LiberaVita. Rev del 20/05/10. Premessa
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- Italo Guglielmi
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1 Il Sogno di Lele Associazione di famiglie Affidatarie V.le Re. Margherita Valdagno (VI) C.F LiberaVita Rev del 20/05/10 Premessa Al compimento del diciottesimo anno di età, nel nostro territorio, i percorsi che si aprono per un giovane che vive in famiglia affidataria o in casa famiglia sono diversi, ma spesso comunque molto problematici; infatti un giovane può: - tentare di riavvicinarsi alla famiglia di origine, ma in molti casi essa non è pronta ad accogliere le sue esigenze, a causa del protrarsi o talvolta dell aggravarsi delle problematiche già emerse in fase di allontanamento; - rimanere nella famiglia affidataria, per un periodo di tempo ulteriore che gli permetta il raggiungimento di una vera autonomia (per motivi di studio o lavoro), ma spesso le regole di una famiglia a questa età diventano troppo strette e si possono creare pericolose tensioni che minano il percorso fatto; - approdare ad una scelta azzardata di convivenza con il partner; infatti, soprattutto le ragazze, tendono ad investire molto sui rapporti affettivi anche se superficiali, perché in esse vedono una prospettiva di autonomia personale, ma spesso questa scelta le porta a vivere situazioni di dipendenza e insicurezza; - nei casi in cui emergano poi anche problemi più o meno conclamati legati a disturbi del comportamento o psichiatrici, restare in famiglia affidataria è comunque un permanenza senza prospettive, perché queste condizioni impediscono al giovane il raggiungimento in tempi brevi di una piena autonomia. Per questi casi andrà pensato, caso per caso, un progetto specifico in modo da non lasciare tutto il carico sulla famiglia affidataria o casa famiglia. Se per una famiglia affidataria risulta eccessivo il carico di responsabilità che tacitamente le viene richiesto al compimento dei diciotto anni, per una casa famiglia si tratta di una evidente impossibilità a superare i termini dati dal tipo stesso di struttura protetta per minori (0-18 anni). Concretamente il provvedimento giuridico di affido extrafamiliare infatti decade e tutte le azioni e le decisioni relative alla vita del neo-maggiorenne passano dal servizio della Tutela Minori direttamente ed interamente al ragazzo. Resta certamente fondamentale garantire ai ragazzi affidabilità e continuità nelle relazioni personali coltivate fino a quel momento, ma è necessario altresì individuare uno strumento più adeguato per rispondere a questa esigenza. La nostra associazione, che opera all interno di questo contesto, si prefigge di tutelare e promuovere il benessere e la qualità di vita dei bambini e dei giovani in un contesto familiare e sociale nel rispetto delle loro risorse, capacità e storie individuali; pertanto, condividendo lo stesso obiettivo e desiderando trovare uno strumento idoneo per far fronte a questo concreto disagio, proponiamo il progetto LiberaVita che prevede il collocamento dei minori in appartamenti di sgancio, volto a salvaguardare in particolare quei minori che sono stati accolti nelle strutture e/o nelle famiglie affidatarie 1
2 Utenza (chi possiamo inserire nel progetto) Ragazzi e ragazze che raggiungono la maggiore età e che fino a quel momento hanno vissuto - in famiglia affidataria, - in casa famiglia, - nella propria famiglia di origine, che lasciano per situazioni particolarmente disagiate; in questo caso dovranno essere situazioni già conosciute e seguite dal Servizio Tutela Minori. Il numero massimo di ragazzi conviventi deve essere limitato a 3 o al massimo 4 utenti, evitando le promiscuità. E fondamentale per l accesso al progetto accertare che l utente abbia le risorse necessarie per raggiungere la piena autonomia. Referente del progetto L'Associazione di famiglie affidatarie Il Sogno di Lele individua all interno del proprio organigramma un referente per il progetto nelle persona di: Davide Toniolo Presidente Il legale rappresentante sopraindicato, qualora sia impossibilitato a svolgere con continuità il ruolo di referente, può delegare in modo permanente un altro socio, che svolgerà questa mansione per tutta la durata del progetto. Il referente avrà l obbligo di relazionare ai soci nelle sedi appropriate l andamento generale del progetto, di tenere i rapporti con i proprietari/locatari dell immobile, di accogliere eventuali richieste per l inserimento di utenti, di verificare la fedeltà al progetto stesso da parte dei soggetti coinvolti e di accertarsi della copertura finanziaria del progetto. La sua presenza è prevista nelle riunioni di verifica e supervisione mensile dell appartamento. Soggetti coinvolti - I ragazzi che accedono al progetto - L Associazione di famiglie affidatarie Il Sogno di Lele di Valdagno con il ruolo di promotrice e referente del progetto; - I Comuni di residenza dei ragazzi, per la partecipazione al progetto; - i referenti delle Strutture di Accoglienza se i ragazzi provengono da queste realtà. - il consultorio familiare dell'ulss competente, che, condividendo il progetto nelle sue linee generali, diviene per i referenti delle Associazioni promotrici un necessario punto di riferimento e potrebbe assumere anche un ruolo significativo per l utente, soprattutto dopo la conclusione del percorso; - il Servizio Integrazione Lavoro (SIL) dell ULSS, competente per l aspetto dell inserimento lavorativo; - i tutori e gli amministratori di sostegno dei ragazzi per la gestione delle loro risorse economiche; - i tutor di affiancamento dei ragazzi; - laddove possibile e solo con il consenso dei ragazzi, anche membri della famiglia di origine. - la Tutela Minori per la parte che le compete sei mesi prima del compimento del diciottesimo anno, soprattutto come passaggio di consegne con gli altri enti e associazioni. 2
3 Obiettivi Gli obiettivi del progetto LiberaVita sono: - sostenere l'inserimento sociale dei neo-maggiorenni che, per diverse ragioni, si trovano in condizioni di svantaggio sociale, economico o culturale; - colmare il vuoto di assistenza e di riferimenti in cui rischiano di trovarsi gli adolescenti con difficoltà familiari; - sviluppare una rete di rapporti che facilitino l'ingresso lavorativo e culturale del giovane; - accompagnare i ragazzi nel processo di autonomia per aiutarli ad essere responsabili nella società; - reperire gli appartamenti di sgancio. Metodo di lavoro Avendo posto come obiettivo la graduale ma crescente autonomia dei ragazzi, è necessario fin dall inizio impostare l intervento educativo a scalare (vedi metodo dell apprendistato cognitivo di Collins Newman; il fading): il nostro sostegno cioè deve essere inteso come un impalcatura che, con il rafforzarsi della struttura, viene progressivamente smantellata. Nel momento in cui si stila il PEIS (Progetto Educativo Individuale di Sgancio) con i singoli utenti sarà necessario stabilire gli obiettivi specificando anche i tempi previsti per perseguirli. La verifica puntuale di ogni step, di settimana in settimana, permette al ragazzo di rendersi conto delle capacità acquisite e del lavoro che resta da fare. Negli incontri di verifica settimanali saranno presenti i ragazzi dell appartamento con i loro tutor di affiancamento. Viene predisposta una griglia di verifica da utilizzare in riunione dove sono indicate anche le modalità per programmare i sottoobiettivi successivi da raggiungere. Nelle riunioni mensili di supervisione e verifica invece si allargherà il confronto anche con il referente del progetto e con gli amministratori di sostegno. Al termine di ogni incontro sarà stilato un verbale per il monitoraggio del progetto da inoltrare al Consultorio familiare di competenza e all Assessorato al Sociale del Comune di residenza. Ubicazione della struttura (DOVE) Va premesso che non va scelto a priori il territorio dove realizzare il Progetto. La scelta del luogo dovrà infatti tenere presente le esigenze dei ragazzi accolti nell appartamento di sgancio. L appartamento di sgancio dovrà situarsi in un contesto abitativo servito dai mezzi pubblici, ma anche con possibilità di spostamento autonomo dei ragazzi. Periodo di permanenza L appartamento non deve diventare per i ragazzi un posto dove poter restare a tempo indeterminato. Al momento dell'accoglienza va definita nel PEIS, dove vengono chiariti i ruoli e sottoscritti gli impegni dalle parti, anche la data di conclusione del progetto. Potranno realizzarsi situazioni che potrebbero portare alla conclusione anticipata del Progetto. Il PEIS avrà una forte connotazione di sgancio, inteso come una serie di azioni/obiettivo che portano ad una graduale ed effettiva acquisizione di autonomia da parte dell utente, che al termine del progetto dovrebbe diventare pienamente responsabile di se stesso. La durata massima di ogni progetto sarà di tre anni.. 3
4 Chi partecipa alla stesura del PEIS Oltre al ragazzo, nella stesura del Progetto Educativo Individuale di Sgancio iniziale vengono coinvolti il referente del progetto, il tutore o l amministratore di sostegno del ragazzo(dove presenti), un referente della famiglia affidataria o della comunità familiare di provenienza, ed infine il tutor di affiancamento, che viene scelto per le sue competenze professionali e per la sua disponibilità a seguire più da vicino il ragazzo. Di mese in mese, durante le riunioni di verifica con il referente del progetto, si verificano i singoli PEIS e si aggiornano i sotto- obiettivi da raggiungere. Se il progetto viene pensato finché il ragazzo è minorenne sarà necessario anche il contributo attivo da parte della Tutela Minori, che l'ha seguito fino a quel punto. Il tutor di affiancamento Per realizzare l obiettivo generale del progetto LiberaVita, ovvero la piena autonomia del ragazzo (NB: andrà specificato in ogni PEIS in che cosa consiste tale autonomia in modo concreto), sarà necessario incaricare un tutor che operi in tal senso. Il compito del tutor di affiancamento è di interessarsi alla vita del ragazzo, di facilitare la sua realizzazione come persona; garantendo la presenza e diventando per il ragazzo un punto di riferimento, anche e soprattutto in caso di difficoltà. Il tutor di affiancamento deve partecipare sia alle verifiche settimanali sia alla supervisione mensile. Ruolo e compiti dei ragazzi Partecipare alla stesura del progetto educativo individuale di sgancio (PEIS). Partecipare agli incontri di verifica settimanali previsti nel progetto. Rispettare il regolamento di gestione e il regolamento condominiale. Rispettare il pagamento delle utenze e degli alimentari come stabilito e in considerazione delle possibilità.. Compartecipare progressivamente alla spesa per l affitto dell appartamento. Contribuire a mantenere la pulizia e il decoro dell'abitazione. Aderire ai progetti di inserimento lavorativo. Nel caso non fosse possibile aderire a progetti lavorativi veri e propri, verranno individuati altri progetti di volontariato/stage con l'obiettivo di essere attivi e disponibili verso gli altri. Ruolo dell associazione promotrice Garantire il buon funzionamento della casa ed il rispetto del regolamento. Avvalendosi della propria rete di volontari, rendere più fluido il processo di progressiva autonomia ed integrazione sociale dei ragazzi. Monitorare l andamento del progetto attraverso la relazione periodica che verrà stilata dai tutor dopo ciascuna verifica settimanale. Ruolo dei servizi sociali dei Comuni di residenza Mantenere i contatti con il Referente del Progetto attraverso il proprio Servizio Sociale Ruolo dei servizi ULSS 4
5 Il Consultorio Familiare darà la disponibilità a mantenere i contatti, anche telefonicamente, con i Referenti del Progetto.Il Servizio sarà fondamentale anche nel follow up, riportando eventuali criticità o esigenze riscontrate relative agli utenti inseriti. Su richiesta mirata dei ragazzi, il Consultorio Familiare darà la disponibilità ad incontrarli per supportare e rinforzare la loro motivazione e il loro impegno nel progetto. Attraverso il SIL, dove di competenza, verrà facilitato l'inserimento lavorativo dei ragazzi anche attraverso stage o tirocini formativi. Ruolo dei Comuni Partecipare con la quota pro-capite allo stanziamento del Fondo di Solidarietà tra Comuni, finalizzato alla compartecipazione dei costi del Progetto. Costi I costi del Progetto riguardano principalmente: Costo mensile dell'affitto Costi di caparra e recesso anticipato Spese condominiali Utenze Spese di manutenzione ordinaria Costi di un operatore specializzato per interventi di sostegno all'autonomia I costi non sono fissi ma variano anche in funzione delle capacità di contribuzione dei ragazzi e della complessità delle situazioni che si vengono a creare. In via sperimentale la Società di Mutuo Soccorso di Valdagno ha messo a disposizione un appartamento a canone agevolato pari a 250 mensili, senza caparra e periodo di preavviso. La Cooperativa Itaca sperimentalmente ha messo a disposizione un operatore con il ruolo di tutor di affiancamento, prevedendo una presenza settimanale. Si ipotizza che le utenze e le spese condominiali possano essere coperte dai ragazzi i quali, quando potranno contare sul loro stipendio, contribuiranno anche all'affitto. 5
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