LA FLORA ESOTICA PRESENZA E DISTRIBUZIONE

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1 LA FLORA ESOTICA NEL PLIS PRESENZA E DISTRIBUZIONE A cura di Andrea Viganò con la collaborazione di Franco Zavagno Marnate, novembre 2009 Andrea Viganò dott. Nat. Via De Gasperi, MARNATE VA andreaviga@libero.it

2 1 INDICE INTRODUZIONE... 2 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO DELL'AREA DI STUDIO FINALITA' DESCRIZIONE DELL'AREA DI STUDIO METODOLOGIA ELENCO FLORISTICO SCHEDE DELLE SPECIE..12 ALBERI...15 ARBUSTI e rampicanti..50 ERBE.64 ALTRE SPECIE..108 BIBLIOGRAFIA essenziale e di riferimento INDICE SCIENTIFICO DELLE SPECIE.110 INDICE VOLGARE DELLE SPECIE Nota: Le foto a corredo della presente relazione sono state scattate nell'area di studio da Andrea Viganò nelle stagioni vegetative 2008 e 2009 La macrofotografia di Erigeron annus, pag. 91 è di Franco Zavagno.

3 2 INTRODUZIONE La presenza di specie esotiche naturalizzate, ovvero originatesi in altri luoghi e in tempi più o meno lunghi inseritesi stabilmente in un nuovo contesto geografico e ambientale, è un fenomeno che attualmente ha conosciuto un forte incremento. La facilità odierna insita negli spostamenti degli uomini e delle merci consente infatti di raggiungere una buona parte del nostro pianeta: in tal modo animali e piante possono essere trasportati, volutamente, ad esempio per motivi commerciali, o inconsapevolmente da un continente all altro. L inserimento improvviso di una nuova specie in un ambiente a cui è estranea può avere degli effetti significativi e talora negativi. Alcune specie esotiche, prive di competitori o dovendosi confrontare con competitori non attrezzati dall evoluzione nei confronti del nuovo venuto, hanno buon gioco moltiplicandosi e diffondendosi su vasti territori. Questo fenomeno, in alcuni casi più o meno consapevolmente facilitato dall uomo, può innescare significativi impatti e trasformazioni difficilmente reversibili anche su vasti ecosistemi. Questi accadimenti si sono verificati da quando l uomo ha cominciato a spostarsi e a commerciare, e ne sono dimostrazione le archeofite (ad es i papaveri), infestanti dei cereali originarie delle steppe orientali che si sono diffuse sino a noi da quando l uomo ha iniziato a coltivare. Tuttavia negli ultimi decenni il tasso di presenza e la distribuzione di specie esotiche sono aumentati. La problematicità è dovuta al fatto che la diffusione di tali entità sottrae spazio e nicchie ecologiche alle specie originarie che possono venire a trovarsi in difficoltà, spesso in ambienti già degradati, e quindi regredire. Va detto tuttavia che non tutte le specie esotiche sono fortemente impattanti e come non tutte abbiano un effetto negativo. Oltre a ciò si potrebbe anche obiettare che, semplicemente, l uomo è divenuto sempre più un significativo fattore nel favorire la distribuzione di specie in nuove aree, fatto che può rientrare nel novero dei fenomeni naturali (le piante, ad esempio, per disperdere su ampie superfici i propri semi sfruttano il vento, l acqua, gli animali ed ora, più o meno passivamente, l uomo). Sia animali che piante sono protagonisti di queste invasioni ed alcune ci sono ben note. Nell ambito degli animali recenti e, ahimè, note vicende sono quelle della zanzara tigre e del tarlo asiatico; in entrambi i casi si è trattato di un importazione non voluta, dovuta a scarsa conoscenza di tali fenomeni e assenza di periodi di quarantena. Altra vicenda è quella della testuggine d acqua dalle orecchie rosse, originaria dell America e importata per motivi commerciali; piccola e carina diviene poi grossa e difficile da tenere in acquario: quindi immessa negli ambienti acquatici più disparati (possiamo vederla anche sull Olona). O ancora quella dello scoiattolo grigio, che in Gran Bretagna sta mettendo seriamente in crisi l autoctono scoiattolo rosso Anche nell ambito delle specie vegetali esotiche vi sono alcune maglie nere : su tutte possiamo qui citare l ambrosia che procura serie difficoltà a chi è sensibile al suo polline. E impossibile fare un elenco delle nuove specie presenti in modo più o meno consistente nel territorio italiano: molte ci sono del tutto sconosciute o passano inosservate (si pensi allo sterminato mondo degli invertebrati). Di certo è che la biodiversità (qui intesa semplicemente come numero di specie presenti) è aumentata!

4 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO AREA DI STUDIO 3 Il Parco del Medio Olona varesino si trova nella porzione sud-orientale della provincia di Varese, in un'area molto antropizzata e tradizionalmente vocata all'impresa, che comprende il tratto della Valle Olona tra Fagnano Olona e Marnate. Oltre alla valle Olona il Parco assomma anche il tratto fagnanese del Tenore e i boschi ad est di Gorla Maggiore dove scorre il Fontanile di Tradate. I comuni facenti parte del Parco sono Fagnano Olona, Gorla Maggiore, Solbiate Olona, Gorla Minore, Olgiate Olona e Marnate. Figura 1 Inquadramento del Parco del Medio Olona nella rete di aree protette provinciali

5 4 FINALITA Con il presente studio, senza la presunzione di esaurire una tematica in continua evoluzione, si è voluto fornire un quadro essenziale e attuale della flora esotica presente nel territorio del Parco del Medio Olona, grazie ad un censimento delle specie presenti, a mappe di distribuzione, a informazioni quali-quantitative e a cenni relativi alla possibile gestione delle specie problematiche. Il tutto corredato da immagini scattate in loco. DESCRIZIONE AREA DI STUDIO I sei comuni ricadenti nel parco assommano oltre abitanti. Una tale pressione antropica ha inevitabilmente avuto delle conseguenze sull'ambiente naturale, riducendo gli spazi disponibili e interferendo con la qualità di quelli residui. Ciononostante, anche grazie ad una maggiore sensibilità nei confronti dell'ambiente, che è la casa in cui dobbiamo vivere, è oggi possibile trovare nel parco vari tipi di habitat, ciascuno caratterizzato da una propria flora e fauna. In un ipotetico avvicinamento all'alveo del fiume Olona, partendo dal pianalto dove si trovano i paesi, possiamo incontrare i boschi di quercia (Quercus robur), con le radure a Molinia arundinacea, altissima graminacea, e la robinia (Robinia pseudoacacia), che diviene dominante sulla scarpata, accompagnata dal sambuco (Sambucus nigra). Sul fondovalle, oltre ai prati stabili da sfalcio, troveremo tracce di prati igrofili, rimboschimenti ed alberi maggiormente legati a suoli umidi, come il salice bianco (Salix alba) e il pioppo nero (Popolus nigra), sino ad incontrare l'albero più legato all'acqua: l'ontano nero (Alnus glutinosa). Perno di tutta l'area è il fiume Olona che grazie alle sue acque ha saputo essere il grande traino dello sviluppo industriale dell'area. Molteplici infatti sono stati gli usi che l'uomo ha fatto da sempre delle acque del fiume. La Valle Olona è stata ed è "teatro di tutte le attività umane". Forse la più antica di tutte fu la pesca, seguita dai mulini, dagli insediamenti di tipo preindustriale e dalle industrie che hanno tratto la loro energia dalle acque del fiume. Il grande sviluppo economico, accompagnato da un forte incremento demografico, degli anni '50 e '70 del secolo scorso, ebbe come risvolto negativo l'inquinamento, che rese le acque dell'olona fra le più inquinate d'italia. In anni più recenti con i depuratori e la chiusura di numerose industrie, complice la crisi degli anni '80, la qualità dell'olona è migliorata notevolmente e la natura ha riconquistato un ruolo primario. Nel 2006 viene istituito il PLIS (Parco Locale di Interesse Sovracomunale) del "Parco del Medio Olona", che ha come simbolo la civetta, e comprende, come detto, i comuni di Fagnano Olona, Gorla Maggiore, Solbiate Olona, Gorla Minore, Olgiate Olona e Marnate.

6 Figura 2 Carta d insieme del PLIS Parco del Medio Olona 5

7 6 METODOLOGIA Cartografia La base cartografica utilizzata è stata la Carta Tecnica Regionale (CTR) scala 1 : Sul reticolato chilometrico di tale cartografia è stata sovrimposta una griglia di rilevamento avente come maglia unitaria il chilometro quadrato. Il territorio del parco risulta così suddiviso in 41 quadranti principali, di cui 6 afferenti alla sponda fagnanese del Tenore (Figure 3 a,b,c). Rilevamento di campo I rilievi hanno interessato tutte le 41 maglie chilometriche. Utilizzando prevalentemente l ampia rete di sentieri esistente è stato visitato più volte ogni quadrato chilometrico, onde verificare la presenza di specie vegetali esotiche. Sono state escluse dallo studio tutte le proprietà private chiuse all interno del parco, mentre sono state incluse le aree industriali dismesse, quando accessibili, e le relative pertinenze. Non è stato incluso il parco comunale Gonzaga di Olgiate Olona. Ogni quadrato è stato visitato più volte. La necessità di ripetere la visita in momenti diversi dell anno, in particolare nel periodo vegetativo, è dovuta al fatto che le diverse specie, con particolare riferimento a quelle erbacee, hanno una differente fenologia, ovvero un diverso momento di manifestazione, essendo alcune precoci ed altre invece tardo estive. Per tale ragione la stagione tardo autunnale e l inverno sono stati dedicati alle specie arboree, riconoscibili anche in assenza di foglie e fiori, sulla base del disegno della corteccia; la primavera e l estate sono state invece dedicate prevalentemente alla ricerca delle specie erbacee. Oltre che accertarne la presenza, è stata anche valutata in modo semiquantitativo la diffusione di ogni specie all interno del quadrato chilometrico: per ogni stazione di presenza della specie è stato definito (fra cinque classi di abbondanza decrescenti) il grado di presenza: specie dominante, abbondante, discreta, scarsa, sporadica (meno di 3 individui). La diffusione della specie all interno di ogni quadrato chilometrico è stata poi valutata sulla base del numero di stazioni rilevate e delle relative classi di abbondanza. I dati di campo sono stati raccolti su una scheda appositamente predisposta (Figura 4) e arricchiti da immagini fotografiche.

8 7 Figura 3/a reticolato chilometrico relativo alla valle Olona e ai boschi di Gorla maggiore

9 8 Figura 3/b reticolato chilometrico relativo alla porzione del parco afferente al Tenore, sponda fagnanese Segue, in Figura 3/c il reticolato complessivo in cui arbitrariamente il tratto di parco prossimo al Tenore, per motivi di rappresentazione nella pagina formato A4, viene rappresentato a sud-est del corpo principale del parco, trovandosi nella realtà ad ovest (vedi Figura 2)

10 9 Figura 3/c Reticolato complessivo

11 10 SCHEDA RILEVAMENTO QUADRANTE. FLORA ESOTICA PLIS PARCO MEDIO OLONA Data Specie D A DI S Sp Note Repertorio fotografico (note): Legenda: D=Dominante; A=Abbondante; DI= Discreta; S=Scarsa; Sp=Sporadica (riportare n. individui);

12 ELENCO FLORISTICO 11 Vengono elencate in ordine alfabetico le famiglie con le rispettive specie esotiche FAMIGLIA Specie ACERACEAE Acer negundo L. AMARANTHACEAE Amaranthus retroflexus L. ARECACEAE Trachycarpus fortunei (Hook.) H. Wendl. (syn.: Chamaerops fortunei Hook.) ASTERACEAE Ambrosia artemisiifolia L. Artemisia verlotorum Lamotte Bidens frondosa L. Conyza canadensis (L.) Cronq. Erigeron annuus (L.) Pers. Helianthus rigidus (Cass.) Desf. Solidago gigantea Aiton BALSAMINACEAE Impatiens balfourii Hooker Fil Impatiens glandulifera Royle BUDDLEJACEAE Buddleja davidii Franchet CANNABACEAE Humulus scandens (Lour.) Merrill CAPRIFOLIACEAE Lonicera japonica Thunb. COMMELINACEAE Tradescantia virginiana L CUCURBITACEAE Sicyos angulatus L. FABACEAE Gleditsia triacanthos L. Robinia pseudoacacia L.

13 12 FAGACEAE Quercus rubra L. JUGLANDACEAE Juglans nigra L. MORACEAE Morus alba L. Morus nigra L. OXALIDACEAE Oxalis fontana Bunge PAPAVERACEAE Papaver rhoeas L. PHYTOLACCACEAE Phytolacca americana L PINACEAE Pinus strobus L. PLATANACEAE Platanus hybrida Brot. * POACEAE Phyllostachys sp. POLYGONACEAE Fallopia japonica (Houtt.) Ronse Decr. (1988): (syn. Polygonum cuspidatum, Reynoutria japonica) ROSACEAE Prunus serotina Ehrh. Spiraea japonica L. Duchesnea indica (Andrews) Focke SCROPHULARIACEAE Paulownia tomentosa Thunberg Veronica persica Poiret SIMAROUBACEAE Ailanthus altissima (Miller) Swingle VITACEAE Parthenocissus quinquefolia (L.) Planch. * In realtà, almeno secondo l'ipotesi più accreditata, si tratterebbe di un ibrido originatosi spontaneamente in Europa per incrocio tra P. orientalis (indigeno) e P. occidentalis (nordamericano). Quindi, non esotico s.s.

14 SCHEDE SPECIE 13 Le specie censite e osservate in entrambe le stagioni vegetative (2008 e 2009) sono suddivise in tre sezioni: ALBERI ARBUSTI e rampicanti ERBE Ogni specie esotica è descritta attraverso una scheda nella quale è fornito nome scientifico e volgare, areale originario, note storiche, una rassegna di immagini scattate all interno del Parco del Medio Olona, utili al riconoscimento a ad evidenziarne particolari aspetti, informazioni sulla fenologia (in particolare periodo di fioritura), problematicità e esigenze ecologiche; infine grazie alla griglia chilometrica è fornita una istantanea quali-quantitativa della distribuzione della specie sul territorio del parco, relativa al periodo Viene poi fornito un elenco delle specie esotiche osservate solo in una stagione vegetativa (2008 o 2009). In particolare la presenza della specie all interno di un quadrante è segnalata tramite il simbolo: La dimensione del simbolo rispecchia l abbondanza della specie nel quadrante, secondo le 5 classi sotto richiamate: simbolo significato Specie dominante Specie abbondante Specie discretamente rappresentata Specie scarsa Specie sporadica

15 14 Con riferimento alle Linee guida per la gestione della flora e della vegetazione delle aree protette nella Regione Lombardia (CFA, 2009) viene segnalata con apposita simbologia se la specie è considerata in tale lavoro: o con alto impatto ambientale abbinato ad una medio-alta capacità di invadere l ambiente LISTA NERA o con impatto ambientale alto, ma con bassa capacità di invadere l ambiente, oppure medio, indipendentemente dalla capacità di invadere l ambiente LISTA GRIGIA o piante non incluse nelle liste precedenti, in quanto mostrano un basso impatto ambientale da valutare localmente La simbologia adottata nel testo è quella di seguito richiamata Specie inserita nella Lista nera regionale Specie inserita nella Lista grigia regionale Specie da valutare Viene inoltre segnalata la percentuale di quadranti rispetto al totale (N= 41) interessata dalla presenza della specie. 35% Specie presente (esempio) nel 35% dei quadranti

16 ALBERI 15 Pinus strobus.. 16 (Pino strobo) Quercus rubra (Quercia rossa, quercia americana) Juglans nigra. 22 (Noce nero) Morus alba, Morus nigra...25 (Gelso bianco, gelso nero) Platanus hybrida 27 (Platano ibrido) Prunus serotina..30 (Ciliegio tardivo, ciliegio americano) Gleditsia triacanthos..33 (Spino di Giuda) Robinia pseudoacacia 35 (Robinia, acacia) Ailanthus altissima. 38 (Ailanto) Acer negando.. 42 (Acero americano) Trachycarpus fortunei...45 (Palma) Paulownia tomentosa. 47 (Paulownia)

17 16 Pinus strobus (Pino strobo) 15% Area di origine Nord America orientale Importato in Europa a partire dal 1700 come specie Note storiche ornamentale e forestale. Coltivato in piantagioni. Naturalizzato principalmente nel centro-est Europa. Usi Il suo legno leggero e indeformabile viene usato per infissi, pavimenti, fiammiferi e nell'industria cartaria. Criticità - Periodo di fioritura - Esigenze ecologiche E una specie frugale, che si accontenta anche di terreni poveri. Può soffrire di infezioni fungine. Commento alla distribuzione La presenza nel Parco è dovuta esclusivamente a piantagioni, più o meno estese e inselvatichite.

18 17

19 18 Pinus strobus

20 Quercus rubra (Quercia rossa, quercia americana) 39% 19 Area di origine Note storiche Usi Criticità Periodo di fioritura Esigenze ecologiche Commento alla distribuzione Nord America nord-orientale Importata in Europa dalla fine del 1600 quale pianta ornamentale, per la chioma importante e la magnifica colorazione autunnale. Nell area di studio alcune piantagioni risalgono alla fine degli anni 40. Pianta a rapido sviluppo, fornisce un legno di qualità media, più tenero e degradabile rispetto alle querce indigene. Viene coltivata a fustaia. Produce una grande quantità di novellame che rallenta/impedisce il rinnovamento di Quercus robur Le ghiande raggiungono la maturazione a estate inoltrata Predilige suoli leggermente acidi La presenza della specie è frutto di piantagioni, che costituiscono la gran parte del popolamento. Il rinnovamento e la dispersione spontanei sono significativi.

21 20 Quercus rubra

22 21

23 22 Juglans nigra (Noce nero, noce americano) 2% Area di origine Nord America Importato in Europa a partire dal 1700 per essere Note storiche coltivato Il legno forte e resistente si presta a molteplici usi. In Italia, il legname di questo albero, meno pregiato di J. Usi regia, è utilizzato per mobili e impiallacciature (noce canaletto). Criticità - Inizia a produrre noci all ottavo anno di vita; la Note produzione è irregolare e raggiunge il massimo a trent anni e può continuare per altri 100. Esigenze ecologiche Predilige suoli neutri e ben drenati Vi sono alcune piantagioni in prossimità del Tenore. Commento alla distribuzione Pochissime le piante, e sempre nei pressi, nate spontaneamente.

24 23

25 24 Juglans nigra

26 Morus nigra (Gelso nero) Morus alba (Gelso bianco) 24% 25 Area di origine Note storiche Usi Criticità Note Commento alla distribuzione M. nigra Asia minore, M. alba Cina centro orientale La storia di queste due moracee è legata alla sericoltura che fa la sua comparsa in Europa attorno al 550. Entrambe le specie, ma soprattutto M. alba dalle foglie più morbide, sono state utilizzate nella bachicoltura. M. nigra produce frutti eduli molto saporiti Necessità di preservare gli esemplari rimasti Le due specie possono essere distinte sulla base del frutto (quasi nero in M. nigra e bianco-rosato in M. alba) e per le foglie (pelosette sulla pagina inferiore in M. nigra e sempre glabre in M. alba che talora ha foglie trilobate) Sparuti filari o alberi isolati sono testimonianza di una grande vicenda del passato, che tanto ha segnato il paesaggio agrario dei nostri territori

27 26 Morus sp.

28 Platanus hybrida (Platano comune) 15% 27 Area di origine Vd sotto Note storiche Ibrido fertile di P. orientalis e P.occidentalis (quest ultimo nordamericano), considerato anche da alcuni autori un semplice cultivar di P. orientalis, specie introdotta dall Asia minore in epoca romana e quindi naturalizzata Usi Albero ornamentale, con usi in falegnameria Criticità La lettiera è mineralizzata con difficoltà Periodo di fioritura - Esigenze ecologiche Suoli freschi Commento alla distribuzione La presenza attuale deriva da passate piantumazioni a parco e consta di qualche albero isolato

29 28 Platanus hybrida

30 29

31 30 Prunus serotina (Ciliegio tardivo, prugnolo tardivo) 76% Area di origine Note storiche Note Criticità Periodo di fioritura Maturazione frutti Esigenze ecologiche Commento alla distribuzione Nord America La sua importazione in Europa fu dovuta alla bellezza della fioritura. La specie è stata introdotta in Italia, a scopi forestali, nel gallaratese, attorno al I frutti sono appetiti da molti animali (uccelli e mammiferi) che concorrono a disperderne i semi. Può dare luogo a boschi monospecifici, fitti e ombrosi con un assortimento di specie erbacee molto scarso. Maggio-giugno Agosto - settembre Pianta colonizzatrice, si sviluppa su suoli asciutti, anche in condizioni di scarsa illuminazione Ampiamente distribuita, con piante madri di notevoli dimensioni. E perlopiù associata alla Robinia.

32 Prunus serotina 31

33 32

34 Gleditsia triacanthos (Spino di Giuda, Triacanto, Spinacristi) 2% 33 Area di origine Nord America Note storiche Introdotta in Europea nel 1700 Usi Pianta ornamentale, veniva in passato impiegata nella formazione di siepi impenetrabili (per la presenza di robuste spine sul tronco e sui rami maggiori). Criticità - Note Il frutto è un legume che a maturazione (settembre - ottobre) può raggiungere anche i 40 cm di lunghezza Esigenze ecologiche Terreni ben drenati e buona esposizione Commento alla distribuzione Un unico esemplare di discrete dimensioni

35 34 Gleditsia triacanthos

36 Robinia pseudacacia (Robinia, acacia) 93% 35 Area di origine Note storiche Usi Criticità Note Periodo di fioritura Esigenze ecologiche Commento alla distribuzione Nord America Introdotta in Francia da Jean Robin nel 1601, quale ornamentale, è ora diffusa in gran parte d Europa. In Italia soprattutto in Lombardia e Piemonte. Ha un legno duraturo e tenace, che trova ampio impiego, soprattutto come paleria. Dai suoi fiori le api ottengono il pregiato miele d acacia. Specie pioniera si è diffusa per il rapido sviluppo e la notevole capacità riproduttiva, tramite semi e stoloni, sostituendosi alle specie arboree autoctone. Poco longeva raggiunge i anni; ha una grande capacità pollonifera, sollecitata dal taglio. Aprile giugno Eliofila, si adatta a vari suoli purché ben drenati. Ha una presenza ampia e consistente nel parco. La flora nemorale associata è varia. I tagli autorizzati di parcelle andrebbero accompagnati da operazioni selvicolturali a favore della quercia nostrana.

37 36 Robinia pseudacacia

38 37

39 38 Ailanthus altissima (Ailanto, albero del cielo, albero del paradiso) 24% Area di origine Note storiche Usi Criticità Periodo di fioritura Esigenze ecologiche Commento alla distribuzione Asia orientale Introdotto in Europa nel 1700 a scopo ornamentale, giunge in Italia quale pianta alimentare del lepidottero Philosamia cynthia, utilizzato per la seta Pianta ornamentale e selvicolturale (utilizzata per consolidare i terreni e per produzione di legno data la grande velocità di crescita) Specie invasiva assai aggressiva, si diffonde tramite semi e stoloni Maggio Poco esigente e adattabile in fatto di terreno; ama la luce E ancora localizzato, con alcuni nuclei di presenza. Prevalgono gli esemplari giovani. Possibili interventi.

40 39

41 40 Ailanthus altissima

42 41

43 42 Acer negundo (Acero americano) 15% Area di origine Note storiche Usi Criticità Esigenze ecologiche Commento alla distribuzione Nord America orientale Venne introdotto in Europa alla fine del 1600, per essere impiegato nei giardini e nei viali, in virtù della rapida crescita Pianta ornamentale. Alcune varietà presentano margine fogliare bianco-crema Specie mediamente invasiva, si insedia di preferenza in prossimità di fiumi e corsi d acqua. Predilige le aree aperte o la mezz ombra, suoli relativamente umidi, ma permeabili. Tollera stress idrico. La presenza è ancora localizzata e spesso ridotta a pochi esemplari. Possibili interventi.

44 43

45 44 Acer negundo

46 Trachycarpus fortunei (Palma di Fortune) 2% 45 Area di origine Note storiche Usi Criticità Esigenze ecologiche Commento alla distribuzione Cina centrale e orientale, Birmania Venne introdotta in Europa nel 1844 da Robert Fortune, esploratore e botanico inglese, cui venne dedicata Pianta ornamentale. Nei paesi di origine dalle fibre sono ottenute corde molto robuste Si è rivelata in grado di diffondersi nelle aree perilacustri del distretto insubrico Specie di montagna nelle aree di origine, tollera le basse temperature, mentre soffre il caldo e il secco Attualmente è presente con un solo individuo, piantato

47 46 Trachycarpus fortunei

48 Paulownia tomentosa (Paulownia, paulonia) 7% 47 Area di origine Cina Note storiche Introdotto alla fine dell ottocento in Europa quale pianta ornamentale nei giardini. Usi Pianta ornamentale Criticità - Periodo di fioritura Tardo primaverile Esigenze ecologiche Terreni fertili e buona insolazione Presenza sporadica, residuale e derivata Commento alla distribuzione verosimilmente da poche piante inserite in passato in giardini privati

49 48

50 Paulownia tomentosa 49

51 50 ARBUSTI e rampicanti Buddleja davidii (Buddleja) Lonicera japonica.. 54 (Caprifoglio del Giappone) Parthenocissus quinquefolia.56 (Vite del Canada) Spiraea japonica...58 (Spirea del Giappone) Sicyos angulatus.61 (Sicios angoloso, zucca americana)

52 Buddleja davidii (Buddleja di David, albero delle farfalle) 34% 51 Area di origine Note storiche Usi Criticità Periodo di fioritura Note Esigenze ecologiche Commento alla distribuzione Asia orientale Introdotta in Europa alla fine del 1800, come pianta da giardino a motivo della copiosa e colorata fioritura Pianta ornamentale Pianta pioniera, tende a formare densi popolamenti Aprile - agosto I suoi fiori forniscono nutrimento a numerose specie di farfalle Predilige una buona illuminazione, anche se tollera la mezz ombra. Terreno ben drenato E presente lungo l Olona e presso le scarpate più ripide, perlopiù con individui isolati, senza formare addensamenti significativi

53 52 Buddleja davidii

54 53

55 54 Lonicera japonica (Caprifoglio del Giappone) 5% Area di origine Note storiche Usi Criticità Asia orientale Introdotta quale pianta ornamentale Pianta ornamentale Può risultare assai invasiva, soprattutto al limitare di zone umide Periodo di fioritura - Esigenze ecologiche Terreni umidi; predilige una buona esposizione come pure la mezz ombra. Estremamente localizzata. In prossimità dell area Commento alla distribuzione umida alla base della cava Pigni vi è il popolamento più significativo. Da non confondere con l autoctona Lonicera caprifolium

56 Lonicera japonica 55

57 56 Parthenocissus quinquefolia (Vite del Canada) 20% Area di origine Note storiche Usi Nord America centro-orientale Pianta ornamentale, a motivo della colorazione autunnale delle foglie Criticità - Periodo di fioritura Esigenze ecologiche Commento alla distribuzione Giugno luglio; bacche a settembre Terreno leggermente acido; luce o leggera ombra Presente in vari punti del Parco, apparentemente in aumento

58 Parthenocissus quinquefolia 57

59 58 Spiraea japonica (Spirea del Giappone) 2% Area di origine Note storiche Usi Criticità Periodo di fioritura Esigenze ecologiche Commento alla distribuzione Asia orientale Introdotta nei giardini, ora presente con vari cultivar, a motivo dell ornamentalità della fioritura Pianta ornamentale Popolamenti densi; propagazione tramite semi Giugno - luglio Terreno ricco e drenato; luce diretta o mezz ombra; chiarie nel bosco Localizzata, con una sola stazione di presenza in corrispondenza del torrente Fontanile

60 59

61 60 Spiraea japonica

62 Sicyos angulatus (Sicios angoloso, zucca americana, zucca spinosa) 20% 61 Area di origine Nord America Importata a scopo ornamentale nel diciannovesimo Note storiche secolo. La naturalizzazione in Italia si è manifestata a partire dal Po Usi - Ammantando la vegetazione non consente il Criticità passaggio della luce, limitando o impedendo lo sviluppo della vegetazione sottostante Periodo di fioritura Giungo - agosto Si sviluppa in prossimità di siti umidi, in piena luce o Esigenze ecologiche mezz ombra, ricoprendo la vegetazione presente su cui si sviluppa Commento alla distribuzione La presenza è ancora relativamente contenuta, ma deve essere considerata in espansione rapida. Urgenti interventi di contenimento

63 62 Sicyos angulatus

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