I SUCCESSI DELL'EUROPA CENTRALE

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1 I SUCCESSI DELL'EUROPA CENTRALE Profondo e rapido cambiamento nella vita economica che si verificò in Europa con l'affermazione dell'industria quale settore più dinamico e, infine, dominante. Si tratta, dunque, della fase di avvio o decollo dell'industrializzazione. L'epoca di questo cambiamento iniziò verso il 1780 e si concluse con i primi decenni (e secondo alcuni i primi anni) dell'ottocento. La regione in cui avvenne fu l'inghilterra. Dall'Inghilterra questa grande trasformazione si propagò a tutte le economie del continente: al Belgio, alla Francia, alla Germania, all'italia, alla Russia. In questi paesi d'industrializzazione più tarda la rivoluzione industriale non seguì le caratteristiche della prima, quella inglese. Essa dovette prendere altre strade proprio perché il quadro di riferimento di ogni altra regione era stato modificato in profondità dall'industrializzazione avvenuta in Inghilterra. L'aspetto distintivo di questa rivoluzione è costituito dal rapido aumento della capacità produttiva grazie all'introduzione nei processi lavorativi di tecniche sempre più perfezionate ed efficienti. Proprio in ciò sta la differenza fra la vita economica che procedette la rivoluzione industriale e quella che la seguì. La Rivoluzione industriale in Europa ebbe caratteri diversi da quelli che aveva avuto in Gran Bretagna, per le differenti condizioni storiche, sociali, culturali e per le varianti correlale al sistema produttivo e tecnologico, all'ordinamento finanziario, al mercato del lavoro e ai rapporti internazionali. BELGIO Il Belgio aveva una condizione di contesto molto simile, in tanto aveva una parte dei Paesi Bassi che erano ricchi e avanzati, perché avevano poi sostituito nella leadership internazionale Italia. L industrializzazione del paese comincia un po dopo l Inghilterra, alla fine del settecento. Uno dei vantaggi fu quello che il Belgio e un paese con un territorio piccolo, e ha da risolvere meno problemi rispetto a un territorio più vasto come l Inghilterra ed era una società molto commerciale(tutto quanto era nato all'epoca delle compagnie delle Indie) Il Belgio era il paese con una dotazione di risorse più simile all Inghilterra, con una lunga tradizione marittima (soprattutto il porto di Anversa), commerciale e manifatturiera preindustriale (nelle Fiandre) ed una significativa migrazione di imprenditori, particolarmente dalla Gran Bretagna. Il Belgio si presentava come un paese piccolo, formato essenzialmente da due paesi: le Fiandre(tessili) e la Vallonia (acciaio), unite dalla capitale Bruxelles. Pur essendo appartenuto a diverse nazioni, ed essendo stato sotto il dominio di diversi popoli (spagnoli, Asburgo, impero francese), il Belgio è riuscito a sviluppare i propri interessi economici autonomamente, basandosi sul modello industriale inglese. In particolare si sviluppò l industria della lana (alla fine del 700) che nel

2 1810 dava lavoro a operai, poi le miniere di carbone(equipaggiate con caldaie a vapore), le macchine filatrici, l industria metalmeccanica (importata dalla Gran Bretagna). Altri settori importanti furono: l industria cotoniera, gli zuccherifici, le vetrerie, i cantieri navali, le fabbriche di materiale ferroviario e tramviario, nonché l industria chimica. Per sostenere quest attività imprenditoriale furono create delle banche come la Società Generale per favorire l industria nazionale dei Paesi Bassi (nata come SpA), fondata nel 1822 con l appoggio del re Guglielmo I e nota, dopo il 1830, come Società Generale del Belgio (banca d investimento). Questa istituzione dava al Belgio uno strumento finanziario originale, non presente in Gran Bretagna. Era una banca molto particolare in quanto era un interesse suo intrinseco al investimento industriale, tale per cui in realtà fondava imprese industriale e poi le amministrava. Quindi non sono banche di deposito ma di investimento. Il suo successo consentì la creazione di una seconda banca, la Banca del Belgio (1835).Dopo l indipendenza (1830) il Belgio fu dotato di un estesa rete ferroviaria. Nel 1840 risultava essere il paese più industrializzato del continente. FRANCIA Anche in Francia la Rivoluzione industriale non fu un processo lineare ma un fenomeno articolato e complesso e l'avvento di un moderno sistema capitalistico conobbe tre stadi di sviluppo: il primo fra il 183) e il 1830; l'altro durante il secondo impero ( ); il terzo alla fine del XIX secolo. La Francia aveva una posizione molto strategica sul continente europeo, ed era un paese che aveva alcuni avvantaggi rispetto a tutti gli altri, tali da far pensare che forse era la Francia che doveva decollare per prima. Poi erano i seguenti fattori favorevoli, il primo è che aveva il più grande mercato europeo, perché la Francia era stata unificata sin dal Medioevo(hanno una sola lingua, una sola moneta), era poi posizionata strategicamente perché aveva l Atlantico aveva il Mediterraneo, era vicina all Inghilterra e al Belgio; secondo aspetto aveva un agricoltura relativamente avanzata soprattutto al nord. La Francia, rispetto al Belgio, presentava una forte differenziazione dal modello inglese. Ciò fece considerare lo sviluppo francese come lento e ritardato. Perché questo paese non fu il primo ad industrializzarsi? C è da notare che nel 700, pur essendo più popolosa della Gran Bretagna, la Francia era caratterizzata da una cultura poco diffusa e da una distribuzione più polarizzata del reddito. A differenza dell'inghilterra, l'agricoltura non contribuì a favorire l'incremento della produzione, né alla formazione di consistenti eccedenze di manodopera disponibile per altri impieghi e ciò per due ragioni fondamentali: la frammentazione della proprietà fondiaria e la manetta rivoluzione demografica. L'eccessiva frammentazione della proprietà fondiaria scoraggiava qualsiasi iniziativa tesa ad avviare migliorie agricole. In definitiva la Francia restava ancora un paese in cui predominava l'economia agricola e non venivano alterati i vecchi

3 equilibri fra le componenti rurali e urbane della forza-lavoro. Poiché la monarchia era più assoluta di quella inglese, l aristocrazia era meno orientata agli affari. Infatti i primi anni della rivoluzione francese furono caratterizzati proprio da un contrasto tra monarchia e borghesia, contrasto che invece in Gran Bretagna era già stato risolto a favore del parlamento. La rivoluzione francese, poi, trascinò la Francia in un conflitto di 25 anni che, se da una parte stimolò certe industrie, dall altra la tagliò fuori dalle innovazioni inglesi e distorse l uso delle risorse. Furono proprio questi fattori istituzionali a rallentare lo sviluppo francese, anche se comunque la Francia non poteva contare su quell abbondanza di risorse che resero così fiorente la Gran Bretagna. Comunque uno sviluppo industriale ci fu, e se calcolato pro-capite, anche di tutto rispetto. Un periodo di prosperità dell'agricoltura si ebbe sotto Napoleone III ( ), quando l'aumento dei redditi agricoli e il conseguente innalzamento della domanda di teni durevoli e di consumo contribuirono al generale progresso dell'industrializzazione francese. I miglioramenti dei proventi agricoli e la progressiva contrazione all'autoconsumo avvantaggiarono non solo le imprese rurali di generi di largo сonsumo ma anche le imprese che fabbricavano attrezzi meccanici e strumenti di lavoro. A partire dagli anni Quaranta gli investimenti cominciarono a spostarsi dalla terra e dagli immobili verso settori più redditizi come le costruzioni ferroviarie e le industrie in fase di espansione. Dopo il 1814 la politica economica francese scelse il protezionismo, imponendo tariffe pesanti a Tutte le merci provenienti dall'estero fino a proibire con la legge del 17 novembre 1814, l'importazione dei filati e dei tessuti di cotone. Il protezionismo stimolò l'innovazione tecnica e l'aumento della produzione dell'industria tessile e siderurgica nei decenni successivi, al punto che la concentrazione e la meccanizzazione di questi due settori costituirono i fattori trainanti dell'economia nazionale. Dalla metà degli anni Quaranta la costruzione delle ferrovie in Francia favorì il massimo tasso di sviluppo industriale nel la metallurgia e nelle attività correlate. Si mantennero molto importanti la tradizionale industria dei tessuti di seta e quella della moda; crebbe l industria meccanizzata del cotone e s impiantò la moderna industria siderurgica. Poi iniziò l epoca delle ferrovie, dell elettricità e delle automobili, che vide la Francia come leader in Europa con le sue famose case automobilistiche: Panhard, Peugeot e Renault. Quindi l industria francese si presentava molto più diversificata rispetto a quella inglese, più dispersa nelle campagne, di dimensioni più ridotte ed a un più alto contenuto artigianale, per consumatori di elevato potere d acquisto, ancora più della Gran Bretagna, volta alla produzione di beni di consumo. In Francia operavano molti banchieri privati e in particolare, a Parigi era molto fiorente un gruppo di case bancarie, l'haute banque, composto da banchieri protestanti, da ebrei e da stranieri trasferitisi a Parigi durante il primo Impero.

4 Durante il Secondo Impero il sistema bancario francese si consolidò con la nascita di grandi istituti di credito quali il Crédit Fonder ed il Crédit Mobilier nel 1852 e successivamente il Crédit Lyonnaù nel 1863 e la Societé Generale nel 1864 che finanziarono le società ferroviarie francesi e straniere, la media impresa e liberarono il credito dal monopolio privato. Il Crédit Mobilier avrebbe dovuto funzionare come i grandi istituti belgi, ma il diverso contesto economico non ne permise la completa affermazione, fino al fallimento del Nel 1867 il governo francese approvò la legge che definì lo statuto delle società per azioni. Lo stato fu assai meno interventista, rispetto al periodo prerivoluzionario, limitandosi ad appoggiare la costruzione d infrastrutture, a mantenere un certo grado di protezionismo ed a sostenere una serie di importanti scuole superiori tecnicoprofessionali. L'ASCESA DELLA GERMANIA I problemi di natura politica e militare e la creazione di uno Stato nazionale condizionarono la politica economica tedesca. Rispetto alla Francia, la Germania ancora nel settecento era frammentata in una pluralità di staterelli (oltre 400), fra cui uno solo si imponeva come dimensione e potenza. La situazione politico-economica della Germania, dopo il Congresso di Vienna, era favorevole allo sviluppo industriale? All'indomani del Congresso di Vienna (1815), la Confederazione Germanica presentava caratteri fortemente sfavorevoli all'industrializzazione: la scoraggiavano la divisione politica della nazione tedesca in ben 39 Stati diversi nel 1815 e le condizioni di arretratezza sociale ed economica. L'agricoltura era ancora troppo povera per rifornire le città in cui sopravvivevano le Ghilde istituzioni corporative medioevali, che ostacolavano la modernizzazione della produzione e dello scambio. Le miniere non potevano essere adeguatamente sfruttate, perché situate in zone prive di comunicazioni, prima dell'invenzione della ferrovia; inoltre la circolazione monetaria era complicata dall'esistenza di diversi tipi di moneta fiorini, talleri ecc). Anche per la Germania il punto di partenza della rivoluzione industriale e del processo di mutamento effettivo del sistema economie o consisté nella modifica della società rurale e dei rapporti fra città e campagna. Il progresso dell' agricoltura tedesca inizialmente fu circoscritto ad alcune regioni tra cui la Prussia orientale: esso non ebbe lo stesso ruolo che aveva avuto l'agricoltura nel processo di industrializzazione britannico, anche se non fu marginale come lo era stato per la Francia. Tuttavia, lo sviluppo industriale presentò caratteri di precocità e livelli più consistenti lì dove il settore rurale era meno arretrato. Nella prima della metà dell' Ottocento importanti trasformazioni economiche

5 riguardarono l'agricoltura. L'avvio di queste trasformazioni partì dalla Prussia. Si trattò dell'abolizione del servaggio contadino, della divisione delle terre demaniali, dell' introduzione della libertà produttiva e della ristrutturazione del sistema della proprietà fondiaria, finalmente liberata dai privilegi feudali. Tale riforma agraria seguì vie diverse che sancirono differenze spesso notevoli fra i vari Stati tedeschi ove esisteva una diversità di uso e funzioni dello spazio agrario e cioè: il sistema dei polders, sul modello agrario dei Paesi B assi, caratterizzato dalla proprietà individuale, in cui non esistevano le servitù collettive e si praticava la coltura intensiva; il sistema dei campi aperti, a ovest dell'elba, caratterizzato dalle coltivazioni comunitarie (in cui vigeva la rotazione dei tre campi) e dalle servitù collettive; il sistema slavo, a est dell'elba, caratterizzato dal servaggio e dove pochi erano i contadini liberi, mentre la proprietà signorile dello Junker era molto estesa. Quest'ultimo sistema era diffuso soprattutto in Prussia dove la produzione agricola veniva finalizzata allo sbocco sui mercati dell'europa occidentale e lo Junker, da vero agricoltore capitalista, sopraintendeva ai lavori nelle sue terre e ricavava reddito dall'attività agricola anziché limitarsi a riscuotere i diritti feudali. Tra il 1807 e il 1809 l'aristocrazia prussiana concesse, per decreto, ai contadini l'abolizione della servitù per guadagnarsi il loro appoggio contro le truppe napoleoniche e diede loro la possibilità di acquistare proprietà fondiarie e il diritto di lasciare la terra. Tuttavia le leggi prussiane di riforma furono, nel complesso, favorevoli agli Junkers permettendo loro di aumentare il numero dei poderi per ricavarne guadagno. La nascita dell'unione doganale, lo Zollverein (1833), fornì l'occasione per una ulteriore espansione del settore nel mercato del commercio interno agli Stati della Confederazione germanica. Un sistema doganale che aboliva i dazi interni e adottava i moderati dazi esterni della Prussia. Solo dopo il 1870 le potenzialità economiche dell'industria tedesca crearono le premesse per la concentrazione degli apparati produttivi e il sistema industriale assunse quelle dimensioni operative su grande scala che lo proiettarono ai vertici dell'economia internazionale per i suoi elevati livelli di efficienza e di organizzazione manageriale. Il vero decollo la Germania lo conobbe a cavallo dell epoca della ferrovie e della seconda rivoluzione industriale. Lo sviluppo ferroviario coincise con la formazione dell'unità nazionale e l'aspetto politico strumentale fu prevalente su quello economico e tecnico. La rete ferroviaria fu concepita nell'ottica nazionalista, come strumento per rafforzare l'unità territoriale e politica appena istituzionalizzata. E quando i 1 nazionalismo politico-ideologie o si sovrappose al nazionalismo economico, lo sviluppo del sistema industriale divenne la leva essenziale per la crescita del paese e per il potenziamento dell'apparato militare. Fra tutti gli Stati tedeschi, la Prussia fu air avanguardia nel processo di ammodernamento dell'agricoltura e dell'industria e nella costruzione dello Stato

6 nazionale germanico. Tra il 1835 e il 1844 il ritmo delle costruzioni ferroviarie fece impennare la domanda di prodotti in ferro e altri materiali a vantaggio delle imprese siderurgiche e meccaniche; la richiesta di carbone fu così imponente che nel decennio successivo l'eccezionale sviluppo delle ferrovie operò da volano per l'industria mineraria e siderurgica affrancando il mercato tedesco dall'egemonia delle imprese britanniche e belghe. La Germania riuscì a sfruttare al massimo la potenzialità dei nuovi settori industriali, diventando il più grande produttore europeo di acciaio, e leader in Europa nel mondo dell elettricità e della chimica. Le industrie, in particolare quella pesante, per espandersi sul mercato internazionale ebbero bisogno di un apporto di capitali che andava al di là delle possibilità finanziarie dei gruppi a carattere familiare. Il credito del sistema bancario grazie alla formazione di grandi cartelli, favorì il processo di concentrazione industriale e commerciale. Si trattava di banche che venivano definite miste, perché erano allo stesso tempo banche commerciali e d investimento. Erano anche definite universali perché fornivano altri servizi come collocamento di azioni, operazioni di ristrutturazione del capitale, e operazioni di salvataggio. Esse spesso possedevano qualche pacchetto azionario di imprese, per essere presenti nei consigli d amministrazione e raccogliere informazioni sui settori industriali per abbassare il rischio di investimento ed attuare politiche di protezionismo del mercato, rafforzato dal dumping. Nacque anche un efficiente sistema pubblico di scuole tecniche secondarie e di politecnici, però la Germania era caratterizzata da un forte dualismo al suo interno: l Ovest era fortemente industrializzato, mentre l Est restava prevalentemente agricolo; dualismo ancora oggi esistente. Al pari della Francia, dopo i anche la Prussia era un paese in pieno sviluppo industriale che si apriva ai mercati esteri seguendo la politica liberoscambista. Fu in quest' ottica che nel 1362 venne firmato un importante trattato commerciale tra la Prussia (in qualità di paese rappresentante gli interessi della Zollverein) e la Francia che si riservarono, nello scambio, il trattamento di nazione più favorita. Alla fine del XIX secolo la Germania era l'unica delle tre grandi potenze industriali d'europa a non possedere un impero coloniale da cui trarre materie prime a buon mercato.

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