Hadeel Azeez. La clessidra ed il silenzio

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1 Hadeel Azeez La clessidra ed il silenzio Io mi avvicinerò, chiederò un sorriso, loro sorrideranno. Io avrò poi un muro completamente sazio di gioia e colori E per un momento l universo si ricomporrà E tutto sembrerà al suo posto (Florencia Martinez) Io mi avvicinerò, chiederò un sorriso. Loro sorrideranno. In punta di piedi, osservando silente e con grandi occhi curiosi ed espressivi, così mi è apparsa per la prima volta la presenza di Hadeel. Un anima leggera seppur attraversata da profonde esperienze adulte, una giovane donna, solo anagraficamente, in realtà un donna adulta, a volte anziana (se così si possa definire una ragazza di circa vent anni), ecco, questo il ricordo più profondo che Lei mi avesse lasciato. Poi la sua conoscenza: il tentativo di capire e comprendere le differenze sociali, apparentemente anche culturali, per accorgersi che il sentimento dell arte, non ha mai avuto confini e differenze esasperate. L ho conosciuta, dopo il suo arrivo in Italia da Bagdad ed il suo successivo matrimonio con un caro amico italiano, da subito, come artista, o meglio, come giovane seriamente dedicata alla sua volontà di ricerca e di studio nel campo della pittura. Ama profondamente la storia dell arte, Hadeel Azeez, ama i grandi che ha studiato in Accademia, come Giotto e soprattutto Caravaggio, nella sua ricerca appassionata e rivoluzionaria per soggetti, luce e colore; ma ama e studia anche Turner, Van Gogh, Ensor, i segreti e le velature della pittura ad olio, la più classica e la più complicata nella resa cromatica che deve enfatizzare la sua forza creativa ed espressiva. Un viaggio che osserva dunque i grandi classici e si lega alle inquietudini espressioniste, passando per le acque più tranquille dei grandi impressionisti ma è con i contemporanei che riesce a trovare un confronto più soddisfacente e prolifico: Francis Bacon, ma soprattutto Lucian Freud sono, forse, i suoi più prossimi legami, forte di una contaminazione che aiuta il suo sentimento espressivo ad identificare un cammino che la condurrà ad anni di studi, viaggi e ricerche per una formazione che oggi la vede, con questa importante esposizione, protagonista di un codice di comunicazione artistica che fortemente la rappresenta. Così, adesso, non cerca più sorrisi, Lei resta presenza silenziosa nei suoi lavori, mentre i sorrisi risuonano negli occhi di chi, come Lei, sempre ricerca Io avrò poi un muro completamente sazio di gioia e colori. Nella psicologia occidentale il muro rappresenta la vecchiaia, il momento di confronto con la memoria, con il passato; un riassunto pensato su azioni ed esperienze. Un muro può essere alto, in cemento ed insormontabile, ma può anche essere piccolo ed in mattoncini: gradevole linea di orizzonte come quelli delle campagne

2 dipinte tante volte nei paesaggi degli artisti; oppure può essere anche solo sfondo per una scritta, come osserviamo sugli intonaci delle case, o sui manifesti appesi nelle strade. Ma per Hadeel il muro, il suo muro, credo sia la barriera umana alla comunicazione, la barriera spesso alzata da noi occidentali nei confronti di culture diverse e lontane, non solo geograficamente, il muro delle differenze sociali e verbali, dell allontanamento, insomma, da qualunque forma di comunicazione e predisposizione alla conoscenza. E questo è un muro fatto di nulla, in apparenza, ma diventa più alto e insormontabile di quello in cemento: una parete difficile da abbattere e difficile anche da osservare, una parete di sofferenza per chi, come lei, ha sentimenti profondi ed animo silenzioso. La sua forma di difesa, allora, ed al tempo stesso di tentativo di dialogo, resta l arte. Le sue tele non possono certo abbattere muri, ma possono essere appese a quegli stessi muri dell indifferenza, ecco la forza del suo lavoro: dipingere se stessa, in una forma di diario dove non può mancare la parola, la scrittura che incide segni e racconta. Per James Joyce la lingua è fluire di conoscenza: attingere al crogiuolo di lingue e stili, consente all arte di combinare forme ed immaginare suoni e, dunque, di reinventare continuamente frammenti e segni, in uno stimolo percettivo dove il pensiero reagisce ad una serie di immagini e di espressioni che la parola spesso cerca di sottolineare e rafforzare. L arte concettuale ha evidenziato l importanza del linguaggio come manifestazione dell idea, come sistema di Segni regolati da intercambi funzionali; in molti casi la parola diventa parte integrante dell opera o, come nei lavori degli ultimi anni di Hadeel, fondamentale è il Segno/codice che la sua grafia realizza - ovviamente nella lingua araba d origine - come co-protagonista dei suoi lavori; e fondamentale rimane il senso dello scritto, della poesia scelta con cura che Hadeel riprende parzialmente in prestito per i suoi titoli, come rafforzativo del suo sentimento nell opera. Ma c è molto di più. C è l anima dell artista che, oltre all autoritratto, utilizzato frequentemente nella scelta del corpo o di un suo dettaglio, sceglie l amore per la parola nella sua massima espressione lirica, sceglie la Poesia: poeti della sua terra che ha letto fin dall adolescenza, poeti che parlano di lirica ed esperienze condivise, che parlano di vita: di dolore, di sofferenze e di lotte, ma anche di amore, di sguardi oltre, di pensieri e suoni di bambini, di tramonti, di paesaggi e colori, incisi per sempre nella sua memoria e soprattutto, nel suo sentimento dell arte. Ne deriva, a volte, che l esposizione attraverso la parola, lo scritto, assuma allora una capacità indagativa ed espressiva che rafforza ed enfatizza l immagine che la accompagna. Nel supporto visivo del segno e della sua semantica (anche se in questo caso la lingua araba a noi occidentali rimane il più delle volte un mistero nella sua decodifica), si integra la costruzione di senso che il fascino visivo e concettuale della parola e del suo disegno, produce. Il dettaglio ricercato di un occhio, o di labbra (veicoli privilegiati del verbo), o ancora di un monile raffinato che diventa spunto per un inaspettato ritratto; un infinita ed elegante ricerca del particolare che assume nuova soggettività, un uso sapiente del colore sempre caldo nei toni sensuali dei rossi e delle terre come in Corpo velato del 2005 uno dei più dolorosi e suggestivi lavori, si offrono oggi come pagine per appunti: racconti di vita vissuta, dove la trama è rapita dalle stesse emozioni del poeta scelto dall artista in un dialogo che riempie il cuore e la tela. 2

3 Una fascinazione che oltrepassa il suo significato : di fatto il non comprendere la traduzione degli scritti sulle opere, non toglie nulla, in questo caso, alla sua valenza strutturale e soprattutto estetica, l emozione del Segno, che la calligrafia araba muove quasi come texture, resta forte del suo valore poetico, mentre il titolo aiuta lo spettatore ad affrontarne il senso. Ma è la visione globale del quadro a regalare quell unicum dove la mente naviga fra immagini avvolte da eleganti e coinvolgenti grafemi cogliendone, forse, perfino il senso ed il colore del suono lessicale. E per un momento l universo si ricomporrà Per l uomo delle caverne il Segno era il simbolo universale della caccia, ovvero del mezzo per la sua sopravvivenza; per l uomo greco una tecnica di costruzione del bello, là dove il bello era contemporaneamente anche il vero; per il Rinascimento un metodo di indagine scientifica della realtà; per il Barocco una strada per raggiungere la grazia. L arte antica ha sempre avuto come motivo finale il raggiungimento di qualcosa di esterno da sé, il più possibile vicino al messaggio universale. Con il periodo Moderno tutto ciò finisce, l arte non è più solo una ricerca conoscitiva dell altrove, non guarda più solo alla realtà, ma comincia a guardare se stessa, dentro se stessa. Diventa cioè una forma autonoma. Nel nostro vivere attuale, credo che l opera d arte non debba essere né invenzione né evoluzione, non risieda nella rincorsa al suo superamento (come alcune mode artistiche vogliono far credere), ed è vano ricercarne ansiosamente uno sviluppo progressivo, la vera essenza dell arte dovrebbe risiedere, forse come nel passato, nel suo continuo interrogarsi, nel suo impegno costante a raggiungere il massimo d intensità. Che è quanto Hadeel ha saputo ricercare e sviluppare fino ad oggi con un lavoro di scandaglio ed analisi, con un guardare attraverso che ha avuto il compito di ricomporre i frammenti, riportare alla luce le immagini e le poetiche, sottraendole alla zona d ombra dell oblio, e dell invecchiamento fine a se stesso. Come nell unica scultura-installazione presente in mostra Rifessione e retroriflessione, un doveroso omaggio al mondo della donna, che riassume perfettamente il suo profondo pensiero artistico e sociale soprattutto nella condizione dell animo umano, come osserva perfettamente Claudia Grieco in un testo sull installazione ( ) dove la condizione esistenziale si esprime in una riflessione che non è volta a scoprire una specifica individualità, quanto a evocare la presenza di un bisogno irrisolto dell umanità, derivato dall inconsapevolezza che sta alla base della sua essenza. In essa sono rappresentate due figure inginocchiate speculari raccolte una di fronte all altra, la prima coperta di piccole tessere di specchio, tante piccole parti di un tutt uno, come frammenti che esplodono ed implodono un diario di molteplici visioni, volutamente riflesse nelle immagini di chi osserva; e l altra, interamente ricoperta da un telo scritto a mano con inchiostro blu, dove la grafia dell artista rafforza l instabilità di una lettura univoca come nello scritto scelto per una comunione di emozioni e personalissime interpretazioni. La sua ricerca allora va individuata, osservata, studiata sempre nel silenzio di un osservazione lenta, che ricomponga i frammenti della composizione: la figura, il dettaglio, il colore e la sua luce, il sentimento della poesia nel suo tracciato figurativo del codice, così che la sua topografia risulti magmatica, ricca di sensazioni, presentimenti, slanci, ritorni, cadute Ed in questo ordine di relazioni, si costruisce e si allenta tutta la sua profondità d animo, ove l artista rilegge e cita la propria storia con l intima convinzione di riscoprire il tempo originario e il suo antico divenire: nell essere parte 3

4 infinitesimale e frammento di quell universo e di quella storia che mai dovrebbe essere trascurata. Perché è bene affrontare la conoscenza del reale nella sua globalità, questo il senso universale della grande arte che ama Hadeel, non fermandosi all apparenza o alla superficie, per coglierne la cosmologia e la comunione nella conoscenza dell umanità, della vita, del mondo. E tutto sembrerà al suo posto Certamente gli statuti di conoscenza dell arte sono diversi da quelli della filosofia e della scienza, ma altrettanto necessari: infatti la conoscenza prelogica, emotiva quella dell arte completa quella razionale, filosofica e scientifica, permettendo la realizzazione del fine della conoscenza stessa, che è quello dell agire; quindi di scegliere e di assumere responsabilità, per un comportamento eticamente consapevole verso quelle funzioni che rendono l uomo diverso da tutti gli altri esseri viventi. Esistere, dunque, significa esserci, ma la facoltà di essere non è direttamente proporzionale al concetto di presenza. Possiamo esistere anche sottesi ad un assenza, se all assenza non diamo il senso occidentale che la identifica sotto il segno del nulla, del buio che ci impedisce di vedere. Da un punto di vista che ci viene indicato dall Oriente, tutto ciò non significa vuoto, non sempre è il nulla (come il famoso muro); la possibilità di vedere non ci è data dal mero atto del guardare, ma dalla capacità di cogliere specifiche identità attraverso sottili e impercettibili velature. In questo senso per Hadeel pensare, creare e produrre un lavoro, un opera, vuol dire raccontare un esistenza, confrontarsi con la presenza intangibile del suo presente, e molto di più. Alludendo ad un lettura capace di seguirla nel tempo, di cogliere anche il silenzio del suo divenire, nel mutamento che l opera-tempo produce sul nostro vedere. Il tempo, infatti, è un altro degli elementi fondamentali nella filosofia del suo pensiero artistico: esso diventa uno dei soggetti dominanti del linguaggio, una materia viva, diventa clessidra e silenzio, dove il primo fa capo alla consapevolezza del tempo come scorrimento infinito, come instabile divenire. Sono questi i termini estremi, quanto complementari lungo cui si dispone la presenza del tempo nell arte, come grande luogo dell attesa. Forse, oggi, sono più le ragioni della clessidra che coinvolgono profondamente gli artisti del nostro tempo, come fattore centrale di molte poetiche concettuali: l opera non è più solo nel tempo ma è il tempo stesso, un tempo che sembra non appartenerci e non bastare più. Per queste ragioni nulla sembra apparire più al suo posto, in un disordine senza tempo. I ricordi che la polvere lascia scivolare lentamente, vengono forse riordinati nella casualità della caduta, e si ricompongono con la stessa suggestione fin nelle tele più datate dell artista: una comunione mnemonica del vissuto, con tutto il corredo di malinconia e suggestione come profonda riflessione sulla vita, riflessione estesa consapevolmente all efficacia della sua rappresentazione. Così il tempo di Hadeel, della sua clessidra, è il tempo dei ricordi che sono assenze e vuoti costantemente presenti: come le risate irrefrenabili che sono il tempo di sua madre, come le voci dei compagni i scuola che sono il tempo dell infanzia e dei passi che si rincorrono, e come il tempo del suo osservare, delle sue letture, dei suoi sogni, delle emozioni. E poi finalmente c è il tempo della pittura, della polvere d oro che esce con più lentezza, quasi impercettibile se non fosse per un luminoso luccichio, un tempo infinito, che come la luce trattiene e riflette, come la luce si accende illuminando ancora la clessidra nel suo tempo e nel suo divenire. 4

5 E il silenzio? Solo quando lo si conosce e non lo si teme, solo quando ti attraversa come vento e ti regala aria, solo quando ti spettina i capelli, ma ti lascia a posto tutti i pensieri, solo allora il disordine apparente del vivere sembrerà al suo posto. In quel silenzio Hadeel ha costruito, nel tempo, la sua casa. Daniela Del Moro 5