Scritto da Perziani Venerdì 04 Novembre :56 - Ultimo aggiornamento Lunedì 07 Novembre :49

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1 CONFERIMENTO/MUTAMENTO DI INCARICHI E MOBILITA SINOSSI RAGIONATA TRA CCNL E CIN di PIETRO PERZIANI (DICEMBRE 2006) 1MATERIE E LIVELLI DI CONTRATTAZIONE Il conferimento e il mutamento degli incarichi e la mobilità professionale ed interregionale sono stati normati a più riprese nel corpo del CCNL; a livello di contrattazione integrativa nazionale è stata demandata solo la definizione dei criteri per il conferimento e il mutamento degli incarichi (Art.4, comma 1, lettera e) del CCNL); siamo qui in presenza di una novità molto importante, perché nel precedente CCNL la materia era oggetto solo di informazione preventiva a livello regionale. In data è stato sottoscritto il CIN in applicazione dell articolo del CCNL sopra citato; si tratta di un testo molto snello, perché si sono volute evitare inutili ripetizioni di quanto già stabilito nel livello superiore. A livello regionale, su questa materia non è previsto alcun ulteriore passaggio, nel senso che i criteri stabiliti a livello nazionale vanno semplicemente applicati da parte dei Direttori degli USR e le OO.SS. hanno facoltà di richiedere l informazione successiva sull applicazione delle norme contrattuali; niente vieta, comunque, che si apra a tale livello un 1 / 8

2 confronto sulle modalità applicative dei criteri stabiliti a livello nazionale, nell ambito di un confronto più generale su tutte le materie attinenti il conferimento/mutamento degli incarichi e la mobilità professionale ed interregionale. 2CONFERIMENTO DELL INCARICO DIRIGENZIALE In premessa, va detto che il D.Lgs 165/2001, più volte richiamato nel testo contrattuale, a cominciare dall art.11, comma 2 del CCNL, è il riferimento normativo fondamentale per tutto quanto attiene al conferimento degli incarichi dirigenziali; tutto quanto stabilito nel CCNL e nel CIN va quindi letto alla luce del citato decreto legislativo. Per prima cosa, il CCNL stabilisce che ogni dirigente ha diritto al conferimento di un incarico, salvo non sia stato oggetto di valutazione negativa (Art.11, comma 1); questa norma potrebbe apparire addirittura pleonastica, mentre ha un importanza fondamentale: l Amministrazione non può lasciare, come avvenuto in passato, un dirigente senza incarico, dato che all espletamento dell incarico è legata la corresponsione della retribuzione di posizione e di risultato. L incarico è conferito dal direttore regionale nell ambito ( e nei limiti) della dotazione organica regionale (Art.11, comma 4, prima frase), che a sua volta è definita in rapporto al numero delle istituzioni scolastiche della regione; viene qui stabilito un rapporto diretto tra dirigente ed istituzione scolastica, per cui andrà sempre conferito un incarico di direzione di una scuola, anche se il dirigente può di fatto non esercitare tale funzione (Incarico nominale, art. 13 CCNL), in quanto può: svolgere altri incarichi, presso Enti, altre amministrazioni o presso gli uffici centrali o periferici del MIUR svolgere incarichi ispettivi 2 / 8

3 essere collocato, in applicazione di specifiche normative, in una posizione di comando, utilizzazione, esonero, collocamento fuori ruolo, con conseguente mancato svolgimento dell incarico dirigenziale. Nei casi sopra indicati, l incarico presso un istituzione scolastica si trasforma da effettivo in nominale, ma il riferimento all istituzione scolastica va sempre mantenuto, anche ai fini della determinazione dei posti vacanti da mettere a concorso; in caso di utilizzazione presso l Amministrazione centrale o periferica del MIUR, presso altri od Amministrazioni, di incarichi ispettivi e di studio, verrà conferito da parte del responsabile del relativo ufficio uno specifico incarico (Art.11, comma 4, seconda frase), che sostituisce quello di direzione di un istituzione scolastica, mentre in caso di collocamento del dirigente in posizioni di stato (esonero sindacale, utilizzazione presso associazioni, mandato politico ) che non comportino lo svolgimento della funzione dirigente, non verrà naturalmente conferito alcun ulteriore incarico oltre quello nominale. 3NATURA E CONTENUTI DELL INCARICO DIRIGENZIALE In applicazione delle modifiche del D.Lgs 165/2001 effettuate dalla Legge Frattini, l assegnazione dell incarico dirigenziale non ha più la veste di un atto bilaterale, ma si è come scisso in due parti: il conferimento dell incarico vero e proprio, che ha natura di procedimento amministrativo e che deve comunque specificare natura, oggetto, programmi ed obiettivi, tempi di attuazione, risorse disponibili, durata e trattamento economico complessivo dell incarico conferito (Art. 11, comma 3 del CCNL) il contratto individuale di lavoro, stipulato in conformità con il vigente CCNL, che accede al provvedimento di conferimento dell incarico, che deve specificare la data di inizio del rapporto, la qualifica, il trattamento economico fondamentale, la retribuzione di posizione e di risultato, le possibili cause di risoluzione del rapporto (Art. 12, comma 1). 3 / 8

4 Come si vede, ci sono anche delle sovrapposizioni tra i due atti; siamo comunque all interno della normativa generale del D.Lgs 165/2001 e della Legge Frattini. Nel citato comma 3 dell art.11 è stata però inserita una previsione che per noi ha importanza fondamentale: programmi ed obiettivi non debbono essere generici, ma debbono essere formulati in coerenza con il POF della specifica istituzione scolastica, prevedendo anche una interlocuzione tra Direttore dell USR e dirigente scolastico; non appare infatti praticamente impossibile che il Direttore dell USR conosca in profondità i POF di tutte le istituzioni scolastiche della regione e sia quindi in grado di definire in modo specifico programmi ed obiettivi di ogni dirigente scolastico. E stata così valorizzata la specificità dell istituzione scolastica autonoma e la funzione del dirigente, che deve assumere un ruolo attivo nella definizione dell incarico: per noi si tratta di un atto di collaborazione tra dirigenti, non di un imposizione. 4LE DIVERSE MODALITA DI CONFERIMENTO DELL INCARICO E L ORDINE DELLE OPERAZIONI Il conferimento dell incarico può assumere diverse modalità; il CCNL fissa con precisione l ordine da seguire nelle operazioni di conferimento (Art. 11, comma 5): 1Conferma dell incarico ricoperto; alla scadenza dell incarico, la precedenza viene assegnata alla conferma nella stessa sede; nel CIN, all art. 2, viene specificato che la conferma è disposta d ufficio, senza bisogno di alcuna domanda da parte del dirigente. 2Assegnazione di altro incarico a seguito di riorganizzazione della istituzione scolastica; può accadere che una o più istituzioni istituzione scolastica scompaiano, a seguito di una ristrutturazione; il conferimento di un nuovo incarico ai dirigenti coinvolti avviene subito dopo le conferme. In sede di CIN sono stati stabiliti i criteri, di cui parleremo in seguito. 3Conferimento di nuovo incarico alla scadenza di quello in atto ed assegnazione di sede a coloro che rientrano da incarico nominale; alla scadenza dell incarico, anziché la conferma, può essere disposto il conferimento dell incarico su altra sede, a richiesta del dirigente o per decisione del Direttore dell USR. In sede di CIN, si è stabilito che nel caso il Direttore decida, per un dirigente che aveva chiesto la conferma, il conferimento dell incarico su una sede diversa, tale decisione vada adeguatamente motivata (Art. 7, comma 1); se si trattasse infatti, di una decisione dovuta non ad esigenze di carattere organizzativo, ma a una valutazione più o 4 / 8

5 meno negativa dell operato del dirigente, il Direttore potrebbe assumere una tale decisione solo dopo aver acquisito il parere del Comitato dei Garanti, di cui parleremo in seguito. Per quanto riguarda il rientro da incarico nominale, va ricordato quanto detto nell art.13, comma 4 del CCNL: in caso di concorrenza sulla stessa sede di un dirigente con incarico effettivo e di un dirigente con incarico nominale che rientra in servizio è garantita la precedenza al dirigente che precede cronologicamente nella titolarità della stessa e, a parità cronologica dell affidamento, al dirigente che l abbia effettivamente svolto. 4Mutamento di incarico in pendenza di contratto individuale; superato il periodo di prova, si può chiedere il mutamento dell incarico in pendenza di contratto; ottenuto il mutamento, non lo si può richiedere di nuovo nei successivi due anni (Art. 17, commi 2 e 3 del CCNL). Se, ad esempio, un dirigente ha chiesto il mutamento alla fine dell a.s. 2003/04 e l ha ottenuto, deve rimanere nella sede per gli anni scolastici 2004/05 e 2005/06; potrà richiedere di nuovo il mutamento alla fine dell a.s. 2005/06 ed eventualmente ottenerlo per l a.s. 2006/07. Il mutamento dell incarico non va confuso con il conferimento di un incarico diverso a scadenza del precedente incarico, di cui al punto precedente; si ha infatti il mutamento solo in pendenza di incarico, per cui se un dirigente ottiene il conferimento di un nuovo incarico alla scadenza del precedente, può legittimamente richiedere il mutamento anche l anno seguente, dato che si tratta di due istituti giuridici diversi. 5Mutamento di incarico in casi eccezionali; è in ogni caso ammesso il mutamento di incarico in casi eccezionali, di particolare urgenza o per motivi familiari, quali malattie curabili solo nelle sedi richieste, il trasferimento del coniuge ed altri casi previsti da norme speciali (Art. 17, comma 4 del CCNL) 5 / 8

6 6Mobilità professionale; con il CCNL si è chiarito che alla mobilità professionale è riservato il 30% dei posti vacanti e disponibili di ogni settore formativo (Art.18, comma 3). I problemi derivano dal fatto che, in presenza di una procedura concorsuale non ancora espletata, i posti messi a concorso non sono disponibili, per cui a fronte di un numero di posti vacanti anche elevato, l aliquota del 30% si calcola su un numero di posti molto inferiore. 7Mobilità interregionale; come per la mobilità professionale, il CCNL ha chiarito che alla mobilità interregionale è riservato il 15% dei posti disponibili e vacanti in ogni settore formativo. 5CRITERI PER IL MUTAMENTO E IL CONFERIMENTO DEGLI INCARICHI Come già detto, la contrattualizzazione dei criteri per il conferimento/mutamento degli incarichi è la principale novità introdotta dal CCNL in materia di conferimento dell incarico dirigenziale; non si deve naturalmente pensare ad una reintroduzione di punteggi o graduatorie: si tratta sempre di criteri, che guidano la discrezionalità del direttore dell USR (Art. 3, comma 1, lettere a e b del CIN): 1. vanno valutate le esperienze e le competenze maturate, desumibili anche dall applicazione delle procedure di cui all art. 20 del C.C.N.L.; 2. va riconosciuta un ulteriore priorità, a parità di condizioni, a chi abbia maturato nell attuale sede di servizio un maggior numero di anni e/o si impegni a permanere per almeno due incarichi consecutivi nella sede richiesta, con espressa rinuncia ad avvalersi della facoltà prevista dall art. 17 commi 2 e 3 del C.C.N.L. (mutamento di incarico in pendenza di contratto). 6 / 8

7 Per prima cosa, va valutata la professionalità del dirigente, desumibile dal suo curriculum e dalle risultanze della valutazione, una volta che questa entrerà in vigore per tutti i dirigenti; come ulteriore elemento, a parità delle altre condizioni di cui appena detto, si tiene conto della permanenza nell attuale sede di servizio e/o dell impegno a rimanere nella sede richiesta per almeno due incarichi, cioè da un minimo di sei anni ad un massimo di dieci. Un discorso a parte è stato fatto per le situazioni di ristrutturazione della rete scolastica, dato che in questo caso il dirigente è vittima di decisioni che non dipendono dalla sua volontà (Art. 4 del CIN); si è inteso perciò privilegiare il raggiungimento di un accordo tra i dirigenti interessati, a partire dalle loro preferenze, salvaguardare le posizioni economiche acquisite e valorizzare la continuità nell azione dirigenziale, mediante il riferimento al numero di classi che sono transitate dalla vecchia alla nuova istituzione scolastica. 6DISCREZIONALITA, MOTIVAZIONI, GARANZIE La previsione dell art. 7, comma 1 del CIN (obbligo da parte del Direttore dell USR di motivare il diniego in caso di mancato accoglimento delle richieste del dirigente) può apparire addirittura tautologica, dato che è a tutti noto che uno dei pilastri del nostro ordinamento consiste nell obbligo, da parte di ogni pubblico funzionario, di assumere decisioni che abbiano come motivazione il perseguimento del pubblico interesse e che, a partire dalla legge 241/90, ogni cittadino ha il diritto di conoscere le motivazioni degli atti amministrativi che lo riguardano; la discrezionalità, cioè, non va confusa con l arbitrio. Di fatto, è stata contrattualizzata una previsione legislativa, rendendola così immediatamente fruibile da parte degli interessati e vincolante per il Direttore regionale, senza possibilità ( o tentazione ) di diversa interpretazione; il dirigente scolastico, inoltre, potrà eventualmente rivolgersi al giudice del lavoro, anziché dover impugnare il provvedimento davanti al TAR. Inoltre, se la previsione del CIN appena considerata si legge insieme a quanto previsto dall art. 36 del CCNL, si capisce che il mancato accoglimento delle richieste del dirigente può essere motivato solo da ragioni in positivo, esigenze organizzative o concorrenza su una stessa sede di più dirigenti; in quest ultimo caso, il Direttore dell USR accoglierà la richiesta del dirigente che presenti il curriculum professionale più adatto alla direzione della scuola in questione, sia da più anni nella scuola precedente e, magari, si impegni a permanere nella per due mandati. Se il mancato accoglimento della richiesta dipendesse infatti da ragioni in negativo, quali una valutazione negativa dell operato del dirigente, scatterebbero le norme di garanzia per il dirigente di cui all art. 37 del CCNL,l obbligo cioè per il Direttore regionale di acquisire preventivamente il parere del Comitato dei Garanti. 7 / 8

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