MASSIME LAVORO. Corte di Cassazione Sez. Lav. 1 Febbraio 2013, n 2422 (Pres. F. Lavoro (rapporto di) Lavoro subordinato Lavoratore Congedo

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1 MASSIME LAVORO Corte di Cassazione Sez. Lav. 1 Febbraio 2013, n 2422 (Pres. F. Miani Canevari; Rel. U. Berrino) Lavoro (rapporto di) Lavoro subordinato Lavoratore Congedo straordinario Dottorato di ricerca non attinente all impiego Diritto alla retribuzione Sussiste Il lavoratore in congedo straordinario, per la frequentazione di un corso di dottorato di ricerca, ha diritto alla retribuzione anche se l oggetto del dottorato non ha alcuna connessione con le mansioni svolte 1. Corte di Cassazione Sez. Lav. 29 Gennaio 2013, n 2038 (Pres. F. Roselli; Rel. R. Arienzo) Lavoro (rapporto di) Lavoro subordinato Malattia contratta durante il lavoro Dipendenza della malattia da una causa di servizio 1 Il dipendente pubblico collocato, compatibilmente con le esigenze dell amministrazione, in congedo straordinario per la frequentazione di un corso di dottorato di ricerca conserva, salvo non siano previste borse di studio o nel caso vi rinunci, il trattamento economico, previdenziale e di quiescenza in godimento da parte dell amministrazione pubblica presso la quale è instaurato il rapporto di lavoro. Tutto ciò al fine di rendere effettivo lo svolgimento delle attività richieste per la prosecuzione degli studi destinati all approfondimento delle metodologie per la ricerca e la formazione scientifica. 1

2 L infermità contratta durante il lavoro, perché sia riconosciuta come causa di servizio, necessita che gli eventi dannosi derivino dalle condizioni di insicurezza dell ambiente lavorativo, dal momento che possono essere dovuti alla qualità usurante dell ordinaria attività lavorativa nonché al logoramento dell organismo del dipendente esposto ad un lavoro impegnativo per un arco di tempo più o meno lungo, e pertanto nulla a che vedere con la tutela delle condizioni di lavoro. Corte di Cassazione Sez. Lav. 24 Gennaio 2013, n 1693 (Pres. A. De Renzis; Rel. C. Marotta) Lavoro (rapporto di) Lavoro subordinato Infrazioni disciplinari - Contestazione tardiva - Licenziamento - Escluso Secondo giurisprudenza di legittimità, in materia di licenziamento disciplinare per giusta causa il ritardo nella contestazione delle infrazioni disciplinari può indicare la mancanza di interesse all esercizio del diritto potestativo di licenziare; inoltre la tempestività della contestazione consente al lavoratore un più nitido ricordo dei fatti e la possibilità di porre in essere una più efficace difesa in relazione agli addebiti contestati 2. 2 Cass., 05/04/2003, n.5396 Nella fattispecie: lavoratore che per più di due mesi non rispetta l orario di lavoro in quanto si considera demansionato e per questo si autoriduce l orario di servizio. 2

3 Corte di Cassazione Sez. Lav. 21 Gennaio 2013, n 1311 (Pres. A. Lamorgese; Rel. G. Maisano) Lavoro (rapporto di) Lavoro subordinato Dipendente Documenti riservati- Violazione Licenziamento Legittimo È legittimo il licenziamento disciplinare del lavoratore che, violando la segretezza della corrispondenza aziendale, trasmette tramite a sindacalisti il contenuto di documenti riservati. Corte di Cassazione Sez. Lav. 16 Gennaio 2013, n 895 Lavoro (rapporto di) Lavoro subordinato Incarico sindacale Licenziamento per giusta causa Legittimo il licenziamento del lavoratore, in caso di comprovata giusta causa, anche se l accordo aziendale prevede la clausola di non risolubilità, prima dello scadere del triennio, dei rapporti con i dipendenti che ricoprono incarichi sindacali. Corte di Cassazione Sez. Lav. 14 Gennaio 2013, n 699 (Pres. Roselli; Rel. Blasutto) 3

4 Lavoro (rapporto di) Lavoro subordinato Licenziamento illegittimo Mancata riassunzione Risarcimento Quantificazione In caso di licenziamento illegittimo, l eventuale mancata reintegra del dipendente ad opera del datore di lavoro deve essere tenuta in considerazione al momento della quantificazione del risarcimento danni. Presupposto indefettibile dell obbligo risarcitorio del datore di lavoro è l imputabilità a quest ultimo dell inadempimento secondo quanto previsto dall art c.c., fatta eccezione per la misura minima di cinque mensilità di retribuzione, assimilabile ad una sorta di penale avente la sua radice nel rischio di un impresa e che, in senso lato, può assumere la funzione di assegno di tipo assistenziale qualora non vi sia responsabilità di tipo soggettivo in capo al datore di lavoro 3. Corte di Cassazione Sez. lav. 8 Gennaio 2013, n 212 (Pres. F. Miani Canevari; Rel. G. Bandini) Lavoro (rapporto di) Lavoro subordinato - Clausola di non concorrenza Condizione risolutiva rimessa all arbitrio del datore di lavoro Nulla È nulla, per contrasto con norme imperative, la clausola che rimette all arbitrio del datore di lavoro la risoluzione del patto di non concorrenza, 3 Cass., 03/05/2004, n. 8364; Cass., 23/06/2001, n. 8621; Cass., 11/05/2000, n. 6041; Cass., 02/05/2000, n. 5499; 4

5 in quanto finalizzata ad eludere l obbligo di corrispettività di cui all art c.c. 4. Corte di Cassazione Sez. Lav. 8 Gennaio 2013, n 206 (Pres. G. Vidiri; Rel. A. Pagetta) Lavoro (rapporto di) - Lavoro subordinato Pubblica amministrazione -Lavoratore Assoluzione perché il fatto non costituisce illecito penale Licenziamento Legittimo L assoluzione o proscioglimento perché il fatto non costituisce illecito penale non integra l illegittimità del licenziamento che può fondarsi su di una libera valutazione dello stesso fatto ad opera del datore di lavoro, in quanto non è esclusa la materialità del fatto né la sua riferibilità al dipendente pubblico ma soltanto la sua rilevanza penale (es. per mancanza dell elemento soggettivo doloso). Mentre l assoluzione o proscioglimento perché il fatto non sussiste o perché l imputato non lo ha commesso fa venir meno ogni responsabilità dell imputato in relazione al fatto ascritto escludendo una valutazione in sede disciplinare dello stesso fatto, in caso 4 Cass., n 9491/2003; n 15952/2004 non è consentita l attribuzione al datore di lavoro del potere di incidere unilateralmente sulla durata temporale del vincolo, vanificando in questo modo la previsione della fissazione di un termine certo; né l attribuzione patrimoniale pattuita può essere caducata dalla volontà del datore di lavoro, perché la grave ed eccezionale limitazione alla libertà di impiego delle energie lavorative è compatibile esclusivamente con un vincolo stabile, che si presume accettato dal lavoratore all esito di una valutazione della sua convenienza, sulla quale fonda determinate programmazioni della sua attività dopo la cessazione del rapporto. 5

6 contrario verrebbero pregiudicate le esigenze di buon andamento ed imparzialità della pubblica amministrazione nonché lo stesso principio di uguaglianza. Dott.ssa Sciotto Fortunata Serena 6

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