A ZIONI DI SISTEMA PER LA P UBBLICA A MMINISTRAZIONE PISTE DI LAVORO PER L INCLUSIONE SOCIALE UFFICIO STAMPA ED EDITORIA

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1 A ZIONI DI SISTEMA PER LA P UBBLICA A MMINISTRAZIONE PISTE DI LAVORO PER L INCLUSIONE SOCIALE UFFICIO STAMPA ED EDITORIA

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3 Il Dipartimento della Funzione Pubblica, Ufficio per la Formazione del Personale delle Pubbliche Amministrazioni, promuove la valorizzazione delle risorse umane della PA. A tal fine pone in essere azioni strategiche e di sistema finalizzate allo sviluppo di modelli organizzativi e gestionali, alla messa a punto di politiche di miglioramento della qualità dei servizi offerti ai cittadini, all introduzione della qualità dei processi, all implementazione di modelli di governance e alla crescita del capitale umano. Il Programma Operativo Nazionale Azioni di Sistema Obiettivo , a titolarità del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, in coerenza con le strategie del Quadro Comunitario di Sostegno, individua nella lotta all esclusione sociale una delle principali sfide per la creazione di un welfare attivo, dinamico e solidale, e, in particolare, evidenzia la necessità di muoversi in una direzione di integrazione tra le politiche sociali e le politiche del lavoro, in un quadro di sviluppo economico e sociale bilanciato e sostenibile. Lo stesso Ministero del Lavoro, e in particolare la Direzione Volontariato, Associazionismo e Formazioni Sociali, nel corso della programmazione , è stato titolare, nell ambito dell Asse B Promozione di Pari Opportunità per Tutti nell'accesso al mercato del lavoro, con particolare attenzione per le persone che rischiano l esclusione sociale, del suddetto PON, della Misura B1 Azioni di Sistema per l inclusione sociale. Proprio a valere sulla Misura B1 del PON AS ha trovato finanziamento il progetto PISTE Politiche per l Inclusione Sociale: Tirocini ed Esperienze, volto a supportare le Amministrazioni regionali e locali dell obiettivo 3 nell implementazione delle nuove politiche per l inclusione sociale. Un Accordo stipulato tra il Ministero del Lavoro (allora Ministero della Solidarietà Sociale) ed il Dipartimento della Funzione Pubblica nel mese di gennaio 2007 ed una successiva Convenzione tra il Dipartimento e il Formez, sottoscritta nel mese di marzo 2007, hanno consentito la realizzazione del progetto secondo modalità fortemente innovative, mettendo a sistema esperienze, innovazioni e pratiche di successo già in corso di realizzazione presso Amministrazioni italiane ed europee, rafforzando le competenze del personale coinvolto attraverso la realizzazione di repertori di casi significativi, comunità di apprendimento e visite di studio. Progetto PISTE Politiche per l Inclusione Sociale Tirocini ed Esperienze Fonte di finanziamento Cofinanziato Fondo Sociale Europeo Organismo intermedio Dipartimento della Funzione Pubblica Ufficio per la Formazione del Personale delle Pubbliche Amministrazioni Servizio programmazione e gestione degli interventi finanziati dal Fondo Sociale Europeo e dalle pertinenti risorse aggiuntive Enti Committenti Dipartimento della Funzione Pubblica Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali Ente Attuatore Formez Centro di Formazione Studi Coordinamento: Anna Gammaldi Gruppo di Lavoro: Paola Marzilli, Francesco M. Chiodi, Maura Frasca, Emilia Presutti, Daniela Ferrari, Georgia Casanova, Riccardo Cinquegrani, Elena Canciani, Matteo D Emilione, Giuseppe Di Battista, Silvia Sanità Di Toppi, Ilaria Vasarri, Alessia Condini Revisione e redazione: Emanuela Gatto Si ringraziano tutte le Amministrazioni che hanno partecipato alla realizzazione delle attività progettuali. 2

4 INDICE PREMESSA 5 CAPITOLO 1 L inclusione sociale nelle programmazioni regionali: esiti dell indagine desk Premessa metodologica Principali evidenze dell analisi comparativa: continuità ed innovazione nei diversi cicli di programmazione 9 Allegati All. n. 1 Schede comparative regionali delle politiche di inclusione sociale attuate ( ) e programmate ( ) nei territori del centro-nord per l Obiettivo 3 13 All. n. 2 Ricognizione sull attuazione dell Asse B Promozione di Pari Opportunità per Tutti nell accesso al mercato del lavoro dai rapporti di Valutazione Finale dei POR delle Regioni Obiettivo 3 29 All. n. 3 Ricognizione sulla programmazione dell Asse III Inclusione Sociale nei POR FSE 2007/ Obiettivo Competitività regionale e occupazione 55 CAPITOLO 2 Il contesto organizzativo ed i livelli di integrazione nelle amministrazioni pubbliche: esiti dell indagine sul campo Premessa metodologica Principali evidenze dell indagine sul campo I livelli e le modalità di integrazione delle politiche di inclusione sociale con altre aree di policy 97 CAPITOLO 3 Le esperienze territoriali per le politiche di inclusione sociale: esiti dell indagine sul campo Premessa metodologica La filiera accessibilità: definizione operativa La filiera occupazione: definizione operativa Schede sintetiche delle esperienze rilevate 134 CAPITOLO 4 Considerazioni per un rilancio delle Politiche per l inclusione sociale a partire da PISTE Premessa metodologica L integrazione interistituzionale e intersettoriale vista negli stage L inserimento lavorativo delle categorie svantaggiate ed i percorsi individualizzati Conclusioni e spunti per il futuro 223 3

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6 PREMESSA Le politiche Politiche per l inclusione sociale rappresentano un impegno del nostro Paese, sia a livello centrale che regionale, già da molto tempo; esse rappresentano costituiscono dunque un elemento di continuità nel nel passaggio tra tra la l attuale fase di programmazione fase di programmazione dei e quella fondi comunitari in corso. e la programmazione Parallelamente, a livello europeo, l impegno Parallelamente, assunto a livello da tutti europeo, gli stati l impegno membri dimostra assunto la da chiara tutti gli volontà Stati di membri intensificare dimostra la lotta la chiara alla volontà povertà di e all esclusione intensificare la sociale. lotta alla povertà e all esclusione sociale. Il vertice di Lisbona ha attribuito alle Politiche politiche sociali pari importanza rispetto allo sviluppo economico e alla crescita dell occupazione. La stessa strategia di Lisbona considera uno dei suoi pilastri fondanti proprio una politica sociale di investimento sulle persone in grado di combattere l esclusione sociale, in stretto coordinamento e integrazione con le Politiche politiche macroeconomiche e strutturali e le Politiche politiche dell occupazione. Proprio al fine di cogliere al meglio le opportunità e le sfide della programmazione , sembra essenziale partire da una riflessione sugli elementi di criticità che hanno caratterizzato la precedente programmazione. Infatti, l impianto valutativo che ha accompagnato la politica regionale ha consentito di condurre un analisi dei risultati conseguiti raggiunti e e dei dei fattori che hanno impedito il il conseguimento degli obiettivi. In particolare, l attuazione delle Politiche politiche di inclusione sociale nel periodo si è tradotta, in nettissima preponderanza, in attività di tipo formativo, soprattutto per la scarsa maturazione della consapevolezza dei nessi tra sviluppo economico e inclusione sociale e e per per la la stessa complessità del del quadro istituzionale e normativo e che che ha ha limitato limitato la la concreta concreta integrazione della della programmazione comunitaria con con quella quella nazionale. Da quanto realizzato fino ad oggi emerge, da un lato, l esigenza di estendere sempre più queste esperienze per combattere nuove forme di marginalità e di disagio, dall altro quella di andare oltre, superando criticità e limiti che hanno, per ovvi motivi, caratterizzato gli interventi citati. La sfida ulteriore, da cui non si può prescindere in questa fase, di che passaggio è di passaggio tra la nuova tra la nuova e la vecchia e la vecchia programmazione, programmazione, è infatti è infatti quella quella di una di politica una politica sociale sociale (comunitaria (comunitaria ma ma anche anche nazionale nazionale e regionale) e regionale) che che non non sia sia più più e e non non sia sia solo solo diretta a garantire risorse adeguate per l erogazione di servizi, ma abbia davanti a sé l obiettivo di contribuire a chiarire i ruoli diversi di governance territoriale, favorendo il dialogo, la cooperazione e l integrazione interistituzionale. In questo contesto assumono assume centralità il il ruolo ruolo del del partenariato nella fase di attuazione degli interventi e la capacità di governo e di coordinamento delle pubbliche amministrazioni attraverso il rafforzamento delle competenze richieste per le funzioni di programmazione integrata, gestione e monitoraggio di azioni/progetti complessi. Mai come in questo momento appare indispensabile, infatti, il coinvolgimento dei diversi attori (non solo le Regioni, ma anche e soprattutto le le Amministrazioni amministrazioni locali, più vicine ai destinatari e maggiormente in grado di conoscerne i fabbisogni), ciascuno con il proprio ruolo e con le proprie competenze. L assetto di governance e di competenze 5

7 il amministrative proprio ruolo nel e con campo le proprie delle competenze. politiche sociali L assetto avviato di con governance la Legge e di 328/2000, competenze poi amministrative modificato con nel la riforma campo delle Titolo politiche V della sociali Costituzione, avviato con che la attribuisce Legge 328/00, l esclusiva poi modificato competenza con legislativa la riforma alle del Regioni Titolo (mentre V della quella Costituzione, amministrativa che attribuisce spetta ai l esclusiva Comuni), competenza prevede un ruolo legislativa centrale alle delle Regioni stesse (mentre Regioni, quella a fronte amministrativa del quale, spetta però, ai ancora Comuni), non prevede sussistono un sufficienti ruolo centrale competenze delle stesse per Regioni, la gestione a fronte degli del interventi quale, però, previsti. ancora Una non sussistono riflessione sufficienti quanto attuato competenze fino ad per oggi la deve gestione servire degli a far sì interventi che gli operatori previsti. della Una riflessione Pubblica Amministrazione su quanto attuato più fino direttamente ad oggi deve coinvolti servire nell attuazione a far sì che di gli queste operatori politiche della Pubblica acquisiscano Amministrazione una maggiore più consapevolezza direttamente coinvolti del loro nell attuazione ruolo, oltre che di delle queste competenze politiche, acquisiscano specifiche legate una a capacità maggiore di consapevolezza programmazione, del gestione loro ruolo, e valutazione oltre che degli competenze interventi, specifiche capacità di legate concertazione/negoziazione a capacità di programmazione, con gli altri gestione attori e valutazione istituzionali degli e non interventi, una capacità logica di di governance concertazione/negoziazione verticale, ma anche con orizzontale gli altri attori e diffusa. istituzionali e non in una logica In tale di contesto governance si colloca verticale, il progetto ma anche Piste orizzontale - Politiche e diffusa. per l Inclusione Sociale: Tirocini ed Esperienze promosso dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali - DG Volontariato, Associazionismo e Formazioni Sociali in collaborazione con il Dipartimento della Funzione Pubblica, finanziato con le risorse dell Asse B - Inclusione sociale del PON Obiettivo 3, che ha inteso tesaurizzare un esperienza già maturata tra le due amministrazioni attraverso la quale è stata positivamente sperimentata la realizzazione di attività di scambi e di visite di studio per il personale pubblico. Con il progetto Piste si è inteso realizzare un Azione di Sistema nella gestione ed implementazione delle nuove Politiche per l inclusione sociale a supporto delle amministrazioni regionali e locali per una crescita di competenze dei relativi operatori pubblici e quindi per un miglioramento delle capacità delle amministrazioni di adeguarsi ai cambiamenti ed alle innovazioni delle Politiche per l inclusione sociale. Con il progetto Piste è stato avviato un positivo percorso, fornendo alcuni strumenti di sostegno alle Regioni dei territori dell Obiettivo 3 per le loro programmazioni, monitoraggi e valutazioni, favorendo la crescita di una cultura e di un patrimonio comuni di operatività, facilitando il confronto fra i diversi contesti territoriali e la loro armonizzazione. Il progetto ha inoltre contribuito a supportare le azioni regionali, favorendo un processo di mainstreaming delle iniziative progettuali innovative a livello locale in materia di inclusione sociale al fine di sostenere la costituzione di reti integrate tra servizi sociali e strutture del mercato del lavoro per l inserimento ed il reinserimento delle fasce svantaggiate, sperimentando e diffondendo le buone pratiche nei diversi contesti territoriali. Paola Paduano Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento della Funzione Pubblica Direttore Ufficio Formazione Personale delle Pubbliche Amministrazioni Rita Graziano Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali Direzione generale per il Volontariato, l Associazionismo e le Formazioni Sociali Dirigente Divisione III Volontariato 6

8 Capitolo 1 L inclusione sociale nelle programmazioni regionali: esiti dell indagine desk * 1.1 Premessa metodologica La finalità generale del progetto è stata quella di supportare le amministrazioni nell implementazione delle nuove politiche per l inclusione sociale, definite e riconosciute come strumento indispensabile dello sviluppo economico e della coesione sociale dei territori. A livello europeo la Strategia di Lisbona ha attribuito alle politiche sociali pari importanza rispetto allo sviluppo economico e alla crescita dell occupazione, affermando il principio di una politica sociale di investimento sulle persone in grado di combattere l esclusione, in stretto coordinamento e integrazione con le politiche macroeconomiche e strutturali e le politiche dell occupazione 1. Anche nella nuova programmazione emerge il ruolo strategico delle politiche di inclusione sociale viste non più come insieme di misure finalizzate all allocazione delle risorse per l erogazione dei servizi essenziali ma come politiche che insistono su: la costruzione di identità collettive, la promozione di percorsi individuali di partecipazione, l interpretazione del significato di responsabilità pubblica. Questo approccio ridefinisce e ridistribuisce ruoli e competenze nello sviluppo dei sistemi di welfare e nella formalizzazione delle procedure connesse alle attività di programmazione e gestione partecipata dei servizi. Appare evidente che ci troviamo di fronte ad un quadro concettuale che cambia radicalmente le categorie di interpretazione dei fenomeni di emarginazione e quindi delle modalità di progettazione e valutazione dei progetti e dei servizi finalizzati all inclusione sociale. I documenti di programmazione regionale rilanciano con forza il concetto di integrazione non solo finanziaria ma soprattutto professionale e istituzionale; del resto, non è un caso che tutte le Regioni abbiano recepito la Legge 328/ che pone al centro la persona in quanto luogo di ricomposizione degli interventi perché la domanda che essa esprime è un bisogno unitario, complesso e complessivo e la risposta non può manifestarsi parcellizzata, ovvero proveniente da diverse parti con approcci ed organizzazioni isolate o addirittura autoreferenziali. In questo mutato quadro di riferimento, il progetto PISTE Politiche per l Inclusione: Tirocini ed Esperienze si è posto l obiettivo di creare opportunità di condivisione di conoscenze, nonché di apprendimento reciproco dei percorsi di riflessione e di diffusione delle logiche di azione che le amministrazioni pubbliche hanno sperimentato ed implementato per innovare la rete dei servizi di inclusione sociale. * Il capitolo è stato curato da Maura Frasca, consulente Formez. 1 Consiglio Europeo di Lisbona, marzo, Conclusioni della Presidenza. 2 Legge Quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali - G.U. n. 265 del 13 novembre 2000, supplemento ordinario n

9 Tra le prime azioni del progetto è stata effettuata un analisi comparata dei documenti di programmazione regionale e degli istituti normativi successivi al recepimento della Legge 328/2000. Infatti, prima di avviare la collaborazione diretta con le amministrazioni regionali, si è scelto di procedere all esame dei diversi contesti sia nell attuale fase di programmazione delle politiche di inclusione sociale, sia anche tenendo conto di quanto già emergeva dai documenti strategici relativi alla nuova programmazione In particolare è stata effettuata un analisi desk, in cui si è tenuto conto: - dei rapporti di valutazione finale dell Asse B della Programmazione Regioni Ob. 3 e delle due Province Autonome; - dei Piani Sociali Regionali e dei nuovi istituti normativi di recepimento della Legge 328/2000; - dei nuovi Documenti Strategici Regionali e dei nuovi POR FSE Già sulla base di questa prima ricognizione è stato possibile raggruppare gli interventi di inclusione sociale in due macro aree tematiche, che sono Occupazione ed Accessibilità all interno delle quali sono stati ricondotti tutti gli interventi che mirano rispettivamente all inserimento lavorativo e alla promozione sociale della persona e alla costruzione dei sistemi di welfare d accesso inteso come strumento di partecipazione e di garanzia dell esigibilità del diritto. Per l analisi dei documenti, il gruppo di lavoro si è avvalso di una griglia di rilevazione coerente con il quadro teorico disegnato dal nuovo orientamento programmatorio che ha consentito sia una lettura approfondita dell Asse III - Inclusione Sociale dei POR FSE obiettivo Competitività regionale e occupazione, sia una comparazione degli interventi e delle strategie adottate con la programmazione In prima istanza l Asse III - Inclusione Sociale è stato esaminato nella nuova programmazione attraverso i seguenti elementi: 1. analisi della strategia generale e strategia di Asse (con particolare attenzione alle indicazioni circa l integrazione delle politiche e degli strumenti di e per l inclusione sociale); 2. ricostruzione delle attività da realizzare nell Asse così come indicato nel POR; 3. verifica delle modalità di gestione limitatamente a quanto indicato nella parte relativa alle procedure di attuazione (specifiche per Asse) e ai meccanismi di integrazione tra strumenti e risorse finanziarie; 4. individuazione dei termini relativi alla modalità di utilizzo della Sovvenzione Globale; 5. verifica di particolari strumenti e organismi preposti all integrazione delle politiche e degli interventi. Successivamente si è proceduto con l analisi comparativa tra i due cicli di programmazione, al fine di cogliere elementi di innovazione e/o di continuità tra gli interventi realizzati e previsti. Di seguito si riportano le variabili utilizzate: 1. integrazione (rilevata in termini di risorse finanziarie, aree di policy, organismi e strutture); 2. complementarietà con altri programmi / iniziative; 8

10 3. interventi intersettoriali per favorire l occupazione; 4. interventi intersettoriali per favorire l accessibilità al sistema dei servizi. 1.2 Principali evidenze dell analisi comparativa: continuità ed innovazione nei diversi cicli di programmazione Integrazione risorse finanziarie Rispetto alla programmazione le Regioni hanno integrato attraverso la predisposizione di bandi multi misura le risorse destinate alla Misura B1 Inserimento lavorativo e reinserimento dei gruppi svantaggiati. In particolare, le risorse coinvolte sono pervenute sia dalle Misure A1 Organizzazione dei servizi per l impiego, A2 Inserimento e reinserimento nel mercato del lavoro di giovani e adulti nella logica dell approccio preventivo, C2 Prevenzione della dispersione scolastica e formativa, D3 Sviluppo e consolidamento dell imprenditorialità con priorità ai nuovi bacini d impiego ed E1 Promozione della partecipazione femminile al mercato del lavoro sia da leggi nazionali di settore (ad esempio la Legge 68/99 sul diritto al lavoro dei disabili) oltre che da specifiche norme regionali, nonché dal Programma di Iniziativa Comunitaria Equal. Le previsioni programmatiche per il hanno aperto un nuovo scenario di integrazione delle risorse destinate alle politiche di inclusione sociale, mettendo in campo le risorse finanziarie della programmazione regionale del sistema dei servizi sociali (Piano Sociale Regionale e Piani Sociali di Zona) e di altri stanziamenti ordinari di fonte nazionale (Legge 68/99 sul collocamento mirato e Legge 53/03 per la lotta alla dispersione). Inoltre, con riferimento alle attività contemplate dall Asse III - Inclusione Sociale si prevedono spazi di cooperazione con interventi di rigenerazione urbana e infrastrutturazione sociale sostenuti dal FESR. Integrazione aree di policy Dalla lettura dei Rapporti di Valutazione Finale dei POR per ciò che attiene gli interventi di inclusione sociale, l integrazione è stata promossa tra le aree di policy che riguardano il sociale, il mercato del lavoro e la formazione. Per il nuovo ciclo di programmazione, nell impostazione dell Asse III - Inclusione sociale, ulteriore forza è stata data all integrazione delle aree di policy che hanno a che fare con le politiche e gli interventi di inclusione sociale: di fatto in tutti i POR si fa riferimento all integrazione tra politiche formative e del lavoro, politiche sociali e sanitarie. In particolare, nei POR delle Regioni Abruzzo e Lombardia si richiama anche la necessità di rendere strettamente interrelate le politiche di inclusione con le politiche di sviluppo economico, mentre nel documento programmatico del Friuli Venezia Giulia si è posta l attenzione sulla necessaria integrazione tra politiche del lavoro, politiche assistenziali e abitative. 9

11 Complementarietà con altri programmi / iniziative Se per il periodo di programmazione il Programma Comunitario attraverso il quale sono stati realizzati i maggiori interventi nell ambito delle politiche di inclusione sociale è stata l Iniziativa Equal, nell attuale ciclo le Regioni hanno previsto integrazioni con il Programma Comunitario per l occupazione e la solidarietà sociale (Regione Autonoma Valle d Aosta, Provincia Autonoma di Trento, Provincia Autonoma di Bolzano, Friuli Venezia Giulia); il Programma d azione nel campo dell apprendimento permanente (Regione Autonoma Valle d Aosta); il Programma Culture 2007 (Umbria, Provincia Autonoma di Bolzano); i Programmi The Youth in Action e Europe for Citizens (Umbria); il Programma Daphne (Provincia Autonoma di Trento, Provincia Autonoma di Bolzano e Friuli Venezia Giulia) e il Programma Comunitario Jeremie (Lombardia). Inoltre, a livello nazionale, in tutti i POR è stata prevista la realizzazione di azioni complementari che sono state promosse nell ambito del Programma dell Anno Europeo delle Pari Opportunità per Tutti (2007). Interventi Rispetto agli interventi realizzati nel periodo della vecchia programmazione una forte rilevanza è stata data alle azioni finanziate e realizzate attraverso la Sovvenzione Globale - Piccoli Sussidi, che si è sostanziata attraverso gli aiuti alla creazione di impresa e all autoimpiego, al sostegno a rami di imprese già esistenti, al supporto, accesso e permanenza dei soggetti svantaggiati nel contesto lavorativo. Con la nuova programmazione, nell Asse III - Inclusione sociale è stata prevista l attuazione di interventi finalizzati al raggiungimento di un obiettivo globale che consiste nel miglioramento delle possibilità di accesso e di permanenza nel mercato del lavoro da parte delle categorie deboli, accrescendo la sicurezza e la stabilità del lavoro e riducendo i fattori di precarietà e di esclusione. Di fatto gli interventi programmati in funzione di tale obiettivo consistono in azioni a sostegno dell inclusione sociolavorativa di categorie svantaggiate, con particolare riguardo a quelle meno coinvolte nella precedente programmazione e, in particolare, a persone inquadrabili nei fenomeni di nuova povertà, tossicodipendenti ed ex tossicodipendenti, detenuti ed ex detenuti. Inoltre, ulteriore rilevanza è stata assegnata agli interventi (formativi e di politica attiva) a favore dell inclusione e dell integrazione della popolazione immigrata. Oltre a ciò, in continuità con quanto realizzato nel ciclo di programmazione precedente continuano ad avere una posizione di centralità nelle politiche di inclusione sociale le azioni di rafforzamento delle imprese sociali e di promozione delle forme di autoimpiego occupazionale con la creazione di attività imprenditoriali inerenti, in particolare, i nuovi bacini d impiego. A conclusione di tutto questo excursus, è importante condividere alcuni elementi di riflessione maturati dal gruppo di lavoro durante la fase di analisi dei diversi documenti programmatori: - nei nuovi Piani Sociali Regionali l inclusione sociale, già prevista come area prioritaria di intervento nelle precedenti programmazioni sociali, include tutte le misure di contrasto alla povertà e di promozione di Pari Opportunità; ciò implica, 10

12 e sono infatti previsti, strumenti di integrazione tra politiche sociali, formative, del lavoro, politiche abitative e della salute in risposta al nuovo target, o meglio all ampliamento del target di riferimento delle politiche di inclusione. Pertanto, non solo disabili ed immigrati ma anche famiglie con basso reddito, soggetti affetti da dipendenze, soggetti entrati nel circuito penale, donne vittime della tratta o a rischio di espulsione dal mondo del lavoro. Si assiste, in questo modo, ad una graduale convergenza dei documenti di programmazione regionale sulle aree di intervento e sui target di riferimento con nuove opportunità di integrazione delle risorse finanziarie e professionali per l attuazione degli interventi di inclusione sociale; - la programmazione non prevede l articolazione in Misure specifiche dei vari Assi, e ciò se da un lato può favorire l integrazione e la razionalizzazione degli interventi, dall altro richiede lo sviluppo di competenze nuove legate a capacità di coordinamento, concertazione/negoziazione con gli altri attori istituzionali e non per l individuazione delle priorità e la rispettiva allocazione delle risorse; - una continuità positiva è rappresentata senz altro dall utilizzo del dispositivo della Sovvenzione Globale per l attuazione dei Piccoli Sussidi perché pensata come uno strumento complementare agli altri finanziamenti, che insistono nella medesima sfera di intervento. La Sovvenzione Globale, infatti non si è concretizzata esclusivamente nell erogazione di attività formative, ma si è basata su interventi ben più complessi che hanno inciso sull intero sistema, sviluppando il settore dell economia sociale, valorizzando la funzione di promozione dell inserimento lavorativo di categorie svantaggiate e migliorando le capacità di intervento attraverso servizi reali di supporto alle imprese del settore. In alcune Regioni, ad esempio il Piemonte, la Sovvenzione Globale ha previsto la realizzazione di Azioni di Sistema atte al raccordo interistituzionale. In particolare, la costruzione di una rete permanente tra i diversi attori che operano nei confronti delle categorie svantaggiate al fine di favorire la definizione di buone prassi e di percorsi integrati di intervento. Appare evidente che le iniziative sviluppate con la Sovvenzione Globale oltre a promuovere la partecipazione di tutti gli attori significativi di un determinato territorio (perché supportati nella gestione finanziaria) nella costruzione dei sistemi di welfare hanno anticipato, attraverso la prassi, i nuovi criteri della programmazione

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14 ALLEGATO N. 1 Nel presente allegato vengono esposti i risultati di sintesi dell attività di analisi comparativa tra le politiche di inclusione sociale attuate dalle Regioni dell Obiettivo 3 nel ciclo di programmazione e quelle programmate dalle Regioni dell Obiettivo Competitività Regionale e Occupazione nell attuale ciclo di programmazione Nello svolgimento di tale attività si è cercato di cogliere elementi di innovazione e/o di continuità tra gli interventi realizzati dalle amministrazioni regionali nell attuazione dell Asse B Promozione di Pari Opportunità per Tutti nell'accesso al mercato del lavoro ( ), e previsti nell Asse III - Inclusione Sociale dei POR FSE obiettivo Competitività regionale e occupazione. Le schede comparative sono state predisposte tenendo conto delle seguenti variabili: integrazione (rilevata in termini di risorse finanziarie, aree di policy, organismi e strutture); complementarietà con altri programmi/iniziative; interventi intersettoriali per favorire l occupazione; interventi intersettoriali per favorire l accessibilità al sistema dei servizi. Di seguito si riporta l elenco delle schede comparative regionali delle politiche di inclusione sociale attuate ( ) e programmate ( ) nei territori del centro-nord per l Obiettivo 3: - Regione Veneto; - Regione Autonoma Valle d Aosta; - Regione Umbria; - Regione Toscana; - Provincia Autonoma di Trento; - Provincia Autonoma di Bolzano; - Regione Piemonte; - Regione Marche; - Regione Lombardia; - Regione Autonoma del Friuli Venezia Giulia; - Regione Emilia-Romagna; - Regione Abruzzo; - Regione Lazio; - Regione Liguria. Si sottolinea che tale lavoro di ricognizione è stato effettuato nella fase iniziale del progetto, pertanto nella predisposizione della documentazione sono state utilizzate forme verbali che ad oggi possono risultare poco appropriate. 13

15 REGIONE VENETO POR VARIABILI INTEGRAZIONE RISORSE FINANZIARIE AREE DI POLICY ORGANISMI / STRUTTURE COMPLEMENTARIETÀ CON ALTRI PROGRAMMI / INIZIATIVE INTERVENTI INTERSETTORIALI PER FAVORIRE L OCCUPAZIONE INTERVENTI INTERSETTORIALI PER FAVORIRE L ACCESSIBILITÀ AL SISTEMA DEI SERVIZI 2000/2006 Utilizzo di ulteriori risorse: da leggi di settore (L. 68/99; L.R. n. 5/96, che all art. 8 prevede progetti sperimentali per il reinserimento sociale e lavorativo degli ex detenuti e degli ex tossicodipendenti, L.R. n. 54/89 attinente gli interventi volti alla scolarizzazione e formazione dei rom, dei siti e i fondi stanziati dalla L.R. n. 10/90). Politiche sociali e politiche del lavoro. Organismo intermediario per la gestione della Sovvenzione Globale - Piccoli Sussidi. Non specificato. Erogazione Piccoli Sussidi, aiuti alla creazione di impresa e all auto-impiego e sostegno a rami di imprese già esistenti, Misure di sostegno all accesso e alla permanenza dei soggetti svantaggiata nel contesto lavorativo (Sovvenzione Globale). Non specificato. 2007/2013 Non specificato. Politiche formative e del lavoro, politiche sociali e attività produttive (privato, sociale e Terzo Settore). L AdG potrà far ricorso alla Sovvenzione Globale, delegando la gestione e l attuazione di parti dell Asse prioritario ad uno o più organismi intermedi. Non specificato. Interventi per far fronte alla dispersione scolastica: azioni di orientamento, di rimotivazione e di formazione rivolte a giovani; percorsi specifici di recupero dei drop out. Inserimento e reinserimento lavorativo attraverso percorsi integrati (orientamento, formazione e forme di accompagnamento, con particolare attenzione alle condizioni specifiche che caratterizzano le nuove disuguaglianze) ed attivazione di forme di tutoraggio individuale nei percorsi di inserimento. Azioni di accompagnamento, formazione e mantenimento dei lavoratori svantaggiati nel posto di lavoro. Azioni di coesione, coinvolgendo in maniera integrata il sistema della formazione ed i principali attori istituzionali locali attraverso la realizzazione di percorsi di sostegno all inserimento occupazionale e di integrazione, mediante il ricorso a strumenti di politica attiva del lavoro di tipo orientativo e formativo o di incentivi. Nota: con riferimento al POR vengono rilevate azioni, interventi e modalità distintive rispetto a quanto realizzato nel precedente ciclo di programmazione. 14

16 REGIONE AUTONOMA VALLE D AOSTA POR VARIABILI INTEGRAZIONE RISORSE FINANZIARIE AREE DI POLICY ORGANISMI / STRUTTURE COMPLEMENTARIETÀ CON ALTRI PROGRAMMI / INIZIATIVE INTERVENTI INTERSETTORIALI PER FAVORIRE L OCCUPAZIONE INTERVENTI INTERSETTORIALI PER FAVORIRE L ACCESSIBILITÀ AL SISTEMA DEI SERVIZI 2000/2006 Non specificato. Non specificato. Non specificato. Programma di iniziativa comunitaria Equal. Interventi formativi rivolti a persone in cerca di occupazione. Non specificato. 2007/2013 Fondi propri regionali di cui al PPL - Piano di Politiche del Lavoro. Più stretto coordinamento fra politiche educative, formative, del lavoro, dei servizi sociali, sanitari e di assistenza a livello di Regione e fra questa e le autonomie locali anche attraverso l adozione delle opportune forme organizzative. L AdG potrà fare ricorso alla Sovvenzione Globale, delegando la gestione e l attuazione di parti dell Asse prioritario ad uno o più organismi intermedi. Programma Comunitario per l occupazione e la solidarietà sociale Progress (Sezione 2 Protezione sociale e occupazione; Sezione 4 Diversità e lotta contro la discriminazione; Sezione 5 Parità fra uomini e donne). Programma d azione nel campo dell apprendimento permanente. Interventi rivolti all inserimento professionale dei migranti, basati sull integrazione fra offerta formativa, servizi socio-assistenziali e sanitari. Azioni rivolte a promuovere e favorire l occupabilità nel settore dell economia sociale, alla creazione di opportunità di lavoro parzialmente protetto. Azioni rivolte a promuovere e sostenere progetti di auto-imprenditorialità e di lavoro autonomo da parte di individui in condizione di svantaggio sociale, nuova povertà o esposti a rischi di marginalità. Percorsi di seconda opportunità e progetti formativi personalizzati, specificamente rivolti alle categorie in condizione di svantaggio. Interventi, anche individualizzati, destinati a soggetti diversamente abili o socialmente disagiati, volti a favorirne l inserimento professionale attraverso percorsi articolati su interventi di formazione, tutoring, assistenza, orientamento e work experience. Azioni rivolte a favorire l accesso alle opportunità di apprendimento e lavoro, anche attraverso le TIC, agli individui residenti in aree periferiche. Sviluppo delle capacità di mediazione ad apprendere degli operatori dell offerta formativa e dei servizi sociali, in rapporto alle esigenze di inclusione e qualificazione proprie dei soggetti in condizione di svantaggio o a rischio di esclusione. Nota: con riferimento al POR vengono rilevate azioni, interventi e modalità distintive rispetto a quanto realizzato nel precedente ciclo di programmazione. 15

17 REGIONE UMBRIA POR VARIABILI INTEGRAZIONE RISORSE FINANZIARIE AREE DI POLICY ORGANISMI / STRUTTURE COMPLEMENTARIETÀ CON ALTRI PROGRAMMI / INIZIATIVE INTERVENTI INTERSETTORIALI PER FAVORIRE L OCCUPAZIONE INTERVENTI INTERSETTORIALI PER FAVORIRE L ACCESSIBILITÀ AL SISTEMA DEI SERVIZI 2000/2006 Non specificato. Non specificato. Organismo Intermediario per la gestione della Sovvenzione Globale della Misura B1 - Piccoli Sussidi. Programma di iniziativa comunitaria Equal. Costruzione di reti di partenariato locale. Iniziative di formazione ed inserimento nel MdL delle persone con gravi difficoltà sociali e fisiche. Utilizzo di approcci integrati per l accoglienza, il recupero, l orientamento e la formazione di giovani in situazione di disagio sociale e per l acquisizione di capacità professionali spendibili nel mondo del lavoro. Promozione e creazione di nuove imprese con soci-lavoratori tra soggetti svantaggiati (Sovvenzione Globale). Non specificato. 2007/2013 Risorse dei Piani di Zona Sociali. Non specificato. L AdG potrà far ricorso alla Sovvenzione Globale, delegando la gestione e l attuazione di parti dell Asse prioritario ad uno o più organismi intermedi. Programma Culture The Youth in Action Europe for Citizens Piani di Zona Sociali. Azioni per prevenire nuove povertà favorendo l inserimento lavorativo o il miglioramento qualitativo del lavoro con particolare attenzione ai lavoratori che hanno perso il posto o a rischio di disoccupazione, marginalità e devianza. Sperimentazione e incentivazione di pratiche di diversity management nelle imprese, quali: 1) valorizzazione delle risorse umane attraverso l orientamento alla diversità; 2) marchi di qualità sociale; 3) riconoscimenti. Implementazione di una rete regionale per gli operatori (in particolare del Terzo Settore) coinvolti nell assistenza alle persone appartenenti alle categorie dei soggetti svantaggiati. Creazione di un sistema di monitoraggio e di una rete di imprese disponibili a partecipare ai processi di mobilità interaziendale o al reimpiego di lavoratori espulsi dai cicli produttivi per le crisi aziendali. Nota: con riferimento al POR vengono rilevate azioni, interventi e modalità distintive rispetto a quanto realizzato nel precedente ciclo di programmazione

18 REGIONE TOSCANA POR VARIABILI INTEGRAZIONE RISORSE FINANZIARIE AREE DI POLICY ORGANISMI / STRUTTURE COMPLEMENTARIETÀ CON ALTRI PROGRAMMI / INIZIATIVE INTERVENTI INTERSETTORIALI PER FAVORIRE L OCCUPAZIONE INTERVENTI INTERSETTORIALI PER FAVORIRE L ACCESSIBILITÀ AL SISTEMA DEI SERVIZI 2000/2006 Le azioni sono finanziate con fondi delle Misure B1 Inserimento e reinserimento lavorativo di gruppi svantaggiati, D3 Sviluppo e consolidamento dell imprenditorialità con priorità ai nuovi bacini d impiego ed E1 Promozione della partecipazione femminile al MdL del POR. Politiche sociali e politiche del lavoro. Organismo intermediario per la gestione della Sovvenzione Globale - Piccoli Sussidi. Non specificato. Corsi di qualifica, aggiornamento, orientamento, tirocini. Supporto alla creazione di impresa. Voucher individuali, sia di creazione d impresa sia di servizio per la creazione d impresa, con l obiettivo di offrire ai soggetti svantaggiati la possibilità di richiedere un finanziamento per l assistenza e la consulenza personalizzata. L Organismo Intermediario ha attivato sul territorio una rete di sportelli (Esprit Point) allo scopo di offrire un servizio di prossimità e garantire assistenza tecnica in fase di presentazione e gestione dei progetti, nonché di monitoraggio delle attività e sensibilizzazione di contesto e di territorio. 2007/2013 Politiche finanziate dal FESR (Fondo europeo di sviluppo regionale), dal FEASR (Fondo europeo di sviluppo rurale), dal FEP (Fondo europeo per la pesca) e da altri Programmi Comunitari in materia di istruzione e formazione. Integrazione tra i sistemi delle politiche attive del lavoro e sociali, che riesca ad includere segmenti di popolazione ed aree occupazionali tradizionalmente poco coinvolte, quali: famiglie monoreddito residenti in aree metropolitane, donne sole con figli, giovani che lasciano la scuola e non si inseriscono in altri canali, detenuti ed ex detenuti, tossicodipendenti ed ex tossicodipendenti, gli alcolisti. Organismo Intermediario per la gestione della Sovvenzione Globale. Non specificato. Interventi (informazione, orientamento, formazione), anche individualizzati, rivolti all inserimento dei soggetti svantaggiati nel MdL. Percorsi integrati ed individualizzati ed erogazione di voucher orientati alla creazione di impresa, microimpresa e forme di auto-impiego e lavoro autonomo da parte di soggetti svantaggiati. Aiuti alle imprese per l assunzione di lavoratori svantaggiati. Costituzione e sviluppo di servizi di sostegno e di reti per favorire l inclusione lavorativa di soggetti e gruppi a rischio di esclusione sociale. Servizi specialistici per l orientamento e l inserimento lavorativo delle persone con disabilità e dei soggetti svantaggiati. Nota: con riferimento al POR vengono rilevate azioni, interventi e modalità distintive rispetto a quanto realizzato nel precedente ciclo di programmazione

19 PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO VARIABILI INTEGRAZIONE POR RISORSE FINANZIARIE AREE DI POLICY ORGANISMI / STRUTTURE COMPLEMENTARIETÀ CON ALTRI PROGRAMMI / INIZIATIVE INTERVENTI INTERSETTORIALI PER FAVORIRE L OCCUPAZIONE INTERVENTI INTERSETTORIALI PER FAVORIRE L ACCESSIBILITÀ AL SISTEMA DEI SERVIZI 2000/2006 Utilizzo di ulteriori risorse: legislazione provinciale di riferimento (L.P. n. 21 del 3 settembre 1987, L.P. n. 19 del 16 giugno 1983, L.P. n. 14 del 12 luglio 1991, L.P. n. 4 del 12 marzo 2002); L. 68/99. Non specificato. Organismo intermediario per la gestione della Sovvenzione Globale Piccoli sussidi (Raggruppamento Temporaneo O.I.CO.T. Organismo Intermediario Cooperativo Trentino). Protocollo d Intesa con la Provincia Autonoma di Bolzano, denominato Inclusione sociale: un impegno per lo sviluppo del Terzo Settore. Tale progetto interprovinciale è volto a favorire l inclusione sociale attraverso l erogazione di agevolazioni finanziarie (Piccoli Sussidi) agli per svilupparne e valorizzarne l azione. Erogazione Piccoli Sussidi per lo sviluppo dei servizi offerti dai soggetti operanti nel settore sociale; aiuti all impiego di soggetti svantaggiati; partecipazione al capitale di rischio di organismi del Terzo Settore; animazione territoriale e sensibilizzazione del contesto. Non specificato. 2007/2013 Non specificato. Favorire l integrazione tra politiche sociali, del lavoro e della formazione e di cura a favore dei soggetti svantaggiati. L AdG potrà far ricorso alla Sovvenzione Globale, delegando la gestione e l attuazione di parti dell Asse prioritario ad uno o più organismi intermedi. Integrazione con il Programma comunitario per l Occupazione e la Solidarietà Sociale Per quanto attiene al tema della discriminazione il Programma Daphne. Inoltre saranno previste azioni complementari promosse nell ambito del Programma dell Anno Europeo delle Pari Opportunità. Percorsi di seconda opportunità e progetti formativi personalizzati, rivolti alle categorie svantaggiate. Azioni volte ad incentivare l assunzione, formazione e mantenimento nel MdL delle fasce di popolazione svantaggiate anche per disabilità fisica e psichica. Azioni per prevenire nuove povertà, favorendo l inserimento lavorativo e il miglioramento qualitativo delle posizioni di lavoro occupate dalle persone che per genere, età, nazionalità ed origine sociale risultano maggiormente esposte al rischio di marginalità. Percorsi destinati a soggetti disabili o socialmente disagiati, volti a favorirne l inserimento professionale attraverso un set articolato di interventi di formazione, tutoring, assistenza, orientamento e work experience. Azioni per il rafforzamento del Terzo Settore, rivolte allo sviluppo di una imprenditoria sociale in grado di sostenere l inserimento dei soggetti svantaggiati con maggior grado di disabilità. Iniziative di ricerca, selezione, monitoraggio e promozione degli interventi. Nota: con riferimento al POR vengono rilevate azioni, interventi e modalità distintive rispetto a quanto realizzato nel precedente ciclo di programmazione

20 PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO POR VARIABILI INTEGRAZIONE RISORSE FINANZIARIE AREE DI POLICY ORGANISMI / STRUTTURE COMPLEMENTARIETÀ CON ALTRI PROGRAMMI / INIZIATIVE INTERVENTI INTERSETTORIALI PER FAVORIRE L OCCUPAZIONE INTERVENTI INTERSETTORIALI PER FAVORIRE L ACCESSIBILITÀ AL SISTEMA DEI SERVIZI 2000/2006 Misura B1. L integrazione tra politiche formative del lavoro e politiche sociali. Organismo Intermediario per la gestione della Sovvenzione Globale - Piccoli Sussidi. Non specificato. Sviluppo dei servizi offerti dai soggetti operanti nel settore sociale (Misura B1). Azione 2: aiuti all impiego di soggetti svantaggiati (Misura B1). Azione 3: partecipazione al capitale di rischio di organismi del Terzo Settore (risorse dell Organismo Intermediario). Azione 4: animazione territoriale e sensibilizzazione del contesto (Misura B1). 2007/2013 POR Programmi Comunitari. Politiche formative e del lavoro, politiche sociali e sociosanitarie. Non specificato. Sinergie di tale Asse con il Programma Comunitario Progress per l Occupazione e la Solidarietà Sociale (povertà, politiche di protezione sociale) e con il Programma Daphne (discriminazione) e con le azioni che saranno promosse dall Unione Europea nel 2007 per l Anno Europeo per le Pari Opportunità per Tutti e con il Programma Culture 2007 (dialogo interculturale). Voucher e borse lavoro, finalizzati all inserimento lavorativo. Interventi integrati tra politiche di welfare locali, occupazionali e per la competitività, orientate all attivazione lavorativa come parte centrale della strategia di integrazione sociale. Misure di accompagnamento e servizi di sostegno finalizzati ad agevolare l inserimento nel MdL dei soggetti appartenenti a famiglie al di sotto della soglia di povertà. Azioni di consulenza, informazione e formazione rivolti ai datori di lavoro e ai responsabili risorse umane, in materia di Pari Opportunità per Tutti e gestione delle diversità sul posto di lavoro. Attività formative per la qualificazione degli operatori che lavorano nel settore sociale. Azioni per il sostegno allo sviluppo del Terzo Settore e forme di auto-impiego da parte di soggetti svantaggiati. Nota: con riferimento al POR vengono rilevate azioni, interventi e modalità distintive rispetto a quanto realizzato nel precedente ciclo di programmazione

21 REGIONE PIEMONTE POR VARIABILI RISORSE FINANZIARIE INTEGRAZIONE AREE DI POLICY ORGANISMI / STRUTTURE COMPLEMENTA- RIETÀ CON ALTRI PROGRAMMI / INIZIATIVE INTERVENTI INTERSETTORIALI PER FAVORIRE L OCCUPAZIONE INTERVENTI INTERSETTORIALI PER FAVORIRE L ACCESSIBILITÀ AL SISTEMA DEI SERVIZI 2000/2006 Integrazione tra i diversi Assi e Misure del POR - L. 68/99. Politiche della formazione del lavoro e sociali. L attività di gestione delle azioni e dei progetti è affidata alle Province, che attraverso i CpI o i soggetti convenzionati, sono deputate all attivazione delle Misure di politica attiva del lavoro previste dalla programmazione regionale. Non specificato. Azioni di orientamento, formazione e work experience, a beneficio dei gruppi a rischio di esclusione sociale. Servizi di orientamento, counselling, assistenza e incontro fra domanda e offerta di lavoro. Creazione dei consorzi, miglioramento dei servizi, contributi ai singoli soci. Realizzazione delle Azioni di Sistema atte al raccordo interistituzionale finalizzato alla diffusione delle buone prassi. Costituzione e consolidamento di reti integrate di partenariato per la progettazione e la gestione delle iniziative. Sostegno a nuove funzioni proprie della rete, quali ad esempio il Case Management che prevede l osservazione da parte delle istituzioni dei singoli casi e percorsi su tutto il portafoglio di politiche di cui il singolo è potenziale beneficiario. 2007/2013 Integrazione degli stanziamenti ordinari di fonte nazionale (L. 68/99, L. 53/03, etc.) e regionale (L. 28/93 e smi, L. 51/00, etc.). Si prevedono spazi di cooperazione con gli interventi di rigenerazione urbana sostenuti dal FESR. Usualmente i quartieri per i quali vengono programmati interventi infrastrutturali di recupero del patrimonio edilizio e abitativo, sono caratterizzati da un tessuto sociale fragile e necessitante di percorsi di integrazione socio-lavorativa. Politiche formative, del lavoro, sociali e sociosanitarie. Organismo Intermediario per la gestione della Sovvenzione Globale. Non specificato. Si prevede una linea di intervento deputata all istituzione/sviluppo di sedi permanenti di confronto tra enti e organizzazioni di Terzo Settore chiamate a tracciare gli obiettivi comuni delle iniziative attivabili e a concordare approcci, metodologie e strumenti per percorsi di inclusione sociale da mettere in campo. Si ipotizzano percorsi integrati e differenziati per target volti all inclusione sociale e lavorativa dei soggetti svantaggiati, nonché di percorsi formativi, dedicati o di sostegno all inserimento nelle azioni ordinarie, caratterizzati da un forte orientamento all occupazionale associata ad un imprescindibile attività di counselling, motivazione e rimotivazione. Azioni per il rafforzamento del Terzo Settore. Misure di accompagnamento per il raccordo tra istituzioni, attori che hanno in carico i soggetti deboli e beneficiari finali. Nota: con riferimento al POR vengono rilevate azioni, interventi e modalità distintive rispetto a quanto realizzato nel precedente ciclo di programmazione

22 REGIONE MARCHE POR VARIABILI INTEGRAZIONE RISORSE FINANZIARIE AREE DI POLICY ORGANISMI / STRUTTURE COMPLEMENTARIETÀ CON ALTRI PROGRAMMI / INIZIATIVE INTERVENTI INTERSETTORIALI PER FAVORIRE L OCCUPAZIONE INTERVENTI INTERSETTORIALI PER FAVORIRE L ACCESSIBILITÀ AL SISTEMA DEI SERVIZI 2000/2006 Utilizzo di ulteriori risorse: da leggi nazionali, regionali, Iniziative Comunitarie come Equal. Non specificato. Organismo Intermediario per la gestione della Sovvenzione Globale - Piccoli Sussidi. Non specificato. Sostegno alla creazione d impresa. Attività di tirocini ed orientamento. Percorsi di formazione (permanente, per il reinserimento e l inserimento lavorativo). Azioni di rafforzamento dei dispositivi a sostegno della partecipazione dei soggetti svantaggiati alle azioni della Misura. 2007/2013 Non specificato. Politiche attive del lavoro e politiche sociali. Organismo intermediario per la gestione della Sovvenzione Globale. l AdG e gli Organismi intermedi possano assegnare a strutture in house un budget annuo di entità contenuta da utilizzare per la realizzazione di attività formative di breve durata da destinare ad utenti le cui probabilità di impiego risultino fortemente compromesse dalla mancanza di competenze di base. Non specificato. Azioni a sostegno dell inclusione sociolavorativa di categorie svantaggiate (soggetti appartenenti a vecchie e nuove fasce di povertà; lavoratori precari; soggetti diversamente abili; soggetti affetti da dipendenze; detenuti ed ex detenuti; etc.). Sviluppo di imprese e reti nell ambito dell economia sociale e qualificazione delle imprese sociali (con riferimento sia ai posti di lavoro da queste creati che ai servizi erogati) che può consentire sia l inserimento lavorativo di soggetti appartenenti a categorie svantaggiate che l incremento di servizi di cura, indispensabili per favorire la conciliazione e quindi anche il raggiungimento di obiettivi globali programmati nell ambito di altri Assi del POR FSE. Azioni rivolte alla qualificazione delle reti e degli operatori del privato sociale. Nota: con riferimento al POR vengono rilevate azioni, interventi e modalità distintive rispetto a quanto realizzato nel precedente ciclo di programmazione

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