Progetto educativo riabilitativo il ruolo dei diversi soggetti coinvolti

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1 Progetto educativo riabilitativo il ruolo dei diversi soggetti coinvolti Vera Stoppioni UOC Neuropsichiatria Infantile Fano San Benedetto del Tronto 13 marzo 2009

2 Occorre che poco alla volta, ad ogni nuova generazione, si riesca a far progredire il livello di maturità e di salute psichica dell intera popolazione. Quale altro obiettivo dovrebbe porsi una politica educativa e sociale? (Meltzer e Harris)

3 APPRENDIMENTO Uno dei due meccanismi principali che assicurano la sopravvivenza di un organismo, nella misura in cui permette a questo di adattarsi, cioè di reagire nel modo appropriato e in tempi molto rapidi alle molteplici richieste di cambiamento provenienti dell ambiente.

4 CAMBIAMENTO Avviene lungo una dimensione temporale, ma ciò non implica che la causa del cambiamento sia il trascorrere del tempo.

5 Cultura dell integrazione Sviluppare linee operative per favorire integrazione scolastica di bambini con bisogni speciali necessita di rapportarsi a tre indirizzi principali: individuazione dei bisogni speciali delle persone e delle finalità da perseguire, costruzione di un contesto integrato dove collocare l intervento, prospettiva longitudinale del progetto di vita.

6 DIAGNOSI PRECOCE PROGRAMMAZIONE DI UN INTERVENTO PRECOCE (2-4 anni) L organizzazione adeguata di tempi, spazi ed attività del bambino in età precoce può incidere significativamente, nell immediato, sulle potenzialità e, in prospettiva, sulla qualità dei suoi comportamenti adattivi dai quali dipende la qualità di vita dell intero sistema famiglia.

7 DIAGNOSI FUNZIONALE - Diagnosi personalizzata delle funzioni neuropsicologiche e cognitive per quel soggetto, con quelle caratteristiche cliniche,, in quel periodo storico, in quel determinato ambiente. - Delinea il profilo funzionale del soggetto in rapporto all ambiente ambiente in base alle valutazioni possibili. - Indaga sulla condizione neuropsicologica, comportamentale, cognitiva, biologica, interattivo-relazionale relazionale, comunicativo- linguistica.

8 DIAGNOSI FUNZIONALE - Permette di delineare precocemente limiti, competenze, potenzialità del soggetto in quel determinato periodo di vita, in quel contesto clinico ed in quel determinato ambiente. - Si modifica nel tempo a differenza della diagnosi clinica, in quanto segue le evoluzioni del soggetto. - Si effettua in équipe multiprofessionale e coinvolge la famiglia ed altri operatori.

9 DIAGNOSI FUNZIONALE - Richiede degli strumenti specifici di valutazione ed un tempo prolungato di osservazione. - Limita le informazioni od interpretazioni distorte relative ai comportamenti del soggetto, cercandone una giustificazione funzionale e non clinica. - Amplia la possibilità di comprensione delle problematiche.

10 DIAGNOSI FUNZIONALE - Individuando precocemente le potenzialità del soggetto, favorisce un progetto terapeutico precoce in un modello che definisca che cosa si sta curando e dove si potrebbe arrivare. - Riduce l instaurarsi cronico di modalità comportamentali rigide o stereotipate che limitano molto l emergenza delle potenzialità del soggetto. - Può ridurre l instaurarsi di patologie funzionali/comportamentali.

11 EDUCAZIONE SPECIALE una forma di pregiudizio culturale ha prevalso in Italia contro l educazione speciale ( ) considerata erroneamente un capitolo minore, non più di un appendice applicativa e procedurale nel campo della pedagogia generale e, in più, considerata indegna di una ricerca storica necessaria per illuminare le sue caratteristiche di base. (Sani)

12 Interventi Educativi Gli interventi educativi si realizzano mediante attività individuali e di gruppo nelle principali aree educative (area cognitiva, sensoriale, comportamentale, sociale, ecc...), seguendo, per ciascun paziente, un Piano Educativo Personalizzato. Lo scopo fondamentale è quello di aiutare il paziente ad acquisire: - autonomia personale, - abilità linguistico-comunicative, - abilità scolastiche, - autonomia sociale, - abilità pre-lavorative, - controllo dei comportamenti "problematici".

13 La riabilitazione in Età Evolutiva Si caratterizza per alcuni aspetti peculiari, rispetto all'età adulta: - Non è quasi mai una riabilitazione d'organo conseguente ad una lesione acquisita -Deve intervenire su funzioni, spesso non pienamente sviluppate, a causa di danni congeniti, e comunque sempre complesse perché interferenti con lo sviluppo complessivo delle abilità del soggetto -E' strettamente collegata con lo sviluppo delle abilità sociali e di partecipazione che ogni bambino sviluppa progressivamente nel corso del suo sviluppo - Necessita del coinvolgimento della famiglia, perché nessun bambino è autonomo nel suo sviluppo, e delle agenzie educative che interagiscono con la crescita del soggetto.

14 La riabilitazione in Età Evolutiva - E una prassi complessa che deve coniugare la specificità dell'intervento con la dimensione relazionale, tenendo conto del processo evolutivo che in ogni caso è attivo in ogni bambino. - Altro elemento fondamentale è il rispetto delle condizioni "ecologiche" in cui deve aver luogo: modalità, stili, ambienti devono tener conto della peculiarità del bambino per rendere efficace il processo riabilitativo.

15 La riabilitazione in Età Evolutiva Elemento cardine: intervento "educativo insieme di interventi con modalità ecologiche finalizzato a sviluppare autonomie personali, funzionali e sociali, che normalmente evolvono spontaneamente nel bambino, ma che, in virtù del danno biologico soggiacente, necessitano di essere sviluppate attraverso il costante e specifico intervento. Interventi riabilitativi: susseguenti ad una valutazione clinica e funzionale. Valutazione clinica e funzionale complessa, multiassiale, necessita di più professionalità, e di modalità e strumenti specifici.

16 Riabilitazione Cognitiva Volta al trattamento dei deficit delle capacità intellettive (memoria, attenzione, capacità di astrazione e di calcolo, funzioni psicosensoriali, capacità di programmare ed eseguire atti complessi), provenienti da cause organiche o funzionali. Prevede una valutazione specifica delle competenze del bambino, mediante tests neuro-psicologici e prove oggettive di profitto

17 RIABILITAZIONE COSA Riorganizzazione di componenti e processi del sistema neurofunzionale

18 RIABILITAZIONE STRUMENTI Gli strumenti della riabilitazione sono PROCEDURE per attivare e incrementare selettivamente i processi computazionali di una o più sottocomponenti del sistema cognitivo

19 ? E più utile lavorare sulla funzione deficitaria, cioè sulle abilità mancanti o carenti o sulle abilità integre? Si deve lavorare per costruire o ricostruire una funzione convenzionalmente normale o per un risultato funzionale utile seppure realizzato attraverso funzioni anormali o inusuali?

20 RIABILITAZIONE COME Forse la domanda più opportuna non è tanto e soltanto Quale intervento sia migliore ma Come applicare quell intervento e quando Non esistono RICETTE ma PRIORITA?

21 RIABILITAZIONE COME INTERVENTO INTENSIVO Nasce dalla necessità di intervenire sulle funzioni neuropsicologiche e psicolinguistiche in modo specifico ed intensivo Stabilizza le funzioni neuropsicologiche e psicolinguistiche Intensifica le attività sullo step raggiunto e lo stabilizza

22 La famiglia - Valorizzazione della famiglia come protagonista nella formazione umana; - Coordinamento del contesto scolastico con quello extrascolastico, nella definizione di una rete permanente di formazione; - Valorizzazione della famiglia e della disabilità come risorsa; - Valorizzazione del genitore quale ricercatore in campo educativo e pedagogico; - Promozione dell evidenziazione dell'efficacia e delle potenzialità delle sue azioni educative

23 La famiglia - Coinvolgimento dei genitori e loro valorizzazione nell'elaborazione dei progetti di vita ed educativi dei figli disabili; - Promozione del protagonismo dei genitori ; - Rapporto e collegamento fra generazioni; - Costruzione di reti e attività d'integrazione fra scuola e famiglia.

24 La famiglia Le nuove acquisizioni sulla neurofisiologia sembrano mettere in luce l importanza della partecipazione dei genitori al processo riabilitativo, in quanto sembra che il poter usufruire di modelli motori e linguistici sempre presenti stimoli maggiormente, ad esempio, i neuroni specchio

25 Le istituzioni Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti della persona disabile (n. 104 del 5 febbraio 1992) Persona con handicap, anche gravi, è un cittadino a tutti gli effetti, portatore di diritti/doveri oltre che di bisogni, al quale viene chiesto, in base alle proprie caratteristiche e potenzialità, di essere membro attivo del contesto sociale. A tal fine la Repubblica ne garantisce l'integrazione "nella famiglia, nella scuola, nel lavoro e nella società" (art. 1) con percorsi e modalità in cui l'integrazione è sempre perseguita congiuntamente all'autonomia della persona.

26 Le istituzioni Legge n. 104 del 1992 ha definitivamente sancito il valore dell'integrazione delle persone con handicap. Ma nella pratica quotidiana ancora ci si chiede se l'integrazione debba essere strumento o fine nell'educazione dei disabili. Il nodo è rilevante.

27 INTERVENTO INTENSIVO - Due ore al giorno una settimana al mese - Ogni settimana è preceduta da un colloquio con la famiglia e seguita da programmazione dell'intervento con gli operatori (scuola, educatori,famiglia) Ha una durata definita, ed è seguito, quando necessario, dalla prosecuzione della presa in carico.

28 INTERVENTO INTENSIVO Diagnosi, prognosi e modelli teorici: interattivi Vari livelli diagnostici, riabilitativi ed educativi in stretto collegamanto. Per incidere decisamente su una disfunzione è necessario utilizzare strumenti riabilitativi e di educazione speciale in maniera intensiva, in ambienti diversi, attraverso l utilizzo di persone diverse

29 Intervento A partire dalla valutazione ottenuta e dai relativi profili di sviluppo, devono essere individuati programmi di intervento specifici ed individualizzati per ciascun soggetto. Osservazione e valutazione Progetto di intervento

30 Scelta della metodologia di intervento La scelta non è tra avere o no una filosofia dell intervento ma fra averla con consapevolezza critica o no fra gestirla o esserne gestiti

31 INTERVENTO Individualizzato: assessment, creazione di un programma, aggiornamento periodico del programma, implementazione di procedure adattate alle esigenze del bambino Precoce: rende possibile la sistematizzazione e la riorganizzazione delle esperienze del bambino poichè le strutture encefaliche non hanno assunto una definita specializzazione funzionale e le funzioni mentali sono in fase di attiva maturazione e differenziazione (Guaralnick, 1998; Dawson et al., 2001). Intensivo: Gli interventi intensivi risultano necessari per ridurre le limitazioni. Integrato..

32 INTEGRATO Gli interventi sul bambino devono avere alla base lo studio delle funzioni neuropsicologiche fondamentali Lo studio delle funzioni si modella su ciò che accade nella riabilitazione I modelli riabilitativi, il modello neuropsicologico e l educazione speciale si integrano nella presa in carico globale

33 PROGRAMMA EDUCATIVO ABILITATIVO Deve essere eseguito sia a scuola, sia a casa, sia in altri eventuali ambienti di vita, a partire dalla prima impostazione del lavoro. CASA ALTRI AMBIENTI DI VITA DEL BAMBINO SCUOLA

34 AREE DI INTERVENTO Autonomia personale Abilità sociali Attenzione Tali aree sono estremamente compromesse nel bambino con disturbo autistico e costituiscono la base per l apprendimento di abilità più complesse di estrema importanza come il linguaggio Imitazione Comunicazione Comportamenti problema Gioco

35 Diagnosi Formazione operatori DIPARTIMENTO NPI Programma d intervento Rivalutazioni processo terapeutico Supervisioni programmi

36 Progetto educativo riabilitativo il ruolo dei diversi soggetti coinvolti CASA SCUOLA ALTRI AMBIENTI DI VITA DEL BAMBINO

37 Principi generali della riabilitazione neuropsicologica - Scomposizione funzionale (faccio fare esercizi che facciano girare selettivamente quella parte) - Supplenza funzionale (attività nelle quali una parte del compito viene svolto dall esaminatore o dato dal gioco) Integrazione funzionale intrasistemica (posso integrare nell esercizio componenti diverse dello stesso sistema) - Integrazione funzionale intersistemica (sistema visivo e linguistico, prassico e linguistico, ecc) NB: possiamo avere livelli diversi nello stesso bambino in sistemi diversi.

38 RIABILITAZIONE FUNZIONI COGNITIVE FUNZIONI COGNITIVE PREESISTENTI IN COSTRUZIONE RIORGANIZZAZIONE

39 Superficialmente era davvero un cumulo di handicap o di incapacità, con le pesanti frustrazioni e le ansie che ne derivavano; a questo livello essa era e sentiva di essere un'invalida mentale, totalmente priva della disinvoltura e delle abilità degli altri; ma a un livello più profondo handicap ed incapacità non erano più avvertiti; vi era piuttosto una sensazione di calma e di completezza, l'impressione di essere pienamente viva, di essere un'anima, profonda ed elevata, e uguale a tutti gli altri (Oliver Sacks, L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello, Adelphi, Milano, 1986, p. 237).

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