LA TRASPARENZA VELATA DELL AGIRE AMMINISTRATIVO

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1 LA TRASPARENZA VELATA DELL AGIRE AMMINISTRATIVO Ovvero lo stupidario della PA digitale: cosa c è dietro l indagine ANORC sullo stato di digitalizzazione della pubblica amministrazione italiana

2 2012 ANORC Via V. M. Stampacchia 21 - Lecce A cura di Nina Preite e Silvia Riezzo Copertina e progetto grafico di Giancarlo Greco

3 INDICE 5 Introduzione 10 C È PERSONALE E PERSONALE 12 LA MIGLIORE DIFESA È L ATTACCO 14 DICO O NON DICO? NON DICO 15 CONSERVAZIONE DIGITALE: QUESTA SCONOSCIUTA 16 TROVA L AGO NEL PAGLIAIO E VINCI IL NOME DEL RESPONSABILE 17 LA RISPOSTA ALLA PEC? ARRIVA ALLE CALENDE GRECHE 18 Conclusioni 3

4 L attività amministrativa persegue i fini determinati dalla legge ed è retta da criteri di economicità, di efficacia, di imparzialità, di pubblicità e trasparenza [ ], così almeno recita l art.1 della Legge 241/90 (modificata e integrata dalla Legge 15/2005). Dalla promulgazione di questa legge è passato ormai più di un ventennio e la trasparenza amministrativa come diritto del cittadino resta ancora, in molti casi, di difficile realizzazione. Affinché tutto il processo amministrativo soddisfi i criteri di trasparenza è necessario che si rispettino i principi di pubblicità (grazie al quale tutte le informazioni vengono rese note mediante pubblicazione sul sito web istituzionale), e di accesso (accessibilità totale delle informazioni per gli utenti). Pubblicità e accessibilità sono gli strumenti che permettono la soddisfazione del diritto alla trasparenza. Se scegliendo le informazioni da pubblicare la sola istituzione ha un ruolo attivo, rispetto a quello passivo dei destinatari, garantendo l acces- 5

5 sibilità i ruoli si invertono ed è l utente che diventa soggetto attivo nel ricercare le informazioni che ritiene più utili ed esercitando il potere/diritto di richiedere, prendere visione ed - eventualmente - ottenere copia dei documenti amministrativi. Secondo l art.11 del D.lgs.150/2009, nel rispetto della trasparenza l ente pubblico deve garantire sul proprio sito un accessibilità totale alle informazioni concernenti ogni aspetto dell organizzazione, ed è obbligato a pubblicare, in apposita sezione di facile accesso e consultazione, il Programma triennale per la trasparenza e l integrità (premi distribuiti, curricula, incarichi e retribuzioni dei dirigenti). E che il rispetto di questo obbligo sia considerato importante e non opzionale lo dimostra il fatto che il decreto prevede, in caso di mancata adozione e realizzazione del Programma triennale per la trasparenza e l integrità o di mancato assolvimento degli obblighi di pubblicazione, il divieto di erogare la retribuzione di risultato ai dirigenti coinvolti. Queste disposizioni non sono solo atte a soddisfare l interesse legittimo dei cittadini/utenti a essere informati e informarsi sull azione amministrativa (che ci riguarda tutti), ma anche ad obbligare l amministrazione a una più assidua e rapida erogazione dei servizi, semplificando i processi e migliorandone la qualità. 6

6 Il recente decreto D.l. 83/2012 Misure urgenti per la crescita del paese all art.18 introduce, inoltre, per le amministrazioni ulteriori obblighi di pubblicità sulla rete internet per i vantaggi economici di qualunque genere di importo complessivamente superiore a mille euro nel corso dell anno solare (sovvenzioni, contributi, sussidi e ausili finanziari alle imprese, corrispettivi e compensi a persone, professionisti, imprese ed enti privati). A partire dal primo gennaio 2013 tali informazioni dovranno essere riportate con un link ben visibile nella home page del sito nell ambito della sezione Trasparenza, valutazione e merito. Le istituzioni, quindi, sono realmente trasparenti quando se ne possono conoscere l organizzazione e i modi di svolgimento dell attività. Per capire fino a che punto queste disposizioni vengano rispettate, ANORC (Associazione Nazionale per Operatori e Responsabili della Conservazione digitale dei documenti) ha recentemente condotto una ricerca su Regioni, Province, Comuni Capoluoghi e Ministeri da cui si evince che la trasparenza, così come la intende il legislatore, è ancora un irraggiungibile utopia. L ostruzionismo e la negligenza dimostrata da molti dirigenti e funzionari pubblici ad adeguarsi ai cambiamenti normativi supera le soglie dell irreale. 7

7 Per far sì che il dialogo tra Stato, PA e cittadini sia efficace ed efficiente, come richiesto dal legislatore, bisogna che venga soddisfatto il diritto all informazione, non soltanto nella sua triplice formula di diritto di informare, informarsi e di essere informato, ma come sorta di pre-condizione all espressione del diritto di cittadinanza, inteso quale partecipazione consapevole e informata al processo decisionale pubblico 1. In assenza di pubblicità e accesso vengono a cadere le basi stesse di quei nuovi diritti riconosciuti al cittadino dal CAD2. Questa prima parte della ricerca (che proseguirà ancora, nonostante la resistenza dimostrata da molti enti, focalizzandosi su l uso della PEC e dell albo on line nella PA) si è concentrata soprattutto sulle figure del responsabile del trattamento dati personali e sul responsabile della conservazione digitale, ma ha aperto anche uno spiraglio da cui intravedere un altro, più vasto aspetto di carattere culturale, ovvero l inadeguata alfabetizzazione digitale e la mancata conoscenza della normativa in vigore di molti dipendenti della PA. Non avendo reperito su numerosi siti le informazioni interessate, si sono rese necessarie interviste telefoniche e (addirittura) richieste di accesso agli atti tramite PEC, tutto questo per venire a conoscenza di dati che -a norma di legge - avremmo dovuto trovare facilmente on line: ne è risultata l immagi- 8

8 ne di un Amministrazione un po sospettosa e reticente, che spesso opera ostruzionismo e ostacola l esercizio di un legittimo interesse di conoscenza del cittadino, barricandosi dietro false (ed errate) argomentazioni sulla riservatezza dei dati. Alcune delle risposte ricevute sarebbero degne, per la contraddittorietà del contenuto e il candore con cui a volte sono state fornite, di entrare a far parte a pieno titolo di uno stupidario della Pubblica Amministrazione digitale. 9

9 C È PERSONALE E PERSONALE Una delle risposte più frequenti alla richiesta del nominativo del Responsabile del trattamento dei dati personali è stata: Vuole dire il responsabile del trattamento dei dati del personale? Le passo l ufficio del personale allora! ; o ancora: Quali dati personali, mi scusi! Abbiamo solo quelli del personale, mostrando, oltre alla mancata conoscenza di questa figura e della sua obbligatorietà, una grande confusione tra i due concetti di personale (insieme dei dipendenti) e personale (proprio di una persona) e una totale disinformazione circa i tanti dati, non del personale ma dei cittadini, che le PA si trovano a custodire. In questo gruppo, tra l altro, rientra (purtroppo) anche il Ministero dei Beni Culturali. La Regione Abruzzo e alcuni tra i tanti Comuni e Province hanno risposto che quelle sui responsabili conservazione e privacy sono informazioni riservate e in quanto tali conoscibili solo attraverso richiesta formale scritta, contenente motivi, finalità e soggetto richiedente. La mil- 10

10 lantata riservatezza (che ci fa pensare a complotti internazionali e film di spie e comunque non riguarda questa tipologia di informazioni) va in netto contrasto con tutto quello che il legislatore intende per trasparenza dell agire amministrativo. 11

11 LA MIGLIORE DIFESA È L ATTACCO Qualcuno, poi, ha preferito passare direttamente all attacco, accusandoci di avere secondi e oscuri fini nel portare avanti questa ricerca e preferendo pertanto non rispondere a nessuna delle nostre richieste, come il Comune di Piacenza. Qui di seguito viene riportata la risposta in cartaceo A.R. alla nostra PEC che il Comune ci ha inviato: In relazione alla richiesta da Lei inviata in data 17 Luglio 2012, formulata come accesso agli atti, ma che in realtà promuove le attività della privata associazione richiedente, si precisa che essa non risulta direttamente ricollegata ad alcun procedimento amministrativo, ma piuttosto a conoscere aspetti organizzativi dell Ente. Inoltre non si comprende quale possa essere l interesse diretto, concreto ed attuale degli associati ad acquisire le informazioni richieste. Quale sarebbe, quindi, il nostro tornaconto? È questa la domanda a cui rispondere! Cosa ci sarebbe poi di sbagliato 12

12 nel voler conoscere gli aspetti organizzativi dell Ente e come facciano i cittadini di Piacenza - che hanno di certo un interesse diretto, concreto ed attuale - ad acquisire queste informazioni assenti sul sito istituzionale, non è dato sapere. Questo caso rappresenta uno degli esempi più evidenti del negligente rifiuto dei cambiamenti e dell apertura agli utenti che caratterizza molti dipendenti della PA. Non dimentichiamoci che la nomina di un Responsabile è un atto che, per legge, dovrebbe essere reso pubblico sul sito! 13

13 DICO O NON DICO? NON DICO Altro esempio emblematico è quello del Comune di Foggia. Sulla pagina del suo sito istituzionale dedicata alla privacy si dice tutto tranne che le informazioni chiave, dal momento che il nome del titolare del trattamento, l indirizzo a cui inoltrare richieste di cancellazione e modifica dei dati - o presso cui opporsi al trattamento - e i contatti a cui rivolgersi per avere lumi sull informativa sono sostituiti da enigmatiche linee continue (linguaggio Morse?). 14

14 CONSERVAZIONE DIGITALE: QUESTA SCONOSCIUTA Per quanto riguarda la conservazione digitale abbiamo ricevuto, nella maggior parte dei casi, risposte confuse: Cos è la conservazione digitale?, o peggio: Certo che facciamo conservazione digitale, eseguiamo il backup tutti i giorni!. Queste e altre risposte hanno lasciano trasparire quanto poco ancora si sappia della conservazione digitale - spesso confusa con l archiviazione elettronica - e quanta poca attenzione si dia alla figura chiave del Responsabile della Conservazione: cosa che non ci fa gioire se pensiamo che le PA conservano i nostri documenti e un enorme quantità di informazioni che ci riguardano direttamente come singoli e comunità. 15

15 TROVA L AGO NEL PAGLIAIO E VINCI IL NOME DEL RESPONSABILE In taluni particolari casi che ci siamo trovati ad analizzare è emersa poi una predisposizione ludica delle amministrazioni, propense, pare, a sottoporre i cittadini a delle vere e proprie cacce al tesoro. Non avendo reperito i nominativi dei responsabili di nostro interesse e avendo inoltrato la richiesta di accesso agli atti ci siamo sentiti rispondere che non è vero, i nominativi sul sito ci sono, ma ben nascosti: le figure professionali di cui si fa richiesta sono desumibili dagli atti pubblicati nella sezione atti ufficiali dell Ente, e in particolare dalla determinazione sindacale n del e dalla determinazione dirigenziale n del, come se per conoscere un informazione sottoposta all obbligo di pubblicità e accessibilità sia prassi accettata e consueta dover spulciare tutte le determinazioni presenti sul sito, per giungere alfine, stanchi e sudati, all ambita ricompensa del nome tanto agognato. 16

16 LA RISPOSTA ALLA PEC? ARRIVA ALLE CALENDE GRECHE Anche giocandosi l ultima carta della richiesta di accesso agli atti inviata tramite PEC, ottenere risposta (magari in quest era geologica) non è una certezza. Attualmente, nonostante i 30 giorni fissati come termine per rispondere alla richiesta di accesso agli atti siano abbondantemente trascorsi, dei 50 Enti destinatari delle nostre missive 20 non hanno ancora risposto e due sono addirittura irraggiungibili via PEC. Se questo non bastasse a suscitare sorpresa, aggiungiamo che uno di questi due enti è il Comune di Roma, sul sito del quale si propaganda in primissimo piano l apertura e l ascolto che l amministrazione tributa ai cittadini. Ci auguriamo che il cittadino qualunque, bisognoso di ottenere informazioni dall Ente, magari con urgenza e per motivi pressanti, sia in questo più fortunato di noi. 17

17 CONCLUSIONI La vagheggiata meta di una Pubblica Amministrazione aperta, trasparente e accessibile si scontra quindi con una realtà dei fatti ancora molto distante dal quadro disegnato dalla normativa, una realtà ancora frammentaria e disomogenea, in cui la prolifera produzione normativa di questi ultimi anni ha forse contribuito ad acutizzare le differenze tra Pubbliche Amministrazioni virtuose da un lato e inadempienti dall altro. Ma non è solo l inadempienza a lasciare stupiti, quanto invece il rifiuto frequente degli enti a comunicare col cittadino che cerca di far valere i propri diritti legittimi, la diffidenza verso chi domanda, la tendenza ad alzare steccati e barricarsi dietro pretestuose scuse, giustificando le proprie mancanze più che riconoscerle e curarle. Viene spontaneo chiedersi se non sia il caso di cominciare ad applicare alla lettera la normativa, iniziando a mettere in atto verso gli enti inadempienti anche le sanzioni previste (art. 18 del D.l. 83/2012, art. 11 comma 9 D.l. 150/2009), per dare un salutare scrollone, una spinta forse non troppo gentile ma efficace alla modernizzazione della PA. 18

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