TORINO, 04 MARZO Ing. Gino Zampieri e Ing. Stefano Piccagli

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1 TORINO, 04 MARZO 2009 Ing. Gino Zampieri e Ing. Stefano Piccagli

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3 AC&E AC&E S.r.l è una consolidata realtà composta da 10 ingegneri e tecnici che opera sia a livello nazionale che internazionale; la società è molto nota nel settore della sicurezza, nella analisi di processi industriali e nella valutazione di grandi impianti. Da anni collabora con multinazionali, enti, ecc I suoi fondatori collaborano con importanti università e sono membri del Comitato Tecnico internazionale per lo studio e la realizzazione delle Norme Europee delle macchine del settore marmo (TC 151 WG 11). Attualmente la gestione del WG 11 è tenuta dall ing. Zampieri che ha assunto la carica di convenor dal CEN. ace@aceconsulting.it

4 TEMA CONVEGNO: Sicurezza delle macchine Come si è modificato lo scenario normativo per la sicurezza delle macchine, prospettive a breve per i fabbricanti di macchine-automazione-equipaggiamenti elettrici-utilizzatori SIL e PL Norma EN e EN 62061: da oggi si parla di affidabilità delle funzioni di sicurezza e non più di categorie. Metodi di approccio alle nuove norme e suggerimenti pratici Esempi di calcolo Responsabilità dei progettisti e dei fornitori

5 Questo NON è un seminario sulle norme, ma sull utilizzo utilizzo delle norme

6 Le motivazioni della modifica al D.Lgs. 626/94 Le modifiche introdotte al D. Lgs. 626/94 completano il recepimento delle Direttive Comunitarie 89/655/CEE e 95/63/CE, che in prima battuta erano state trascurate dal Legislatore italiano. In particolare si da attuazione all art. 4 della 89/655/CE.

7 La portata della 89/655/CEE La maggior parte delle direttive di settore per le attrezzature di lavoro sono entrate in vigore a partire dalla seconda metà degli anni 90. Ne consegue che il parco macchine/attrezzature risalente a prima di tali direttive hanno come legislazione di riferimento la direttiva 89/655/CEE e ad essa dovranno risultare conformi Ma la direttiva trova applicazione anche per tutte le attrezzature per le quali le direttive specifiche dovessero risultare lacunose sotto qualche profilo di rischio

8 L intento del Legislatore Comunitario Il legislatore comunitario ha operato con l intento di creare un quadro organico degli obblighi del datore di lavoro in tema di attrezzature di lavoro, indipendentemente dalla loro modernità La direttiva 89/655/CEE è un esempio di come il Legislatore Comunitario abbia voluto creare una armonizzazione tra le macchine CE e le macchine non CE sui principali aspetti inerenti la sicurezza

9 Le modifiche introdotte dalla Legge n. 62/2005

10 Modifiche dell allegato XV: il parallelo con la Direttiva Macchine 2-bis.2 La rimessa in moto di un'attrezzatura dopo un arresto, indipendentemente dalla sua origine, e il comando di una modifica rilevante delle condizioni di funzionamento di un'attrezzatura (velocità, pressione, eccetera) devono poter essere effettuati soltanto mediante un'azione volontaria su un organo di comando concepito a tale fine, salvo che salvo che la rimessa in moto o la modifica rilevante delle condizioni di funzionamento dell'attrezzatura non presenti alcun pericolo per il lavoratore esposto Avviamento L avviamento di una macchina deve essere possibile soltanto con una azione volontaria su un dispositivo di comando previsto a tal fine. Lo stesso dicasi: - per la rimessa in marcia dopo un arresto, indipendentemente dall origine, per il comando di una modifica rilevante delle condizioni di funzionamento (ad esempio: velocità pressione, ecc.), salvo se questa rimessa in marcia o questa modifica delle condizioni di funzionamento non presenti alcun rischio per le persone esposte.

11 Modifiche dell allegato XV: il parallelo con la Direttiva Macchine 2-bis.3 L'ordine di arresto dell'attrezzatura di lavoro deve essere prioritario rispetto agli ordini di messa in moto. Ottenuto l'arresto dell'attrezzatura di lavoro, o dei suoi elementi pericolosi, l'alimentazione degli azionatori deve essere interrotta Dispositivo di arresto Arresto normale Ogni posto di lavoro deve essere munito di un dispositivo di comando che consenta di arrestare, in funzione dei rischi esistenti, tutti gli elementi mobili della macchina o unicamente parti di essi, in modo che la macchina sia in situazione di sicurezza. L ordine di arresto della macchina deve essere prioritario rispetto agli ordini di avviamento. Ottenuto l arresto della macchina o dei suoi elementi pericolosi, si deve interrompere l alimentazione degli azionatori.

12 Modifiche dell allegato XV: il parallelo con la Direttiva Macchine 2-bis.4 Se gli elementi mobili di un'attrezzatura di lavoro presentano rischi di contatto meccanico che possono causare incidenti, essi devono essere dotati di protezioni o di sistemi protettivi che: a) devono essere di costruzione robusta; b) non devono provocare rischi supplementari; c) non devono essere facilmente elusi o resi inefficaci; d) devono essere situati ad una sufficiente distanza dalla zona pericolosa; e) non devono limitare più del necessario l'osservazione del ciclo di lavoro 1.4. Caratteristiche richieste per le protezioni ed i dispositivi di protezione Requisiti generali Le protezioni e i dispositivi di protezione: - devono essere di costruzione robusta, - non devono provocare rischi supplementari, - non devono essere facilmente elusi o resi inefficaci, - devono essere situati ad una distanza sufficiente dalla zona pericolosa, - non devono limitare più del necessario l osservazione del ciclo di lavoro

13 Implicazioni per il datore di lavoro alla luce della recente legislazione Al datore di lavoro è richiesto di verificare l idoneità dei sistemi di comando e controllo, delle protezioni, delle istruzioni e avvertenze. Il datore di lavoro ha l obbligo di adeguare le attrezzature di lavoro al progresso della tecnica per quanto attiene la sicurezza indipendentemente dalla vetustà dell attrezzatura.

14 Obblighi del datore di lavoro e dei dirigenti / delegati (art. 17 e 18 d.lgs 81/08) 1. Il datore di lavoro, che esercita le attività di cui all'articolo 3, e i dirigenti, che organizzano e dirigono le stesse attività secondo le attribuzioni e competenze ad essi conferite, devono: z) aggiornare le misure di prevenzione in relazione ai mutamenti organizzativi e produttivi che hanno rilevanza ai fini della salute e sicurezza del lavoro, o in relazione al grado di evoluzione della tecnica della prevenzione e della protezione;

15 Obblighi del datore di lavoro art Il datore di lavoro prende le misure necessarie affinche' le attrezzature di lavoro siano: 1) installate ed utilizzate in conformita' alle istruzioni d'uso; 2) oggetto di idonea manutenzione al fine di garantire nel tempo la permanenza dei requisiti di sicurezza di cui all'articolo 70 e siano corredate, ove necessario, da apposite istruzioni d'uso e libretto di manutenzione; 3) assoggettate alle misure di aggiornamento dei requisiti minimi di sicurezza stabilite con specifico provvedimento regolamentare adottato in relazione alle prescrizioni di cui all'articolo 18, comma 1, lettera z); 5. Le modifiche apportate alle macchine quali definite all'articolo 1, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1996, n. 459, per migliorarne le condizioni di sicurezza non configurano immissione sul mercato ai sensi dell'articolo 1, comma 3, secondo periodo, sempre che non comportino modifiche delle modalita' di utilizzo e delle prestazioni previste dal costruttore.

16 Il D.lgs. 81/2008 Il decreto legislativo 81/2008, noto come Testo Unico, ha modificato e abrogato la legislazione esistente in materia di sicurezza dei luoghi di lavoro, in particolare per le attrezzature di lavoro: DPR 547/55 D.lgs. 626/94 con le successive modifiche e integrazioni Legge 62/2005

17 Titolo III Uso delle attrezzature di lavoro Capo I 1. Salvo quanto previsto al comma 2, le attrezzature di lavoro messe a disposizione dei lavoratori devono essere conformi alle specifiche disposizioni legislative e regolamentari di recepimento delle direttive comunitarie di prodotto. 2. Le attrezzature di lavoro costruite in assenza di disposizioni legislative e regolamentari di cui al comma 1, e quelle messe a disposizione dei lavoratori antecedentemente all'emanazione di norme legislative e regolamentari di recepimento delle direttive comunitarie di prodotto, devono essere conformi ai requisiti generali di sicurezza di cui all'allegato V. 3. Si considerano conformi alle disposizioni di cui al comma 2 le attrezzature di lavoro costruite secondo le prescrizioni dei decreti ministeriali adottati ai sensi dell'articolo 395 del decreto Presidente della Repubblica 27 aprile 1955, n. 547, ovvero dell'articolo 28 del decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626.

18 Art. 304 Le abrogazioni del T.U. 1. Fermo restando quanto previsto dall'articolo 3, comma 3, e dall'articolo 306, comma 2, dalla data di entrata in vigore del presente decreto legislativo sono abrogati: a) il decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1955, n.547, il decreto legislativo 19 settembre 1994, n.626, d) ogni altra disposizione legislativa e regolamentare nella materia disciplinata dal decreto legislativo medesimo incompatibili con lo stesso. si provvede all'armonizzazione delle disposizioni del presente decreto con quelle contenute in leggi o regolamenti che dispongono rinvii a norme del decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, e successive modificazioni, ovvero ad altre disposizioni abrogate dal comma Fino all'emanazione dei decreti legislativi di cui al comma 2, laddove disposizioni di legge o regolamentari dispongano un rinvio a norme del decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, e successive modificazioni, ovvero ad altre disposizioni abrogate dal comma 1, tali rinvii si intendono riferiti alle corrispondenti norme del presente decreto legislativo.

19 Requisiti di sicurezza previsti all allegato V

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22 I SISTEMI DI COMANDO E CONTROLLO NELLA DIRETTIVA MACCHINE VINCOLI DI PROGETTAZIONE PER LA PARTE DI COMANDO E CONTROLLO ESPRESSI NELLA ATTUALE DIRETTIVA MACCHINE 98/37/CE E NELLA NUOVA 2006/42/CE

23 ENTRA IN GIOCO L AFFIDABILITA DEI SISTEMI DI CONTROLLO E UN REQUISITO DI LEGGE

24 DIRETTIVA MACCHINE 98/37/CE DIRETTIVA MACCHINE 06/42/CE Sicurezza e affidabilità dei sistemi di comando I sistemi di comando devono essere progettati e costruiti in modo da essere tanto sicuri ed affidabili da evitare qualsiasi situazione pericolosa. Essi devono in particolare essere progettati e costruiti in modo: - che resistano alle sollecitazioni normali di servizio e agli agenti esterni, -che non si producano situazioni pericolose in caso di errori di logica nelle manovre Sicurezza e affidabilità dei sistemi di comando I sistemi di comando devono essere progettati e costruiti in modo da evitare l'insorgere di situazioni pericolose. In ogni caso essi devono essere progettati e costruiti in modo tale che: - resistano alle previste sollecitazioni di servizio e agli influssi esterni, - un'avaria nell'hardware o nel software del sistema di comando non crei situazioni pericolose, - errori della logica del sistema di comando non creino situazioni pericolose, - errori umani prevedibili non creino situazioni pericolose.

25 I SISTEMI DI COMANDO E CONTROLLO NELLA DIRETTIVA MACCHINE Allegato I Direttiva Macchine 98/37/CE: Avviamento: L avviamento di una macchina deve essere possibile soltanto con una azione volontaria su un dispositivo di comando previsto a tal fine. Lo stesso dicasi per la rimessa in marcia dopo un arresto, indipendentemente dall origine e per l'effettuazione di una modifica rilevante delle condizioni di funzionamento.

26 I SISTEMI DI COMANDO E CONTROLLO NELLA DIRETTIVA MACCHINE Allegato I Direttiva Macchine 98/37/CE: Avaria del circuito di comando: Un anomalia della logica del circuito di comando, un avaria o un deterioramento del circuito di comando non devono creare situazioni pericolose. In particolare occorre evitare: l avviamento intempestivo l impedimento dell arresto della macchina se l ordine è già stato dato la caduta o l espulsione di un elemento mobile della macchina o di un pezzo della macchina l impedimento dell arresto automatico o manuale degli elementi mobili di qualsiasi tipo l inefficacia dei dispositivi di protezione.

27 NORME SUI SISTEMI DI COMANDO E CONTROLLO PER LA SICUREZZA norma EN Parti dei sistemi di comando legate alla sicurezza Principi generali di progettazione CEI EN Sicurezza funzionale dei sistemi di comando elettrici, elettronici ed elettronico programmabili correlati alla sicurezza UNI EN ISO Parti dei sistemi di comando legate alla sicurezza Principi generali di progettazione EN ed 1998 Equipaggiamento elettrico delle macchine Requisiti generali EN ed 2006 Equipaggiamento elettrico delle macchine Requisiti generali entrata in vigore ritiro impiegabile fino a

28 LA NORMA EN 954-1:1998 La funzionalità di un sistema di controllo per la sicurezza può essere garantita dall utilizzo combinato di componenti meccanici, elettromeccanici ed elettronico/programmabili La Norma EN ed.1998 mette in relazione la complessità del circuito di sicurezza con la valutazione del pericolo che tale sistema deve limitare. Punto di partenza: valutazione dei rischi (Risk Assessment)

29 LA NORMA EN 954-1:1998 La EN suddivide l implementazione di sistemi di controllo per la sicurezza in 5 categorie: Categoria B: un guasto può portare alla perdita della funzione di sicurezza; Categoria 1: un guasto può portare alla perdita della funzione di sicurezza ma con probabilità inferiore a B (utilizzo di componenti well-tried); Categoria 2: un guasto può portare alla perdita della funzione di sicurezza tra un controllo e l altro; Categoria 3: un guasto non porta alla perdita della funzione di sicurezza; alcuni, ma non tutti i guasti sono rilevati. Un accumulo di guasti non rilevati può portare alla perdita della funzione di sicurezza; Categoria 4: un guasto non porta alla perdita della funzione di sicurezza; i guasti sono rilevati in tempo per evitare la perdita della funzione di sicurezza.

30 LA NORMA EN ed.1998: OSSERVAZIONI Manca la definizione di un indice che misuri la frequenza degli intervalli di Test Diagnostici Manca una procedura di valutazione quantitativa dell affidabilità dei componenti del sistemi di controllo per la sicurezza Non sempre l utilizzo di architetture ridondanti consente di ottenere un sistema più sicuro Impianto della Norma inadatto a far fronte l utilizzo di nuove tecnologie di controllo elettroniche (il cui impiego è ora consentito dal punto della CEI EN :2006 e dal punto 4.11 della ISO :2005).

31 LA NORMA CEN EN ed.2006 CEN EN ed.1998: Arresto di emergenza [ ] Quando viene usato un arresto di Categoria 0 per funzione di arresto di emergenza, esso deve avere solo componenti elettromeccanici cablati. Inoltre, il suo funzionamento non deve dipendere dall elettronica (componenti o software) oppure dalla trasmissione di comandi mediante una rete o linea di comunicazione. CEN EN ed.2006: Arresto di emergenza E consentito l utilizzo di dispositivi elettronici per effettuare un arresto di emergenza di Categoria 0. Le funzioni di sicurezza dei dispositivi elettronici utilizzati devono essere certificate secondo la IEC 61508: Sicurezza funzionale dei sistemi elettrici, elettronici ed elettronici programmabili (E/E/EP) per applicazioni di sicurezza.

32 LA NORMA UNI EN ISO :2005 ISO :2005 Sicurezza del macchinario Concetti fondamentali, principi generali di progettazione Parte2: Principi tecnici. PUNTO 4.11: Applicazione di misure di protezione integrate nella progettazione al sistema di comando; vengono presi in considerazione, tra gli altri, i seguenti aspetti dei sistemi di comando per la sicurezza: riavviamento in seguito a interruzione dell energia utilizzo della sorveglianza automatica funzioni di sicurezza implementate dai sistemi di comando elettronico-programmabili selezione delle modalità di comando e funzionamento utilizzo di componenti affidabili duplicazione (o ridondanza) di componenti o sottosistemi.

33 LA NORMA UNI EN ISO :2005 ISO :2005 Sicurezza del macchinario Concetti fondamentali, principi generali di progettazione Parte2: Principi tecnici. ISO

34 DICHIARAZIONE DI CONFORMITA ALLE NORME: IMPLICAZIONI Attenzione a rilasciare dichiarazioni di conformità che attestano la corrispondenza a norme che in realtà non richiamano più la EN Ad esempio dichiarare la conformità alle seguenti Norme implica il rispetto di altre Norme richiamate negli Allegati: Dichiarazione di conformità Norme NON RICHIAMATE Norme RICHIAMATE CEI EN :2006 UNI EN ISO :2005: Sicurezza del macchinario Concetti fondamentali, principi generali di progettazione Parte2: Principi tecnici EN 954-1:1998 ISO 13849:1999 CEI EN 62061:2002 (tabella F.1) EN 954-1:1998 ISO :1999

35 DICHIARAZIONE DI CONFORMITA ALLE NORME: IMPLICAZIONI Ad esempio E CORRETTA QUESTA DICHIARAZIONE?

36 DICHIARAZIONE DI CONFORMITA ALLE NORME: IMPLICAZIONI Ad esempio Implicano il rispetto della EN o della EN 62061,non della EN 954-1!

37 SCHEMA DI COMPARAZIONE TRA EN 954-1, EN ISO E CEI EN Per cominciare: S1 F1 P1 EN EN IEC TASSO DI GUASTO RESIDUO l (PFHD) CAT 1 PL a SIL 1 Nessuna esigenza speciale di sicurezza CAT 1/2 PL b SIL S2 P2 CAT 2/3 PL c SIL 1 3*10-6 F2 P1 CAT 3 PL d SIL P2 CAT 4 PL e SIL

38 IL NUOVO APPROCCIO DELLE NORME EN ISO E CEI EN Il Performance Level (PL) è l espressione del rischio residuo ammissibile (inaffidabilità) di un sistema di controllo. La EN ISO prevede la seguente valutazione del PL del sistema di controllo per la sicurezza: PL Rischio residuo λ (numero guasti/ora) a 10-5=< λ <10-4 b 3x10-6=< λ <10-5 c 10-6=< λ <3x10-6 d 10-7=< λ <10-6 e 10-8=< λ <10-7

39 IL NUOVO APPROCCIO DELLE NORME EN ISO E CEI EN Il Safety Integrity Level (SIL) è l espressione del rischio residuo ammissibile (inaffidabilità) di un sistema di controllo. La CEI EN prevede invece la seguente valutazione del PL del sistema di controllo per la sicurezza: SIL Rischio residuo λ (numero guasti/ora) =< λ < =< λ < =< λ <10-7

40 RISK ASSESSMENT NELLA NORMA CEI EN Risk Assessment combinato con una analisi affidabilistica dei componenti di sicurezza. Vengono valutati: Gravità danno (1<Se<4) Frequenza e durata esposizione (2<Fr<5) Probabilità evento pericoloso (1<Pr<5) Probabilità evitare-limitare danno (1<Av<5) CL = Fr + Pr + Av

41 RISK ASSESSMENT NELLA NORMA CEI EN 62061

42 RISK ASSESSMENT NELLA NORMA CEI EN CEI EN Gravità Se Classe CL 3<<4 5<<7 8<<10 11<<13 14<<15 4 SIL 2 SIL 2 SIL 2 SIL 3 SIL 3 3 SIL 1 SIL 2 SIL 3 2 SIL 1 SIL 2 1 SIL 1 La Norma CEI EN prevede 4 Architetture con cui progettare i sottosistemi di sicurezza; per ogni architettura sono fornite formule per calcolare il tasso di guasto di ogni sottosistema e quindi verificare il SIL raggiungibile:

43 RISK ASSESSMENT NELLA NORMA EN Risk Assessment combinato con una analisi affidabilistica dei componenti di sicurezza condotta tramite ISO Metodi numerici di valutazione dei rischi riconducibili al Risk Assessment della EN EN ISO Gravità Se Classe CL 3<<4 5<<7 8<<10 11<<13 14<<15 4 PL d PL d PL d PL e PL e 3 PL c PL d PL e 2 PL c PL d 1 PL c

44 RISK ASSESSMENT NELLA NORMA EN PL da soddisfare Progettazione sistema

45 LA NORMA EN ISO :2007 LE CATEGORIE DELLA NORMA EN 954-1

46 LE CATEGORIE DELLA EN 954-1:1998 Esempio di Categoria B/1:

47 LE CATEGORIE DELLA EN 954-1:1998 Esempio di Categoria 2:? CAT1 CAT2 reset

48 LE CATEGORIE DELLA EN 954-1:1998 Esempio di Categoria 2: Diagnostica 300ms

49 LE CATEGORIE DELLA EN 954-1:1998 Esempio di Categoria 3:

50 LE CATEGORIE DELLA EN 954-1:1998 Esempio di Categoria 4: Riconoscimento cortocircuito

51 LE CATEGORIE DELLA EN 954-1:1998 Esempio di Categoria 4: Riconoscimento cortocircuito

52 LA NORMA EN ISO :2007 LA NORMA EN ISO :2007 SPIEGHIAMOLA CON UN ESEMPIO

53 LA NORMA EN ISO :2007 Si vuole calcolare il PL (SIL) raggiunto dalle funzioni di sicurezza implementate mediante il seguente schema: AOPD Sensor 2 Sensor 1

54 LA NORMA EN ISO :2007 Si possono distinguere le seguenti funzioni di sicurezza: 1.Emergenza movimentazioni a seguito dell attivazione del fungo di emergenza; 2.Emergenza movimentazioni a seguito apertura ripari; 3.Emergenza motore nastro trasportatore a seguito dell interruzione della barriera ottica; 4.Safe Torque Off motore principale a seguito dell interruzione della barriera ottica. Necessario effettuare una valutazione dei rischi acc. EN di ogni funzione di sicurezza individuata

55 LA NORMA EN ISO :2007 La Norma EN ISO prevede il progetto dei sistemi di controllo secondo una delle categorie definite nella EN A tale progettazione deve essere aggiunta una fase di verifica del tasso di guasto complessivo della funzione di sicurezza (a cui corrisponde un certo Performance Level). PL da soddisfare Valutazione PL raggiunto

56 LA NORMA EN ISO :2007 Esiti delle valutazioni dei rischi: Funzione di sicurezza Emergenza movimentazioni a seguito dell attivazione del fungo di emergenza Emergenza movimentazioni a seguito apertura ripari Emergenza motore nastro trasportatore a seguito dell interruzione della barriera ottica Safe Torque Off motore principale a seguito dell interruzione della barriera ottica PL/SIL PL d / SIL 2 PL e / SIL 3 PL d / SIL 2 PL d / SIL 2 Come progettare le funzioni di sicurezza??

57 LA NORMA EN ISO :2007 Il costruttore fornisce: PFH D SIL -> tabella passaggio SIL->PL categoria EN (EN ) MSS: PLe - SIL3 categoria 4

58 LA NORMA EN ISO :2007 PFHD CPU : PFHD Imodule : PFHD Omodule : PFHD = PFHD Imodule +PFHD CPU +PFHD Omodule PFH D =4.5*10-9

59 LA NORMA EN ISO :2007 AOPD: componente elettronico TYPE 4 Il costruttore fornisce: PFH D SIL -> tabella passaggio SIL->PL categoria EN (EN ) AOPD: PLe - SIL3 categoria 4

60 LA NORMA EN ISO :2007 AOPD: componente elettronico TYPE 4

61 LA NORMA EN ISO :2007 SINAMICS G120: componente elettronico Productgroup Producttype MLFB Category SIL CL PL PFH D Proof Test Interval (Year) SINAMICS G120 CU240S DP-F 6SL3244-0BA21-1PA ,00E CU240S PN-F 6SL3244-0BA21-1FA ,00E SINAMICS G120D SIMATIC ET200S SIMATIC ET200pro CU240D DP-F CU240D PN-F ET200S FC (FW1.x) ET200S FC (FW3.x) ET200pro FC 6SL3544-0FA21-1PA0 6SL3544-0FA21-1FA0 6SL3244-0SA01-1AA0 6SL3244-0SA01-1AA1 6SL3235-0TE21-1SB ,00E Certification 3 2 5,00E not finished 3 2 5,00E ,00E ,00E G120: PLd SIL2 categoria 3 PFH D = 5*10-8 Information Values include Control Unit, Power Module and Safe Brake Module Values include Control Unit and Power Module

62 LA NORMA EN ISO :2007 E i componenti elettromeccanici??? Calcolo λ D PFH D = λ D *1h MTTF D = 1/λ D

63 LA NORMA EN ISO :2007 Una volta progettato il sistema di sicurezza è necessario calcolare il tasso di guasto di ogni suo componente: d op h op t cycle [Giorni lavorativi / anno] [Ore lavorative / giorno] [tempo ciclo operazione] B 10 = cicli durata componente B 10d = B 10 / (% guasti pericolosi) ATTENZIONE: nella EN ISO si utilizza l inverso di l D, ovvero MTTF D

64 LA NORMA EN ISO :2007

65 LA NORMA EN ISO :2007 ATTENZIONE: nella EN ISO si utilizza l inverso di λ D, ovvero MTTF D MTTF = 1/λ D

66 LA NORMA EN ISO :2007 E i componenti elettromeccanici??? > 100 anni > 100 anni

67 LA NORMA EN ISO :2007 E i componenti elettromeccanici??? Fungo emergenza Fungo emergenza 168 Il fungo di emergenza è azionato una volta la settimana > 100 anni

68 LA NORMA EN ISO :2007 E i componenti elettromeccanici??? COPERTURA DIAGNOSTICA DC utilizzo contatto NA+NC guidati 0,99 INPUT utilizzo serie di finecorsa/pulsanti a doppio contatto NC (categoria 3) 0,9 INPUT utilizzo doppio canale separato con riconoscimento del cortocircuito (categoria 4) 0,99 INPUT utilizzo singolo canale (categoria 2) 0,9 INPUT contatti ausiliari contattori 0,99 OUTPUT monitoraggio pressostato EV 0,6 OUTPUT

69 LA NORMA EN ISO :2007 Tabella K.1 Annex K (EN ) nota: è la rappresentazione numerica della tabella 5 (non complicarsi la vita inutilmente) PFH D = 2.47*10-8

70 Questa è la figura 5 della norma

71 LA NORMA EN ISO :2007 Calcolo PFHD delle varie funzioni di sicurezza: Funzione di sicurezza Emergenza movimentazioni a seguito dell attivazione del fungo di emergenza Emergenza movimentazioni a seguito apertura ripari Emergenza motore a seguito dell interruzione della barriera ottica Safe Torque Off motore principale a seguito dell interruzione della barriera ottica PL/SIL PL d / SIL 2 PL e / SIL 3 PL d / SIL 2 PL d / SIL 2

72 LA NORMA EN ISO :2007 Calcolo PFHD delle varie funzioni di sicurezza: Funzione di sicurezza Emergenza movimentazioni a seguito dell attivazione del fungo di emergenza PL/SIL PL d / SIL 2 Sensor 1

73 LA NORMA EN ISO :2007 Calcolo PFHD delle varie funzioni di sicurezza: Funzione di sicurezza Emergenza movimentazioni a seguito dell attivazione del fungo di emergenza PL/SIL PL d / SIL 2 PFH D = 2.47*10-8 PL e PFH D = 2.47*10-8 PL e PFH D = 4.5*10-8 PL e PFH D = 9.44*10-8 PL e PFH D = 8.0*10-8 PFH D = 1.45*10-7 PL d PL d PL d

74 LA NORMA EN ISO :2007 Calcolo PFHD delle varie funzioni di sicurezza: Funzione di sicurezza Emergenza movimentazioni a seguito apertura ripari PL/SIL PL e / SIL 3 Sensor 2

75 LA NORMA EN ISO :2007 Calcolo PFHD delle varie funzioni di sicurezza: Funzione di sicurezza Emergenza movimentazioni a seguito apertura ripari PL/SIL PL e / SIL 3 PFH D = 2.47*10-8 PL e PFH D = 2.47*10-8 PL e PFH D = 4.5*10-8 PL e PFH D = 9.44*10-8 PL e PFH D = 8.0*10-8 PFH D = 1.45*10-7 PL d PL d PL d

76 LA NORMA EN ISO :2007 Calcolo PFHD delle varie funzioni di sicurezza: Funzione di sicurezza Emergenza motore nastro trasportatore a seguito dell interruzione della barriera ottica PL/SIL PL d / SIL 2

77 LA NORMA EN ISO :2007 Calcolo PFHD delle varie funzioni di sicurezza: Funzione di sicurezza Emergenza motore nastro trasportatore a seguito dell interruzione della barriera ottica PL/SIL PL d / SIL 2 PFH D = 1.9*10-8 PL e PFH D = 4.5*10-8 PL e PFH D = 2.47*10-8 PL e PFH D = 8.87*10-8 PL e PL e

78 LA NORMA EN ISO :2007 Calcolo PFHD delle varie funzioni di sicurezza: Funzione di sicurezza Safe Torque Off motore principale a seguito dell interruzione della barriera ottica PL/SIL PL d / SIL 2

79 LA NORMA EN ISO :2007 Calcolo PFHD delle varie funzioni di sicurezza: Funzione di sicurezza Safe Torque Off motore principale a seguito dell interruzione della barriera ottica PL/SIL PL d / SIL 2 PFH D = 1.9*10-8 PL e PFH D = 4.5*10-8 PFH D = 8.0*10-8 PL e PL d PFH D = 1.44*10-7 PL d PL d

80 CONCLUSIONI Concludendo Funzione di sicurezza PL/SIL richiesti PL/SIL soddisfatti Emergenza movimentazioni a seguito dell attivazione del fungo di emergenza Emergenza movimentazioni a seguito apertura ripari Emergenza motore nastro trasportatore a seguito dell interruzione della barriera ottica Safe Torque Off motore principale a seguito dell interruzione della barriera ottica PL d / SIL 2 PL d / SIL 2 PL e / SIL 3 PL d / SIL 2 PL d / SIL 2 PL e / SIL 3 PL d / SIL 2 PL d / SIL 2 Rivedere la progettazione, ad esempio inserendo un contattore a monte inverter!!

81 Concludendo CONCLUSIONI Le Norme EN ISO e CEI EN sono uno strumento valido per valutare l affidabilità dei sistemi di sicurezza delle macchine; E necessario interpretare e combinare entrambe le norme; la CEI EN permette di valutare ad alto livello il SIL del sistema di sicurezza noti i SIL CL dei componenti; la EN ISO è necessaria in presenza di componenti elettro-meccanici (pneumatici, idraulici, ) dove è necessario tradurre la durata meccanica in un indice di performance (PL o SIL) che attesta i guasti residui del dispositivo; Seguendo le linee guida della presentazione è immediato tradurre le valutazioni affidabilistiche sui componenti in un indice di sicurezza dei dispositivi di comando e controllo del macchinario.

82 MEMO DA TENERE NEGLI APPUNTI

83 Attenzione la copertura diagnostica media* deve essere calcolata con il valore medio della ISO in caso di ridondanza *non si è riportata perché rischia di offuscare la chiarezza dell esempio basta un foglio excel-

84 Inoltre non dimenticare di tenere conto del numero di componenti che concorrono alla funzione di sicurezza, essi potrebbero declassare il sistema secondo la tabella 11 della ISO

85 LA NORMA EN ISO :2007

86 DETERMINANTE E LA VALUTAZIONE DEI FATTORI DI CAUSA COMUNE CCF SE IL PROGETTO DELLA FUNZIONE NON RAGGIUNGE IL VALORE MINIMO DI 65 PUNTI SECONDO L ANNEX F IL SISTEMA NON E APPROVABILE

87 TIENI BENE IN CONSIDERAZIONI LE AVVERTENZE E LE ISTRUZIONI CHE DEVI ALLEGARE INFORMATION FOR USE CAP 11 PAG 42 ISO

88 11 Information for use The principles of ISO :2003, 6.5.2, and the applicable sections of other relevant documents (e.g. IEC :2005, Clause 17), shall be applied. In particular, that information which is important for the safe use of the SRP/CS shall be given to the user. This shall include, but is not limited to the following:

89 the limits of the safety-related parts to the category(ies) selected and any fault exclusions; the limits of the SRP/CS and any fault exclusions (see 7.3), for which, when essential for maintaining the selected category or categories and safety performance, appropriate information (e.g. for modification, maintenance and repair) shall be given to ensure the continued justification of the fault exclusion(s);

90 the effects of deviations from the specified performance on the safety function(s); clear descriptions of the interfaces to the SRP/CS and protective devices; response time;

91 operating limits (including environmental conditions); indications and alarms; muting and suspension of safety functions; control modes; maintenance (see Clause 9); maintenance check lists; ease of accessibility and replacing of internal parts; means for easy and safe trouble shooting;

92 information explaining the applications for use relevant to the category to which reference is made; checking test intervals where relevant. Specific information shall be provided on the category or categories and performance level of the SRP/CS, as follows: dated reference to this part of ISO ( i.e. ISO :2006 ); the Category, B, 1, 2, 3, or 4; the performance level, a, b, c, d, or e.

93 Saluti a grazie a tutti e se avete dubbi chiamate

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