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1 Firenze, 21 settembre 2015 Programma di sviluppo rurale della Regione Toscana Progetti Integrati di Filiera PIF Annualità 2015 «Il polline toscano: un prodotto di qualità controllata e certificata» Giovanni Formato e Roberta Moruzzo Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e Toscana «M. Aleandri» Università di Pisa

2 Argomenti all Ordine del giorno a) Il nuovo PSR : obiettivi ed il settore nel quale si svilupperà la filiera; b) il Capofila; c) le opportunità offerte dal bando PIF; d) l'idea progettuale relativa alla filiera, le modalità di adesione al progetto e di selezione dei partecipanti; e) i vincoli del bando PIF; f) le penalità previste per il mancato raggiungimento degli obiettivi del progetto di filiera; g) la necessità di sottoscrivere un Accordo di filiera tra tutti i partecipanti alla filiera per la gestione dei rapporti commerciali interni, comprensivo di riferimenti agli eventuali vincoli e penalità applicati in sede di attuazione degli investimenti di filiera.

3 Argomenti all Ordine del giorno a) Il nuovo PSR : obiettivi ed il settore nel quale si svilupperà la filiera: Il progetto che si vuol presentare è finalizzato alla produzione di un polline toscano avente qualità controllata e certificata. La filiera coinvolge quindi la filiera apistica. Nel progetto è obbligatoria la presenza di almeno 12 partecipanti, di cui almeno 5 effettuano investimenti (di questi: almeno 3 produttori di polline) e posseggono il fascicolo elettronico sul sistema informativo di ARTEA.

4 I principali obiettivi del nuovo Programma di Sviluppo Rurale Migliorare la competitività delle aziende e delle filiere, creando opportunità di lavoro in particolare per i giovani 2. Tutela dell agro-ecosistema e lotta ai cambiamenti climatici 3. Produrre e condividere innovazioni 4. Creare nei territori rurali più opportunità 5. Semplificare l accesso alle politiche regionali di sviluppo rurale 4

5 Le misure attivabili sottomisura 3.1 Partecipazione a regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari ; sottomisura 3.2 Attività di informazione e promozione ; sottomisura 4.1 Sostegno agli investimenti alle aziende agricole sottomisura 4.2 Investimenti nella trasformazione, commercializzazione e/o lo sviluppo dei prodotti agricoli ; sottomisura 6.4 Sostegno a investimenti nella creazione e nello sviluppo di attività extra-agricole ; sottomisura 8.6 Sostegno a investimenti in tecnologie silvicole, trasformazione, mobilitazione, commercializzazione prodotti delle foreste ; sottomisura 16.2 Sostegno a progetti pilota e di cooperazione.

6 Argomenti all Ordine del giorno Con le sottomisure 4.1 «Sostegno agli investimenti alle aziende agricole» e 4.2 «Investimenti nella trasformazione, commercializzazione e/o sviluppo dei prodotti agricoli» intendiamo richiedere attrezzature. Con la sottomisura 16.2 «Sostegno a Progetti pilota e di Cooperazione» intendiamo dare sostegno alla produzione del polline con attività di mercato, di innovazioni tecnologiche e analitiche. Per garantire la qualità ed il successo delle produzioni di polline toscano.

7 Argomenti all Ordine del giorno b) il Capofila Il PIF deve avere un importo di spesa complessivo che va da a 3,5 milioni di. Il capofila proposto è l IZS Lazio e Toscana «M. Aleandri», Certamente, se una ditta direttamente coinvolta nella filiera fosse disponibile (investimento minimo: ), sarebbe meglio.

8 Argomenti all Ordine del giorno ci) le opportunità offerte dal bando PIF: per la sottomisura 4.1 «Sostegno agli investimenti alle aziende agricole» - avere il rimborso del 40% (+10% area svantaggiata e +10% giovane agricoltore) degli investimenti (da a c.a ); -rientrare nel Progetto di Filiera (formazione, studio di un marchio di qualità, studio di caratterizzazione, modalità innovative di conservazione). Soggetti ammessi: Imprenditori Agricoli Professionali (IAP) iscritti, anche a titolo provvisorio, nell anagrafe regionale (L.R. 45/2007).

9 Investimenti: costruzione e/o ristrutturazione locali (impiantistica inclusa); efficientamento energetico (coibentazione, caldaie, cappotti, etc.); rimozione e smaltimento amianto; recinzioni; muretti, terrazzamenti, viabilità aziendale; acquisto e installazione nuovi macchinari; attrezzature (durata >5 anni) per l apicoltura non destinate al nomadismo, carrelli (non per trasporto arnie), escluse macchine e allestimento autocarri; sistemi di allerta e videosorveglianza per predatori; sistemi per identificazione elettronica alveari; apparecchiature per la trasformazione, conservazione (frigoriferi, celle) e confezionamento; software ed hardware; attrezzature per pulizia e igiene; attrezzature per valutazione parametri fisico-chimici del polline. Tutti macchinari od attrezzature: marchio «CE». Spese generali: max 6%.

10 Argomenti all Ordine del giorno cii) le opportunità offerte dal bando PIF: per la sottomisura 4.2 «Investimenti nella trasformazione, commercializzazione e/o sviluppo dei prodotti agricoli» -avere il rimborso del 40% (PMI) o del 30% (Grandi imprese) degli investimenti (da a c.a ) -rientrare nel Progetto di Filiera (formazione, studio di un marchio di qualità, studio di caratterizzazione, modalità innovative di conservazione). Soggetti ammessi: Imprese di trasformazione, commercializzazione e/o di sviluppo di prodotti agricoli.

11 Argomenti all Ordine del giorno ciii) le opportunità offerte dal bando PIF: per la sottomisura 16.2 «Sostegno a Progetti pilota e di Cooperazione» -avere il rimborso del 90% degli investimenti (da a ); il capofila: Questa sottomisura è finalizzata a promuovere progetti di cooperazione tra più soggetti per dare risposte concrete alle imprese, favorendone la competitività attraverso l adattamento e l introduzione di nuovi processi e tecnologie già esistenti e collaudati, ma non ancora utilizzati nella filiera polline.

12 Argomenti all Ordine del giorno d) l'idea progettuale relativa alla filiera, le modalità di adesione al progetto e di selezione dei partecipanti: L idea progettuale è quella di giungere alla produzione di un polline toscano, caratterizzato dal punto di vista chimico-fisico-palinologico, caratterizzato da un marchio ben preciso e da un processo di lavorazione innovativo. Le modalità di adesione al progetto prevedono la compilazione della modulistica prevista dal bando (Decreto 2359/2014) e la sottoscrizione da parte dei soggetti partecipanti di un Accordo di filiera.

13 Schema della presentazione i vincoli del bando regionale le penalità previste la necessità di un accordo di filiera

14 I vincoli del bando regionale - Partecipanti - Ogni PIF deve essere chiaramente riconducibile ad almeno due fasi della filiera. Il numero minimo di soggetti partecipanti deve essere almeno 12, di cui partecipanti diretti almeno 5. E obbligatoria la presenza della fase di produzione primaria attraverso almeno 3 partecipanti diretti Non è obbligatoria la presenza di partecipanti diretti in entrambe le due fasi previste (è importante che siano tuttavia presenti nel PIF e nell accordo di filiera, anche come partecipanti indiretti).

15 I vincoli del bando regionale - Minimali e Massimali - Minimale PIF: non inferiore a 400 mila di spesa ammissibile Massimale PIF: non superiore a 3,5 milioni di di contributo concedibile

16 I vincoli del bando regionale - Minimali e Massimali -

17 I vincoli del bando regionale - Tassi di contribuzione-

18 I vincoli del bando regionale - Cantierabilità ed ammissibilità- La cantierabilità degli investimenti (permesso a costruire) è richiesta al momento della presentazione delle singole domande di aiuto (quindi non alla momento della presentazione del PIF) L ammissibilità delle spese decorre dal giorno successivo alla data di presentazione delle singole domande di aiuto (quindi non possono essere iniziati gli investimenti prima di tale momento)

19 Le penalità previste - Il PIF decade se- viene meno il numero minimo di partecipanti; non viene attivata una delle due misure obbligatorie: 4.1, 4.2 o 8.6; Necessaria almeno una delle seguenti condizioni: l importo degli investimenti realizzati deve essere pari o superiore ai 2/3 dell importo totale degli investimenti ammessi nel PIF approvato (incluse le varianti); devono essere stati raggiunti gli obiettivi e le finalità per cui il PIF è stato finanziato, oltre al mantenimento delle condizioni di accesso; il progetto integrato di filiera deve essere realizzato entro 24 mesi dalla data di approvazione del PIF.

20 Accordo di Filiera Nell Accordo di Filiera vanno specificati i quantitativi complessivi di materia prima e di prodotti finiti che i partecipanti si impegnano a cedere ed acquistare per tutta la durata dell Accordo (non inferiore a 3 anni). Negli impianti di trasformazione e/o strutture di lavorazione finanziati nell ambito del PIF, il polline utilizzato deve provenire, almeno per il 51% del quantitativo totale, dalle aziende partecipanti al PIF. Per la sottoazione 16.2: va invece stipulata una ATS.

21 La necessità di un accordo di filiera - per stabilire- scopi e finalità; soggetto capofila e soggetti partecipanti (diretti, indiretti) quantitativi di materia prima, prodotti semilavorati e prodotti finiti che i partecipanti diretti e indiretti si impegnano a cedere e/o lavorare nell impianto di trasformazione/commercializzazione oggetto di finanziamento; l impegno (per tutta la durata prevista) che la materia prima utilizzata negli impianti di trasformazione e/o commercializzazione finanziati nell ambito del PIF provenga per almeno il 51% del quantitativo totale dalle imprese agricole di produzione primaria partecipanti, sia direttamente che indirettamente, al progetto;

22 La necessità di un accordo di filiera - per stabilire- metodologia di determinazione del prezzo (accordi fra I firmatari); durata dell accordo, per un periodo non inferiore a 3 anni dalla data prevista dall accordo stesso (la data della decorrenza deve essere posteriore a quella di sottoscrizione dell accordo); responsabilità reciproche delle parti, con i vincoli che legano tra loro i diversi sottoscrittori dell accordo; impegno di ciascun partecipante all accordo a realizzare I singoli interventi; un sistema di tracciabilità della materia prima oggetto dell accordo.

23 Argomenti all Ordine del giorno f) le penalità previste per il mancato raggiungimento degli obiettivi del progetto di filiera: Nell Accordo di Filiera devono essere previste specifiche penali in caso di mancata realizzazione degli interventi previsti (acquisti, realizzazione delle innovazioni, disponibilità del polline).

24 Argomenti all Ordine del giorno g) la necessità di sottoscrivere un Accordo di filiera tra tutti i partecipanti alla filiera per la gestione dei rapporti commerciali interni, comprensivo di riferimenti agli eventuali vincoli e penalità applicati in sede di attuazione degli investimenti di filiera: L Accordo di filiera rappresenta un vero e proprio contratto che impegna i diversi partecipanti alla filiera.

25 Grazie per l attenzione Grazie PER INFORMAZIONI per la vostra partecipazione Roberta Moruzzo e per il vostro interesse grazie Università di Pisa roberta.moruzzo@unipi.it

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