazione e contabilità nel rispetto dei principi di cui al presente capo (comma 3). 2. La programmazione triennale delle opere pubbliche L'attività di realizzazione delle opere pubbliche di importo superiore a euro è oggetto di programmazione triennale, come previsto dall'art. 128 del d.lgs. 12 aprile 2006, n. 163 (Codice dei contratti), che, al comma 2, definisce il programma triennale come momento attuativo di studi di fattibilità e di identificazione e quantificazione dei propri bisogni che le amministrazioni aggiudicatrici predispongono nell esercizio delle loro autonome competenze. Con d.m. infrastrutture e trasporti 11 novembre 2011, sono stati approvati Procedura e schemi-tipo per la redazione e la pubblicazione del programma triennale, dei suoi aggiornamenti annuali e dell'elenco annuale dei lavori pubblici e per la redazione e la pubblicazione del programma annuale per l'acquisizione di beni e servizi. Il decreto riporta gli elementi costitutivi del programma triennale delle opere pubbliche, tra i quali enuclea: la localizzazione dell'intervento, la stima dei costi, l articolazione della copertura finanziaria, la tipologia e la categoria di atto, gli apporti di capitale privato. Il programma deve, inoltre, contenere l elenco dei lavori da realizzare nell'anno e l aggiornamento delle risorse. In attuazione dell art. 128 del Codice dei contratti, l art. 19 del citato regolamento regionale n. 30/2008, relativamente agli affidamenti di competenza della Giunta e degli enti regionali, descrive la procedura di programmazione delle opere. Questa si avvia con l elaborazione dello schema di programma triennale e 266

277 dallo schema dell'elenco annuale dei lavori predisposto dalla struttura competente della Giunta (entro il 30 settembre di ogni anno), passa per l adozione (entro il 15 ottobre) e la trasmissione di tali documenti al Consiglio regionale (unitamente alla proposta di legge di bilancio annuale e pluriennale) da parte della Giunta regionale, per poi concludersi con l approvazione del programma con atto del Consiglio regionale, contestualmente alla proposta di legge di bilancio annuale e pluriennale. Il programma delle opere pubbliche della Regione Toscana per gli anni e il bilancio preventivo sono stati oggetto della deliberazione del Consiglio 19 dicembre 2012, n. 106, che ha approvato anche il programma annuale per il Nel mese di luglio 2013 il programma è stato, poi, oggetto di aggiornamento 2. Il quadro finanziario delle risorse per l attribuzione del programma è il seguente: Tab. 1 - Quadro delle risorse disponibili. (in euro) TIPOLOGIE RISORSE Disponibilità finanziaria Primo anno Arco temporale di validità dl programma Disponibilità Disponibilità finanziaria finanziaria Secondo Terzo anno anno Importo totale Entrate aventi destinazione vincolata per legge 0,00 0,00 0,00 0,00 Entrate acquisite mediante contrazione di mutuo Entrate acquisite mediante apporti di capitali privati 0,00 0,00 0,00 0,00 Trasferimento di immobili art. 53, commi n. 6 e 7, D.lgs. N.163/2006 0,00 0,00 0,00 0,00 Stanziamenti di bilancio 0,00 0,00 329,60 329,60 Altro 0,00 0,00 0,00 0,00 Totali Accantonamento di cui all'art. 12, comma 1, del D.P.R. n. 207/2010 riferito al primo anno Fonte: Delibera Consiglio regionale 19 dicembre 2012, n. 106, allegato a) e s.m. Vi sono disponibili, pertanto, più di 11 milioni euro per il 2013, oltre a quote più ridotte per il 2014 e il Il totale triennale è di quasi 23 milioni. Sono anche previsti circa euro di lavori in economia riferibili ad attività di manutenzione di sedi regionali. Rimangono esclusi, comunque, i lavori in economia imprevedibili o non stimabili neanche per approssimazione, poiché non programmabili. In ottemperanza a quanto prevede la legislazione nazionale, le opere sono oggetto di elencazione puntuale e secondo un ordine di priorità. 2 La modifica è avvenuta a seguito della richiesta del Dirigente del Settore ufficio tecnico del Genio civile di area vasta Firenze, Arezzo, Prato, Pistoia, in data 18 luglio 2013, come si evince dal d.d. n. 3453/

278 Esaminando l'elenco delle opere pubbliche programmate per il 2013 (tab. 2), si rileva che l'opera più significativa in termini economici riguarda una nuova sede di uffici per l'amministrazione regionale (complesso di Villa Basilewsky), per la quale è prevista una spesa di 6,65 milioni nel triennio L importo considerato per l intervento in questione, che era in fase di progettazione preliminare nel 2013, è aumentato nel 2014 in fase di progettazione esecutiva di 1,2 milioni attestandosi a 7,8 milioni, nella secondo quanto riportato dal programma triennale delle opere pubbliche Poco più di 5 milioni per il triennio, invece, vengono dedicati al restauro della Villa Medicea di Careggi, che rappresenta la seconda opera per entità di spesa nel programma dei lavori

279 Tab. 2 - Interventi programmati (in euro) Descrizione dell'intervento Lavori di ristrutturazione porzione immobile denominato Auditorium ubicato in comune di Pisa - loc. Ospedaletto Lavori di ristrutturazione porzione immobile denominato Auditorium ubicato in comune di Pisa - loc. Ospedaletto al fine di adibirlo a sede d'archivio per gli uffici del Genio civile di Pisa Lavori di ristrutturazione porzione immobile denominato Centro Direzionale ubicato in comune di Pisa - loc. Ospedaletto al fine di adibirlo a nuova sede dell'ufficio del Genio civile di Pisa Lavori di riqualificazione ed adeguamento normativo Teatro della compagnia Firenze Realizzazione ascensore - U.T.G.C.A.V. Firenze, Prato, Pistoia Arezzo - Sede Arezzo Centro Direzionale - Palazzo A. - Adeguamento servizi igienici e prevenzione incendi Stima dei costi del programma Primo anno Secondo anno Terzo anno Totale Palazzo Panciatici Covoni - adeguamenti prevenzione incendi Lavori di ristrutturazione del complesso immobiliare denominato Villa Basilewsky ubicato in Firenze al fine di adibirlo a nuova sede di uffici regionali Centro direzionale -Palazzi A e B - Firenze - Manutenzione straordinaria impianto climatizzazione Lavori restauro Villa Medicea di Careggi Palazzo Cerretani - mensa aziendale Palazzo Bastogi - rifacimento impianti e pavimentazione Palazzo Panciatichi Covoni - manutenzione straordinaria impianti elettrici Palazzo Panciatichi - via Cavour rifacimento copertura Palazzo Panciatichi - via Ricasoli rifacimento copertura Sedi regionali - manutenzione impianti elettrici Sedi regionali - manutenzione impianti idraulici Ristrutturazione arginale torrente Ombrone per la messa in sicurezza dell area a servizio del costruendo Ospedale di Pistoia* Totale Fonte: Programma triennale delle opere pubbliche *Successiva integrazione. Risultano rispettate le previsioni normative circa la pubblicazione on line dei bandi di gara. Per quanto concerne la fase esecutiva dei lavori, la tabella che segue riporta l indicazione del numero e dell importo dei contratti affidati con decreto dirigenziale, suddivisi per tipologia di procedura di scelta del contraente. Tale enumerazione comprende anche i contratti di lavori non oggetto di programmazione triennale in quanto di importo inferiore a centomila euro. 269

280 Tab. 3 - Contratti per lavori pubblici Procedura di scelta del contraente n. Atti dirigenziali (in euro) Importo Iva inclusa Procedura negoziata senza bando ,00 Procedura negoziata derivante da bando ,03 Affidamento in economia - cottimo fiduciario ,46 Procedura aperta ,73 Procedura aperta sopra soglia comunitaria ,50 Somma urgenza ,00 Totale ,72 Fonte: Dati forniti dalla Regione Toscana. L importo di maggiore rilievo (6,9 milioni) riguarda una procedura aperta sopra soglia comunitaria (si tratta della realizzazione di un asilo nido, una scuola materna e una elementare nell area ex ferroviaria della città di Aulla). Le figure che seguono evidenziano la suddivisione percentuale del numero di atti dirigenziali adottati in relazione alle diverse procedure di scelta del contraente e la spesa connessa alle diverse procedure di affidamento dei lavori. Fig. 1 - Contratti di lavori pubblici percentuale atti suddivisa per procedura di scelta. procedura negoziata senza bando 4,55% 9,09% 9,09% 27,27% procedura negoziata derivante da bando affidamento in economia - cottimo fiduciario 27,27% 22,73% Procedura aperta Procedura aperta sopra soglia comunitaria Somma urgenza Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati forniti dalla Regione Toscana. 270

281 Fig. 2 - Contratti di lavori pubblici percentuale spesa suddivisa per procedura di scelta. 45,34% 0,01% 13,63% 29,37% procedura negoziata senza bando procedura negoziata derivante da bando affidamento in economia - cottimo fiduciario 10,23% Procedura aperta 1,42% Procedura aperta sopra soglia comunitaria Somma urgenza Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati forniti dalla Regione Toscana. A tali importi vanno aggiunti quelli relativi agli affidamenti eseguiti mediante ordinativi diretti (77 atti di affidamenti sotto i euro: art. 23 D.P.G.R. 25 giugno 2009, n. 33/r), per un totale di 1,04 milioni di spesa. Pertanto, l importo complessivo della spesa per i lavori pubblici oggetto di affidamento ammonta ad euro 16,37 milioni. 2.1 Le opere strategiche Con la l.r. 1 agosto 2011, n. 35, recante Misure di accelerazione per la realizzazione delle opere pubbliche di interesse strategico regionale e per la realizzazione di opere private, la Regione Toscana ha disciplinato le procedure per la realizzazione delle opere pubbliche ritenute di interesse strategico regionale, al fine di coordinare, semplificare e accelerare l azione di tutti i soggetti (esterni) coinvolti nonché di assicurare la corretta utilizzazione dei relativi finanziamenti. Ai sensi dell art. 2, si considerano di interesse strategico regionale: le opere finanziate in modo prevalente, a valere sulle risorse del bilancio regionale, anche di provenienza statale o comunitaria, il cui costo complessivo sia pari o superiore a 500 mila euro (è prevalente il finanziamento che copre più della metà del complessivo fabbisogno per la realizzazione dell'opera); quelle previste in piani o 271

282 programmi approvati dagli enti locali e quelle previste nei piani di ambito del sistema idrico, della gestione integrata dei rifiuti e della bonifica dei siti inquinati. Lo strumento principale attraverso cui si persegue tale obiettivo è l'accordo di programma, disciplinato dalla l.r. 3 settembre 1996, n. 76, Disciplina degli accordi di programma ; al di fuori di tale ipotesi, è comunque garantito un monitoraggio periodico delle relative procedure attraverso la predisposizione, per ciascuna opera, di un documento operativo, approvato dalla Regione, contenente le informazioni necessarie per rilevare lo stato di avanzamento dell opera (adempimenti amministrativi, tempistica e piano finanziario). Con deliberazione 3 ottobre 2011, n. 843, la Giunta regionale ha effettuato una prima ricognizione delle opere, disponendo altresì l avvio dell attività di monitoraggio per la verifica delle situazioni di criticità e approvando lo schema di documento operativo. Successivamente, con decisioni del 24 gennaio 2012, n. 2, e 16 luglio 2012, n. 3, la Giunta, nell adottare indirizzi operativi per la valutazione delle specifiche situazioni di criticità, prevedendo, tra l altro, la possibilità di revoca del finanziamento regionale, ha previsto l istituzione di un Nucleo di valutazione unitario al fine di coadiuvare le strutture regionali competenti nella scelta delle soluzioni da adottare per il superamento delle criticità rilevate. Allo stato attuale, sono state presentate al Consiglio regionale due relazioni sullo stato di attuazione della l.r. n. 35/2011, contenenti i risultati del monitoraggio al 30 giugno 2012 e al 30 giugno Le predette relazioni sono state approvate dalla Giunta con decisioni, rispettivamente, 3 dicembre 2012, n. 3, e 16 dicembre 2013, n. 7. Secondo i dati forniti dalla Regione, al 30 giugno 2013 erano state monitorate 775 opere in corso, pari ad un investimento complessivo di 3 miliardi, di cui 2,2 di finanziamento regionale. 3. Acquisti di servizi e forniture Per quanto riguarda i contratti di servizi e forniture occorre far riferimento alla l.r. n. 38/2007 che all'art. 51 prevede la programmazione annuale; il programma per il 2013 è stato approvato con d.g.r. 28 dicembre 2012, n ed aggiornato con d.g.r. 22 luglio 2014, n Il quadro programmatorio degli acquisti e forniture, per il periodo è il seguente: 272

283 Tab. 4 - Contratti di forniture e servizi programmati nel Contratti Programmati Anno 2011 Anno 2012 Anno 2013 Forniture Servizi Totale Fonte: Relazione della Giunta sull'attività contrattuale. Con riferimento ai contratti programmati nel 2013, sono stati stipulati 73 contratti, per 25 sono iniziate le procedure che si concluderanno nel 2014, mentre 43 contratti sono stati rinviati al 2014 e per 41 si è deciso di non procedere alla loro stipula 3. Inoltre, vi sono stati 12 affidamenti diretti in economia. L'Amministrazione ha altresì comunicato che si sono svolte 37 procedure non programmate (ai sensi dell'art. 51, comma 4, l.r. n. 38/2007). Si è trattato, in due casi, di adesione a convenzioni Consip, di 9 contratti per i quali è esclusa l'applicazione del Codice e, per il resto, di procedure consistenti in cottimi fiduciari, affidamenti diretti e procedure negoziate. Il 70 per cento circa dei contratti stipulati nel 2013 è stato oggetto di programmazione nell anno stesso (48 per cento) o nell anno precedente (18 per cento) o nel programma di due anni precedenti (4 per cento). La tabella che segue mostra l importo dei contratti stipulati nell ultimo triennio per forniture e servizi. Tab. 5 - Importo contratti stipulati per forniture e servizi. (in euro) Anno Spesa , , ,00 Fonte: Relazione della Giunta sull'attività contrattuale. In termini di importi, pertanto, l'attività è cresciuta significativamente rispetto al 2012, pur restando inferiore al livello raggiunto nel Nel dettaglio, i contratti di acquisto di servizi sono illustrati nella tabella che segue, che sintetizza il numero dei contratti e la relativa spesa, con riferimento alla procedura di scelta del contraente adottata dall ente regionale. La maggior parte dei contratti viene aggiudicata con procedura negoziata e per affidamento diretto e 3 Le motivazioni più ricorrenti nelle cancellazioni dei contratti (che dipendono comunque da decisioni del settore di competenza) riguardano i limiti alla possibilità di impegnare risorse e il trasferimento di competenze ad altri settori. 273

284 concorrenziale per contratti esclusi dall applicazione del Codice dei contratti, mentre la spesa più rilevante riguarda i contratti a procedura aperta. Tab. 6 - Contratti per servizi (in euro) Procedura di scelta del contraente Numero atti Spesa Iva inclusa procedura negoziata senza bando ,84 procedura aperta ,93 affidamento in economia ,77 Consip ,96 Adesione a convenzione/ contratto ,85 Affidamento diretto e concorrenziale per contratti esclusi dall applicazione del Cod. dei contratti ,08 Acquisizione da mercato elettronico ,60 Totale ,03 Fonte: Dati forniti dalla Regione Toscana. Le figure successive mostrano la ripartizione percentuale sia del numero di atti (fig. 3), sia dell importo di spesa corrispondente (Fig. 4) a ciascuna delle diverse tipologie di scelta del contraente utilizzate dall Amministrazione regionale per l acquisizione dei servizi. 274

285 Fig. 3 - Contratti di servizi percentuale atti suddivisa per procedura di scelta. procedura negoziata senza bando 0,83% procedura aperta 28,93% 23,97% affidamento in economia 0,83% 0,83% 31,40% 13,22% consip Ades. a convenzione/ contratto Aff. diretto e concorrenziale per contr. esclusi Acquisizione da mercato elettronico Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati forniti dalla Regione Toscana. Fig. 4 - Contratti di servizi percentuale spesa suddivisa per procedura di scelta. procedura negoziata senza bando procedura aperta 75,88% affidamento in economia consip 18,97% 0,09% 1,11% 3,46% 0,34% 0,15% Ades. a convenzione/ contratto Aff. diretto e concorrenziale per contr. esclusi Acquisizione da mercato elettronico Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati forniti dalla Regione Toscana. 275

286 A tale entità di atti (e alla relativa spesa) va aggiunto il dato relativo all affidamento di servizi operato mediante ordinativi diretti (241 affidamenti sotto i euro: art. 30, comma 1, regolamento 27 maggio 2008, n. 30/r) per un importo complessivo di 1,84 milioni. Pertanto la spesa complessiva per acquisizione di servizi ammonta a 59,08 milioni. Per quanto concerne i decreti dirigenziali inerenti l affidamento di forniture, la tabella che segue mostra la ripartizione dei contratti stipulati tra le diverse tipologie di procedure di scelta del contraente. La maggior parte degli affidamenti per forniture (sia in termini numerici che economici) è avvenuta mediante procedura negoziata senza bando. Tab. 7 - Contratti per forniture (in euro) Procedura di scelta del contraente Numero atti Spesa Iva inclusa Procedura negoziata senza bando ,10 Affidamento in economia ,76 Procedura aperta ,00 Consip ,33 Convenzione/contratto ,00 Totale ,19 Fonte: Dati forniti dalla Regione Toscana. I grafici successivi mostrano la ripartizione percentuale sia del numero di atti (Fig. 1) che dell importo di spesa corrispondente (Fig. 2) per ciascuna delle diverse tipologie di procedura di scelta del contraente utilizzate dall amministrazione regionale per l acquisizione di forniture. 276

287 Fig. 5 - Contratti di forniture percentuale atti suddivisa per procedura di scelta. 37,93% 44,83% Procedura negoziata senza bando Affidamento in economia Procedura aperta 6,90% Consip 6,90% 3,45% Convenzione/contratto Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati forniti dalla Regione Toscana. Fig. 6 - Contratti di forniture percentuale spesa suddivisa per procedura di scelta. Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati forniti dalla Regione Toscana. Gli acquisti di forniture effettuati tramite ordinativi diretti (affidamenti sotto i euro: art. 30, comma 1, regolamento n. 30/r del 27 maggio 2008) si aggiungono agli atti e alla spesa sopra menzionata per un importo di 3,06 milioni (n. 449 atti). Pertanto la spesa complessiva per forniture ammonta a 16,77 milioni. 277

288 Per quanto concerne, in generale, gli acquisti in economia, la Regione Toscana rispetta le previsioni regionali del limite di euro di spesa. Gli acquisti in economia rappresentano lo 0,3 per cento del totale degli acquisti di forniture e il 3,45 per cento negli acquisti di servizi. Si tratta comunque di acquisti diretti, tranne pochi casi in cui si procede tramite Consip (noleggi di fotocopiatrici e acquisto di buoni pasto). La disciplina regionale prevede che gli acquisti in economia per importi inferiori ai euro possono essere esclusi dalla programmazione (art. 51 l.r. n. 38/2007). Questi rappresentano lo 0,2 per cento degli acquisti per servizi e forniture e nel 2013 sono stati pari a ,54 euro, in riduzione rispetto al 2012 ( ,69 euro) ma in aumento rispetto al 2011 (24.456,72 euro). Inoltre, la Regione è impegnata sin dal 2009 nell'organizzazione di procedure telematiche per le gare relative a servizi e forniture mediante il Sistema Telematico Acquisti Regione Toscana : START. Nel 2013 l attività di espletamento di questa tipologia di gare ha avuto un ulteriore sviluppo concernente gli affidamenti di importo inferiore a euro. Nel 2013 sono state espletate 57 procedure di gara telematiche, mentre nel 2012 erano state 37 e 32 nel Per le gare del 2013, 13 sono state procedure aperte e 44 procedure negoziate concorrenziali con avviso. L importo complessivo a base di gara delle procedure espletate nel 2013 è stato di euro, mentre nel 2012 per le 37 procedure espletate, l'importo era stato di euro. Nel 2013, sono stati effettuate prestazioni ai sensi dell art. 60 della l.r. n. 38/07 e dell art. 311 del d.p.r. n. 207/2010 consistenti in 18 contratti in corso di esecuzione, per un importo contrattuale complessivo in aumento di 2,19 milioni. Nel 2012, l'importo in aumento era stato complessivamente di 1,356 milioni e di poco superiore era stato quello del Infine, sono state attivate 4 proroghe contrattuali, per un importo contrattuale complessivo pari a euro circa, e un rinnovo contrattuale (ai sensi dell'art. 29, d.lgs. n. 163/2006) per un importo contrattuale di 1,6 milioni. L'attività contrattuale, sia per le opere che per le forniture, è gestita dalla Direzione organizzazione-settore contratti per quanto riguarda la procedura di gara. La stipula del contratto e la relativa gestione sono, invece, effettuate dalla Direzione competente, che informa il settore contratti circa le attività espletate. 4 I dati ora citati si riferiscono all'espletamento della gara telematica, indipendentemente dal momento in cui viene stipulato il contratto. 278

289 3.1 Acquisti verdi Dopo l entrata in vigore della l.r. 19 luglio 2012, n. 37, il 2013 ha rappresentato il secondo anno in cui la programmazione regionale dei contratti di fornitura e servizi è stata integrata dalla previsione degli acquisti verdi e da una clausola valutativa in ordine all attuazione delle disposizioni che regolano questo tipo di acquisti. Gli acquisti verdi, o Green Public Procurement (GPP) costituiscono, infatti, uno dei cardini del programma per la realizzazione degli acquisti nella pubblica amministrazione, che ha come obiettivo quello di ridurre l impatto ambientale dei beni e servizi utilizzati 5. Nella l.r. n. 38/2007 si prevede l acquisizione di forniture e servizi a ridotto impatto ambientale, denominati acquisti verdi, conformi a specifici obiettivi strategici ambientali, per quanto attiene a modelli di produzione e di consumo e che comportano un vantaggio economico per l ente in relazione ai costi sostenuti lungo l intero ciclo di utilizzo del prodotto o del servizio. Le categorie/settori del Piano d Azione Nazionale degli acquisti verdi (PAN GPP), per il 2013, sono regolati da decreti ministeriali 6. Essi sono quattro: arredi, elettronica, prodotti tessili e calzature e cancelleria. A consuntivo 2013, la spesa complessiva sostenuta dagli enti regionali e dagli uffici regionali per questa tipologia di acquisti risulta di 11,03 milioni, con un incremento, rispetto al 2012 (anno in cui la spesa era di ,22 euro) del 75,30 per cento. In particolare, la tabella seguente mostra che per gli uffici regionali l incremento della spesa per acquisti verdi risulta di poco conto (3,45 per cento), mentre per gli enti regionali è rilevante, essendo sostanzialmente quadruplicata rispetto all anno precedente. Tab. 8 - Acquisti verdi - spesa (in euro) Uffici/enti Scostamento % 2013/2012 Uffici regionali , ,89 3,45 Enti regionali , ,42 408,20 Fonte: Relazione della Giunta sull'attività contrattuale. 5 La Commissione Europea definisce il GPP come l approccio in base al quale le Amministrazioni Pubbliche integrano i criteri ambientali in tutte le fasi del processo di acquisto, incoraggiando la diffusione di tecnologie ambientali e lo sviluppo di prodotti validi sotto il profilo ambientale, attraverso la ricerca e la scelta dei risultati e delle soluzioni che hanno il minore impatto ambientale possibile sull ambiente lungo l intero ciclo di vita. 6 Le prime tre categorie dal d.m. 22 febbraio 2011, modificato dal d.m. 13 dicembre 2013, la quarta dal d.m. 4 aprile

290 Gli enti regionali hanno effettuato acquisti verdi nell ambito della gestione degli edifici (servizi di pulizia, igiene ambientale, giardinaggio, raccolta differenziata) per un importo complessivo di euro. Gli uffici regionali non hanno effettuato spese nelle categorie/settori della ristorazione, trasporti, prodotti plastici e metallici e nelle attività collegate a laboratori diagnostici. L incremento sopra descritto appare riferibile esclusivamente alle spese elettroniche. 3.2 L acquisizione di beni e servizi nel rendiconto della Regione La riclassificazione economica delle funzioni obiettivo, presente come allegato del rendiconto, consente di operare un analisi del trend della spesa (impegni) effettuata dall amministrazione regionale per l acquisto di beni e servizi, suddivisa per strategia e per funzione obiettivo, come da tabella e figura che seguono. 280

291 Tab. 9 - Acquisti di beni e servizi - Impegni quinquennio (in euro) Strategia/ Funzione Strategia istituzionale Sviluppo sistema autonomie locali e difesa cittadino Acquisto di beni e prestazioni di servizi Impegni Scostamento 2013/ / , , , , ,35 61,05% -10,87% Attività internazionale , , , , ,81 12,69% 28,81% Attività istituzionale , , , , ,52-25,32% -48,85% Sviluppo organizzazione regionale , , , , ,44 8,24% -22,98% Totale , , , , ,12-3,46% -30,96% Strategia sociale Azioni rivolte a garantire l'accessibilità al cittadino Sistema e strutture sociali , , , , ,44-44,24% -10,37% , , , , ,27-14,36% -55,51% Servizi sociali , ,40 0,00 0, , ,83% Strutture e organizzazione del sistema sanitario Programmi di sviluppo dei servizi , , , , ,23-60,46% -35,64% , , , , ,39-4,76% 17,75% Totale , , , , ,93 Strategia territoriale - 40,86% -13,84% Modernizzazione delle infrastrutture 2.000, , , , ,00 239,07% 7525,00% Efficienza del sistema regionale dei trasporti , , , , ,54-6,52% 34,41% Sistema abitativo e riqualificazione urbana Attività generale per il territorio 6.090, , , , ,44-17,25% -31,08% , , , , ,36-38,85% 4,83% Totale ,3-6,59% 34,40% Strategia ambientale Recupero e valorizzazione delle risorse naturali ambientali Tutela dell'ambiente e riduzione degli inquinamenti Attività generali per l'ambiente , , , ,00 0,00 561,75% 31,21% , , , , ,04-17,36% -11,27% , , , , , ,31 % 475,82% Totale , , , , ,60 62,37% 50,12% 281

292 Strategia/ Funzione Strategia economica Politiche intersettoriali di sviluppo dell'economia Politiche per l'innovazione imprenditoriale e per lo sviluppo compatibile del territorio rurale, agricolo e forestale Politiche per la valorizzazione e qualificazione delle attività turistiche, commerciali e termali Politiche per lo sviluppo compatibile, qualificazione e innovazione dell'industria e dell'artigianato Politiche per la tutela della fauna selvatica terrestre, della fauna ittica e per lo sviluppo dell'itticoltura - disciplina della caccia e della pesca Acquisto di beni e prestazioni di servizi Impegni / 2012 Scostamento 2013/ , , , , ,79-35,95% -48,16% , , , , ,47-1,75% 51,31% , , , , ,60-18,73% -87,11% , , , , ,00-94,67% -96,75% , , , , ,19 10,72% -9,66% Totale , , , , ,0 Strategia culturale e formativa Promozione del sistema integrato istruzioneformazione-lavoro Qualità dei servizi sportivi e del tempo libero Tutela e valorizzazione della cultura - 24,66% - 28,17% , , , , ,39 1,37% -16,63% 2.000,00 0,00 0,00 0, , ,07 % , , , , ,39-9,21% -42,84% Totale , , , , ,23 0,72% Amministrazione regionale - 19,79% Organizzazione degli uffici regionali Funzionamento enti e agenzie regionali , , , , ,89-2,01% -10,38% ,10 0,00 0,00 - Gestione finanziaria e patrimoniale , , , , ,83-7,03% -18,46% Somme non attribuibili , , , , ,03 43,26% 279,98% Totale , , , , ,75-2,30% - 10,10% TOTALE acquisto di beni e prestazioni ,82% 17,38% di servizi Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati rendiconti Regione. Dall analisi della tabella emerge che la maggior parte delle risorse per acquisti di beni e servizi avviene per la Strategia territoriale, in particolare per la funzione obiettivo Efficienza del sistema regionale dei trasporti, la quale conta impegni nel quinquennio che partono da 187 milioni nel 2009 e giungono a 252 milioni nel La funzione obiettivo indicata è quella che impegna risorse per il trasporto pubblico locale. 282

293 Fig. 7 - Spesa per acquisto di beni e servizi 2013 diviso per strategie. 3,60% 1,89% 2,72% 6,75% 1,47% 7,84% Istituzionale Sociale Territoriale Ambientale Economica Culturale e formativa Amministrazione regionale 75,73% Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati rendiconti Regione. Complessivamente, il trend di spesa per acquisti di beni e servizi è in aumento nel quinquennio , con un andamento oscillante, come mostra la figura che segue. Fig. 8 - Spese per acquisto di beni e servizi - Andamento , , , , ,00 Impegni totali , , ,00 0, Fonte: Elaborazione Corte dei conti su dati rendiconti Regione. 283

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