Bisogno di eliminazione

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1 Bisogno di eliminazione

2 Lo scopo : ELIMINAZIONE URINE (equilibrio idroelettrolitico) ELIMINAZIONE FECI (scorie alimentari) ESPELLERE I PRODOTTI DI RIFIUTO DERIVANTI DAL PROCESSO DI ASSORBIMENTO E DI UTILIZZO DEGLI ALIMENTI E DELLE BEVANDE, TRAMITE L ATTIVITA DI ALIMENTAZIONE

3 I FATTORI INFLUENZANTI (autonomia funzionale) Eta (bambino, adulto, anziano) Alimentazione (tipologia alimenti e di bevande) Fattori fisici (condizione igieniche, potersi muovere) Fattori ambientali (privacy) Fattori psicologici (stati emotivi) Stile di vita

4 L ELIMINAZIONE URINARIA Si realizza mediante la MINZIONE (processo fisiologico complesso attraverso il quale vengono eliminate le urine che si raccolgono nella vescica) Durante l infanzia questo processo è un atto riflesso mentre acquisendo il controllo volontario della minzione nell adulto, il processo della minzione è controllato anche dal SNC.

5 Quando in vescica si raccolgono circa 150/300 ml di urina, i recettori delle pareti muscolari vescicali ricevono degli stimoli che trasferiscono alla corteccia cerebrale, generando la percezione dello stimolo della minzione.

6 LE URINE Prodotte durante il giorno Colorazione ambra/giallo paglierino Acqua 96%, 2% Sali minerali (Na / k) Urea e rifiuti azotati (2%). Peso specifico 1010/1025 Ph Leggermente acido La vescica può contenere di norma 300/400 ml di urina Frequenza minzione varia da individui (4-6 volte al die per la donna, 3-4 volte per l uomo)

7 Durante le 24 ore vengono espulse circa 1500/2000 ml di urina. Il quantitativo di urine complessive delle 24 ore viene comunemente definito DIURESI

8 ALTERAZIONI QUANTITATIVE URINE Principali alterazioni flusso urinario (qualità e quantità) che possono determinare disturbi della minzione 1) ANURIA (assenza o escrezione di meno di 100 ml di urina nelle 24 ore patologia acuta renale) 2) OLIGURIA (riduzione della quantità di urina inferiore ai 500 ml nelle 24 ore patologia renale, grave disidratazione, ostruzione flusso vie escretici) 3) POLIURIA (produzione elevata di urine nelle 24 ore senza una corrispettiva assunzione di liquidi che possa giustificarla > 2500/3000 ml nelle 24 ore (diabete mellito scompensato) 4) RITENZIONE URINARIA (urine in vescica problemi neurologici, post-intervento, ipertrofia prostatica)

9 ALTERAZIONI QUALITATIVE Proteinuria Ematuria Glicosuria Chetoni Bilirubina Batteri Leucociti Cristalli Piuria (pus)

10 ALTERAZIONI DELLA MINZIONE POLLACHIURIA (Aumento frequenza della minzione a brevi intervalli di tempo cistiti, infezioni vie urinarie) DISURIA (Minzione difficoltosa) STRANGURIA (Minzione dolorosa) NICTURIA (Minzione durante le ore notture) ENURESI (Perdita involontaria di urina, dopo l età in cui si raggiunge il controllo sfinteriale)

11 L INCONTINENZA URINARIA Perdita involontaria di urine tale da costituire un problema di salute dell individuo. Cause : infezioni vie urinarie, problemi neurologici, perdita del tono muscolare e sfinterale

12 I TIPI DI INCONTINENZA (5) 1) Incontinenza da urgenza o da tenesmo Causa: Contrazione della vescica che superano la capacità di controllo dell individuo. La perdita involontaria di urina è preceduta da un improvviso ed intenso bisogno di mingere.(pollachiuria, nicturia, cause neurologiche, cistite, invecchiamento)

13 2) Incontinenza da sforzo (spesso associata all obesità e pluripara) Perdità di scarse quantità di urina, conseguentemente ad attività fisica e/o aumento pressione intraddominale. (debolezza pavimento pelvico e degli sfinteri ). Spesso si verifica nei pazienti che hanno portato per un certo tempo un CV. O che hanno un danneggiamento meccanismo dello sfintere interno (uomo = chirurgia prostatica)

14 3) Incontinenza da rigurgito L'incontinenza da rigurgito è la perdita involontaria d'urina che si verifica come conseguenza di una vescica troppo piena. Essa è provocata da un ostacolo che si trova al livello dell'uretra, ostacolo che può essere dovuto ad un tumore o adenoma della prostata, a stenosi uretrale, a sclerosi a placche, diabete, costipazione, ecc. L'ostacolo impedisce lo svuotamento completo della vescica, la pressione aumenta ed oltrepassa la resistenza dello sfintere. Questo non riesce più a contenere l'urina, che fuoriesce in maniera frequente e poco abbondante

15 4) incontinenza funzionale Normale funzione vescicale e uretrale Incapacità di riconoscere lo stimolo della minzione (demenza, disabilità mentali gravi) e/o all impossibilità di accedere ad un locale adatto per mingere (disabilità motoria)

16 5) incontinenza totale Permanente e involontaria perdita di urina che fuoriesce da una vescica non distesa (lesioni neurologiche, danni traumatici, malformazioni congenite)

17 IL CATETERISMO VESCICALE A permanenza Estemporaneo Procedura invasiva di competenza medico-infermieristica. L OSS coopera nella preparazione del paziente e collabora all inserzione del CV

18 Intervento assistenziale OSS Obiettivo: Permettere il drenaggio delle urine all esterno

19 Materiale : - Vassoio - Telino sterile - Garze sterili - Guanti sterili - Guanti monouso - Siringhe da 10 ml - Soluzione antisettica sterile (clorexidina 0.05%) - Lubrificante sterile con anestetico - Soluzione fisiologica da 10 ml - Catetere vescicale - Sistema di drenaggio e di raccolta delle urine - Cerotti - Contenitore per lo smaltimento dei rifiuti

20 Aprire le confezioni del materiale sterile, collaborando con l infermiere nell applicazione del catetere vescicale Aiutare la persona a mantenere la posizione Riordinare il materiale e l ambiente Posizionare in comfort la persona

21 Tecnica: Garantire la privacy al paziente Spiegare la procedura al paziente L OSS provvede al proprio lavaggio semplice delle mani ed indossa i guanti monouso Eseguire o fare eseguire al paziente un accurata igiene perineale Aiutare la persona ad assumere la posizione ginecologica a letto, al fine di visualizzare il meato uretrale

22 I TIPI DI CATETERE Misure Consistenza Numero di vie Materiale Forma prossimale

23 Tipi di catetere vescicale in base alle misure :

24 Tipi di CV in base alla consistenza: cateteri rigidi: di materiale sintetico, di uso limitato; cateteri semirigidi: in gomma o in plastica (in genere siliconati) il cui uso deve essere limitato ai casi di stretta necessità; cateteri molli: in lattice, silicone, questi cateteri sono da preferirsi in ogni circostanza ed in particolare quando si prevede un uso protratto nel tempo; cateteri autolubrificanti: in PVC rivestito di sostanze che a contatto con l acqua rendono il catetere lubrificato. Questi cateteri servono per svuotare la vescica o un serbatoio urinario continente in modo intermittente (non può essere usato per il drenaggio continuo) e per dilatare un restringimento uretrale.

25 Tipi di catetere in base al numero delle vie : a una via (utilizzato esclusivamente per il cateterismo provvisorio); a due vie (una per il deflusso delle urine e l altra, dotata di valvola, permette la distensione di un palloncino all interno della vescica per un posizionamento stabile del catetere); a tre vie (una per il drenaggio delle urine, una per il palloncino e la terza per l irrigazione).

26 Tipi di catetere vescicale in base al materiale CV in lattice In materiale morbido e confortevole, ideale per cateterismi di durata non superiore ai 15 giorni, attenzione può dare allergie / irritazioni uretrali. A contatto con i liquidi biologici tende a irruvidirsi.

27 CV in silicone materiale più rigido, inerte, ideale per cateterismi a permanenza durata oltre i trenta giorni sino ad un massimo di tre mesi.

28 CV di Hidrogel interno in lattice con un rivestimento esterno in hydrogel che ne rende l'applicazione possibile anche in soggetti allergici

29 CV in PVC sostanza innoqua dal punto di vista allergenico, ben tollerata usati solo per cateterismo ad intermittenza estemporanei, alcuni dotati di gel lubrificante (una via)

30 I Tipi di catetere in base alla forma dell estremità prossimale Nelaton (estremità arrotondata e rettilinea con due fori di drenaggio usato soprattutto per estemporaneo donna)

31 Foley : molle, autostatico (è dotato all estremità distale di un palloncino gonfiabile che ne permette l ancoraggio in vescica). Presenta 2 fori contrapposti e simmetrici. La sua flessibilità ed elasticità assicura un elevato grado di confort al paziente cateterizzato. Il palloncino va gonfiato con 7-8 ml di acqua bidistillata o soluzione fisiologica sterile.

32 Cv Foley :

33 Tiemann ; ha l estremità a forma conica e con un angolatura di 30. E indicato negli uomini che presentano restringimento dell uretra

34 Couvelaire : indicato nell uomo e nella donna in caso di emorragia vescicale (favorisce un buon drenaggio) e dopo intervento di prostatectomia radicale. L estremità presenta un foro a becco di flauto e 2 fori laterali

35 Mercier : generalmente semirigido. La punta (arrotondata), presenta una angolatura (30-45 ) per favorire nell uomo l introduzione nell uretra membranosa o prostatica; con 1 o 2 fori di drenaggio. Nei casi di ritenzione urinaria da ipertrofia prostatica.

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37 Sacche di raccolta per le urine Circuito chiuso Circuito aperto

38 Approfondimento: le IVU I CV arrivano alla vescica passando attraverso l uretra e, dal momento che oltrepassano i normali sistemi di difesa dell organismo, il loro uso è connesso a dei rischi. Le infezioni delle vie urinarie sono il problema più frequente

39 Le infezioni delle vie urinarie (IVU) sono una delle più frequenti infezioni nosocomiali e costituiscono approssimativamente dal 20 al 40% di tutte le infezioni ospedaliere e l 80% di esse sono associate all uso del catetere vescicale. La maggior parte degli studi afferma che dal 10 al 30% dei pazienti con catetere a breve termine svilupperà batteriuria. (Centro Studi EBN Bologna)

40 Principi assistenziali per l operatore: Gli interventi sono finalizzati a prevenire le infezioni delle vie urinarie/batteriuria, associate al cateterismo vescicale durante le seguenti fasi: 1) Cura del meato 2) Cura del sistema di drenaggio / raccolta urine

41 Cura del meato La cura del catetere deve consistere nella buona igiene personale intorno all area del meato compiuta regolarmente. La cura quotidiana del meato urinario va fatta con acqua di rubinetto e sapone. L igiene standard è sufficiente a prevenire le infezioni.

42 Sistemi di drenaggio (sacche di raccolta) A circuito aperto (maggior manipolazione del Cv quando si cambia il sacchetto) A circuito chiuso (permette l adozione di un sistema sterile che rappresenta uno strumento per la prevenzione delle IVU)

43 Sistema a circuito chiuso : Sono dotati di : 1) un rubinetto per lo svuotamento della sacca, 2) di un dispositivo per il prelievo dei campioni 3) Valvola unidirezionale che impedisce il ritorno delle urine in vescica I sistemi chiusi di drenaggio sono più efficaci per prevenire la batteriuria, tuttavia devono essere considerati anche i problemi del costo.

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46 Raccomandazioni Raccomandare al paziente di bere molto, per favorire la produzione e il flusso di urine e di preferire una dieta proteica, per acidificare le urine. Bisogna insegnare ai pazienti di lavarsi le mani prima e dopo aver manipolato il catetere e in generale è importante mantenere una buona igiene personale

47 La sacca va mantenuta sotto il livello della vescica, deve avere un rubinetto di svuotamento e un dispositivo antireflusso. E necessario non contaminare la sacca e l ambiente durante lo svuotamento. Per questo occorre indossare i guanti monouso ed evitare il contatto del rubinetto con il contenitore. Il paziente deve sapere che è importante non dare strappi alla sacca e non appoggiarla sul pavimento.

48 PRESIDI PER L INCONTINENZA URINARIA 1) CONDOM /UROCONTROL (sistemi di raccolta esterna, utilizzabili nell uomo, indicati per i casi di incontinenza da sforzo e/o urgenza. Garantisce un mezzo di raccolta delle urine e il controllo dell incontinenza senza i rischi di un CV a permanenza. Tuttavia possono provocare irritazione ed edema nella zona di applicazione.

49 L Urocontrol viene fissato in sede tramite una fascetta bi-adesiva o con nastro adesivo anallergico, va collegato ad un contenitore a sacca con valvola unidirezionale applicabile alla gamba tramite lacci di sostegno. L Urocontrol deve essere sostituito tutti i giorni per evitare di provocare piaghe da decubito

50 E molto importante la scelta della misura che non deve essere troppo piccola ne troppo larga. Se troppo stretto, può provocare ischemia del prepuzio, o troppo largo, può sfilarsi o non contenere le urine.

51 Applicazione del condom Obiettivo: Permettere la raccolta delle urine Consente il controllo dell incontinenza della persona

52 Materiale Detergente semplice Acqua tiepida Asciugamano Condom della misura adatta Guanti monouso Sacchetto di raccolta delle urine

53 Tecnica Informare il paziente della procedura Provvedere al lavaggio delle mani dell operatore Indossare i guanti monouso Posizionare il paziente in posizione ginecologica ed eseguire una igiene perineale e una corretta asciugatura.

54 Tecnica Avvolgere il condom sul prepuzio e per tutta la lunghezza del pene avendo cura di lasciare liberi 2 cm di cute dalla base del pene. Lasciare 2 cm di condom tra l estremità del pene e il tubo di connessione del condom stesso Assicurare il condom fissandolo con una striscia adesiva

55 Posizionare in comfort il paziente Riordinare il materiale e l ambiente Osservare dopo 10/30 minuti il pene per eventuali alterazioni Fornire dati ed informazioni all equipe assistenziale Controllare sovente le condizioni del pene per individuare precocemente l insorgenza di variazioni di colorito o di tumefazione da decubito Sostituire il condom ogni 24 ore

56 Altri presidi per l incontinenza: SISTEMI DI ASSORBENZA COMODE PAPPAGALLO PADELLA TRAVERSINI MONOUSO

57 INTERVENTI ASSISTENZIALI INCONTINENZA URINARIA a) Minzione sollecitata b) Minzione programmata c) Diario minzionale d) Cura della cute

58 Minzione sollecitata Pazienti in grado di percepire la vescica piena e che chiedono aiuto e supporto per l utilizzo del bagno o della comoda durante il giorno Durante la notte è associabile all utilizzo di pannoloni per conservare il riposo notturno

59 Minzione programmata Intervallo inter-minzionale fisso per esempio ogni due ore Il paziente viene accompagnato in bagno per la minzione indipendentemente che sia asciutto o bagnato

60 Diario minzionale Strumento per valutare il comportamento eliminatorio del paziente Diagnosi di incontinenza Pianificazione intervento assistenziale Cosa prevede? Numero e frequenza minzioni nelle 24h Diuresi complessiva Presenza o meno di ritenzione urinaria Presenza o meno di incontinenza fecale

61 Esempio diario minzionale H 8.00 Minzione volontaria X (300cc) Episodio di incontinenza Episodio di urgenza Cambio del pannolino Note H x x Colpo di tosse H H x H x Cena H x Minzione Volontaria indicare quando il paziente si è volontariamente recato ad urinare. (scrivere anche la quantità di urine eliminate). Episodio incontinenza Episodio urgenza: Indicare se la paziente ha avuto un bisogno forte e improvviso di urinare, sia in caso di minzione volontaria che di perdita involontaria. Cambio del pannolino: Indicare il cambio pannolino nell arco della giornata. x

62 Cura della cute Intervento assistenziale fondamentale per garantire l integrità cutanea e per facilitare l accertamento di eventuali alterazioni. E importante, infatti, evitare che la cute rimanga a lungo a contatto con le urine e/o feci.

63 Dermatite da contatto con pannolone / macerazione

64 RACCOLTA DELLE URINE PER SCOPO DIAGNOSTICO L Operatore Socio-Sanitario nell ambito delle attività attribuite dal profilo, interviene nei prelievi di liquidi biologici emessi naturalmente (per esempio da cavità naturali). Istruzioni operative / protocolli all interno delle organizzazioni Richiede attenzione e competenza nella raccolta.

65 Gli esami diagnostici Esame chimico-fisico Raccolta urine 24 ore Urinocoltura Ricerca del Bacillo di Koch (prelievo sterile delle urine ripetuto per tre giorni) Esame citologico

66 Approfondimento: L UROSTOMIA E una derivazione urinaria, determinata artificialmente per via chirurgica nei pazienti che per cause patologiche (ostruzione vie urinarie) presentano una alterazione del percorso delle urine. (abboccamento alla cute addominale dei canali escretori)

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68 Urostomia

69 L urina viene raccolta all interno di un dispositivo costituito da a) Adesivo b) Sacca di raccolta c) Valvola antireflusso (all interno della sacca di raccolta, previene infezioni) d) Valvola di scarico (svuotamento sacca)

70 Sacca monopezzo Unico elemento che comprende adesivo e sacca di raccolta. Sostituita ogni 24 ore.

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72 Sacca a due pezzi Due elementi separati (adesivo e sacca) Sistema di aggancio L adesivo può essere mantenuto a lungo. E il sistema di elezione in caso di cute sensibile e suscettibile di eritemi

73 Sacca a due pezzi

74 Raccomandazioni: Nella persona portatrice di urostomia è importante dal punto di vista dietetico mantenere una DIETA ADEGUATA ed EQUILIBRATA. a) Evitare aumento peso b) Alimenti ricchi di vitamina C (agrumi, mirtilli) che favoriscono le difese naturali nei confronti delle vie urinarie

75 Cure igieniche Preferibile l utilizzo della doccia piuttosto che il bagno in vasca per evitare che la placca e la sacca siano immersi nell acqua per troppo tempo.

76 L ELIMINAZIONE INTESTINALE Defecazione (espulsione delle feci dal tratto intestinale verso l esterno) Riflesso colico (presenza di feci nell ampolla rettale) Espulsione delle feci è garantita dall azione muscolare volontaria e involontaria (muscoli addominali, contrazione diaframma > pressione intraddominale)

77 L intestino : struttura e caratteristiche (tenue e crasso) 1) Intestinuo tenue (piccolo intestino) Nell'adulto ha un diametro di 3 cm e una lunghezza di 6 metri. E' ripiegato in anse nella cavità addominale ed è composto di tre parti: il duodeno, il digiuno e l'ileo..

78 Nel tenue I succhi digestivi prodotti dal fegato e dal pancreas vengono riversati nel duodeno e si mescolano con il cibo che é stato in parte digerito. Mentre il cibo passa attraverso il digiuno e poi nell'ileo, viene per la massima parte digerito ed assorbito; quello che non é stato assorbito, che è liquido, transita attraverso il colon.

79 L intestino crasso o grande intestino, è più largo ma più corto del piccolo intestino. La sua funzione principale è quella di assorbire buona parte dei liquidi e dei sali, così che il contenuto diventi formato o solido. Si suddivide in : 1) Cieco (8 cm di lunghezza) 2) Colon porzione principale (ascendente, trasverso, discendente, sigmoideo) 3) Retto (10-12 cm di lunghezza)

80 Una volta che la digestione o l'assorbimento sono stati completati nel piccolo e grande intestino, rimane un residuo solido, denominato feci. Questo residuo viene accumulato nel retto e poi eliminato attraverso l'ano, uno stretto passaggio che mette in comunicazione il sistema digestivo con l'esterno. Un muscolo ad anello, denominato sfintere, permette il controllo dell'eliminazione delle feci.

81 Anatomia :

82 Le funzioni : 1) Motilità intestinale (trasporto prodotti di rifiuto e assorbimento sostanze nutritizie) Peristalsi intestinale Il movimento di tipo peristaltico (ondoso) presente nell'intestino, è conseguente alla distensione dei visceri (dovuta al bolo alimentare) che scatena un riflesso nervoso che induce la contrazione della muscolatura liscia circolare dell intestino.

83 Peristalsi intestinale. Tale contrazione determina la cosiddetta Onda Peristaltica caratterizzata dalla breve durata sia spaziale che temporale: essa infatti investe alcuni parti limitate (segmenti) dell'intestino e si esaurisce dopo pochi secondi per poi riprendere subito.

84 2) Assorbimento Tenue (maggior parte nutrienti) Dal tenue (valvola ileo-cecale) il chilo si sposta nell intestino crasso Crasso (acqua e Sali minerali) Il contenuto intestinale in questo tratto è costituito da acqua, rifiuti, sostanze non digeribili FECI

85 Approfondimento : fisiologia dell assorbimento intestinale La digestione è l'insieme dei processi meccanici e biochimici attraverso i quali gli alimenti ingeriti sono trasformati in sostanze nutritive in grado di essere assimilate. Il bolo alimentare, dopo essere stato masticato e inghiottito, giunge nello stomaco, dove i nutrimenti subiscono alcune modifiche che consentono il loro eventuale e ulteriore assorbimento.

86 Quindi la digestione prosegue nell'intestino tenue sotto l'azione degli enzimi digestivi, attraverso la trasformazione dei glucidi in glucosio, dei lipidi in acidi grassi e in monogliceridi, e delle proteine in aminoacidi. L'assorbimento di questi nutrimenti avviene attraverso la barriera intestinale, per poi ritrovarsi nel flusso sanguigno..

87 Caratteristiche FECI Colore bruno Consistenza morbida 75% acqua 25% sostanze solide organiche ed inorganiche, batteri morti, scorie vegetali o non digerite, proteine Nel neonato (prime feci) = MECONIO (muco, liquido ammiotico, cellule epiteliali, pigmenti grassi e biliari)

88 Fattori biofisiologici: Età Abitudini alimentari Ritmi di vita (sedentarietà ecc..) Patologie intestinali Terapie farmacologiche Procedure diagnostiche e/o chirurgiche

89 Alcuni sintomi come nausea, conati, vomito e rigurgito possono essere sintomatici di problemi legati al bisogno di eliminazione.

90 Principali alterazioni delle feci Alterazione del colore Alterazione della forma Presenza di sostanze anomale

91 Alterazione del colore Feci acoliche (assenza di bile, colore grigiobiancastro es. ostruzione vie biliari) Feci bianche (ingestione anti-acidi o bario per esami diagnostici) Feci nere (presenza carbone e ferro) Feci verde pisello (es. tifo o ingestione vegetali ricchi di clorofilla) Feci ad acqua di riso (es. colera) Feci colorate (farmaci colorati o alimenti particolari)

92 Alterazione della forma Feci acquose (diarrea) Feci secche e dure (stipsi) Feci sottili e nastriformi (stenosi del grosso intestino) Feci caprine (stenosi del tratto intestinale inferiore)

93 Presenza di sostanze anomale Steatorrea (grasso e muco) Rettorragia ed enterorragia (sangue rosso vivo) Melena (sangue rosso scuro, feci nere catramose di odore pungente) Sangue occulto Cibi mal digeriti Pus Parassiti o uova (ossiuri, tenia, ascaridi)

94 Alcune alterazioni dell attività di eliminazione si esplicitano attraverso sintomi e segni che un operatore deve essere in grado di conoscere. a) DIARREA b) FLATULENZA

95 DIARREA Consiste nell eliminazione di feci non formate, liquide e/o poltacee, con anche più evacuazioni giornaliere. Aumentata motilità intestinale Patologie tratto intestinale (infezioni) Alterazioni dell equilibrio idroelettrolitico (rischio di disidratazione)

96 FLATULENZA Accumulo gas tratto gastrointestinale (azione batterica della flora intestinale dell intestino crasso) Ingestione di alcune tipologie di cibi (aumento processo di fermentazione batterica)

97 STIPSI Consiste nella mancata eliminazione per più giorni e/o evacuazione di feci dure. Dieta carente di fibre alimentari e acqua Attività fisica inadeguata (riduce la peristalsi e il tono della muscolatura impegnata nella fase di defecazione)

98 La STIPSI si può complicare (sforzo durante l evacuazione) con l insorgenza di emorroidi e ragadi anali ediconseguenza dolore. Stipsi acuta (enteroclismi, clisteri, terapia lassativa) Stipsi cronica (dieta, abitudini alvo)

99 FECALOMA Accumulo di feci dure bloccate nel retto con una conseguente incapacità di evacuarle. E generalmente conseguente a una stipsi trascurata e non trattata. In alcuni casi è conseguente a malattie neurologiche, debilitanti. Intervento assistenziale infermieristico (enteroclismi e terapia lassativa)

100 RADIOGRAFIA ADDOME

101 Approfondimento : i lassativi Dieta ricca di fibre alimentari (formanti massa fecale, favorisce la peristalsi intestinale distendendo le pareti intestinali) Lassativi osmotici = richiamo acqua intestino, aumentando la massa e il contenuto intestinale. Es. soluzione saline(solfato e citrato di magnesio) e lattulosio.

102 Lassativi stimolanti e/o irritanti : agiscono direttamente sulla peristalsi stimolando il plesso nervoso mioenterico e/o irritando la mucosa intestinale (es. Pursennid, Dulcolax) Supposte (rilasciano il principio attivo sulla mucosa intestinale stimolando la peristalsi)

103 Lassativi lubrificanti (azione emolliente e detergente, facilitando la costituzione di feci più morbide e lubrificando il tratto intestinale) Microclisma (clismafleet)o peretta evacuativa, piccolo volume, monouso con una punta lubrificata e liquido preparato (fosfato di sodio, sorbitolo = potere osmotico) Enteroclisma o clistere : pulizia intestino crasso mediante inserimento di liquidi per via rettale (1000 ml + soluzione salina)

104 Approfondimento : i microclismi a effetto osmotico (es : sorbiclis) Il Sorbitolo, in concentrazione iperosmotica, dopo introduzione nel retto, richiama per effetto osmotico, acqua dai tessuti circostanti, aumentando così il volume del contenuto intestinale. Tale aumento di volume produce un effetto stimolante sulle pareti intestinali e determina una scarica della massa fecale con meccanismo quasi fisiologico

105 I microclismi

106 L incontinenza fecale Perdita involontaria feci (problema salute e sociale) Alterazioni neurologiche ed emotive Frequente negli anziani (3% degli anziani a casa, 47 % degli anziani nelle RSA)

107 I tipi di incontinenza fecale (4) Incontinenza spuria (da fecaloma); la presenza di feci dure irrita la mucosa intestinale causando una diarrea acquosa con perdita continua di feci durante il giorno Incontinenza funzionale = mancanza percezione stimolo evacuativo secondario a problemi neurologici e/o psichiatrici Incontinenza sintomatica = diarrea da infiammazione acuta dell intestino (tossinfezioni alimentari, k intestinale) Incontinenza ano-rettale = perdita di feci senza alcuna consapevolezza del paziente (lesioni neurologiche nerivi sensoriali e motori del presso sacrale o da cause chirurgiche)

108 I problemi correlati Natura fisica (irritazione cute e rischio di lesioni cutanee) Natura psico-sociale (perdità stima di sé, limitazione delle relazioni interpersonali)

109 Educazione alla continenza intestinale Esercizio fisico Dieta ad alto contenuto di fibre Adeguata assunzione liquidi durante la giornata Puntuale annotazione dei movimenti intestinale

110 I presidi per l incontinenza fecale Presidi assorbenti (pannolone)

111 Le derivazioni fecali Conservazione funzione eliminatoria a seguito di interventi chirurgici (patologie infiammatorie o tumorali) Apertura artificiale sulla parete addominale (STOMIA)

112 Distinguiamo : ILEOSTOMIA : l orifizio che si crea abboccando il piccolo intestino > drenare il materiale fecale dall ileo. Le feci proveniente da una ileostomia sono liquide e contengono ancora enzimi digestivi fortemente irritanti per la cute.

113 COLONSTOMIA : L orifizio che si crea abboccando il grosso intestino. Può interessare qualsiasi parte del colon a vario livello: a) Ascendente (feci non formate, acquose) : Stomia temporanea per far riposare e guarire il tratto intestinale situato distalmente) evacuazione frequente e imprevidibile b) Trasverso (feci semiliquide) posizione centrale dell addome. Stomia temporanea evacuazione frequente e imprevedibile c) Sigmoidea (feci formate, solide) localizzata sul quadrante inferiore sinistro dell addome. Più frequente in Pz con k del retto

114 Sistemi di raccolta Sistema monopezzo (sacca di raccolta e placca adesiva insieme ) Sistama a due pezzi 1) sacca di raccolta + sistema di aggancio 2) placca adesiva

115 Sistema monopezzo Vantaggi : morbidi e maneggevoli sotto i vestiti Svantaggi : più irritanti per la cute per via del loro continuo ricambio

116 Sistema a due pezzi Vantaggi : meno irritanti (la placca può essere mantenuta più giorni)

117 Alcuni vantaggi ultimi sistemi a due pezzi: Più tenuta per una gestione della stomia sicura in ogni condizione. Più protezione per conservare il naturale ph della cute ed evitare irritazioni. Filtro (carbone attivo) Garantisce al paziente il comfort di una sacca mai gonfia e la discrezione di una filtrazione sempre efficace Materiale Il TNT è completamente idrorepellente e consente di fare la doccia e il bagno indossando la sacca.

118 L AIUTO NELLA SODDISFAZIONE DEL BISOGNO DI ELIMINAZIONE INTESTINALE

119 Collaborazione con il personale infermieristico nella soddisfazione del bisogno di eliminazione della persona in relazione al livello di dipendenza in cui la stessa si viene a trovare

120 Interventi specifici e pianificati dall infermiere (dieta, liquidi, mobilizzazione) Assicurare il comfort, la sicurezza e la privacy durante l evacuazione 1) Aiutare il paziente a usare la comoda o a raggiungere il bagno 2) Se il paziente non è in grado di raggiungere il bagno o la comoda, portare la padella e posizionare il paziente facendolo sollevare a ponte (vedi figura) o ruotare di lato

121 3) Verificare prima di posizionare la padella che la stessa non sia fredda 4) Far assumere la paziente in posizione più idonea e confortevole 5) Coprire adeguatamente il paziente sia per evitargli di prendere freddo, sia per assicurargli la privacy 6) Concedere a ogni paziente tutto il tempo necessario per l evacuazione e verificare il sistema di chiamata sia facilmente raggiungibile

122 7) Effettuare l igiene perineale se il malato non è in grado di provvedere autonomamente

123 Comoda Padella

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