L ARCHITETTURA PRIVATA AD AQUILEIA IN ETÀ ROMANA

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1 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA DIPARTIMENTO DI ARCHEOLOGIA ANTENOR QUADERNI 24 L ARCHITETTURA PRIVATA AD AQUILEIA IN ETÀ ROMANA ATTI DEL CONVEGNO DI STUDIO (PADOVA, FEBBRAIO 2011) a cura di Jacopo Bonetto e Monica Salvadori con la collaborazione di Alessandra Didonè e Caterina Previato

2 ANTENOR QUADERNI DIREZIONE Irene Favaretto, Francesca Ghedini COMITATO SCIENTIFICO Maria Stella Busana, Jacopo Bonetto, Paolo Carafa, Marie Brigitte Carre, Heimo Dolenz, Christof Flügel, Andrea Raffaele Ghiotto, Stefania Mattioli Pesavento, Mauro Menichetti, Athanasios Rizakis, Monica Salvadori, Daniela Scagliarini, Alain Schnapp, Gemma Sena Chiesa, Desiderio Vaquerizo Gil, Paola Zanovello, Norbert Zimmermann COORDINAMENTO SCIENTIFICO Isabella Colpo SEGRETERIA REDAZIONALE Matteo Annibaletto, Maddalena Bassani La presente opera raccoglie gli Atti delle giornate di studio conclusive del Progetto di Ricerca di Interesse Nazionale (bando 2007) L edilizia domestica ad Aquileia e nel suo territorio coordinato dall Università degli Studi di Padova (prof. J. Bonetto) in collaborazione con l Università degli Studi di Roma La Sapienza e l Università degli Studi del Molise. Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Università degli Studi di Padova Università degli Studi di Roma La Sapienza Università degli Studi del Molise Volume revisionato dal comitato scientifico composto da: Heimo Dolenz (Landesmuseum für Kärnten), Christof Flügel (Landestelle für nichstaatlichen Museen in Bayern), Angela Pontrandolfo (Università degli Studi di Salerno), Daniela Scagliarini (Università degli Studi di Bologna) Volume realizzato con il contributo di: Banca di credito cooperativo di Fiumicello ed Aiello del Friuli Università degli Studi di Padova Dipartimento di Archeologia Piazza Capitaniato, Padova antenor.quaderni@unipd.it ISBN Padova 2012, Padova University Press Università degli Studi di Padova via 8 febbraio 1848, Padova tel , fax padovauniversitypress@unipd.it Le foto di reperti di proprietà dello Stato sono pubblicate su concessione del Ministero per i Beni e le Attività culturali, Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia (Aut. del 24/02/2012, prot. n 563/19). Tutti i diritti sono riservati. È vietata in tutto o in parte la riproduzione dei testi e delle illustrazioni. Volume stampato presso la tipografia Italgraf - Noventa Padovana

3 Sommario ALVIANO SCAREL, Premessa... pag. IX LUIGI FOZZATI, Premessa...» XI FRANCESCA GHEDINI, Presentazione...» XIII JACOPO BONETTO, MONICA SALVADORI, Introduzione...» XV TEMI GENERALI JACOPO BONETTO, L edilizia privata antica di Aquileia. Profilo storiografico...» 1 CLAUDIO ZACCARIA, Chi erano i proprietari delle ricche domus aquileiesi? Piste epigrafiche...» 49 LE CASE E L ARCHITETTURA PATRIZIO PENSABENE, ENRICO GALLOCCHIO, Contributo per la storia del quartiere residenziale sud-ovest: i fondi ex CAL e Beneficio Rizzi...» 67 MICHELE BUENO, VALENTINA MANTOVANI, MARTA NOVELLO, Lo scavo della casa delle Bestie ferite...» 77 VANESSA CENTOLA, GUIDO FURLAN, ANDREA RAFFAELE GHIOTTO, EMANUELE MADRIGALI, CATERINA PREVIATO, La casa centrale dei fondi ex Cossar ad Aquileia: nuovi scavi e prospettive di ricerca...» 105 FEDERICA FONTANA, La domus dei Putti danzanti lungo la via Gemina: aspetti planimetrici e funzionali...» 131 ANTONIA SPANÒ, FILIBERTO CHIABRANDO, FULVIO RINAUDO, Contributi della geomatica ai temi delle ricerche archeologiche. Il caso dell insula di via Gemina ad Aquileia...» 141 LUCIANA MANDRUZZATO, FRANCA MASELLI SCOTTI, Il quartiere abitativo precedente il complesso teodoriano di Aquileia...» 157 CATERINA PREVIATO, Tecniche costruttive utilizzate nelle case di Aquileia: le sottofondazioni pluristratificate...» 165 LE CASE E L APPARATO DECORATIVO MONICA SALVADORI, Edilizia privata e apparati decorativi ad Aquileia: lo stato della ricerca...» 181 MICHELE BUENO, MARTA NOVELLO, FEDERICA RINALDI, Per un corpus dei mosaici di Aquileia: status quo e prospettive future...» 195

4 VI SOMMARIO MARTA NOVELLO, L autorappresentazione delle élites aquileiesi nelle domus tardoantiche... pag. 221 FLAVIANA ORIOLO, Modi dell abitare ad Aquileia: i rivestimenti parietali...» 243 FABRIZIO SLAVAZZI, Gli arredi di lusso di Aquileia: nuove ricerche...» 263 FEDERICA GIACOBELLO, Arredi in bronzo del Museo Archeologico Nazionale di Aquileia...» 273 FULVIA CILIBERTO, Il lusso dell acqua: sculture con funzione di fontana ad Aquileia...» 281 FEDERICA FONTANA, EMANUELA MURGIA, La domus dei Putti danzanti lungo la via Gemina: alcuni elementi dell apparato decorativo...» 297 MAURIZIO GOMEZ SERITO, EDUARDO RULLI, I materiali lapidei naturali della domus dei Putti danzanti : marmi bianchi e colorati...» 309 LE CASE E I MATERIALI ANNALISA GIOVANNINI, Ninnoli, oggetti di devozione domestica, ricordi famigliari: immagini di terracotta da Aquileia tra scavi e dati d archivio...» 317 GRAZIA FACCHINETTI, Ritualità connesse alla costruzione di domus. Le offerte monetali di fondazione ad Aquileia...» 337 FILOMENA GALLO, ALESSANDRA MARCANTE, GIANMARIO MOLIN, ALBERTA SILVESTRI, PATRICK DEGRYSE, MONICA GANIO, I vetri della casa delle Bestie ferite ad Aquileia: uno studio archeologico e archeometrico...» 353 DIANA DOBREVA, Studio e analisi di alcuni contesti della domus centrale presso i fondi ex Cossar.» 369 LE CASE FUORI DELLA CITTÀ PAOLA MAGGI, FLAVIANA ORIOLO, Luoghi e segni dell abitare nel suburbio di Aquileia...» 407 MAURIZIO BUORA, L interpretazione delle foto aeree di Aquileia e una sconosciuta villa extraurbana nel suburbio occidentale...» 429 LUDOVICO REBAUDO, La villa delle Marignane ad Aquileia. La documentazione fotografica di scavo ( ) - con appendici di Alberto Savioli ed Elena Braidotti...» 443 FABIO PRENC, Dinamiche insediative e tipologie edilizie nella Bassa Friulana...» 475 MARIA STELLA BUSANA, CLAUDIA FORIN, Le ville romane nel territorio di Aquileia: alcune considerazioni in merito all articolazione e all uso degli spazi...» 487 VALENTINA DEGRASSI, RITA AURIEMMA, L edilizia residenziale lungo l arco costiero nord-orientale, tra il Lacus Timavi e Grignano...» 511 PAOLA VENTURA, Edilizia privata presso il Lacus Timavi: la villa di via delle Mandrie a Monfalcone (GO) - con appendice di Gabriella Petrucci...» 533 LE CASE TRA TARDOANTICO E MEDIOEVO GIUSEPPE CUSCITO, Edilizia privata ed edifici cristiani di culto: un problema aperto...» 555 YURI MARANO, Dopo Attila. Urbanesimo e storia ad Aquileia tra V e VI secolo d.c....» 571 LUCA VILLA, Modelli di evoluzione dell edilizia abitativa in Aquileia tra l antichità e il medioevo...» 591 MARINA RUBINICH, Dalle Grandi Terme alla Braida Murada : storie di una trasformazione...» 619

5 SOMMARIO VII LE CASE E LA VALORIZZAZIONE ANTONELLA CORALINI, Antichi vicini di casa. Presenze reali e virtuali nel mondo digitale...» 639 GIOVANNA MONTEVECCHI, PAOLO BOLZANI, La domus dei tappeti di pietra. Un sito archeologico nel cuore di Ravenna...» 665 EMANUELE MADRIGALI, Esperienze di restauro e valorizzazione di Aquileia: l esempio dei fondi ex Cossar...» 685 VILMA FASOLI, Tra frammento e contesto: la valorizzazione come progetto condiviso...» 699 FABIANA PIERI, GIULIA MIAN, VALENTINA DEGRASSI, La villa romana di Ronchi dei Legionari. Un esperienza di valorizzazione...» 707 MAURIZIA DE MIN, PIERLUIGI GRANDINETTI, EUGENIO VASSALLO, Un idea progettuale per la conservazione, protezione e valorizzazione dei resti della domus della Pesca nel fondo Cossar...» 723

6 UN IDEA PROGETTUALE PER LA CONSERVAZIONE, PROTEZIONE E VALORIZZAZIONE DEI RESTI DELLA DOMUS DELLA PESCA NEL FONDO COSSAR Maurizia De Min*, Pierluigi Grandinetti**, Eugenio Vassallo*** *Architetto, Libero professionista, maurizia.demin@alice.it **Architetto, Libero professionista, grandine1000@tin.it ***Architetto, Libero professionista, vassallo@iuav.it RIASSUNTO Il progetto prevede un sistema di percorsi, che collega la basilica e la via Sacra con la stalla Violin, nuovo centro per i visitatori, e di qui si affaccia sul fondo Cossar, valorizzato come parte compiuta di un isolato romano. In esso compare la Domus della Pesca, ricreata nei suoi elementi costitutivi, come spazio museale, attraverso un sistema di coperture e passerelle il sistema Domus replicabile in siti analoghi. Nella valorizzazione dei segni della storia il luogo assume così una nuova identità, ricca di significati e di suggestioni. ABSTRACT The project provides for a system of paths that connects the Basilica and the Sacred Way with the Violin stable, new visitors center, and from here appears on the fondo Cossar, valued as part of a complete Roman block. In it appears the Domus of the fishery, recreated into its constituent elements, as a museum, through a system of walkways and roofs the Domus system repeatable in similar sites. The valorization of historical signs takes place as a new identity, full of meanings and impressions. L architettura privata ad Aquileia in età romana, Atti del Convegno di Studio (Padova, febbraio 2011), a cura di Jacopo Bonetto e Monica Salvadori, Padova 2012, pp

7 Archeologia, architettura, paesaggio; conservazione, valorizzazione, divulgazione: sono queste le tematiche che abbiamo riconosciuto come portanti nel concorso di idee bandito dalla Fondazione Aquileia per la valorizzazione del fondo Cossar e che abbiamo posto al centro della nostra proposta progettuale 1, provando a configurare a partire da esse un insieme organico di interventi, in grado di assicurare la conservazione dei resti esistenti e di riconoscerli come testimonianze ancora vive di un passato lontano, garantendo loro accessibilità e fruibilità in regime di sicurezza. E ancora abbiamo voluto tratteggiare un ipotesi d intervento che mantenesse vivo il rapporto con gli esiti, sempre nuovi, che la ricerca archeologica può essere in grado di produrre. Tutto ciò nella consapevolezza della complessità proposta dalla sedimentata stratificazione di segni della storia che caratterizzano questo luogo e dal loro intreccio con i segni della natura. È in questa direzione che il progetto si è mosso, valorizzando tale complessità a partire dalle risorse presenti in questa parte di Aquileia: in primo luogo dalla straordinaria presenza nel fondo Cossar - di un pezzo di insula romana, con almeno tre domus che vi insistono. A ciò si aggiungono la stalla Violin e il piccolo borgo storico che la circonda, i resti ancora interrati delle mura e del torrione romani, la via Sacra composta da filari di cipressi e siepi di bosso fino al porto fluviale, il fiume Natissa come limite tra la città romana e il paesaggio agrario circostante, fino ad arrivare sull asse urbano nordsud allo straordinario complesso della Basilica. A partire da queste risorse il primo tema del progetto riguarda la scoperta di un pezzo, di una parte della città romana, attraverso la costruzione di un identità per il fondo Cossar, e quindi di un suo nuovo ruolo nell ambito della città. Primo passo in questa direzione è lo studio degli interventi di conservazione e restauro indispensabili per garantire la permanenza, prima, e la fruibilità poi di tutto l insieme degli elementi emersi dalle complesse e delicate operazioni di scavo condotte per mettere in luce le tracce della domus. Operazione non semplice, questa, per la molteplicità delle stratificazioni presenti, per la delicatezza delle strutture, dei materiali e degli apparati decorativi. Se si escludono il porto, il complesso forense, il fondo CAL e il sepolcreto, di Aquileia romana poco resta oggi alla vista dei visitatori: in particolare degli isolati e delle case romane si possono cogliere pienamente solo frammenti. Il tentativo del progetto è quello di far riemergere l area archeologica delle domus del fondo Cossar, opportunamente sistemata e valorizzata, come parte tendenzialmente compiuta di un isolato romano. L area archeologica viene inserita all interno di un ambito di scavo a figura quadrata, i cui limiti verso est e verso ovest sono definiti dai due tracciati stradali antichi riportati alla luce e recuperati. 1 Il gruppo di progettazione è costituito da: Eugenio Vassallo (capogruppo), Pierluigi Grandinetti, Sandro Pittini, Massimiliano Valle, Marino Del Piccolo, Daniele Mucin, Dario Cazzaro, Piera Puntel. I consulenti: Maurizia De Min, Alberto Candolini, Stefano Massarino, Federico Mondini. I collaboratori: Michela Cafazzo, Silvia Degan, Sara Di Resta, Nicolò Gnan, Andrea Marchioli, Alessandro Piraccini.

8 UN IDEA PROGETTUALE PER LA CONSERVAZIONE, PROTEZIONE E VALORIZZAZIONE DEI RESTI DOMUS DELLA PESCA NEL FONDO COSSAR 725 Due piani leggermente inclinati trattati a prato stabile connettono la quota attuale di campagna con la quota archeologica posta a un livello inferiore, in modo da configurare l area come una valle incassata. Al fine di eliminare la marginalità dell area valorizzandone l accessibilià e quindi dandole una nuova centralità, il progetto la inserisce in un sistema articolato di percorsi, che collega innanzitutto la Basilica con la stalla Violin, ampliata e ripensata come centro visitatori, e di qui si affaccia sulla valle delle domus. Un altro accesso all area avviene dal torrione e dalle mura repubblicane, ricomposte nel volume come architetture verdi, e dalla pista ciclabile a est delle stesse, oltre la quale il percorso prosegue nel parco del porto fluviale e del Natissa. Specie vegetali del periodo romano in forma di siepi arricchiscono i percorsi, adeguatamente segnalati e illuminati di notte. Rispetto all unico percorso pedonale oggi esistente a scala urbana, quello della via Sacra, il progetto prevede due nuovi percorsi pedonali, in pietrisco stabilizzato. Il primo corre in un tratto compreso tra l area delle domus e l estremità settentrionale del foro a fianco della prevista pista ciclabile, che permetterà il collegamento a scala territoriale tra Palmanova e Grado recuperando il tracciato della vecchia linea ferroviaria ora in disuso. Un secondo percorso, di interesse paesaggistico e archeologico, ridisegna sul suolo il tracciato delle mura repubblicane, a partire dal tratto sud di cui è previsto il recupero. Questi nuovi percorsi, insieme con quello della via Sacra, consentiranno la formazione di anelli e quindi di circuiti turistici, differenziandosi completamente dall attuale condizione di confusione e promiscuità tra auto, biciclette e pedoni, che caratterizza il traffico ad Aquileia. Questi itinerari potranno svilupparsi secondo differenti livelli percettivi: multiscalari, da quello paesaggistico a quello architettonico e archeologico; temporali, attraverso l uso dell idea ormai consolidata del museo diffuso e la riappropriazione del tempo dei luoghi; multisensoriali, recuperando e valorizzando le essenze vegetali autoctone assieme a quelle antiche e offrendo gradi cromatici e olfattivi sempre diversi in ogni stagione. In quest ottica, si è pensato di realizzare tra il fiume Natissa e il percorso della via Sacra un parco botanico di Aquileia romana che, sviluppandosi in modo lineare fino alla golena a sud, accompagni il visitatore in un piacevole itinerario ricco di profumi, colori, architetture monumentali e reperti archeologici. Nella valorizzazione dei segni della storia e della natura, il luogo dovrebbe assumere così una nuova identità, ricca di significati e di suggestioni (fig. 1). Si è delineato così il secondo tema, che a partire dalla riorganizzazione in parte già descritta dell ambito del fondo Cossar, riguarda la configurazione architettonica degli elementi che lo compongono. Si è già detto come la via Sacra e i nuovi percorsi di progetto si intersechino in un sito posto in prossimità della ricostruzione del torrione delle mura repubblicane, in cui si prevede un luogo di sosta attrezzato. Il torrione e il tratto di mura ricostruiti attraverso un architettura verde costituiscono una sorta di soglia temporale tra l antico e il presente che, una volta superata passando all interno dello spessore murario, permette l accesso all insula delle antiche domus. Dal centro urbano invece è previsto un nuovo percorso pedonale e ciclabile, lastricato dalla Basilica alla stalla Violin, in pietrisco stabilizzato da qui al torrione e alla nuova area di sosta, accessibile per i disabili, su scarpate in terra inerbita in modo da collegare i diversi livelli del suolo. Esso è collegato all area di visita delle domus attraverso una passerella pedonale sopraelevata, con sottostanti canalizzazioni tra cui quella di raccolta dell acqua meteorica, che viene convogliata e riusata per l irrigazione del verde previsto dal progetto. La stalla Violin, come nuovo centro visitatori, viene riutilizzata nella conservazione dei suoi peculiari caratteri rurali e ampliata sul fronte nord. La parte in ampliamento consiste in una struttura sospesa, al fine di rendere visibile l area archeologica sottostante in continuità con quella esistente, che eventualmente venisse in luce durante i lavori. Ad essa si accede da piazza Capitolo, passando sotto il portico, attraverso una rampa sospesa sugli scavi. Al primo livello si trovano i servizi igienici per gli utenti e un ascensore per i disabili; una scala esterna, utilizzabile anche come via d esodo, conduce al primo piano che ospita il centro informazioni, il bookshop e il punto di gestione della domus della pesca e si affaccia, con una terrazza belvedere, sul fondo Cossar.

9 726 MAURIZIA DE MIN, PIERLUIGI GRANDINETTI, EUGENIO VASSALLO Fig. 1. L area di intervento e l intorno: planimetria di inquadramento.

10 UN IDEA PROGETTUALE PER LA CONSERVAZIONE, PROTEZIONE E VALORIZZAZIONE DEI RESTI DOMUS DELLA PESCA NEL FONDO COSSAR 727 Infine, le mura romane con la torre di avvistamento vengono ricomposte come architetture verdi, attraverso la realizzazione di un rivestimento vegetale secondo l antica arte topiaria romana come se il guscio verde esterno conservasse la memoria della forma architettonica interna. L intervento parte dal sedime archeologico della struttura muraria riportato in luce dagli scavi, opportunamente restaurato e integrato con pietrisco di tinta analoga nelle lacune eventualmente presenti. Per il rivestimento, si propone un essenza sempreverde - l Eleagnus reflexa - con l alternativa o la compresenza del Carpino bianco. Si tratta di specie particolarmente adeguate a realizzare coperture verdi, pulite e compatte, non invasive nei confronti delle strutture murarie e di quelle metalliche, facili da potare e di grande durabilità: un architettura compatibile, anzi vivente, discreta e delicata. Il terzo tema del progetto riguarda la protezione e valorizzazione dei resti archeologici delle case romane, con la messa a punto di un sistema costruttivo-architettonico che abbiamo chiamato: progettare con la storia: il sistema Domus utilizzabile non solo nel fondo Cossar, ma anche in altre situazioni, aquileiesi e non, secondo la richiesta del bando. Partendo dagli studi disponibili in loco, da quelli generali sulla domus romana e dalle ricostruzioni ipotizzate in altri contesti (tra cui spicca naturalmente quello pompeiano), si può affermare che il tipo edilizio della domus, di forma rettangolare, originariamente a un piano, è sempre parte di un insula, con i muri perimetrali che sui lati brevi si affacciano sulla strada (spesso aprendosi con le botteghe), mentre quelli sui lati lunghi, completamente chiusi, la separano dalle domus contigue, con cui talvolta li condividono. Si tratta quindi di un tipo edilizio sostanzialmente urbano, poco riconoscibile dall esterno se non per gli accessi. La domus cioè si riconosce nel suo spazio interno, chiuso dai muri perimetrali e illuminato dalla corte porticata. Si tratta di uno spazio introflesso, proiettato su se stesso, che configura un proprio paesaggio, tutto interiore, che esclude il paesaggio esterno. E l invenzione dello spazio interno domestico, come sottolinea Sergio Bettini, è uno dei contributi più signicativi che i romani hanno dato alla costruzione dell architettura. È da qui che deve partire la risposta alla richiesta specifica del bando di concorso: l invenzione di una copertura che richiami le volumetrie e gli andamenti degli ambienti originari in maniera da consentire la comprensione della struttura complessiva della domus, una costruzione cioè evocante l antico. Rispetto alle numerose esperienze condotte nel campo delle protezioni archeologiche dalla fine dell 800 in poi anche ad Aquileia, la scelta si riduce in realtà a due tipologie: - quella, più diffusa, di una copertura unica, continua su tutta la domus, una struttura reticolare a grandi luci prevalentemente orizzontale, poggiante su pilastri perimetrali, al cui interno ricreare, partendo dall alto con marchingegni e pannelli sospesi (come in una scena teatrale), ambienti ed effetti della casa romana: uno spazio più scenografico che architettonico entro un grande contenitore indifferente; - l altra scelta, innovativa, di cui vi sono rari esempi, è quella di ricostruire per analogia un sistema costruttivo e architettonico allusivo di quello romano, partendo dalla sua logica compositiva, che è peraltro l opposto di quella della copertura unica. È questa la via architettonica, irta di ostacoli, che abbiamo scelto con questo progetto, mettendo a punto un sistema (sperimentato nella Domus della Pesca), che parte dagli elementi compositivi primari della casa romana: il muro perimetrale continuo che chiude il paesaggio interno e nasconde quello esterno e che crea, grazie allo spazio aperto della corte porticata, un peculiare rapporto tra luce e ombra; i muri interni che sopravanzano spesso le coperture a falde, che possono così appoggiarvisi mantenendo una pendenza tendenzialmente costante e chiudendo gli spazi sottostanti ad altezze variabili. Si tratta quindi di una forma architettonica unitaria verso l esterno, ma fortemente articolata al suo interno, che consente una grande variabilità degli spazi e una loro trasformabilità nel tempo (come l innalzamento anche parziale di un piano). Il nostra sistema, chiamato Domus, ripropone questi elementi talora fisicamente, come nel caso di catene, puntoni e coperture, talora idealmente come nel caso dei muri. Lo fa in forma sobria ed essenziale, puntando a ricreare, per quanto possibile, lo scheletro della domus, cioè la struttura

11 728 MAURIZIA DE MIN, PIERLUIGI GRANDINETTI, EUGENIO VASSALLO Fig. 2. Il sistema Domus per la protezione, fruizione e valorizzazione dei resti archeologici delle case romane: esploso assonometrico.

12 UN IDEA PROGETTUALE PER LA CONSERVAZIONE, PROTEZIONE E VALORIZZAZIONE DEI RESTI DOMUS DELLA PESCA NEL FONDO COSSAR 729 del suo spazio interno nel rapporto luce/ombra: struttura che potrà essere mantenuta a vista quando prevalga la mera esigenza di protezione dei resti ovvero arricchita e rivestita, di volta in volta, a ricreare gli ambienti della domus anche negli effetti decorativi, qualora all esigenza protettiva si affianchi quella espositiva e di fruizione turistica. Gli elementi costitutivi del sistema Domus possono essere così sintetizzati: - i montanti metallici, costituiti da un micropalo infisso a rotazione al centro del muro archeologico fino a raggiungere il sottosuolo. Tale soluzione - minimamente invasiva rispetto ai resti archeologici, in quanto àncora la struttura sovrastante al sottosuolo, evitando fondazioni di qualsiasi natura e conservando integralmente la composizione del muro che circonda il foro - è stata adottata al fine di non intaccare i perimetri murari spesso interessati da pavimenti in mosaico. Al micropalo, non visibile, è fissata una coppia di profili in acciaio verniciato, di forma tendenzialmente piatta, che proseguono le facce murarie ricostituendo idealmente la figura del muro; - una passerella sospesa, anch essa metallica, da fissare ai montanti verticali quando sia eventualmente necessaria una percorribilità sopraelevata, il cui piano di calpestio può essere trasparente in vetro stratificato in presenza di mosaici; - la struttura di sostegno della copertura, costituita da catene e puntoni in legno di rovere, allusivi delle coperture romane, appoggiati a una struttura reticolare in profili di legno e acciaio ancorata ai montanti verticali, che consente di ridurne il numero coprendo grandi luci. Tale struttura può essere lasciata a vista o rivestita, appendendovi elementi leggeri, secondo soluzioni variabili nel tempo e nello spazio, anche al fine di consentire una pluralità d uso degli ambienti; - il manto di copertura, costituito da tegole piane di laterizio poste su arcarecci in legno, allusivo anch esso delle coperture romane; - le protezioni perimetrali, lungo i muri di delimitazione della domus, a ricostituirne la figura. Nel caso della presenza di mosaici e/o dell uso museale della domus, tali protezioni sono costituite da due pannelli a lamelle oblique in tavole di legno di rovere, che garantiscono una soffusa illuminazione naturale e soprattutto la ventilazione naturale e proteggono contemporaneamente dalla pioggia, dal sole e dai volatili, riducendo drasticamente l escursione termica sui mosaici. Nello spazio tra i due pannelli corrono tutte le reti primarie, impiantistiche e di raccolta delle acque meteoriche, oltre che i sostegni verticali della copertura (fig. 2). La descrizione degli elementi costitutivi il sistema Domus mostra già la sua elevata flessibilità, ulteriormente accresciuta dal fatto che esso può essere realizzato anche per parti della casa, qualora si vogliano proteggerne solo alcuni ambiti significativi (come si è mostrato, a titolo esemplificativo, in Fig. 3. La protezione e valorizzazione della Domus della Pesca come spazio museale: pianta e sezione longitudinale.

13 730 MAURIZIA DE MIN, PIERLUIGI GRANDINETTI, EUGENIO VASSALLO corrispondenza della domus settentrionale, per l ambito del mosaico del buon pastore ). Il sistema Domus consente infine la protezione e fruizione dei resti archeologici secondo varie soluzioni applicative, costruttive ed espositive, tra le quali: una soluzione preliminare, nella fase di scavo/restauro, con protezioni perimetrali provvisorie (come ad esempio tende removibili, impermeabili antirraggiamento); una soluzione definitiva, in assenza di pavimenti musivi, senza protezioni perimetrali; una soluzione definitiva, con protezioni perimetrali a lamelle in presenza di pavimenti musivi e/o di un uso museale della domus. L ultimo tema del progetto riguarda l applicazione del sistema Domus alla Domus della Pesca individuata dal bando di concorso, per la sua protezione e valorizzazione come spazio museale. Tale applicazione ha incontrato non poche difficoltà sia per la complessità della sua articolazione planimetrica, frutto di numerose trasformazioni, sia perché gli scavi archeologici non erano ancora completati nella parte sud-est e per tutta la parte ovest. Per quest ultima si è avanzata solo un ipotesi orientativa, che andrà specificata e adeguata in funzione dei risultati degli scavi stessi. Il rapporto tra archeologi e architetti sarà comunque necessario per la definizione finale del progetto, nella valutazione del significato dei resti e delle stratificazioni, nella comprensione della qualità degli spazi e delle modalità della loro fruizione (fig. 3). Rispetto al sistema di protezione, si è introdotta qui la copertura con capriata semplice a due falde per i vani d ingresso e per il tablinum, sia per esigenze costruttive di raccordo con le coperture contermini che per sottolineare il ruolo di questi due spazi: il primo che diventa uno spazio didattico-espositivo, anche con proiezioni audiovisive, sulla storia e la vita della domus; il secondo, il tablinum a sottolinearne la grandiosità. Si tratta infatti di una grande sala di rappresentanza in asse con la corte porticata, intorno alla quale si organizzavano gli altri ambienti domestici, tipica della domus aquileiese, all interno della quale il progetto propone di ricollocare il pavimento in mosaico oggi sovrapposto, che viene alzato e inclinato, in modo da poterlo ammirare dall alto, lungo una passerella sospesa raggiungibile attraverso una scala (con servoscala per i disabili) dal percorso sottostante. Il percorso di visita della domus, il più possibile aderente a quello antico, superate le botteghe e la sala d ingresso, percorre i corridoi mosaicati della grande corte/giardino, sul cui fondo viene steso uno strato di terra o pietrisco di colore naturale, al fine di consentirne la percorribilità attraverso una rampa, mentre viene restaurata e ripristinata la fontana con gioco d acqua. Superata la corte dopo essersi affacciato sull accesso del tablinum, il visitatore prosegue verso nord-ovest percorrendo sulla passerella i pavimenti musivi degli ambienti residenziali a nord per poi piegare a sud e, ammirati i mosaici del tablinum, ritornare verso est, lungo le camere da letto anch esse in mosaico. Il grande corridoio con canaletta per la raccolta dell acqua piovana, di passaggio verso la parte ovest della domus, non ancora del tutto riportato in luce, è stato coperto con pannelli di vetro, per creare un ambiente di raccordo luminoso e per sottolineare la possibilità che fosse scoperto. Per quanto riguarda l organizzazione espositiva della domus, in funzione del suo uso museale, essa costituisce già grazie ai mosaici esistenti (compresi quelli da ricollocare, ad esempio lungo le pareti della sala d ingresso) il museo di se stessa. A ciò si aggiungono il sistema delle coperture in legno e i rapporti tra spazi chiusi e aperti, sottolineato nel progetto da pannelli colorati (con colori tratti da Fig. 4. La Domus della Pesca : vista prospettica della corte orientale, con il giardino e la fontana.

14 UN IDEA PROGETTUALE PER LA CONSERVAZIONE, PROTEZIONE E VALORIZZAZIONE DEI RESTI DOMUS DELLA PESCA NEL FONDO COSSAR 731 frammenti ceramici aquileiesi) o semitrasparenti, a delimitare gli spazi e a fornire elementi di informazione (fig. 4). È una prima ipotesi questa, che vuole mostrare le potenzialità del sistema proposto e che tenta di rispondere alla richiesta del concorso di prevedere un ambiente interessante, organizzato e fruibile dal punto di vista culturale. Tale ipotesi potrà essere ulteriormente sviluppata e integrata con ulteriori elementi di interesse (come ad esempio teche per l esposizione dei reperti rinvenuti negli scavi, proiezione audiovisiva di ricostruzioni virtuali delle superfici decorate, ecc.), perché il sistema costruttivoespositivo proposto dal progetto consente al suo interno un ampia trasformabilità. È possibile cioè immaginare lo spazio architettonico interno come un sistema complesso e articolato di relazioni e variazioni, rispetto all unità della forma, nel rapporto tra parti antiche e di nuova realizzazione. In definitiva coniugare l esigenza della conservazione dei reperti con la necessità di una loro piena fruizione e la possibilità di una adeguata valorizzazione è la grande sfida alla quale il progetto ha cercato di ripondere.

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