La passività della natura era attribuita all essenza stessa della materia e aveva come conseguenza che moto e trasformazione della natura non

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2 In questi secoli si afferma progressivamente tra i naturalisti la concezione della natura quale «realtà passiva, oscura e opaca». Ciò costituiva l abbandono dell idea che la natura fosse un ente dotato della capacità di autosvilupparsi verso un fine, in armonia con quello divino. Nel romanticismo confluiscono due diverse interpretazioni della spiritualità della natura. In entrambi i casi, però, la natura viene interpretata come riflesso, specchio dell uomo, come termine di riferimento della sua moralità.

3 La passività della natura era attribuita all essenza stessa della materia e aveva come conseguenza che moto e trasformazione della natura non derivano dall azione di caratteri o facoltà intrinseche, ma erano spiegabili alla sola luce delle leggi della collisione e del principio inerziale.

4 Il passaggio cruciale consistette nell inserimento dell atomismo, originariamente ateo e quindi inaccettabile per la società cristiana, in una prospettiva creazionista: Dio è il legislatore, autore delle norme regolanti il movimento degli atomi al fine di dare luogo all intero universo.

5 Newton studia la Natura, ne comprende i meccanismi, ma alla base di tutto c'è l'idea di un moto assoluto riferito allo spazio vuoto, il che presuppone un tempo e uno spazio assoluti. La Natura, la materia, sono intese come assolute nel loro intimo e nella loro costituzione. La ragione è un mezzo di indagine del reale e ciò ha un notevole impulso anche nello sviluppo delle scienze umane e naturali. Lo schema di lettura del mondo è in questo periodo la fisica, in particolare quella di Newton.

6 Vero, matematico in sé e per sua natura senza relazione ad alcunché di esterno scorre uniformemente. Per sua natura senza relazione ad alcunché di esterno, rimane sempre uguale e immobile. È la traslazione di un corpo da un luogo assoluto in un luogo assoluto.

7 La Philosophiae Naturalis Principia Mathematica è un'opera in tre volumi di Isaac Newton. È unanimemente considerata una delle più importanti opere del pensiero scientifico. In essa Newton enunciò le leggi della dinamica e la legge di gravitazione universale.

8 Per i romantici la natura non è materia inerte, ma un organismo vivente e animato, un processo creativo di forme sempre più alte di cui l'uomo è il culmine. Vi è una affinità innegabile tra il naturalismo rinascimentale e la visione romantica della natura. L una e l altra ci danno una immagine vitalistica, animata, del mondo, che traduce in termini psicologici le forze e i rapporti della natura fisica.

9 Nel naturalismo rinascimentale il rapporto tra la natura e l uomo può essere espresso mediante una analogia, e cioè dall immagine secondo cui l uomo è un microcosmo che riassume in sé i principi del macrocosmo e ne rispecchia staticamente i principi e i caratteri, la concezione romantica della natura, sin dagli inizi, è dinamica e genetica: il mondo umano non è distinto da quello naturale, ma si tratta di un unico mondo concepito secondo la dimensione dello svolgimento, dello sviluppo.

10 In una delle sue opere più note, I discepoli di Sais, Novalis racconta la storia allegorica di un giovane che si mette alla ricerca della Madre di tutte le cose, cioè della natura intesa come spirito vivificatore. Alla fine egli incontra la Natura, come una Vergine velata; quando riesce a toglierle il velo, dietro di esso vede la propria immagine perché la natura non è altro che l immagine dell uomo.

11 Può essere compresa con la poesia, mediante la quale nel mondo naturale l uomo ritrova se stesso. Il poeta è capace di percepire nel disegno unitario delle sue manifestazioni questa spiritualità perché si identifica con la natura stessa Assume l uomo come fine di ogni evento naturale proprio perché egli è il vertice della spiritualità della natura, che è animata da un intenzionalità umana. Lo spirito umano agisce sugli esseri inanimati come se fossero viventi, identificandosi con essi e proiettandovi il proprio io e la propria volontà.

12 Secondo Schelling il compito della filosofia della natura è di «porre come primo l obiettivo e ricavare da esso il subbiettivo», ossia di mostrare come la natura si risolva nello spirito e sia, in se stessa Spirito.

13 Ogni parte ha senso solo in relazione al tutto e alle altre parti Nell universo esiste una finalità «oggettiva e reale» che non deriva da un intervento esterno, di tipo divino, ma che risulta immanente alla natura stessa

14 ogni grado della natura è costituito da una coppia antitetica ma complementare l'interazione delle forze che mirano a riequilibrarsi la trasformabilità degli elementi gli uni negli altri ogni grado della scala evolutiva è il risultato della trasformazione dal suo precedente l'affinità dei fenomeni