WHITE PAPER. Automazione del data center virtuale

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1 WHITE PAPER Automazione del data center virtuale

2 Indice Introduzione Agilità aziendale: la promessa e la sfida... 3 Conseguimento dell'agilità aziendale e del ritorno sugli investimenti mediante l'automazione dei data center virtuali... 3 VMware Infrastructure: una piattaforma strategica per il data center... 4 VMware: modifica della gestione dei sistemi e possibilità di automazione... 4 Requisiti chiave per la virtualizzazione nel data center automatizzato Automazione dei processi IT fondamentali nel data center virtuale... 5 Significato di fornitura del servizio IT... 5 Rilevamento e controllo delle macchine virtuali nel relativo ciclo di vita... 6 Introduzione dell'automazione nel laboratorio... 6 Gestione delle versioni alla velocità del software... 7 Automazione della Business Continuity Problematiche della Business Continuity tradizionale... 8 Importanza di VMware per la Business Continuity... 8 Business Continuity con VMware: rapida, affidabile, gestibile Conclusione: il nuovo data center virtuale automatizzato

3 Introduzione Le organizzazioni IT hanno il difficile compito di creare, distribuire e gestire servizi IT flessibili che consentano alle imprese di rispondere rapidamente a necessità di business in costante evoluzione. Per supportare l'agilità aziendale, esigenza sempre più sentita fra le imprese, occorre un'infrastruttura data center più dinamica e automatizzata: spesso le infrastrutture fisiche esistenti sono infatti difficili da automatizzare, in quanto appesantite da forti dipendenze e complesse attività manuali. La virtualizzazione VMware fornisce una piattaforma affidabile e flessibile grazie alla quale è possibile valorizzare l'infrastruttura esistente eliminando le dipendenze hardware e creando contenitori software dinamici e standardizzati da spostare e modificare in base alle esigenze aziendali. Eliminati i limiti legati all'infrastruttura fisica, diventa possibile conseguire l'obiettivo dell'automazione e dell'agilità aziendale, fino ad ora difficilmente realizzabili. Questo documento descrive le modalità attraverso le quali i clienti possono avvalersi di VMware per rendere più agile l'organizzazione aziendale. Agilità aziendale: una promessa e una sfida Le aziende si trovano sempre più strette fra la necessità di affrontare i rapidi cambiamenti del mercato globale e ottemperare a requisiti normativi e di conformità mantenendo nel contempo uno stretto controllo sui costi operativi e di capitale. Se da un lato per le organizzazioni è fondamentale poter reagire con rapidità alle mutevoli situazioni del mercato, alle nuove opportunità o alle minacce della concorrenza, dall'altro occorre garantire il raggiungimento degli obiettivi aziendali tenendo conto delle ristrettezze dei budget e rispettando i sempre più numerosi regolamenti a carattere finanziario, industriale o ambientale. L'agilità aziendale è il punto in cui la capacità di reazione e la flessibilità incontrano la riduzione dei rischi e la rigida conformità: in altre parole, è l'abilità di cambiare direzione rapidamente registrando con precisione tutti i dati riguardanti il cambiamento stesso (cosa, dove, perché) allo scopo di garantire la disponibilità dei servizi IT 24 ore su 24, 7 giorni su 7. L'agilità aziendale non è un concetto nuovo. Per oltre un decennio le grandi aziende e i vendor di tecnologia hanno perseguito l'ideale di un'infrastruttura IT più agile. In realtà, raggiungere l'agilità aziendale non è così semplice come potrebbe sembrare, soprattutto per le organizzazioni IT, spesso in bilico tra i due opposti obiettivi della flessibilità e del controllo. Spetta sempre più frequentemente ai dipartimenti IT anticipare i cambiamenti del settore, rispondere prontamente alle richieste di miglioramento o aggiunta di nuovi servizi IT e soddisfare al tempo stesso le aspettative degli utenti in merito ai livelli di servizio e alla sicurezza dei sistemi critici. A tale complessità si aggiunge quella dei sistemi stessi. La classica implementazione di un'applicazione aziendale come SAP, ad esempio, può richiedere fino a 50 server per supportare l'ambiente di produzione e le attività di preproduzione o manutenzione. Il cambiamento, la manutenzione e la protezione di tali applicazioni mission critical sono processi lenti, laboriosi e complessi. Secondo Forrester Research, oggi l'it spende circa il 75% del budget disponibile per il funzionamento e la manutenzione dell'ambiente IT. 1 Solitamente, le applicazioni dipendono da configurazioni hardware molto specifiche. Lievi modifiche a carico dei driver, dei sistemi di storage o della configurazione di rete, oppure l'applicazione di una patch a un sistema o a un'applicazione possono richiedere l'esecuzione di interminabili test e anche in questi casi le incongruenze tra sistemi di sviluppo, test e produzione possono sfociare in problemi imprevisti. Il ripristino delle applicazioni o la loro migrazione a nuovi sistemi può richiedere tempo e risorse preziosi e ritardare la distribuzione. I sistemi business critical, inoltre, spesso non sono adeguatamente protetti nell'eventualità di errori o disastri a livello di sistema o sito. Anche laddove è attiva un'adeguata protezione il processo di ripristino è spesso manuale, laborioso e soggetto a errori: possono essere necessarie settimane per il completo ripristino in un data center di failover. Il risultato è un compromesso costoso: le organizzazioni IT possono decidere di sacrificare il controllo e la prevedibilità per soddisfare l'esigenza aziendale di adattamento rapido al cambiamento, oppure possono scegliere di imporre un rigido controllo attraverso la burocrazia procedurale, a discapito della capacità di reazione sul mercato. Le tecnologie esistenti si sono fino ad oggi dimostrate poco efficaci nell'aiutare i dipartimenti IT ad affrontare con successo le sfide e limitare i compromessi. Promuovere l'agilità aziendale e il ritorno sugli investimenti mediante l'automazione dei data center virtuali La promessa dell'agilità aziendale trova piena realizzazione con una piattaforma strategica per data center che consenta all'it di raggiungere obiettivi tra loro opposti, vale a dire: consentire il cambiamento rapido, la scalabilità e l'efficienza mantenendo uno stretto controllo e riducendo i rischi, nel rispetto del budget e delle tempistiche. VMware Infrastructure offre una piattaforma strategica per il data center virtuale che rende possibile l'agilità aziendale realizzando superiori livelli di flessibilità nell'infrastruttura e nelle operazioni. Una serie di nuovi prodotti VMware per l'automazione garantirà inoltre ai clienti il margine supplementare necessario per valorizzare l'infrastruttura del data center virtualizzato e automatizzare i processi IT fondamentali per aumentare l'agilità aziendale. Recenti studi indicano che i dipartimenti IT investiranno in modo significativo nell'automazione dei data center nei prossimi anni. Gli investimenti nell'automazione dei data center virtuali, ovviamente, hanno le potenzialità per trasformare le operazioni IT e apportare notevoli vantaggi alle aziende. 1 Data Center Automation Defined, Evelyn Hubbert, Forrester, 26 febbraio 2008, pag. 7 3

4 VMware Infrastructure: una piattaforma strategica per il data center La virtualizzazione VMware ha già prodotto risultati straordinari trasformando l'approccio delle aziende verso l'infrastruttura e il funzionamento del data center. È cambiato il modo di acquistare, pianificare, distribuire, gestire e persino allocare i costi dell'infrastruttura IT Ed è proprio nell'infrastruttura che si assiste all'inevitabile passaggio dai componenti fisicamente integrati dai vendor (si pensi ai server monolitici, ad esempio) o inseriti manualmente dagli utenti, a una struttura logica costituita da risorse di elaborazione, I/O e storage (vedere la figura sottostante). La maturazione della virtualizzazione segnerà l'importante passo successivo che consisterà nell'automatizzare la composizione e la gestione di queste risorse virtualizzate. Server aziendali Software di gestione VirtualCenter Pool di risorse Macchine virtuali ESXi Server ESXi Server ESXi Server Pool di risorse Pool di risorse Storage aziendale Figura 1. VMware Infrastructure consente l'aggregazione di componenti fisici in una struttura di elaborazione composta da processori, memoria, storage e rete. L'apice di questo cambiamento è la virtualizzazione dei server. Oggi circa il 40% del mercato server è composto da macchine x86. Con il modello tradizionale, che prevede un'applicazione per ogni server, circa l'80-90% della capacità di elaborazione x86 resta inutilizzata. Si tratta di una capacità che deve essere gestita, occupa spazio nel data center e assorbe energia per l'alimentazione e il raffreddamento. La virtualizzazione di VMware è in grado di disimpegnare questa capacità sottoutilizzata. Tradizionalmente, le organizzazioni IT considerano la virtualizzazione dei server una misura per risparmiare sui costi, che in effetti vengono notevolmente ridotti, ma le organizzazioni che hanno già raggiunto un certo grado di maturità nella virtualizzazione possono sfruttarla per ottenere molti altri benefici: implementazioni più veloci, downtime ridotti, disaster recovery, registrazione e riaddebito dei livelli di utilizzo variabili, pianificazione olistica della capacità e altri vantaggi. Come VMware modifica la gestione dei sistemi e abilita l'automazione Per comprendere in quale modo VMware Infrastructure rende possibile l'automazione, è necessario illustrare alcune delle proprietà specifiche della virtualizzazione dei server. La virtualizzazione introduce un'unità di gestione assolutamente nuova: la macchina virtuale. Essa è un contenitore software standardizzato. Le due parole chiave in questo caso sono standardizzato e software. Il primo cambiamento fondamentale introdotto dalla virtualizzazione è la trasformazione di risorse fisiche in file software. Poiché le macchine virtuali hanno meno dipendenze dall'infrastruttura fisica, risultano più facili da spostare e cambiare; inoltre si eliminano i problemi tipici della gestione IT come la configurazione di hardware e driver specifici e la risoluzione delle incompatibilità tra un sistema e l'altro. Anche i file software sono molto più malleabili e facili da modificare e, diversamente dalle risorse fisiche, si prestano molto più agevolmente all'automazione. Per meglio comprendere l'impatto della trasformazione delle risorse hardware in file software, si prenda in considerazione l'evoluzione del denaro. In passato il denaro era essenzialmente fisico, veniva accumulato e trasportato sotto forma di monete e, in seguito, di banconote. Successivamente alla digitalizzazione del denaro, le scomode banconote e monete fisiche sono state tramutate in byte, incrementando notevolmente la velocità degli scambi commerciali. Il denaro oggi viaggia attorno al mondo con estrema velocità perché è stato virtualizzato e trasformato in dati. Convertendo le risorse fisiche in file software, cioè in bit e byte, la virtualizzazione dimostra di avere le potenzialità per incidere enormemente sull'it: può velocizzare e ottimizzare i processi gestionali e consentire lo spostamento rapido ed efficiente dei carichi di lavoro IT in tutto il mondo. 4

5 La seconda parola chiave è standardizzato. Le macchine virtuali sono contenitori indipendenti dall'hardware che incapsulano la complessità dell'infrastruttura fisica sottostante e di tutto ciò che vi è contenuto: il sistema operativo e le applicazioni. Grazie alla standardizzazione, la macchina virtuale funziona in modo uniforme: a prescindere dall'hardware utilizzato per la sua esecuzione e dalle applicazioni eseguite, può essere spostata da un sistema all'altro. Al pari dell'euro, moneta unica che travalica le frontiere e circola indifferentemente in una dozzina di Paesi europei, VMware consente ai clienti di spostare i server virtualizzati all'interno del data center senza alcuna difficoltà. Poiché le macchine virtuali sono contenitori software standardizzati (i file non sono vincolati da dipendenze con l'infrastruttura fisica) nel data center virtualizzato i processi gestionali vengono semplificati, al pari di quanto accade alla gestione dei documenti. Il problema della gestione documentale è ben noto alle aziende: si tratta di stabilire chi crea, modifica e approva un documento; dove tale documento è memorizzato e quali siano i criteri di conservazione applicati. Spostare e modificare le macchine virtuali è una capacità preziosa, ma per beneficiare di tali vantaggi anche a livello di applicazione è indispensabile poter gestire tutto l'insieme di macchine virtuali che supportano collettivamente un intero stack di applicazioni. VMware fornisce tale funzionalità consentendo alle organizzazioni IT di definire con facilità le policy e le proprietà per l'intero stack di applicazioni o servizi IT. Requisiti chiave per la virtualizzazione dei data center automatizzati Sebbene la virtualizzazione sia il punto di partenza dell'automazione, si basa a sua volta su varie funzionalità della piattaforma di virtualizzazione stessa. Per automatizzare efficacemente i processi IT, è necessario che le macchine virtuali possano essere spostate al bisogno senza interrompere l'attività degli utenti. La piattaforma deve essere inoltre scalabile, efficiente e offrire l'alta disponibilità per proteggere le applicazioni d'importanza critica. Anche i pool di risorse dinamici svolgono un ruolo essenziale nell'automazione. Non è sufficiente gestire macchine virtuali in host fisici. Il sistema deve essere in grado di riconoscere e gestire gruppi di risorse, non solo host e configurazioni specifici. Ciò consente alle organizzazioni IT di trattare un gruppo di server, storage e risorse di rete come un'entità unica e di stabilire le regole per la riconfigurazione dinamica dei servizi IT. Le macchine virtuali possono essere spostate dove si trovano le risorse. Solo VMware Infrastructure fornisce questi utili componenti capaci di semplificare la gestione e l'automazione del data center. Si tratta di funzionalità già utilizzate con beneficio da numerose aziende: sono più di i clienti che utilizzano già VMware; di questi, l'85% esegue VMware in ambienti di produzione e il 46% adotta la policy VMware First, vale a dire che ha deciso di distribuire tutti i nuovi carichi di lavoro, o la maggior parte di essi, sull'infrastruttura VMware. Secondo i dati di una recente indagine di IDC condotta presso gli utenti di soluzioni di virtualizzazione (soprattutto clienti VMware), oltre l'80% degli intervistati asserisce che l'infrastruttura virtuale migliora il modo in cui i dipartimenti IT gestiscono ed erogano i servizi 2. Automazione dei processi IT fondamentali nel data center virtuale Facendo leva sulle funzionalità di VMware Infrastructure, VMware è oggi in grado di offrire ai clienti i tool necessari per automatizzare due processi chiave in ambito data center virtuale: l'erogazione di servizi IT e la Business Continuity, entrambi essenziali per l'agilità globale e la disponibilità dei sistemi che supportano le operazioni aziendali. Definizione di delivery dei servizi IT È definito servizio IT tutto ciò che spazia dalla singola risorsa di calcolo a una combinazione complessa di più macchine virtuali che supportano un intero stack di applicazioni. Per delivery dei servizi IT si intende il processo di sviluppo, test, staging, implementazione, monitoraggio, modifica ed eventualmente revoca di un servizio IT, nel pieno rispetto della conformità alle policy aziendali consolidate. Sebbene le aziende assegnino nomi diversi alle varie fasi del processo di delivery dei servizi IT, il ciclo di vita di base è sostanzialmente lo stesso in ogni azienda. Si tratta di una delle attività più importanti per qualsiasi dipartimento IT, di un ciclo di vita che interessa le varie aree e i numerosi componenti utente dell'intero data center: Infrastruttura di produzione, con una serie di server dedicati ai carichi di lavoro di produzione. Infrastruttura di laboratorio, per supportare i test di sviluppo software e di controllo qualità o gli ambienti di formazione temporanei. Infrastruttura di preproduzione, con server dedicati al supporto dello staging o della gestione delle release dei carichi di lavoro applicativi, a partire dall'integrazione iniziale fino alla produzione, passando per i test e lo staging. 2 IDC Multiclient Study, Virtual Management

6 Automazione dei processi chiave nel data center virtuale Sviluppo e QA Staging Produzione Accelerazione fornitura applic. Maggiore amministrabilità Massimizzazione dei livelli di servizio Piattaforma di classe enterprise VMware Infrastructure Pool di risorse Pool di risorse Pool di risorse Pool di risorse Figura 2. VMware consente di automatizzare processi chiave, tra cui il delivery dei servizi IT (che si compone delle fasi di sviluppo e controllo qualità, staging e gestione continua dei cambiamenti), nonché la business continuity nel data center virtuale. I servizi IT viaggiano fra queste aree man mano che i cambiamenti, le patch e gli aggiornamenti del servizio vengono applicati ai sistemi. Gestire la crescita, garantire disponibilità, controllare la proliferazione dei server, incrementare l'efficienza e la rapidità di risposta per far fronte alle esigenze del business rappresentano sfide basilari in tutte queste aree. Ogni area funzionale del data center, tuttavia, presenta requisiti specifici e sfide particolari che richiedono approcci diversi, che verranno brevemente trattati nella sezione seguente (per altri dettagli su queste soluzioni, consultare Rilevamento e controllo delle macchine virtuali lungo il ciclo di vita La virtualizzazione VMware consente alle aziende di accelerare drasticamente il provisioning dei server nel data center. Una volta scoperta quanto sia facile la distribuzione con VMware Infrastructure, le aziende spesso abusano della virtualizzazione la quale, se non è sostenuta da un'adeguata gestione, può produrre effetti inattesi. Quando ad esempio si raggiunge la massa critica di macchine virtuali, emergono nuove domande: Le macchine virtuali sono debitamente approvate per la distribuzione? Le macchine virtuali sono conformi agli standard di configurazione e alle altre policy aziendali? Chi sono i proprietari delle varie macchine virtuali? È possibile eliminare una specifica macchina virtuale? La maggior parte delle richieste di provisioning delle macchine virtuali viene gestita attraverso fogli di calcolo, messaggi di posta elettronica, telefonate o, nella migliore delle ipotesi, da un sistema di segnalazione. Anche in quest'ultimo caso gli amministratori IT non hanno davvero la possibilità di garantire un'implementazione delle macchine virtuali conforme alle policy, di conseguenza occorre loro molto tempo per eseguire processi di provisioning manuali. La gestione delle macchine virtuali in un ambiente enterprise impone effettivamente al reparto IT di definire modelli standardizzati, tenere traccia di richieste e approvazioni, automatizzare il provisioning delle richieste approvate e controllare il ciclo di vita della macchina virtuale al fine di migliorare sia l'utilizzo della risorsa, sia la conformità aziendale. Il reparto IT deve inoltre adottare un sistema di record in cui registrare tutte le richieste, le distribuzioni, le modifiche e la disattivazione delle macchine virtuali. VMware Lifecycle Manager automatizza la richiesta, il provisioning, l'aggiornamento, le modifiche e la disattivazione della macchina virtuale nel rispetto delle policy aziendali in tutto il data center virtuale. L'amministratore IT può creare un catalogo di macchine virtuali, ciascuna associata a criteri di distribuzione e a un processo univoco di richiesta, approvazione e registrazione. In questo modo si eliminano operazioni manuali e ripetitive, si riduce il rischio di errori di configurazione e i si limitano i problemi di conformità, con il risultato di accelerare la capacità dell'organizzazione IT di soddisfare le necessità del business. Introduzione dell'automazione nel laboratorio La proliferazione dei server, noto problema dei sistemi di produzione nel data center, è spesso più marcata nelle organizzazioni di sviluppo e test o in altri ambienti di laboratorio, come i team di assistenza o formazione. Supportare e gestire l'infrastruttura di laboratorio e rispondere al flusso costante di richieste di installazione, configurazione, o disinstallazione di configurazioni di sistema nel laboratorio sono attività impegnative per gli amministratori IT. Non è insolito che l'organizzazione incaricata dello sviluppo e del controllo qualità delle applicazioni utilizzi molti più server dell'ambiente di produzione. Secondo Forrester Research, un'azienda 6

7 che prenda in considerazione la virtualizzazione come strumento di consolidamento dei server può scoprire di disporre nell'ambiente di test e sviluppo di un numero di server tre volte superiore a quello dell'ambiente di produzione, chiaro indice dell'esistenza di un ruolo per la virtualizzazione nell'area di preproduzione 3. Tenere sotto controllo i sistemi è una sfida impegnativa per gli amministratori di laboratorio: se più utenti accedono agli stessi sistemi, è praticamente certo che questi verranno inquinati : ad esempio, le impostazioni potrebbero essere modificate inavvertitamente provocando problemi ed errori imprevisti difficili da diagnosticare. È tuttavia difficile applicare a un ambiente di laboratorio gli stessi rigorosi criteri di controllo delle modifiche applicati di norma a un ambiente IT di produzione. Gli utenti del laboratorio necessitano di maggiore flessibilità e devono poter modificare i sistemi al volo senza aspettare l'approvazione delle loro richieste. In molti casi gli ambienti di laboratorio vengono eseguiti al di fuori del data center a causa delle differenze nei requisiti di flessibilità. Allo stesso tempo, i laboratori non traggono vantaggio dalle risorse del data center come ad esempio l'infrastruttura server consolidata. Se l'infrastruttura di laboratorio potesse essere progettata per fornire flessibilità agli utenti lasciando al reparto IT il controllo globale di risorse quali server fisici, storage e rete, molti dei problemi che oggi ostacolano gli utenti di laboratorio sarebbero mitigati. Con il provisioning rapido, il self-service e la possibilità di cambiare sistema all'occorrenza, gli utenti in ambito sviluppo e controllo qualità potrebbero accrescere la loro produttività. VMware Infrastructure svolge un ruolo centrale nel favorire l'efficienza negli ambienti di laboratorio. La flessibilità e l'indipendenza dall'hardware tipiche delle piattaforme VMware consentono agli utenti di laboratorio di gestire con maggiore facilità configurazioni di sistema intatte e coerenti. VMware Lab Manager, che si basa proprio su questo presupposto, costituisce la soluzione perfetta per gli amministratori che devono fornire un'infrastruttura di laboratorio on demand agli utenti supportati. La soluzione garantisce l'autosufficienza degli utenti del laboratorio, che usufruiscono di una libreria di macchine virtuali utilizzabili al bisogno e possono gestire e condividere i progetti su configurazioni di più macchine virtuali fra loro interconnesse. VMware Lab Manager automatizza i processi chiave dell'ambiente di laboratorio, consente al team di aumentare l'efficienza e contemporaneamente abbatte i costi di capitale e di esercizio di tale infrastruttura. Gestione delle release a velocità software Per rendere operativo un servizio IT o un'applicazione, le aziende possono scegliere lo sviluppo interno, oppure decidere di personalizzare software già pronto. In entrambi i casi le applicazioni attraversano un rigoroso processo di gestione delle release o di transizione del servizio prima di entrare in produzione. Lo stesso processo vale anche per i sistemi di produzione sui quali devono essere installate patch o aggiornamenti. Capita sempre più spesso che le aziende debbano rispondere tempestivamente a richieste di software e implementino nuovi servizi, patch o aggiornamenti per soddisfare tale domanda o semplicemente per garantire la conformità alle normative vigenti. Il processo di gestione delle versioni, tuttavia, è spesso complesso, costoso e lento. I servizi IT devono passare attraverso più fasi prima di entrare in produzione. Quantità e denominazione di queste fasi variano a seconda dell'organizzazione, del tipo di servizio IT e della sua complessità, ma di norma il processo di transizione del servizio prevede le fasi seguenti: integrazione dell'aggiornamento o della nuova applicazione nell'ambiente globale, collaudo del servizio IT assemblato, staging del servizio per test su prestazioni, tuning e accettazione da parte degli utenti. Software applicativo sviluppato internamente o in pacchetto Fasi di gestione delle release Integrazione Test Staging Accettazione utente Assemblaggio dei componenti applicativi nell'ambiente di destinazione Verifica dell'integrazione corretta dei componenti Tuning e test delle prestazioni Test di accettazione utente Il rischio di downtime è ridotto mediante la suddivisione per fasi dei processi di pre-produzione. Produzione Figura 3. La maggior parte delle organizzazioni IT ricorre a un modello di gestione delle release fortemente strutturato, o a processi di transizione dei servizi, per distribuire nuovi servizi IT o installare aggiornamenti e patch. La gran parte delle aziende crea istanze nascoste dell'applicazione durante ciascuna fase, soprattutto le prime, per consentire l'esecuzione simultanea di progetti diversi. È possibile ad esempio che un team lavori all'integrazione con Active Directory mentre un altro si dedica all'integrazione del database. Questo processo può provocare la proliferazione dei server e lo scostamento delle configurazioni tra le diverse istanze dello stesso servizio IT. Ciò crea le condizioni che favoriscono l'insorgere di potenziali problemi gravi lungo il percorso in quanto i sistemi di produzione potrebbero non corrispondere a quelli del test. Possono essere necessarie settimane o mesi per far passare le applicazioni dalla fase iniziale di integrazione e test alla produzione. I dipartimenti IT sono fortemente sollecitati a portare in produzione le nuove applicazioni il più rapidamente possibile. Fino ad ora, le aziende hanno affrontato il problema in due modi: limitando il controllo del processo a costo di elevare i rischi di incorrere in problemi di configurazione o conformità; oppure creando processi e controlli rigorosi che garantiscono la coerenza ma inibiscono il cambiamento. 3 Forrester Research, Tradeoffs And Tactics For Test Environments, agosto

8 Con VMware Infrastructure, le aziende possono automatizzare la gestione delle release nel data center e ridurre i problemi legati alla differenziazione delle configurazioni e alla complessa gestione delle versioni. Poiché VMware Infrastructure consente all'it di creare contenitori software standard, è possibile standardizzare i componenti durante le varie fasi della gestione delle release eliminando le incongruenze di configurazione. Trattando i gruppi di macchine virtuali come singoli servizi IT, il team incaricato delle operazioni IT ha la possibilità di gestire con maggiore facilità un'applicazione aziendale lungo tutto il ciclo di rilascio. VMware Stage Manager supporta il processo di gestione delle release (gestione dei cambiamenti, della configurazione e del rilascio, o anche transizione del servizio), sovrintendendo al ciclo di messa in produzione dei servizi IT che viene portato in produzione. Il controllo centralizzato di queste attività consente alle aziende di garantire la coerenza e la conformità e ridurre i rischi derivanti da modifiche non previste. Insieme a VMware Infrastructure, Stage Manager automatizza la gestione delle release. La soluzione consente alle operazioni IT e ai proprietari delle applicazioni di portare in produzione le applicazioni e rispondere più rapidamente alle richieste di modifica dei sistemi di produzione per far fronte ai requisiti del business. Stage Manager fornisce una visione globale di tutte le applicazioni e servizi IT sottoposti a gestione e semplifica le operazioni attraverso un'interfaccia utente intuitiva. Automazione della Business Continuity VMware Infrastructure fornisce inoltre i componenti che conferiscono maggiore efficienza e convenienza economica alla Business Continuity e al disaster recovery. Poiché le macchine virtuali possono essere standardizzate e spostate con facilità da un sistema all'altro, i carichi di lavoro business critical possono essere ripristinati nei sistemi remoti in modo rapido e affidabile. Problematiche della Business Continuity tradizionale I piani di disaster recovery tradizionali dipendono da una serie molto complessa di processi e infrastrutture: duplicazione di data center, duplicazione di infrastrutture server, processi di inserimento dati in un sito di ripristino, processi per il riavvio dei server, processi per la reinstallazione dei sistemi operativi e altri fattori. Stante la complessità dell'infrastruttura e dei piani di disaster recovery, le organizzazioni sono fortemente dipendenti dalla formazione del personale, dall'accuratezza e completezza di voluminosi manuali che documentano il processo di ripristino e dall'esecuzione perfetta del processo di ripristino stesso quando si verifica un'interruzione dell'attività. Poiché i test interrompono l'attività e sono costosi, le organizzazioni non possono mettere adeguatamente alla prova la formazione, la documentazione e l'esecuzione e dunque non sono in grado di prevedere la corretta esecuzione del ripristino dei servizi IT. Come risultato, i test dei piani di ripristino spesso falliscono; il ripristino di carichi di lavoro importanti, nell'eventualità che vada a buon fine, spesso richiede giorni o settimane; e infine una notevole quantità di tempo e risorse IT viene impiegata per la gestione e la manutenzione dei piani di ripristino. In breve molte società non riescono a soddisfare i requisiti di continuità imposti dall'organizzazione. Importanza di VMware per la Business Continuity Le macchine virtuali possono essere replicate e ripristinate con facilità. Le tecnologie chiave di VMware Infrastructure consentono di eseguire con facilità la copia, l'archiviazione, lo spostamento e il riavvio delle macchine virtuali in qualsiasi server. Questo grado di mobilità e indipendenza dall'hardware apre un ventaglio di nuove possibilità per la Business Continuity. I servizi IT possono essere spostati facilmente in un sito remoto e riavviati. Le organizzazioni possono destinare le risorse esistenti nel sito di ripristino all'esecuzione di applicazioni di importanza minore e riallocarle rapidamente alle applicazioni critiche nell'eventualità di un ripristino. La Business Continuity con VMware: rapida, affidabile, gestibile VMware Site Recovery Manager utilizza le funzionalità di disaster recovery della piattaforma VMware Infrastructure. Si tratta di un nuovo prodotto, appositamente sviluppato per il disaster recovery, che semplifica e automatizza gli elementi chiave di tale operazione: impostazione di piani di disaster recovery, test dei piani, esecuzione del failover nell'eventualità di un guasto del data center e failback al data center primario. Con VMware Site Recovery Manager la protezione del disaster recovery sarà più rapida, affidabile e conveniente rispetto a prima. Sebbene Site Recovery Manager non sia parte integrante di VMware Infrastructure, i due elementi interagiscono perfettamente per gestire e automatizzare il disaster recovery negli ambienti virtuali. 8

9 Conclusione: il nuovo data center virtuale automatizzato La virtualizzazione VMware sta profondamente trasformando le organizzazioni IT, garantendo agli ambienti datacenter livelli di flessibilità ineguagliabili ed eliminando complesse interdipendenze hardware e software per realizzare una piattaforma standard per l'implementazione di applicazioni mission critical. Questo cambiamento imporrà alle organizzazioni IT di pensare alla gestione dell'infrastruttura IT in termini diversi. VMware Infrastructure velocizza il cambiamento e offre le potenzialità per trasformare radicalmente il data center con servizi e risorse IT fluidi, non statici, che dimostrano l'inadeguatezza delle tradizionali metodologie di gestione dei sistemi. La gestione tradizionale dei sistemi non può più essere applicata. Gli amministratori dei data center non possono non tenere conto di questo nuovo ambiente IT dinamico quando distribuiscono e gestiscono la virtualizzazione su scala sempre più ampia. Occorre infine ricordare gli altri importanti vantaggi offerti dagli ambienti data center virtuali automatizzati: Eliminazione di attività manuali e ripetitive facilmente soggette a errori, aumento del ritorno sugli investimenti e possibilità per il dipartimento IT di focalizzarsi su progetti strategici. Minimizzazione dei rischi e incremento della conformità alle policy IT aziendali. Riduzione dei problemi di configurazione e mantenimento della conformità dei sistemi nel data center. Aumento della capacità di risposta dei dipartimenti IT nei confronti delle esigenze di business e velocizzazione del time-to-market dei servizi IT. Per raggiungere efficacemente questi obiettivi, le organizzazioni IT necessitano di strumenti qualificati, progettati per automatizzare il nuovo data center virtuale. VMware Infrastructure fornisce i componenti fondamentali per il nuovo data center virtuale. Le soluzioni per automatizzare il delivery dei servizi IT e la Business Continuity consentono ai clienti di valorizzare gli investimenti nelle soluzioni VMware esistenti, accelerare il ritmo del cambiamento mantenendo al tempo stesso le capacità di previsione e controllo, ed elevare il grado di reattività al business. Utilizzando VMware Infrastructure come piattaforma strategica per il data center, le organizzazioni possono automatizzare il data center virtuale e conseguire l'agilità aziendale auspicata. 9

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