Osservazioni e proposte al documento 204/2012/R/IDR Consultazione pubblica per l adozione di provvedimenti tariffari in materia di servizi idrici

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1 Osservazioni e proposte al documento 204/2012/R/IDR Consultazione pubblica per l adozione di provvedimenti tariffari in materia di servizi idrici Il presente documento si compone di n 35 pagine inclusa la presente e n 2 allegati. Viene inviato per posta elettronica all indirizzo: servizi-idrici@autorita.energia.it all attenzione di: Autorità per l energia elettrica e il gas Ufficio speciale Tariffe e Qualità Servizi Idrici Acque SpA Sede Legale Via Garigliano 1, Empoli (FI) Sede Amministrativa Via Bellatalla 1, 56121, Ospedaletto, Pisa tel , fax info@acque.net, info@pec.acque.net

2 PREMESSA Acque SpA esprime in primo luogo il proprio apprezzamento per la consultazione pubblica avviata dall Autorità con il documento in esame che rappresenta senza dubbio uno sviluppo positivo per il settore, affrontando organicamente tutte le problematiche connesse con la regolazione del servizio idrico integrato (SII) e ponendo le basi per il superamento delle criticità legate alla mancanza di regole stabili e trasparenti. Lo spirito dei commenti che seguono è quello di fornire un contributo positivo alla discussione aperta dall Autorità, soffermandosi in particolare sugli aspetti da noi ritenuti più critici o meritevoli di approfondimenti e/o precisazioni. LE PROBLEMATICHE DEL SETTORE Q1. Si ritengono esaustive le criticità sopra evidenziate? In caso contrario, quali altri elementi di criticità si ritiene esistano nel settore? Si concorda con le criticità evidenziate, cui si possono aggiungere alcune ulteriori considerazioni: a) i rischi attuali e prospettici sulla disponibilità e sulla qualità della risorsa idrica : La risorsa qualitativamente utilizzabile per scopi idropotabili viene spesso impiegata per usi agricoli od industriali o comunque per altri usi creando situazioni di conflittualità in merito allo sfruttamento congiunto di acquiferi significativi, conflittualità che chiaramente si esasperano in caso di risorse limitate. I regolamenti locali inoltre non tutelano sufficientemente lo sfruttamento della risorsa per scopi idropotabili spesso favorendo gli altri usi (es. industriali) anche in contrasto con la normativa nazionale che prevede la priorità per l uso idropotabile. Tale criticità è destinata ad acuirsi prospetticamente per il probabile intensificarsi delle situazioni di crisi idrica. b) le situazioni infrastrutturali che non consentono il rispetto dei livelli standard di servizio Questa criticità è presente, oltre che nel settore depurativo (vedi punto c) anche nel settore acquedottistico. Infatti la situazione infrastrutturale delle reti non consente in alcune zone (nel nostro caso anche non marginali) il rispetto degli standard soprattutto in termini di pressione ma anche dal punto di vista qualitativo (si pensi alla torbidità) se non a costo di investimenti piuttosto impegnativi che potranno trovare la loro realizzazione solo nel lungo periodo. c) i forti rischi per i gestori derivanti dal 152/99 che prevede sanzioni anche penali per gli scarichi fognari non soggetti a trattamento o trattati al di fuori dei limiti di legge. All atto del conferimento delle gestioni preesistenti al gestore unico di ambito, molti degli impianti originariamente gestiti dai comuni sono risultati, e in molti casi risultano tuttora, privi dei necessari requisiti tecnici (per quel fenomeno generale di gap infrastrutturale che affligge il settore) ma sono stati comunque acquisiti, nello spirito della Legge Galli, dai gestori che si trovano dunque esposti ai rischi di sanzioni sia amministrative che penali oltre a riscontrare assai di sovente estreme difficoltà in ordine al rilascio o al rinnovo delle autorizzazioni allo scarico. Anche in questo caso sono necessari ingenti investimenti e sarebbe quindi opportuno prevedere un periodo di adeguamento commisurato ai piani di investimento previsti. Acque S.p.A. PISA 22 giugno 2012 Pagina 2 di 35

3 d) la generale sottostima delle necessità di manutenzione straordinaria nei Piani di investimento contenuti nei Piani d Ambito Il patrimonio infrastrutturale gestito risulta per la gran parte obsoleto e necessita di continui interventi di adeguamento/sostituzione anche al solo fine di assicurare il mantenimento dei livelli di servizio attuali. Di contro i piani d ambito tendono a privilegiare i nuovi investimenti sottovalutando la manutenzione straordinaria. Dal punto di vista sistemico è opportuno prevedere una quota parte minima di manutenzione straordinaria da includere nei piani commisurata al valore degli assets gestiti (vedi anche risposta al quesito n.3). e) i rischi sui tempi di realizzazione degli investimenti legati ai procedimenti autorizzativi Anche con riferimento alla possibilità di prevedere premialità/penalità legate alla tempistica di realizzazione degli investimenti appare necessario sottolineare questa criticità (non sotto il controllo dei gestori) che si riscontra in particolare per gli interventi strategici del settore depurativo. f) il forte rischio di morosità anche per l impossibilità pratica in molti casi di procedere al distacco della fornitura per motivi tecnici e/o sociali. Q2. Quali altre o diverse informazioni e/o considerazioni si ritiene di dover evidenziare per suffragare o meno le criticità evidenziate? Il problema centrale del SII è e resta l ingente fabbisogno finanziario necessario a garantire un servizio adeguato alle aspettative sempre crescenti delle popolazioni. La scarsa disponibilità di mezzi propri (per la maggior parte i Soci sono rappresentati dalle Amministrazioni Locali che partecipano al capitale sociale direttamente e/o indirettamente mediante Società di cui sono Soci) e la difficoltà di accesso al credito caratterizzano in modo peculiare il settore. I gestori non sono proprietari degli assets, che sono costituiti da beni appartenenti al demanio pubblico (inalienabile ed indisponibile). Ciò rende inutilizzabili gli assets ai fini della garanzia dei finanziamenti e comporta, tra l altro, la necessità di prevedere la restituzione dei finanziamenti 1 o 2 anni prima del termine della concessione oppure quella di ricorrere ad una garanzia di un soggetto terzo con adeguato merito di credito sul riconoscimento al gestore uscente del valore finale non ammortizzato degli assets, nel caso in cui tale indennizzo sia necessario ai fini del completo rimborso del finanziamento. Q3. Con riferimento agli investimenti necessari, si condividono le stime sopra riportate? E quali priorità si ritiene di dover indicare con riferimento ai medesimi investimenti? Il fabbisogno nazionale che tenga conto sia delle nuove opere necessarie che degli interventi di rinnovo/sostituzione del patrimonio infrastrutturale esistente, ammonta, sulla base di stime riferite al valore a nuovo degli impianti o dal confronto con quanto investito negli altri paesi, ad almeno 5 miliardi/anno. Le cifre riportate dall Autorità derivano da estrapolazioni dei piani d ambito vigenti che risultano generalmente condizionati da considerazioni tariffarie e/o di bancabilità. Per quanto riguarda la regione Toscana nei documenti pubblicati nel periodo a cura della Commissione Acqua di CISPEL redatti con il contributo delle AATO e dei Gestori a livello regionale, vennero già individuate le principali criticità ed i fabbisogni più urgenti in termini di investimenti necessari per la salvaguardia dell ambiente e per una gestione efficiente delle risorse. Acque S.p.A. PISA 22 giugno 2012 Pagina 3 di 35

4 Gli interventi strategici per il settore acquedotto prevedono tra l altro le interconnessioni infraambito oltre alla realizzazione di invasi in grado di svolgere localmente funzioni di accumulo e compensazione, solo per questi interventi è necessario un impegno finanziario di 900 milioni di euro ai quali andrebbero sommati gli investimenti per promuovere la sostituzione massiva delle condotte. Il settore depurazione in Toscana, rispetto a quanto già pianificato nei diversi Piani di Ambito, dovrebbe prevedere gli investimenti per la realizzazione degli impianti di trattamento dei reflui per scarichi con potenzialità inferiore ai AE (Abitanti Equivalenti). La cifra stimata parte da 272 milioni di euro, per impianti con trattamento tradizionale, fino ai 394 milioni per impianti ad alte prestazioni); a tale valore si aggiungono 600 milioni per gli impianti di trattamento con potenzialità superiore ai AE dei quali 450 milioni fanno parte degli interventi collegati alle infrazioni comunitarie. Gli investimenti relativi alle manutenzioni straordinarie sono invece valutati in circa 21 milioni di euro all anno. A queste cifre bisogna infine aggiungere circa 100 milioni per l adeguamento degli scaricatori di piena. La priorità è ovviamente quella di colmare il gap infrastrutturale (principalmente depurativo) e nel mantenere in efficienza le reti idriche garantendo un adeguato tasso annuo di sostituzione al fine di ridurre le perdite in rete. Relativamente agli interventi manutentivi, fermo restando che dovranno essere stabiliti e normalizzati i criteri con i quali si definiscono e differenziano gli investimenti di potenziamento e ampliamento dagli interventi manutentivi di natura ordinaria e straordinaria (criteri che oggi sono definiti caso per caso dalle diverse convenzioni), sarebbe necessario individuare delle linee guida, da includere obbligatoriamente nei piani d ambito, che sulla base della tipologia, del numero e dello stato di conservazione delle infrastrutture gestite, identifichino il fabbisogno in termini economici per le manutenzioni. Infine si richiama l attenzione dell Autorità sulla necessità di garantire la copertura tariffaria degli investimenti operati dai gestori per adempiere ad eventuali norme più stringenti in materia di qualità commerciale e tecnica e di richiedere alle AATO la coerenza della pianificazione degli investimenti con gli standard di qualità del servizio richiesti. Q4. Con riferimento alle pianificazioni degli investimenti già effettuate, si ritengono adeguate o, a prescindere dagli aspetti finanziari,necessitano di una revisione? Motivare la propria risposta. Per quanto riguarda la nostra società, il piano d Ambito allegato alla Convenzione prevedeva investimenti per complessivi circa 650 mln da realizzarsi nel periodo dal 2002 al Tale ammontare di investimenti non risulta sufficiente a soddisfare tutte le necessità evidenziatesi (interventi nel settore depurativo in particolare per gli agglomerati inferiori ai 2000 abitanti, interventi strategici nel settore acquedotto, sostituzione dei contatori e degli altri apparecchi di misura, interventi di adeguamento/sostituzione, interventi per far fronte alle previsioni urbanistiche ecc.). Il fabbisogno complessivo stimato è pari (a valori 2011) ad oltre 955 milioni di euro (Allegato 1 Tab.1) distribuiti nei vari macroprogetti considerati nel piano d ambito vigente come riportato nella tabella in allegato, con una spesa media annua di circa 64 milioni di cui solo 33 milioni da destinare agli interventi manutentivi. Tale importo permetterebbe il mantenimento delle infrastrutture attualmente gestite nel loro stato attuale senza apportare miglioramenti in termini di riduzione delle perdite e servizio fornito. Si evidenzia che l Autorità d Ambito in sede di ultima revisione tariffaria, al fine di poter realizzare una parte degli investimenti aggiuntivi, ha deliberato un allungamento della convenzione dal 2021 al 2026 con una nuova versione del Piano d Ambito in base alla quale Acque è tenuta ad effettuare investimenti complessivi per 642 mln entro la fine del 2026, di Acque S.p.A. PISA 22 giugno 2012 Pagina 4 di 35

5 cui 517 mln entro la fine del 2021 (valori reali). Poiché la realizzazione di maggiori investimenti comporta la necessità per Acque di contrarre nuovo indebitamento e poiché tale circostanza richiede, ai sensi del Contratto di Finanziamento, l approvazione dei finanziatori, la delibera dell AATO è sospensivamente condizionata all approvazione da parte degli attuali finanziatori e all evidenza della disponibilità di ulteriori istituti di credito a finanziare l eventuale ulteriore fabbisogno finanziario. Entrambe le condizioni non risultano ad oggi verificate, per cui l efficacia della delibera resta sospesa. Q5. Se si dovesse individuare un pacchetto di interventi specifici, ben georeferenziati, per i quali definire una specifica strategia di promozione, quali potrebbero essere indicati? e di quale entità sarebbe il loro costo? Motivarne la scelta. Esistono più pacchetti d interventi strategici che la nostra società è in grado di georeferenziare e di stimare. Alcuni di questi sono già compresi nei piani d investimento, altri sono esclusi o compresi per importi insufficienti. Tra questi sono ricompresi tutti quelli per i quali è stato aperto un procedimento dalla Comunità Europea (vedi Allegato 1 Tab.2). Altri interventi strategici sono quelli compresi in vari accordi di programma per l accentramento della depurazione e alcuni grossi interventi per l incremento della risorsa idrica. Non bisogna dimenticare però che la problematica principale per tutti gli acquedotti italiani è lo scarto tra volume erogato e fatturato. I valori medi a livello nazionale sono decisamente elevati: la stima, probabilmente sottovalutata, è di oltre il 35%. Questo scarto comporta uno spreco di risorsa, con forti ripercussioni, soprattutto nelle zone con scarsa disponibilità, sulla qualità del servizio e uno spreco a livello di consumi energetici dal momento che la maggior parte dell acqua distribuita in Italia viene prelevata dal sottosuolo (oltre all impatto ambientale legato alla produzione di energia elettrica). L unico strumento per poter incidere sulla riduzione di questo scarto è quello di una sostituzione massiva e costante nel tempo delle condotte idriche. Solo il rinnovamento progressivo e costante potrà dare risultati duraturi nel tempo. Nella stessa direzione vanno gli interventi di sostituzione dei sistemi di conturazione (contatori d acqua) ed una serie di attività collaterali quali la conoscenza puntuale delle infrastrutture (cartografia), la misura quanto più dettagliata delle grandezze in gioco (portate e pressioni) e l ottimizzazione dei sistemi (sviluppo del telecontrollo, acquisizione ed elaborazione dati, modellazione, regimazione delle pressioni etc.). Sarebbe a nostro giudizio auspicabile che tutte queste tipologie di intervento trovassero spazio all interno dei piani d ambito ed anche incentivazione da parte dell Autorità. ESPERIENZE INTERNAZIONALI DI SOSTEGNO AGLI INVESTIMENTI Q6. Si ritiene che potrebbe essere utile adottare anche in Italia qualche formula di sostegno agli investimenti sul modello di quelle già adottate all estero? Mutuare principi per il sostegno agli investimenti osservando i sistemi esteri già funzionanti e di successo è certamente utile. Potrebbe essere utile un sostegno al reperimento delle risorse finanziarie sul modello francese, con introduzione di tasse di scopo e non sarebbe da escludere nemmeno quello portoghese magari con una holding che partecipa al capitale delle società di gestione la cui partecipazione di maggioranza potrebbe essere detenuta dalla Cassa Depositi e Prestiti. Q7. Si ritiene che modelli di questo tipo possano essere sostenuti attraverso opportune componenti tariffarie? Acque S.p.A. PISA 22 giugno 2012 Pagina 5 di 35

6 La tariffa obbligatoria potrebbe contenere una componente tariffaria appositamente dedicata sulla scia delle esperienze alle quali si è ampiamente ricorso in altri settori regolati. Si potrebbe anche ipotizzare l attivazione di un fondo da alimentare con componenti fisse della tariffa da destinare a garanzia del valore d indennizzo al termine della concessione, si veda a tal proposito la risposta al quesito 53. Q8. Quali altri modelli ritenete che possano essere adottati nel caso italiano, con la finalità di favorire gli investimenti nel settore, tenendo conto degli esiti del referendum che ha abrogato il riferimento all adeguatezza della remunerazione del capitale investito? Alla luce di quanto proposto dall Autorità in tema di quote di ammortamento e fermi restando i rilievi evidenziati successivamente (risposta al quesito 53), al fine di promuovere la finanziabilità degli investimenti nel settore potrebbe essere opportuno tenere in adeguata considerazione anche il modello adottato nel Regno Unito, che prevede che le concessioni relative al servizio idrico integrato non abbiano una scadenza predefinita e l obbligo dell autorità regolatrice (Ofwat) di notificare un eventuale scadenza/revoca con almeno 25 anni di anticipo. L esigenza di effettuare investimenti in maniera continuativa nel tempo, tipica di questo settore, potrebbe infatti comportare l impossibilità di giungere all ammortamento integrale del capitale investito anche in presenza di un allungamento delle concessioni. LA TUTELA DEL CONSUMATORE E LA QUALITA DEL SERVIZIO ATTUALE Q9. Quali sono gli aspetti di maggiore criticità del rapporto utente-gestore? E quali sono gli interventi a tutela del consumatore che si ritengono prioritari? Motivare le proprie risposte. Gli elementi di maggiore criticità nei rapporti con l utenza derivano dalle controversie sui crediti (l esperienza fatta a Firenze e Pisa della Commissione mista conciliativa, che somiglia al caso inglese descritto, è sicuramente molto utile e deve essere preservata e possibilmente legittimata con una regolamentazione quadro nazionale), dal recupero dei crediti (per cui servirebbe l istituzione - almeno per importi bassi e medi - di percorsi giudiziali dedicati e specializzati, che superino le inadeguatezze dei giudici di pace e le lentezze della giustizia civile) e dall ancora insufficiente attendibilità delle basi di dati e degli archivi ereditati dalle vecchie gestioni. Relativamente a quest ultimo aspetto andrebbe legittimata e incoraggiata un azione di revisione di tutti i rapporti contrattuali, con strumenti coattivi attribuiti al gestore, sotto la supervisione dell AATO, nei casi in cui i contratti siano assenti o non contengano tutte le informazioni necessarie eventualmente permettendo uno scambio di dati con l Agenzia delle Entrate. Sarebbe inoltre opportuno chiarire, con un eventuale provvedimento legislativo la validità della forma contrattuale di fatto, senza necessità della forma scritta, per i contratti del SII trasferiti dai precedenti gestori. Si evidenzia che il contenzioso sui crediti è acuito anche dall ubicazione dei punti di misura, spesso localizzati in proprietà privata inaccessibile da parte del gestore. Ciò comporta difficoltà anche per eseguire le semplici operazioni periodiche di lettura dei misuratori, con la necessità di dover procedere, anche per lunghi periodi, a fatturazioni a stima in acconto e conseguenti problemi di disallineamento dei consumi fatturati rispetto a quelli effettivi, nonché difficoltà di cattura dei picchi stagionali di consumo. Fra l altro è possibile per i clienti rifiutare l accesso al gruppo di misura ed impedire la corretta fatturazione dei consumi e le procedure di installazione/sostituzione del misuratore e/o di sospensione/riduzione del servizio per morosità. Inoltre risulta problematico eseguire interventi di riparazione per i tratti di allaccio Acque S.p.A. PISA 22 giugno 2012 Pagina 6 di 35

7 che si sviluppano su proprietà privata con possibili conseguenze anche sulla qualità dell acqua erogata e continui contenziosi per danni emergenti dalla mancata manutenzione delle reti. Un ulteriore elemento di criticità nel rapporto con gli utenti è costituito dal rispetto dei livelli minimi di servizio contenuti nelle carte di servizio in determinate zone (anche all interno del territorio gestito da Acque). Per far fronte a carenze registrate (sia di quantità che di qualità) spesso su frazioni isolate o di poche unità, sarebbero necessari investimenti importanti che, considerata la limitata disponibilità e dato che interesserebbero una quantità contenuta di utenti, non vengono realizzati. LE CARTE DEI SERVIZI E I RAPPORTI CON L UTENZA Q10. Con riferimento all applicazione della carta dei servizi, quali sono gli aspetti di maggiore criticità riscontrati? E quali sono gli interventi a tutela del consumatore che si ritengono prioritari? Motivare le proprie risposte Oltre a quanto osservato al punto precedente relativamente al rispetto dei livelli minimi di pressione e alla qualità dell acqua erogata, risultano critici, nella nostra esperienza, il rispetto dei tempi definiti per l esecuzione dei lavori e per le risposte ai reclami e alle richieste scritte. Per il mancato rispetto di tali standard sono previsti (ed effettuati) rimborsi automatici agli utenti ed applicate penalità dall Autorità d Ambito in sede di revisione tariffaria. Queste ultime sono basate su indicatori che non valutano l efficacia del rapporto contrattuale, poiché penalizzano solo in relazione al numero degli eventi e non in relazione alla qualità del servizio reso (in termini di soluzione del problema). Permangono inoltre differenze contrattuali legate alla territorialità ed alle precedenti impostazioni gestionali (es. contatori pilota e generali) per le quali sarebbe necessaria una semplificazione operativa. Sicuramente una standardizzazione del contratto, del regolamento e della carta del servizio consentirebbe una migliore comprensione da parte dell utente e una migliore gestione del rapporto commerciale. A tale standardizzazione potrebbe anche essere collegato un sistema di premialità/penalità in funzione dell applicazione della carta del servizio e degli standard raggiunti. IL MODELLO TARIFFARIO ATTUALE E GLI OBIETTIVI A REGIME Q11. Si condivide l analisi relativa alla metodologia tariffaria esistente? Motivare la propria posizione. Si condivide l analisi dell Autorità, sebbene le singole convenzioni abbiano previsto delle specificità anche di carattere sostanziale riguardo alle metodologie di calcolo delle varie componenti tariffarie. Q12. Si ritiene che l eterogeneità del territorio servito possa essere compatibile con un unica metodologia tariffaria comune a tutte le gestioni? Motivare la propria posizione. Sì, si ritiene che l unicità della metodologia tariffaria sia un elemento caratterizzante una regolazione matura, a patto che si riescano a definire dei parametri/coefficienti che tengano Acque S.p.A. PISA 22 giugno 2012 Pagina 7 di 35

8 conto delle diversità del territorio dal punto di vista morfologico, impiantistico e del livello di antropizzazione. A tale scopo l Autorità potrebbe eventualmente avvalersi delle AATO per concordare forme di perequazione che tengano conto delle specificità territoriali. Q13. Quali sono gli aspetti critici dell attuale MTN che, si ritiene, sia necessario risolvere prioritariamente? La modalità di determinazione dei costi operativi è sicuramente un tema importante in quanto il MTN prevede solo meccanismi di efficientamento senza tener conto né dell incremento dei costi legato all incremento dei livelli di servizio e del numero degli impianti gestiti né di variabili esogene ad una gestione efficiente. Si pensi ad esempio al costo dell energia soprattutto relativo alla quota delle componenti definite a livello statale ed indipendenti dalla capacità gestionale del gestore. Non è inoltre esplicita la variazione dei costi operativi a seguito dell inflazione reale né è esplicitamente riconosciuta la componente della svalutazione dei crediti che costituisce nel SII una voce certamente non trascurabile. Altro punto estremamente critico è quello dei conguagli che si generano per scostamenti tra i volumi consumati e quelli previsti dal piano che, a causa del limite del K, vengono posticipati anche di parecchi anni. Infine non è prevista alcuna premialità/penalità legata alla qualità del servizio reso all utenza. LINEE GUIDA PER LA NUOVA REGOLAZIONE TARIFFARIA Q14. Si concorda con gli obiettivi a cui tendere e con la struttura generale del modello tariffario? Evidenziare eventuali ulteriori considerazioni in merito. Acque SpA condivide integralmente gli obiettivi della futura regolazione tariffaria elencati dall Autorità e ritiene opportuno sottolineare quello della agevolazione della finanziabilità del settore e della realizzazione degli investimenti. In questo senso accoglie anche favorevolmente l introduzione di meccanismi che incentivino gli investimenti, sia per tipologia che per tempestività di realizzazione. In merito al primo aspetto, anche considerata la possibilità di adozione di convenzioni tipo, si segnala l opportunità che le convenzioni prevedano una definizione di equilibrio economico e finanziario, che potrebbe essere rappresentato dal rispetto dei vincoli parametrici (es. ADSCR) usualmente utilizzati dalle banche per valutare la sostenibilità finanziaria. Con riferimento al meccanismo di incentivi, per talune tipologie di investimento particolarmente urgenti (es. Depurazione) si potrebbe prevedere una premialità rappresentata dall ammortamento integrale del bene 2 anni prima della scadenza della concessione, favorendone quindi la finanziabilità. Q15. Si concorda con le linee generali proposte per la nuova regolazione tariffaria? Motivare la propria posizione. Sì, Acque SpA condivide le linee generali proposte, ma ritiene tuttavia necessario sottoporre all Autorità alcune osservazioni puntuali. Per quanto concerne i criteri di aggiornamento dei costi, è indispensabile richiamare sin da ora la necessità che l Autorità tenga adeguatamente conto sia della forte incidenza di costi di natura esogena (es. energia elettrica), che della circostanza che nel SII più che in altri settori Acque S.p.A. PISA 22 giugno 2012 Pagina 8 di 35

9 al progredire degli investimenti è dato registrare un sensibile incremento dei costi operativi che potrebbe non essere completamente intercettato dal meccanismo di dimensionamento dei costi fissi e/o variabili che concorre alla formazione della tariffa di riferimento. Tali considerazioni suggeriscono a nostro avviso l adozione di opportuni meccanismi di aggiornamento annuale non solo dei costi di capitale ma anche dei costi di esercizio. Un ragionamento ad hoc meritano le transazioni infragruppo che si svolgono tra le strutture societarie che fanno capo ai gestori in molte realtà avanzate. Relativamente alla possibilità che le suddette transazioni possano non essere allineate con i costi di mercato, si evidenzia che il maggior costo potrebbe essere dovuto all applicazione di un contratto di lavoro unico di settore più oneroso, rispetto ad altri applicati da imprese che operano in altri settori merceologici e che possono gestire in affidamento segmenti di attività del gestore. Al differenziale di costo dovuto al contratto di lavoro applicato, si aggiunge anche la maggior contribuzione previdenziale. Com è noto, gli ex dipendenti delle aziende municipalizzate hanno potuto esercitare il diritto di opzione; vale a dire il mantenimento dell iscrizione all INPDAP anche se dipendenti di una SpA. D altronde se da una parte il costo del lavoro può essere penalizzante, dall altra va comunque sottolineato che di norma le società appartenenti allo stesso gruppo del gestore (ad es. società che svolgono attività di manutenzione delle reti e degli impianti) sono strutture polivalenti per la varietà delle professionalità presenti e dotate di una completa conoscenza del sistema, professionalmente preparate ed integrate con il gestore capogruppo, che riescono quindi ad intervenire con immediatezza ed efficacia su qualsiasi tipologia di lavoro/ servizio riducendo al minimo i disservizi all'utenza. Sul mercato è infatti molto difficile trovare disponibili in un'unica azienda tutte le professionalità necessarie (es.: idraulici, elettricisti, elettromeccanici, escavatoristi, operatori gru ecc.). Inoltre l organizzazione che prevede lo svolgimento di alcuni lavori e servizi da parte di società dello stesso gruppo consente di evitare l applicazione di sovrapprezzi quali fermo cantiere e riserve che nei casi di appalti a ditte esterne provocano nella stragrande maggioranza dei casi l annullamento a consuntivo del ribasso ottenuto in fase di gara. Altro fatto da non sottovalutare è che il know-how del sistema resta in capo al Gestore rendendolo meno dipendente dal know-how esterno e riducendo i costi di avviamento tra un fornitore e l altro. Q16. Si concorda con una eventuale durata del periodo regolatorio di 4 anni? Se si considera la situazione a regime si concorda con la durata proposta dall Autorità. Inoltre, ove l Autorità individui la possibilità di revisioni straordinarie per eventi non imputabili al gestore, si ritiene possibile anche l estensione del periodo regolatorio a 5 anni per incentivare ulteriormente il gestore all efficienza, garantire una maggiore stabilità delle regole e per far meglio coincidere il periodo regolatorio con il tempo occorrente per progettare, finanziare e realizzare progetti di dimensioni significative. Nel breve periodo invece potrebbe essere preferibile un periodo regolatorio di durata ridotta (Max 2 anni) anche in considerazione dell attuale congiuntura economica e della notevole oscillazione di prezzi e tassi. Acque S.p.A. PISA 22 giugno 2012 Pagina 9 di 35

10 Si evidenzia che in questo settore i finanziamenti hanno solitamente una durata superiore a quella dei periodi regolatori e che l aggiornamento periodico dei parametri non dovrebbe alterare l equilibrio economico-finanziario esistente al momento della stipula dei finanziamenti, onde evitare che nascano difficoltà per i gestori nell adempiere alle obbligazioni assunte nei confronti degli enti finanziatori. Q17. Quali dei capisaldi regolatori sopra descritti si ritengono essere prioritari? Acque SpA ritiene prioritario l avvio di una regolazione economica e tariffaria che consenta la formazione di un contesto di regole chiare e stabili rispetto alle quali poter operare per lo sviluppo ed il miglioramento del servizio, sia sotto il profilo infrastrutturale che qualitativo. In questa prospettiva si ritiene prioritaria la definizione dei costi standard e della metodologia tariffaria prevedendo incentivi all efficienza anche attraverso il meccanismo di profit sharing e premialità legate alla qualità del servizio ed alla tipologia e tempistica degli investimenti realizzati per avviare immediatamente una regolazione che faccia dell efficienza e del miglioramento della qualità elementi essenziali a garanzia del servizio e di un corretto sviluppo e rafforzamento del settore. Q18. Quanto tempo si ritiene sia necessario prima che la nuova regolazione possa trovare piena applicazione con riferimento a tutte le gestioni, ivi comprese quelle che gestiscono in modo non integrato solo alcuni dei servizi cui il SII fa riferimento? Il tempo necessario al passaggio alla nuova metodologia è soggettivo e dipende molto dalle specificità dei singoli gestori. Volendo procedere ad una stima per Acque SpA si può ritenere che l implementazione di una contabilità analitica come quella ipotizzata al punto 5.26 e la messa a punto della necessaria strumentazione tecnica di misura, potrebbe richiedere almeno 3 anni di lavoro per trovare piena e corretta applicazione. Q19. Quali si ritiene siano le maggiori difficoltà per adeguarsi ad un sistema regolatorio come quello descritto in precedenza? Motivare la propria posizione. Sarà necessario procedere alla completa revisione della struttura di contabilità analitica, nonché all analisi dell eventuale doppio binario da gestire (regolatorio, fiscale, civilistico) e modificare gli strumenti tecnici/informatici in uso (fogli di lavoro, fogli di intervento, db gestionale, db cespiti, db infrastrutture, db gestione corrispondenza, ecc.). Nei piani d investimento andrà previsto il costo per l infrastruttura informatica di supporto e l adeguata formazione del personale operativo e amministrativo, e tra i costi operativi quelli necessari al potenziamento delle strutture tecniche e amministrative dedicate alla gestione della nuova contabilità regolatoria. La separazione contabile per singola attività all interno del SII (es. captazione, adduzione, potabilizzazione, distribuzione) sebbene potenzialmente molto utile soprattutto nell ottica di parametrizzare i costi operativi, appare tecnicamente difficoltosa e onerosa. Rendere disponibili dati contabili a tale livello di disaggregazione avrà sicuramente un non trascurabile impatto economico in termini di ore di lavoro e di costo per investimenti tecnici e informatici. Per quanto riguarda l unbundling a livello patrimoniale, si osserva che obbligherebbe a livelli di dettaglio contabile molto spinti, soprattutto nel caso di gestore che operi solo nel settore idrico e non appare chiara l effettiva utilità pratica di tale scelta. Si sottolinea che il peso di captazione, adduzione, potabilizzazione, distribuzione, così come quello della fognatura e depurazione, dipendono prevalentemente dalle caratteristiche del Acque S.p.A. PISA 22 giugno 2012 Pagina 10 di 35

11 territorio: disponibilità fisica, distanza, qualità della risorsa idrica, densità abitativa all interno di una data rete idrica, quote altimetriche ecc.. Un gestore che opera su un territorio ampio gestirà molte reti idriche completamente indipendenti tra loro con caratteristiche anche molto diverse. Il peso in termini di costo ( /MC) di captazione, adduzione, potabilizzazione, distribuzione è quindi estremamente diverso da rete a rete. La definizione di costi standard dovrà tenere debitamente in conto, anche parametricamente, di tutti i fattori sopramenzionati. Q20. Quali altre attività, rispetto a quelle elencate, non attualmente interessate dalle metodologie tariffarie MTN o CIPE, sono svolte o potrebbero essere svolte dalle imprese? Possiamo aggiungere, senza pretesa di esaustività, le seguenti attività: Lavori di estensione e/o potenziamenti commissionati dai privati Vendita servizi telematici mediante l utilizzo delle reti di trasmissione dati proprietarie; Vendita di servizi a terzi (laboratorio, fatturazione, engineering, lettura contatori, etc.) Vendita spazi pubblicitari sulle bollette con contenuti preventivamente approvati dall Autorità Gestione di impianti di depurazione di terzi Utilizzo infrastrutture per attività di cablaggio televisivo, antenne UMTS, installazioni fotovoltaiche etc. Produzione e vendita di energia mediante installazione di impianti fotovoltaici e da biomasse quali i fanghi di depurazione presso le aree delle opere gestite (serbatoi, impianti di depurazione, ecc...); Espurgo pozzi neri, trattamento fanghi e rifiuti liquidi consentiti con il ciclo di processo. Q21. Si concorda con le tre tipologie di valorizzazione del servizio proposte? Come potrebbero essere distinte le diverse attività? Quali aspetti critici si ritiene esistano? Motivare le proprie risposte. Si concorda con la proposta dell Autorità di distinguere, ai fini della valorizzazione del servizio reso, tra attività regolate dalla futura metodologia tariffaria, attività regolamentate in base al principio della copertura dei relativi costi e attività per le quali sia configurabile uno sharing dei margini, ma si ritiene opportuno evidenziare che tra le attività che con la nuova metodologia dovrebbero rientrare nel SII o regolate prevedendo la sola copertura dei costi, il documento menziona alcune attività che alcune convenzioni (ed in particolare quella di Acque SpA) consideravano nella terza categoria prevista dall Autorità contribuendo in modo decisivo al conseguimento dell'equilibrio economico-finanziario del gestore e, pertanto, la loro classificazione tariffaria appare particolarmente critica. Al di là di quanto previsto nelle convenzioni, si ritiene comunque che valga la pena di sottoporre all attenzione dell Autorità alcuni aspetti critici e/o peculiari che potrebbero avere particolare rilevanza per una regolamentazione del settore improntata a criteri di efficienza, economicità ed efficacia del SII, senza impatti anticoncorrenziali e senza sussidio a carico della tariffa regolata. Uno dei settori per i quali si ritiene assolutamente necessario prevedere un adeguato margine a favore del gestore è sicuramente quello relativo al trattamento dei bottini, dei percolati da Acque S.p.A. PISA 22 giugno 2012 Pagina 11 di 35

12 discarica e dell espurgo dei pozzi neri. Tali attività, per le quali è presente un non trascurabile rischio di carattere ambientale per il gestore, se non incentivate finirebbero per essere abbandonate dai gestori, lasciandole completamente al mercato che in questo settore non assicura in molti casi il rispetto delle normative relativamente alle modalità di smaltimento. Un altro aspetto critico è quello relativo al convogliamento e trattamento dei reflui industriali scaricati in pubblica fognatura che a nostro giudizio dovrebbero essere considerati non appartenenti al SII. Infatti la lettura dell art. 141 del d.lgs. 152/2006 conferma tale impostazione laddove estende le disposizioni relative al SII anche agli usi industriali delle acque gestiti nell ambito del servizio idrico integrato. Anche l art. 14, comma 4, della abrogata legge 36/94, là dove affermava che Per le utenze industriali la quota tariffaria.. è determinata sulla base della qualità e della quantità delle acque reflue scaricate, più che richiamare la TRM del metodo normalizzato, invocava l applicazione concreta del principio chi inquina paga, proprio di tutta la disciplina dei residui delle attività industriali, tanto che si tratti di acque che di rifiuti. La riprova della correttezza di questa interpretazione risiede anche nell art. 7 del D.M. 1 agosto 1996 laddove si afferma che in attuazione dell'art.14, comma 4, della legge n. 36 per la determinazione della quota tariffaria relativa al servizio di fognatura e depurazione per le utenze industriali si applicano le vigenti disposizioni in materia, con ciò rinviando quindi ad una disciplina speciale e non alla disciplina generale contenuta nello stesso Decreto. Aggiungiamo peraltro che se quanto affermato nell art.141 del d.lgs. 152/2006 fosse inteso in senso restrittivo ( e quindi gli usi industriali estensivamente intesi entrassero nel perimetro del SII), i depuratori industriali (spesso realizzati con fondi pubblici o comunitari in partenariato con le stesse aziende), attualmente gestiti da partenariati pubblico privati, dovrebbero ricadere nella gestione del gestore unico previsto prima dalla legge Galli ed ora dal d.lgs. 152/2006. In molte realtà industriali della nostra regione ciò comprometterebbe equilibri consolidati. Premesso quanto sopra, si ritiene comunque necessario che, facendo proprio il principio chi inquina paga, l Autorità fissi adeguatamente i criteri di remunerazione di tale servizio, commisurando la tariffa a quanto scaricato sia quantitativamente che qualitativamente in fognatura e che il gestore sia incentivato anche economicamente (trattenendo una parte del relativo ricavo) ad effettuare tale servizio che comporta comunque assunzione di rischi e responsabilità; d altro canto risulta assolutamente corretto che, poiché le attività di collettamento e depurazione degli scarichi industriali in pubblica fognatura vengono svolte mediante l'utilizzo di reti ed impianti del SII, una parte del beneficio economico di tali attività debba necessariamente andare a vantaggio dell utente del SII (sharing dei margini). La previsione di un incentivo in questo settore ha inoltre l effetto che da parte del gestore sia perseguita una politica di controllo molto serrata nei confronti degli scarichi industriali in pubblica fognatura. Nel nostro caso ad esempio sono state effettuate campagne di misura effettiva dei valori di scarico che fanno media, a livello tariffario, con i quantitativi prelevati e scaricati e con la qualità dichiarati nelle denunce annuali da parte dei soggetti titolari dei singoli scarichi autorizzati. Tali campagne si sono tradotte in un livello di controlli sui singoli scarichi estremamente elevato. Nel caso inoltre di mancato rispetto di limiti e prescrizioni, questo sistema ha comportato e comporta un ricorso molto frequente a diffide da parte dell'aato (soggetto competente in materia autorizzatoria di tali scarichi), con richieste ai singoli titolari di autorizzazione di adeguamento dei trattamenti, di installazione di dispositivi di misura e campionamento, di aggiornamento continuo delle autorizzazioni al reale livello scaricato, etc. Analogo discorso può essere ripetuto per tutte le altre attività non obbligatorie che comportano comunque un rischio per il gestore (sia pure anche limitato al solo rischio del credito). Per tali attività appare necessario garantire uno sharing dei margini corrispondenti per incentivare il Acque S.p.A. PISA 22 giugno 2012 Pagina 12 di 35

13 gestore ad incrementare tali attività, anche a beneficio economico dell utenza del SII. Inoltre anche per attività strettamente legate al SII (ad esempio volture ecc.) potrebbe essere auspicabile, prevedere la possibilità di riconoscere al gestore un margine, sia pure contenuto, onde favorire ad esempio l aggiornamento degli archivi di utenza. In merito agli allacciamenti, giova evidenziare un apparente contrasto tra l esigenza di dover considerare gli allacci (sia idrici che fognari, ma in particolare i primi) come un attività obbligatoria strettamente attinente al SII, anche perché sul gestore stesso ricadono gli obblighi e le responsabilità di manutenzione successivi al lavoro di allacciamento, e l orientamento assunto anche in sede autorevole (Provvedimento AGCM- 30 ottobre 2008) che tende a negare la possibilità di ricomprendere nel monopolio legale dell attività di gestione del SII anche l attività di realizzazione degli allacci delle abitazioni alla rete idrica o fognaria (c.d. impiantini), la quale ai sensi della normativa rilevante, non risulta direttamente rientrante tra quelle costituenti il SII, e che dovrebbe invece essere soggetta alle regole di concorrenza. Molteplici sono a nostro giudizio le motivazioni che spingerebbero a considerare l attività in questione come attività che rientra nel perimetro del SII (e che quindi dovrebbe essere svolta dal gestore SII). Solo a livello indicativo può essere utile fornire un elenco sintetico di punti a sostegno di tale tesi: la responsabilità del gestore sulla qualità dell acqua nonché sulle caratteristiche idrauliche (pressione e portata) arriva fino all apparecchio di misura e, quindi, sia le caratteristiche che le modalità di esecuzione dell allacciamento, oltre che i successivi interventi di manutenzione, devono essere tali da garantire il mantenimento di requisiti minimi; nel caso di rottura dell allacciamento, con conseguenti perdite, le stesse restano a carico del gestore, essendo poste a monte dell apparecchio di misura (ed è sempre il gestore che provvede alla riparazione); tecnicamente, l allacciamento comporta un intervento diretto sulla condotta appartenente alla rete idrica (l opera di presa) che difficilmente potrà essere affidata alla responsabilità di altri, che non sia lo stesso gestore, per svariati problemi tra i quali, a titolo esemplificativo, il rischio di rottura delle condotte della rete di distribuzione con conseguenti disservizi anche per altri utenti, o la necessità, in alcuni casi, di interrompere il flusso sulla condotta per eseguire l opera di presa, il rischio di perdite o il rischio di allacci abusivi; l apparecchio di misura deve essere posto in opera dal gestore trattandosi dell elemento che consente la contabilizzazione dei consumi; la posa in opera del contatore quindi deve rispondere a ben precise regole ( e.g. bollatura per evitare manomissioni). normalmente l apparecchio di misura è posto sul limite di proprietà; tutto ciò che resta sul suolo pubblico fa parte della proprietà pubblica (ovvero degli enti locali) ed è quindi affidato al Gestore come le altre reti e gli altri impianti (i nuovi allacciamenti realizzati dal gestore vanno ad incrementare la consistenza del patrimonio affidato al gestore); laddove il contatore, in via eccezionale, è posato all interno della proprietà privata si pone il problema della proprietà del tratto su suolo privato e dei successivi interventi di manutenzione; le Carte dei servizi oltre al DPCM del 1996 dettano una serie di vincoli sui tempi di allacciamento, che possono essere assunti nella responsabilità del Gestore solo se l allacciamento è eseguito a sua cura. Acque S.p.A. PISA 22 giugno 2012 Pagina 13 di 35

14 Q22. Quale delle due ipotesi di regolazione appena descritte si ritiene preferibile? Per quali motivi? Sicuramente la seconda modalità che prevede la determinazione e l ammissibilità dei costi da determinare da parte dell Autorità consente di omogeneizzare sull intero territorio nazionale la regolazione incentivante. Di fatto tale metodologia consentirebbe anche di evitare inutili attriti a livello locale che potrebbero sfociare in lungaggini decisionali e quindi in incertezza a svantaggio degli stakeholder. Riteniamo comunque che in ogni caso sia proficua una condivisione di dettaglio con i gestori dei calcoli relativi a tutte le componenti tariffarie, come del resto già sperimentato con l AATO di riferimento. Q23. In un contesto di rapporti reciproci tra Autorità e nuove AATO, quali si ritiene possano essere i compiti che le AATO possono svolgere con maggior efficacia a livello locale? Motivare la propria risposta. Per evitare un accentramento troppo spinto di tutta una serie di esigenze legate al territorio, le AATO potrebbero mantenere compiti di pianificazione a livello locale intesa sia come approvazione dei Piani di Ambito sia come controllo degli stessi. Inoltre ad esse potrebbe essere affidato il compito di controllo e verifica dei parametri da utilizzare per il calcolo dei cosi operativi e la verifica dei livelli di servizio raggiunti. Q24. Si concorda con le ipotesi proposte in relazione agli scostamenti tra costo effettivo e costo pianificato degli investimenti? Motivare eventuali proposte alternative. La dichiarazione del legale rappresentante circa l attestazione della minimizzazione del costo sostenuto potrebbe presentare alcune problematiche. In primo luogo occorre considerare che le società realizzano migliaia di investimenti di valore compreso tra poche migliaia di e milioni di. Una dichiarazione del legale rappresentante per ogni investimento risulterebbe estremamente laboriosa ed anche poco significativa. Inoltre la certificazione potrebbe riguardare periodi precedenti alla competenza del legale rappresentante in carica pro-tempore. La certificazione è superflua anche in relazione al fatto che le società sono già sottoposte alla certificazione del bilancio da parte di una società di revisione (certificazione volontaria, ma spesso, come nel nostro caso, obbligatoriamente prevista nella convenzione di affidamento). Per quanto riguarda il passato, infine, tutti gli investimenti sono stati monitorati dall AATO competente e il gestore ha avuto applicate, nell ultima revisione tariffaria, le penalità riferite alla realizzazione degli investimenti. In alternativa alla certificazione del legale rappresentante si potrebbero adottare sistemi di controllo sulle procedure di scelta dei fornitori, nonché indicatori relativi alla % di investimenti affidato con gara, al numero dei fornitori, al numero dei partecipanti alle gare etc. Inoltre le AATO potrebbero effettuare controlli a campione e/o mirati agli investimenti più significativi. Si concorda invece sulla determinazione per il futuro di un costo standard (che potrebbe essere quello pianificato) e sulla costruzione di meccanismi premianti/penalizzanti con riferimento alla minimizzazione del costo. Acque S.p.A. PISA 22 giugno 2012 Pagina 14 di 35

15 Mentre per alcune tipologie di opere appare relativamente semplice e affidabile la definizione di un costo standard (es.: condotte in cui si può definire diametro e materiali) nel caso di impianti, siano essi di potabilizzazione o depurazione, i costi, oltre che essere legati alla capacità dell impianto, dovranno tener conto di fattori caratteristici della risorsa/refluo trattati e dell ambiente circostante. Si evidenzia infine come i Piani d Ambito attualmente in vigore dovranno essere rivisti alla luce di tali costi standard, dato che generalmente i costi di realizzazione delle opere sono sottostimati per il comprensibile desiderio delle AATO di ricomprendere all interno dei piani stessi il maggior numero possibile delle esigenze manifestate dal territorio e degli interventi strategici necessari. Per questi ultimi si propone in particolare che il costo previsto nel piano venga aggiornato al momento della redazione del progetto esecutivo debitamente verificato dall AATO. Q25. Quali difficoltà le AATO potrebbero incontrare in riferimento alle diverse gestioni e alle diverse convenzioni, previgenti nei rispettivi ambiti? Per quanto si ritenga che il quesito sia diretto in particolare alle AATO, sembra opportuno evidenziare che il problema principale per le AATO sarà quello di gestire le diversità esistenti tra le concessioni di affidamento anche in relazione a diverse metodologie di calcolo per la determinazione della tariffa, e soprattutto la difficoltà di rispettare gli obblighi contrattuali in essere tra gestori e soggetti terzi derivanti dalla concessione. Ad esempio nel nostro caso Acque SpA ha stipulato un contratto di finanziamento che prevede determinati vincoli e determinati indicatori al di sotto dei quali si potrebbe prospettare un default. Il periodo transitorio e la regolazione definitiva potrebbero non consentire il rispetto degli indicatori sottostanti al contratto. Il PEF relativo al contratto è stato recepito nel Piano d Ambito ed è quello che viene revisionato periodicamente (ogni 3 anni ai sensi del MTN) evitando il disequilibrio economico-finanziario. Q26. Quali azioni potrebbero mettere in atto le rispettive AATO per controllare che le infrastrutture realizzate, per le quali è richiesta la copertura in tariffa dei costi di ammortamento, siano effettivamente operative e utilizzate ai fini del SII? Per il controllo da parte delle AATO si ritiene che possa essere di ausilio un DB in cui sia esattamente evidenziato lo stato dell investimento (in corso/collaudato/in esercizio) sulla base del quale le AATO potrebbero effettuare un controllo a campione anche sul campo degli investimenti effettivamente realizzati. Relativamente alle immobilizzazioni in corso vale la pena di evidenziare che queste rivestono nel settore idrico un peso non trascurabile. Si ritiene corretta per questi interventi la metodologia proposta dall Autorità di considerarli nel capitale investito (e naturalmente non nell ammortamento) fino alla loro entrata in funzione, segnalando peraltro che molti interventi, ed in particolare quelli di carattere strategico, hanno tempi di progettazione, autorizzazione e costruzione che durano diversi esercizi e possono prevedere fasi di fermo anche di alcuni anni. Q27. Si ritiene che, in mancanza di una indicazione specifica, il riferimento agli ambiti tariffari definiti ai sensi della legge Galli per l applicazione di un unica tariffa sia condivisibile? Qual è il soggetto più titolato a definire gli ambiti tariffari? Motivare le proprie risposte. Acque S.p.A. PISA 22 giugno 2012 Pagina 15 di 35

16 Sì, il riferimento agli ambiti tariffari definiti ai sensi della legge Galli per l applicazione di una tariffa unica è condivisibile. Si ritiene comunque che il soggetto titolato a definire gli ambiti tariffari sia la regione che ha le conoscenze territoriali e geografiche necessarie. Q28. Si condivide l obbligatorietà di applicare la medesima tariffa per la medesima tipologia di cliente finale, all interno dello stesso ambito, a prescindere dalle convenzioni e dalle metodologie tariffarie applicate in passato? Motivare la risposta. Sì, si ritiene che l applicazione di un unica tariffa all interno dello stesso ambito eviterebbe disparità di trattamento tra clienti finali e quindi inutili attriti nei confronti dei differenti gestori. Q29. Si condivide l impostazione di distinguere una tariffa obbligatoria da applicare ai clienti finali e una tariffa di riferimento che definisce il ricavo del gestore? Motivare le proprie risposte. L impostazione è condivisibile sempreché la tariffa di riferimento che determina il ricavo del gestore (VRG) sia definita sulla base di parametri oggettivi e legati alle specificità territoriali e vengano salvaguardati i gestori che hanno già conseguito una buona efficienza gestionale. Soprattutto relativamente alla problematica degli incassi; al punto 6.21, infatti, non si affronta la problematica della morosità che può influire in modo consistente sui bilanciamenti tra partite dare e avere dei gestori appartenenti allo stesso ambito tariffario. Q30. Quali eventuali difficoltà esistono per garantire una contabilità che individui con sufficiente affidabilità i costi afferenti un determinato ambito? Anche nella prospettiva di modificare i riferimenti territoriali degli ambiti già definiti ai sensi della legge Galli? Le difficoltà sono legate alla struttura di contabilità analitica che si sceglierà con riferimento al singolo gestore: dovrebbe essere quindi garantito, indipendentemente dagli strumenti informatici utilizzati, uno stesso schema di contabilità analitica ed i medesimi driver di ribaltamento dei costi indiretti. Questo potrebbe essere necessario anche ai fini della determinazione della tariffa di riferimento e quindi del calcolo della perequazione annuale tra ricavi tariffari e VRG riconosciuto al gestore. Sarebbe utile che fosse approvata dall Autorità una metodologia basata su un numero contenuto di driver, di semplice misurazione, che lasci pochi margini di interpretazione da parte dei Gestori per individuare le categorie di costo e la loro misurazione (specie relativamente ai costi indiretti). Q31. Le AATO sono il soggetto più indicato per gestire gli eventuali meccanismi perequativi locali? Quale altra soluzione potrebbe essere possibile? In attesa che le nuove AATO si organizzino al riguardo, le perequazioni potrebbero essere transitoriamente gestite da una istituzione centralizzata come la Cassa Conguaglio del Settore Elettrico? Sì, si ritiene che le AATO potrebbero essere il soggetto che gestisce i meccanismi perequativi. Una cassa conguaglio centralizzata potrebbe essere utile per la gestione delle premialità/penalità legate agli investimenti ed alla qualità del servizio. Si evidenzia l importanza che tali meccanismi perequativi prevedano un regolamento puntuale delle diverse partite, senza comportare l accumulo di crediti per i gestori. Q32. Si ritiene che esistano costi con valenza pluri-ambito? Di che natura? E come e da chi potrebbero essere gestiti i flussi perequativi corrispondenti alle componenti tariffarie destinate alla copertura di tali Acque S.p.A. PISA 22 giugno 2012 Pagina 16 di 35

17 costi? Oppure, da un altro punto di vista, in base a quale criterio potrebbero essere ripartiti, ex ante, tali oneri tra i diversi ambiti tariffari interessati? Q33. Si condivide l impostazione dell Autorità in relazione alla previsione di commisurare una quota parte della copertura del VRG ai volumi trattati? Come potrebbe essere individuata questa quota parte? L impostazione dell Autorità è condivisibile in linea di principio non condividiamo tuttavia la formulazione matematica proposta. A nostro avviso si dovrebbero, partendo dal γ del singolo gestore all anno 0, proporre dei meccanismi premianti rispetto al raggiungimento di obiettivi di miglioramento definiti anche in relazione al piano degli investimenti. Naturalmente andrebbero considerati anche altri parametri (vedi risposta al quesito 81) e va comunque considerato che il dato del volume trattato non è sempre supportato da una misura attendibile (soprattutto per le fonti di approvvigionamento piccole ma molto diffuse). Gli indici di partenza dovrebbero tener presente lo stato attuale delle reti che non è uniforme ma variabile da gestore a gestore e andrebbero inoltre distinte le perdite fisiche dalle perdite commerciali con valori di γst diversi. Tale distinzione è necessaria essendo completamente diverse le azioni da porre in campo per ridurre il diverso tipo di perdite. Relativamente alle perdite fisiche andrà assicurato che una certa % degli investimenti, proporzionale alla lunghezza e alla vita media delle reti, sia destinata alla riduzione delle perdite vincolando le AATO ad includere tali investimenti nei piani d ambito. Relativamente alle perdite commerciali le Convenzioni, e conseguentemente le Carte di servizi, dovranno fornire ai Gestori gli strumenti necessari per poterle ridurre. Con riferimento ai costi operativi riconosciuti al gestore, si ritiene di dover portare all attenzione dell Autorità, come peraltro già osservato anche in precedenti risposte, la particolare incidenza che nella struttura dei costi operativi del servizio assumono i costi di natura esogena, che sfuggono alla sfera di governo gestionale da parte del gestore e sui quali, pertanto, lo stesso non può incidere praticamente in alcuna maniera. Tra queste voci di costo rientrano in primo luogo il costo dell energia elettrica e dello smaltimento dei fanghi di depurazione che all interno dei costi operativi rappresentano rispettivamente la seconda e terza voce di costo (in termini di peso economico percentuale). Si tratta, in sostanza, di voci di costo derivanti da beni o servizi che sono essenziali e strumentali a garantire il servizio idrico integrato (si pensi ad es. all energia elettrica impiegata per i sollevamenti), la cui variabilità economica dipende dalle dinamiche dei mercati di riferimento rispetto ai quali la domanda rappresentata dai gestori del servizio idrico integrato non può essere modificata. In particolare per lo smaltimento dei fanghi di depurazione la normativa di settore è ormai datata e non pronta a recepire le nuove normative comunitarie in tema di impiego dei fanghi stessi come ad esempio l utilizzo agricolo. Inoltre la mancanza di impianti di trattamento e smaltimento specializzati espone i gestori a forti oscillazioni dei prezzi al fine di poter garantire la filiera del servizio. Si auspica che l Autorità tenga debitamente conto di tali costi esogeni nella valutazione degli effettivi margini di efficientamento conseguibili. Q34. Qual è l indicatore di perdita che potrebbe essere individuato inizialmente? Quali sono le variabili esogene per individuare i diversi livelli di perdite standard (per esempio la lunghezza delle reti)? Una valore medio iniziale di perdita del 30-35% è un valore condivisibile? Motivare le risposte. Acque S.p.A. PISA 22 giugno 2012 Pagina 17 di 35

18 Gli indicatori di perdite potrebbero essere individuati tra quelli già riportati nel DM 99/1997, in modo particolare potrebbero essere P3 che individua le perdite reali nelle reti di distribuzione in percentuale e R1 relativo alle perdite in percentuale di fatturato. Le variabili principali che influenzano le perdite sono la lunghezza delle reti, le pressioni di esercizio e lo stato di conservazione delle condotte. Il valore medio iniziale di R1 pari al 30-35% appare sicuramente sottostimato e risulterebbe penalizzante per tutte le realtà che hanno condotte particolarmente vetuste. Ad esempio nel caso di Acque, nel 2010, nonostante tutti gli sforzi e gli investimenti messi in campo, anche con l ausilio del protocollo ASAP finanziato dalla CEE, si è ottenuto un R1 pari al 39.42%. Il valore del 35% proposto dall Autorità potrebbe apparire adeguato, basandosi sui dati riportati nella tabella 2 (dati Coviri), ma occorre evidenziare il fatto che i dati forniti al Coviri risultano nella maggior parte dei casi stimati e non misurati e, non essendo stata fornita una adeguata modalità di classificazione, spesso si riferiscono alle sole perdite fisiche nella rete di distribuzione (P3) trascurando sia la parte commerciale che le perdite nella produzione e trasporto. La tariffa variabile dovrebbe essere calcolata con un algoritmo premiante che incentivi i gestori a dichiarare correttamente le grandezze necessarie al calcolo degli indicatori iniziali delle perdite in modo tale che quest ultimi siano quanto più possibile vicini alla realtà. Q35. Si condivide l impostazione proposta con riferimento al trattamento delle interconnessioni tra reti? Motivare la propria risposta. Q36. Si condivide il principio appena enunciato? Motivare la risposte e le eventuali alternative. Il limitato riconoscimento dei costi finanziari (intesi come quota interessi) è condivisibile in quanto incentiva sia la capitalizzazione delle imprese (tramite aumento di capitale sociale e/o destinazione a patrimonio degli utili conseguiti, principi particolarmente graditi anche ai finanziatori terzi) che la ricerca da parte delle stesse di condizioni di mercato congruenti o più vantaggiose degli oneri finanziari riconosciuti in tariffa. Peraltro si coglie l occasione per rappresentare che nell individuazione del livello di costo finanziario standard..inteso come quota interessi.. dovrebbero trovare adeguato peso e considerazione, non solo i benchmark di riferimento e lo spread di mercato, ma anche tutte le componenti commissionali e le spese di strutturazione (sia bancarie che di consulenti non finanziari) associate ad un operazione finanziaria, sempreché, ovviamente, tali voci non siano riconoscibili a fini tariffari come costi capitalizzati. A titolo indicativo e non esaustivo si fa riferimento alle agency fee, alle waiver fee e, soprattutto, alle commissioni di mancato utilizzo che, spesso, in considerazione dei lunghi periodi di utilizzo tipici delle operazioni di finanziamento del settore idrico, incidono per percentuali significative nel calcolo dell all-in delle operazioni stesse. Ciò premesso, si ritiene che l obiettivo di condizionamento della strategia finanziaria dell impresa per il perseguimento di legittime finalità di contenimento tariffario vada comunque attentamente soppesato e tarato tenendo anche conto dell elevato volume di investimenti da realizzare nel settore, della conclamata riluttanza dei finanziatori ad investire nel settore stesso nonché dell attuale relativa scarsità di risorse potenzialmente destinabili ad equity. Q37. Si concorda con la metodologia appena descritta per la valorizzazione delle immobilizzazioni? Motivare eventuali posizioni alternative. Acque S.p.A. PISA 22 giugno 2012 Pagina 18 di 35

19 Il riconoscimento dei soli investimenti effettivamente realizzati è sicuramente da condividere. Il ristoro con il time lag deve assicurare l integrale recupero degli oneri finanziari dovuto alla scostamento temporale. Da verifiche preliminari da noi effettuate risulterebbe una sottostima dell'onere finanziario incrementale a compensazione del time lag relativa principalmente all'ipotesi di vita utile pari a 5 e 10 anni. Non si concorda con la sottrazione del Fondo Rischi. Esso infatti deriva da accantonamenti fatti dagli amministratori per coprire costi di natura probabile. Il trattamento proposto dall Autorità potrebbe indurre le società a minimizzare i futuri accantonamenti, ad esempio valutando nullo o minimo il rischio, in contrasto con il principio della prudenza. Si ritiene che la formula utilizzata per la valorizzazione del CIR non dovrebbe condizionare gli amministratori in fase di redazione del bilancio. Inoltre il Fondo Rischi, per sua natura, non ha le caratteristiche di debito a medio lungo termine dato che l utilizzo può avvenire in qualsiasi momento dell esercizio successivo. Eventualmente si dovrebbe prevedere un diverso trattamento per il Fondo iscritto alla data di prima applicazione del nuovo metodo (in quanto già regolato dalle norme previgenti) rispetto a quello derivante da accantonamenti successivi alla data di prima applicazione. Relativamente al trattamento del Fondo derivante da accantonamenti successivi, questo dovrebbe, a nostro avviso, essere coerente con il trattamento tariffario che il nuovo metodo riserverà ad accantonamenti e utilizzi. Q38. Quali difficoltà si riscontrano nel reperire i dati di investimento sopra evidenziati? e quali alternative possono essere suggerite rispetto al riferimento ai libri contabili per evidenziare il valore delle immobilizzazioni? Per quanto riguarda gli investimenti realizzati dal gestore non si riscontra alcun problema in quanto i dati sono disponibili attraverso il Libro Cespiti. Diversa è ovviamente la situazione per quanto riguarda i beni affidati in concessione realizzati nei decenni scorsi dagli Enti Locali, per i quali il reperimento di dati contabili appare certamente problematico. Q39. Riconoscere una quota forfetaria dell 1% del valore delle immobilizzazioni, per tener conto del capitale circolante è una metodologia adeguata? Motivare la propria risposta. Si apprezza il fatto che nella nuova metodologia venga prevista la necessità del riconoscimento del capitale circolante come richiesto da tempo sia dagli operatori del settore che dagli enti finanziatori. Relativamente al valore forfetario dell 1% questo appare troppo contenuto in considerazione del numero di fatturazioni previste nell anno (di norma ogni 4-6 mesi) e soprattutto del fatto che il recepimento delle norme comunitarie, (Direttiva Comunitaria 2011/7/UE del 16/02/2011) che prevede il pagamento dei fornitori con tempi ridotti rispetto alle tempistiche attuali, comporterà un ulteriore incremento del circolante. Considerato inoltre che la morosità che caratterizza il settore comporta un livello di crediti incrementale rispetto alla dinamica standard del capitale circolante, potrebbe essere riconosciuta una componente aggiuntiva specifica, per tenere conto di un tasso medio di morosità rilevato dai gestori. Q40. Come si ritiene possa essere dimostrato un comportamento efficiente da parte delle imprese in relazione alla ottimizzazione degli oneri finanziari relativi ad un determinato investimento? Questa verifica potrebbe essere svolta efficacemente dalle nuove AATO? Acque S.p.A. PISA 22 giugno 2012 Pagina 19 di 35

20 Si condivide il principio che nella realizzazione di opere si debba tendere a perseguire strategie di minimizzazione del costo finanziario. Ciononostante si fa presente che, talora, dette strategie potrebbero non essere pienamente perseguibili; a titolo di esempio si pensi all esigenza di realizzare opere in via d urgenza, secondo tempistiche che non consentono il ricorso, in tutto o in parte, a strumenti di finanza agevolata/contribuzione a fondo perduto. Può altresì essere complessa una puntuale attribuzione di ciascuna fonte finanziaria a opere specifiche ed infine in determinati casi può non essere del tutto agevole l individuazione e l utilizzo di fonti ottimali di copertura finanziaria a causa dell assenza di una totale trasparenza del mercato. Ciò premesso, si ritiene che la verifica potrebbe essere svolta facendo gestire dalle AATO le fonti di finanziamento a fondo perduto o i finanziamenti pubblici a tasso agevolato. In pratica potrebbero essere le AATO ad individuare tali opportunità sul mercato ed a gestirle come tramite a favore del gestore. Q41. Si condivide l ipotesi di determinare l onere finanziario riconosciuto all impresa, pesando proporzionalmente gli oneri finanziari dei finanziamenti a fondo perduto, dei finanziamenti a tasso agevolato e dei finanziamenti reperiti autonomamente dall impresa sul mercato finanziario? Motivare le proprie risposte. L ipotesi è condivisibile poiché parametra le diverse modalità di finanziamento ed evita il riconoscimento di OF impropri. Con riferimento alla formula di cui al punto 6.41 si condivide l impostazione sempre che il CIR fp venga detratto dal CIR unicamente per la durata della vita utile dell investimento a cui è riferito. Q42. Per quanto riguarda l onere finanziario dei finanziamenti reperiti autonomamente dall impresa, si condivide l ipotesi di far riferimento ad un tasso di interesse medio di riferimento? Motivare la propria risposta ed eventuali soluzioni alternative. L ipotesi è condivisa, ma si ritiene necessario valutare se parametrare il tasso alla durata media delle infrastrutture e dei piani di investimento ( occorre quindi valutare attentamente la congruenza tra BTP10 e la durata media degli investimenti e dei finanziamenti). Q43. Con riferimento alle immobilizzazioni al cui onere finanziario non si applica lo scudo fiscale, quali obiezioni esistono al riconoscimento di una maggiorazione del rendimento dei titoli di Stato per intercettare la maggior rischiosità del servizio? E condivisibile differenziare tale maggiorazione tra i diversi servizi che compongono il SII? Il riconoscimento di una adeguata componente di oneri finanziari alle immobilizzazioni non scudate appare indispensabile per consentire un armonico sviluppo del settore e la realizzazione degli ingenti investimenti previsti. Considerata l elevata durata media delle infrastrutture idriche, l individuazione di un benchmark corrispondente al BTP decennale, pur essendo un dato di immediato e di comune utilizzo per finalità similari, potrebbe risultare insufficiente ad intercettare la maggior rischiosità del servizio idrico se non debitamente integrato per mezzo di adeguati valori di erp e beta (cfr. quesito 48). Non si condivide invece l ipotesi di differenziare la maggiorazione tra i diversi servizi che compongono il SII. Nella nostra esperienza il mercato attribuisce un livello di rischio legato all azienda e al settore di attività senza dare un peso ai diversi servizi realizzati. Acque S.p.A. PISA 22 giugno 2012 Pagina 20 di 35

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