PROTOCOLLO DI INTESA

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1 UNIONE EUROPEA REGIONE CALABRIA REPUBBLICA ITALIANA PROTOCOLLO DI INTESA TRA LA REGIONE CALABRIA E LE ORGANIZZAZIONI DEL PARTENARIATO ECONOMICO E SOCIALE Catanzaro, maggio

2 INQUADRAMENTO GENERALE Quadro Strategico Nazionale 2007/2013 Il Partenariato economico-sociale rappresenta un principio e un valore che in un sistema aperto e in un ordinamento pluralista consente di prendere decisioni pubbliche sulla base di conoscenze adeguate e di verificarne l attuazione e gli effetti. Implica il riconoscimento, da parte delle istituzioni pubbliche, della capacità del tessuto sociale intermedio a convogliare e mediare le istanze di una società complessa e un patrimonio di conoscenze disperse fra una moltitudine di soggetti, la cui acquisizione è necessaria per migliorare l efficacia delle politiche. È principio fondante della programmazione comunitaria ed è rafforzato da ultimo negli Orientamenti Strategici per la Coesione. Questo principio si traduce in metodo e prassi amministrativa attraverso il coinvolgimento dei Partner economici e sociali lungo tutto il processo decisionale: nella fase di identificazione delle scelte e priorità, nella traduzione in obiettivi e strumenti, nella sorveglianza e nella valutazione. La programmazione dei Fondi strutturali in Italia e in Calabria ha costituito una svolta nell attuazione di un efficace partenariato economico e sociale. Favorendo l affermazione di una nuova modalità di definizione e realizzazione della politica regionale basata sull azione coordinata, il partenariato, soprattutto nelle realtà più avanzate, è diventato componente effettiva e in molti casi sostanziale del processo decisionale, valorizzando un consolidato tessuto di rapporti ovvero promuovendo nuove forme di inclusione delle istanze sociali ed economiche nei processi di programmazione ed attuazione. Nonostante questo riconoscimento e i progressivi miglioramenti nelle prassi adottate, nella fase di attuazione dei Programmi il principio di partenariato è stato spesso interpretato dalle Amministrazioni in chiave di mero adempimento ai requisiti richiesti, generando, in molti casi, una caduta di tensione. Dal canto loro, le Parti economiche e sociali hanno spesso trovato inconcludente il loro coinvolgimento, subendo, ma anche concorrendo a creare, la medesima caduta di tensione. È necessario pertanto rafforzare nel periodo l attuazione del principio di partenariato, rendendolo un metodo condiviso, efficace e pienamente integrato in tutto il ciclo della programmazione, attuazione, sorveglianza e valutazione degli interventi contribuendo anche a rafforzare le capacità di selezione degli stessi da parte delle Amministrazioni. A tal fine, occorre in primo luogo diffondere la cultura del partenariato, attraverso un adesione più consapevole e convinta al principio e al metodo. Da parte delle Amministrazioni, infatti, ancora non si coglie la portata dell ampio ventaglio di contributi che possono venire dal panorama (estremamente diversificato) degli interessi organizzati, i quali possono costituire dei veri e propri mediatori di conoscenza, capaci di rafforzare l efficacia della programmazione; allo stesso tempo, non sempre il partenariato riesce a percepire l utilità che può derivare da un proprio coinvolgimento attivo nella programmazione, ai fini di una migliore rappresentanza degli interessi associativi. 2

3 Le finalità del coinvolgimento delle Parti economiche e sociali sono infatti diverse e di primario rilievo: promuovere la cultura dello sviluppo partecipato, tramite la definizione di atti di programmazione condivisi, anche al fine di rafforzarne la legittimità sociale, estendere il consenso, promuovere una più efficace mobilitazione sugli obiettivi perseguiti sulla base di una chiara identificazione delle rispettive responsabilità e di conseguenza una più forte accountability delle politiche, come condizione del loro successo; migliorare la qualità e l efficacia delle scelte (indirizzi, obiettivi, strumenti, criteri, risorse, impatti) rendendo il Partenariato parte integrante del processo valutativo che deve reggere le decisioni; migliorare la qualità e l efficacia dell attuazione mediante più incisivi e partecipati processi di sorveglianza e valutazione, anche al fine di rafforzarne l orientamento ai risultati finali. Ciò anche attraverso l adeguamento degli strumenti di informazione ed interscambio, nel quadro di una maggiore trasparenza dell azione amministrativa. Il nuovo ciclo di programmazione, prevede, già a livello politico, il riconoscimento pieno, attivo e permanente del ruolo del Partenariato socio-economico nell attuazione della politica regionale attraverso un Protocollo di Intesa (da replicare ai diversi livelli) tra tutte le organizzazioni che si candidano a rappresentare interessi nell attuazione degli interventi di politica regionale e i rappresentanti politici delle Amministrazioni interessate, eventualmente accompagnato da un codice di comportamento capace di supportare su base volontaria una migliore partecipazione. È opportuno ampliare la base partenariale ad un numero più ampio possibile di soggetti, anche in relazione allo specifico ambito di intervento, al fine di rafforzare il processo di inclusione e rendere appieno il valore della mediazione di un tessuto sociale sempre più eterogeneo ed in continuo cambiamento. Fanno complessivamente parte del Partenariato socio-economico le organizzazioni datoriali maggiormente rappresentative, comprese quelle del credito, le organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori, le organizzazioni di rappresentanza del terzo settore, del volontariato e del no-profit, le organizzazioni ambientaliste e quelle di promozione delle pari opportunità. A livello regionale e locale, possono essere inoltre invitati a partecipare i soggetti espressione di specifici interessi presenti sul territorio; la loro individuazione e valorizzazione è competenza dei soggetti istituzionali regionali e locali incaricati della programmazione, progettazione ed attuazione degli interventi, in particolar modo di quelli realizzati in forma integrata. Di grande rilevanza risulterà essere la partecipazione diretta delle città e di altre Amministrazioni locali nei processi di programmazione e di attuazione dei Programmi Operativi, in particolare nelle priorità a carattere parzialmente o integralmente territoriale. In relazione alle necessità attuative del programma, alla discussione tra le parti e soprattutto a livello locale, ci sarà la facoltà di estendere il partenariato anche ad altri soggetti collettivi o paraistituzionali portatori di interessi specialistici (Agenzie di Sviluppo, università e centri di ricerca, Fondazioni Bancarie, Camere di Commercio, altri Enti territoriali, etc.). 3

4 Le Amministrazioni pubbliche, nell ambito delle diverse fasi di programmazione ed attuazione del programma di cui hanno la responsabilità, hanno facoltà di promuovere ampie consultazioni con soggetti associativi e singoli (anche esperti operanti professionalmente nel settore) ritenuti in grado di apportare valore aggiunto alla costruzione ed alla messa in opera delle azioni cofinanziate. Le consultazioni, in coerenza con le indicazioni comunitarie, dovranno essere ispirate a tre criteri guida: 1. l esigenza di sistematizzare e razionalizzare le molteplici prassi e procedure di consultazione, garantendo la fattibilità e l efficienza, anche predisponendo un elenco degli organi consultivi settoriali e territoriali presenti a livello regionale; 2. la necessità di garantire la trasparenza della consultazione, dal punto di vista sia degli organi o soggetti consultati, sia dell Amministrazione; 3. l esigenza di dar prova di responsabilità nei confronti dei soggetti o organi consultati, rendendo pubblici per quanto possibile i risultati della consultazione e le lezioni che ne sono state tratte. I partner coinvolti qualificano la propria rappresentatività ed il proprio contributo in modo da renderlo la migliore espressione dell interesse rappresentato; assicurano altresì un adeguata circolazione delle informazioni all interno delle rispettive associazioni. Il principio generale è la piena integrazione del partenariato in tutte le fasi del processo di programmazione, attuazione, sorveglianza e valutazione. Si possono individuare sei principali momenti di esplicazione del partenariato: 1. atti di programmazione generale delle politiche regionali; 2. atti di programmazione comunitaria; 3. definizione degli indirizzi operativi della programmazione; 4. modalità di selezione degli strumenti e degli interventi; 5. verifica dell avanzamento; 6. valutazione degli interventi realizzati e delle strategie adottate. Con riguardo in particolare alla fase attuativa, vanno attentamente considerate le soluzioni atte a massimizzare i benefici del coinvolgimento del Partenariato in questa delicata fase (maggiore conoscenza dei fabbisogni, più appropriata definizione delle priorità e delle modalità attuative), minimizzandone i possibili rischi (rappresentatività e capacità tecnica dei partner non adeguate, esigenza di riservatezza, possibilità di conflitti di interesse). Si tratta di intensificare il coinvolgimento del Partenariato nella fase a valle delle scelte e dei criteri definiti - con il concorso pieno delle parti - nei documenti di programmazione, rendendolo partecipe, con procedure codificate, 4

5 dell individuazione di ulteriori elementi di merito, dei metodi e dei criteri preposti a garantire il miglior conseguimento degli obiettivi prefissati nei bandi e negli altri strumenti preposti alla selezione dei progetti, e ferma restando la responsabilità in capo all Amministrazione Pubblica. Tenendo conto delle prassi in uso, l individuazione delle modalità codificate di coinvolgimento del Partenariato in tali fasi è rimessa alle Amministrazioni titolari degli interventi. Assicurare l attuazione del principio di partenariato in senso non meramente adempimentale comporta maggiori costi amministrativi e richiede, quindi, da parte della PA, un corrispondente adeguato investimento organizzativo. Ferma restando la necessità di evitare modelli di relazioni troppo complessi e di valorizzare le soluzioni esistenti, rendendole se necessario più efficaci, ogni Amministrazione espliciterà in sede di programmazione operativa, le specifiche modalità organizzative con le quali assicurare una funzione stabile di supporto tecnico organizzativo al confronto fra le Amministrazioni e le parti, inclusa la restituzione dei relativi esiti. Tale funzione dovrà essere chiaramente individuata nell ambito dell assetto istituzionale-organizzativo che presiede alla programmazione ed attuazione della politica regionale unitaria. I principali strumenti operativi della suddetta funzione potranno ad esempio ricomprendere: agenda del partenariato, focus group preventivi su opportunità e modalità di realizzazione di interventi, utilizzo del metodo dei questionari e di format con richiesta di informazioni, audizioni di testimoni privilegiati. Il coinvolgimento effettivo del Partenariato richiede, infine, di rafforzare l efficienza e l efficacia delle sedi di confronto, riconoscendo a ciascun livello un oggetto definito di confronto e un idoneo grado di rappresentatività, a partire da quello locale (Forum del Partenariato, Comitato di Sorveglianza, tavoli di confronto tematico e/o settoriale, tavoli di concertazione locale, ulteriori forme di coinvolgimento partenariale). La previsione di ulteriori sedi oltre a quelle già previste dalle regole e/o dalle prassi in uso dovrà comunque sostenere l unitarietà di questo ciclo di programmazione e l integrazione degli strumenti attivati. Per assicurare un momento politico alto al confronto partenariale, è comunque da prevedere almeno una sessione annuale sulla politica di coesione, convocata a livello nazionale e regionale dai responsabili politici con i vertici politici di tutte le organizzazioni di rappresentanza degli interessi coinvolte nella programmazione. È in tale sessione che ha luogo il confronto alto sull impostazione e sull avanzamento strategico dei programmi, sui principali risultati in termini di impatto, sull avanzamento finanziario, sullo stato dell integrazione finanziaria tra risorse comunitarie e risorse nazionali. Il necessario raccordo tra la sede politica di confronto e le sedi di natura tecnica sarà assicurato affidando l istruttoria delle sessioni annuali alle funzioni e alle strutture responsabili della programmazione, coordinamento e sorveglianza degli interventi. Mettere a disposizione del partenariato una migliore informazione sulla programmazione e attuazione della politica regionale aggiuntiva, da fornire in modo chiaro e sintetico, contribuisce a rafforzare la 5

6 reciproca comprensione e agevola la capacità del partenariato di far emergere contributi pertinenti e pratici per il disegno e l attuazione delle politiche. Ciò richiede un investimento da parte della Pubblica Amministrazione nel rendere la documentazione chiara e accessibile anche per i destinatari non tecnici (fornendo abstract semplificati dei documenti, migliorando la reportistica già in uso e approntando pagine web di facile utilizzo). Inoltre la diffusione dei documenti e dell informazione sulle decisioni prese in partenariato agevola la trasparenza e l assunzione di responsabilità. L intero processo può essere migliorato dalla messa in campo di attività di accompagnamento dei partner economici e sociali che continuano a rivelarsi necessarie. In presenza di un più efficace e adeguato sistema di informazione e di migliori modalità organizzative, peraltro, queste attività potranno essere affinate e più direttamente indirizzate alla valorizzazione delle conoscenze e competenze espresse dalle parti. In linea generale, tenendo conto dei progressi conseguiti nell esperienza , queste attività potranno essere più efficacemente realizzate se inserite ordinariamente nel ciclo di programmazione e attuazione a livello regionale. Nell ambito di un inquadramento unitario dei principi e criteri generali di governo delle stesse, ciò richiederà la specificazione, a livello regionale, delle modalità concrete di realizzazione di tali attività con riferimento alle diverse fasi di attuazione, sorveglianza e valutazione, della politica regionale unitaria, ove ritenuto opportuno, attraverso la definizione di progetti regionali di assistenza tecnica ai partner economici e sociali. Delibera CIPE di Attuazione del Quadro Strategico Nazionale 2007/2013 La definizione dei livelli di responsabilità e dei rispettivi compiti, finalizzati, tra l altro ad un coinvolgimento più attivo delle parti nelle attività di assistenza tecnica, nonché i dettagli operativi in base ai quali trovano attuazione le indicazioni del QSN sono stati specificati nella delibera CIPE di attuazione del Quadro Strategico Nazionale 2007/2013. Protocolli d Intesa. I Protocolli d Intesa sono stipulati con le organizzazioni che si candidano a rappresentare interessi collettivi. I Protocolli contengono: le finalità del coinvolgimento delle Parti; i principi cui il Partenariato si ispira; l oggetto del confronto partenariale; l articolazione dei differenti livelli di coinvolgimento; le sedi di confronto e ogni altra questione ritenuta rilevante, tenendo conto del livello e delle prassi esistenti. 6

7 In particolare, il Protocollo definisce le fasi principali del coinvolgimento partenariale (definizione della strategia e degli strumenti di intervento, individuazione dei criteri di ammissibilità e selezione, monitoraggio e valutazione degli interventi, ivi inclusi quelli finanziati con le risorse liberate) ed i prodotti attesi per ciascuna fase. Il contenuto del Protocollo è reso pubblico attraverso i canali di comunicazione istituzionale e deve essere presentato alla sessione annuale sulla politica di coesione. Composizione del Partenariato Come indicato dal QSN, fanno complessivamente parte del Partenariato socio-economico le organizzazioni datoriali maggiormente rappresentative, comprese quelle del credito; le organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori; le organizzazioni di rappresentanza del terzo settore, del volontariato e del no-profit; le organizzazioni ambientaliste e quelle di promozione delle pari opportunità. In attuazione degli articoli 11 e 64 del Regolamento (CE) 1083/2006, una idonea rappresentanza del Partenariato socio economico partecipa ai lavori dei Comitati di Sorveglianza dei programmi cofinanziati; analoga partecipazione è assicurata nelle sedi di sorveglianza della politica regionale nazionale. Ogni Amministrazione responsabile assicura il coinvolgimento ampio di tutte le organizzazioni interessate, attraverso momenti di confronto collegiale e provvede all eventuale estensione della rappresentanza partenariale nelle sedi di sorveglianza sulla base di quanto stabilito dal QSN. La partecipazione delle Parti economiche e sociali alle funzioni di sorveglianza si ispira ai principi di pariteticità tra impresa e lavoro dipendente; rappresentatività e prevalenza degli interessi degli utenti interessati agli interventi programmati; competenza; osservanza dei principi di pari opportunità e sostenibilità ambientale. Consultazioni Sulla base di quanto stabilito dal QSN, le Amministrazioni promuovono consultazioni con soggetti associativi ritenuti in grado di apportare valore aggiunto alla costruzione ed alla messa in opera degli interventi nel rispetto dei tre criteri enunciati dal QSN e, quindi, secondo procedure di consultazione definite, tali da assicurare la massima trasparenza della consultazione, la responsabilizzazione dei soggetti consultati e la pubblicità, anche attraverso i canali di comunicazione istituzionale, dell organizzazione e degli esiti della consultazione. Integrazione del Principio Partenariale nel Ciclo di Programmazione e Attuazione. Le Amministrazioni individuano le modalità e gli strumenti più efficaci a tal fine, in attuazione di quanto previsto dal QSN con riferimento a: a) definizione di momenti di esplicazione dell attività partenariale; 7

8 b) adozione delle migliori esperienze su base nazionale quali benchmark di riferimento; c) miglioramento della partecipazione del Partenariato nella fase attuativa anche attraverso procedure codificate; d) rafforzamento dell efficienza ed efficacia delle sedi di confronto; e) miglioramento dell informazione messa a disposizione per le parti; f) valorizzazione dell approccio partecipativo alla valutazione della politica regionale. Sessione Annuale sulla Politica di Coesione. Confronto sull impostazione e avanzamento strategico della politica regionale unitaria, sui risultati conseguiti sul territorio, sull avanzamento finanziario dei programmi e sull integrazione delle fonti finanziarie. Supporto al Confronto fra le Amministrazioni e le Parti. Ogni Amministrazione si dota di una Segreteria Tecnico Organizzativa per supportare il confronto fra le Amministrazioni e le Parti con oneri anche a carico delle risorse di assistenza tecnica e assicura una sezione dedicata al Partenariato nell ambito del proprio sito istituzionale/web, ove pubblicare le pertinenti informazioni e documentazioni. Assistenza Tecnica al Partenariato. Le Parti economiche e sociali potranno beneficiare nelle Regioni dell Obiettivo Convergenza, di specifici progetti regionali di assistenza tecnica rivolti al Partenariato. Tali progetti avranno finalità di: consolidamento della cultura del partenariato, sia presso le amministrazioni coinvolte, sia presso le stesse parti socio economiche; animazione, informazione, crescita delle competenze e affiancamento del partenariato economico e sociale; consulenza specialistica a supporto del partenariato. I progetti regionali di assistenza tecnica al Partenariato saranno affiancati da un progetto nazionale, orientato al supporto alle parti economiche e sociali di livello nazionale nel processo di attuazione del QSN, con particolare riferimento, tra l altro, all integrazione della politica regionale nazionale e comunitaria, all attuazione dell Obiettivo Cooperazione, alle attività di valutazione. 8

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10 SCHEMA PROTOCOLLO DI INTESA TRA LA REGIONE CALABRIA E LE PARTI ECONOMICHE E SOCIALI PER L ISTITUZIONE E LA REGOLAMENTAZIONE DI UN METODO DI CONFRONTO PARTENARIALE SULLE POLITICHE DI COESIONE ECONOMICA E SOCIALE REGIONALI PREMESSO CHE - Il Regolamento Generale n. N. 1083/2006 dei Fondi Strutturali approvati dal Consiglio l 11 luglio 2006 afferma al comma 1 che Gli obiettivi dei Fondi sono perseguiti nel quadro di una stretta cooperazione. Ciascuno Stato membro organizza un partenariato con autorità ed organismi quali: a) le autorità regionali, locali, cittadine e le altre autorità pubbliche competenti; b) le parti economiche e sociali; c) ogni altro organismo appropriato in rappresentanza della società civile, i partner ambientali, le organizzazioni non governative e gli organismi di promozione della parità tra uomini e donne e al comma 2 che Il partenariato verte sulla preparazione, attuazione, sorveglianza e valutazione dei programmi operativi. - La Comunicazione della Commissione Europea COM(2005) 299 del 5 luglio 2005, al paragrafo 3.5 Governance, stabilisce che Un fattore determinante per l efficacia della politica di coesione è la qualità del partenariato tra tutti coloro che sono coinvolti, anche a livello regionale e locale, nella preparazione e nell attuazione dei programmi. Il partenariato, di fondamentale importanza per l elaborazione e l attuazione delle strategie di sviluppo, si basa sulla consultazione e sul coinvolgimento delle parti interessate (autorità competenti, partner economici, parti sociali e esponenti della società civile, comprese le organizzazioni non governative). Il partenariato garantisce apertura e trasparenza nella preparazione e nella realizzazione dei programmi. - Il Quadro Strategico Nazionale approvato dalla Commissione Europea con decisione del 13 luglio al capitolo V.2.2 Coinvolgimento dei partner socio-economici afferma che.. Il partenariato economico-sociale è un principio e un valore [ ] Il partenariato economico-sociale è principio fondante della programmazione comunitaria, che si traduce in metodo e prassi amministrativa attraverso il coinvolgimento dei partner economici e sociali lungo tutto il processo decisionale: - nella fase di identificazione delle scelte e priorità, - nella traduzione in obiettivi e strumenti, - nel monitoraggio e nella valutazione. Esso sarà esteso, in accordo con la impostazione unitaria di questo QSN, anche alla componente nazionale della politica regionale aggiuntiva.. 10

11 - La Delibera CIPE n. 166 del 21 dicembre 2007 sull attuazione del Quadro Strategico Nazionale 2007/2013, adottata d intesa con la Conferenza Unificata Stato Regioni Autonomie Locali stabilisce che I Protocolli di Intesa da stipulare entro il 31 marzo 2008 con le Organizzazioni che si candidano a rappresentare interessi collettivi. I Protocolli contengono le finalità del coinvolgimento delle parti, i principi cui il partenariato si ispira, l oggetto del confronto partenariale, l articolazione dei diversi livelli di coinvolgimento partenariale (definizione della strategia e degli strumenti di intervento, individuazione dei criteri di ammissibilità e selezione, monitoraggio e valutazione degli interventi ivi inclusi quelli finanziati con le risorse liberate ed i prodotti attesi per ciascuna fase...). - La Regione Calabria e i Soggetti del Partenariato Economico e Sociale hanno sottoscritto, nel mese di luglio 2009, la Carta per il Rilancio dello Sviluppo Economico Sociale della Calabria che prevedeva, tra l altro l impegno congiunto ad elaborare, condividere e sottoscrivere uno specifico Protocollo di Intesa per la definizione degli obiettivi e delle modalità di attuazione delle relazioni partenariali in materia di politiche regionali di sviluppo e di coesione. LA REGIONE CALABRIA E LE ORGANIZZAZIONI DEL PARTENARIATO ECONOMICO E SOCIALE CON LA STIPULA DEL PRESENTE PROTOCOLLO D INTESA ADERISCONO AL SEGUENTE METODO DI PARTENARIATO ARTICOLO 1 Finalità del Partenariato La Regione Calabria e il Partenariato Economico e Sociale ( PES ) si impegnano a dar vita ad un metodo di confronto e consultazione permanente (Forum delle Parti Economiche e Sociali) per favorire le migliori condizioni di partecipazione del PES all esecuzione della programmazione comunitaria, nazionale e regionale delle politiche di coesione e alla definizione della migliore attuazione della strategia della stessa durante l intero periodo di realizzazione degli interventi programmati. A questo fine la Regione Calabria riconosce il ruolo di mediatore di conoscenza e di portatore di interesse collettivo del PES il quale, a sua volta, si impegna a rappresentare al meglio gli interessi dei Soggetti rappresentati attraverso un processo di coinvolgimento attivo nelle scelte della programmazione comunitaria, nazionale e regionale delle politiche di coesione. 11

12 Il presente accordo tra la Regione Calabria e il PES è finalizzato a: - Migliorare la qualità dei Programmi veicolando la conoscenza dei bisogni del territorio nelle scelte dell Amministrazione e avvicinando i loro obiettivi e le modalità di attuazione alle esigenze dei potenziali destinatari; - Migliorare la conoscenza, la trasparenza e la partecipazione ai Programmi da parte di tutti i Soggetti della società calabrese attraverso l efficace attuazione dei Piani di Comunicazione; - Rafforzare lo sviluppo di adeguate capacità istituzionali nell Amministrazione regionale e locale per l efficace attuazione dei Programmi Operativi attraverso lo stimolo e la promozione dell innovazione organizzativa e gestionale; - Rafforzare la democraticità dei processi decisionali nelle politiche di sviluppo e consentire un ampia tutela degli interessi organizzati mediante una trasparente discussione sulle decisioni; - Far partecipare il Partenariato alle attività di valutazione delle politiche e delle azioni della Programmazione regionale 2007/2013 sui Fondi Strutturali, anche al fine di contribuire al loro riorientamento nei casi in cui i risultati raggiunti non corrispondano a quelli attesi e definiti in fase di programmazione. Per raggiungere le finalità precedenti le Parti si impegnano a dar vita ad un metodo di confronto che riconosca il ruolo delle parti economiche e sociali durante l intero periodo di realizzazione degli interventi e renda evidente la convenienza al confronto per tutte le parti coinvolte. ARTICOLO 2 Oggetto del Confronto Partenariale Costituiscono oggetto del confronto partenariale la programmazione regionale 2007/2013, con specifico riferimento ai Programmi Operativi Regionali finanziati con i Fondi Strutturali europei FESR e FSE, ai programmi di investimento nell ambito dell Intesa Istituzionale Stato-Regione, nonché alle ricadute dei Programmi Operativi Nazionali ed interregionali che riguardano il territorio calabrese ( Programmazione Regionale ) al fine di contribuire alla elaborazione, definizione, attuazione e valutazione della Programmazione Regionale. ARTICOLO 3 Principi Guida del Confronto Partenariale Si assume il partenariato come metodo di lavoro integrato nelle diverse fasi della Programmazione Regionale. A questo fine si definiscono cinque principi guida per l attuazione del confronto partenariale: 12

13 Inclusione: la partecipazione delle Associazioni e delle Rappresentanze degli interessi diffusi deve essere ampia ma strettamente correlata alla loro rappresentatività ed alle loro conoscenze utili alla programmazione, per assicurare la democraticità e l efficacia dei processi partenariali; Informazione e pubblicità: le relazioni partenariali si basano su informazioni condivise da tutte le parti, per consentire lo svolgimento delle funzioni consultive. I flussi informativi devono consentire un contributo tempestivo, informato, tecnicamente adeguato, del PES alle scelte amministrative. Le informazioni devono essere fornite dall Amministrazione in maniera costante e con un congruo anticipo rispetto alle attività partenariali; analogamente il PES deve consentire all Amministrazione di formulare un giudizio motivato sulle diverse proposte da questi avanzate. Le attività partenariali, inoltre, sono completamente e tempestivamente rese pubbliche per assicurare visibilità e trasparenza al contributo del PES alla Programmazione Regionale. Integrazione: le relazioni partenariali costituiscono un metodo di lavoro e devono essere parte integrante della Programmazione Regionale. Questa integrazione si articola in diverse modalità: o integrazione dei diversi livelli decisionali, politici e amministrativi, nel confronto con il PES; o integrazione di tutti gli strumenti e dei programmi operativi comunitari, nazionali, interregionali e regionali che, a diverso titolo, contribuiscono all attuazione delle politiche di sviluppo e coesione in Calabria; o integrazione con le modalità e i tempi dei meccanismi decisionali dei programmi. Organizzazione: le Parti riconoscono che il metodo partenariale richiede un investimento organizzativo e un assunzione di responsabilità in relazione al loro specifico ruolo. L organizzazione del partenariato deve assicurare un dialogo tra le Parti coerente con le esigenze della programmazione, efficiente nella sua realizzazione e pertinente rispetto ai principali problemi. Concretezza: le relazioni partenariali hanno come costante riferimento l obiettivo dell efficienza ed efficacia delle politiche regionali di coesione economica e sociale. 13

14 ARTICOLO 4 Forum delle Parti Economiche e Sociali Il Forum delle Parti Economiche e Sociali ( Forum ) ha un fondamentale ruolo di supporto e indirizzo per la Programmazione Regionale. Esso assicura la rappresentanza degli interessi generali, la democraticità delle scelte e, per questa via, assicura una maggiore partecipazione ed efficacia delle politiche di coesione. Il Forum seguirà tutti gli aspetti strategici ed operativi ed avanzerà proposte in merito ad essi, nel rispetto dei ruoli previsti dai singoli Programmi Operativi per gli altri organismi partenariali ed assicurando il raccordo con questi. Esso inoltre verificherà i risultati conseguiti utilizzando gli esiti delle attività di monitoraggio e valutazione. Il Forum può: 1. costituire Gruppi di Lavoro specifici per: l elaborazione di apporti conoscitivi su fabbisogni e istanze dei territori e dei settori produttivi; la predisposizione di strumenti e di documenti per l interpretazione, la diffusione e la valutazione delle realizzazioni, dei risultati e degli impatti degli interventi realizzati attraverso la politica regionale di sviluppo e coesione; 2. realizzare attività di informazione, formazione, animazione e sensibilizzazione all interno delle organizzazioni rappresentate, per promuovere la più ampia partecipazione della società calabrese ai processi di sviluppo regionali; 3. realizzare lo scambio di buone pratiche sui processi di partecipazione e di concertazione con altre realtà regionali e europee. Il Forum è composto dalle associazioni firmatarie del presente protocollo rappresentative delle organizzazioni datoriali maggiormente rappresentative, comprese quelle del credito, delle organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori, delle organizzazioni di rappresentanza del terzo settore, del volontariato e del no-profit, delle organizzazioni ambientaliste e quelle di promozione delle pari opportunità. Il Forum si riunisce di norma due volte l anno e in tutti i casi in cui se ne ravvisi la necessità. In particolare il Forum, per quanto possibile, si riunisce prima delle riunioni dei Comitati di Sorveglianza dei Programmi Operativi Regionali, ai quali sono riportate le determinazioni, le richieste e le proposte del Forum. 14

15 ARTICOLO 5 Condivisione del Metodo di Lavoro Le Parti concordano che, per il successo delle attività del Forum, è necessario: - un investimento in risorse umane per creare le necessarie condizioni organizzative e tecniche; - garantire adeguati flussi informativi tra le Parti; - assicurare la verificabilità degli impegni assunti nel presente Protocollo d Intesa; - dare visibilità ai metodi e ai risultati conseguiti attraverso le attività di partenariato per rafforzarne il ruolo. Il PES si impegna a: - favorire la definizione di accordi sociali e istituzionali e di assetti organizzativi che possano migliorare il successo degli interventi nel territorio; - garantire competenza tecnica dei partecipanti ai diversi livelli di confronto partenariale; - presentare proposte, nell ambito del Forum, privilegiando la forma scritta, che facilitino il confronto, specie con riferimento ad argomenti di rilevanza strategica; - diffondere tra i propri associati a livello territoriale le opportunità di investimento provenienti dalla programmazione delle politiche per la coesione; - realizzare, ove necessario, eventuali sondaggi o raccolte di informazioni ad hoc presso i soggetti territoriali delle proprie organizzazioni per assicurare informazioni e conoscenze aggiornate e dettagliate; - assicurare una partecipazione continua e qualificata per ciascun ambito di discussione, anche al fine di una diffusa crescita delle proprie competenze e di conferire maggiore efficacia allo svolgimento della propria funzione. L Amministrazione responsabile della programmazione si impegna a: - fornire al Forum le necessarie informazioni tecniche e amministrative in tempo utile, affinché possa operare, in maniera adeguata, per fornire il proprio contributo; - fornire un informazione aggiornata ed esauriente sull avanzamento degli interventi e sui risultati conseguiti, in linea con l esigenza di trasparenza dell azione amministrativa; - garantire l informazione pubblica di tutte le relazioni partenariali mediante la pubblicazione sul sito internet CalabriaEuropa, nell ambito dell area Partenariato, di atti e verbali, documenti e altro materiale, nonché mediante eventuali pubblicazioni ad hoc ; 15

16 - garantire sostegno ed animazione al Forum e al processo partenariale in genere, attraverso l attivazione di un servizio di assistenza tecnica per il Partenariato. ARTICOLO 6 Ufficio del Partenariato Il Forum si avvale di uno strumento operativo che è l Ufficio del Partenariato, che ha il compito di organizzare il livello tecnico di confronto e quindi definire il calendario delle attività partenariali. A tal fine: - individua, in raccordo con l Amministrazione Regionale ed il Partenariato, i principali temi da mettere in agenda; - individua il materiale tecnico ed informativo utile alla discussione dei diversi momenti partenariali; - organizza gli aspetti logistici delle attività partenariali; - predispone i verbali degli incontri partenariali e provvede alla loro diffusione pubblica; - assicura un costante raccordo informativo tra Regione e partenariato circa l attuazione dei Programmi Operativi Regionali (FESR e FSE); - acquisisce le proposte del partenariato. Per lo svolgimento delle funzioni indicate, l Ufficio si avvarrà di personale da individuare secondo le procedure previste dal POR Calabria FESR 2007/2013, per le attività specialistiche. L Ufficio del Partenariato Economico e Sociale, coincidente con la Segreteria del Forum, è costituito: - dal Coordinatore dell Ufficio di Partenariato ; - da due esperti in materie economiche-giuridiche e del lavoro; Il Partenariato Economico Sociale provvederà a fornire, ove ne ricorra la necessità e a spese proprie, un unità di segreteria presso l Ufficio del Partenariato. Il Coordinatore dell Ufficio del Partenariato sarà selezionato secondo le modalità previste dal Regolamento Regionale n.9 del 2009 successivamente modificato dal Regolamento Regionale n. 10 del

17 Qualora, il Coordinatore dell Ufficio PES, non venga selezionato secondo la procedura prevista dal POR Calabria FESR 2007/2013, ma designato dal PES, l attività da lui svolta non rientrerà tra le spese ammissibili previste dall Assistenza Tecnica di cui al successivo articolo. I due esperti dell Ufficio del Partenariato saranno selezionati secondo le modalità previste dal Regolamento Regionale n. 8 del 2009 successivamente modificato dal Regolamento Regionale n. 9 del La Regione Calabria provvederà a rendere disponibile presso il Dipartimento Programmazione Nazionale e Comunitaria i locali necessari per il buon funzionamento dell Ufficio del Partenariato. ARTICOLO 7 Assistenza Tecnica al Forum del Partenariato Economico e Sociale La Regione Calabria sostiene il rafforzamento del ruolo del PES per l analisi, la valutazione e la comunicazione delle politiche regionali attraverso la: Linea di Intervento Azioni di Assistenza Tecnica al Partenariato Economico e Sociale per l analisi, la valutazione e la comunicazione delle politiche regionali del POR Calabria FESR 2007/2013 dell Asse IX del POR Calabria FESR 2007/2013. Questa linea prevede, tra le altre, le azioni di seguito riportate: 1. Studi, Analisi e Valutazioni Le attività previste riguardano la realizzazione di azioni finalizzate alla: - Predisposizione di studi e analisi a supporto delle attività di indirizzo strategico del Partenariato. - Valutazione e interpretazione delle realizzazioni, dei risultati e degli impatti degli interventi per specifiche politiche regionali di interesse del PES (complementari ed integrati con le valutazioni previste dal Piano Unitario delle Valutazioni). 17

18 2. Campagne di Comunicazione e Sensibilizzazione Il PES definirà un proprio piano per la promozione e la realizzazione di Campagne di Comunicazione e Sensibilizzazione per i temi che riterrà di proprio interesse. La progettazione e la realizzazione delle Campagne di Comunicazione e Sensibilizzazione saranno realizzate dalle strutture che hanno in carico l attuazione dei Piani di Comunicazione. 3. Progetti Pilota per la Sperimentazione di Processi di Partecipazione, Concertazione, Trasparenza e Legalità Il PES definirà un proprio piano per la progettazione e la sperimentazione di Progetti Pilota per la Sperimentazione di Processi di Partecipazione, Concertazione, Trasparenza e Legalità. La realizzazione dei Progetti Pilota sarà integrata con le analoghe iniziative previste nell ambito del PON Governance e Assistenza Tecnica FESR 2007/2013. La selezione dei Soggetti Attuatori dei Progetti Pilota sarà effettuata attraverso Bandi Pubblici a cura del Dipartimento Programmazione Nazionale e Comunitaria sulla base degli indirizzi elaborati dall Ufficio del Partenariato e approvati dal PES. Una quota della summenzionata Linea di intervento del POR Calabria FESR sarà dedicata - ai sensi dell art. 34 del Regolamento (CE) n. 1083/ a finanziare azioni che rientrano nel campo di azione del FSE, in quanto necessarie al corretto svolgimento di questa operazione, e direttamente legate alle attività del Laboratorio per lo sviluppo delle competenze e lo scambio di esperienze programmato dall Obiettivo Operativo P.4 del POR Calabria FSE Potenziare e qualificare le competenze e le capacità del Partenariato Socio Economico in materia di Politiche Regionali Unitarie. 18

19 ARTICOLO 8 Flussi Informativi per le Attività Partenariali Al fine di assicurare la massima trasparenza nelle fasi di consultazione e confronto, l Amministrazione garantirà al PES un processo informativo efficiente, completo ed accessibile, agevolando le parti economiche sociali nella definizione ed attuazione delle strategie di intervento. Conseguentemente l Amministrazione si impegna a rendere disponibile ogni documentazione che possa essere funzionale al trasferimento di informazioni. Inoltre, le Parti si impegnano a redigere un Agenda del partenariato per la definizione di tempi e contenuti delle attività e relazioni partenariali, nonché a condividere un Rapporto annuale sullo stato del partenariato e sullo sviluppo della concertazione redatto dall Ufficio del Partenariato, il quale darà conto, in modo sintetico, delle attività svolte dal partenariato durante l anno, delle criticità incontrate, dei risultati raggiunti e delle principali iniziative da adottare in futuro. ARTICOLO 9 Sistema di relazioni Il Forum, si doterà di un apposito regolamento interno al fine di disciplinarne l organizzazione. Al fine di rendere operativo il sistema relazionale le Parti economiche e sociali, firmatarie del presente protocollo, si impegnano a comunicare all Amministrazione, entro 30 giorni dalla stipula, i nominativi dei rappresentanti del PES. Letto e sottoscritto Catanzaro lì, Regione Calabria, AdG POR Calabria FESR Regione Calabria, AdG POR Calabria FSE CGIL CISL UIL UGL 19

20 Confindustria Confartigianato C.A.S.A. Union Camere Calabria COPAGRI CIA Confagricoltura Legacoop UNCI Regionale AGCI CNA Confesercenti Calabria Legambiente Forum Terzo Settore Confcommercio Coldiretti Confcooperative CONFAPI WWF 20

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