Corso di Medicina del Lavoro

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1 Corso di Medicina del Lavoro Malattie muscoloscheletriche e da agenti fisici Patologia del rachide da fattori biomeccanici e da vibrazioni 1 of 113

2 La dimensione del problema Le affezioni cronico-degenerative della colonna vertebrale sono di assai frequente riscontro presso collettività lavorative dell agricoltura, dell'industria e del terziario 2 of 113

3 La dimensione del problema In Europa metà delle malattie professionali sono malattie muscolo-scheletriche ( mal di schiena e patologie dell arto superiore) Il % degli infortuni sul lavoro provocati dal compimento di uno sforzo provoca lombalgia acuta 3 of 113

4 La dimensione del problema Il 42% dei lavoratori attivi, ad un dato momento della loro carriera, potranno soffrire di lombalgia 30 giorni di assenza per malattia ogni 100 lavoratori 4 of 113

5 Lombalgia Con il termine di lombalgia o più semplicemente mal di schiena si definiscono una serie di disturbi che colpiscono la porzione inferiore del rachide Genesi multifattoriale Il primo episodio di solito si colloca tra i 20 e i 40 anni e colpisce entrambi i sessi 5 of 113

6 Fattori di rischio professionali Fattori biomeccanici movimentazione manuale di carichi (sollevamento di carichi - posture scorrette della colonna vertebrale) 6 of 113

7 Che cosa si intende per movimentazione manuale dei carichi le operazioni di trasporto o di sostegno di un carico ad opera di uno o più lavoratori, comprese le azioni del: sollevare, deporre, spingere, tirare, portare o spostare un carico 7 of 113

8 Fattori di rischio professionali Fattori biomeccanici (segue) mantenimento di posture fisse per periodi prolungati lavoro manuale ripetitivo vibrazioni trasmesse a tutto il corpo Fattori psicosociali (professionali e non) 8 of 113

9 Fattori di rischio non Fattori individuali Età Sesso professionali Fattori antropometrici Condizioni di allenamento Fumo Condizioni patologiche (congenite o acquisite) Anomalie congenite Traumi, fratture Cause degenerative 9 of 113 Cause infiammatorie e/o metaboliche

10 La colonna vertebrale Funzione statico-cinetica e protettiva 10 of 113

11 La colonna vertebrale Formata da parti ossee e parti molli 11 of 113

12 L unità funzionale del rachide L unità funzionale del rachide è costituita da due vertebre contigue, il disco intervertebrale e le articolazioni intervertebrali Le strutture muscololegamentose hanno un importante funzione di sostegno e permettono il movimento nei diversi piani 12 of 113

13 L unità funzionale del rachide La parte anteriore è una struttura flessibile, con funzioni prevalentemente statiche in grado di sopportare carichi elevati e di assorbire eventi traumatici La parte posteriore, oltre ad offrire protezione alle strutture nervose, svolge un ruolo dinamico permettendo i movimenti 13 of 113 della colonna

14 Postura eretta La maggioranza delle forze che sono applicate alla colonna sono la risultante della forza di gravità applicata sul capo e sul tronco e agiscono nella direzione della colonna Il mantenimento della stazione eretta è garantito da un minimo livello di attivazione della muscolatura 14 of 113 paravertebrale

15 Postura eretta Attività muscolare continua ma variabile: Estensori della caviglia (soleo, gastrocnemio) Estensori della colonna e della nuca Muscoli coscia Tensione elastica dei legamenti del ginocchio e della volta plantare 15 of 113

16 La biomeccanica del rachide Flessione anteriore del tronco Cambia la distanza del punto di applicazione della forza (che dipende dalla gravità) rispetto alla colonna vertebrale 16 of 113

17 La biomeccanica del rachide Eretta + Flessa of 113 Per bilanciare il peso del tronco flesso in avanti lo sforzo esercitato dalla muscolatura paravertebrale aumenta e con esso la P discale

18 La biomeccanica del rachide Consideriamo la vertebra lombare come il fulcro di una leva Cosa accade se modifichiamo la distanza di applicazione delle forze? 18 of 113

19 La biomeccanica del rachide Carico sulla vertebra L3 in diverse posizioni del corpo (soggetto di circa 70 Kg di peso) Peso = 20 Kg. 30 Kg - 70 Kg - 85 Kg - 95 Kg -100 Kg -120 Kg -175 Kg Kg Kg 19 of 113

20 Le forze su L5/S1 F M BW peso del corpo L H peso del carico F c b b distanza CM corpo -L 5 /S 1 h distanza CM oggetto -L 5 /S 1 (CM: centro di massa) h 20 of 113

21 Le forze su L5/S1 Low back muscle force F M Disc Compreassion Force F C L5-S1 Disc Moment b h BW W BW peso del corpo L H peso del carico b distanza CM corpo -L 5 /S 1 h distanza CM oggetto -L 5 /S 1 (CM: centro di massa) L H 21 of 113

22 Modello biomeccanico statico Σ M L5/S1 =0 M il5/s1 + M peso corpo + M carico =0 _ EF M + b(mg) peso corpo + h(mg) carico =0 22 of 113

23 Cause di aumento P intradiscale Flessione tronco Spostamento Centro di Gravità Peso carico Attività muscolare Inversione fisiologica lordosi Tensione dei legamenti intervertebrali (scarsa elasticità) 23 of 113

24 Quali sono i fattori importanti quando si giudica un compito che implica il sollevamento di un carico? 24 of 113

25 La biomeccanica del rachide Posizione del corpo 25 of 113

26 La biomeccanica del rachide Distanza del carico dal corpo 26 of 113

27 La biomeccanica del rachide Peso del carico Distanza dal corpo 27 of 113

28 La biomeccanica del rachide Frequenza del sollevamento 28 of 113

29 Cause più comuni di lombalgia sforzo improvviso o brusco movimento prolungata condizione di sovraccarico biomeccanico alterazioni a carico del disco intervertebrale (ernia del disco) e delle vertebre lombari (artrosi, osteoporosi) 29 of 113

30 Patologie del rachide più frequenti Degenerazione del disco intervertebrale Artrosi Ernia del disco ARTROSI ERNIA 30 of 113

31 Patologie del rachide più frequenti Radicolopatia Alterazioni della curvatura della colonna (scoliosi, cifosi, lordosi) Osteoporosi COMPRESSIONE NERVOSA CIFOSI LORDOSI 31 of 113 SCOLIOSI

32 Patologie del rachide più frequenti 32 of 113

33 Rischi per la salute causati da movimentazine manuale dei carichi Patologia muscoloscheletrica articolazioni, tendini e muscoli: colonna vertebrale arti superiori 33 of 113

34 Rischi per la salute causati da movimentazine manuale dei carichi Altri organi e tessuti: Apparato cardiocircolatorio Apparato respiratorio Occhio (retina) Visceri ed organi addominali 34 of 113

35 Lavoratori a rischio di lombalgia Il personale sanitario (infermieri, fisioterapisti, operatori sanitari e tecnici dell assistenza) è considerato tra le categorie più a rischio per lo sviluppo di mal di schiena; la movimentazione manuale dei pazienti costituisce la principale fonte di rischio 35 of 113

36 Lavoratori a rischio di lombalgia Addetti alla movimentazione carichi (edilizia, facchinaggio, fonderia, agricoltura, attività di magazzino, allestimento prodotti) Addetti alla guida di mezzi pesanti 36 of 113

37 Fattori che influenzano la movimentazione manuale dei carichi Peso da sollevare Frequenza del sollevamento Durata del sollevamento Distanza del peso dal corpo Posizione del peso all inizio e alla fine del sollevamento 37 of 113

38 Quanto si può chiedere ad un lavoratore di sollevare, abbassare, spingere, tirare o trasportare? Esiste una relazione tra intensità di uno stimolo fisico e la percezione dello stesso Per rispondere alla domanda sono stati condotti studi psicofisici 38 of 113

39 Studi psicofisici Gruppo di lavoratori industriali (maschi e femmine) Diversi protocolli per rappresentare compiti di sollevamento, spinta, traino, svolti per una durata paragonabile ad un turno 39 of 113

40 Studi psicofisici Il lavoratore poteva influire solo sul peso dell oggetto movimentato e doveva inoltre monitorare la percezione dello sforzo (feeling of exertion or fatigue) 40 of 113

41 Studi psicofisici Al lavoratore veniva chiesto di lavorare intensamente senza arrivare ad una condizione di affaticamento eccessivo work as hard as you can without straining yourself, or without becoming unusually tired, weakened, overheated, or out of breath (Snook and Ciriello, 1991) 41 of 113

42 Studi psicofisici I risultati degli esperimenti hanno permesso la creazione di tabelle che contengono riferimenti per valutare i limiti di accettabilità per valori di forza o di peso e di riferirli a diverse percentuali della popolazione Sollevamento, abbassamento, spinta, traino, trasporto 42 of 113

43 Equazione NIOSH Metodo di valutazione delle azioni di sollevamento sviluppato dal National Institute for Occupational Safety and Health (NIOSH) Individua un limite di peso e identifica compiti lavorativi a rischio per lo sviluppo di lombalgia (lifting-related low 43 of 113back pain)

44 Presupposti Equazione NIOSH Azioni di sollevamento manuale aumentano il rischio di lombalgia La lombalgia è più frequente se viene sollevato un peso maggiore di quello che corrisponde alla capacità fisica del lavoratore La capacità fisica di un lavoratore è un dato molto variabile 44 of 113

45 Equazione NIOSH Si basa su considerazioni Biomeccaniche Fisiologiche Psicofisiche 45 of 113

46 Equazione NIOSH Fattori biomeccanici L articolazione L5-S1 è la regione del rachide lombare sottoposta a maggior carico fisico durante il sollevamento Modelli biomeccanici per comprendere le forze compressive sul disco durante azioni di sollevamento 46 of 113

47 Equazione NIOSH Fattori biomeccanici La componente critica della forza, scelta per costruire l equazione, è quella che comprime il disco intervertebrale Durante il sollevamento l articolazione intervertebrale L5-S1 è sottoposta a tre tipi di forza: compressiva, tangenziale e di torsione 47 of 113

48 Equazione NIOSH Fattori biomeccanici Il valore critico di forza al di sopra del quale aumenta il rischio di danno lombare è 3.4 kn Dati sperimentali raccolti sul cadavere Modelli biomeccanici 48 of 113

49 Equazione NIOSH Fattori fisiologici Un attività che prevede sollevamenti ripetuti richiede la contrazione simultanea di più gruppi muscolari e quindi un elevata richiesta energetica Se le richieste energetiche superano le capacità del lavoratore compare fatica muscolare 49 of 113

50 Equazione NIOSH Fattori fisiologici La capacità aerobica varia in rapporto a fattori individuali quali l età, il sesso e l allenamento: è inferiore nelle donne e si riduce con l età 20 kcal/min per un uomo di 20 anni allenato 7.3 kcal/min per una donna di 55 anni 50 of 113

51 Equazione NIOSH Fattori fisiologici Per contrastare il rischio di superare le capacità energetiche del lavoratore e quindi sviluppare fatica (del corpo nel suo insieme o di gruppi muscolari) sono stati introdotti dei limiti legati alla frequenza del sollevamento e al dispendio energetico associato allo stesso 51 of 113

52 Equazione NIOSH Fattori psicofisici Calcolo della capacità dei lavoratori di compiere sollevamenti a diversi gradi di frequenza e durata work as hard as you can without straining yourself, or without becoming unusually tired, weakened, overheated, or out of breath (Snook and Ciriello, 1991) 52 of 113

53 Equazione NIOSH Fattori psicofisici Misura del peso massimo accettabile per un sollevamento Studi che misurano la forza isometrica Compiti giudicati accettabili da meno del 75-90% dei lavoratori comportano un aumento di rischio di Lombalgia 53 of 113

54 23kg Equazione NIOSH Costante di peso Massimo peso raccomandato per sollevamenti in condizioni ideali (posizione sagittale, sollevamento occasionale, dislocazione verticale inferiore a 25 cm) Accettabile per il 75% delle donne e il 54 of % degli uomini

55 Equazione NIOSH Variabili del compito 1. distanza orizzontale del peso dal corpo 2. distanza verticale dal pavimento all inizio del sollevamento 3. distanza percorsa durante il sollevamento 4. dislocazione angolare (dovrebbe essere evitata 5. qualità della presa del carico (buona, discreta, scarsa) 55 of fattore frequenza sollevamenti

56 Equazione NIOSH Moltiplicatori definizione dei sei coefficienti o moltiplicatori (multipliers) da applicare per ridurre il peso in base alle caratteristiche del compito che implicano variazioni rispetto alle condizioni ideali di sollevamento (variabili del compito task variables) 56 of 113

57 Equazione NIOSH Moltiplicatori Come si calcolano LC load constant 23kg HM horizontal multiplier 25/H VM vertical multiplier 1-(0.003 V-75 ) DM distance multiplier (4.5/D) AM asymmetric multiplier 1-(0.0032A) FM frequency multiplier Vedi Tabella CM coupling multiplier Vedi Tabella 57 of 113

58 Equazione NIOSH peso limite raccomandato Deriva dal prodotto della costante di peso per tutti i moltiplicatori RWL = LC x HM x VM x DM x AM x FM x CM 58 of 113

59 Equazione NIOSH peso limite raccomandato Carico di lavoro che praticamente tutti i lavoratori in buone condizioni di salute possono tollerare per un periodo corrispondente al turno di lavoro (8 ore al dì) senza per questo essere esposti ad un aumentato rischio di sviluppare lombalgia 59 of 113

60 Equazione NIOSH Indice di rischio Rapporto tra peso sollevato (incluso il contenitore) e peso limite raccomandato, per un dato sollevamento LI = L/RWL Stima il livello di stress fisico associato ad un particolare compito di sollevamento 60 of 113

61 Equazione NIOSH calcolo dell indice di rischio LI linfing index LI>1 Esiste il rischio di sviluppare lombalgia per una certa frazione di lavoratori LI>3 Rischio elevato di sviluppare lombalgia per molti lavoratori (quasi tutti) 61 of 113

62 Equazione NIOSH Indice di rischio Il LI può essere utile per identificare compiti di sollevamento potenzialmente pericolosi o confrontare tra loro diverse modalità di sollevamento I singoli moltiplicatori e il loro peso possono essere utili per identificare i 62 of 113 punti critici del compito analizzato

63 Valutazioni delle azioni di sollevamento Metodo proposto dall ACGIH Individua condizioni di sollevamento (limite TLV) per le quali si ritiene che i lavoratori quotidianamente esposti non subiranno conseguenze per la schiena (tratto lombare) e le spalle 63 of 113

64 TLV per sollevamento Si applica a compiti singoli di sollevamento Eseguiti con due mani in posizione eretta Entro un intervallo di 30 dal piano sagittale In presenza di adeguate condizioni ambientali 64 of 113

65 TLV per sollevamento Valutare durata del compito (> o < 2 ore al giorno) Valutare la frequenza del sollevamento (n sollevamenti per ora) 65 of 113

66 TLV per sollevamento Definire la distanza orizzontale all inizio del sollevamento Definire l area verticale di sollevamento sulla base della posizione delle mani all inizio dello stesso Dall incrocio dei due valori nella tabella corrispondente si intercetta il 66 of 113 peso limite

67 VIBRAZIONI 67 of 113

68 Vibrazioni Sono oscillazioni di un corpo attorno ad un punto di riferimento, caratterizzate dai seguenti parametri: frequenza (Hz), ampiezza (m), velocità (m/sec), accelerazione (m/sec 2 ) Quantitativamente si esprimono in termini di accelerazione per una determinata banda 68 of 113 di frequenze

69 Vibrazioni Tutti i corpi dotati di massa e di proprietà elastiche (quali ad esempio i macchinari industriali o il corpo umano) possono entrare in vibrazione 69 of 113

70 Vibrazioni Moto oscillatorio descritto dalle seguenti grandezze fisiche: Ampiezza (m) Velocità (m/s) Accelerazione (m/s 2 ) Frequenza (numero di oscillazioni al secondo - Hz) 70 of 113

71 Vibrazioni Vibrazioni libere: si hanno quando un corpo vibra sotto l azione delle sole forze interne il corpo vibra alle proprie frequenze naturali Vibrazioni forzate: sono causate da forze applicate esternamente al sistema 71 of 113

72 Calssaificazione in ambito occupazionale Vibrazioni trasmesse al corpo intero (Whole body vibration WBV) Vibrazioni trasmesse al sistema mano braccio (Hand-arm transmitted or segmental) 72 of 113

73 European Agency for Safety and Health at Work 24% lavoratori europei è esposto a vibrazioni meccaniche 21% lavoratori italiani è esposto a vibrazioni meccaniche 73 of 113

74 Alcuni esempi A bordo di una nave o sopra una piattaforma petrolifera Vibrazioni a bassa frequenza (1 Hz) Sono necessarie ampiezze di diversi metri per generare livelli di accelerazione apprezzabili 74 of 113

75 Parametri che influenzano l interazione vibrazioni/uomo Frequenza della vibrazione Intensità della vibrazione (accelerazione) che deve sempre essere valutata lungo i tre assi ortogonali (x, y, z) 75 of 113

76 Parametri che influenzano l interazione vibrazioni/uomo Direzione di propagazione della vibrazione Le reazioni sensitive e psicofisiologiche dell organismo al movimento generato dalla vibrazione variano se il soggetto (o la mano) oscilla da un lato all altro (assi x, y) o lungo l asse verticale (asse z) 76 of 113

77 Parametri che influenzano l interazione vibrazioni/uomo Caratteristiche del segmento corporeo colpito: massa, proprietà elastiche e frequenza di risonanza degli organi esposti Se la frequenza della vibrazione è vicina a quella del tessuto colpito si verificano dei fenomeni di risonanza che possono amplificare l effetto della vibrazione applicata 77 of 113

78 Sensibilità del sistema umano alle vibrazioni Frequenze Range Sensibilità Sorgenti Basse 0 a 1-2 Hz Sistema vestibolare Medie 2 a Hz Risonanze del corpo Alte > 20 Hz Recettori somestetici in muscoli, tendini e pelle 78 of 113 Navi, aerei, gru Veicoli, aerei Utensili, macchinari

79 Sistema meccanico che rappresenta il corpo umano soggetto a vibrazioni verticali 79 of 113

80 Vibrazioni trasmesse al corpo intero Gli effetti avversi delle vibrazioni al corpo intero possono avvenire nel range delle frequenze medio-basse (1-80 Hz) Studi biodinamici hanno mostrato che il sovraccarico biomeccanico della colonna vertebrale dovuto a fenomeni di risonanza avviene per 80 of 113 frequenze di vibrazione tra 3 e 10 Hz

81 Vibrazioni trasmesse al corpo intero Vibrazioni meccaniche che, se trasmesse al corpo intero, comportano rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori, in particolare lombalgie e traumi del rachide (Direttiva UE 2002/44/CE) 81 of 113

82 Vibrazioni trasmesse Bassa frequenza (1-80 Hz) al corpo intero Conduzione di macchine e/o veicoli industriali, macchine agricole, mezzi per il trasporto pubblico 82 of 113

83 Vibrazioni trasmesse al corpo intero Associazione con altri fattori di rischio biomeccanico quali il mantenimento di posture fisse prolungate, flessioni e torsioni del rachide, movimentazione manuale di carichi 83 of 113

84 Trasmissione delle vibrazioni all organismo Nei movimenti di traslazione lungo gli assi principali del corpo (sagittale x, trasversale y, longitudinale z) Nei movimenti di rotazione attorno ai medesimi assi Esistono poi moti combinati 84 of 113

85 Trasmissione delle vibrazioni all organismo La trasmissione delle vibrazioni al corpo dipende da diversi fattori: Postura del soggetto Massa, proprietà elastiche e frequenza di risonanza degli organi esposti 85 of 113

86 Modificazioni Osteoarticolari Alterazioni più note causate dalle vibrazioni trasmesse al corpo intero Vibrazioni e posizione seduta costituiscono le cause più importanti di "lombalgia" nel personale adibito alla guida Si tratta di una degenerazione cronica a carico della colonna vertebrale che interessa: i corpi vertebrali, le articolazioni, i dischi intervertebrali 86 of 113

87 Patologie del rachide associate a vibrazioni al corpo intero Esiste evidenza epidemiologica dell esistenza di un associazione significativa tra l esposizione a vibrazioni trasmesse al corpo intero e l insorgenza di disturbi e lesioni a carico del rachide lombare Il rischio aumenta all aumentare dell intensità e della durata dell esposizione (Bovenzi e Hulshof 1999) 87 of 113

88 Patologie del rachide associate a vibrazioni al corpo intero Lombalgia e lombosciatalgia Malattie degenerative (spondiloartrosi, osteocondrosi intervertebrale) Discopatia ed ernia discale del tratto lombo-sacrale 88 of 113

89 Epidemiologia Studi hanno dimostrato una maggior occorrenza di disturbi al rachide lombare nei conducenti di veicoli industriali e di mezzi di trasporto rispetto a gruppi di controllo non esposti a vibrazioni meccaniche (Griffin 1990, Bovenzi e Hulshof 1999) 89 of 113

90 Stima combinata degli odds ratio per lombalgie in 9 gruppi di esposti a WBV Bovenzi, of 113

91 Stima combinata degli odds ratio per lombosciatalgie in 7 gruppi di esposti a WBV Bovenzi, of 113

92 Stima combinata degli odds ratio per discopatie o ernie lombari in 4 gruppi di esposti a WBV Bovenzi, of 113

93 Etiopatogenesi È difficile differenziare il ruolo delle WBV rispetto a quello degli altri fattori di rischio nell etiologia dei disturbi al rachide lombare 93 of 113

94 Etiopatogenesi I sintomi muscolo-scheletrici e le lesioni del rachide lombare nei conducenti di macchine o veicoli rappresentano un complesso di alterazioni di origine multifattoriale nella cui etiopatogenesi intervengono fattori di natura sia occupazionale sia extra-occupazionale 94 of 113

95 Curva dose-risposta Non è attualmente possibile costruire una relazione quantitativa tra esposizione a WBV e rischio di disturbi al rachide lombare 95 of 113

96 Relazione dose-risposta per lombalgia in 2 gruppi di conducenti di trattori 4 Prev alen ce od ds ra tio WBV dose (year m 2 s -4 ) 96 of 113 Studio di Boshuizen, 1990 Studio di Bovenzi e Betta, 1994

97 Altre patologie associate a vibrazioni al corpo intero E stata segnalata, ma non sufficientemente documentata da un punto di vista epidemiologico, l associazione con alterazioni: Del distretto cervico-brachiale Dell apparato gastroenterico Del sistema venoso periferico Del sistema cocleo-vestibolare 97 of 113 Dell apparato riproduttivo femminile

98 Valutazione dell esposizione esposizione a vibrazioni 98 of 113

99 Direttiva 2002/44/CE Prescrizioni minime di sicurezza e di salute relative all esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti fisici (vibrazioni) Dovrà essere recepita entro il 6 Luglio of 113

100 Valori limite di esposizione A(8) WBV Valore giornaliero di esposizione che fa scattare l azione Valore limite giornaliero di esposizione 0.5 ms 2 (r.m.s.) 9.1 ms 1.75 (VDV) 1.15 ms 2 (r.m.s.) 21 ms 1.75 (VDV) 100 of 113

101 Proposta di Direttiva (G.U.C.E. C230 del 19/8/1994) Valore di azione: valore a partire dal quale devono essere applicati uno o più provvedimenti specificati nella Direttiva Valore limite: valore al di sopra del quale il lavoratore è esposto a rischi inaccettabili 101 of 113

102 Valore di esposizione giornaliera normalizzato a 8 ore di lavoro Accelerazione ponderata in frequenza riferita a 8 ore di lavoro: A(8) = a w (T/T 0 ) 1/2 (m/s 2 ) 102 of 113

103 Direttiva 2002/44/CE Limiti La Direttiva non limita il valore di azione e il valore limite di esposizione a particolari tempi di esposizione giornalieri Il valore limite di esposizione (1.15 m/s 2 ) risulta elevato se confrontato con i dati della letteratura 103 of 113

104 Misure delle accelerazioni ponderate in frequenza r.m.s. Lavoratori esposti m/s 2 Nei bus m/s 2 Nei trattori m/s 2 Nei carrelli elevatori m/s 2 Nelle gru 104 of 113

105 Valutazione del rischio Valutare, e se del caso misurare, i livelli di vibrazioni meccaniche cui i lavoratori sono esposti Direttiva 2002/44/CE 105 of 113

106 Valutazione dell esposizione esposizione Stima basata sulle informazioni relative al livello di emissione delle attrezzature di lavoro utilizzate che generano vibrazioni (ad es: fornite dai fabbricanti) Osservazione delle condizioni di lavoro 106 of 113

107 Ridurre l esposizionel Altri metodi di lavoro (minore esposizione a WBV) Scelta di attrezzature adeguate Fornitura di attrezzature accessorie per ridurre i rischi di lesioni da vibrazioni Adeguati programmi di manutenzione delle attrezzature e dei luoghi di lavoro 107 of 113

108 Ridurre l esposizionel Corretta progettazione e assetto di luoghi e posti di lavoro Adeguata formazione e informazione Limitazione di durata e intensità di esposizione Orari di lavoro appropriati (adeguati periodi di riposo) Fornitura di indumenti di protezione da freddo e umidità 108 of 113

109 Ridurre l esposizionel In ogni caso i lavoratori non sono esposti a valori superiori al valore limite di esposizione Qualora tale valore sia superato il datore di lavoro adotta misure immediate per riportare l esposizione al di sotto del valore limite di esposizione 109 of 113

110 TLV - ACGIH TLV corpo intero: si riferiscono alla vibrazione per l intero corpo indotta meccanicamente 110 of 113

111 TLV - ACGIH Rappresentano ampiezza e durata delle componenti dell accelerazione al di sotto delle quali si ritiene che la maggior parte dei lavoratori possa essere esposta ripetutamente con un rischio minimo di dolori alla schiena, di effetti negativi sulla salute del rachide e incapacità di manovrare adeguatamente un veicolo di lavoro con 111 of 113 base a terra

112 TLV - ACGIH Metodi di controllo: Sedili o cabine sospese Manutenzione del sistema di sospensione Adeguata pressione dei pneumatici Controllo a distanza del processo di vibrazione Sedili con braccioli, supporto lombare, schienale e sedile regolabili 112 of 113

113 TLV - ACGIH Buone pratiche operative per guidatori di autoveicoli: Evitare sollevamenti o piegamenti immediatamente dopo l esposizione Eseguire movimenti semplici, con rotazioni o torsioni minime, quando si esce dal veicolo 113 of 113

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