RASSEGNA STAMPA di giovedì 18 giugno 2015 SOMMARIO

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1 RASSEGNA STAMPA di giovedì 18 giugno 2015 SOMMARIO Nel giorno in cui esce l attesa enciclica di Papa Francesco sulla cura della casa comune (testo integrale è allegato in file.pdf), riproponiamo qui il Cantico delle creature di san Francesco che offre anche il titolo al documento del Santo Padre: Altissimu, onnipotente, bon Signore, tue so le laude, la gloria e l honore et onne benedictione. Ad te solo, Altissimo, se konfàno et nullu homo ène dignu te mentovare. Laudato sie, mi Signore, cum tucte le tue creature, spetialmente messor lo frate sole, lo qual è iorno, et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore, de te, Altissimo, porta significatione. Laudato si, mi Signore, per sora luna e le stelle, in celu l ài formate clarite et pretiose et belle. Laudato si, mi Signore, per frate vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale a le tue creature dai sustentamento. Laudato si, mi Signore, per sor aqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta. Laudato si, mi Signore, per frate focu, per lo quale ennallumini la nocte, et ello è bello et iocundo et robustoso et forte. Laudato si, mi Signore, per sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba. Laudato si, mi Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore, et sostengo infirmitate et tribulatione. Beati quelli ke l sosterrano in pace, ka da te, Altissimo, sirano incoronati. Laudato si mi Signore per sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò skappare: guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali; beati quelli ke trovarà ne le tue santissime voluntati, ka la morte secunda no l farrà male. Laudate et benedicete mi Signore et ringratiate et serviateli cum grande humilitate. E poi riportiamo già qui le due preghiere che il Papa presenta alla fine della sua prolungata riflessione, gioiosa e drammatica insieme, una che possiamo condividere tutti quanti crediamo in un Dio creatore onnipotente e un altra affinché noi cristiani sappiamo assumere gli impegni verso il creato che il Vangelo di Gesù ci propone. Preghiera per la nostra terra Dio onnipotente, che sei presente in tutto l universo e nella più piccola delle tue creature, Tu che circondi con la tua tenerezza tutto quanto esiste, riversa in noi la forza del tuo amore affinché ci prendiamo cura della vita e della bellezza. Inondaci di pace, perché viviamo come fratelli e sorelle senza nuocere a nessuno. O Dio dei poveri, aiutaci a riscattare gli abbandonati e i dimenticati di questa terra che tanto valgono ai tuoi occhi. Risana la nostra vita, affinché proteggiamo il mondo e non lo deprediamo, affinché seminiamo bellezza e non inquinamento e distruzione. Tocca i cuori di quanti cercano solo vantaggi a spese dei poveri e della terra. Insegnaci a scoprire il valore di ogni cosa, a contemplare con stupore, a riconoscere che siamo profondamente uniti con tutte le creature nel nostro cammino verso la tua luce infinita. Grazie perché sei con noi tutti i giorni. Sostienici, per favore, nella nostra lotta per la giustizia, l amore e la pace. Preghiera cristiana con il creato Ti lodiamo, Padre, con tutte le tue creature, che sono uscite dalla tua mano potente. Sono tue, e sono colme della tua presenza e della tua tenerezza. Laudato si! Figlio di Dio, Gesù, da te sono state create tutte le cose. Hai preso forma nel seno materno di Maria, ti sei fatto parte di questa terra, e hai guardato questo mondo con occhi umani. Oggi sei vivo in ogni creatura con la tua gloria di risorto. Laudato si! Spirito

2 Santo, che con la tua luce orienti questo mondo verso l amore del Padre e accompagni il gemito della creazione, tu pure vivi nei nostri cuori per spingerci al bene. Laudato si! Signore Dio, Uno e Trino, comunità stupenda di amore infinito, insegnaci a contemplarti nella bellezza dell universo, dove tutto ci parla di te. Risveglia la nostra lode e la nostra gratitudine per ogni essere che hai creato. Donaci la grazia di sentirci intimamente uniti con tutto ciò che esiste. Dio d amore, mostraci il nostro posto in questo mondo come strumenti del tuo affetto per tutti gli esseri di questa terra, perché nemmeno uno di essi è dimenticato da te. Illumina i padroni del potere e del denaro perché non cadano nel peccato dell indifferenza, amino il bene comune, promuovano i deboli, e abbiano cura di questo mondo che abitiamo. I poveri e la terra stanno gridando: Signore, prendi noi col tuo potere e la tua luce, per proteggere ogni vita, per preparare un futuro migliore, affinché venga il tuo Regno di giustizia, di pace, di amore e di bellezza. Laudato si! Amen. 2 DIOCESI E PARROCCHIE CORRIERE DEL VENETO Pag 9 Il Patriarcato «Non abbiamo appoggiato nessun candidato» IL GAZZETTINO DI VENEZIA Pag VIII Le suore lasciano il Lido, nasce un Centro anziani di Lorenzo Mayer SIR di mercoledì 17 giugno 2015 PATRIARCATO DI VENEZIA: LA CHIESA NON SI È MAI SCHIERATA CON ALCUNA PARTE POLITICA O PARTITICA 3 VITA DELLA CHIESA L'enciclica di Francesco: «La terra è ferita, serve una conversione ecologica» di Andrea Tornielli La lettera «Laudato si'»: siamo cresciuti credendoci autorizzati a saccheggiare il pianeta. La crisi ambientale è crisi antropologica ed è legata al modello di sviluppo: bisogna eliminare le cause strutturali di un'economia che non rispetta l'uomo. Appello a governi e istituzioni, proposta di nuovi stili di vita. La difesa della natura non è compatibile con aborto e sperimentazione sugli embrioni. Per la prima volta in un'enciclica la citazione di un mistico del sufismo, Ali Al-Khawwas La «Summa Ecologica» di Bergoglio: ritorno alla realtà di Gianni Valente Il Papa, seguendo il «filo verde» della crisi ambientale, disegna una critica globale e incalzante al sistema di sviluppo che spinge il mondo verso gli scogli dell'autoannientamento. E suggerisce a tutti le possibili vie di salvezza Il teologo Forte: «Un Enciclica voce di tutti, sfida e dono per tutti» Sorella terra. L'enciclica "verde" di papa Francesco Pagine scelte della lettera "Laudato si'" rivolta dal papa "a ogni persona che abita questo pianeta". Nelle parentesi i numeri dei paragrafi da cui i brani sono ricavati (selezione a cura di Sandro Magister) L OSSERVATORE ROMANO Pag 8 Il diritto di piangere All udienza generale il Pontefice parla dell esperienza della morte e del lutto in famiglia Pag 8 Chiediamo perdono per chi chiude la porta Francesco parla dell enciclica sul creato e lancia un appello per l accoglienza dei rifugiati

3 AVVENIRE Pag 1 Segno ecumenico di Stefania Falasca Una enciclica senza precedenti Pag 2 Ma la slealtà non guasta la festa per l enciclica (lettere al direttore) Pag 3 Laudato si : così nacque la più bella poesia del mondo di Franco Cardini San Francesco e il suo cantico, un inno insuperato CORRIERE DELLA SERA Pag 35 Terra e fraternità. La cura di Francesco per la casa comune di Andrea Riccardi LA REPUBBLICA Pagg La sfida del Family day, in piazza senza la Chiesa per fermare le unioni civili di Maria Novella De Luca e Paolo Rodari Sabato, dopo otto anni, il mondo pro-life torna in corteo. Dai neocatecumenali ai teocon: Saremo trecentomila. Il cambio di passo devi vescovi italiani: non siamo capipopolo IL FOGLIO Pag 1 Altro che Jeb Bush, a snobbare l enciclica in America sono i vescovi di mat. mat. S alza il velo sul testo papale Pag I Enciclica, fu vero embargo? Sanzione spietata per Magister, vaticanista ostile di Nicoletta Tiliacos Pag 3 Dialogare sì, annientarsi no Vescovo francese s oppone alla trasformazione delle chiese in moschee 4 MARCIANUM, ASSOCIAZIONI, ISTITUZIONI, MOVIMENTI E GRUPPI IL GAZZETTINO DI VENEZIA Pag XII Kit anti-spreco alla sagra, gli avanzi si portano a casa Le Acli a Zelarino 5 FAMIGLIA, SCUOLA, SOCIETÀ, ECONOMIA E LAVORO AVVENIRE Pag 3 Maturità: l ultimo dei riti di passaggio di Alessandro D Avenia La sfida per una visione cattolica dell educazione: deve essere universale CORRIERE DEL VENETO Pag 4 Con il Jobs Act ventimila posti in più. dagli artigiani un assunzione su due di Marco de Francesco A tre mesi dall entrata in vigore della legge, Veneto Lavoro conferma il boom occupazionale. Bene edilizia e metalmeccanica LA NUOVA Pag 1 Un esame crocevia per la vita di Ferdinando Camon 6 SERVIZI SOCIALI / SANITÀ IL GAZZETTINO DI VENEZIA Pag IX Ulss, nascono i superdistretti di Fulvio Fenzo Il territorio di Mestre, Venezia, Marcon, Quarto e Cavallino diviso in due aree

4 7 - CITTÀ, AMMINISTRAZIONE E POLITICA LA NUOVA Pagg 2-3 Stop a nuovi migranti. No a Contorta e Lido di Alberto Vitucci Il nuovo sindaco, le manovre. Zappalorto si congeda e Brugnaro lo difende. Il Patriarcato: La Chiesa non ha appoggiato nessuno Pag 4 Casson non ha attratto i voti dei grillini di Alberto Vitucci L analisi dell Istituto Cattaneo di Bologna tra il primo e il secondo turno. Brugnaro invece ha compattato il centrodestra CORRIERE DEL VENETO Pag 11 Michelle tra Basilica e Biennale, trecento poliziotti e calli chiuse di D.Tam. e A.d E. La first lady americana e le figlie arrivano domani e ripartono domenica 8 VENETO / NORDEST IL GAZZETTINO Pag 8 Tre marocchini falsi poveri truffano decine di parroci di Andrea Zambenedetti Raccontando storie di grandi sofferenze si sono fatti consegnare decine di migliaia di euro CORRIERE DEL VENETO Pag 6 La bella vita con i soldi dei preti, tre magrebini arrestati per truffa di Milvana Citter Chiedevano aiuto per problemi economici: sottratti 50mila euro a 5 parroci veneti 10 GENTE VENETA Tutti gli articoli segnalati di seguito sono pubblicati sul n. 24 di Gente Veneta in uscita venerdì 19 giugno 2015: Pag 1 L enciclica verde ora vada nelle periferie dei ricchi di Giorgio Malavasi Pagg 1, 4 5 Pierpaolo, da avvocato a don di Paolo Fusco Si racconta il nuovo sacerdote della diocesi veneziana, che sabato sarà ordinato dal Patriarca. Ha lasciato la toga per indossare a 38 anni il clergyman Pag 3 Profughi a Eraclea: dopo tensioni e proteste trovata soluzione alternativa a Ca Turcata di Pierpaolo Biral Dal residence in centro, saranno spostati nelle tende dell ex caserma. L appello del Patriarca alla generosità: sì all accoglienza, no alle polemiche. «Parole violente o retoriche non risolvono, ma esasperano» Pag 6 Il tram arriverà a Venezia dalla metà di luglio? di Serena Spinazzi Lucchesi Stifanelli (Pmv): «La commissione dovrà avviare la fase di pre-esercizio, facendo viaggiare i convogli sul Ponte della Libertà. E questo il nodo più critico, dove si correrà a 70 chilometri l ora, una velocità che raramente il tram raggiunge in città». E costato 208 milioni di euro e l esercizio costerà più dei bus, ma è già in preventivo Pag 7 Una penitenza fucsia per rinascere e ripartire di Alessandro Polet Luigi Brugnaro sindaco di Venezia Pag 8 «Allarmi meteo, un patto con chi è serio» di Marco Monaco Un appello dei meteorologi certificati contro il boom delle previsioni sensazionalistiche. «Ci rivolgiamo agli albergatori di Jesolo perché facciano pressione insieme a noi: serve

5 una legge». Le previsioni a 7 giorni? Non sono attendibili Pag 12 Primi segnali: il vetro di Murano riparte dall export di Lorenzo Mayer Euro debole sul dollaro, costo dell energia basso e altri fattori rilanciano l industria vetraria. Lo dice un rapporto di Sintesi : cinesi, russi e statunitensi comprano i prodotti muranesi. L export, calato del 7% negli ultimi cinque anni, torna a crescere Pag 16 Dolore interreligioso: il padre musulmano chiede per il figlio il rito funebre in chiesa di Paolo Fusco Richiesta inaspettata dopo la tragica morte del sedicenne che viveva in parrocchia alla Gazzera. Si è scelto di celebrare una messa, cui hanno partecipato anche islamici. Il Patriarca: «Quando una famiglia, estranea alla fede cristiana, chiede alla Chiesa di pregare, facciamolo nella maniera più potente e vera: con la celebrazione della messa» Pagg Grest. Sorpresa per seimila di Giorgio Malavasi In cinquanta parrocchie della Diocesi sono in corso in questi giorni i Grest. Il Patriarca ne ha visitati alcuni parlando a bambini e ragazzi: «Lasciatevi sorprendere, il Grest è un opportunità». E se il Grest durasse tutto l anno? La proposta (e il desiderio) del Patriarca Pag 20 Patrono, arriva il vescovo di Salisburgo di Pierpaolo Biral Mons. Alois Kothgasser sarà ospite a Jesolo, incontrerà le comunità parrocchiali e il Patriarca. Don Fassina: Jesolo sia comunità armoniosa e solidale. Don Cilia: il turismo non travolga gli affetti ed inoltre oggi segnaliamo CORRIERE DELLA SERA Pag 1 Troppi silenzi sull astensione di Michele Ainis Democrazia senza linfa vitale Pag 3 Quei muri in Europa di Stefano Montefiori Dalla palizzata di Calais al Brennero, così il continente è ancora diviso Pagg 8 9 Abusivi anche gli hotel. Roma, le regole svanite di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella Il grande degrado Pag 13 Il rischio che Roma diventi l anello debole del premier di Massimo Franco Pag 35 Migranti, tante soluzioni tranne il pressapochismo di Maurizio Caprara LA REPUBBLICA Pag 1 Quel filo spinato sul nostro cuore di Adriano Sofri LA STAMPA Il soffio perduto del 1989 di Cesare Martinetti AVVENIRE Pag 2 Matteo S. si rilegga il Vangelo di Matteo. I poveri si accolgono e non si usano (lettere al direttore) IL GAZZETTINO Pag 1 Scuola, se salta la riforma il bocciato è Renzi di Oscar Giannino Torna al sommario 2 DIOCESI E PARROCCHIE

6 CORRIERE DEL VENETO Pag 9 Il Patriarcato «Non abbiamo appoggiato nessun candidato» Venezia. «La Chiesa veneziana non si è mai schierata con alcuna parte politica o partitica né ha appoggiato alcun candidato nella competizione elettorale appena conclusa». Dopo l accusa di don Nandino Capovilla («La chiesa ha votato Brugnaro») e i sospetti degli osservatori, il Patriarcato ieri sera ha voluto precisare la propria posizione. «Il Patriarca - continua la nota - nelle settimane e nei mesi precedenti le elezioni, ha inoltre accuratamente evitato ogni tipo di incontro con esponenti politici e candidati, nonostante le molteplici ed insistenti richieste, limitandosi espressamente ad appuntamenti e incontri di stretto carattere istituzionale». IL GAZZETTINO DI VENEZIA Pag VIII Le suore lasciano il Lido, nasce un Centro anziani di Lorenzo Mayer «Le suore Elisabettine terziarie francescane torneranno a trovare la comunità di Città Giardino in determinate occasioni mantenendo così un legame stabile con la parrocchia di Sant'Antonio». Questa la promessa che i parrocchiani del Lido sono riusciti a «strappare» alla superiora provinciale della congregazione religiosa suor Paola Rebellato, intervenuta domenica durante la festa patronale di Sant'Antonio. La celebrazione ha sancito il saluto ufficiale dell'isola alla comunità delle suore Elisabettine, retta nell'ultimo decennio dalla superiora suor Giannoemi Favaro. L'ordine lascia la sua casa in via Sandro Gallo 99, dove arrivò, per la prima volta, nel novembre del 1929 e dunque, dopo oltre ottant'anni di apprezzato servizio. È stata poi la segretaria generale delle suore Elisabettine, suor Bernardetta Battocchio (intervenuta in rappresentanza della superiora generale suor Matilde Zenere), al termine della messa solenne, a ricordare che partire dal Lido per le religiose significa anche lasciare la diocesi di Venezia, dove, per volontà della loro fondatrice Elisabetta Vendramini che diede vita alle Elisabettine nel lontano 1828, sbarcarono fin da metà 800. Al Lido, al posto della loro casa, sorgerà un nuovo grande poliambulatorio e un Centro per anziani. L'operazione immobiliare parte dalla famiglia De Martino, che ci sta lavorando da mesi. L'edificio lasciato libero verrà trasformato: i lavori, secondo i proponenti del progetto, inizieranno al termine della stagione, entro fine settembre, e dovrebbero concludersi in un anno. La chiesetta delle suore, per decisione dei nuovi proprietari dello stabile, non sarà sconsacrata e rimarrà in uso alla parrocchia. Nel resto dell'edificio verranno ospitati una ventina di ambulatori specialistici. Inoltre ci sarà una Casa di riposo, con assistenza sanitaria per gli ospiti 24 ore su 24, ma con un modello di ospitalità, diverso dalle altre case di riposo. Saranno costruiti, per gli anziani, dei piccoli appartamenti, con possibilità di ricevere anche le famiglie. Oltre al saluto alle suore, molte le iniziative che hanno accompagnato la festa patronale della parrocchia di Sant'Antonio, guidata dal parroco don Renato Mazzuia. SIR di mercoledì 17 giugno 2015 PATRIARCATO DI VENEZIA: LA CHIESA NON SI È MAI SCHIERATA CON ALCUNA PARTE POLITICA O PARTITICA La Chiesa veneziana non si è mai schierata con alcuna parte politica o partitica né ha appoggiato alcun candidato nella competizione elettorale appena conclusa. È quanto precisa l Ufficio stampa del Patriarcato in riferimento alle affermazioni, totalmente destituite di fondamento e rimbalzate in queste ore su un organo di stampa, circa un presunto schieramento della Chiesa veneziana o un suo appoggio ad una parte politica o partitica. In una nota il Patriarcato evidenzia che la realtà ecclesiale veneziana, nelle sue distinte articolazioni, è stata piuttosto - e rimane sempre - cordiale interlocutore di ogni persona impegnata a perseguire il bene comune e, quindi, osservatore attento e partecipe delle vicende politiche, culturali, economiche e sociali nel solo intento di promuovere lo sviluppo della vita buona della città e di meglio venire incontro alle esigenze, alle fragilità e soprattutto alle nuove e vecchie povertà del nostro territorio e di quanti vi risiedono stabilmente o temporaneamente. Nella nota viene anche ricordato che lo stesso Patriarca, nelle settimane e nei mesi precedenti le elezioni, ha

7 accuratamente evitato ogni tipo di incontro con esponenti politici e candidati, nonostante le molteplici e insistenti richieste, limitandosi espressamente ad appuntamenti e incontri di stretto carattere istituzionale. Torna al sommario 3 VITA DELLA CHIESA L'enciclica di Francesco: «La terra è ferita, serve una conversione ecologica» di Andrea Tornielli La lettera «Laudato si'»: siamo cresciuti credendoci autorizzati a saccheggiare il pianeta. La crisi ambientale è crisi antropologica ed è legata al modello di sviluppo: bisogna eliminare le cause strutturali di un'economia che non rispetta l'uomo. Appello a governi e istituzioni, proposta di nuovi stili di vita. La difesa della natura non è compatibile con aborto e sperimentazione sugli embrioni. Per la prima volta in un'enciclica la citazione di un mistico del sufismo, Ali Al-Khawwas La terra, nostra casa comune, «protesta per il male che provochiamo a causa dell uso irresponsabile e dell abuso dei beni che Dio ha posto in lei. Siamo cresciuti pensando che eravamo suoi proprietari e dominatori, autorizzati a saccheggiarla». Serve una «conversione ecologica». La salvaguardia dell'ambiente non può essere disgiunta dalla giustizia verso i poveri e dalla soluzione dei problemi strutturali di un'economia che persegue soltanto il profitto. L'enciclica «Laudato si'» di Papa Francesco, 246 paragrafi divisi in sei capitoli, aggiunge un nuovo contributo alla dottrina sociale della Chiesa mettendo l'umanità di fronte alle sue responsabilità. È un testo articolato, in vari punti molto specifico, che attinge a piene mani dai documenti di molte conferenze episcopali e non si rivolge solo ai cristiani ma «a ogni persona che abita questo pianeta». Bergoglio, valorizza le parole dei predecessori e invita a «eliminare le cause strutturali delle disfunzioni dell economia mondiale» correggendo «i modelli di crescita» incapaci di garantire il rispetto dell ambiente. Nel testo, dopo aver citato il contributo del «caro Patriarca Ecumenico Bartolomeo», del suo invito «alla necessità che ognuno si penta del proprio modo di maltrattare il pianeta», il Papa propone il modello di san Francesco, dal quale si impara come siano «inseparabili la preoccupazione per la natura, la giustizia verso i poveri, l impegno nella società e la pace interiore». Francesco rivolge un appello alla «solidarietà universale», per «unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale». La «nostra casa» inquinata - Il Papa affronta il tema dell'inquinamento: gli inquinanti atmosferici che «provocano milioni di morti premature» in particolare tra i più poveri; quello causato dai fumi dell'industria e dalle discariche, i pesticidi, l'inquinamento prodotto dai rifiuti. «La terra, nostra casa, sembra trasformarsi sempre più in un immenso deposito di immondizia». Francesco spiega che «esiste un consenso scientifico molto consistente che indica che siamo in presenza di un preoccupante riscaldamento del sistema climatico», dovuto per la maggior parte alla grande concentrazione di gas serra. L'umanità deve «prendere coscienza della necessità di cambiamenti di stili di vita, di produzione e di consumo, per combattere questo riscaldamento». Il Papa cita lo scioglimento dei ghiacci e la perdita di foreste tropicali. Gli impatti più pesanti «probabilmente ricadranno nei prossimi decenni sui Paesi in via di sviluppo». «Perciò è diventato urgente e impellente lo sviluppo di politiche affinché nei prossimi anni l emissione di anidride carbonica e di altri gas altamente inquinanti si riduca drasticamente». Francesco affronta quindi la questione dell'esaurimento delle risorse naturali e dell'«impossibilità di sostenere l'attuale livello di consumo dei Paesi più sviluppati». Parla della «povertà di acqua pubblica che si ha specialmente in Africa». Di fronte alla tendenza «a privatizzare questa risorsa scarsa, trasformata in merce soggetta alle leggi del mercato», ricorda che «l'accesso all'acqua potabile e sicura è un diritto umano essenziale». L'enciclica tratta quindi della perdita della biodiversità. Tra i luoghi che richiedono «una cura particolare, a motivo della loro enorme importanza per l ecosistema mondiale», Francesco menziona «quei polmoni del pianeta colmi di biodiversità che sono l Amazzonia e il bacino fluviale del Congo, o le grandi falde

8 acquifere e i ghiacciai». Invita a non «ignorare gli enormi interessi economici internazionali che, con il pretesto di prendersene cura, possono mettere in pericolo le sovranità nazionali». Il Papa parla del deterioramento della qualità della vita umana e della degradazione sociale, ad esempio nella «smisurata e disordinata crescita di molte città diventate invivibili» sia per l'inquinamento che per il caos urbano. Invitando a riflettere sulla «inequità planetaria», Francesco ricorda che «l ambiente umano e l ambiente naturale si degradano insieme» colpendo i più deboli. Problemi che «non trovano spazio sufficiente nelle agende del mondo». Per questo ricorda che «un vero approccio ecologico diventa sempre un approccio sociale, che deve integrare la giustizia nelle discussioni sull ambiente, per ascoltare tanto il grido della terra quanto il grido dei poveri». La soluzione, avverte il Papa non passa attraverso la «riduzione della natalità», che si vuole ottenere anche con «pressioni internazionali sui Paesi in via di sviluppo». Esiste, aggiunge, un vero «debito ecologico» tra il Nord e il Sud: «Il riscaldamento causato dall enorme consumo di alcuni Paesi ricchi ha ripercussioni nei luoghi più poveri della terra». «È necessario che i Paesi sviluppati contribuiscano a risolvere questo debito» ecologico, «limitando in modo importante il consumo di energia non rinnovabile, e apportando risorse ai Paesi più bisognosi». Mentre i Paesi più poveri «hanno meno possibilità di adottare nuovi modelli di riduzione dell impatto ambientale». Queste situazioni richiedono un cambiamento di rotta, un «sistema normativo che includa limiti inviolabili e assicuri la protezione degli ecosistemi». Francesco denuncia «la debolezza della reazione politica internazionale» e «molto facilmente l interesse economico arriva a prevalere sul bene comune e a manipolare l informazione per non vedere colpiti i suoi progetti». «I poteri economici continuano a giustificare l attuale sistema mondiale, in cui prevalgono una speculazione e una ricerca della rendita finanziaria», oggi «qualunque cosa che sia fragile, come l ambiente, rimane indifesa rispetto agli interessi del mercato divinizzato, trasformati in regola assoluta». Di fronte all esaurimento di alcune risorse si va creando «uno scenario favorevole per nuove guerre, mascherate con nobili rivendicazioni». La politica dovrebbe essere più attenta, ma «il potere collegato con la finanza» resiste a questi sforzi. Il Papa riconosce che c'è diversità di opinioni sulla situazione e sulle possibili soluzioni. Cita due estremi: chi sostiene che «i problemi ecologici si risolveranno semplicemente con nuove applicazioni tecniche, senza considerazioni etiche né cambiamenti di fondo». E chi ritiene «che la specie umana, con qualunque suo intervento, può essere solo una minaccia e compromettere l ecosistema mondiale, per cui conviene ridurre la sua presenza sul pianeta». La Chiesa su molte questioni concrete «non ha motivo di proporre una parola definitiva», «basta però guardare la realtà con sincerità per vedere che c è un grande deterioramento della nostra casa comune». Il Vangelo della creazione - Nel secondo capitolo, Francesco invita a considerare l'insegnamento biblico sulla creazione e ricorda che «la scienza e la religione, che forniscono approcci diversi alla realtà, possono entrare in un dialogo intenso e produttivo per entrambe» e che per risolvere i problemi è «necessario ricorrere anche alle diverse ricchezze culturali dei popoli, all arte e alla poesia, alla vita interiore e alla spiritualità». La Bibbia «insegna che ogni essere umano è creato per amore, fatto ad immagine e somiglianza di Dio». «Noi non siamo Dio. La terra ci precede e ci è stata data», scrive Francesco, affermando che l'invito a «soggiogare la terra» contenuto nel Libro della Genesi non significa favorire lo «sfruttamento selvaggio» della natura. Siamo chiamati «a riconoscere che ogni «creatura è oggetto della tenerezza del Padre, che le assegna un posto nel mondo». L'azione della Chiesa non solo cerca di ricordare il dovere di prendersi cura della natura, ma al tempo stesso «deve proteggere soprattutto l uomo contro la distruzione di sé stesso». Il Papa invita a non «equiparare tutti gli esseri viventi» e a non «divinizzare» la terra. Francesco critica chi lotta «per le altre specie» ma non agisce allo stesso modo «per difendere la pari dignità tra gli esseri umani». «È evidente l incoerenza di chi lotta contro il traffico di animali a rischio di estinzione, ma rimane del tutto indifferente davanti alla tratta di persone, si disinteressa dei poveri, o è determinato a distruggere un altro essere umano che non gli è gradito. Ciò mette a rischio il senso della lotta per l ambiente». Una crisi causata dall'uomo - Nel terzo capitolo dell'enciclica «Laudato si'» il Papa sottolinea la «radice umana» della crisi ecologica, concentrandosi sul «paradigma tecnocratico dominante». Scienza e Tecnologia «sono un prodotto meraviglioso della

9 creatività umana», ma non possiamo «ignorare che l energia nucleare, la biotecnologia, l informatica, la conoscenza del nostro stesso DNA e altre potenzialità che abbiamo acquisito ci offrono un tremendo potere». Anzi, «danno a coloro che detengono la conoscenza e soprattutto il potere economico per sfruttarla un dominio impressionante sull insieme del genere umano». Ed è «terribilmente rischioso» che questo potere «risieda in una piccola parte dell umanità». «L economia assume ogni sviluppo tecnologico in funzione del profitto... La finanza soffoca l economia reale. Non si è imparata la lezione della crisi finanziaria mondiale e con molta lentezza si impara quella del deterioramento ambientale. In alcuni circoli si sostiene che l economia attuale e la tecnologia risolveranno tutti i problemi ambientali», allo stesso modo in cui si afferma che i problemi della fame «risolveranno semplicemente con la crescita del mercato». «Ma il mercato da solo però non garantisce lo sviluppo umano integrale e l inclusione sociale». Di fronte a tutto questo, la cultura ecologica «dovrebbe essere uno sguardo diverso, un pensiero, una politica, un programma educativo, uno stile di vita e una spiritualità che diano forma ad una resistenza di fronte all avanzare del paradigma tecnocratico». «Ciò che sta accadendo ci pone di fronte all urgenza di procedere in una coraggiosa rivoluzione culturale... Nessuno vuole tornare all epoca delle caverne, però è indispensabile rallentare la marcia per guardare la realtà in un altro modo». «Quando non si riconosce nella realtà stessa l importanza di un povero, di un embrione umano, di una persona con disabilità per fare solo alcuni esempi, difficilmente si sapranno ascoltare le grida della natura stessa. Tutto è connesso». E non è «neppure compatibile la difesa della natura con la giustificazione dell'aborto». La cultura del relativismo «è la stessa patologia che spinge una persona ad approfittare di un altra e a trattarla come un mero oggetto... È anche la logica interna di chi afferma: lasciamo che le forze invisibili del mercato regolino l economia». Se non ci sono verità oggettive e princìpi stabili, i programmi politici e le leggi non possono bastare per «evitare i comportamenti che colpiscono l ambiente», perché «quando è la cultura che si corrompe», le leggi verranno intese solo come «imposizioni arbitrarie e come ostacoli da evitare». Francesco tratta poi della necessità di «difendere il lavoro» umano, che non va sostituito con il progresso tecnologico. Il vero obiettivo nell'aiuto ai poveri «dovrebbe sempre essere di consentire loro una vita degna mediante il lavoro». Il Papa ricorda che «le autorità hanno il diritto e la responsabilità di adottare misure di chiaro e fermo appoggio ai piccoli produttori e alla diversificazione» e perché vi sia vera libertà economica «a volte può essere necessario porre limiti a coloro che detengono più grandi risorse e potere finanziario». A proposito dell'innovazione biologica, sono prudenti i paragrafi dedicati agli OGM, sui quali «è difficile dare un giudizio generale». Il Papa ricorda che «le mutazioni genetiche sono state e sono prodotte molte volte dalla natura stessa. Nemmeno quelle provocate dall essere umano sono un fenomeno moderno». Riconosce che l'utilizzo dei cereali transgenici, «in alcune regioni ha prodotto una crescita economica che ha contribuito a risolvere alcuni problemi», ma cita anche «significative difficoltà che non devono essere minimizzate», come «una concentrazione di terre produttive nella mani di pochi» e la tendenza «allo sviluppo di oligopoli nella produzione di sementi». Occorre poi assicurare «un dibattito scientifico e sociale che sia responsabile e ampio, in grado di considerare tutta l informazione disponibile». È inoltre «preoccupante», secondo Bergoglio, «il fatto che alcuni movimenti ecologisti difendano l integrità dell ambiente, e con ragione reclamino dei limiti alla ricerca scientifica», ma allo stesso tempo giustifichino «esperimenti con embrioni umani vivi». Per un'ecologia integrale - Nel quarto capitolo dell'enciclica Francesco ribadisce l'importanza di un approccio integrale «per combattere la povertà» e al contempo «prendersi cura della natura». «L'analisi dei problemi ambientali è inseparabile dall analisi dei contesti umani, familiari, lavorativi, urbani, e dalla relazione di ciascuna persona con sé stessa». Il Papa parla di «ecologia sociale», ricordando che «diversi Paesi sono governati da un sistema istituzionale precario, a costo delle sofferenze della popolazione», e si «registrano con eccessiva frequenza comportamenti illegali». Anche dove esistono normative sull'ambiente, non sempre vengono applicate. Francesco cita quindi «l'ecologia culturale», e chiede attenzione per le culture locali. Invita a non «pretendere di risolvere tutte le difficoltà mediante normative uniformi», spiega la necessità di assumere la «prospettiva dei diritti dei popoli e delle culture», perché «l imposizione di uno stile egemonico di vita legato a un modo di produzione può essere

10 tanto nocivo quanto l alterazione degli ecosistemi». Il Papa elogia poi «la creatività e la generosità di persone e gruppi che sono capaci di ribaltare i limiti dell ambiente, modificando gli effetti avversi dei condizionamenti, e imparando ad orientare la loro esistenza in mezzo al disordine e alla precarietà». Fa esempi che riguardano le città: chi progetta edifici, quartieri e città dovrebbe servire «la qualità della vita delle persone, la loro armonia con l ambiente, l incontro e l aiuto reciproco» ascoltando il punto di vista degli abitanti del luogo. Francesco accenna al problema dei trasporti, all'inquinamento provocato dalle auto in città, alla priorità da dare ai trasporti pubblici che vanno però migliorati dato che in molte città si assiste a «un trattamento indegno delle persone a causa dell affollamento, della scomodità o della scarsa frequenza dei servizi e dell insicurezza». L'ecologia umana significa anche «apprezzare il proprio corpo nella sua femminilità o mascolinità» e dunque «non è sano un atteggiamento che pretenda di cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa». Dall'ecologia umana è inseparabile la nozione di «bene comune» che «presuppone il rispetto della persona umana in quanto tale, con diritti fondamentali e inalienabili», tenendo conto dello sviluppo dei gruppi intermedi, a partire dalla famiglia. Come agire - Nel quinto capitolo della «Laudato si'», Francesco definisce «indispensabile un consenso mondiale che porti, ad esempio, a programmare un agricoltura sostenibile e diversificata, a sviluppare forme rinnovabili e poco inquinanti di energia». Il Papa afferma che la «tecnologia basata sui combustibili fossili» deve «essere sostituita progressivamente senza indugio», osserva che «la politica e l industria rispondono con lentezza» che i «vertici mondiali sull ambiente degli ultimi anni non hanno risposto alle aspettative». I progressi sui cambiamenti climatici e la riduzione dei gas serra «sono deplorevolmente molto scarsi», anche «a causa delle posizioni dei Paesi che privilegiano i propri interessi nazionali rispetto al bene comune globale». Il Papa mette in guardia da alcune strategie per combattere le emissioni di gas, che penalizzano i Paesi poveri con «pesanti impegni sulle riduzioni di emissioni», creando «nuova ingiustizia sotto il rivestimento della cura per l'ambiente». Francesco accenna quindi alla «perdita di potere degli Stati nazionali, soprattutto perché la dimensione economico-finanziaria, con caratteri transnazionali, tende a predominare sulla politica» chiedendo «istituzioni internazionali più forti... con autorità designate in maniera imparziale mediante accordi tra i governi nazionali e dotate del potere di sanzionare». Mentre ogni Stato deve vigilare nel suo territorio e incoraggiare le buone pratiche. Francesco analizza la politica dei governi che rispondendo a interessi elettorali, «non si azzardano facilmente a irritare la popolazione con misure che possano intaccare il livello di consumo». E cita come esempio positivo lo sviluppo di «cooperative per lo sfruttamento delle energie rinnovabili che consentono l autosufficienza locale», auspicando un ruolo maggiore delle organizzazioni e dei corpi intermedi della società. Il Papa scrive anche che è importante inserire lo studio sull'impatto ambientale «fin dall'inizio» in qualsiasi progetto o programma. Lasciando sempre «un posto privilegiato agli abitanti del luogo, i quali si interrogano su ciò che vogliono per sé e per i propri figli». Bergoglio ricorda che «la politica non deve sottomettersi all economia» e questa non deve sottomettersi alla tecnocrazia. A proposito della crisi finanziaria afferma: «Il salvataggio ad ogni costo delle banche, facendo pagare il prezzo alla popolazione, senza la ferma decisione di rivedere e riformare l intero sistema, riafferma un dominio assoluto della finanza» che potrà solo generare nuove crisi. Francesco invita a «evitare una concezione magica del mercato, che tende a pensare che i problemi si risolvano solo con la crescita dei profitti». Di fronte «alla crescita avida e irresponsabile che si è prodotta per molti decenni, occorre pensare pure a rallentare un po il passo», accettando «una certa decrescita in alcune parti del mondo», procurando risorse perché si possa crescere in modo sano da altre parti. Bergoglio osserva che «il principio della massimizzazione del profitto, che tende ad isolarsi da qualsiasi altra considerazione, è una distorsione concettuale dell economia» e che «oggi alcuni settori economici esercitano più potere degli Stati stessi». Viene poi sottolineata «l'importanza dell'apporto delle religioni» nella soluzione dei problemi economici, sociali e ambientali. Una spiritualità ecologica - Nell'ultimo capitolo dell'enciclica, Francesco invita a puntare su un altro stile di vita, per evitare che le persone finisca travolte dal «consumismo ossessivo» che «è il riflesso soggettivo del paradigma tecno-economico», nel quale si fa «credere a tutti che sono liberi finché conservano una pretesa libertà di consumare»,

11 mentre in realtà la libertà è solo di quella «minoranza che detiene il potere economico e finanziario». «L'ossessione per uno stile di vita consumistico, soprattutto quando solo pochi possono sostenerlo, potrà provocare soltanto violenza e distruzione reciproca». Ma il Papa invita a guardare anche al positivo che già esiste, e alla possibilità per gli uomini di «ritornare a scegliere il bene». Ricordando che un cambio negli stili di vita può «esercitare una sana pressione su coloro che detengono il potere politico, economico e sociale», come «accade quando i movimenti dei consumatori riescono a far sì che si smetta di acquistare certi prodotti e così diventano efficaci per modificare il comportamento delle imprese, forzandole a considerare l impatto ambientale e i modelli di produzione». «La coscienza della gravità della crisi culturale ed ecologica deve tradursi in nuove abitudini», ci troviamo davanti ad «una sfida educativa». E bisogna cominciare dalla piccole scelte quotidiane. Il Papa ricorda il ruolo educativo della famiglia alla cura per la vita e l'uso corretto delle cose. E se «alla politica e alle varie associazioni compete uno sforzo di formazione delle coscienze», questo compete anche alla Chiesa: Francesco spera che nei seminari e nelle case religiose di formazione «si educhi ad una austerità responsabile». Il Papa chiede una «una conversione ecologica», che riconosca il mondo «come dono ricevuto dall'amore del Padre». La spiritualità cristiana «incoraggia uno stile di vita... capace di gioire profondamente senza essere ossessionati dal consumo». E «propone una crescita nella sobrietà e una capacità di godere con poco». L'ecologia integrale richiede «un atteggiamento del cuore, che vive tutto con serena attenzione». Francesco suggerisce ad esempio di «fermarsi a ringraziare Dio prima e dopo i pasti», invitando infine a saper contemplare il mistero «in una foglia, in un sentiero, nella rugiada, nel volto di un povero». Qui è citato in nota, per la prima volta in un'enciclica papale, il maestro spirituale islamico sufi Ali Al-Khawwas. A conclusione della sua enciclica il Papa propone due preghiere, una «per la nostra terra» e un'altra «con il creato». La «Summa Ecologica» di Bergoglio: ritorno alla realtà di Gianni Valente Il Papa, seguendo il «filo verde» della crisi ambientale, disegna una critica globale e incalzante al sistema di sviluppo che spinge il mondo verso gli scogli dell'autoannientamento. E suggerisce a tutti le possibili vie di salvezza La Laudato si di Papa Francesco non è soltanto un Enciclica ecologica. Seguendo il filo verde della questione ambientale fin nei suoi risvolti più capillari, il vescovo di Roma in realtà disegna una critica globale e incalzante al sistema di sviluppo che avvolge l umanità e il mondo e sembra spingerli contro gli scogli dell auto-annientamento. L emergenza ecologica è il volto odierno della questione sociale. Il ricettacolo dove si ritrova traccia di tutte le infezioni che tormentano i popoli e le nazioni. Le generazioni e i continenti. Apologia del pensiero critico - Nelle più di duecento pagine del testo papale si viaggia anche tra alghe e falde acquifere contaminate, tra barriere coralline e invasivi condizionatori d aria. Ma il punto di leva del messaggio è l attestazione oggettiva della insostenibilità del modello di gestione del mondo imposto dalla globalizzazione neomercatista. Papa Francesco documenta che «al di là di ogni previsione catastrofica, è certo che l attuale sistema mondiale è insostenibile da diversi punti di vista». E nel far questo, coglie e descrive le connessioni spesso occultate che legano le crisi finanziarie e le migrazioni bibliche di popoli, le convulsioni geopolitiche e le guerre mondiali «a pezzi» scatenate per il controllo delle fonti di energia esauribili, perché «i problemi del mondo non di possono analizzare né spiegare in modo isolato». Le sue considerazioni, più che guardare a scenari futuribili, sono in molti casi la descrizione di un futuro già iniziato. Come quando esprime la facile previsione che «di fronte all esaurimento di alcune risorse si vada creando uno scenario favorevole per nuove guerre, mascherate con nobili rivendicazioni». Cupidigia tecnocratica - La devastazione del creato - dice in sostanza Papa Francesco ha la sua radice nella pulsione accaparratrice che accompagna la condizione umana segnata dal peccato originale, e che condiziona anche meccanismi convulsi della globalizzazione mercatista. Di tali riflessi condizionati il vescovo di Roma attesta tutte le manifestazioni che concorrono alla rovina globale, dalle lotte delle multinazionali per avere il controllo delle fonti dell acqua potabile fino alla pesca che depreda

12 selettivamente le specie dei mari in base al loro prezzo di vendita. Nel disastro ambientale che incombe sul mondo, la cieca febbre che corrompe l'intero sistema raggiunge un punto di rottura riconoscibile da tutti, perché tutti nonostante l oscuramento della realtà tentato anche attraverso la manipolazione dell informazione asservita ai blocchi di potere economico-finanziario possono prima o poi misurare sulla propria pelle l uno o l altro degli effetti autodistruttivi innescati dai modelli di produzione e consumo che stanno progressivamente avvolgendo l intero pianeta. Per le generazioni che vivono questo passaggio storico, la cieca pulsione accumulatrice assume effetti così devastanti perché per la prima volta nella storia può asservire a sé gli strumenti micidiali oggi a disposizione dalle «nuove forme di potere derivate dal paradigma tecnoeconomico». Una potenza senza limite, che si scatena senza poter essere contenuta dalla debolezza della reazione politica internazionale. «La sottomissione della politica alla tecnologia e alla finanza» nota Papa Francesco «si dimostra nel fallimento dei vertici mondiali sull ambiente. Ci sono troppi interessi particolari e molto facilmente l interesse economico arriva a prevalere sul bene comune e a manipolare l informazione per non vedere colpiti i suoi progetti». Ritorno alla realtà - Lo sguardo critico applicato da Papa Francesco ai processi autodistruttivi innescati dalla «ricerca di profitto immediato» - a cui istigano le leggi del mercato «divinizzato» non sgorga da un idealismo romantico o dal sogno nostalgico di riavvolgere il nastro del tempo e tornare a forme di vita pre-industriali. Il punto sorgivo del suo giudizio sullo stato delle cose è piuttosto il rispetto della realtà, di quel dato che delirio di onnipotenza tecnocratico prova continuamente a violentare. La radice del problema ecologico riconosce Papa Francesco sta proprio nel fatto che «vi è un modo di comprendere la vita e l azione umana che è deviato e contraddice la realtà fino al punto di rovinarla». Tutta l enciclica è intessuta di realismo e di rispetto del principio di realtà davanti ai dati oggettivi che segnano la condizione umana, a cominciare dal riconoscimento della limitatezza del mondo e delle sue risorse. Lungo tutto il testo, Papa Francesco ha disseminato efficaci antidoti al fideismo del «paradigma tecnocratico» e dei suoi propagandisti ben remunerati. Seguendo le orme di Romano Guardini, autore a lui caro, il Papa argentino denuncia i limiti dell antropocentrismo moderno che «ha finito per collocare la ragione tecnica al di sopra della realtà, tanto che non sente più la natura né come norma valida, né come vivente rifugio». L intervento dell essere umano sulla natura ricorda Bergoglio - «si è sempre verificato, ma per molto tempo ha avuto la caratteristica di accompagnare, di assecondare le possibilità offerte dalle cose stesse. Si trattava di ricevere quello che la realtà naturale da sé permette, come tendendo la mano. Viceversa, ora ciò che interessa è estrarre tutto quanto è possibile dalle cose attraverso l imposizione della mano umana, che tende ad ignorare o a dimenticare la realtà stessa di ciò che ha dinanzi». Adesso, se davvero si vuole neutralizzare il germe dell auto-annientamento inoculato nei modelli di vita e di consumo imposti dal paradigma tecnocratico, «è giunto il momento di prestare nuovamente attenzione alla realtà con i limiti che essa impone, i quali a loro volta costituiscono la possibilità di uno sviluppo umano e sociale più sano e fecondo». Un documento operativo - Le previsioni catastrofiche avverte Papa Francesco - «ormai non si possono più guardare con disprezzo e ironia. Potremmo lasciare alle prossime generazioni troppe macerie, deserti e sporcizia. Il ritmo di consumo, di spreco e di alterazione dell ambiente ha superato le possibilità del pianeta, in maniera tale che lo stile di vita attuale, essendo insostenibile, può sfociare solamente in catastrofi, come di fatto sta già avvenendo periodicamente in diverse regioni». Eppure, l enciclica ambientale non appartiene in alcun modo al genere catastrofista. Davanti alla diagnosi realista e dettagliata dello stato delle cose, non compare traccia di discorsi paralizzati dalla paura del futuro e dal senso di impotenza. Al contrario, le pagine sono disseminate di proposte operative e appelli incalzanti ad agire in fretta. Perché la situazione è grave e il tempo si è fatto breve, ma un concreto e condiviso cambiamento di rotta può tener viva la speranza di invertire la rotta. Bergoglio si rivolge a tutti: a ogni singolo credente, a ogni uomo e donna di buona volontà, ma anche alle nazioni, agli organismi internazionali e al ceto dei «decisori». A tutti propone decine di suggerimenti concreti e di piste da seguire. Su tutto spicca, soprattutto per i Paesi avanzati, la prospettiva suggerita della «decelerazione», la stessa indicata anche dagli analisti più lungimiranti come via maestra da imboccare senza esitazioni, se si vuole interrompere la spirale

13 dell auto-devastazione. «Se in alcuni casi lo sviluppo sostenibile comporterà nuove modalità per crescere» - avverte l enciclica - «in altri casi, di fronte alla crescita avida e irresponsabile che si è prodotta per molti decenni, occorre pensare pure a rallentare un po il passo, a porre alcuni limiti ragionevoli e anche a ritornare indietro prima che sia tardi. Sappiamo che è insostenibile il comportamento di coloro che consumano e distruggono sempre più, mentre altri ancora non riescono a vivere in conformità alla propria dignità umana. Per questo è arrivata l ora di accettare una certa decrescita in alcune parti del mondo, procurando risorse perché si possa crescere in modo sano in altre parti». La Chiesa amica degli uomini - Nel proporre al mondo la sua Summa Ecologica, Papa Francesco offre a tutti i doni appropriati e salutari che ritrova nel tesoro inesauribile della Tradizione e della memoria cristiana. Non rivendica al cristianesimo la matrice teologico-culturale del sistema capitalista o dei modelli di sviluppo diffusi dall economia di mercato. Anzi, su quel versante descrive le derive di un «antropocentrismo deviato» e riconosce che «una presentazione inadeguata dell'antropologia cristiana ha finito per promuovere una concezione errata della relazione dell'essere umano con il mondo. Molte volte è stato trasmesso un sogno prometeico di dominio sul mondo che ha provocato l'impressione che la cura della natura sia cosa da deboli». Piuttosto, Bergoglio suggerisce che nel presente momento storico è l esperienza cristiana della gratuità della creazione, segnata dallo stupore e dalla gratitudine per un dono ricevuto e da tutelare, che può aiutare tutti a ritrovare stili vita non sottomessi alle bulimie nevrotiche imposte dal consumismo. «Quando pensiamo alla situazione in cui si lascia il pianeta alle future generazioni» - scrive Papa Francesco - «entriamo in un altra logica, quella del dono gratuito che riceviamo e comunichiamo. Se la terra ci è donata, non possiamo più pensare soltanto a partire da un criterio utilitarista di efficienza e produttività per il profitto individuale». Mentre ripropone come dono per tutti la via della sobrietà e dello stupore davanti al creato già indicata da San Francesco e da tanti altri umili eletti della spiritualità cristiana, l attuale Vescovo di Roma ripropone l immagine della Chiesa amica degli uomini delineata anche al Concilio Vaticano II. Una Chiesa che annunciando il Vangelo di Cristo non ha interessi o disegni di rilevanza propria da difendere. E proprio per questo può offrire all intera famiglia umana i doni sempre nuovi della millenaria saggezza cristiana. Con la sua enciclica Papa Francesco tocca un nervo scoperto del mondo, coglie con profetico tempismo l urgenza planetaria del momento. Nella scena del mondo stravolta dalle guerre e dalle inimicizie, indica a tutti nella difesa e nella salvaguardia del creato un terreno comune su cui riscoprire e vivere in maniera concreta la comunanza di destino che unisce i cristiani agli ebrei, agli islamici, ai seguaci delle diverse tradizioni religiose e a tutti gli uomini e le donne della terra. Forse per questo, è probabile che anche i potenti delle nazioni porgeranno attenzione alle sue parole. Come era accaduto nei decenni passati con la Pacem in terris quando l'altro nome di Dio era stato evocato davanti alle avvisaglie della guerra nucleare - e la Populorum progressio quando Paolo VI, al mondo che usciva dal neo-colonialismo, aveva parlato dei «popoli della fame» che «interpellano i popoli dell'opulenza». Così può accadere quando la Chiesa mostra al mondo in maniera limpida che predicare il Vangelo di Cristo vuol dire anche avere a cuore il bene di tutti, e essere al servizio di tutti. Perché, come insegnava anche Sant Agostino, a quelli che appartengono alla Città di Dio sta a cuore anche il bene proprio della Città dell uomo. Il teologo Forte: «Un Enciclica voce di tutti, sfida e dono per tutti» Pubblichiamo ampi stralci dell'introduzione firmata da mons Forte all'edizione della lettera papale commentata da diversi specialisti e che sarà in libreria da venerdì 19 giugno (pagg 192, euro 9.90, Editrice La Scuola) Colpiscono tanto il titolo Laudato si di questa Enciclica, ispirato a San Francesco e al suo Cantico delle Creature, quanto il sottotitolo, esplicitazione tematica di questo importante testo magisteriale: lettera del Santo Padre Francesco «sulla cura della casa comune». Lo sguardo del Papa «venuto dalla fine del mondo» vuole essere uno con quello del Santo di cui porta il nome per riconoscere nella terra su cui posiamo i piedi «una sorella, con la quale condividiamo l esistenza, e una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia» (n.

14 1). Questa sorella, osserva Francesco, «protesta per il male che le provochiamo, a causa dell uso irresponsabile e dell abuso dei beni che Dio ha posto in lei. Siamo cresciuti pensando che eravamo suoi proprietari e dominatori, autorizzati a saccheggiarla» (n. 2). L allarme è lanciato, come anche la motivazione per cui non possiamo tirarci indietro di fronte a esso: niente di questo mondo ci può risultare indifferente, se esso è la nostra «casa comune»! È per questo che l Enciclica è rivolta a tutti e non solo ai membri della Chiesa, accomunati come dovremmo essere tutti da una stessa preoccupazione e da una medesima responsabilità di fronte al mondo in cui viviamo. Francesco si rifà al magistero dei suoi immediati predecessori, che hanno costantemente sottolineato questa responsabilità, e significativamente anche a quello del «caro Patriarca Ecumenico Bartolomeo, con il quale condividiamo la speranza della piena comunione ecclesiale», che «ha richiamato l attenzione sulle radici etiche e spirituali dei problemi ambientali, che ci invitano a cercare soluzioni non solo nella tecnica, ma anche in un cambiamento dell essere umano», invitandoci ad «accettare il mondo come sacramento di comunione, come modo di condividere con Dio e con il prossimo in una scala globale» (n. 9). Il valore universale ed ecumenico dell Enciclica risulta dunque chiaro sin dalle sue prime battute, e si radica nell ispirazione direttamente collegata alla figura del Santo di Assisi, da cui tutti possiamo comprendere che «se noi ci accostiamo alla natura e all ambiente senza apertura allo stupore e alla meraviglia, se non parliamo più il linguaggio della fraternità e della bellezza nella nostra relazione con il mondo, i nostri atteggiamenti saranno quelli del dominatore, del consumatore o del mero sfruttatore delle risorse naturali, incapace di porre un limite ai suoi interessi immediati. Viceversa, se noi ci sentiamo intimamente uniti a tutto ciò che esiste, la sobrietà e la cura scaturiranno in maniera spontanea» (n. 12). La posta in gioco è, insomma, il futuro di tutti, anche se il Papa insiste su coloro che più di altri pagano il prezzo della crisi ecologica: i poveri. È anche in loro nome, oltre che a loro favore, che intende parlare. È lo stesso Francesco a presentare la struttura dell Enciclica, articolata in sei capitoli: «In primo luogo, farò un breve percorso attraverso vari aspetti dell attuale crisi ecologica» (n. 15). La riflessione spazia dai problemi dell inquinamento, connessi al divario fra i velocissimi tempi della tecnologia e quelli lenti della biologia, ai conseguenti cambiamenti climatici, dagli effetti spesso devastanti, fino al pericoloso diffondersi della «cultura dello scarto», che «colpisce tanto gli esseri umani esclusi quanto le cose che si trasformano velocemente in spazzatura» (n. 22). Una delle conseguenze drammatiche di questi processi riguarda «l aumento dei migranti che fuggono la miseria aggravata dal degrado ambientale, e che non sono riconosciuti come rifugiati nelle convenzioni internazionali e portano il peso della propria vita abbandonata senza alcuna tutela normativa» (n. 25). La denuncia diventa qui fortemente sociale e politica: «Molti di coloro che detengono più risorse e potere economico o politico sembrano concentrarsi soprattutto nel mascherare i problemi o nasconderne i sintomi, cercando solo di ridurre alcuni impatti negativi di cambiamenti climatici» (n. 26). S inseriscono in questo quadro le urgenze maggiori che sono andate profilandosi sul pianeta: la questione dell acqua, bene primario di cui tanti sono forniti molto al di sotto dei loro bisogni, spesso «trasformata in merce soggetta alle leggi del mercato», fino a negare ad alcuni lo stesso «diritto alla vita radicato nella inalienabile dignità» della persona umana (n. 30); le ferite spesso irreparabili alla biodiversità, con la conseguente perdita di «risorse estremamente importanti» (n. 32); il deterioramento della qualità della vita umana e la degradazione sociale, connessi ai danni ambientali; l «inequità planetaria», dovuta al fatto che «il deterioramento dell ambiente e quello della società colpiscono in modo speciale i più deboli del pianeta» (n. 48); la sconcertante debolezza delle reazioni, che spesso sembra ignorare come «un vero approccio ecologico diventa sempre un approccio sociale, che deve integrare la giustizia nelle discussioni sull ambiente, per ascoltare tanto il grido della terra quanto il grido dei poveri» (n. 49). È a questo punto che Francesco inserisce una riflessione di grande portata sulla necessità di «un etica delle relazioni internazionali», che muova dalla constatazione di «un vero debito ecologico, soprattutto tra il Nord e il Sud, connesso a squilibri commerciali con conseguenze in ambito ecologico, come pure all uso sproporzionato delle risorse naturali compiuto storicamente da alcuni Paesi» (n. 51). L imperativo che ne consegue è categorico: «È necessario che i Paesi sviluppati contribuiscano a risolvere questo debito limitando in modo importante il consumo di energia non rinnovabile, e apportando risorse ai Paesi più bisognosi per promuovere

15 politiche e programmi di sviluppo sostenibile» (n. 52). A partire dalla panoramica tracciata, Papa Francesco riprende nel secondo capitolo alcune argomentazioni che scaturiscono dalla tradizione giudeo-cristiana. Lo fa con grande rispetto delle posizioni di tutti: «Se teniamo conto della complessità della crisi ecologica e delle sue molteplici cause, dovremmo riconoscere che le soluzioni non possono venire da un unico modo di interpretare e trasformare la realtà. È necessario ricorrere anche alle diverse ricchezze culturali dei popoli, all arte e alla poesia, alla vita interiore e alla spiritualità [ ]. Inoltre la Chiesa Cattolica è aperta al dialogo con il pensiero filosofico, e ciò le permette di produrre varie sintesi tra fede e ragione» (n. 63). Vengono così di seguito presentate la testimonianza dei racconti biblici, le sfide poste dal mistero dell universo, la rilevanza di ogni creatura nell armonia di tutto il creato, l urgenza di una comunione universale, la consapevolezza teologicamente fondata della destinazione comune dei beni, fino alla presentazione dello sguardo di Gesù sul mondo e l umanità che lo abita. In ascolto dell esegesi più avvertita, papa Francesco ricorda che i testi biblici, letti «nel loro contesto, con una giusta ermeneutica, [ ] ci invitano a coltivare e custodire il giardino del mondo (cfr Gen2,15). Mentre coltivare significa arare o lavorare un terreno, custodire vuol dire proteggere, curare, preservare, conservare, vigilare. Ciò implica una relazione di reciprocità responsabile tra essere umano e natura» (n. 67). [...] Nel terzo capitolo l Enciclica approfondisce le radici della situazione attuale, in modo da cogliere non solo i sintomi ma anche le cause più profonde di essa. Un osservazione di fondo contestualizza l analisi: «Mai l umanità ha avuto tanto potere su sé stessa e niente garantisce che lo utilizzerà bene, soprattutto se si considera il modo in cui se ne sta servendo» (n. 104). Un grande rischio sta nella mentalità che l enorme crescita tecnologica ha contribuito a diffondere: «Ciò che interessa è estrarre tutto quanto è possibile dalle cose attraverso l imposizione della mano umana, che tende ad ignorare o a dimenticare la realtà stessa di ciò che ha dinanzi. Per questo l essere umano e le cose hanno cessato di darsi amichevolmente la mano, diventando invece dei contendenti» (n. 106). Si è fatto strada nelle coscienze «un sogno prometeico di dominio sul mondo che ha provocato l impressione che la cura della natura sia cosa da deboli. Invece l interpretazione corretta del concetto dell essere umano come signore dell universo è quella di intenderlo come amministratore responsabile» (n. 116). A questa responsabilità si oppone il relativismo pratico, che dà assoluta priorità agli interessi contingenti e trascura le prospettive di lungo termine. Al contrario, un giusto senso di responsabilità viene favorito dall attenzione alla dignità del lavoro: «In qualunque impostazione di ecologia integrale, che non escluda l essere umano, è indispensabile integrare il valore del lavoro [ ]. Il quarto capitolo dell Enciclica è dedicato alla proposta di un ecologia che, nelle sue diverse dimensioni, integri il posto specifico che l essere umano occupa in questo mondo e le sue relazioni con la realtà che lo circonda. Partendo dal principio che «tutto è connesso» (n. 138), se ne deduce che la natura non può essere considerata «come qualcosa di separato da noi o come una mera cornice della nostra vita. Siamo inclusi in essa, siamo parte di essa e ne siamo compenetrati. Le ragioni per le quali un luogo viene inquinato richiedono un analisi del funzionamento della società, della sua economia, del suo comportamento, dei suoi modi di comprendere la realtà» (n. 139). È necessario, perciò, cercare soluzioni integrali, «che considerino le interazioni dei sistemi naturali tra loro e con i sistemi sociali. Non ci sono due crisi separate, una ambientale e un altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socioambientale. Le direttrici per la soluzione richiedono un approccio integrale per combattere la povertà, per restituire la dignità agli esclusi e nello stesso tempo per prendersi cura della natura» (ibidem). Ne consegue l inseparabilità dell ecologia ambientale, economica e sociale dall ecologia culturale, che investe le mentalità e richiede il rispetto oltre che della natura anche del patrimonio storico, artistico e culturale di una comunità o di un popolo, spesso ugualmente minacciato (n. 143), e dall ecologia della vita quotidiana, che coinvolge ogni abitante del pianeta nelle sue abitudini e nei suoi comportamenti. In quest ottica, papa Francesco propone riflessioni molto significative su una possibile «teologia della città» e sulle conseguenze di essa, di cui occorrerebbe tener conto: «È necessario curare gli spazi pubblici, i quadri prospettici e i punti di riferimento urbani che accrescono il nostro senso di appartenenza, la nostra sensazione di radicamento, il nostro sentirci a casa all interno della città che ci contiene e ci unisce» (n. 151). [...] Il capitolo quinto propone alcune linee di azione in

16 rapporto alle sfide e ai compiti delineati: l idea chiave è quella del dialogo, a partire da quello sull ambiente nella politica internazionale, a quello finalizzato allo sviluppo di nuove politiche nazionali e locali, al dialogo come metodo inseparabile dalla trasparenza nei processi decisionali, a quello fra politica ed economia in vista della promozione dell umano, fino al dialogo fra religioni e scienze nel servizio alla causa ecologica. Il presupposto di queste diverse forme di dialogo è il «concepire il pianeta come patria e l umanità come popolo che abita una casa comune [ ]. L interdipendenza ci obbliga a pensare a un solo mondo, ad un progetto comune» (n. 164), specialmente per favorire la «transizione energetica» e l opzione condivisa per le energie rinnovabili.in proposito, Francesco non esita a denunciare come in questo campo «i negoziati internazionali non possono avanzare in maniera significativa a causa delle posizioni dei Paesi che privilegiano i propri interessi nazionali rispetto al bene comune globale» (n. 169), e manifesta ancora una volta la sua preoccupazione per i popoli e le categorie più deboli del pianeta. «Anche in questo caso, piove sempre sul bagnato» (n. 170). Qui l Enciclica ribadisce l urgenza segnalata da Benedetto xvi e da diversi dei suoi predecessori di arrivare a un autorità politica mondiale in grado di intervenire sulle scelte che riguardano il bene di tutti e tutelare i più poveri, privi di mezzi di espressione e di difesa (n. 175). «La grandezza politica osserva il Papa si mostra quando, in momenti difficili, si opera sulla base di grandi princìpi e pensando al bene comune a lungo termine» (n. 178). La responsabilità verso l ambiente e le generazioni presenti e future deve coniugarsi alla lungimiranza, alla capacità di fare talvolta anche passi indietro o di rallentare ritmi eccessivi, alla scelta della sobrietà come valore inseparabile dalla solidarietà. È nella proposta e nell esercizio di queste prassi che le religioni possono avere un ruolo fondamentale nel superamento della crisi ecologica mondiale. L ultimo capitolo, il sesto, è intitolato «educazione e spiritualità ecologica»: esso muove dal bisogno di cambiamento che l umanità non può non avvertire alla luce delle sfide e della posta in gioco rappresentate dalla salvaguardia del creato. Occorre anzitutto puntare su un altro stile di vita, educando all alleanza tra l umanità e l ambiente, stimolando a quella che può chiamarsi la «conversione ecologica», che sola sarà foriera di una vera gioia e di una pace duratura. Occorre che cresca nelle coscienze l amore civile e politico, che sia nutrito nei credenti dalla ricchezza dei segni sacramentali e dall esperienza del riposo celebrativo insegnato dalla tradizione biblica. Al fondamento di tutto, però, dovrà esserci una rinnovata percezione del rapporto fra la Trinità divina e la relazioni tra le creature, che trovano in essa il modello esemplare e la sorgente della forza necessaria a sostenere comportamenti solidali e responsabili finalizzati al bene di tutti. «Quando le persone diventano autoreferenziali e si isolano nella loro coscienza, accrescono la propria avidità. Più il cuore della persona è vuoto, più ha bisogno di oggetti da comprare, possedere e consumare» (n. 204). [...] La sfida ambientale si congiunge così a quella educativa, fondata sulle possibilità dell essere personale a crescere nella consapevolezza delle proprie responsabilità e ad agire di conseguenza in maniera ecologicamente sostenibile e solidale, anzitutto nell ambito della famiglia. Occorre creare una «cittadinanza ecologica», in cui reciprocamente ci si aiuti ad «aver cura del creato con piccole azioni quotidiane [ ] fino a dar forma ad uno stile di vita» (n. 211). Occorre sviluppare una vera e propria «spiritualità ecologica», fondata nella sequela di Gesù, di cui Francesco d Assisi è testimonianza eloquente: «Vivere la vocazione di essere custodi dell opera di Dio è parte essenziale di un esistenza virtuosa, non costituisce qualcosa di opzionale e nemmeno un aspetto secondario dell esperienza cristiana» (n. 217). Veramente si può sperimentare in questo campo come sia vero che «meno è di più [ ]. La spiritualità cristiana propone una crescita nella sobrietà e una capacità di godere con poco. È un ritorno alla semplicità che ci permette di fermarci a gustare le piccole cose» (n. 222). Questa spiritualità è fortemente nutrita dalla partecipazione agli eventi sacramentali e in particolare all eucaristia, che «è fonte di luce e di motivazione per le nostre preoccupazioni per l ambiente, e ci orienta ad essere custodi di tutto il creato» (n. 236), specialmente nella celebrazione domenicale e festiva, dove lo spazio del riposo e della festa ci aiuta a gustare il dono di Dio nel creato intero (cfr n. 237). Si sperimenta così come l universo viva nel grembo della Trinità e il Dio vivente si offra in tutte le Sue creature al riconoscimento e all adorazione della Sua trascendenza e della Sua provvidenza (cfr nn ). Modello della creatura che percepisce tutto questo in umiltà e amore è la Vergine Madre Maria, «Madre e Regina di tutto il creato. Nel suo

17 corpo glorificato, insieme a Cristo risorto, parte della creazione ha raggiunto tutta la pienezza della sua bellezza. Lei non solo conserva nel suo cuore tutta la vita di Gesù, che custodiva con cura, ma ora anche comprende il senso di tutte le cose. Perciò possiamo chiederle che ci aiuti a guardare questo mondo con occhi più sapienti» (n. 241). L Enciclica si conclude con testi di contemplazione semplice e profonda: in particolare, Francesco propone due preghiere, l una offerta a tutti i credenti, la seconda specificamente ai cristiani. Emerge ancora una volta la sensibilità dialogica di questo Papa, che ha scritto le pagine di Laudato si con costante attenzione all altro, tanto all esperto di questioni ambientali, quanto a ogni persona desiderosa del bene comune, sia al credente non cristiano, che al discepolo di Cristo Gesù. Un aspetto particolarmente rilevante dell Enciclica, poi, è il suo aver dato voce alla collegialità: numerosi sono i documenti di interi episcopati citati anche per lunghi sviluppi nel testo, voce di popoli e di situazioni che nei diversi continenti fanno avvertire l urgenza di una conversione ecologica che coinvolga l intero «villaggio globale». Rilevante è pure la citazione di autentici profeti dell epoca moderna, spesso inascoltati o emarginati, come il grande gesuita, filosofo, antropologo e teologo Pierre Teilhard de Chardin, o il pensatore italotedesco Romano Guardini, molto studiato e amato da Jorge Mario Bergoglio, o il filosofo protestante Paul Ricoeur. Un Enciclica per i cattolici, certo, ma in grado di parlare veramente a tutti, perché la nostra casa comune riguarda ogni persona umana e nessuno può chiamarsi fuori dalla responsabilità verso di essa. Peraltro, la rilevanza e l accuratezza dell analisi da cui il testo muove, la forza della denunzia anche politica che esso propone, il rigore delle motivazioni date alle proposte avanzate, sia razionali che propriamente teologico-spirituali, le implicanze esistenziali che vengono suggerite fanno di questa Enciclica un dono e una provocazione all umanità intera, a cui mi sembra nessuno potrà moralmente sottrarsi. Come il Santo di cui porta il nome, papa Francesco ha saputo dar voce in queste pagine alla famiglia umana e a ciascuno dei suoi membri, invitando tutti a unirsi non solo con le parole, ma anche e soprattutto con la vita, al Cantico delle Creature del Poverello d Assisi, autentico fratello universale. Sorella terra. L'enciclica "verde" di papa Francesco Pagine scelte della lettera "Laudato si'" rivolta dal papa "a ogni persona che abita questo pianeta". Nelle parentesi i numeri dei paragrafi da cui i brani sono ricavati (selezione a cura di Sandro Magister) L'INCIPIT (1 e 2) "Laudato si, mi Signore", cantava san Francesco d Assisi. In questo bel cantico ci ricordava che la nostra casa comune è anche come una sorella, con la quale condividiamo l esistenza, e come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia: "Laudato si, mi Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba". Questa sorella protesta per il male che le provochiamo, a causa dell uso irresponsabile e dell abuso dei beni che Dio ha posto in lei. L'ANNUNCIO DEI SEI CAPITOLI (15) In primo luogo farò un breve percorso attraverso vari aspetti dell attuale crisi ecologica allo scopo di assumere i migliori frutti della ricerca scientifica oggi disponibile, lasciarcene toccare in profondità e dare una base di concretezza al percorso etico e spirituale che segue. A partire da questa panoramica, riprenderò alcune argomentazioni che scaturiscono dalla tradizione giudeo-cristiana, al fine di dare maggiore coerenza al nostro impegno per l ambiente. Poi proverò ad arrivare alle radici della situazione attuale, in modo da coglierne non solo i sintomi ma anche le cause più profonde. Così potremo proporre un ecologia che, nelle sue diverse dimensioni, integri il posto specifico che l essere umano occupa in questo mondo e le sue relazioni con la realtà che lo circonda. Alla luce di tale riflessione vorrei fare un passo avanti in alcune ampie linee di dialogo e di azione che coinvolgano sia ognuno di noi, sia la politica internazionale.

18 Infine, poiché sono convinto che ogni cambiamento ha bisogno di motivazioni e di un cammino educativo, proporrò alcune linee di maturazione umana ispirate al tesoro dell esperienza spirituale cristiana. RISCALDAMENTO ED EFFETTO SERRA (23) Esiste un consenso scientifico molto consistente che indica che siamo in presenza di un preoccupante riscaldamento del sistema climatico. Negli ultimi decenni, tale riscaldamento è stato accompagnato dal costante innalzamento del livello del mare, e inoltre è difficile non metterlo in relazione con l aumento degli eventi meteorologici estremi, a prescindere dal fatto che non si possa attribuire una causa scientificamente determinabile ad ogni fenomeno particolare... È vero che ci sono altri fattori (quali il vulcanismo, le variazioni dell orbita e dell asse terrestre, il ciclo solare), ma numerosi studi scientifici indicano che la maggior parte del riscaldamento globale degli ultimi decenni è dovuta alla grande concentrazione di gas serra (anidride carbonica, metano, ossido di azoto ed altri) emessi soprattutto a causa dell attività umana. INNALZAMENTO DEI MARI (24) Se la tendenza attuale continua, questo secolo potrebbe essere testimone di cambiamenti climatici inauditi e di una distruzione senza precedenti degli ecosistemi, con gravi conseguenze per tutti noi. L innalzamento del livello del mare, ad esempio, può creare situazioni di estrema gravità se si tiene conto che un quarto della popolazione mondiale vive in riva al mare o molto vicino ad esso, e la maggior parte delle megalopoli sono situate in zone costiere. OSTACOLI ALL'ACCESSO ALL'ACQUA (30) Mentre la qualità dell acqua disponibile peggiora costantemente, in alcuni luoghi avanza la tendenza a privatizzare questa risorsa scarsa, trasformata in merce soggetta alle leggi del mercato. In realtà, l accesso all acqua potabile e sicura è un diritto umano essenziale, fondamentale e universale, perché determina la sopravvivenza delle persone, e per questo è condizione per l esercizio degli altri diritti umani. Questo mondo ha un grave debito sociale verso i poveri che non hanno accesso all acqua potabile, perché ciò significa negare ad essi il diritto alla vita radicato nella loro inalienabile dignità. QUEGLI ANIMALI CHE "NON DARANNO PIÙ GLORIA A DIO" (33) Ogni anno scompaiono migliaia di specie vegetali e animali che non potremo più conoscere, che i nostri figli non potranno vedere, perse per sempre. La stragrande maggioranza si estingue per ragioni che hanno a che fare con qualche attività umana. Per causa nostra, migliaia di specie non daranno gloria a Dio con la loro esistenza né potranno comunicarci il proprio messaggio. Non ne abbiamo il diritto. LE MULTINAZIONALI IN AMAZZONIA (38) Esistono proposte di internazionalizzazione dell Amazzonia, che servono solo agli interessi economici delle multinazionali. È lodevole l impegno di organismi internazionali e di organizzazioni della società civile che sensibilizzano le popolazioni e cooperano in modo critico, anche utilizzando legittimi meccanismi di pressione, affinché ogni governo adempia il proprio e non delegabile dovere di preservare l ambiente e le risorse naturali del proprio Paese, senza vendersi a ambigui interessi locali o internazionali. L'IMPOSIZIONE A FORZA DELLA "SALUTE RIPRODUTTIVA" (50) Invece di risolvere i problemi dei poveri e pensare a un mondo diverso, alcuni si limitano a proporre una riduzione della natalità. Non mancano pressioni internazionali sui Paesi in via di sviluppo che condizionano gli aiuti economici a determinate politiche di salute riproduttiva Incolpare l incremento demografico e non il consumismo estremo e selettivo di alcuni, è un modo per non affrontare i problemi. NO AI CONDIZIONATORI D'ARIA (55) È cresciuta la sensibilità ecologica delle popolazioni, anche se non basta per modificare le abitudini nocive di consumo, che non sembrano recedere, bensì estendersi e svilupparsi. È quello che succede, per fare solo un semplice esempio, con il crescente

19 aumento dell uso e dell intensità dei condizionatori d aria: i mercati, cercando un profitto immediato, stimolano ancora di più la domanda. Se qualcuno osservasse dall esterno la società planetaria, si stupirebbe di fronte a un simile comportamento che a volte sembra suicida. POZZI ESAURITI, NUOVE GUERRE (57) È prevedibile che, di fronte all esaurimento di alcune risorse, si vada creando uno scenario favorevole per nuove guerre, mascherate con nobili rivendicazioni. ANCHE LE RELIGIONI HANNO DIRITTO DI PAROLA (62) Perché inserire in questo documento, rivolto a tutti le persone di buona volontà, un capitolo riferito alle convinzioni di fede? Sono consapevole che, nel campo della politica e del pensiero, alcuni rifiutano con forza l idea di un Creatore, o la ritengono irrilevante, al punto da relegare all ambito dell irrazionale la ricchezza che le religioni possono offrire per un ecologia integrale e per il pieno sviluppo del genere umano. Altre volte si suppone che esse costituiscano una sottocultura che dev essere semplicemente tollerata. Tuttavia, la scienza e la religione, che forniscono approcci diversi alla realtà, possono entrare in un dialogo intenso e produttivo per entrambe. AMORE PER GLI ANIMALI MA ANCHE PER L'UOMO (91) Non può essere autentico un sentimento di intima unione con gli altri esseri della natura, se nello stesso tempo nel cuore non c è tenerezza, compassione e preoccupazione per gli esseri umani. È evidente l incoerenza di chi lotta contro il traffico di animali a rischio di estinzione, ma rimane del tutto indifferente davanti alla tratta di persone, si disinteressa dei poveri, o è determinato a distruggere un altro essere umano che non gli è gradito. LIMITI DELLA PROPRIETÀ PRIVATA (93) Il principio della subordinazione della proprietà privata alla destinazione universale dei beni e, perciò, il diritto universale al loro uso, è una regola d oro del comportamento sociale, e il primo principio di tutto l ordinamento etico-sociale. La tradizione cristiana non ha mai riconosciuto come assoluto o intoccabile il diritto alla proprietà privata, e ha messo in risalto la funzione sociale di qualunque forma di proprietà privata. IL DOMINIO MONDIALE DELLA FINANZA (109) Il paradigma tecnocratico tende ad esercitare il proprio dominio anche sull economia e sulla politica. L economia assume ogni sviluppo tecnologico in funzione del profitto, senza prestare attenzione a eventuali conseguenze negative per l essere umano. La finanza soffoca l economia reale. Non si è imparata la lezione della crisi finanziaria mondiale e con molta lentezza si impara quella del deterioramento ambientale. In alcuni circoli si sostiene che l economia attuale e la tecnologia risolveranno tutti i problemi ambientali, allo stesso modo in cui si afferma, con un linguaggio non accademico, che i problemi della fame e della miseria nel mondo si risolveranno semplicemente con la crescita del mercato. Non è una questione di teorie economiche, che forse nessuno oggi osa difendere, bensì del loro insediamento nello sviluppo fattuale dell economia. Coloro che non lo affermano con le parole lo sostengono con i fatti. L'ALTERNATIVA CONVIVIALE (112) La liberazione dal paradigma tecnocratico imperante avviene di fatto in alcune occasioni. Per esempio, quando comunità di piccoli produttori optano per sistemi di produzione meno inquinanti, sostenendo un modello di vita, di felicità e di convivialità non consumistico L autentica umanità, che invita a una nuova sintesi, sembra abitare in mezzo alla civiltà tecnologica, quasi impercettibilmente, come la nebbia che filtra sotto una porta chiusa. ANCHE L'EMBRIONE È NATURA DA DIFENDERE (120) Dal momento che tutto è in relazione, non è neppure compatibile la difesa della natura con la giustificazione dell aborto. Non appare praticabile un cammino educativo per l accoglienza degli esseri deboli che ci circondano, che a volte sono molesti o importuni,

20 quando non si dà protezione a un embrione umano benché il suo arrivo sia causa di disagi e difficoltà. SENZA VERITÀ TUTTO È PERMESSO (123) La cultura del relativismo è la stessa patologia che spinge una persona ad approfittare di un altra e a trattarla come un mero oggetto, obbligandola a lavori forzati, o riducendola in schiavitù a causa di un debito. È la stessa logica che porta a sfruttare sessualmente i bambini, o ad abbandonare gli anziani che non servono ai propri interessi. È anche la logica interna di chi afferma: lasciamo che le forze invisibili del mercato regolino l economia, perché i loro effetti sulla società e sulla natura sono danni inevitabili. Se non ci sono verità oggettive né princìpi stabili, al di fuori della soddisfazione delle proprie aspirazioni e delle necessità immediate, che limiti possono avere la tratta degli esseri umani, la criminalità organizzata, il narcotraffico, il commercio di diamanti insanguinati e di pelli di animali in via di estinzione? Non è la stessa logica relativista quella che giustifica l acquisto di organi dei poveri allo scopo di venderli o di utilizzarli per la sperimentazione, o lo scarto di bambini perché non rispondono al desiderio dei loro genitori? LE MACCHINE AL POSTO DELL'UOMO (128) L orientamento dell economia ha favorito un tipo di progresso tecnologico finalizzato a ridurre i costi di produzione in ragione della diminuzione dei posti di lavoro, che vengono sostituiti dalle macchine. È un ulteriore modo in cui l azione dell essere umano può volgersi contro sé stesso. ZAPPARE NELL'ORTO DI CASA (129) Vi è una grande varietà di sistemi alimentari agricoli e di piccola scala che continua a nutrire la maggior parte della popolazione mondiale, utilizzando una porzione ridotta del territorio e dell acqua e producendo meno rifiuti, sia in piccoli appezzamenti agricoli e orti, sia nella caccia e nella raccolta di prodotti boschivi, sia nella pesca artigianale. Le economie di scala, specialmente nel settore agricolo, finiscono per costringere i piccoli agricoltori a vendere le loro terre o ad abbandonare le loro coltivazioni tradizionali. SÌ E NO ALLE COLTIVAZIONI OGM (133) È difficile emettere un giudizio generale sullo sviluppo di organismi geneticamente modificati (OGM), vegetali o animali, per fini medici o in agricoltura, dal momento che possono essere molto diversi tra loro e richiedere distinte considerazioni. D altra parte, i rischi non vanno sempre attribuiti alla tecnica stessa, ma alla sua inadeguata o eccessiva applicazione. In realtà, le mutazioni genetiche sono state e sono prodotte molte volte dalla natura stessa. Nemmeno quelle provocate dall essere umano sono un fenomeno moderno. La domesticazione di animali, l incrocio di specie e altre pratiche antiche e universalmente accettate possono rientrare in queste considerazioni. È opportuno ricordare che l inizio degli sviluppi scientifici sui cereali transgenici è stato l osservazione di batteri che naturalmente e spontaneamente producevano una modifica nel genoma di un vegetale. Tuttavia in natura questi processi hanno un ritmo lento, che non è paragonabile alla velocità imposta dai progressi tecnologici attuali. GLI ECOLOGISTI CHE UCCIDONO GLI EMBRIONI (136) È preoccupante il fatto che alcuni movimenti ecologisti difendano l integrità dell ambiente, e con ragione reclamino dei limiti alla ricerca scientifica, mentre a volte non applicano questi medesimi princìpi alla vita umana. Spesso si giustifica che si oltrepassino tutti i limiti quando si fanno esperimenti con embrioni umani vivi. Si dimentica che il valore inalienabile di un essere umano va molto oltre il grado del suo sviluppo. IN DIFESA DEGLI ABORIGENI (146) È indispensabile prestare speciale attenzione alle comunità aborigene con le loro tradizioni culturali Per loro, infatti, la terra non è un bene economico, ma un dono di Dio e degli antenati che in essa riposano, uno spazio sacro con il quale hanno il bisogno di interagire per alimentare la loro identità e i loro valori. Quando rimangono nei loro

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