Sei cappelli per pensare

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1 ,, psicologo e medico, è considerato la massima autorità nel campo del pensiero creativo e ideatore della teoria del pensiero laterale. Ha scritto oltre 60 libri, tradotti in 37 lingue, e ha tenuto corsi e conferenze in 54 Paesi, collaborando con le più importanti aziende e con governi di tutto il mondo, acquisendo un esperienza pratica nell insegnamento diretto delle tecniche di pensiero. Sei cappelli per pensare BUR, 2008 ISBN pagine 207 Six Thinking Hats, 1981 Pensare è la massima risorsa dell'uomo. Tuttavia non siamo mai soddisfatti della nostra capacità fondamentale. Per quanto si diventi bravi, occorre sempre desiderare di essere i migliori. La maggiore difficoltà che s incontra nel pensare è la confusione. Cerchiamo di fare troppe cose alla volta. Emozioni, informazioni, logica, aspettative e creatività si affollano in noi. Quello che propone questo libro è un concetto molto semplice che consente al pensatore di fare una cosa alla volta. Per separare le emozioni dalla logica e la creatività dalle informazioni, bisogna indossare sei cappelli per pensare. Sei cappelli che ci consentono di dirigere il nostro pensiero e trarne fuori quel che vogliamo. La discussione è un metodo usato tradizionalmente dagli occidentali per esplorare diversi argomenti. Ma porta spesso a perdere molto tempo, anche perché ogni partecipante è interessato solo alla difesa della propria posizione. Un simile metodo dialettico produce una riflessione sterile e non lascia spazio alla creatività e alle nuove idee. Applicando invece il metodo dei sei cappelli, le riunioni diventano molto più costruttive e produttive, e si possono finalmente analizzare tutti gli aspetti di una questione. Il metodo dei sei cappelli ci libera dalla pura dialettica e ci porta a essere creativi e persino ottimisti. Invece di cercare di coprire

2 contemporaneamente con il nostro pensiero tutti gli aspetti dello stesso (logica, informazioni, impressioni, creatività), possiamo separare i vari tipi di pensiero e completarli separatamente. Abbiamo quindi la possibilità di richiedere, secondo le circostanze, un tipo di pensiero in particolare. davanti, occorre avere un metodo per dirigere l'attenzione. I sei cappelli per pensare sono un metodo: ogni cappello si distingue per un colore e un tipo di pensiero. Applicare questo metodo significa scegliere quando mettersi un cappello per pensare e di che colore sceglierlo. Recitate la parte del pensatore e lo diventerete Oggi il cappello, almeno per gli uomini, è una rarità e tende a definire e a rendere riconoscibile un ruolo. Il mettersi intenzionalmente un cappello è un gesto ben definito, un segnale. Possiamo quindi metterci un cappello per pensare, anzi più di uno, rendendo riconoscibile il tipo di pensiero che in quel momento utilizziamo. Ci possono essere, a grandi linee, almeno due tipi di pensiero: quello per fronteggiare la routine e quello intenzionale. Il primo è un pensiero, tipo camminarerespirare, che si svolge di continuo. parlare-respirare, Il secondo è intenzionale e focalizzato: tutti corrono, ma l'atleta corre intenzionalmente e si allena per questo. L'espressione cappello per pensare diviene così un segnale preciso da dare a noi stessi o agli altri. Il pensiero costruttivo Imparare a pensare in modo intenzionale e focalizzato è possibile: il problema consiste nel dirigere l'attenzione e avere un modo per farlo. Possiamo esplorare l'oggetto del nostro pensiero e costruirne una mappa. Ma se il pensiero di routine avviene naturalmente, il pensiero intenzionale richiede un certo distacco. Il pensiero critico non è l'unica forma completa di pensiero. L'abitudine occidentale alla discussione e alla dialettica non funziona perché trascura la generatività e la creatività. Il pensiero critico va bene per reagire a quello che ci troviamo di fronte, ma non fa scaturire proposte mentre e affrontare la realtà richiede iniziativa e capacità di progettazione e azione. Richiede un pensiero operativo: per non reagire semplicemente a ciò che abbiamo L'intenzione non basta, occorre agire Per essere pensatori non basta considerarsi tali. L'intenzione di essere un pensatore è molto importante, perché è una cosa rara, ma occorre agire e sviluppare la capacità di pensiero. Essere un pensatore costituisce un'immagine di noi completamente diversa. Si tratta di una capacità operativa che è possibile migliorare. I cappelli per pensare servono a rafforzare l'intenzione di essere un pensatore. Essere un pensatore non significa aver sempre ragione, essere abili, saper risolvere intricati problemi: essere un pensatore significa avere la coscienza di volerlo o essere. L'intenzione quindi è il primo passo. L'attuazione è il secondo e richiede strumenti tangibili. I sei cappelli per pensare costituiscono uno strumento tangibile per tradurre l'intenzione in attuazione. Recitare una parte Recitare la parte di qualcun altro consente all'io di oltrepassare i frequenti limiti della propria immagine. Un ruolo ben definito ci permette di godere della nostra abilità nel recitare tutte le parti, senza che il nostro Io ne risulti danneggiato. Il nostro Io è in pericolo solo se manca un ruolo formale. Recitare la parte del pensatore, nel senso generico del termine, è il primo passo per diventarlo. Il ruolo primario del cappello per pensare è diviso in sei diverse parti, rappresentate da sei cappelli di diverso colore. Il nostro Io, protetto dal ruolo, s impegna fino in fondo nel recitare la sua parte: quando si cambia cappello, si cambia ruolo. 2

3 I ruoli devono essere mantenuti distinti: saremo un gruppo di pensatori che usano tutti la stessa testa. Il pensiero sarà prodotto dalla parte che staremo recitando, non dal nostro Io, che potrà scegliere il percorso che preferisce. Molte persone soggette a depressione, hanno notato che nei periodi di depressione il loro modo di pensare è completamente diverso rispetto a quando si trovano in uno stato d'animo più favorevole. L'equilibrio degli agenti chimici (neurotrasmettitori) che agiscono sull'ipotalamo può influenzare decisamente il comportamento. Così come i processi di condizionamento possono alterare le reazioni fisiologiche. Se si considera il cervello come un sistema d informazione attiva, vedremo che si comporta in maniera molto diversa dai sistemi d informazione passiva propri delle macchine. In un sistema tipo l informazione si autostruttura in schemi, anziché rimanere passivamente in attesa di essere organizzato da un processore esterno. Il carattere attivo delle terminazioni nervose è ciò che permette all'informazione in entrata di autoorganizzarsi in schemi. La creazione e l'uso di questi schemi sono all'origine della percezione. Senza questa capacità del cervello, anche le operazioni semplici, come attraversare una strada, sarebbero di fatto impossibili. Il nostro cervello è progettato per essere brillantemente non creativo,, cioè per costruire schemi e servirsene in ogni possibile occasione futura. I sistemi auto-organizzati organizzati presentano, però, un grande svantaggio: rimangono legati alla sequenzialità delle loro esperienze. Le soglie e la sensibilità delle unità nervose sono fortemente alterate dalle sostanze chimiche che agiscono su di esse: così, a ogni diverso background chimico, corrisponde un cervello diverso. Ciò fa pensare che le emozioni siano un elemento essenziale della nostra capacità di pensiero e non un fattore estraneo che l ostacola. Ogni diversa situazione chimica del cervello prende una decisione valida per quella particolare situazione. Nei momenti di panico o di rabbia tendiamo a comportarci in maniera primitiva e reagiamo istintivamente. I sei cappelli I sei cappelli per pensare possono attivare processi di condizionamento in grado di modificare l'equilibrio chimico cerebrale. Con il tempo, è possibile che ogni cappello assuma la funzione di un segnale condizionante che, innescando un processo chimico nel cervello, influenzi a suo modo il nostro pensiero. La prima importante funzione dei sei cappelli consiste nel definire ire la parte da recitare. I cappelli ci permettono di pensare e dire cose che, pensate o dette, senza di essi costituirebbero un pericolo per il nostro Io. La seconda funzione consiste nel dirigere l'attenzione sui sei diversi aspetti del problema. La terza funziona è la convenienza: chiedere ad altri, o a noi stessi, di cambiare registro. I sei cappelli ci consentono infine di stabilire le regole del gioco. Sei colori Ogni cappello per pensare ha un suo colore e da questo prende il nome: bianco, rosso, nero, giallo, verde e blu. Il cappello bianco: il bianco è un colore neutro e oggettivo; il cappello bianco riguarda fatti e dati oggettivi. Il cappello rosso: il rosso suggerisce ira, rabbia ed emozioni; il cappello rosso fornisce il punto di vista emotivo. Il cappello nero: il nero è cupo e negativo; il cappello nero copre gli aspetti negativi (il perché qualcosa non può essere fatto). Il cappello giallo: il giallo è un colore solare e positivo; il cappello giallo è un cappello da ottimista e comprende la speranza di pensieri positivi. Il cappello verde: il verde evoca l'erba, la vegetazione e la crescita fertile e abbondante; il cappello verde indica la creatività e il prodursi di nuove idee. Il cappello blu: il blu è un colore freddo, ed è il colore del cielo che tutto sovrasta; il cappello blu è connesso al controllo e all'organizzazione del processo di pensiero, quindi anche all'uso degli altri cappelli. Questi colori possono anche suddividersi in tre coppie: bianco e rosso; nero e giallo; verde e blu. 3

4 Nella pratica si farà sempre riferimento al colore del cappello e mai alla sua funzione: dire togliti il cappello nero è più semplice che dire smettila di essere negativo e la neutralità dei colori permette di usare i cappelli senza imbarazzo. Il cappello bianco Fatti e cifre Il bianco, assenza di colore, è neutralità. Solo fatti, senza argomentazioni. Se fatti e cifre sono prodotti in un'argomentazione, non potranno mai essere trattati in maniera oggettiva. Purtroppo, le abitudini argomentative del pensiero occidentale, portano prima a formulare una conclusione e poi ad addurre i fatti che la sostengono. Con il cappello bianco, prima si fa la mappa, e poi si sceglie il percorso. Chiunque formula domande per ottenere informazioni deve quindi essere certo di indossare il cappello bianco: volete davvero appurare i fatti o state cercando sostegni all'idea che già avete in mente? Il cappello bianco ci suggerisce l'obiettivo cui tendere quando si ha a che fare con le informazioni. Pensare col cappello bianco è una disciplina che aiuta il pensatore a separare nettamente i fatti da estrapolazioni e interpretazioni. Quelli che chiamiamo fatti spesso sono soltanto osservazioni fatte in buona fede o convinzioni personali. Nella pratica, si procede con una sorta di sistema a due livelli: fatti creduti e non controllati (credenze) e fatti controllati. Ciò che importa è l'uso che dei fatti si farà. Possiamo quindi mettere in campo un'opinione solo a patto di darle una cornice appropriata: non c'è spazio per una propria opinione personale, perché vanificherebbe il senso del cappello bianco. Se tutti utilizzeranno no il cappello bianco durante un incontro, tutti forniranno informazioni neutre o opinioni altrui, nessuno avrà idee prefabbricate e tutti ascolteranno. Verità e fatti non sono legati fra loro così strettamente: la verità è legata a un gioco verbale chiamato filosofia; i fatti sono legati all'esperienza controllabile. La logica passa da una verità assoluta a un'altra: se questo è vero... allora ne consegue... Diventa un problema di termini e di definizioni, e la progettazione e la manipolazione di queste definizioni sono l'essenza della filosofia. Il pensiero con il cappello bianco opera con le informazioni disponibili, perciò espressioni come in generale e nell insieme sono accettabili, e se non è possibile raccogliere dati statistici adeguati dobbiamo servirci del sistema a due livelli (fatto creduto, fatto controllato) e di un criterio di scala di verosimiglianza (dal sempre vero al mai vero). Lo scopo del cappello bianco è la praticità. Dobbiamo essere in grado di fornire ogni tipo d informazione e dobbiamo inserirla nel contesto adeguato: nulla è assoluto. Ovviamente il pensiero col cappello bianco esclude cose importanti come i presentimenti, le intuizioni, i giudizi basati sull'esperienza, i sentimenti, le impressioni e le opinioni. Il cappello bianco serve solo a chiedere pure e semplici informazioni. Il cappello rosso Emozioni e sentimenti Nel pensiero con il cappello rosso rientrano le emozioni, i sentimenti e ogni aspetto non razionale del pensiero. Il cappello rosso ci offre un canale, formale e ben definito, per rendere esplicito tutto ciò in quanto elemento legittimo della mappa generale. Il pensatore con il cappello rosso è autorizzato a dire questa è la mia sensazione rispetto al problema.. Questo cappello autorizza a esprimere sentimenti che vanno dalla semplice sensazione al presentimento. Col cappello rosso non occorre mai giustificare o spiegare una sensazione. Col cappello rosso si può recitare la parte del pensatore emotivo che reagisce istintivamente, anziché procedere razionalmente passo dopo passo. È un'opinione comune che le emozioni ostacolino il pensiero. Invece, decidere è sempre una questione emotiva. Una volta adoperato un pensiero per costruire la mappa, la scelta del percorso è determinata dai nostri giudizi e dalle nostre emozioni, che definiscono la rilevanza del pensiero e lo adattano alle necessità e al contesto del momento. 4

5 Le emozioni possono influenzare il pensiero in tre modi: attraverso un forte sfondo emotivo: paura, rabbia, odio, sospetto, gelosia, amore, sfondo che dà forma e colore a tutte le percezioni; attraverso una percezione o sensazione iniziale: questi giudizi sono automatici e rapidi, e noi restiamo prigionieri delle emozioni che ne derivano; attraverso l influenza che le emozioni esercitano, completata la mappa della situazione, al momento della scelta del percorso: ogni decisione si basa su un giudizio di valore e il nostro modo di rapportarsi ai valori è emotivo. Il cappello rosso ci aiuta a cercare le emozioni connesse a una certa situazione e a legittimarle. Il termine intuizione ha due accezioni che corrispondono a due funzioni del cervello completamente diverse: l'intuizione intesa come l'improvviso rendersi conto di qualcosa oppure come percezione o comprensione immediata di una certa situazione, il risultato di un giudizio complesso basato sull'esperienza, e che spesso non può essere spiegato né espresso a parole. Intuizione, presentimento e sensazione sono cose molto simili. Il presentimento è un'ipotesi basata su un'intuizione. La sensazione può andare da una sorta di sentimento estetico sino a qualcosa di esprimibile con un giudizio preciso. L'intuizione non è infallibile, ma può essere un utile consigliere. Con il cappello bianco non ci è consentito esprimere opinioni; le opinioni si possono esprimere con il cappello rosso, nero o giallo. Se scegliamo quello rosso, è preferibile esprimerle come sensazioni, e questo riduce il tasso di litigiosità. Sentimenti ed emozioni non emergono più a caso: il cappello rosso offre loro un canale di espressione ben preciso e, una volta rese esplicite le emozioni, si può tentare di esplorarle e modificarle, ma questa non è più una funzione del cappello rosso. Le emozioni espresse possono costituire uno sfondo costante del pensiero e della discussione, e si è sempre consapevoli della presenza di questo sfondo emotivo, parte integrante della coloritura della mappa. Adottando la convenzione del cappello rosso possiamo individuare sulla mappa le regioni a forte coloritura emotiva, e tenercene lontani quando cerchiamo una soluzione a una controversia. Il cappello rosso ci permette di non dover giustificare le emozioni, mutevoli, illogiche e incoerenti, che si esprimono. Ed essendo opinione generale che il fine di ogni pensiero sia la soddisfazione del pensatore, scopo del pensiero è la soddisfazione delle emozioni espresse, parte sia del modo in cui si pensa, sia di ciò cui si pensa. Il cappello nero Le cose che non vanno Oggetto specifico del pensiero col cappello nero è la valutazione negativa. Chi lo indossa individua ciò che è falso, scorretto o sbagliato. Mette in luce ciò che è in disaccordo con l'esperienza e il sapere comuni. Spiega perché una cosa non potrà funzionare. Indica rischi, pericoli e lacune di un progetto. Il pensiero col cappello nero non è fatto per risolvere i problemi, ma solo per metterli in luce. Il pensiero col cappello nero è sempre logico. Negativo, ma non emotivo: le emozioni negative o positive competono al cappello rosso, che motiva razionalmente una sensazione negativa. Con il cappello nero dobbiamo fornire ragioni pertinenti basate su una logica di corrispondenze e contrapposizioni. Il termine critica indica un'onesta valutazione degli aspetti positivi e negativi, ma nell'uso comune il verbo criticare significa mettere l'accento sui difetti. Il cappello nero mette in luce l'aspetto logico- negativo: le ragioni per cui una cosa è destinata a fallire. L'aspetto logico-positivo, le ragioni per cui una cosa è destinata a riuscire, è espresso con il cappello giallo. Chi è portato al negazionismo introduce in ogni momento aspetti negativi nel suo pensiero: concentrandosi esclusivamente sulla negatività, il cappello nero, di fatto, la limita. Il pensiero con il cappello nero, come quello con il cappello rosso, può riguardare il tema di 5

6 una discussione oppure la discussione stessa e il pensiero in sé: il modo in cui si discute o si pensa. Compito del pensatore col cappello nero non è sollevare quanti più dubbi possibili, ma indicare i punti deboli in maniera obiettiva sulla base dell'esperienza. Il solo modo di prevedere il futuro è, infatti, metterlo in rapporto con il passato. Sul passato possiamo essere sempre sicuri, sul futuro possiamo fare solo congetture. Un'idea costruttiva non produce risultati finché qualcuno non l'accetta o non ne dimostra la validità. Il pensiero pessimistico porta invece risultati immediati ed esaurienti: attaccare un'idea ci dà un senso di superiorità; accettare un'idea può farci sentire inferiori a chi la prodotta. Il pensatore al negativo ignora tutto ciò che nel suo insieme rende la proposta perfettamente valida e accettabile, abile, per puntare l'attenzione su un particolare di minor conto che non funziona. Questo vaglio negativo è lo schema di pensiero più diffuso, e per molti scopi pratici risulta rapido ed efficace. Se la sicurezza ci interessa più del risultato, l'esame negativo è effettivamente un risparmio di tempo. In un'idea innovativa è comunque molto più facile trovare difetti che qualità: per prendere in esame idee innovative, è quindi assai preferibile usare per primo il cappello giallo e solo dopo il cappello nero. Il cappello giallo L'atteggiamento congetturale-positivo Il giallo simboleggia la solarità e l'ottimismo. Il pensiero col cappello giallo è positivo e costruttivo, offre suggerimenti e proposte concrete, è connesso all'attività, alla realizzabilità, all'efficienza. Essere ottimisti è una scelta. Possiamo decidere di guardare al lato buono delle cose, di concentrarci sugli aspetti positivi di una situazione, di ricercarne i vantaggi. Il cappello nero concerne le valutazioni negative, quello giallo le valutazioni positive. Ci sono però molte più ragioni naturali per essere negativi che per essere positivi. Il pessimismo ci protegge da errori, rischi e pericoli. L'ottimismo è un misto di curiosità, di piacere, di desiderio di far sì che le cose accadano. È l'atteggiamento tipico delle persone di successo; il progresso dell'umanità è, in un certo senso, alimentato da questo desiderio. Il cappello giallo è congetturale-positivo perché ideazione e attuazione richiedono una previsione del futuro. Nel futuro è situata la realizzazione dell'idea o dell'atto, il cui esito è immaginabile attraverso la congettura, perché del futuro non possiamo essere certi come possiamo esserlo del passato. Per alcune persone l'ottimismo è un atteggiamento spontaneo e costante. L'interesse personale è un grande incentivo del pensiero positivo. Ma questo non è il terreno del cappello giallo: questo cappello è uno strumento di cui il pensatore decide liberamente di servirsi, perché la valutazione positiva non nasce dalla percezione di un vantaggio, ma la precede. Con il cappello giallo noi cerchiamo deliberatamente i lati positivi. Anche in questo caso, come per il cappello bianco, possiamo utilizzare una scala di verosimiglianza dei suggerimenti ottimistici (da dimostrato a remoto e molto incerto). Il campo d'azione più importante del cappello giallo consiste nell'esplorazione e nella congettura positiva. Per prima cosa vanno individuati i possibili vantaggi. Poi si cercano le ragioni a sostegno. La ricerca delle ragioni è volta a rafforzare la proposta. Se questo sostegno logico non è fornito nell'ambito del cappello giallo, non ci sarà modo di fornirlo altrove. Il pensatore con il cappello giallo coglie i lati positivi di un'idea in modo reattivo: le proposte si fanno per migliorare qualche cosa, risolvere un problema, fare un passo avanti, sfruttare un'occasione, determinare un cambiamento in positivo. La proposta è modificata, migliorata e potenziata anche correggendo gli errori individuati grazie al cappello nero. Il pensiero con il cappello giallo, animato da uno spirito di speranza, anticipa le situazioni, individua possibili guadagni e benefici. È l'aspetto speculativo del pensiero che, in questo caso, è pura ricerca delle opportunità e del massimo vantaggio offerto da un'idea. 6

7 Un valido aiuto in questo processo si ha dalla fantasia e dall'immaginazione. La fantasia può fissare mete improbabili da raggiungere. L'immaginazione precede la forma e i particolari offrendo orientamenti al pensiero e all'azione. La creatività è esercitata ercitata dal cappello verde, ma la creatività presuppone l'atteggiamento positivo del cappello giallo. Una funzione propria del cappello giallo è anche l'applicazione efficace d idee vecchie, lasciando poi al pensiero col cappello verde il compito di trovare re nuovi mezzi per tradurle in pratica. Il cappello verde Il pensiero creativo e laterale Il verde è simbolo di fertilità, crescita e sviluppo futuro. Il verde serve a produrre il pensiero creativo. La persona che indossa il cappello verde, s impegna a utilizzare gli schemi del pensiero creativo, e gli altri sono tenuti a considerare il risultato come un risultato creativo: il cappello verde dovrebbe essere indossato sia dal pensatore sia dagli interlocutori. Pensare con il cappello verde significa abbandonare le vecchie idee per trovarne di migliori: la sua azione è uno sforzo preciso e deliberato in direzione del cambiamento. Di tutti i cappelli, il cappello verde è forse il più necessario. La creatività ci serve quando ogni altro sforzo è risultato inutile ed è necessaria la formulazione intenzionale e provocatoria d idee illogiche. Può capitare che anche dopo aver indossato il cappello verde non venga nessuna idea, ma almeno abbiamo tentato. Il cappello verde rende il pensiero creativo un elemento formale del processo mentale, e la creatività cessa così di essere un lusso. Con il cappello bianco ci aspettiamo un contributo d informazioni neutre e obiettive; con quello nero, critiche specifiche; con quello giallo desideriamo avere commenti positivi, anche se non è sempre possibile; con quello rosso chiediamo quali sono i sentimenti in gioco, non importa se positivi, negativi o neutri; con il cappello verde non possiamo esigere un contributo, non possiamo obbligare noi, o gli altri, ad avere idee nuove, ma possiamo chiedere a noi, o agli altri, di dedicare del tempo allo sforzo di trovare idee nuove. Più tempo dedichiamo alla ricerca di alternative, più aumentano le probabilità di trovarle. Il termine creatività è vago, e può designare sia il creare confusione sia il creare una sinfonia. Possiamo usare il termine pensiero laterale 1. Il pensiero laterale è un insieme di atteggiamenti, espressioni e tecniche, che consente di tagliare trasversalmente gli schemi di un sistema auto-organizzato asimmetrico, per generare concezioni e percezioni nuove. Le tecniche del pensiero laterale aiutano il pensatore ad attraversare gli schemi, anziché limitarsi a seguirli. Normalmente, nel pensare formuliamo dei giudizi: giudichiamo se vi è accordo o individuiamo i motivi per cui non vi è accordo. Questo è l'effetto regressivo: per valutare un'idea guardiamo alla nostra esperienza passata e ci aspettiamo che le idee corrispondono a questa. Il giudizio (sia con il cappello giallo sia con quello nero), è un elemento essenziale e irrinunciabile del nostro pensiero. Nel pensiero con il cappello verde, dobbiamo però sostituire il giudizio con il movimento. Movimento è un termine attivo. Un'idea è scelta per la sua capacità di movimento e per il suo effetto propulsivo. Il movimento è un processo dinamico, non un processo di valutazione. Occorre provocare nuove idee. La provocazione ci costringe a uscire dagli schemi percettivi abituali e può sospingerci in tre direzioni: possiamo trovarci nell'impossibilità di andare avanti; possiamo tornare agli schemi abituali; possiamo arrivare a uno schema nuovo. La creatività può anche portarci alla ricerca delle alternative: di solito, ci sono più modi di fare una cosa, più punti di vista da cui prenderla in esame, e non dobbiamo accontentarci della prima risposta ottenuta. La creatività è capacità, talento e personalità: una funzione normale e necessaria del pensiero di ognuno. 7

8 La necessità di andare oltre ciò che è noto, ovvio e apparentemente soddisfacente, è un aspetto fondamentale del pensiero col cappello verde. Il cappello blu Il controllo del pensiero Il blu è il simbolo del controllo, della supervisione. È il colore del cielo che ci sovrasta, ma suggerisce anche l'idea di distacco, freddezza, auto-controllo. Il pensatore col cappello blu organizza il pensiero stesso. Il pensiero col cappello blu ha per oggetto il pensiero necessario per esplorare un argomento. Il cappello blu indica, a noi e agli altri, quale degli altri cinque cappelli indossare e stabilisce il momento in cui occorre cambiare cappello: controlla il protocollo. Con il cappello blu possiamo pianificare il pensiero in modo particolareggiato, secondo precise sequenze operative, e impartire istruzioni momento per momento. Il pensiero strutturato formalmente è qualcosa di molto diverso dal pensiero come flusso libero di concetti non organizzati in una struttura generale. Una struttura da cappello blu consiste nella pianificazione di quello che succederà, nella formulazione e costruzione di una mappa mentale contenente i pensieri derivanti dall'uso di tutti i cappelli. Il cappello blu mette a fuoco il pensiero e ne fissa e assegna i compiti specifici. Registra i dati emersi durante una discussione, osserva il cammino percorso rso dal pensiero, mette fine alle controversie, trae le conclusioni finali. >> <> << I sei cappelli per pensare non coprono l'intera gamma dei possibili aspetti del pensiero, ma corrispondono sicuramente ai suoi aspetti principali e il loro scopo, facilitato dalla loro artificiosità, e la chiarificazione del pensiero. Senza il formalismo dei cappelli, alcuni pensatori rimarrebbero eternamente bloccati su un unico modo di pensare. 1 vedi:, Il pensiero laterale. Effective Book Briefs è un periodico online che permette, in modo rapido e quando si vuole, di aggiornare le proprie conoscenze, ottimizzare il proprio tempo e aumentare la propria produttività. Efficacia e concisione che derivano dallo stesso significato del verbo to brief, riassumere, dare brevi istruzioni, e, per estensione, del suo sostantivo briefing che, nell organizzazione aziendale, descrive sia il complesso di informazioni e istruzioni con cui si affida un compito a un collaboratore, in modo da facilitargli e permettergli il raggiungimento dell obiettivo, sia la riunione in cui vengono impartite tali istruzioni. Effective Book Briefs seleziona accuratamente, tra le migliaia di libri pubblicati ogni anno, 72 testi italiani e internazionali, preparando per ognuno un Book Brief: una presentazione dei contenuti del libro, un sunto dei suoi concetti e delle sue idee, uno strumento efficace e rapido di conoscenza e crescita professionale e personale. Ottimizzate il tempo. Risparmiate centinaia di ore di lettura. Aumentate la produttività. Memorizzate nuove idee chiave. Applicate subito. Investite oculatamente. I benefici di Effective Book Briefs, con efficacia e concisione, sono questi. 8

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