IL VOLONTARIATO: coordinamento e procedure di attivazione

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1 IL VOLONTARIATO: coordinamento e procedure di attivazione

2 DI COSA PARLEREMO: -- Il Volontariato -- Aspetti normativi -- Organigramma dell Organizzazione -- Coordinamento e procedure di attivazione -- Nozioni di leadership e team bulding

3 FEDERAL EMERGENCY MANAGEMENT AGENCY

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5 SINDACO autorità locale di Protezione Civile legale rappresentante di un gruppo comunale

6 Sindaco Dipartimento Prefetto Regione possono attivare il DPR 194/ Prevede: - attivazione del volontario - rimborso spese per il datore di lavoro - rimborso spese vive dei mezzi e dei volontari di un organizzazione

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9 Vigili del Fuoco, Sindaco, Arpa, Forze dell Ordine, Dir. Prov. del Lavoro, Servizio Sanitario, Autorità Aeroportuale. cesio 137

10 SCENARIO 1 Incidente molto grave di un mezzo di trasporto con a bordo materie radioattive in forma non speciale, in colli di tipo A, con un quantitativo di radioattività pari a 3 A₂ SCENARIO 2 Incidente molto grave di un mezzo di trasporto con a bordo materie radioattive in forma non speciale, in colli di tipo A, con un quantitativo di radioattività pari a 30A₂

11 Prefettura Questura Carabinieri GdF CFS VV.FF. Polizia Stradale Polizia Provinciale Polizia Municipale 118 Protezione Civile Reparti Forze Armate Anas CRI Socc. Alpino Speleologico Ordine Psicologi Associazione Penelope Psicologi per i Popoli Ass.ni di Volontariato

12 IL VOLONTARIO

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14 IL VOLONTARIO: Volontarietà riferita al legame che unisce i membri Le associazioni si costituiscono volontariamente per libera scelta di singoli individui o gruppi di persone Volontarietà dell offerta = Donare il tempo! Il lavoro che si svolge è a titolo gratuito, viene cioè fornito volontariamente dai cittadini e persone che hanno la loro fonte di occupazione principale in altre attività.

15 IL VOLONTARIO: Il Volontario di Protezione Civile, divenuto negli ultimi anni un fenomeno nazionale che ha assunto caratteri di partecipazione e di organizzazione particolarmente significativi, è fenomeno nato sotto la spinta delle grandi emergenze verificatesi in Italia a partire dall alluvione di Firenze del 1966 fino ai terremoti del Friuli e dell Irpinia (1980). Lo stesso Presidente Pertini rivolgeva un appello agli italiani, con queste parole: «Voglio rivolgere anche a voi Italiane e Italiani un appello, senza retorica, che sorge dal mio cuore, qui non c entra la politica, qui c entra la solidarietà umana, tutti gli Italiani e le Italiane devono sentirsi mobilitati per andare in aiuto di questi fratelli colpiti da questa sciagura».

16 IL VOLONTARIO: dare una mano grande mobilitazione spontanea di cittadini di ogni età e condizione, affluiti a migliaia da ogni parte del paese nelle zone disastrate per mettersi a disposizione espressione di una moderna coscienza collettiva del dovere di solidarietà, nella quale confluiscono spinte di natura religiosa e laica, uni te dal comune senso dell urgenza di soccorrere chi ha bisogno e di affermare, nella più ampia condivisione dei disagi e delle fatiche, il diritto di essere soccorso con la professionalità di cui ciascun volontario è portatore con l amore che tutti i volontari dimostrano scegliendo, spontaneamente e gratuitamente di correre in aiuto di chiunque abbia bisogno di loro.

17 IL VOLONTARIO: Si scoprì in quelle occasioni (eventi degli anni 70 e 80) che ciò che mancava non era la solidarietà della gente, bensì un sistema pubblico organizzato che sapesse impiegarla e valorizzarla. PERCORSO NORMATIVO

18 ASPETTI NORMATIVI: Alluvione di Firenze 1966 LEGGE 966 DEL 1970 Prima legge organica del dopoguerra che cita il Volontariato. Prevede la possibilità per i Volontari occasionali e spontanei, come gli «Agenti del Fango», di partecipare alle attività di soccorso e di essere iscritti in un elenco nelle Prefetture.

19 ASPETTI NORMATIVI: Eventi negli anni 70 e 80 culminati con il terremoto dell Irpinia del 1980 (n morti) Con l Ordinanza del Commissario Straordinario del Governo per le zone terremotate della Campania e della Basilicata n. 428 del 1981 nasce il «Servizio Volontario per la Protezione Civile» Disegno di Legge n del 5 febbraio 1982

20 ASPETTI NORMATIVI: LEGGE QUADRO SUL VOLONTARIATO LEGGE 11 AGOSTO 1991, N. 266 considera «organizzazione di volontariato ogni organismo liberamente costituito ( ) che si avvalga in modo determinante e prevalente delle prestazioni personali, volontarie e gratuite dei propri aderenti. Le organizzazioni di volontariato possono assumere la forma giuridica che ritengono più adeguata al perseguimento dei loro fini. le organizzazioni di volontariato debbono assicurare i propri aderenti, che prestano attività di volontariato, contro gli infortuni e le malattie connesse allo svolgimento dell attività stessa, nonché per la responsabilità civile verso terzi.

21 ASPETTI NORMATIVI: ISTITUZIONE DEL SERVIZIO NAZIONALE DI PROTEZIONE CIVILE LEGGE 24 FEBBRAIO 1992, N. 225 Le organizzazioni di volontariato sono considerate struttura operativa del sistema di protezione civile nazionale e svolgono attività nonché compiti di supporto e consulenza per tutte le amministrazioni componenti il sistema. Diventano parte integrante del sistema pubblico, alla stregua delle altre componenti istituzionali. Si completa il passaggio da quel volontariato occasionale, messo in campo durante gli stati di calamità, fortemente emotivo, anche se spettacolare e romantico alla necessità di un volontariato organizzato, attrezzato, addestrato, autosufficiente.

22 ASPETTI NORMATIVI: DECENTRAMENTO AMMINISTRATIVO D.LGS 31 MARZO 1998, N. N art. 108, c), 6 Funzioni conferite alle Regioni e agli Enti Locali all utilizzo del Volontariato di Protezione Civile a livello comunale e/o intercomunale, sulla base degli indirizzi nazionali e regionali. Decreto Ministeriale 28 maggio 1993 i servizi indispensabili dei comuni, sono i seguenti: servizi di protezione civile, di pronto intervento e di tutela della sicurezza pubblica..

23 ASPETTI NORMATIVI: D.P.R. 8 FEBBRAIO 2001, N REGOLAMENTO RECANTE NORME CONCERNENTI LA PARTECIPAZIONE DELLE ORGANIZZAZIONI DI VOLONTARIATO NELLE ATTIVITA DI PROTEZIONE CIVILE Art. 9 Disciplina relativa all impiego delle organizzazioni di volontariato nell attività di pianificazione, soccorso, simulazione, emergenza e formazione teorico-pratica VENGONO GARANTITI FINO A 30 GIORNI CONTINUATIVI (90 GIORNI ALL ANNO) SE C E LO STATO DI EMERGENZA 60 GIORNI (180 GIORNI ALL ANNO) VIENE GARANTITO: -- IL MANTENIMENTO DEL POSTO DI LAVORO PUBBLICO O PRIVATO -- IL MANTENIMENTO DEL TRATTAMENTO ECONOMICO E PREVIDENZIALE DA PARTE DEL DATORE DI LAVORO PUBBLICO O PRIVATO -- LA COPERTURA ASSICURATIVA

24 ASPETTI NORMATIVI: D.P.R. 8 FEBBRAIO 2001, N REGOLAMENTO RECANTE NORME CONCERNENTI LA PARTECIPAZIONE DELLE ORGANIZZAZIONI DI VOLONTARIATO NELLE ATTIVITA DI PROTEZIONE CIVILE Art. 10 Rimborso alle organizzazioni di volontariato delle spese sostenute nelle attività di soccorso, simulazione, emergenza e formazione teorico-pratica. AI DATORI DI LAVORO, ALLE ORGANIZZAZIONI DI VOLONTARIATO PER LE SPESE SOSTENUTE (entro due anni); REINTEGRO DI ATTREZZATURE E MEZZIPERDUTI O DANNEGGIATI NELLO SVOLGIMENTO DI ATTIVITA AUTORIZZATE CON ESCLUSIONE DEI CASI DI DOLO O COLPA GRAVE.

25 ASPETTI NORMATIVI Legge 100/12: PIANIFICAZIONE DI EMERGENZA COMUNALE (P.E.C.) - Ogni Comune deve approvare il Piano Comunale di P.C. - Redatto secondo le indicazioni operative del Dipartimento e Regione - Redatto senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica - Conforme al Piano di Emergenza Provinciale - Inviato a Regione, Prefettura, Provincia - Verificato e aggiornato periodicamente

26 I VOLONTARI DEVONO >> Assicurare la propria disponibilità alle attività programmate >> Partecipare ai corsi di formazione e addestramento >> Utilizzare i Dispositivi di Protezione Individuale >> Aggiornare costantemente i propri dati all interno della banca dati dell Organizzazione di appartenenza >> Possedere requisiti di moralità, affidabilità e capacità operative

27 Il Volontario ha il dovere di svolgere i propri compiti con impegno, diligenza e spirito di collaborazione, nel rispetto delle direttive impartite dalle strutture istituzionali e quindi del Sindaco e dalla Protezione Civile Regionale. Non deve svolgere alcuna attività contrastante con le finalità del servizio, né può accettare alcuna remunerazione per la propria opera.

28 VOLONTARIO OPERATIVO E considerato operativo il volontario maggiorenne che risulta aderente ad una organizzazione di volontariato censita, sia in possesso dei requisiti previsti dal disciplinare e che abbia rilasciato alla propria organizzazione dichiarazione scritta contenente: >> disponibilità alla reperibilità secondo turnazioni stabilite >> disponibilità a svolgere incarichi operativi a favore di una sola organizzazione di volontariato di protezione civile

29 L ESSERE «VOLONTARIO» E QUINDI NON DIPENDENTE NON E UNA «CORAZZA», UNA SCUSANTE E NON RENDE AFFATTO IMMUNI DALLE RESPONSABILITA COMUNI DELL AGIRE UMANO REGOLATE DAL NOSTRO SISTEMA GIURIDICO!!!

30 LA RESPONSABILITA CIVILE DISCIPLINARE PENALE

31 RESPONSABILITA CIVILE Il Volontario, come qualunque cittadino, è responsabile civilmente e quindi tenuto a risarcire il danno nel caso compia un fatto doloso o colposo che cagiona ad altri un danno ingiusto. Doloso: consapevolezza e volontà Colposo: quando manca la volontà per negligenza

32 RESPONSABILITA PENALE Il Volontario, come qualunque cittadino, è responsabile penalmente solo se commette reato ovvero se attua un comportamento volontario contrario ai fini dello Stato. Sono reati solo i comportamenti individuati come tali nelle norme e per i quali le norme stesse prevedono una sanzione penale.

33 RESPONSABILITA DISCIPLINARE E prevista per la violazione di norme previste dall Organizzazione cui si appartiene.

34 Ecco perché le Organizzazioni di Volontariato devono stipulare idonea polizza di assicurazione in grado di coprire e garantire gli aderenti dalle responsabilità prima accennate. L assenza di idonea polizza condiziona la partecipazione delle Organizzazioni alle attività addestrative e/o formative. Inoltre espone il singolo Volontario a responsabilità civili e penali personali per i danni a cose e/o a persone.

35 DA RICORDARE!!! 1) Il Volontario di protezione civile non deve intervenire ad ogni costo per fare il «super eroe», ma semplicemente fornire supporto alle forze istituzionali che hanno competenza diretta di intervento nei vari casi di emergenza seguendone le direttive. 1) Il modo migliore per svolgere adeguatamente il ruolo di volontario di protezione civile è riuscire a valutare bene la proporzione tra danni e benefici di un eventuale intervento, contattando prima, se possibile, i diretti superiori o le forze istituzionali competenti.

36 RICORDARE ANCHE CHE Il D.P.R. 194/2001 prevede per il Volontario impegnato in attività di protezione civile le seguenti garanzie: >>>> il mantenimento del posto di lavoro >>>> il mantenimento del trattamento economico e previdenziale >>>> rimborsi spese, entro i limiti previsti dalla normativa >>>> la copertura assicurativa

37 LE ORGANIZZAZIONI Gruppi Comunali di Protezione Civile Associazioni di Protezione Civile ORGANIZZAZIONI DI PROTEZIONE CIVILE Indirizzi operativi del sistema regionale di protezione civile > DGR 1444 del

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44 Acronimo P.O.S. significa PROCEDURE OPERATIVE STANDARD RICORDARE CHE UNA O PIU CONDIVISE E CONOSCIUTE DA TUTTI

45 RICORDARE ANCHE CHE C.A.P.I. : Centro Assistenziale Pronto Intervento P.O.S. : Proceduta Operativa Standard, un organizzazione deve avere una o più P.O.S. C.O.C. : Centro Operativo Comunale C.O.M. : Centro Operativo Misto C.C.S. : Centro Coordinamenti Soccorsi P.M.A. : Posto Medico Avanzato BLS : Basic Life Support DPI : Dispositivo per la Protezione Individuale

46 COORDINAMENTO E PROCEDURE DI ATTIVAZIONE La Regione Umbria e le Amministrazioni locali favoriscono iniziative e mettono a disposizione strumenti per facilitare l opera di coordinamento: Censimento periodico delle Organizzazioni Consulte Comunali Consulta Regionale Colonna Mobile

47 COORDINAMENTO E PROCEDURE DI ATTIVAZIONE

48 COORDINAMENTO E PROCEDURE DI ATTIVAZIONE Attivazione dell Organizzazione di Volontariato da parte della Regione per intervento su territorio regionale e/o nazionale: In caso di emergenza sul territorio nazionale la Regione Umbria si raccorda con il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile. Dopo le prime valutazioni viene di norma dichiarato lo stato di emergenza e predisposto il documento di attivazione per le Organizzazioni di Volontariato, inviato dal Dipartimento Nazionale a tutte le Regioni coinvolte nella gestione dell evento.

49 COORDINAMENTO E PROCEDURE DI ATTIVAZIONE Deliberazione del Consiglio dei Ministri del 14 febbraio 2014: dichiarato lo stato di emergenza per l'alluvione che ha colpito la Toscana dal 1 gennaio all'11 febbraio 2014 Dichiarazione dello stato di emergenza in conseguenza degli eccezionali eventi alluvionali verificatisi nel periodo dal 1 gennaio all'11 febbraio 2014 nel territorio della regione Toscana Il Consiglio dei Ministri nella riunione del 14 febbraio 2014 Visto l'art. 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225 Tenuto conto che detta situazione di emergenza, per intensità ed estensione, non è fronteggiabile con mezzi e poteri ordinari; su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri «S T A T O DI E M E R G E N Z A»

50 COORDINAMENTO E PROCEDURE DI ATTIVAZIONE La Regione Umbria invia la comunicazione a tutte le Organizzazioni di Volontariato del Sistema Regionale al fine di organizzare la risposta all emergenza. A seguito dell intervento ad ogni Volontario e ad ogni Organizzazione viene rilasciato un attestato di partecipazione da parte dell Ente locale che ha coordinato gli interventi. Il Volontario consegna l attestato di partecipazione e copia della lettera di attivazione al datore di lavoro, il quale compila la modulistica necessaria ed invia il tutto alla Regione Umbria ( a seconda delle modalità di volta in volta fornite nella lettera di attivazione) al fine di ottenere il rimborso economico (art. 9 DPR 194/2001).

51 COORDINAMENTO E PROCEDURE DI ATTIVAZIONE Attivazione dell Organizzazione di Volontariato da parte dell Ente Locale coinvolto nell emergenza, all interno della Regione Umbria. In caso di emergenza gli Enti Locali possono richiedere al Dipartimento Nazionale di Protezione Civile, direttamente o per il tramite della Regione, l attivazione del Volontariato con l applicazione dei benefici di legge previsti dal DPR n. 194/2001. Nel caso la richiesta venga inoltrata per il tramite della Regione, il Servizio Protezione Civile provvede alla verifica dei requisiti richiesti. (DPR 194/2001: artt. 9 rimborso spese sostenute dalle Organizzazioni di Volontariato art. 10 per il rimborso ai datori di lavoro).

52 COORDINAMENTO E PROCEDURE DI ATTIVAZIONE Agli Enti Locali spetta il coordinamento delle organizzazioni attivate che devono essere iscritte all Elenco Nazionale del Volontariato di Protezione Civile. L avvenuto impiego dei Volontari nelle attività di Protezione Civile deve essere certificato dall Ente Locale che ha coordinato l impiego attraverso il rilascio di specifiche attestazioni. Per uniformare le procedure per l attivazione del volontariato e favorire il tempestivo flusso di informazioni tra gli Enti Locali e il Servizio di Protezione Civile regionale devono essere utilizzati i modelli indicati negli indirizzi operativi.

53 COORDINAMENTO E PROCEDURE DI ATTIVAZIONE

54 COORDINAMENTO E PROCEDURE DI ATTIVAZIONE R I C O R D A! Gli ATTESTATI CHE VENGONO RILASCIATI A CONCLUSIONE DELLE ATTIVITA DEBBONO ESSERE SEMPRE DI DUE TIPI: PER IL SINGOLO VOLONTARIO PER L ORGANIZZAZIONE DI APPARTENENZA

55 LEADERSHIP E TEAM BUILDING

56 LEADERSHIP E TEAM BUILDING Il processo di LEADERSHIP consiste nell interazione di coloro che in una struttura occupano la posizione più elevata, altrimenti detti LEADER, col resto del gruppo. In Protezione Civile il Coordinatore è l elemento che coordina il gruppo. E colui che ha il RUOLO principale. Il ruolo del Coordinatore segue una legge empirica così definibile: TEAM = { O + R + M + L } ᶜᶥᶦᵐᵃ Dove O sta per Obiettivi, R sta per Ruoli, M sta per Metodi ed L sta per Leadership; il tutto elevato alla potenza del «clima» che in un Gruppo si viene a creare.

57 LEADERSHIP E TEAM BUILDING CERCA SEMPRE LA COLLABORAZIONE

58 LEADERSHIP E TEAM BUILDING AUTOCRAZIA: viene considerata come la forma più primitiva di leadership e si caratterizza per l utilizzo di metodi autoritari per ottenere l acquiescenza. BUROCRAZIA: viene definita come un rapporto razionale e utilitario fra dipendenti e capo, i compiti assegnati sono molto specializzati.

59 CERCA SEMPRE LA COLLABORAZIONE

60 LEADERSHIP E TEAM BUILDING RELAZIONI UMANE: sottolineano l aspetto sociale nel rapporto fra capo e dipendente. PARTECIPAZIONE: rapporto equalitario nel quale i volontari vengono incoraggiati a condividere le responsabilità del leader nella soluzione dei problemi.

61 CERCA SEMPRE LA COLLABORAZIONE

62 LEADERSHIP E TEAM BUILDING La più indispensabile di tutte le capacità di leadership, è quella di sviluppare in ogni volontario una intrinseca fiducia nel proprio valore. Quindi, il leader crea altri leader (coinvolgimento) Cerca la collaborazione di tutti!

63 CERCA SEMPRE LA COLLABORAZIONE

64 LEADERSHIP E TEAM BUILDING Il team building (costruzione del gruppo) è un insieme di attività formative il cui scopo è la formazione di un gruppo di persone e di ottenere il massimo in termine di performance.

65 CERCA SEMPRE LA COLLABORAZIONE

66 LEADERSHIP E TEAM BUILDING Cerca sempre la collaborazione! «Lo sforzo di molti produce risultati migliori dell impegno di uno solo»

67 CERCA SEMPRE LA COLLABORAZIONE

68 LEADERSHIP E TEAM BUILDING Cerca sempre la collaborazione!

69 CERCA SEMPRE LA COLLABORAZIONE

70 LEADERSHIP E TEAM BUILDING Cerca sempre la collaborazione!

71 CONCLUSIONE «DIETRO OGNI BUON VOLONTARIO C E UNA BUONA FAMIGLIA» GRAZIE PER L ATTENZIONE

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