I PROGETTI DI FORMAZIONE DEL GRUPPO AUTISMO

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1 I PROGETTI DI FORMAZIONE DEL GRUPPO AUTISMO PROGETTO FORMAZIONE PER GLI INSEGNANTI PROGETTO CHAT PER I PEDIATRI Dr Filippo Gitti Brescia, 18 maggio 2007

2 LA CURA: EDUCARE Educare il bambino alle abilità di base Educare il bambino alle abilità sociali e comunicative Educare il bambino a usare le sue abilità in attività con altri bambini (Enrico Micheli)

3 E IN ITALIA? Legge quadro 104/92 per l assistenza, l integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate. Art 12-2: E garantito alla persona handicappata il diritto all educazione e all istruzione nelle classi di ogni ordine e grado Art 12-3: L integrazione scolastica ha come obiettivo lo sviluppo delle potenzialità della persona handicappata nell apprendimento, nella comunicazione, nelle relazioni e nella socializzazione.

4 FORMAZIONE IN COLLABORAZIONE CON: Istituto Pasquali-Agazzi di Brescia (2 corsi). Direzione Scuole dell Infanzia di Brescia (2 corsi). Università Cattolica di Brescia. Università di Tor Vergata, corso di specializzazione per insegnanti di sostegno. CTRH Val Trompia (2 corsi). CTRH Salò (2 corsi). IX Circolo Didattico di Brescia. XVI Circolo Didattico di Brescia. COMPLESSIVAMENTE PIU DI 90 ORE DI FORMAZIONE CHE HANNO COINVOLTO CIRCA 700 INSEGNANTI.

5 MODELLO DI TEACHER S TRAINING 2-4 incontri. Formatori: singolo/gruppo con competenze diverse (NPI, psicologa, terapiste, insegnanti). Metodologia: lezioni frontali/lavori di gruppo su casi/materiale interattivo (video, fotografie, materiali didattici). Corso base e corso di approfondimento.

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7 TEORIA DELL ICEBERG 1) Buona conoscenza teorica dell autismo. L autistico è qualcuno che deve imparare scientificamente quello che per gli altri è intuitivo (Marc Sieger)

8 TEORIA DELL ICEBERG 2) Adattare l ambiente Per le persone affette da autismo la realtà non è che confusione il più grande sforzo della mia vita è cercare dei punti di riferimento nel caos (Therese Joliffe)

9 TEORIA DELL ICEBERG 3) Valutazione per sviluppare programmi individualizzati Data l eterogeneità nei processi di apprendimento dei bambini autistici, è indispensabile approntare dei programmi individualizzati sulle abilità, sui deficit e sui bisogni del singolo.

10 TEORIA DELL ICEBERG 4) Utilizzo di strategie educative specializzate per l autismo Come posso saperlo se non posso vederlo? (Thomas De Clercq) Fondamentale sviluppare programmi di attiva generalizzazione e utilizzare strategie di visualizzazione.

11 CONTENUTI DEL TEACHER S TRAINING Autismo e disturbi generalizzati dello sviluppo, presentando soprattutto le caratteristiche cliniche

12 CONTENUTI DEL TEACHER S TRAINING Il funzionamento cognitivo nell autismo: aspetti neurobiologici, punti di forza, punti di debolezza.

13 Teoria della Mente Difficoltà a riconoscere Le emozioni

14 Pensiero in dettaglio Pensiero visivo

15 DIFFICOLTA DEL BAMBINO AUTISTICO A RISPONDERE ALLE DOMANDE COSA DEVO FARE? COME? DOVE? QUANDO? PER QUANTO TEMPO? CON CHI? E DOPO?

16 ORGANIZZAZIONE DELLO SPAZIO

17 ORGANIZZAZIONE DEL TEMPO

18 ORGANIZZAZIO NE DEL LAVORO

19 I CONTENUTI DEL TEACHER S TRAINING Incontri su abilità specifiche di insegnamento, in particolare: LA VALUTAZIONE INFORMALE LE ABILITA SOCIALI LE ABILITA COGNITIVE LE ABILITA DI COMUNICAZIONE

20 E BELLO VEDERE LA SCUOLA CHE CAMBIA E SI ORGANIZZA!!!

21 Angolo del lavoro in classe

22 Schema di organizzazione del lavoro

23 Angolo di insegnamento individualizzato

24 Canalizzazione di una stereotipia attraverso un intervento di modificazione ambientale

25 NON SI TOCCANO GLI INTERRUTTORI

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27 Uso di indicatori visivi per organizzare la sequenza di lavoro

28 Fotografie per la comunicazione alternativa (PECS)

29 Costruisco una frase con il sistema di comunicazione per immagini (PECS)

30 Facilitazioni per la scrittura: supporto visivo per l organizzazione della frase, binari per la disgrafia. Proposte individualizzate in base al livello di sviluppo del bambino.

31 Facilitatori visivi per la disgrafia, struttura prevedibile del tempo di lavoro (pausa programmata), rinforzo (Pimpa). Facilitatori visivi per l abilità di problem-solving

32 I PROGETTI DI FORMAZIONE DEL GRUPPO AUTISMO PROGETTO FORMAZIONE PER GLI INSEGNANTI PROGETTO CHAT PER I PEDIATRI

33 Azienda Ospedaliera Spedali Civili di Brescia U.O. di Neuropsichiatria dell Infanzia e dell Adolescenza Polo Territoriale Il ruolo del Pediatra nello screening precoce dell Autismo e dei Disturbi Pervasivi dello Sviluppo Gruppo di lavoro per l Autismo e i Disturbi Pervasivi dello Sviluppo UONPIA Polo Territoriale di Brescia Brescia 23 Ottobre 2004 Azienda Ospedaliera Spedali Civili di Brescia U.O.N.P.I.A. Polo Territoriale Brescia

34 IL PROGETTO: OBIETTIVI Migliorare le conoscenze teoriche sull autismo e la capacità di osservazione dei pediatri di libera scelta. Favorire diagnosi precoci e ridurre la discrepanza temporale tra i primi sintomi e la valutazione specialistica. Raccolta di dati epidemiologici. Studi di follow-up.

35 IL PROGETTO: FASI OPERATIVE 1. Formazione teorico-pratica dei pediatri di base per focalizzare la loro attenzione su aspetti dello sviluppo meritevoli di essere valutati dallo specialista nel sospetto di patologia e non di variante fisiologica dello sviluppo. 2. Addestramento alla somministrazione di un test di screening, la CHAT, a tutti i bambini di 18 mesi, nell ambito dei periodici bilanci di salute, con l impegno a risomministrare il test all età di 19 mesi nei casi risultati a rischio, con l obiettivo di ridurre i casi di falso positivo. 3. Invio dei casi sospetti allo screening test ad una valutazione specialistica NPI per la definizione diagnostica e l inizio del trattamento riabilitativo. 4. Invio di tutte le CHAT normali somministrate per studi epidemiologici.

36 CHAT PUNTI DI FORZA: E uno screening test ideale: poco costoso, facile e rapido da somministrare. Eccellente specificità con ridotta probabilità di falsi positivi. Buon valore predittivo positivo per autismo e disturbi pervasivi dello sviluppo LIMITI: Scarso potere discriminativo tra autismo e ritardi di sviluppo gravi. Bassa sensibilià probabilmente dovuta a (Charman et al, 98): - genitori che sovrastimano - criteri rigidi che segnalano solo i casi più severi - casi ad esordio tardivo

37 Sezione A: chiedere ai genitori A1. Il bambino si diverte a dondolarsi o a fare cavalluccio sulle vostre ginocchia? A2. Il bambino mostra interesse verso gli altri bambini? A3. Gli piace arrampicarsi sulle cose (es. sulle scale)? A4. Al bambino piace giocare a cucù? E a nascondino? A5. Il bambino ha mai fatto finta di preparare il tè usando una tazza e una teiera giocattolo o fa finta di fare altre cose? A6. Il vostro bambino utilizza il dito indice per indicare, per chiedere qualcosa? A7. Il vostro bambino utilizza a volte il dito indice per indicare, per mostrare interesse verso qualcosa? A8. Il vostro bambino gioca in maniera appropriata con piccoli giochi (es. macchinine o cubetti) senza limitarsi a metterli in bocca, gingillarsi con essi o lasciarli cadere? A9. Il vostro bambino vi porta degli oggetti allo scopo di mostrarvi qualche cosa?

38 Sezione B: osservazione durante la visita B1. Durante la visita, il bambino ha avuto un contatto di sguardo con voi? B2. Richiamate l'attenzione del bambino, poi indicate un oggetto interessante nella stanza dicendo: Oh, guarda! C'è un (nome dell'oggetto)!" Osservate il bambino. B3. Richiamate l'attenzione del bambino, poi dategli una pentolina e dite Facciamo la pappa? Il bambino fa finta di mescolare, fa finta di mangiare, dà la pappa alla bambola? B4. Dite al bambino "Dov'è la luce?", oppure "Fammi vedere la luce!" Il bambino indica la luce? B5. Il bambino è in grado di costruire una torre con i cubetti? (Se sì, quanti ne usa?)

39 GRUPPO AD ALTO RISCHIO DI AUTISMO: IL BAMBINO NON PRESENTA NESSUNO DEI COMPORTAMENTI SEGUENTI: POINTING PROTODICHIARATIVO (A7 E BIV) MONITORAGGIO DELLO SGUARDO (BII) GIOCO SIMBOLICO (A5 E BIII) GRUPPO A MEDIO RISCHIO DI AUTISMO: IL BAMBINO NON PRESENTA IL POINTING PROTODICHIARATIVO (A7 E BIV), MA PASSA ALMENO UNO DEGLI ALTRI TRE ITEM (A5, BII E BIII). GRUPPO A RISCHIO DI RITARDO DI SVILUPPO CADUTA IN ALMENO TRE DEGLI ALTRI ITEM

40 RISULTATI Grande interesse e partecipazione da parte dei pediatri di libera scelta alla giornata di formazione teorico-pratica (circa 120). Scarsa adesione alla raccolta di dati epidemiologici attraverso la somministrazione della CHAT nei bilanci di salute. Risultati

41 RISULTATI PERIODO Casi/anno Età prime preoccupazioni Età diagnosi Discrepanza temporale ,7/anno (37) 19 mesi (12-36 mesi) 38 mesi (22-96 mesi) 19 mesi (3-60 mesi) ,8/anno (22) 28,7 mesi (10-46 mesi) 41,5 mesi (20-78 mesi) 13,4 mesi (4-42 mesi)

42 CATEGORIE DIAGNOSTICHE AUTISMO DGS-NAS ASPERGER

43 INVIANTE SPONTANEO OSPEDALE PEDIATRA AUDIOFONIATRA SCUOLA PSICOLOGO

44 PROGETTI FUTURI FILIPPO DEL GRUPPO AUTISMO

45 SINDROME DI ASPERGER CONDIZIONE NEUROBIOLOGICA CRONICA AD ESORDIO PRECOCE COME L AUTISMO, DAL QUALE DIFFERISCE PER COMPETENZE COGNITIVE E LINGUISTICHE RELATIVAMENTE CONSERVATE. HANS ASPERGER (1944) - AUTISTICHEN PSYCHOPATEN IN KINDERSALTER MARCATI DEFICIT SOCIALI BUONE CAPACITA COGNITIVE E LINGUISTICHE GOFFAGGINE MOTORIA INTERESSI IDIOSINCRASICI E CIRCOSCRITTI ESORDIO DOPO I 3 ANNI TRATTI SIMILI NEI GENITORI (PADRI)

46 PROGETTO SINDROME DI ASPERGER/AUTISMO HF Riconoscerli 2003: 6/64 (9,3%) 2007: 19/97 (19,5%) Valutarli in modo corretto Lavorare sulle abilità sociali

47 CON IL BAMBINO ASPERGER Lavoro psicomotorio con l obiettivo di: riconoscere/esprimere le emozioni; raccontare le proprie esperienze; migliorare le abilità di comunicazione verbale e non verbale; giocare a far finta; essere più flessibili; scambiarsi i ruoli (role-playing) imparare a stare con gli altri; imparare le regole sociali implicite.

48 Strumenti: gioco simbolico modellamento scomposizione del compito rinforzo generalizzazione in ambienti naturali con i coetanei

49 CON IL RAGAZZO ASPERGER Lavoro psicoterapico di tipo cognitivocomportamentale e lavoro psicoeducativo in collaborazione con la famiglia/con la scuola/ con il servizio educativo domiciliare. Comunicare la diagnosi. Lavorare su eventuali sintomi depressivi/ d ansia/ ossessivi. Insegnare le abilità sociali e di comunicazione con strumenti adatti a loro.

50 IL TERMOMETRO: misuro le mie abilità

51 RENDERE CONCRETO CIÒ CHE È ASTRATTO Una conversazione è un po come una partita a tennis, solo che è un po più lenta. Le parole si spostano fra le due persone che stanno facendo conversazione un po come la pallina da tennis si sposta fra i due giocatori. Se un giocatore afferra la pallina e non la tira più indietro, l altro giocatore non può più giocare e alla fine si arrabbia o si annoia. Allo stesso modo, se sei in una conversazione e ti metti a parlare senza far parlare più l altra persona, l altra persone si può annoiare o irritare. In una conversazione, le due persone devono avere la possibilità di esprimere uno all altro i loro pensieri, i loro sentimenti e le loro opinioni (Susanna Villa)

52 Le parole più brutte a scuola Bastardo Figlio di puttana stronzo

53 Le parole più belle Giocare Cucinare Conoscersi

54 Ruttare Le cose più brutte Spingere picchiare

55 Le sensazioni più belle o più brutte Stare bene e male Solitudine e compagnia

56 TRISTEZZA E

57 FELICITA E

58 PROGETTO SINDROME DI ASPERGER Formazione con la dott.ssa Susanna Villa (IRCCS La Nostra Famiglia di Conegliano) sugli aspetti clinici e diagnostici della sindrome di Asperger e sul training di gruppo per l insegnamento delle abilità sociali. Gruppi di abilità sociali per soggetti con AS/AHF. Formazione per insegnanti, educatori e genitori.

59 PROGETTO PARENT TRAINING Corso per genitori organizzato in collaborazione con Autismo Italia (2 giornate, 2003) Corso per operatori della UONPIA (dott. Enrico Micheli e Cesarina Xaiz, 2 giornate, 2006): come costruire l alleanza con i genitori fin dal momento della valutazione il parent-training individuale il parent-training di gruppo.

60 PROGETTO PARENT TRAINING Attivare gruppi di parent-training da proporre ai genitori dei bambini che sono stati valutati dal gruppo di 2 livello. Questionario per raccogliere suggerimenti. Non solo auto-mutuo aiuto ma genitori esperti dell autismo e del proprio figlio. Attenzione sia agli aspetti educativi che agli aspetti emotivo-relazionali.

61 GRAZIE!!!

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