DISCIPLINARE DI PRODUZIONE MODELLO AGRAIA
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- Gianmaria Calabrese
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1 DISCIPLINARE DI PRODUZIONE MODELLO AGRAIA Nel confronto più diretto col mercato uno dei fattori cruciali è sicuramente la capacità organizzativa. Solo se si è organizzati si possono sviluppare contratti e accordi che presuppongono la programmazione della produzione, ossia il controllo della produzione nei suoi aspetti di quantità e qualità. Produrre oggi quello che so già di vendere domani, in altre parole agricoltura contrattualizzata. Il modello Agraia ha l obbiettivo di perseguire le richieste del mercato con particolare attenzione al rilancio dell agricoltura rurale, implementando un modello etico di sviluppo agricolo ad alto valore aggiunto, consentendo all agricoltore di massimizzare gli introiti, nel pieno rispetto del territorio. - Ricerca e sviluppo di sementi antiche - Progettazione e Implementazione di piani Colturali - Consulenza e assistenza su concimazione trattamenti fitosanitari - Conversione da tecniche agricole tradizionali in biologiche e/o biodinamiche - Sviluppo di nuove colture - Allevamento come risorsa naturale rinnovabile - Allevamento come servizio d impollinazione monitoraggio ambientale IL MODELLO AGRAIA PREVEDE LA CONSOCIAZIONE DI COLTURE E L INTEGRAZIONE CON ALLEVAMENTI ZOOTECNICI, CHE RAPPRESENTANO UN OPPORTUNITA PER AUMENTARE LA BIODIVERSITA, LA STABILITA E LA SOSTENIBILITA AMBIENTALE ED ECONOMICA DEI SISTEMI AGROECOLOGICI, CREANDO COSI CONDIZIONI MIGLIORI PER PRODURRE PIU ALIMENTI E DI MIGLIORE QUALITA
2 L AGRICOLTURA SECONDO IL MODELLO AGRAIA L'agricoltura biologica si propone come alternativa per il recupero degli ecosistemi compromessi, della fertilità della terra e del valore nutritivo degli alimenti, avvalendosi delle pratiche agricole tradizionali interpretate attraverso le moderne acquisizioni tecnico-scientifiche. Le specie e le varietà coltivate nei sistemi in agricoltura biologica devono essere selezionate in base alla loro adattabilità alla coltivazione biologica, alla natura del terreno, alle condizioni climatiche, alla resistenza ai parassiti e alle malattie, ed ai fini del mantenimento della diversità genetica. Per questo motivo vengono preferite le varietà che meglio si adattano alle condizioni colturali dell'area e che presentano maggiori caratteri di tipicità. Per poter esser certificati come biologici, i semi e il materiale vegetale di riproduzione devono essere ottenuti secondo le prescrizioni del seguente disciplinare per almeno una generazione nel caso di colture annuali, per almeno due cicli colturali nel caso di colture perenni e in ogni caso per un periodo di almeno 12 mesi. Conversione all agricoltura biologica: Per conversione si intende il passaggio dall'agricoltura convenzionale a quella biologica necessaria a favorire la costituzione di un sistema di gestione biologico, ripristinare la fertilità del terreno e ristabilire l equilibrio dell ecosistema. Per il raggiungimento dello status biologico, l operatore dovrà rispettare un periodo di conversione durante il quale deve applicare le prescrizioni del presente disciplinare. E obbligatoria la conversione totale dell azienda e delle produzioni vegetali all agricoltura biologica. Qualora l operatore intenda convertire gradualmente l azienda, deve predisporre un piano, da sottoporre all approvazione dell' Organismo di Controllo e Certificazione, che preveda la realizzazione della conversione nell arco di tre anni e che prenda in esame l'intera superficie aziendale, stabilendo adeguati tempi e modi di attuazione. Nel caso l azienda presenti anche indirizzo zootecnico è necessario che il bestiame sia alimentato con alimenti non OGM ai sensi della normativa vigente e sottoposto a trattamenti veterinari conformi alle norme previste dallo standard disciplinare per la zootecnia biologica. In generale l utilizzazione di OGM non è permessa in nessuna attività produttiva dell azienda. Nelle aziende che non hanno completato la conversione totale e nelle quali uno o più appezzamenti siano ancora condotti con metodo convenzionale, vi deve essere una chiara e continua separazione nella gestione degli appezzamenti, delle strutture e delle attrezzature biologiche. La durata del periodo di conversione deve essere determinata dall Organismo di Controllo e Certificazione in funzione di vari elementi quali: - il precedente utilizzo del suolo; - il contesto ecologico e ambientale;
3 - l esperienza dell operatore e le risorse tecniche a sua disposizione. Suddette norme devono essere applicate per un periodo di conversione di almeno: - due anni prima della semina nel caso di colture annuali e prati; - due anni prima della loro utilizzazione come alimenti zootecnici biologici, nel caso di pascoli; - tre anni prima del primo raccolto certificabile nel caso delle colture perenni diverse dai prati. In ogni caso il periodo di conversione deve prevedere un periodo di almeno 36 mesi dalla data dell ultima applicazione di qualsiasi materiale o pratica vietata. Tecniche colturali Per la produzione biologica è fondamentale che le tecniche colturali consentano l'ottenimento di prodotti in quantità adeguata e di elevata qualità nel rispetto degli equilibri biologici degli agroecosistemi. I sistemi di agricoltura biologica sono infatti basati sulla gestione del suolo e sulla tutela dell ecosistema al fine di promuovere il ciclo dei nutrienti. Pertanto, le tecniche di coltivazione e di lavorazione devono mirare alla riutilizzazione e rigenerazione della sostanza organica ed alla restituzione dei nutrienti al terreno. La biodiversità dell agro-ecosistema e delle produzioni vegetali deve essere assicurata da requisiti minimi di rotazione e/o varietà delle coltivazioni, alternando colture diversificate e versatili e prevedendo una appropriata copertura del terreno. La conservazione e l arricchimento della fertilità del suolo, con particolare attenzione a prevenire qualsiasi fenomeno erosivo, rappresentano i presupposti fondamentali per l'applicazione del metodo biologico e l'ottenimento di prodotti biologici. L azienda deve adottare un piano di rotazione che preveda l'alternanza sullo stesso terreno di colture caratterizzate da tecniche di coltivazione, esigenze nutritive e fitopatologiche differenti, con diversa interazione con il terreno e tipologia di residui colturali. Per quanto riguarda l avvicendamento colturale è vietata la monosuccessione. Le rotazioni devono favorire il mantenimento e l incremento della fertilità del suolo e del contenuto di sostanza organica attraverso : - la riduzione della perdita dei nutrienti del suolo, - la gestione delle specie infestanti, degli insetti e delle patologie, - la pratica del sovescio, - la massima copertura vegetale nel tempo del terreno, - la tutela delle falde acquifere, - l arricchimento della microfauna e microflora del terreno. L avvicendamento deve prevedere colture appartenenti a specie e famiglie diverse al fine di favorire un maggior grado di biodiversità, stagionalità e capacità di copertura del suolo. Nell attuazione del piano di successione si deve garantire l inserimento di almeno una coltura di leguminose annuale o poliennale a seguire e/o a precedere una coltura depauperante al fine di equilibrare il bilancio dell azoto e renderlo disponibile per le colture. L Organismo di Controllo e Certificazione può autorizzare il ripetersi di una coltura sullo stesso appezzamento per non più due anni consecutivi, qualora tale pratica agronomica non
4 comprometta la fertilità intrinseca del suolo ed in considerazione del tipo di terreno e/o di precessione colturale che caratterizza l appezzamento in cui si intende effettuare tale pratica. Per i cereali, è consigliata la rotazione con leguminose. Le colture orticole specializzate possono essere ripetute nello stesso anno sulla medesima superficie al massimo per tre cicli consecutivi e in seguito intervallate per almeno un ciclo da una specie diversa a condizione che vi sia la presenza di una leguminosa e/o di un cereale (da raccolta o da sovescio) ogni due anni. Consociazioni Sono consigliate le consociazioni, intese come coltivazioni simultanee sul medesimo appezzamento di più specie o varietà. Per quanto riguarda l irrigazione, l acqua rappresenta un importante ed indispensabile fattore di crescita per le piante e nello stesso tempo una risorsa ambientale limitata da salvaguardare sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. Pertanto l operatore dovrebbe esercitare la dovuta vigilanza sull uso dell acqua e provvedere sistemi di raccolta e riutilizzo dell acqua che garantiscano l assenza di contaminazione da agenti chimici, biologici e patogeni per l uomo e gli animali. I metodi irrigui utilizzati devono evitare qualsiasi effetto negativo sulla coltura e sulla struttura del suolo sia per la qualità delle acque utilizzate, per le modalità di somministrazione e per gli effetti negativi causati dal ruscellamento superficiale. E consigliato l impiego di impianti a bassa pressione che non provocano effetto battente, non compattano il terreno con una conseguente riduzione del fenomeno del ruscellamento superficiale ed una maggiore efficienza della stessa che può più facilmente infiltrare e quindi consentire di ridurre le quantità d'acqua necessarie in funzione della riduzione delle perdite. Sono consigliati metodi a microportata (goccia, spray, spruzzo, ecc.) che consentono un risparmio d'acqua. Sono ammessi materiali plastici per la costruzione degli impianti d'irrigazione. In questo caso vige l'obbligo di recuperare tutto il materiale per un suo riutilizzo o per essere inviato ad un centro di riciclaggio autorizzato. Le acque utilizzate per l irrigazione devono essere conformi a quanto previsto dalla normativa vigente e non devono contenere inquinanti e contaminanti che potrebbero mettere a repentaglio l'integrità dei prodotti biologici. L'Organismo di Controllo e Certificazione può predisporre controlli analitici per verificare l'idoneità qualitativa dell'acqua destinata all'irrigazione, relativamente alla presenza di contaminanti e di sali minerali che potrebbero influire sul profilo del suolo e sul livello della sua salinità. L ammissibilità dell utilizzo di acque reflue è subordinato ad una verifica analitica delle stesse che ne verifichi la qualità in termini di contenuto in metalli pesanti e altri inquinanti. Gestione del suolo e sua conservazione Per il mantenimento della fertilità del suolo e la sua conservazione sono consigliati i seguenti interventi e/o accorgimenti :
5 - Lavorazioni del suolo; - Incorporazione di sostanza organica proveniente da residui vegetali e/o animali; - Sistemazioni idraulico-agrarie appropriate; - Rotazione agronomica; - Scelta di specie e varietà idonee; - Impianto e/o mantenimento di siepi ed alberature lungo i margini degli appezzamenti ed i corsi d'acqua; -Terrazzamenti; - Lavorazioni a ritochino o lungo le curve di livello nei terreni in pendenza; - Uso di colture di copertura; - Dimensioni degli appezzamenti appropriate; - Rispetto del profilo del terreno; - Introduzione di aree di compensazione ecologica. È vietato ricorrere alla bruciatura delle stoppie, dei residui colturali e/o colture da biomassa, aree boschive e altro materiale vegetale ad eccezione delle misure di profilassi e cura sanitaria che comportano la bruciatura delle parti vegetali colpite da patogeni per i quali sono in vigore misure di "lotta obbligatoria". In questa circostanza la bruciatura deve avvenire in zone circoscritte ed in conformità alle norme vigenti in materia. Al fine di preservare il suolo da possibili contaminazioni si possono utilizzare solo ed esclusivamente prodotti elencati nel Regolamento (CEE) 2092/91. Le lavorazioni devono creare e/o mantenere le migliori condizioni di crescita per le piante coltivate, devono consentire di incorporare al suolo i residui organici di origine vegetale ed animale, permettere la conservazione della sostanza organica e controllare lo sviluppo delle infestanti. La scelta delle lavorazioni e degli attrezzi necessari deve essere fatta in ordine ai seguenti obiettivi: - ridurre il compattamento del suolo; - ridurre il numero di "passaggi" orientandosi verso la minima lavorazione; - mantenere e/o migliorare la struttura del suolo. Nella lavorazione del terreno è consigliato: - evitare lavorazioni profonde (> 30 cm) con rivoltamento della zolla e con conseguenti azioni dirompenti per l'equilibrio e la stabilità del suolo; - limitare allo stretto necessario l'uso di macchinari ed attrezzi; - evitare di interrare troppo profondamente i residui vegetali; - limitare il calpestio adottando pneumatici a sezione larga ed a bassa pressione. Fertilità del suolo e fertilizzazione Le risorse nutritive devono essere utilizzate in maniera sostenibile e responsabile: materiale di origine animale, microbica o vegetale, deve formare la base per il programma di fertilità. La concimazione organica è alla base della fertilità del terreno e le pratiche colturali devono essere finalizzate al mantenimento e/o incremento del contenuto di humus e dell'attività biologica. Gli interventi per mantenere ed aumentare la fertilità e l'attività del terreno devono basarsi su: - coltivazioni di leguminose; - scelta delle colture in successione;
6 - sovesci adeguati; - incorporazione al terreno di materiale organico, preferibilmente compostato, anche in superficie, e distribuito nel rispetto di quanto previsto dalla normativa vigente e proveniente da aziende che operano nel rispetto delle normative di agricoltura biologica vigenti. Il piano di fertilizzazione deve essere commisurato alle effettive esigenze delle coltivazioni e alle condizioni climatiche dell azienda; in questo ambito è essenziale che ogni operatore valuti le caratteristiche del proprio suolo anche attraverso l effettuazione di analisi chimico-fisiche per le quali si consiglia una periodicità di almeno 5 anni. Sono vietati i fertilizzanti azotati di origine minerale e sintetica. I fertilizzanti minerali saranno applicati nella forma in cui sono naturalmente composti ed estratti e non saranno resi maggiormente solubili attraverso trattamenti chimici eccetto l aggiunta di acqua e il mescolamento con altri materiali di origine naturale. Il quantitativo totale di azoto che può essere distribuito per ettaro e per anno non deve superare il limite di 170 kg/ha di azoto/anno. L impiego di liquami è ammesso a condizione che siano premiscelati con materiale ligneo cellulosico, e che la distribuzione non avvenga su terreno nudo. Parassiti, malattie L'insieme delle pratiche agronomiche e delle tecniche colturali adottate nella conduzione di una azienda biologica deve tendere alla salvaguardia delle colture, creando le condizioni per una protezione preventiva ed integrata nel sistema di gestione aziendale. L operatore deve dare evidenza di una serie di processi concreti ed efficaci per la gestione delle principali problematiche relative ai parassiti, alle piante infestanti e alle fitopatologie in condizioni ordinarie di gestione. Per il controllo dei parassiti sono consigliate le seguenti pratiche: 1) per la difesa agronomica: -fertilizzazione equilibrata, -inerbimenti controllati, -rotazioni agronomiche appropriate -densità di semina adeguata, -consociazioni, -adeguata quantità idrica e lavorazioni oculate, -rimozione delle piante o loro parti ammalate o fonti d'infezione/infestazione; -controllo dello stato sanitario del materiale di propagazione; -scelta di adeguati periodi colturali in funzione della presenza dei principali patogeni; -adeguata pulizia dalle erbe infestanti in grado di ospitare patogeni di varia natura -gestione dei parametri ambientali (ventilazione, umidità, temperatura, ecc.) all'interno delle serre; 2) per la difesa genetica: -scelta di varietà naturalmente resistenti. È vietato l'utilizzo di materiale OGM o da esso derivato; -equilibrio dell'agro-ecosistema
7 -salvaguardia dell'entomofauna utile con ripristino delle condizioni ambientali (siepi,alberature, aree di rifugio, biotopi, ecc.) per un suo insediamento; 3) per la difesa diretta: -diffusione di predatori e parassitoidi sia in pieno campo che in coltura protetta; -controllo meccanico tramite trappole, colture repellenti, getti d'acqua, barriere fisiche, sonore e ad onde elettromagnetiche. Sono ammessi: - l impiego di prodotti per la difesa in presenza di un pericolo o di un danno tale da compromettere il risultato economico della coltura e/o qualora le tecniche precedentemente elencate siano risultate insufficienti. - la solarizzazione del terreno, previa autorizzazione dell'organismo di Controllo e Certificazione, in caso di forte infestazione parassitaria, sia animale che vegetale,qualora le tecniche di rotazione e le cure fitosanitarie non avessero prodotto gli effetti desiderati. Alla solarizzazione deve succedere una coltura da sovescio. Sono vietate la disinfezione e la disinfestazione del terreno con mezzi chimici e fisici. Il controllo delle erbe infestanti in un sistema di produzione biologico è basato sulla corretta applicazione di specifiche pratiche agronomiche e su un insieme combinato di interventi meccanici e fisici. Sono consigliati interventi che possono esser realizzati per altri obiettivi ma che direttamente o indirettamente svolgano un ruolo di contenimento, fra i quali : - rotazione agronomica; - scelta di specie e varietà competitive nei confronti delle infestanti; preparazione anticipata del letto di semina (falsa semina); sovescio; - colture intercalari; consociazione; - anticipo o ritardo nell'epoca di semina; inerbimento; - pacciamatura - pulizia dei fossi di scolo; - programmi di fertilizzazione bilanciati con impiego di sostanza organica matura; - lavorazioni meccaniche; - preparazioni biodinamiche; - sfalcio, pascolo ed uso di animali erbivori; - uso di sementi dotate di un'elevata purezza commerciale. Sono vietati i trattamenti con diserbanti chimici ed ormonici. E vietata la bruciatura dei residui colturali. Prevenzione della contaminazione Gli operatori devono adottare misure adatte ad identificare e prevenire potenziali contaminazioni del terreno e dei prodotti ottenuti. In caso di ragionevole sospetto, l Organismo di Controllo e Certificazione disporrà un analisi dei prodotti ottenuti, da valutare in termini di accettabilità/rifiuto sulla base dei limiti stabiliti dalla
8 normativa vigente (Reg. CE 466/2001), e delle possibili fonti di contaminazione (terreno, acqua, aria). Per i materiali sintetici utilizzati per la copertura, pacciamatura, cattura degli insetti, copertura degli insilati, ecc. è consentito esclusivamente l uso di prodotti a base di polietilene, polipropilene o altri policarbonati, da allontanare dal terreno subito dopo l uso. Raccolta di prodotti selvatici e spontanei E consigliata la raccolta su appezzamenti biologici e/o su aree naturali che non hanno subito trattamenti con sostanze non ammesse dalle presenti norme per un periodo di almeno tre anni precedenti la raccolta. La raccolta non deve compromettere l'equilibrio dell'habitat naturale e la conservazione della specie nella zona di raccolta. Le aree non devono essere interessate da interventi con sostanze non ammesse dalle presenti norme. L'area interessata dalla raccolta deve essere ad una distanza di almeno 100 m da appezzamenti condotti in modo convenzionale e 200 m da strade ad alta densità di traffico. Per quanto riguarda la distanza da altre fonti di inquinamento, sarà l Organismo di Controllo a stabilire di volta in volta la distanza minima necessaria. L'area di raccolta deve essere soggetta a controllo e verifica da parte dell'organismo di Controllo e Certificazione. L'area su cui si effettua questa attività deve essere chiaramente individuata così come devono essere registrate tutte le persone che effettuano la raccolta. Deve essere data comunicazione all'organismo di Controllo e Certificazione con un periodo di preavviso prima che inizi la raccolta di almeno 30 giorni.
9 L ALLEVAMENTO ZOOTECNICO SECONDO IL MODELLO AGRAIA All interno di una azienda l allevamento riveste un ruolo fondamentale per quanto riguarda la gestione sostenibile delle produzioni. Uno degli obiettivi del modello Agraia è infatti quello di ricreare il rapporto tra terra e allevamento, in modo tale da legare l allevamento alla terra per quanto concerne l alimentazione e legare la terra all allevamento per quanto riguarda gli apporti di sostanza organica e letame. Le produzioni animali infatti contribuiscono all equilibrio dei sistemi di produzione agricola attraverso l impiego di risorse naturali rinnovabili (deiezioni zootecniche, colture foraggere), salvaguardando e migliorando la fertilità del suolo. La gestione sostenibile dell allevamento presenta quindi numerosi vantaggi: da un lato gli animali hanno la possibilità di pascolare e quindi aumenta quello che è il rispetto del benessere animale e delle esigenze fisiologiche e comportamentali degli animali unitamente ad una alimentazione di qualità, dalla altro lato si mira a rafforzare la salute e la capacità di resistenza degli animali riducendo le esigenze di trattamenti medicinali allopatici. La finalità del modello Agraia è quella di acquisire le principali conoscenze per gestire in modo ecologicamente ed economicamente sostenibile un allevamento, per quanto riguarda: -periodo di conversione -alimentazione -introduzione degli animali -stabulazione -pascolo -gestione igienico-sanitaria -carico di bestiame -registrazioni dell allevamento -identificazione degli animali Conversione delle superfici associate a produzioni animali biologiche Il periodo di conversione può essere ridotto ad un anno per i pascoli, i parchetti all aperto e gli spazi liberi utilizzati da specie non erbivore. Il periodo può essere ridotto a 6 mesi, se viene dimostrato con documentazione, che le aree interessate non siano state sottoposte negli ultimi tre anni a trattamenti con prodotti diversi da quelli previsti dal disciplinare biologico. Conversione di animali e prodotti di origine animale I prodotti di origine animale possono essere certificati se l allevamento è conforme al Regolamento (CE 1804/01) per un periodo di almeno: -un anno per bovini ed equini destinati alla produzione di carne (in ogni caso per almeno ¾ della loro vita) -sei mesi per i piccoli ruminanti, suini e animali da latte -sei settimane per le galline ovaiole -dieci settimane per il pollame (se introdotto entro tre giorni di età). Gli animali destinati all ingrasso (vitelli e piccoli ruminanti) e quindi alla produzione di carne, possono essere venduti come biologici se: -provengono da allevamenti estensivi -sono stati allevati nell unità biologica fino al momento della vendita o della macellazione (sei mesi
10 per i vitelli, tre mesi per i piccoli ruminanti). Al fine di garantire il rinnovo del patrimonio zootecnico possono essere introdotti annualmente animali provenienti da allevamenti non biologici, entro un massimo del: -10% del bestiame bovino o equino adulto -20 % del bestiame suino, ovino e caprino adulto In caso di prima costituzione del patrimonio zootecnico (allevamento ex novo) possono essere introdotti nelle unità di produzione biologiche animali ottenuti con metodi convenzionali alle seguenti condizioni: -vitelli e puledri subito dopo lo svezzamento con età inferiore ai sei mesi -agnelli e capretti subito dopo lo svezzamento con età inferiore ai 45 giorni -suinetti subito dopo lo svezzamento e di peso inferiore a 25 kg. Alimentazione L alimentazione è finalizzata a una produzione di qualità, rispettando le esigenze nutrizionali degli animali nei vari stadi fisiologici. Gli animali devono essere alimentati con alimenti biologici preferibilmente di provenienza aziendale o del comprensorio (un'area definita nella quale ricadono le aziende biologiche che hanno stabilito un rapporto contrattuale per lo spargimento delle deiezioni animali) per almeno il 35% della sostanza secca della razione annua per i monogastrici, e per almeno il 50% della s.s della razione annua per i poligastrici. La percentuale massima annua autorizzata per i mangimi convenzionali è del: -10% per gli erbivori -20% per le altre specie Tale percentuale può esser aumentata nella razione giornaliera sino 25% della s.s. Gli alimenti convenzionali devono essere accompagnati da una dichiarazione, da parte del fornitore, che attesti, per ogni partita, l'assenza di OGM. Almeno il 60% della materia secca di cui è composta la razione giornaliera deve essere costituito da foraggi grossolani freschi, essiccati o insilati. Tuttavia l'organismo o l'autorità di controllo può permettere, per gli animali da latte, la riduzione al 50% per un periodo massimo di 3 mesi dall'inizio dell'allattamento. Tutte le percentuali vengono calcolate annualmente in rapporto alla sostanza secca dei mangimi di origine agricola. L'alimentazione di base dei mammiferi giovani deve essere il latte naturale, preferibilmente quello materno. Tutti i mammiferi devono essere alimentati con latte naturale per un periodo minimo, in base alle varie specie: -3 mesi per i bovini ed equini, -45 giorni per ovini e caprini -40 giorni per i suini.
11 Trattamenti Veterinari Le pratiche di gestione devono promuovere e mantenere le condizioni di salute e benessere degli animali attraverso l alimentazione bilanciata di origine biologica, condizioni di vita non stressanti e la selezione delle razze sulla base della resistenza alle malattie, ai parassiti e alle infezioni. Gli operatori devono attuare tutte le misure per assicurare la salute e il benessere degli animali e prevenire l insorgenza di patologie anche attraverso pratiche preventive quali: - la selezione di razze e di linee appropriate - l adozione di pratiche di allevamento adatte a ciascuna specie, quali il regolare esercizio e l accesso al pascolo e/o a spazi aperti che stimolino le difese immunitarie degli animali, evitino le infezioni e favoriscano un'elevata resistenza alle malattie - la somministrazione di alimenti biologici di alta qualità - appropriate densità di allevamento evitando il sovraffollamento e qualsiasi problema sanitario che ne potrebbe derivare - la gestione e la rotazione dei pascoli. E ammesso l impiego di prodotti fitoterapici (es. estratti vegetali (esclusi antibiotici), essenze, etc.), omeopatici (es. sostanze vegetali, animali o minerali) e oligoelementi che devono essere preferiti agli antibiotici o ai medicinali allopatici di sintesi chimica, purché abbiano efficacia terapeutica per la specie animale e tenuto conto delle circostanze che hanno richiesto la cura. Sono vietati i medicinali allopatici di sintesi chimica per trattamenti preventivi. È vietato l'uso di sostanze destinate a stimolare la crescita e l'uso di ormoni o sostanze analoghe destinati a controllare la riproduzione. Tuttavia possono essere somministrati ormoni a singoli animali nell'ambito di trattamenti terapeutici veterinari. Sono autorizzati le cure veterinarie degli animali, nonché i trattamenti degli edifici, delle attrezzature e dei locali prescritti dalla normativa nazionale o comunitaria, compreso l'uso di sostanze immunologiche ad uso veterinario se è riconosciuta la presenza di malattie nella zona in cui è situata l'unità di produzione. Il periodo di attesa tra l'ultima somministrazione di un medicinale veterinario allopatico e la produzione di derrate alimentari ottenuta con metodi biologici da detti animali deve essere di durata doppia rispetto a quanto previsto dalla legge o, qualora tale periodo non sia precisato, di 48 ore. Sono ammessi 2 o un massimo di 3 cicli di trattamenti con medicinali allopatici di origine chimica o antibiotici nell'arco di un anno (o più di un ciclo se il loro ciclo produttivo è meno di 1 anno), ad eccezione delle vaccinazioni, delle cure antiparassitarie e dei piani di eradicazione. I trattamenti antiparassitari sono limitati a due nel corso dell'anno. I trattamenti contro gli ectoparassiti ed endoparassiti, qualora avvengano con l'impiego di prodotti naturali consentiti dalla legislazione vigente, non sono soggetti a limitazioni. Le molecole da
12 utilizzare per detti trattamenti debbono essere caratterizzate da un basso impatto ambientale, una rapida metabolizzazione, limitati effetti tossici e tempi di sospensione inferiori ai 10 giorni. E vietata la pratica sistematica di operazioni quali l applicazione di anelli di gomma alle code degli ovini, l applicazione di anello al naso dei suini, la recisione della coda o dei denti, la spuntatura del becco o la decornazione e ogni altro intervento mutilante a fini non terapeutici. Sono però ammesse le seguenti pratiche (previa autorizzazione dell Organismo di Controllo) a condizione di ridurre al minimo la sofferenza degli animali, anche attraverso l impiego di anestetici, finalizzate alla sicurezza, al miglioramento della salute, del benessere o dell'igiene degli animali: -la castrazione prima del raggiungimento della maturità sessuale (ai fini della qualità dei prodotti e per il mantenimento di pratiche tradizionali di produzione nel caso di suini, manzi, capponi, ecc..) - il taglio della coda negli agnelli - la decornazione degli animali giovani (ai fini della sicurezza) - l inanellamento. Identificazione degli animali Gli animali devono essere identificati in forma permanente, per mezzo di tecniche adatte a ciascuna specie, individualmente per i grandi mammiferi, individualmente o a partite per il pollame e i piccoli mammiferi. Gli animali identificati devono essere registrati sul registro aziendale. I dati relativi agli animali devono essere annotati in un registro e tenuti permanentemente a disposizione dell'organismo o dell'autorità di controllo presso la sede sociale dell'azienda. Detti registri, che forniscono una descrizione completa delle modalità di conduzione dell'allevamento, devono contenere i seguenti dati: -per ciascuna specie gli animali in entrata: origine, data di entrata, periodo di conversione, marchio d'identificazione, precedenti veterinari, -gli animali in uscita: età, numero di capi, peso in caso di macellazione, marchio d'identificazione e destinazione, -le eventuali perdite di animali e la relativa giustificazione, -alimentazione: tipo di alimenti, inclusi gli integratori alimentari, proporzione dei vari ingredienti della razione, periodo di accesso ai parchetti, periodi di transumanza in caso di limitazioni, -profilassi, trattamenti e cure veterinarie: data del trattamento, diagnosi, natura dei prodotti somministrati, modalità di trattamento, prescrizioni del veterinario con relativa giustificazione e periodi di attesa imposti per la commercializzazione dei prodotti animali. I soggetti vengono avviati al macello scortati dai documenti di legge (Mod.4 e documento accompagnatorio ai sensi del D.P.R. 30 aprile 1996 e successive modifiche). Il documento d identificazione del bovino sarà corredato dalla dichiarazione del detentore degli animali dell appartenenza al circuito biologico e della data di ingresso in detto circuito del soggetto specifico.
13 Gli automezzi adibiti al trasporto, oltre ad essere puliti e disinfettati secondo quanto disposto dalle norme vigenti, devono essere dotati di dispositivi atti a dividere gli animali di diversa provenienza. Stabulazione, aree di pascolo e edifici zootecnici È vietata la stabulazione fissa. Se gli animali vengono allevati in gruppo, la dimensione di quest'ultimo deve essere commisurata alle fasi di sviluppo e alle esigenze comportamentali delle specie interessate. La consistenza del patrimonio zootecnico sarà connessa alla superficie disponibile al fine di consentire una gestione integrata delle produzioni animali e vegetali, ridurre al minimo ogni forma di inquinamento, in particolare del suolo e delle acque superficiali e sotterranee, evitare i problemi del sovra pascolo e dell'erosione e consentire un adeguato spargimento delle deiezioni animali. Tutti gli animali devono avere accesso ai pascoli o ad aree libere, anche parzialmente coperte e provviste di ripari dai predatori, quando le condizioni fisiologiche degli animali, le condizioni meteorologiche e lo stato del terreno lo permettano. In ogni caso, sia al chiuso che all aperto, gli animali devono essere protetti dagli attacchi dei predatori selvatici. Gli animali possono essere temporaneamente confinati in caso di condizioni meteorologiche avverse o assenza di pascolo dovuta a condizioni temporanee o stagionali. Gli animali possono essere alimentati con foraggio fresco solo quando questa modalità rappresenti una maniera più sostenibile di utilizzare le risorse della terra al pascolo. Il benessere degli animali non deve essere compromesso. Le condizioni di stabulazione degli animali devono rispondere alle loro esigenze biologiche ed etologiche (per es. quelle di carattere comportamentale per quanto concerne libertà di movimento e benessere adeguati). Gli animali devono disporre di un accesso agevole alle mangiatoie e agli abbeveratoi. L'insolazione, il riscaldamento e l'aerazione dei locali di stabulazione devono garantire che la circolazione dell'aria, i livelli di polvere, la temperatura, l'umidità relativa dell'aria e la concentrazione di gas siano mantenuti entro limiti non nocivi per gli animali. I locali devono consentire un'abbondante ventilazione e illuminazione naturale. I materiali usati per i fabbricati e le attrezzature non devono essere nocivi per le persone e per gli animali. La densità di bestiame nelle stalle deve garantire il massimo conforto e il benessere degli animali in funzione, in particolare, della specie, della razza, del sesso, dell'età e dell entità del gruppo, per offrire loro una superficie sufficiente per stare in piedi liberamente, sdraiarsi, girarsi, pulirsi, assumere tutte le posizioni naturali e fare tutti i movimenti naturali (es. sbattere le ali). Le superfici minime delle stalle e degli spiazzi liberi all'aperto e le altre caratteristiche di stabulazione dipendono dalla specie e dalla categoria animale considerata. In generale la densità di animali che insistono sulla superficie aziendale, UBA/Ha di SAU disponibile (proprietà, affitto, concessione, comodato, terre civiche, etc.) non deve superare il quantitativo di 170 kg di azoto per ettaro all'anno di superficie agricola utilizzata. I fabbricati, i recinti, le attrezzature e gli utensili devono essere puliti e disinfettati per evitare contaminazioni e la proliferazione di organismi patogeni. Soltanto i prodotti elencati nel disciplinare biologico possono essere utilizzati per la pulizia e disinfezione delle stalle e degli
14 impianti zootecnici. Le feci, le urine, gli alimenti non consumati devono essere rimossi con la necessaria frequenza, al fine di limitare gli odori ed evitare di attirare insetti o roditori. I locali di stabulazione devono avere i pavimenti lisci ma non sdrucciolevoli. Almeno metà della superficie totale del pavimento deve essere solida, il che significa né grigliato, né graticciato. Il 50 % di superficie grigliata o graticciata deve essere calcolata sulla base dell area minima prevista per ogni singola specie animale. Nell area di riposo deve essere presente una lettiera ampia e asciutta, costituita da paglia o da materiali naturali adatti. Origine ed introduzione degli animali La scelta delle razze deve tener conto della capacità degli animali di adattarsi alle condizioni locali e della resistenza alle malattie. E proibito introdurre animali geneticamente modificati. Le razze e le varietà devono essere selezionate al fine di evitare malattie specifiche o problemi sanitari connessi con alcune razze e varietà utilizzate nella produzione intensiva (ad es. sindrome da stress dei suini, morte improvvisa, aborto spontaneo, nascita difficoltosa con taglio cesareo, ecc.), dando la preferenza a razze e varietà autoctone. In caso di prima costituzione del patrimonio zootecnico possono essere introdotti nelle unità di produzione biologiche, animali allevati con metodi non biologici alle seguenti condizioni: -pollastrelle destinate alla produzione di uova e pollame destinato alla produzione di carne di meno di 2 giorni di età, - giovani bufali destinati alla riproduzione di meno di 6 mesi di età, -vitelli e puledri destinati alla riproduzione, allevati secondo le norme del presente regolamento subito dopo lo svezzamento e con età inferiore ai sei mesi, -agnelli e capretti destinati alla riproduzione, allevati secondo le norme del presente regolamento subito dopo lo svezzamento e con età inferiore ai 60 giorni, -suinetti destinati alla riproduzione, allevati secondo le norme del presente regolamento subito dopo lo svezzamento e di peso inferiore a 35 kg, -conigli destinati alla riproduzione di meno di 10 settimane di età.. In caso si verifichi una elevata mortalità degli animali a causa di problemi sanitari o di catastrofi, attestata dal veterinario responsabile della gestione sanitaria, l'organismo di Controllo, in mancanza di animali allevati con metodo biologico, può consentire per il rinnovo o la ricostituzione del patrimonio, l introduzione di animali convenzionali. L 'introduzione di maschi riproduttori provenienti da allevamenti non biologici è ammessa a condizione che gli animali vengano successivamente allevati e nutriti per il resto della loro vita secondo le norme enunciate nel presente regolamento.
15 Trasporto e Macellazione Il trasporto degli animali, deve avvenire in modo da ridurre al minimo lo stress e affaticare il meno possibile gli animali, conformemente alla normativa cogente, anche per i trasporti inferiori ai 50 Km. Ai fini del benessere animale, nelle fasi di movimentazione, carico e scarico, trasporto e macellazione è vietato l uso di stimolatori elettrici e di altri strumenti o tecniche che possano dare luogo a inutili sofferenze o lesioni negli animali. Per garantire un trasporto ottimale e ridurre lo stress degli animali, devono essere adottate tutte le misure necessarie, quali: - la separazione degli animali appartenenti a gruppi e a sessi diversi, - l effettuazione di soste adeguate durante le quali verranno somministrati mangimi ed acqua agli animali, - il mantenimento dei gruppi esistenti e delle relazioni gerarchiche e sociali, - corrette condizioni di temperatura e di umidità, - il rispetto dei requisiti specifici per ogni specie e per ogni singolo animale. È vietato l'uso di calmanti allopatici prima e nel corso del trasporto. L abbattimento deve essere sempre effettuato previo stordimento tramite i metodi consentiti dalla normativa nazionale in vigore. Nel corso della macellazione occorre evitare il contatto (vista, rumori o odori) degli animali vivi con animali morti o in fase di abbattimento. L identificazione e la tracciabilità deve essere garantita in ogni fase del processo. Ciascun animale o gruppo di animali, dovrà essere identificabile in ogni fase del trasporto e del processo di macellazione. In generale, sono definite le seguenti età minime di macellazione : -90 giorni per i polli, -150 giorni per i capponi, -70 giorni per le femmine di anatra, -84 giorni per i maschi di anatra, -94 giorni per le faraone, -140 giorni per i tacchini e le oche.
In agricoltura biologica non si utilizzano sostanze chimiche di sintesi (concimi, diserbanti, anticrittogamici, insetticidi, pesticidi in genere).
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