BASKET: UNA SCUOLA DI VITA

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1 BASKET: UNA SCUOLA DI VITA Un incontro speciale con il mondo della pallacanestro Lunedì 7 aprile 2014, le classi terze hanno incontrato il giocatore Jacopo Balanzoni della squadra della pallacanestro Cimberio di Varese, il viceallenatore Matteo Jemoli e il presidente della Handicap Sport Varese, Carlo Marinello. Ecco qualche eco dell'incontro:

2 Questa esperienza mi ha permesso di riflettere sul fatto che dietro al gioco del basket c è una grande preparazione fisica e mentale. È davvero stancante e faticoso il lavoro del cestista. È stato spiegato a tutti noi come funziona la società e come si vive prima, durante e dopo le partite. Il presidente ci ha parlato delle sfide che devono affrontare i giocatori con disabilità. Non è affatto facile, ma la determinazione, l impegno, il coraggio e la passione per ciò che fanno, permettono di superare ostacoli insormontabili. Loro ce la mettono tutta. Un fattore molto importante è anche il gioco di squadra, bisogna essere uniti per vincere. Con i compagni ci si incoraggia, si scherza e quando ti incitano ti danno la carica, così Balanzoni si è espresso a proposito dei suoi amici di squadra. Grazie a questa iniziativa ho una visione del mondo tutta nuova: senza fatica non si può arrivare tanto lontano. Di questa vera e propria lezione di vita, ho ritenuto interessante il fatto che ci abbiano coinvolto, facendoci provare la carrozzina e facendoci tirare. Ho apprezzato anche che ci abbiano condotto a vedere il mondo da un'altra prospettiva. L importante non è essere famosi o ricchi, ma avere tanta passione e soprattutto essere uniti, una squadra. (Davide De Benedetto classe 3 D)

3 Lunedì 7 aprile 2014, la nostra scuola ci ha permesso di assistere ad un evento davvero importante. Sono venuti a trovarci il giocatore Jacopo Balanzoni della squadra di basket Cimberio di Varese, il viceallenatore e il presidente della Handicap sport Varese. Non mancavano fotografi e giornalisti. Ho avuto la possibilità di incontrare persone famose, rimediando anche un autografo. Mi ricorderò questo giorno per sempre. Io non punto in alto nello sport, mi basta essere un tennista della domenica, nonostante questo penso che lo sport possa davvero cambiare il mondo. L incontro, a mio parere, è stato veramente interessante e mi ha insegnato molto sul basket, sullo sport in generale ma anche sulla vita. Allenamento, fatica, sacrifici e passione sono gli ingredienti che permettono di raggiungere il traguardo e quindi realizzare i propri sogni.. ( Lorenzo Boselli classe 3 D)

4 Non capita tutti i giorni di incontrare celebrità sportive disponibili a rispondere a tutte le nostre domande. Ho apprezzato le loro risposte da cui è emersa la dedizione per il proprio lavoro al quale non rinuncerebbero per nulla al mondo. Tutti e tre hanno confermato che la passione è l elemento principale, il motore di tutto questo. (Rebecca Ceriani classe 3 D) Durante l'incontro sono stati affrontati diversi argomenti. Inizialmente si è parlato della costanza, dell'impegno e dei sacrifici per poter diventare un cestista professionista. Questi sono però accompagnati da grandi soddisfazioni e da un immensa passione che stimola a fare di più e a dare sempre il meglio, raggiungendo sempre nuovi traguardi. Grazie poi alla presenza di Carlo Marinello, si è discusso del rapporto tra i diversamente abili e il mondo dello sport, in particolare del basket, di cui ci ha spiegato le differenze rispetto a quello tradizionale. Credo che questa esperienza sia stata interessante, educativa e anche parecchio divertente. (Riccardo Grasso classe 3 D)

5 Abbiamo ascoltato molto attentamente i loro interventi. Ci hanno raccontato la vita di tutti i giorni, l alimentazione, gli allenamenti, le partite, le sconfitte e i trionfi. Ci hanno riferito che hanno realizzato il loro sogno perché fare questo lavoro è quello che desideravano da tutta una vita. Ci hanno parlato dei sacrifici che hanno dovuto affrontare per raggiungere i loro obiettivi. Delle volte hanno dovuto dire di no alle uscite con gli amici e hanno rinunciato a vedere le loro famiglie, che spesso sono molto lontane. Questa lezione mi ha anche permesso di capire che le persone con disabilità possono giocare a basket tranquillamente con l ausilio di una carrozzina speciale, fatta su misura per loro. Questi giocatori sono bravi doppiamente perché incontrano più difficoltà. E molto importante che queste persone possano continuare a sognare nonostante i problemi e che abbiano la possibilità di sentirsi come gli altri, perché sono uguali a noi e sono uniche allo stesso tempo. La loro unicità le rende ancora più importanti e vanno rispettate esattamente per come sono. (Marta Orlandi classe 3 D) Durante l incontro, che è durato circa un ora, i nostri ospiti ci hanno parlato dei loro impegni. Il giocatore Jacopo Balanzoni ha illustrato il suo programma settimanale che prevede diverse ore di allenamento e di palestra. Ci ha spiegato che gli allenamenti sono faticosi, ma si impegna sempre al massimo perché è il suo lavoro e vuole migliorarsi ogni giorno. Il suo allenatore ci ha raccontato come si svolgono gli allenamenti. Successivamente ha parlato delle riunioni che hanno luogo due o tre volte a settimana per discutere degli schemi e delle tattiche. In seguito hanno parlato dell alimentazione che deve essere controllata e ben equilibrata. Ogni giocatore è consapevole del fatto che se non segue determinate regole ci rimetterà tutta la squadra. Si sono soffermati anche sui sacrifici e sulle soddisfazioni di questo sport. Balanzoni ha detto che spesso deve rinunciare alle uscite con gli amici, a stare a letto fino a tardi la mattina. A volte deve stare lontano da casa per diverso tempo, deve faticare tutti i giorni per migliorarsi per avere sempre buone prestazioni. Quello che il suo lavoro gli offre però è un dono unico perché giocare a basket era il suo sogno fin da bambino. Ora che è arrivato a questi livelli è orgoglioso di se stesso e ogni volta che scende in campo e sente i tifosi che lo acclamano è sempre come se fosse la prima volta. Ogni vittoria è un piccolo regalo che lo rende felice e lo porta avanti sulla strada che aveva sognato. Il presidente infine ci ha parlato della

6 disabilità nel gioco del basket. Ci ha spiegato alcune regole che sono differenti e ci ha mostrato una carrozzina apposta per giocare. Ha detto che ogni giocatore ne ha una su misura perché per loro la carrozzina è come per noi le scarpe. Un nostro compagno ha provato a sedersi e a muoversi sulla carrozzina e a tirare a canestro. Immagino quanto sia difficile giocare in questo modo, perché so che è già faticoso giocare a basket su due gambe. Sono contenta però che siano riusciti a farci conoscere questa realtà e riflettere sulle barriere che lo sport riesce ad abbattere. Ultima sorpresa della giornata è stato il loro regalo: la foto della squadra con i loro tre autografi che ora è appesa nella mia cameretta. ( Alizée Tura 3 D ) In ambito sportivo si sta lavorando per portare lo sport dei disabili ad alto livello: ci vorrà un po' di tempo, ma si può fare. Organizzando partite amichevoli con ospiti speciali o personaggi famosi si potrebbe ricavare una buona somma di denaro da donare alle

7 famiglie con i figli disabili. Si potrebbero organizzare eventi in diversi palazzetti e città in modo tale da attirare sempre più gente.una squadra di basket come la Cimberio è già intervenuta: ha aperto le iscrizioni per la pallacanestro disabili. Molte squadre dovrebbero farlo perché la gente deve capire che i disabili hanno bisogno di affetto e lo sport è un modo per farlo. (Matteo Ceccato III B) Sport e disabilità possono incontrarsi perché anche i disabili hanno il diritto di fare sport, giocare nelle partite e vincere. Ad esempio le squadre di basket a Varese usano delle sedie a rotelle costruite appositamente a seconda del problema di ciascuno. Un mio compagno l'ha provata: è stato bello vederlo giocare e muoversi. Mi piace molto giocare a basket ed ora anche di più perché so che può farlo anche chi è meno fortunato di me. Lo sport è vita, divertimento, amicizia. (Nada Rachid III B) Sport e disabilità sono due mondi che già diverse volte si sono incontrati e che tuttora convivono. Molti sono gli sport che vengono adattati a persone che presentano handicap fisici come per esempio il calcio, il basket, il ciclismo, lo sci, l'atletica e molti altri. Di recente nella nostra scuola abbiamo ricevuto la visita di un giocatore disabile della Cimberio Varese che ci ha raccontato com'è la vita delle persone disabili e di come loro giocano a basket seduti su carrozzine fatte su misura per il tipo di handicap che una

8 persona ha; esse presentano delle ruote inclinate verso l'interno, cinture di sicurezza per il busto e per i piedi che ormai non sono più controllati dalla persona stessa. Il giocatore ci ha spiegato come vivere in questo modo li renda molto autonomi e come giocare in una squadra con persone che hanno il tuo stesso problema sia rassicurante ed aiuti a vivere meglio. Due grandi icone dello sport per disabili sono Oscar Pintorius ed Alex Zanardi. Il primo, corridore nei quattrocento metri, dopo aver vinto le paraolimpiadi e diversi titoli mondiali per disabili, è stato ammesso alle olimpiadi di Londra del 2012 ed è arrivato ai quarti di finale. Pistorius è riuscito a raggiungere il suo sogno: gareggiare contro persone che non presentano lesioni alle gambe, è riuscito nel suo intento anche grazie a protesi in carbonio senza le quali non avrebbe potuto correre. Zanardi, dopo un incidente in formula uno, ha perso l'utilizzo delle gambe, ma non per questo si è arreso ed ha incominciato a correre nel ciclismo per disabili dove è anche riuscito a vincere le paraolimpiadi; in inverno inoltre tiene un corso in cui insegna a sciare ai bambini disabili. Si può concludere perciò che sport e disabilità sono un unico mondo che lavora insieme. Lo sport è uno dei modi attraverso cui i disabili possono esprimersi e sentirsi come le altre persone ed inoltre rappresenta una importante opportunità per diventare famosi dimostrando al mondo che, nonostante le notevoli difficoltà che una persona disabile deve superare, può comunque realizzare i propri sogni. (Jacopo Riciputo III B)