LA PROGETTAZIONE DEI SISTEMI DI RISCALDAMENTO A BIOMASSA
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1 Ing Gianluca Farina Sistemi di produzione e distribuzione del calore LA PROGETTAZIONE DEI SISTEMI DI RISCALDAMENTO A BIOMASSA Le principali tipologie di caldaie per la combustione di biomasse per il riscaldamento di piccole-medie utenze sono fondamentalmente tre, sulla base delle tre principali categorie di combustibili vegetali: legna da ardere in ciocchi, legno sminuzzato (cippato), pastiglie di legno macinato e pressato (pellet). Un impianto di riscaldamento a cippato è costituito dai seguenti elementi: Caldaia; Contenitore o apposito locale (silo) per lo stoccaggio del cippato; Sistema di movimentazione del combustibile; Cetralina di regolazione; Eventuale accumulatore inerziale e bollitore per acqua sanitaria;
2 Ing Gianluca Farina Sistemi di produzione e distribuzione del calore LA PROGETTAZIONE DEI SISTEMI DI RISCALDAMENTO A BIOMASSA PRINCIPI DI FUNZIONAMENTO Poiché il caricamento del combustibile in caldaia avviene in modo automatico, è necessario che accanto al locale caldaia venga predisposto un locale (silo) per lo stoccaggio del combustibile.
3 Ing Gianluca Farina Sistemi di produzione e distribuzione del calore LA PROGETTAZIONE DEI SISTEMI DI RISCALDAMENTO A BIOMASSA IL LOCALE CALDAIA Un aspetto importante da prendere in considerazione la disponibilità di spazio per la centrale termica e per il deposito, che deve essere situata nelle immediate vicinanze di questa. Il locale caldaia deve essere spazioso e ben ventilato. Oltre alla caldaia, la centrale termica dovrebbe poter accogliere l accumulatore inerziale, il bollitore sanitario, il quadro elettrico e tutta l impiantistica idraulica. Considerando che buona norma lasciare uno spazio libero di almeno 60 cm tutto intorno alla caldaia, si può concludere che la superficie minima sia di 8-10 mq (m 2-2,5 x 4). Per gli impianti oltre i 35 kw la norma prevede che siano dotati di porta di accesso indipendente dall esterno. Per questi impianti necessario anche depositare il progetto della centrale termica ai vigili del fuoco ed effettuare comunicazione all Istituto per la Sicurezza sul Lavoro (ISPESL).
4 Ing Gianluca Farina Sistemi di produzione e distribuzione del calore LA PROGETTAZIONE DEI SISTEMI DI RISCALDAMENTO A BIOMASSA IL LOCALE CALDAIA Ai fini della normativa sulla sicurezza viene considerata la potenza termica complessiva di tutte le caldaie presenti nello stesso locale, che possono essere accese in contemporanea. Di conseguenza, se si installa una caldaia a biomassa da 20 kw e accanto a questa ne viene posta una a gas da 20 kw, viene superata la soglia dei 35 kw, e si rientra nella normativa su questa categoria di impianti. Se nello stesso locale caldaia sono presenti una caldaia a biomassa e una a gas/ gasolio, con possibilità di funzionamento contemporaneo, altresì necessario che ogni caldaia sia dotata di una propria canna fumaria indipendente.
5 LA PROGETTAZIONE DEI SISTEMI DI RISCALDAMENTO A BIOMASSA Ing Gianluca Farina Sistemi di produzione e distribuzione del calore
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7 Ing Gianluca Farina Sistemi di produzione e distribuzione del calore LA PROGETTAZIONE DEI SISTEMI DI RISCALDAMENTO A BIOMASSA COMPONENTI CALDAIA A BIOMASSA: Coclee progressive Collegamento sferico Protezione contro il ritorno di fiamma Coclee stocker Motori d azionamento Camera di combustione caldaia Servomotore dell aria primaria Servomotore dell aria secondaria Coclea cenere della camera di combustione Coclea cenere dello scambiatore termico Carrello portacenere esterno Scambiatore termico Ventilatore per i gas di scarico Sistema di regolazione Pannello di regolazione
8 LA PROGETTAZIONE DEI SISTEMI DI RISCALDAMENTO A BIOMASSA Ing Gianluca Farina Sistemi di produzione e distribuzione del calore
9 Ing Gianluca Farina Sistemi di produzione e distribuzione del calore LA PROGETTAZIONE DEI SISTEMI DI RISCALDAMENTO A BIOMASSA IL CAMINO Un importante componente dell impianto di riscaldamento a biomassa. La sua funzione non solamente quella di allontanare e disperdere i fumi, ma di assicurare, grazie a un tiraggio adeguato, il buon funzionamento della caldaia. Il tiraggio tanto migliore quanto più caldi rimangono i fumi che percorrono il camino. Per questo motivo il camino dovrebbe essere dotato di un buon isolamento termico. Un altro motivo importante per isolare termicamente il camino quello di evitare che la temperatura dei fumi scenda al di sotto della soglia di condensa, nel qual caso si potrebbe verificare un rapido sporcamento delle pareti del camino stesso, fino a giungere all intasamento.
10 Ing Gianluca Farina Sistemi di produzione e distribuzione del calore LA PROGETTAZIONE DEI SISTEMI DI RISCALDAMENTO A BIOMASSA IL CAMINO Per i generatori di calore alimentati a legna o da altri biocombustibili solidi, i condotti per evacuare i fumi vanno realizzati in base alle norme vigenti e, in particolare, secondo quanto richiesto dalle: UNI 9615 Generatori di calore alimentati a legna o da altri biocombustibili solidi. Requisiti di installazione. UNI Calcolo delle dimensioni interne dei camini. Definizioni e procedimenti di calcolo fondamentali. Questi condotti sono essenzialmente composti: (1) dalla canna fumaria, che convoglia i fumi verso l esterno; (2) dal comignolo, che serve ad evacuare i fumi in atmosfera e (3) dal canale da fumo, che collega il generatore di calore alla canna fumaria
11 Ing Gianluca Farina Sistemi di produzione e distribuzione del calore LA PROGETTAZIONE DEI SISTEMI DI RISCALDAMENTO A BIOMASSA STOCCAGGIO DEL CIPPATO Il silo di stoccaggio del cippato dovrebbe essere posto in un locale adiacente al locale caldaia o situato nelle immediate vicinanze di questo. Una delle pi ù importanti condizioni per la fattibilità di un impianto di riscaldamento a cippato la disponibilità di un locale per lo stoccaggio, situato in posizione accessibile ai mezzi di trasporto del combustibile, con adeguato spazio per la manovra di questi. Il silo va dimensionato sulla base della potenza e del rendimento della caldaia, delle caratteristiche del combustibile e dell autonomia richiesta. Indicativamente, il potere calorifico netto del cippato compreso tra 600 e 900 kwh/m3, a seconda del tipo di legno e del contenuto di umidità. La densità compresa tra i 200 e i 400 kg/m3. Generalmente il cippato di conifera (pino, abete) ha un minore potere calorifico rispetto a quello di latifoglia (faggio, quercia).
12 LA PROGETTAZIONE DEI SISTEMI DI RISCALDAMENTO A BIOMASSA STOCCAGGIO DEL CIPPATO Il silo di stoccaggio può essere ricavato da un locale preesistente o costruito ex novo. In ogni caso deve essere accuratamente protetto da infiltrazioni di acqua. Sul fondo del silo viene posizionato l estrattore del cippato, che preleva il combustibile e lo convoglia nel canale della coclea di trasporto. Nei piccoli impianti, per potenze fino a kw, e capienze fino a circa 100 m3, viene generalmente usato un estrattore a braccio rotante, che richiede una sezione del silo circolare o quadrata. Per impianti di maggiore potenza vengono usati estrattori a fondo mobile, costituiti da una o più rastrelliere parallele ad azionamento idraulico che, con un lento movimento avanti e indietro spingono il cippato nel canale della coclea.
13 Ing Gianluca Farina Sistemi di produzione e distribuzione del calore LA PROGETTAZIONE DEI SISTEMI DI RISCALDAMENTO A BIOMASSA PRINCIPI DI FUNZIONAMENTO Al fine di facilitare le operazioni di scarico del cippato dai mezzi di trasporto, il silo situato spesso al di sotto del piano stradale. Dal silo di alimentazione il cippato viene estratto automaticamente e convogliato, per mezzo di una coclea dosatrice, nella caldaia, dove avviene la completa combustione mediante l immissione di aria primaria e secondaria. La combustione avviene in caldaie a griglia che può essere: fissa, per bruciare materiali fini e a basso contenuto di umidità mobile, per bruciare combustibili a pezzatura grossolana e ad alto contenuto di ceneri ed umidità (fino al 50% in peso di acqua), quali le biomasse forestali fresche di taglio. Nei sistemi più avanzati il flusso di cippato e la combustione sono regolati in continuo da un microprocessore in base alla richiesta di energia dell utenza e alla temperatura e concentrazione di ossigeno dei fumi (regolazione lambda). Il sistema può modulare la potenza erogata mantenendo la combustione ottimale anche con combustibili diversi, sia con pieno o minimo carico.
14 Ing Gianluca Farina Sistemi di produzione e distribuzione del calore LA PROGETTAZIONE DEI SISTEMI DI RISCALDAMENTO A BIOMASSA PRINCIPI DI FUNZIONAMENTO I generatori a combustibile solido, nelle fasi di forte rallentamento della combustione, abbassano notevolmente la loro resa e producono molti fumi densi ed inquinanti. Per porre rimedio a tale situazione sono possibili, almeno in teoria, due soluzioni. La prima è quella (talvolta consigliata) di caricare i generatori solo con una quantità di legna correlata alle effettive esigenze termiche dell impianto. È però, in pratica, una soluzione non gestibile. La seconda consiste, invece, nel dotare gli impianti di idroaccumulatori per poter immagazzinare il calore prodotto in eccesso dalla caldaia e poterlo utilizzare in seguito
15 LA PROGETTAZIONE DEI SISTEMI DI RISCALDAMENTO A BIOMASSA Ing Gianluca Farina Sistemi di produzione e distribuzione del calore
16 Le Energie Alternative Progetto BIOMASS IL PROGETTO BIOMASS L IMPIANTO PILOTA caldaia deposito estrattore automatico (fonte: Biocompact, Ecoenergie srl, Vicenza)
17 Le Energie Alternative Progetto BIOMASS IL PROGETTO BIOMASS L IMPIANTO PILOTA Accumulatore-puffer Deposito Coclea Caldaia Impianto di riscaldamento
18 Le Energie Alternative Progetto BIOMASS IL PROGETTO BIOMASS L IMPIANTO PILOTA
19 Le Energie Alternative Progetto BIOMASS IL PROGETTO BIOMASS L IMPIANTO PILOTA Accumulatore-puffer Deposito cippato Coclea Caldaia
20 Le Energie Alternative Progetto BIOMASS IL PROGETTO BIOMASS L IMPIANTO PILOTA
21 IPOTESI DI PROGETTO BIOMASS+ : ISTITUTO SCIENTIFICO SORGONO Ing Gianluca Farina Sistemi di produzione e distribuzione del calore
22 IPOTESI DI PROGETTO BIOMASS+ : ISTITUTO SCIENTIFICO SORGONO Ing Gianluca Farina Sistemi di produzione e distribuzione del calore
23 IPOTESI DI PROGETTO BIOMASS + Ing Gianluca Farina Sistemi di produzione e distribuzione del calore
24 IPOTESI DI PROGETTO BIOMASS + Ing Gianluca Farina Sistemi di produzione e distribuzione del calore
25 IPOTESI DI PROGETTO BIOMASS + Ing Gianluca Farina Sistemi di produzione e distribuzione del calore
26 IPOTESI DI PROGETTO BIOMASS + Ing Gianluca Farina Sistemi di produzione e distribuzione del calore
27 Ing Gianluca Farina Sistemi di produzione e distribuzione del calore LA PROGETTAZIONE DEI SISTEMI DI RISCALDAMENTO A BIOMASSA INCENTIVI L Italia incentiva la installazione di caldaie a pellet, pezzi di legna e cippato con incentivi fino a 8.500, quali Vi saranno versati sul Vostro conto entro 2 anni. Quí sotto trovate le principali informazioni per accedere a tali incentivi. Incentivato vengono la sostituzione di qualsiasi generatore di calore con una caldaia a pellet,a pezzi di legna o a cippato Il conto energia termico è un primo passo importante per facilitare l accesso dell uomo alle fonti rinnovabili. SOGGETTI AMMESSI Il meccanismo di incentivazione è rivolto a due tipologie di soggetti: Amministrazioni pubbliche Soggetti privati, intesi come persone fisiche, condomini e soggetti titolari di reddito di impresa o di reddito agrario.
28 Ing Gianluca Farina Sistemi di produzione e distribuzione del calore LA PROGETTAZIONE DEI SISTEMI DI RISCALDAMENTO A BIOMASSA INCENTIVI: REQUISITI EDIFICI E IMPIANTI Solo sostituzione di impianti di Climatizzazione in qualsiasi tipo di edificio esistente, parti di edifici esistenti o unità immobiliari esistenti (registrati al catasto!) (comprese le serre), dotati di Impianto di riscaldamento esistenti alimentati a biomassa, carbone, gasolio, btz, (esclusi: GPL, gas metano, elettrici) (esclusi impianti che generano calore di processo lavorativo) (Possono essere anche sostituite stufe, camini aperti, termocucine) con una caldaia anche se l impianto si trovano in zona metanizzata. (l importante è che il metano non alimenti la caldaia attuale). L installazione deve sostituire integralmente l impianto già presente nell edificio. La sostituzione parziale è consentito solo se già l impianto preesistente era dotato di più generatori di calore. (Per impianti che necessitano di caldaia backup va anche prevista la sostituzione del backup stesso) Va mantenuta la potenza del generatore sostituito con una maggiorazione possibile del 10%.
29 Ing Gianluca Farina Sistemi di produzione e distribuzione del calore LA PROGETTAZIONE DEI SISTEMI DI RISCALDAMENTO A BIOMASSA NORME DI SICUREZZA Attualmente, in relazione al tipo di generatore e alla potenzialità termica dell impianto vanno rispettate le seguenti norme: 1. Impianti a caldaie fino a 35 Kw EN (2003) Impianti di riscaldamento negli edifici. Progettazione dei sistemi di riscaldamento ad acqua. 2. Impianti a dispositivi domestici fino a 35 kw UNI (2009) Impianti di riscaldamento ad acqua calda. Requisiti specifici per impianti con apparecchi per il riscaldamento di tipo domestico alimentati a combustibile solido con caldaia incorporata e con potenza del focolare complessiva non maggiore di 35 kw. Nota: La norma si applica ai circuiti idraulici degli impianti termici serviti con generatori di calore per il riscaldamento di tipo domestico: stufe, caminetti e termocucine con caldaia incorporata, funzionanti a combustibili solidi non polverizzati. 3. Impianti a caldaie oltre 35 kw Specifiche tecniche applicative del Titolo II DM Raccolta R. CAP. R.3.C. (ed. 2009) Impianti con generatori alimentati con combustibili solidi non polverizzati.
30 Ing Gianluca Farina Sistemi di produzione e distribuzione del calore LA PROGETTAZIONE DEI SISTEMI DI RISCALDAMENTO A BIOMASSA NORME DI SICUREZZA Le norme di cui sopra classificano gli impianti in base (1) al sistema di espansione, che può essere aperto o chiuso; (2) alle modalità di carico del combustibile solido, che possono essere manuali o automatiche; (3) alla tipologia di circolazione del fluido, che può essere naturale o forzata e (4) al tipo e collegamento dei generatori, che possono essere singoli o in batteria con altri generatori.
31 Ing Gianluca Farina Sistemi di produzione e distribuzione del calore LA PROGETTAZIONE DEI SISTEMI DI RISCALDAMENTO A BIOMASSA NORMATIVA La legge italiana prevede che le caldaie a biomassa possono essere installate soltanto in impianti dotati di vaso di espansione aperto. Questo obbligo risale a molti decenni fa, ed era motivato da ragioni di sicurezza, a causa della relativa facilità con cui le caldaie a legna possono raggiungere la temperatura di ebollizione. Il vaso di espansione aperto deve essere posto nel punto pi ù alto dell impianto di riscaldamento (tipicamente nel solaio) e collegato direttamente alla caldaia da un tubo, denominato tubo di sicurezza, il cui percorso non deve presentare alcun tratto in discesa. In caso di emergenza il tubo di sicurezza deve consentire al vapore sviluppatosi in caldaia di fluire liberamente senza incontrare ostacoli fino al vaso di espansione aperto.
32 Ing Gianluca Farina Sistemi di produzione e distribuzione del calore LA PROGETTAZIONE DEI SISTEMI DI RISCALDAMENTO A BIOMASSA Nel caso in cui la caldaia sia posta in un locale separato dal fabbricato principale, può risultare impossibile collocare il vaso di espansione aperto nel fabbricato da riscaldare, a causa della difficoltà di installare il tubo di sicurezza senza tratti in discesa. In questi casi necessario realizzare due circuiti di riscaldamento separati, di cui uno primario a vaso aperto nel locale caldaia e uno secondario a vaso chiuso nel fabbricato da riscaldare. Tra i due circuiti viene interposto uno scambiatore di calore a piastre, che consente lo scambio termico evitando il contatto diretto dell acqua tra i due circuiti. In questi casi l aggravio di costi dell impianto a legna rispetto a quello convenzionale a gas/gasolio ingente e la presenza dello scambiatore di calore riduce le prestazioni e i rendimenti dell impianto. La tecnologia attuale (scambiatore di calore di emergenza e valvola di sicurezza termica) rende ormai inutilmente penalizzante e anacronistico l obbligo del vaso di espansione aperto nelle caldaie a legna, ed auspicabile che si giunga quanto prima a una revisione della normativa giuridica e tecnica in materia.
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