A MILANO GLI OVER 60 RAPPRESENTANO OGGI IL 30% DELLA POPOLAZIONE. DEI ANZIANI RESIDENTI A MILANO, CIRCA (41%) VIVONO SOLI.
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- Ferdinando Masi
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1 CONVEGNO CGIL CISL UIL MILANO MILANO CITTA DELL INNOVAZIONE, DELL ACCOGLIENZA E DA VIVERE MILANO, 26 APRILE 2006 INTERVENTO VALTER GUAZZONI SEGRETARIO GENERALE SPI CGIL MILANO NELL APRIRE IL MIO INTERVENTO, VOGLIO RICHIAMARE UNA INTERVISTA SUL CORRIERE DELLA SERA CRONACA DI MILANO DI OGGI RILASCIATA DAL PROFF. CARLO VERGANI DIRETTORE DI GERONTOLOGIA E GERIATRIA DELL UNIVERSITA DEGLI STUDI DI MILANO DOPO LA NOTIZIA DI UN PENSIONATO TROVATO MORTO NELLA SUA CASA DOPO 15 GIORNI C E UNO STRAPPO NELLA SOCIETA : SI PENSA A SE STESSI. E SI MUORE IN CASA SENZA CHE NESSUNO SE NE ACCORGA PER L ALTA POLITICA. SIAMO DI FRONTE A DUE GROSSI PROBLEMI INTEGRAZIONE MULTIETNICA E INVECCHIAMENTO DELLA POPOLAZIONE, DUE ONDATE CHE LANCIANO MESSAGGI E LA POLITICA NON PUO SOLO ESSERE DI TAMPONE. IN QUESTA ASSEMBLEA DEI QUADRI DI CGIL CISL E UIL DI MILANO IL MIO CONTRIBUTO SI BASA SUL TEMA DELL INVECCHIAMENTO ED ALCUNE QUESTIONI DELLA STATO SOCIALE A MILANO. OGGI UN QUARTO DEI CITTADINI DELLA LOMBARDIA HA PIU DI 59 ANNI. NEL 2030 IL 30% DELLA POPOLAZIONE AVRA PIU DI 65 ANNI ED IL 10,2% SARA DI ULTRA OTTANTENNI. A MILANO GLI OVER 60 RAPPRESENTANO OGGI IL 30% DELLA POPOLAZIONE. DEI ANZIANI RESIDENTI A MILANO, CIRCA (41%) VIVONO SOLI SONO GLI ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI. SONO IL 27% DEGLI ANZIANI MILANESI SONO ULTRA 80ENNI (74,5%) E CERTO CHE UNA BUONA PARTE DI ESSI VIVA DA SOLA, VISTO CHE LA META DEGLI ANZIANI MILANESI E IN QUESTA CONDIZIONE. DAI DATI DEL COMUNE: NEL ASSISTITI DAL SAD DAI DATI ASL CITTA DI MILANO: NEL ASSISTITI IN ADI COMPLESSIVAMENTE SONO ANCHE SE SONO POSSIBILI SOVRAPPOSIZIONI DI UTENTI NEI DUE SERVIZI, NON NE SIAMO CERTI PERCHE COMUNE E ASL NON SONO IN GRADO DI INCROCIARE I DATI. 1
2 NEL 2005 SONO I RICOVERATI IN RSA NEL 2005 GLI UTENTI DEI CDI SONO 410 NEL 2005 I BENEFICIARI DEL BUONO SOCIALE SONO STATI SI ARRIVA COMPLESSIVAMENTE A VUOL DIRE CHE ALMENO CITTADINI NON AUTOSUFFICIENTI NON SONO CONOSCIUTI AI SERVIZI SOCIALI. VUOL DIRE CHE IL VERO PILASTRO CHE REGGE L ASSISTENZA SOCIO SANITARIA AGLI ANZIANI DELLA CITTA SONO LE BADANTI, CHE NOI STIMIAMO SIANO ALMENO , A NERO. SI PUO OSSERVARE CHE L INVECCHIAMENTO OLTRE ESSERE UN RISULTATO POSITIVO, IMPONE ALLA NOSTRA SOCIETA UN PROFNDO CAMBIAMENTO. LA CRESCITA DEL NUMERO DI ANZIANI PORTA ALLA RIBALTA NUOVE QUESTIONI ALLE QUALI NON POSSIAMO SOTTRARCI: 1. L AUMENTO DELLE PATOLOGIE CRONICHE E DELLA NON AUTOSUFFICIENZA; 2. I RISCHI DI EMARGINAZIONE PER LE PERSONE NON PIU INSERITE NEI PROCESSI PRODUTTIVI; 3. IL POTENZIALE CONFLITTO TRA LE GENERAZIONI DETERMINATO DALLA PERCEZIONI DI UNA INIQUA DISTRIBUZIONE DELLE RISORSE. GLI ANZIANI SONO UNA RISORSA SOPRATTUTTO SUL PIANO CULTURALE E SU QUELLO DELLA COESIONE SOCIALE. IN UN EPOCA DI VELOCI CAMBIAMENTI, LA MEMORIA E LE ESPERIENZE DEL PASSATO, COSTITUISCONO UN BENE PREZIOSO. AIUTANO AD EVITARE TERRIBILI ERRORI ED A RIFLETTERE SUI CAMBIAMENTI. GLI ANTICHI ASSOCIAVANO AL CONCETTO DI ETA CON LA SAGGEZZA E L ESPERIENZA. LO SVILUPPO ECONOMICO, NON DIMENTICHIAMO, E UN MEZZO E NON UN FINE. E LO STRUMENTO PER IL RAGGIUNGIMENTO DEL BENESSERE COLLETTIVO E NON LA RAGIONE ULTIMA DELLA NOSTRA ESISTENZA. GLI ANZIANI COME GRANDE RICCHEZZA SOCIALE A PATTO CHE NON SIANO CONDANNATI ALL INDIGENZA, ALL EMARGINAZIONE, A SUBIRE PASSIVAMENTE GLI EFFETTI DI UN LOGORAMENTO FISICO. NON SI PUO RISOLVERE IL PROBLEMA DELL INVECCHIAMENTO SEMPLICEMENTE COSTRINGENDO LE PERSONE A LAVORARE PIU A LUNGO. E QUANTO MENO CONTRADDITTORIO DA UNA PARTE, INNALZARE L ETA DEL PENSIONAMENTO E DALL ALTRA FINGERE DI IGNORARE L INVECCHIAMENTO FUNZIONALE. VALE A DIRE L INADUGUATEZZA DEL LAVORO CON SCARSA FORMAZIONE, SCARSO AGGORNAMENTO E LOGORAMENTO FISICO. UNA CONDIZIONE TIPICA DEI LAVORATORI ANZIANI. COME OBBLIGARLI A RIMANERE IN UN MERCATO DEL LAVORO DEL LAVORO CHE NON LI VUOLE? NELLO STESSO TEMPO BISOGNA SUPERARE IL PREGIUDIZIO CHE VEDE NEL PENSIONAMENTO UNA FONTE DI IMPRODUTTIVITA. QUINDI GLI ANZIANI COME GRANDE RICCHEZZA SOCIALE ASSICURANDO A LORO UNA VITA DIGNITOSA, INTERVENENDO SULLA POLITICA DEI REDDITI, DISTINGUENDO LE POLITICHE SULLA POVERTA CON LE POLITICHE DEL REDDITO COME SALVAGUARDIA DEL PROPRIO POTERE D ACQUISTO 2
3 NELL AMBITO DELLA LEVA FISCALE, AGGREDENDO LA POLITICA DEI PREZZI, DELLE TARIFFE E DEGLI AFFITTI DELLE CASE. SUL PROBLEMA DEGLI AFFITTI, NELLA MIA RELAZIONE SCRITTA AGLI ATTI FIN DAL DICEMBRE SCORSO IN OCCASIONE NEL NOSTRO CONGRESSO SPI DI MILANO, IN TEMPI NON SOSPETTI COME SI USA DIRE, IMPUTAVO AL COMUNE DI MILANO, UNA GENERALE SUPERFICIALITA NEI CONFRONTI DEL PROBLEMA CASA CHIEDENDO INTERVENTI SPECIFICI E URGENTI QUALI: L APPLICAZIONE DI ALIQUOTE ICI DIFFERENZIATE PER CHI ACCETTA DI AFFITTARE A CANONE CONCORDATO; L AZZERAMENTO DELL ICI PER IL PATRIMONIO ALER IN MODO DA RECUPERARE RISORSE PER GLI INTERVENTI DI MANUTENZIONE STRAORDINARIA; UN PIANO DI FINANZIAMENTO PER LA RIQUALIFICAZIONE DEI QUARTIERI ESCLUSI DAI CONTRATTI DI QUARTIERE; LA REALIZZAZIONE DI NUOVI ALLOGGI IN AFFITTO PER ANDARE INCONTRO ALLE ESIGENZE DI GIOVANI, ANZIANI, STUDENTI, IMMIGRATI E FAMIGLIE A REDDITO MEDIO-BASSO. OGGI L ANZIANO MILANESE HA MENO DIRITTI, MENO SERVIZI E QUINDI MENO RISPOSTE AI PROPRI BISOGNI INDIVIDUALI, RISPETTO AD UN ALTRO ANZIANO, NON DI MADRID O DI MONACO DI BAVIERA, MA CHE ABITA IN UN QUALSIASI COMUNE DELLA PROVINCIA. L ANZIANO MILANESE PERDE PROGRESSIVAMENTE DIRITTI SU SALUTE ED ASSISTENZA PERCHE MILANO SI E FERMATA. ALLA TRANSIZIONE DEMOGRAFICA, CHE VEDE SEMPRE PIU ANZIANI IN CITTA, NON HA FATTO SEGUITO AD UNA PROGETTUALITA SULL ORGANIZZAZIONE DELLA SOCIETA, DEI SERVIZI E DEL NECESSARIO INTERVENTO INNOVATIVO DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE. E SI CHE DI SOLDI SE NE SPENDONO. NEL 2003 LA SPESA CORRENTE PER IL SETTORE SOCIALE DEL COMUNE E STATA PARI A CIRCA 285 MILIONI DI EURO, IL 16,6% DEL BILANCIO COMPLESSIVO, CIRCA 228 EURO PROCAPITE. LA SPESA PROCAPITE E MAGGIORE DI QUELLA DELLE GRANDI CITTA DEL SUD E MINORE ALLA SPESA DI BOLOGNA (263 EURO) TORINO (258 EURO) E PARMA (253 EURO). VENTI ANNI FA MILANO ERA UN LABORATORIO DI SPERIMENTAZIONE ED INNOVAZIONE PER I SERVIZI ALLA PERSONA ED ERA OGGETTO DI STUDIO E DI ANALISI. NEGLI ULTIMI 10 ANNI SI E PERSO TEMPO, PERSE PROFESSIONALITA E SPESI (MALE) MOLTI SOLDI DEI CITTADINI. SI E VOLUTAMENTE IGNORATA, SVILITA ED UMILIATA LA LEGGE 328/00 PERCHE NON SI SONO VOLUTI COGLIERE GLI ELEMENTI DI NOVITA. 3
4 IN GENERALE IN CITTA NON ESISTE UN SISTEMA UNITARIO DI INFORMAZIONE, DI CONSULENZA, DI ACCESSO AI SERVIZI PER GLI ANZIANI CHE NON RIENTRINO NEI PARAMETRI DI POVERTA PRESTABILITI. CIOE I SERVIZI SONO PROGRMMATI SOLO PER RISPONDERE ALLE URGENZE SOCIALI, E NON A TUTTE, VALGA QUELO CHE E ACCADUTO DUE ESTATI FA, A CAUSA DEL CALDO. SI E POTENZIATA LA STRUTTURA BUROCRATICA CENTRALE E SI E DIMENTICATO IL DECENTRAMENTO DEI SERVIZI, IL TERRITORIO. PER NON PARLARE DELL INESISTENTE CONFRONTO CON LE FORZE SOCIALI. LA COSTRUZIONE DI UN MODELLO DI STATO SOCIALE, DI WELFARE CITTADINO, ALL ALTEZZA DELLE MIGLIORI ESPERIENZE EUROPEE, PASSA OBBLIGATORIAMENTE PER UN AMMODERNAMENTO DELLE ORGANIZZAZIONI PUBBLICHE. QUESTA CITTA ED I SUOI CITTADINI ANZIANI, HANNO BISOGNO DI NUOVI AMMINISTRATORI CHE METTANO AL CENTRO DELLA PROPRIA AZIONE LA NECESSITA DI RIDISEGNARE UNA CITTA SOLIDALE, ACCOGLIENTE ED IN CUI SI PROVI AD INNOVARE ED IMPLEMENTARE I SERVIZI PUBBLICI. DAL NOSTRO OSSERVATORIO, CREDIAMO CHE SI NECESSARIO AFFRONTARE LE SEGUENTI TEMATICHE: PROFONDA E RADICALE RIORGANIZZAZIONE DELL ASSESSORATO; DEFINIZIONE DEL PIANO REGOLATORE DEI SERVIZI SOCIALI, IN APPLICAZIONE DELLA LEGGE 328/00 CON IL CONTRIBUTO DEL TERZO E DEL QUARTO SETTORE; ISTITUZIONE DELL ASSESSORATO ALLA COMUNITA ASSISTENZIALE, PER CONTRATTARE CON ASL, STUTTURE OSPEDALIERE (PUBBLICHE E PRIVATE) E MEDICI DI MEDICINA GENERALE, PROGETTI CONCRETI DI INTEGRAZIONE SOCIO SANITARIA (DIMISSIONI PROTETTE, VISITE SPECIALISTICHE A DOMICILIO, POSTI LETTO PER ACUTI CON ACCESSO PRIVILEGIATO, ACCESSI IN HOSPICE, CONSULTORI GERIATRICI); CORDINAMENTO DEGLI INTERVENTI IN STRUTTURE RESIDENZIALI, CIOE LA REGIA COMUNALE DEL RAPPORTO CON RSA E ASP (PIO ALBERGO TRIVULZIO ED ISTITUTO RADAELLI); PORTA DI ACCESSO ALLO STATO SOCIALE MUNICIPALE (SPORTELLO UNICO INTEGRATO), UNA IN OGNI ZONA DEL DECENTRAMENTO. DEVE DARE UNA INFORMAZIONE UNITARIA SUI DIRITTI, SUI COSTI, SUI SERVIZI ED ORIENTARE I CITTADINI. DEVE ESSERE IN RETE CON TUTTE LER ALTRE ISTITUZIONI PUBBLICHE CHE EROGANO SANITA ED ASSISTENZA; REVISIONE DELLE REGOLE DI ACCESSO AI SERVIZI DOMICIALIARI E RRESIDENZIALI; CENTRI ANZIANI, DA AUMENTARE DI NUMERO E DA RENDERE AUTONOMI; RAPPROTO CON LA PROVINCIA, CIOE SINERGIE E RETE DI INTERVENTI; REGOLARIZZAZIONE E QUALIFICAZIONE DEL MERCATO DELLE BADANTI; CENTRI DIURNI INTEGRATI DA POTENZIARE E DA RIDEFINIRE PER MALATI DI ALZHEIMER. PER QUANTO RIGUARDA GLI ASPETTI SANITARI, LA NUOVA GIUNTA DOVRA ASSOLUTAMENTE AFFRONTARE E SCIOGLERE QUESTI NODI: 4
5 ACCORDO CON REGIONE LOMBARDIA PER RIDEFINIRE RUOLI, COMPITI E FUNZIONI DELLA ASL CITTA DI MILANO E DELLE AZIENDE OSPEDALIERE. SERVE UN PIANO SOCIO SANITARIO CITTADINO, CON AL CENTRO L INTEGRAZIONE DEGLI INTERVENTI, I BISOGNI DEL CITTADINO E L ABBATTIMENTO DELLE VERGOGNOSE LISTE DI ATTESA. SPORTELLI DEDICATI IN OGNI STRUTTURA SANITARIA (PUBBLICA E PRIVATA) PER LA POPOLAZIONE ANZIANA. L OBIETTIVO GENERALE DEVE ESSERE QUELLO DI PROMUOVERE UN SISTEMA DI PROTEZIONE SOCIALE INTEGRATO. UN SISTEMA NEL QUALE L ACCESSO AI SERVIZI NON SIA IMPEDITO MA AIUTATO, DOVE GLI INTERVENTI SIANO QUALIFICATI DALL INTEGRAZIONE TRA LE DIVERSE COMPETENZE. BISOGNA PENSARE AD UN WELFARE MUNICIPALE CHE PARTA DAI BISOGNI DEI CITTADINI, SENZA RITORNI AL PASSATO MA CON LA CONTINUA RICERCA DI INNOVAZIONE. CI PIACE PENSARE ALL ANZIANO MILANESE NE SUDDITO NE CLIENTE DEI SERVIZI CHE CONTRIBUISCE A FINANZIARE, MA UN CITTADINO CON DOVERI PRECISI E CON DIRITTI CHIARI ED ESIGIBILI. QUESTA E LA PRIMA INNOVAZIONE DA PERSEGUIRE. CHIUDO CITANDO SEMPRE UNA FRASE DEL PROFF. CARLO VERGANI GLI ANZIANI NON SONO UNA CATEGORIA A SE STANTE MA FANNO PARTE DI UN UNICO SISTEMA 5
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