Una società in. Eni, un grande gruppo. costante evoluzione. incontri & aziende
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- Giorgio Guidi
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1 incontri & aziende Una società in costante evoluzione Brunella Confortini Intervista all ing. Paolo Ravera, Specialties Sales Vice President di eni divisione R&M Eni, un grande gruppo italiano presente in tutto il mondo. Può dirci in sintesi gli aspetti salienti che la caratterizzano oggi? Fra le maggiori società petrolifere internazionali, eni è un impresa integrata che opera in tutta la filiera dell energia. La presenza nel mercato del gas, le operazioni nel gas naturale liquefatto, le competenze industriali nella generazione elettrica e raffinazione, con il sostegno di capacità di ingegneria e costruzioni di rilevanza mondiale, consentono di presidiare tutte le fasi, dalla ricerca alla commercializzazione degli idrocarburi e di perseguire quarry & construction 59
2 Ing. Paolo Ravera, Specialties Sales Vice President di eni divisione R&M opportunità e progetti congiunti nel mercato. La Società è quotata nelle borse di Milano e di New York e i dati più significativi della sua attività si riassumono in: 58 miliardi di capitalizzazione di borsa, oltre 1,5 milioni di barili di petrolio equivalente prodotti al giorno, quasi 100 miliardi di metri cubi di gas venduto, oltre 42 milioni di tonnellate di greggio lavorato, investimenti per circa 60 miliardi di euro nel prossimo quadriennio ( ). eni svolge la propria attività attraverso tre divisioni operative: Exploration & Production, Gas & Power e Refining & Marketing, che, insieme, coprono l intero ciclo petrolifero dalla fase di ricerca e acquisizione delle risorse naturali a quella finale della distribuzione e vendita dei prodotti sul mercato. In particolare la Divisione Refining & Marketing consolida la leadership in Italia nelle attività di raffinazione, e distribuzione di prodotti petroliferi. Inoltre eni controlla direttamente alcune importanti Società come, Versalis (ex Polimeri Europa) e Syndial attiva nel comparto petrolchimico, Saipem e Snamprogetti nel settore ingegneria e costruzioni, per il quale eni è leader mondiale grazie a tecnologie esclusive. Ci può delineare il trend di questi settori integrati tra loro? Contesti differenti caratterizzati da scenari differenti e che richiedono una strategia attenta e basata su regole di governance chiare e rigorose. Come vengono definite? Per eni il settore trainante è l esplorazione e produzione di grezzi, infatti tale divisione ha conseguito nel 2011 un utile in aumento rispetto al 2010, nonostante una flessione della produzione penalizzata dal blocco delle attività in Libia. Nel settore Exploration & Production eni conferma la strategia di crescita organica, con ritorni economici attrattivi e il rimpiazzo delle riserve. Il settore Gas & Power ha registrato nel 2011 una performance negativa dell attività commerciale, influenzata dalla domanda debole che ha visto una contrazione del 6% sul mercato Italia e una forte pressione competitiva alimentata dall eccesso di offerta. Per quanto riguarda Refining & Marketing, il 2011 ha evidenziato un ulteriore perdita rispetto all anno precedente. L attività di raffinazione è stata penalizzata dal persistere dello scenario macroeconomico negativo, e le attività commerciali Retail e Wholesales hanno ottenuto risultati in contrazione, ancorché positivi, per il calo della domanda in un quadro congiunturale recessivo e per l elevata pressione competitiva. Nonostante il generalizzato calo dei consumi in Italia, la quota di mercato ha registrato un aumento rispetto al 2010, grazie ad efficaci azioni commerciali e alla forza del brand eni. Malgrado la debolezza dello scenario nel settore Refining & Marketing, eni intende recuperare la redditività: nella raffinazione tale recupero sarà sostenuto dall ottimizzazione e integrazione dei cicli di raffineria, dalla riduzione dei costi operativi e dalle azioni di efficienza energetica, facendo leva sulla selettività degli investimenti, concentrati nei progetti di upgrading della conversione, di miglioramento dell affidabilità degli impianti e delle performance ambientali. Nel comparto commerciale, in un quadro di consumi stagnanti, l Azienda mira al consolidamento della leadership nel retail in Italia attraverso politiche commerciali in linea con le esigenze e la fidelizzazione dei propri clienti e il rafforzamento del proprio brand, e in particolare nel Retail, l automazione dei processi, lo sviluppo delle attività non-oil. All estero si conferma la strategia di sviluppo selettivo nei mercati chiave europei. Ci descrive meglio l Attività di raffinazione e logistica? Nel settore della raffinazione attraverso la Divisione Refining & Marketing, eni è il primo operatore in Italia, con cinque raffinerie di proprietà (Sannazzaro, Livorno, Venezia, Taranto e Gela) e la quota di partecipazione del 50% nella raffineria di Milazzo. Ciascuna delle raffinerie eni ha una propria connotazione operativa e strategica finalizzata a massimizzare il valore associato alla struttura impiantistica, al posizionamento geografico rispetto ai mercati di sbocco e all integrazione con le altre attività del Gruppo. Nel 2011 le lavorazioni in conto proprio sono state di quasi 32 milioni di tonnellate (di cui 27 milioni di tonnellate in Italia e 5 all estero), in diminuzione rispetto al 2010 coerentemente con l andamento negativo dello scenario di mercato. Mi preme sottolineare che a Sannazzaro la raffineria è stata potenziata con la realizzazione di un impianto di conversione basato sulla tecnologia proprietaria EST della capacità di 23 mila barili/giorno, che, a partire da greggi pesanti e ad alto contenuto di zolfo, consente di ottenere distillati medi pregiati (in particolare gasolio) con azzeramento della resa in olio combustibile. Inoltre, presso la raffineria è in corso il progetto Short Contact Time-Catalytic Partial Oxidation finalizzato alla produzione di idrogeno. All estero, eni possiede in Germania una partecipazione dell 8,33% nella raffineria di Schwedt e una partecipazione del 20% in Bayernoil, un polo di raffinazione integrato che comprende le raffinerie di Vohburg e Neustadt, con una capacità di raffinazione in quota eni di circa 60 mila barili/giorno. eni partecipa con il 32,4% nella società Ceska Rafinerska che possiede due raffinerie di Kralupy e Litvinov in Repubblica Ceca; la capacità di raffi- 60 quarry & construction
3 nazione bilanciata in quota eni è di circa 53 mila barili/ giorno. Inoltre, con una partecipazione del 33,34% in Galp, controlla, congiuntamente al gruppo portoghese Amorim, le due raffinerie del Portogallo: Porto e Sines. è anche uno dei principali operatori in Italia nello stoccaggio e nel trasporto di prodotti petroliferi disponendo di una struttura logistica integrata composta da una rete di oleodotti e da un sistema di 20 depositi di proprietà a gestione diretta, distribuiti sul territorio nazionale e destinati alla commercializzazione e stoccaggio di prodotti finiti, GPL e greggi. Quali sono i principali elementi di scenario nella raffinazione italiana ed europea? Citando quanto recentemente affermato dal COO, Ing. Angelo Fanelli, in una recente intervista al Sole 24 ore, su questo settore si è abbattuto un vero e proprio tsunami. In Europa c è crescente surplus di capacità produttiva ampliatosi negli ultimi 2 anni a oltre 100 milioni di tonnellate all anno, un eccesso che è pari a circa l intera capacità di raffinazione italiana. Tra le cause innanzitutto c è la crisi dei consumi: dal 2006 a oggi in Europa sono calati del 2% l anno, mentre in Italia del 4%. Negli ultimi mesi questo trend è purtroppo in ulteriore peggioramento. Il settore raffinazione è in crisi da ormai 3 anni, con forti perdite. I cicli produttivi e le tecnologie utilizzate nei processi di raffinazione sono rimasti gli stessi per 35 anni, perché fino a poco tempo fa quel modo di raffinare funzionava anche sotto il profilo della marginalità. Oggi la situazione è radicalmente mutata a causa del crollo dei consumi, del costo in crescita del brent, dell annullamento del differenziale tra grezzi leggeri e pesanti, dell agguerrita concorrenza dei paesi emergenti e da ultimo anche l embargo europeo contro l Iran che ha penalizzato quelle raffinerie concepite per raffinare quel greggio. La crisi della raffinazione è un fenomeno strutturale piuttosto che contingente a situazioni di mercato e coinvolge tutti i prodotti, presenta i suoi elementi più caratteristici in uno sbilanciamento della domanda con una minor richiesta in benzine ed una carenza di disponibilità di gasolio Basti pensare che in Europa i costi lordi si aggirano sui 4 dollari al barile, mentre i ricavi vanno da 1,5 a 2 dollari: i margini di raffinazione sono negativi per tutti. La realizzazione di vaste raffinerie in Asia (con requisiti ambientali meno stringenti) principalmente destinate a benzine e gasoli mette sul mercato prodotti a quotazioni che abbattono i margini rendendo critica tutta la raffinazione europea. La raffinazione ha una ciclicità asimmetrica con una durata delle fasi positive e negative non proporzionali. La lunga fase di eccesso di capacità tra gli anni ottanta e i primi anni duemila, è stata conclusa con la chiusura di circa 160 raffinerie in nord-america e 70 in Europa occidentale. L emergere di un nuovo positivo periodo ( ) è stato da stimolo per una nuova fase di investimenti che, nell arco 4-5 anni, anche per effetto del rallentamento economico ha generato un ampio eccesso di capacità. Il rischio di diventare un Paese di importatori di prodotti già raffinati non è solo delineabile in termini di perdita di posti di lavoro. La raffinazione è in primis un as- incontri & aziende set strategico: l Italia già dipende fortemente dall import di greggio e gas, ma altro è dipendere dai prodotti finiti il cui settore è più rigido e limitato; basterebbe un improvvisa mancanza di prodotti raffinati, per creare il panico ad esempio sui trasporti con effetto a cascata sull economia. La strategia di breve periodo è quella di cogliere tutte le flessibilità disponibili, per allineare le produzioni all andamento del mercato. A questo proposito ricordo quanto più volte affermato dalla Direzione R&M che la raffinazione è strategica per eni e lo è per tutta Europa. In questo settore, infatti, eni continua ad investire, in particolare in innovazione, ricerca e sviluppo. Parliamo di 2,8 miliardi di euro in 4 anni. La tecnologia ci aiuta a recuperare competitività, massimizzando le rese dai greggi raffinati. eni sta realizzando in Italia il primo impianto al mondo con tecnologia EST che è l acronimo di eni Slurry technology, brevettato da eni: si tratta di una svolta nel settore della raffinazione. Così, per esempio, a Sannazzaro con l applicazione della tecnologia la percentuale di residuo finale scende da un tipico di 20-23% al 3% e il margine migliora notevolmente. quarry & construction 61
4 eni conferma la via della ricerca e dell innovazione per aggredire il problema della perdita di marginalità del refining e marketing. A livello globale la raffinazione potrà costruire un business profittevole se ritroverà alcuni fattori critici di successo: elevata efficienza e performance. Occorre un nuovo equilibrio tra capacità installata e consumi. Si calcola che quando il tasso di utilizzo tornerà all 85-90% della capacità, anziché all attuale 70%, potremo provare a competere con i prodotti asiatici. Veniamo ora al prodotto bitume, quindi alle linee guida eni nel settore Bitumi. Ci delinea un breve excursus storico per conoscere, dalle sue origini ad oggi, questa importante realtà leader nel settore Bitumi. Nel campo dei bitumi la nostra Divisione, in Italia è società di riferimento del settore per qualità e volumi di vendite. La posizione di mercato conseguita negli anni e in sviluppo anche verso altri paesi europei è il risultato della politica di qualità adottata da eni, che, con una lunga tradizione ed un forte know-how nella tecnologia sia produttiva che applicativa a supporto della commercializzazione, ha specializzato i processi per la produzione dei bitumi stradali ed industriali, dei modificati e delle specialties, mettendo a punto una gamma completa di prodotti. Le linee guida sono state quelle di adeguare i prodotti agli standard tecnologicamente più avanzati, affermando tutta la propria vocazione all innovazione nel campo dei bitumi come testimoniato dal riconoscimento di diversi brevetti, sviluppati nel campo delle tecnologie di modifica, di nuovi assetti di produzione e di applicazione di emulsioni. L obiettivo raggiunto negli ultimi anni è stato quello di traguardare per le gradazioni stradali e per i leganti ad uso industriale una qualità superiore nei vari siti produttivi, offrendo una risposta completa alle molteplici esigenze degli operatori del settore bitume. Proprio l impegno nella qualificazione del mercato, attraverso significative azioni quali il miglioramento delle prestazioni del bitume, la definizione di nuove politiche produttive (greggi selezionati, serbatoi dedicati, specifiche di produzione in base ad esigenze di mercato), il ruolo del bitume quale materiale da costruzione con requisiti di resistenza meccanica e all invecchiamento, rappresenta il primo anello dell offerta al cliente. In tale ambito abbiamo operato allo scopo di implementare nel sistema produttivo quel bagaglio di conoscenza idoneo a garantire che gli standard qualitativi dei prodotti siano traguardati e mantenuti costanti nel tempo. Questi elementi erano peraltro perseguiti già da tempo e l avvento della marcatura CE ha formalizzato, sotto il profilo documentale e di sistema, la loro attuazione. Le attività di marketing e commercializzazione extrarete in Italia e all estero, con le relative attività di sviluppo nuovi prodotti ed assistenza al cliente di prodotti petroliferi, carburanti, combustibili, lubrificanti, bitumi e prodotti speciali, hanno conseguito nel 2011 la certificazione del Sistema di Gestione (SGQ) in conformità alla norma UNI EN ISO Il nostro SGQ, di fatto, è un vero e proprio Sistema Gestionale in ausilio alla governance del business, ed in tal senso rappresenta una valenza di nuova progettualità, entrando a pieno titolo nel futuro applicativo dei Sistemi per la Qualità e nell applicazione delle best practice di quelle aziende più innovative che hanno scelto, volontariamente, l implementazione di un SGQ moderno. Dove e quante sono le raffinerie che si occupano della produzione di bitumi in Italia? Le raffinerie del circuito eni che produ- 62 quarry & construction
5 cono bitume sul territorio italiano sono 4: Livorno, Sannazzaro dei Burgundi, Venezia e Taranto, e nel loro complesso producono tutte le gradazione per applicazioni stradali comunemente utilizzate in Italia, previste anche dai capitolati tecnici degli enti stradali e autostradali: 20/30, 35/50, 50/70, 70/100 e 170/210. Le raffinerie di Livorno, Venezia e Taranto sono attrezzate anche per la spedizione via mare del prodotto e sono in essere esportazioni verso alcuni Paesi del Mediterraneo. Significativa la produzione di bitumi industriali di gradazione 160/220, per le raffinerie Marghera e Sannazzaro dove opportuni processi in impianti dedicati, insieme ad un accurata selezione dei greggi, consentono la preparazione di questi bitumi destinati alla formulazione delle mescole bitume - polimero impiegate nella produzione delle membrane impermeabilizzanti. Anche nelle raffinerie partecipate di Bayernoil e Schwedt in Germania e di Litvinov nella Repubblica Ceca abbiamo la produzione di bitumi stradali, commercializzati dalle Consociate in quelle aree. Come è strutturata l attività commerciale Bitumi? Per quanto riguarda il mercato in Italia, eni si avvale di due canali commerciali, la vendita diretta al grande consumo, gestita tramite una struttura centrale dedicata, e la vendita tramite qualificati Rivenditori, dislocati sul territorio nazionale. Sul mercato internazionale, grazie al posizionamento strategico di alcune sue raffinerie e come detto alla possibilità logistica di caricare il prodotto su navi dedicate, eni sta consolidando e sviluppando nel settore bitumi la propria posizione in Europa attraverso una politica di joint venture con Raffinerie europee, avvalendosi di società Consociate presenti nei seguenti Paesi Europei: Francia, Austria, Germania, Slovenia, Repubblica Ceca, Ungheria, Romania, Svizzera sia con bitumi provenienti da raffinerie posizionate in Italia, sia dalle raffinerie compartecipate della Germania e della Repubblica Ceca. eni pone grande attenzione alle richieste del mercato sempre più interessato alla qualità dei servizi oltre che dei prodotti, riservando un ruolo strategico alle attività di supporto specialistico, fornendo ai clienti assistenza e consulenza sulle applicazioni dei prodotti e sulle modalità di utilizzo, nonché assistenza finalizzata alla promozione e diffusione di nuove tecnologie e applicazioni, e all adeguamento dei prodotti a specifiche esigenze della clientela e delle imprese, anche attraverso corsi di formazione per tecnici di imprese e della pubblica Amministrazione. Come deve essere un bitume per essere considerato di qualità? I requisiti necessari sono quelli che offrono un contributo al manufatto finale in termini di resistenza meccanica e durabilità, aspetti di sicurezza e il contributo a minor impatto ambientale grazie alla possibilità di riciclaggio dei manufatti (pavimentazioni esauste) e allo sviluppo di tecniche innovative di stesa sempre più orientate agli aspetti energetici ed ambientali. A livello europeo è in corso uno sviluppo normativo che mira ad individuare nuovi test, con l uso anche di apparecchiature non convenzionali, con i quali sia possibile individuare correlazioni fra le prestazioni del bitume e quelle del conglomerato con esso confezionato e poter scegliere per le diverse applicazioni il legante più idoneo. Quindi si è consolidato il cambiamento nella valutazione del bitume, che non deve essere più considerato esclusivamente come prodotto petrolifero, ma come materiale da costruzione, destinato alla preparazione di conglomerati bituminosi e alla formulazione delle membrane bituminose per opere di impermeabilizzazione; applicazioni che coprono in totale oltre il 95% del consumo. Dal punto di vista operativo, la società incontri & aziende ha da tempo indirizzato le attività di R&S e di assistenza tecnica verso una forte valorizzazione del bitume come prodotto prestazionale. Le fasi più importanti di questo processo sono state il completo allineamento alle specifiche europee sui bitumi tradizionali per tutte le Raffinerie e l esperienza applicativa sui bitumi. Una recente esperienza è lo studio dei modificati che coniugano migliori prestazioni con una facilità di handling e messa in opera. Lo sviluppo di mercato del bitume modificato, caratterizzato da bitumi sempre più performanti, ha determinato in contropartita una serie di difficoltà operative legate all elevata viscosità di questi leganti con la necessità di dover incrementare le temperature operative di messa in opera soprattutto in quelle condizioni caratterizzate da temperature ambientali critiche. Il settore ha quindi espresso l esigenza di avere leganti ad elevate prestazioni e caratterizzati da temperature di applicazioni più basse rispetto a quelle dei modificati classici. Mi riferisco ai bitumi modificati per applicazioni a tiepido, in grado quindi di coniugare elevate prestazioni con ridotte temperature di stesa e benefici in termini energetici e di efficacia ed efficienza dei lavori. Ed eccoci alla linea dei vostri bitumi. Ci può presentare la quarry & construction 63
6 gamma dei vostri prodotti? La linea bitumi eni, consolidata negli anni, copre tutta la filiera applicativa delle pavimentazioni stradali e gli utilizzi industriali dei bitumi come materiali impermeabilizzanti. I bitumi per applicazioni stradali cosiddetti convenzionali o tradizionali, sono rispondenti alle richieste di qualità previste dalla normativa europea EN 12591; ci sono poi i bitumi modificati Eliflex, disponibili in varie gradazioni rispondenti ai requisiti previsti dalla EN 14023, e i bitumi industriali, appositamente preparati per essere utilizzati dall industria delle membrane impermeabilizzanti. Infine è in fase di valutazione la commercializzazione dei modificati Rigebit, idonei per il riciclaggio a caldo dei conglomerati bituminosi e dotati di caratteristiche superiori nel campo della lavorabilità del conglomerato. Qual è la risposta della sua azienda al momento così delicato per il settore delle pavimentazioni? Abbiamo detto che la crisi della raffinazione europea è strutturale ed investe tutti i prodotti. Evidentemente il bitume non rappresenta un elemento in grado di mutare tali scenari del sistema di raffinazione. Il patto di stabilità e la crisi economica hanno ridotto gli appalti in termini di manutenzione stradale e questo ha ridotto il consumo paese di bitume. eni ha cercato di mantenere le produzioni al di sopra della massa critica strutturando altri canali di vendita all estero, nell area Mediterraneo e in Europa con le proprie consociate. eni ritiene quindi sfidante mantenere il proprio sistema sostanzialmente attivo e di questo ne beneficia di conseguenza anche il sistema bitume. Come valuta il futuro del settore bitumi in Italia e, più nello specifico, quello di eni? Il bitume è spesso percepito dal mercato come un prodotto a scarsa tecnologia; specialmente nelle situazioni di maggior disagio commerciale, esso tende a considerarlo tutto uguale, con l unica differenziazione costituita dal prezzo, che deve risultare il più basso possibile. Se analizziamo la storia del bitume, scopriamo che si tratta di un prodotto antichissimo che è giunto fino a noi proprio mantenendo tutta la sua modernità, perché ha saputo adeguarsi negli anni alle sfidanti esigenze applicative, e quindi la strategia di innovare e sviluppare è l unica vincente. Pensiamo al bitume modificato e al binomio con la pavimentazione drenante! Il mercato ha risposto positivamente a queste opportunità: ha dato un forte impulso a questo materiale facendolo apprezzare per il suo fondamentale contributo nei confronti della sicurezza offerta da una pavimentazione drenante. Parallelamente il settore ha individuato che le migliori prestazioni erano sfruttabili anche per altri tipi di pavimentazioni, in grado di adeguare la funzionalità delle strade all incremento del volume di traffico e del traffico pesante in particolare. Ma anche i bitumi tradizionali sono materiali con un enorme contenuto tecnologico e sono insostituibili. Pensiamo a quanto sia adeguata la risposta del bitume al driver ambiente. Una pavimentazione a base bitume ha un ciclo di vita lunghissimo, praticamente infinito: il conglomerato bituminoso risulta infatti riciclabile al 100%. Questa opportunità di reintrodurre nel ciclo produttivo materiali di recupero da pavimentazioni esauste consente di valorizzare un rifiuto e di ridurre l utilizzo di materiali vergini da cava con benefici ambientali significativi. Il rispetto dell ambiente trova anche riscontro nelle tecnologie a tiepido ed a freddo rese possibili con i bitumi e con le emulsioni bituminose. Sebbene le evidenze scientifiche ci garantiscano nel ritenere la non pericolosità tossicologica dei bitumi e dei fumi derivanti dall impiego corretto, una tendenza condivisibile è quella di abbassare le temperature di utilizzo del bitume con l impiego di particolari leganti in abbinata o meno a tecnologie impiantistiche particolari. In conclusione il bitume ha in essere un contenuto tecnologico significativo e sostenibile, in grado di essere costantemente finalizzato alle esigenze del mercato; il bitume risulta essere più che mai il legante del futuro, anche per la centralità tecnologica che lo caratterizza: oltre l 80% del bitume mondiale è destinato alle pavimentazioni stradali. A nostro avviso la strategia commerciale dovrà essere sempre più improntata a saperlo trasportare in maniera efficace verso maggiori distanze e le attività di ricerca e sviluppo consentiranno di adeguare ulteriormente il prodotto bitume per renderlo sempre più coerente con gli obiettivi di prestazione ed ambientali ai quali viene chiamato a rispondere. n 64 quarry & construction
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