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1 TV, un futuro già presente Rivoluzione epocale fra contaminazione e tradizione A cura di Serena Ferrara Televisione oggi significa un mondo connesso e digitale. La Fondazione Ugo Bordoni ha seguito e promosso una transizione epocale in quello che rappresenta, a livello mondiale, il 19,5% dell intera torta del mercato delle comunicazioni. Il cosiddetto processo di switch-off, ossia la completa digitalizzazione della televisione italiana, iniziata in Sardegna (luglio 2008), e conclusa in Sicilia (luglio 2012) ha visto la FUB protagonista di un innovazione determinante dal punto di vista economico e culturale, che ha significato nuove opportunità e garanzie di pluralismo informativo. Il processo di transizione dalla televisione analogica a quella digitale costituisce una significativa tappa dell evoluzione tecnologica del mezzo, perché lo introduce a pieno titolo nel mondo dei new media, e dunque dei servizi interattivi e multimediali. La connected TV è la prospettiva, la prossima evoluzione, ma la sua affermazione dipenderà in Italia ed in Europa, ancor prima che dalle sfide tecnologiche necessarie per la sua diffusione, dall effettiva capacità di seguire gli interessi e le abitudini degli utenti. I nuovi modelli di fruizione cross mediale si tradurranno in vantaggi competitivi ed opportunità per una crescita complessiva del mercato televisivo europeo, in cui l originalità culturale dei contenuti e i format avranno un ruolo fondamentale. La costruzione di una coscienza comune del cittadino europeo, secondo Eurovision, può e deve essere promossa anche in questo quadro tecnologicamente innovativo. Obiettivo di questo Quaderno è, dunque, di mettere in luce i principali elementi di continuità e di novità (in termini tecnologici, di mercato e di regolamentazione) che la connected TV introduce nel panorama nazionale e internazionale delle comunicazioni. Ma anche di cominciare a delineare la specificità del contesto italiano rispetto a quello internazionale, per una valutazione il più possibile realistica delle strategie attuabili per promuoverne l adozione. Da questo punto di vista, FUB vanta un campo di osservazione privilegiato derivante dal lavoro sul campo svolto negli ultimi anni. Una sintesi, quanto mai utile, sulla trasformazione affinché passato, presente e futuro siano sempre connessi e dove la contaminazione è protagonista in un contesto in cui la convergenza, non solo digitale, esprime tutto il potenziale di innovazione e creatività.

2 La via italiana alla TV del futuro Alessandro Luciano, Presidente Fondazione Ugo Bordoni Negli ultimi anni, il sistema televisivo italiano è stato al centro di una grande trasformazione che lo ha proiettato con forza verso la convergenza digitale. Come ogni altro processo innovativo, la transizione al digitale ha portato con sé nuovi promettenti scenari tecnologici ed economici che la Fondazione ha saputo cogliere e analizzare, offrendo il proprio supporto tecnico-scientifico nella gestione del cambiamento. Un coinvolgimento che pone la FUB in una prospettiva di osservazione privilegiata: la conoscenza delle specificità italiane derivante dall azione sul campo, infatti, consente una valutazione realistica delle strategie internazionali di sviluppo del sistema televisivo, nonché della loro effettiva riproducibilità nel contesto italiano. Il senso di questo Quaderno è quello di far emergere tali specificità, partendo da una panoramica sul contesto internazionale e restringendo progressivamente il campo sul contesto italiano. Nel prossimo numero di Media Duemila, interamente dedicato alla televisione, tali aspetti saranno oggetto di ulteriore approfondimento da parte della Fondazione. A partire proprio dagli aspetti peculiari che hanno caratterizzato il cosiddetto processo di switch-off, ossia la completa digitalizzazione della televisione italiana, iniziata in Sardegna nel luglio del 2008 e conclusasi nel luglio del 2012 con lo spegnimento delle trasmissioni analogiche in Sicilia. Un innovazione importante per le innumerevoli opportunità economiche e culturali che offre ai singoli, alle comunità e al sistema paese in generale. Ma anche una rivoluzione culturale che ha aperto nuove opportunità di accesso a servizi, piattaforme e contenuti innovativi, modificando gli stili di fruizione degli utenti/spettatori. La nuova tecnologia digitale consente di avere maggiori possibilità di scelta e ricchezza dei contenuti TV (con i canali nazionali in chiaro passati da 10 a circa 75), migliore qualità del segnale, minor potenza di emissione e, in prospettiva, più servizi interattivi e on demand; tutto ciò si traduce in maggiori garanzie di pluralismo informativo, da un lato, e in un mercato più competitivo, dall altro. La transizione al digitale ha coinvolto, su tutto il territorio nazionale, 10 emittenti nazionali e oltre 550 locali, per un totale di impianti di trasmissione. In questo passaggio, la Fondazione Ugo Bordoni ha messo in campo la propria esperienza e le proprie professionalità a supporto del Ministero per lo sviluppo economico e dell Agcom in ognuno dei momenti fondamentali del processo: n pianificazione della transizione; n automatizzazione della procedura di predisposizione delle graduatorie per l assegnazione dei diritti d uso delle frequenze; n conversione in digitale degli impianti analogici; n coordinamento internazionale e ottimizzazione dei progetti d impianto per ridurre le interferenze con gli stati esteri; n verifica delle funzionalità dei decoder e classificazione dei decodificatori; n informatizzazione di tutte le procedure per l assegnazione automatica dei canali (LCN). Il personale FUB ha realizzato e gestito diversi strumenti per il supporto e l assistenza a tutti i soggetti interessati e ha coordinato le campagne di informazione ai cittadini su ciascuna delle aree coinvolte. Secondo la sua tradizione, infatti, la Fondazione ha svolto anche un ruolo di terzietà, di garanzia e di tutela, favorendo un processo di transizione informato che non lasciasse nessuno indietro. Con il completamento del processo di switch-off si sono aperte nuove importanti sfide: prima fra tutte quella della coesistenza tra i canali DVB-T e il segnale dei futuri sistemi di comunicazione mobili a banda larga. Come molti ormai sanno, infatti, le porzioni di spettro impiegate dal vecchio segnale televisivo analogico nella banda UHF sono state liberate per la diffusione di canali DVB-T. Una porzione di tale banda, invece, sarà destinata ai servizi di telecomunicazioni mobili di prossima generazione (4G).

3 La Fondazione ha già gestito, in qualità di advisor tecnico del MISE, la Gara per le frequenze Long Term Evolution (LTE) destinate alla realizzazione di reti mobili a banda larga. L asta LTE ha riguardato 24 lotti di frequenza su 4 diverse bande, di cui la più pregiata era, appunto, quella del dividendo digitale sulle frequenze ex televisive (9 canali). Tuttavia l impegno della Fondazione in questo ambito va soprattutto nella direzione di risolvere i problemi di coesistenza tra sistemi televisivi e radiomobili. A tal fine, nell ambito di uno specifico progetto (in convenzione con il MISE e in collaborazione con l ISCOM), la FUB ha focalizzato l attenzione sulle principali tecnologie di comunicazione a supporto dei servizi mobili (LTE) e nomadici (Wi-Fi), per valutare l assenza di impedimenti di natura tecnica alla loro implementazione nelle bande che risulteranno effettivamente disponibili. I risultati di questo progetto forniscono utili informazioni ai fini dell introduzione di nuovi servizi di telecomunicazione in banda UHF nel rispetto delle raccomandazioni della Commissione europea. L adozione della televisione digitale terrestre (DTT) e la definizione di nuovi standard rappresenta un altro importante passo per la completa conversione digitale del sistema televisivo e crea i presupposti per ulteriori inarrestabili trasformazioni del mezzo. Una delle trasformazioni più a portata di mano è sicuramente l Alta Definizione, da sempre oggetto di ricerca, di studio e di sperimentazione da parte della FUB che, all interno dell HD Forum Italia, ricopre il ruolo di garante super partes per le scelte strategiche in fatto di normativa tecnica nazionale sulla HDTV, contribuendo alla pianificazione degli scenari di introduzione. Nell ambito della qualità video, inoltre, MPEG (Moving Picture Expert Group) ha demandato alla FUB il coordinamento tecnico, la progettazione e l effettiva esecuzione della prima campagna di test soggettivi per segnali in 3D. Ma la Fondazione guarda anche alla sperimentazione del servizio televisivo su piattaforme alternative al digitale terrestre. L interesse scientifico in questo caso è rivolto principalmente ai metodi per garantire una fruizione ottimale dei servizi video (SD e HD) su PC, smartphone, tablet e smart TV attraverso la rete IP, che sicuramente rappresentano uno dei possibili futuri della TV. Come si vede, la ricerca scientifica condotta dalla Fondazione sui temi sopra accennati costituisce il presupposto necessario per un attività altrettanto importante di advisorship nei confronti delle istituzioni chiamate a gestire tali processi. Questo scambio proficuo tra ricerca pura e progetti finalizzati alla realizzazione di processi innovativi è uno dei valori centrali della mission della Fondazione che, oggi, guarda con analogo interesse ai segnali di trasformazione provenienti dalle reti di distribuzione e di trasporto. Se quello della convergenza digitale è stato l imperativo che ha ispirato molte delle trasformazioni nelle reti di comunicazione, la sostenibilità energetica e il paradigma delle città intelligenti saranno gli imperativi che guideranno l innovazione delle infrastrutture di rete. In questa direzione, la Fondazione ha già inaugurato varie attività di studio e nuove collaborazioni sul tema delle smart grid al fine di poter condividere la propria expertise con tutti gli operatori, pubblici e privati, che ben presto saranno chiamati a governare una nuova, profonda mutazione del sistema paese.

4 a Nei numeri precedenti Reti sociali su Internet e Sentiment Analysis 2 Giugno 2010 Le frontiere dell intrattenimento domestico Luglio / Agosto / Settembre 2010 (Re)visioni: alcune tracce per interpretare le mutazioni televisive Ottobre 2010 Quanto è larga la banda? Oggi l utente può misurarla Dicembre / Gennaio 2011 Come misurarsi la banda, contestare gli Operatori e vivere felici Febbraio 2011 Qualità e Internet mobile. Le verità nascoste? 1 Marzo 2011 Qualità e Internet mobile. Le verità nascoste? 2 Aprile / Maggio 2011 La sostenibilità energetica non può fare a meno dell ICT Giugno 2011 Registro Pubblico delle Opposizioni: un opportunità per i cittadini e le imprese Luglio / Agosto / Settembre 2011 L opt-out nel telemarketing è sempre più realtà: dal telefono alla posta, con uno sguardo verso Internet Ottobre 2011 PANDORA: l ICT per il Crisis Management Dicembre / Gennaio 2012 Una nuova generazione di sportelli automatici accessibili e usabili da tutti Febbraio 2012 Campi Elettromagnetici 1 Marzo 2012 Campi Elettromagnetici 2 Aprile / Maggio 2012 misurainternet.it Qualità dell accesso ad Internet da postazione fissa Giugno 2012 Qualità del servizio dati in mobilità: alla partenza la prima esperienza regolamentare Luglio / Agosto / Settembre 2012 Loudness: questa pubblicità è troppo forte! Ottobre 2012 Open Government Data: una roadmap tecnica Dicembre / Gennaio 2013 Un social network a misura della terzà età Marzo / Aprile 2013 IL QUADERNO DI TELÈMA È STATO REALIZZATO DALLA FONDAZIONE UGO BORDONI Presidente: Alessandro Luciano Direttore delle Ricerche: Mario Frullone Curatore del Quaderno: Serena Ferrara 34

5 TV, UN FUTURO GIÀ PRESENTE Dalla TV tradizionale alla TV connessa internet tv di Cosimo Dolente, Ferdinando Lucidi, Sebastiano Trigila Per comprendere a fondo il mercato televisivo in Italia e nel mondo, è necessario dapprima inquadrarlo nel panorama del mercato delle comunicazioni in generale, perché solo in questo modo si possono cogliere al meglio le notevoli trasformazioni che lo stanno interessando, da oltre un decennio a questa parte. A Il mercato televisivo nel più ampio panorama delle comunicazioni Il giro d affari globale del settore delle comunicazioni, inteso come aggregato di telecomunicazioni, televisione, radio e servizio postale, è in continua crescita, con un tasso medio annuo superiore al 3%, calcolato nel quinquennio Tuttavia, come mostrato in Figura 1, radio e servizi postali decrescono segnando rispettivamente -1,2% e -0.9%, mentre telecomunicazioni e TV crescono rispettivamente con tassi del +2,9% e +5,2%. Canone Abbonamenti Pubblicità Telecomunicazioni, +2,9% (CAGR ) TV, +5,2 (CAGR ) Servizi postali, -0,9% (CAGR ) Radio, -1,2% (CAGR ) Figura 1. Ricavi del mercato delle comunicazioni (miliardi di Euro). Fonte: elaborazione FUB su dati OFCOM Figura 2. Fonti di ricavi per le emittenti televisive, su scala globale. Fonte: elaborazione FUB su dati OFCOM Il comparto televisivo rappresenta pur sempre il 19,5% dell intera torta del mercato delle comunicazioni. L elemento di maggior crescita del comparto televisivo è stato quello degli abbonamenti, rappresentando il 51% del totale (Figura 2), con un tasso di crescita medio del 9% negli ultimi cinque anni. In misura molto minore sono cresciute le altre due voci, gli introiti pubblicitari e quelli da canone. Restringendo il campo d analisi all Italia e limitando i dati al solo settore dei media, si ha la situazione di Figura 3, dalla quale si può vedere come l incidenza della televisione sul mercato totale sia molto elevata, anche se si registra un tasso di crescita medio annuo, sul periodo , del solo 0,3%, e addirittura negativo se si considera solo l ultimo anno di tale periodo (-1,5%). La tendenza risulta a favore di Internet, che attrae sempre maggiori risorse, con una crescita media annua del 16,1%, sempre nello stesso periodo, e addirittura del 33,6% nell ultimo anno disponibile. Sempre nel mercato italiano, le risorse assorbite dal sistema televisivo nel 2011 (Figura 4) sono state di circa 8,9 miliardi di euro, con una prevalenza del settore pubblicitario (47%) rispetto a quello degli abbonamenti (35%). Il canone pesa in modo sensibilmente superiore, dieci punti in più rispetto alla media mondiale. Tornando per un momento al mercato globale, si osserva un netto spostamento di risorse economiche in 35

6 a fta tv Canone Abbonamenti Pubblicità Figura 3. Risorse per medium, in Italia. Fonte: AGCOM, Relazione Annuale 2012 Figura 4. Fonti di ricavi per le emittenti televisivi, in Italia. Fonte: AGCOM, Relazione Annuale 2012 im favore di Internet. Tale spostamento rappresenta una misura tangibile del notevole cambiamento nel consumo di servizi di comunicazione conseguente al suo sviluppo. La prima ondata di cambiamento ha investito soprattutto le comunicazioni interpersonali: in questo ambito, le e il social networking sono stati i servizi di maggior successo, mentre le comunicazioni testuali (SMS e Instant Messaging), a fine 2011, hanno sorpassato in volume le chiamate telefoniche, in tutti i paesi (Figura 5). La seconda ondata di cambiamento ha riguardato le modalità di accesso alle notizie. Internet ormai riveste un ruolo enorme come canale d informazione, contendendo alla televisione il ruolo di fonte primaria. A tutto il 2011, la situazione ha tendenze diverse in riferimento alla portata geografica dell informazione (Figura 6). Su scala globale, il mezzo preferito per l accesso a notizie di carattere nazionale e internazionale continua a essere la TV (per circa il 49,5% dei consumatori), ma Internet segue da vicino (per circa il 37% dei consumatori). Sempre per notizie di carattere nazionale e internazionale, si vede come il ruolo della carta stampata e della radio sia decisamente più ridotto. Per l informazione di carattere regionale o locale, invece, il ruolo della carta stampata è notevolmente più rilevante che per il caso nazionale o internazionale, con uno scarto tra la TV e Internet praticamente dimezzato. Con riferimento alla sola Italia, un sondaggio Demos & Pi (Figura 7) mostra come TV, radio e quotidiani abbiano ceduto terreno a Internet nella frequenza di utilizzo per tenersi informati. Un fenomeno senza equivalenti nell era pre-internet, come accennato sopra, è quello dei social network. Il numero di utilizzatori cresce in modo impressionante, sottraendo audience alla televisione (Figura 8). You- Tube, social network nel significato più ampio di sito di condivisione di contenuti video prodotti dagli utenti (User-Generated Content), presenta un tasso di penetrazione molto vicino a quello di Facebook. Figura 5. Comunicazioni vocali e testuali a confronto: volumi settimanali nei vari paesi europei. Fonte: OFCOM 2012 tv Comunicazioni vocali Comunicazioni testuali 36

7 pay tv TV, UN FUTURO GIÀ PRESENTE Internazionali Nazionali Regionali/Locali A Figura 6. Piattaforme usate come principale fonte di informazione. Fonte: elaborazione FUB su dati OFCOM 2012 Tv Internet Radio Quotidiani Figura 7. Utilizzo quotidiano delle varie fonti di informazione in Italia. Fonte: sondaggio Demos & Pi, novembre 2012 Popolazione Giovani (14-19 anni) Utenti Internet Popolazione Totale Figura 8. Utenza complessiva dei principali social network in Italia nel Fonte: indagine Censis web tv Il mercato televisivo secondo i modelli tradizionali: TV in chiaro e TV a pagamento In questo panorama, la televisione non solo cerca di tenere gli spettatori sul divano affinando i suoi modelli classici di TV in chiaro e di TV a pagamento ma contende il ruolo di intrattenimento ai computer, agli smartphone e ai tablet portando sul televisore, eventualmente con la mediazione di opportuni set top box, alcune fondamentali applicazioni audiovisive di Internet: Web TV, social network e videocomunicazione interpersonale, per citare quelle preminenti. 37

8 a ip tv La penetrazione della TV a pagamento dipende da diversi fattori, tra i quali la disponibilità di canali in chiaro, l esistenza di diritti esclusivi su particolari programmi o tipi di contenuti e la presenza di offerta televisiva sostenuta dal canone pubblico. Si osservano, così, almeno tre livelli di adozione (Figura 9): n Livelli di adozione alti e stabili, come in Nord America, dove i consumatori sono sempre stati disposti a pagare per accedere ad un offerta aggiuntiva rispetto a quella in chiaro. n Livelli di adozione moderati e stabili, come nella media di alcuni paesi europei (in primis Francia, Germania, Olanda), dove i consumatori hanno una buona offerta in chiaro sostenuta da canone pubblico e pubblicità, ma sono disposti a pagare per accedere a contenuti pregiati. n Basso livello di adozione, in paesi come l Italia, la Spagna e il Brasile, dove l aspettativa di gratuità è consolidata tra i consumatori, i quali si rivolgono alla piattaforma a pagamento solo per contenuti premium (ad esempio calcio e cinema di recente produzione) non disponibili in chiaro. Nelle economie emergenti dei paesi BRIC, la TV a pagamento diventa sempre più accettata e con livello di adozione già comparabile alla media europea. Guardando a singole situazioni nazionali, la penetrazione della TV a pagamento è particolarmente alta nei Paesi Bassi (99%), in India (94%), in Canada (93%), in Svezia (92%) e negli Stati Uniti (91%). Tuttavia, le caratteristiche dei servizi a pagamento differiscono da paese a paese. Ad esempio, nel Nord America, un abbonamento pay dà accesso ad un ampio numero di canali televisivi, mentre nei Paesi Bassi e in Svezia esso ha la caratteristica di una tariffa di accesso all infrastruttura (ad esempio, cavo coassiale), con un numero effettivo di canali relativamente limitato. Comunque, la tendenza è nettamente a favore della TV a pagamento, come mostra il dato dell incremento di utenti tra il 2006 e il 2011 osservabile nella Figura 10. In particolare, Brasile e Russia guidano la tendenza, con tasso di crescita medio annuo rispettivamente del 22% e del 19%. Al terzo posto, come tendenza, l Italia con un 15% (da 4,3 a 8,6 milioni di abbonati). La media europea invece è stata del 4,6%, in Giappone del 6% e in Nord America (mercato quasi saturo) dell 1,4%. Figura 9. Diffusione della pay tv, nel Fonte: elaborazione FUB su dati OFCOM Pay TV Free TV Figura 10. Numero di famiglie con pay tv, in milioni. Fonte: elaborazione FUB su dati IDATE/OFCOM 38

9 TV, UN FUTURO GIÀ PRESENTE A Consumo di servizi di servizi televisivi televisivi radiodiffusi radiodiffusi (TV lineare) (TV lineare) dvb-t2 La televisione lineare rimane ancora molto popolare nei principali paesi del mondo, con un tempo di visione medio giornaliero addirittura in aumento in molti di essi. Il maggiore incremento di tale indicatore si è avuto in Francia, dove nel 2011 si registrano 227 minuti giornalieri di visione della TV, +7,1% rispetto al In valore assoluto, il paese che guarda più televisione sono gli Stati Uniti (293 minuti a persona al giorno), seguito dall Italia (253 minuti, +2,8% rispetto all anno precedente) e da Gran Bretagna e Polonia (242 minuti per ognuno dei due paesi). La visione, anche in tutte le altre nazioni dell Unione europea, è cresciuta mediamente dell 1,6%, con eccezione della Svezia, dove è diminuita del 2,4%: il paese scandinavo, con i suoi 162 minuti, continua a essere quello in cui si vede meno televisione in Europa. Tra i paesi BRIC, la Cina ha sperimentato la maggiore crescita nell ultimo anno (+3,1%), portandosi ad un consumo medio giornaliero di televisione per persona pari a 163 minuti. La visione è cresciuta anche in Brasile (225 minuti), registrando un +1,4% rispetto al Al crescere del numero di canali televisivi disponibili, si vanno modificando le abitudini di consumo degli utenti. Il pubblico si sta diversificando e disperdendo sull aumentata scelta di canali, portando ad una diminuzione nel tempo dello share medio dei canali più popolari. La visione dei maggiori canali televisivi ha registrato, infatti, una flessione in tutti i maggiori paesi industrializzati (eccezion fatta per la Cina, dove non si registra una variazione statisticamente significativa). La flessione media, dal 2009 al 2011, è stata del 3% su tutti i paesi, del 2,7% in Europa e del 3,6% in Nord America, mentre solo nei BRIC è risultata alquanto contenuta (0,75%). In Italia, i canali tradizionali generalisti hanno perso addirittura il 5,6% di share in un anno (Fonte: Rapporto OFCOM 2012). Piattaforme tecnologiche di diffusione e dispositivi di fruizione La televisione digitale (Digital television - DTV) è una trasmissione di audio e video attraverso un segnale elaborato digitalmente e multiplato, laddove la TV analogica usa canali con segnali separati e totalmente analogici. Si tratta di un servizio innovativo che rappresenta la più significativa evoluzione nella tecnologia televisiva dall introduzione della televisione a colori negli anni Cinquanta. Molti paesi stanno sostituendo la trasmissione analogica con quella digitale per ottimizzare l utilizzo di frequenze e permettere la riassegnazione delle porzioni di spettro liberate. Lo stato di avanzamento di tale processo, denominato switch-off del segnale analogico, è al momento diverso da regione a regione del pianeta, come anche sono differenti gli standard selezionati per l implementazione della DTV. La penetrazione della TV digitale nel mondo si attesta intorno al 50% delle famiglie (media calcolata da IDATE), mentre per i valori per ogni continente e per alcuni principali paesi si rimanda alla Figura

10 a Figura 11. La televisione digitale nel mondo. Fonte: DigiWorld-IDATE 2012 tv Mentre la media europea è del 77%, Italia, Gran Bretagna e Spagna hanno completato la fase di switch-off e presentano dunque un tasso di digitalizzazione degli apparati di ricezione TV del 100%. Esistono diverse piattaforme attraverso cui il segnale digitale viene propagato, in larga parte corrispondenti a quelle su cui veniva in passato (e in parte tutt ora) propagato il segnale analogico. Vediamole nel dettaglio. Satellite. L era della radiodiffusione digitale è stata inaugurata a metà anni Novanta dalla piattaforma satellitare, dove l esigenza di ottimizzare l uso di una risorsa molto costosa e di proteggere la qualità del segnale era molto sentita. La trasformazione della piattaforma satellitare verso la tecnica digitale è stata progressiva e senza battute di arresto. La radiodiffusione analogica, che fino al 2011 costituiva una nicchia di mercato riguardante bacini di utenza dove perfino il costo di un decoder digitale poteva costituire una barriera per l adozione del digitale, è stata totalmente abbandonata. Cavo a radiofrequenza. La TV via cavo coassiale è stata, a partire dagli anni Ottanta, il principale mezzo di radiodiffusione in molti paesi OCSE. Nord-America, Benelux, Germania, Paesi Scandinavi e Svizzera hanno da sempre avuto un offerta via cavo, che garantiva la diffusione di un bouquet di alcune decine di canali analogici. Francia, Regno Unito e Spagna sono stati interessati in modo abbastanza limitato dalla radiodiffusione via cavo, mentre l Italia non lo è stata quasi per niente. Il tentativo di passare direttamente ad una TV via cavo in fibra, saltando la tecnologia coassiale, fu al centro del progetto Socrate dell allora SIP a inizio anni Novanta, ma venne poi abbandonato alla vigilia della liberalizzazione delle telecomunicazioni fisse. Dove, invece, esisteva la TV via cavo coassiale, l era della trasformazione digitale ha avuto un duplice vantaggio: (a) moltiplicazione dell offerta televisiva presente nel bouquet via cavo offerto da un determinato operatore (da decine di canali a qualche centinaio); (b) introduzione dell offerta di connettività Internet a banda larga. Il secondo aspetto è molto importante, perché ha stimolato la concorrenza nell offerta di connettività a banda larga tra operatori di telecomunicazioni dominanti e operatori via cavo. Terrestre. La radiodiffusione terrestre è la decana delle tecniche di radiodiffusione, fin dai tempi dell in- 40

11 TV, UN FUTURO GIÀ PRESENTE dvb-s2 troduzione di trasmissioni televisive con regolare programmazione, negli anni Trenta (Nord-America), Quaranta (Europa) e Cinquanta (Italia ed altri). Per circa cinquant anni, ha visto come novità l introduzione del colore e l introduzione rivoluzionaria a inizio anni Ottanta del servizio Teletext (denominato in Italia come televideo). Il passaggio alla tecnica digitale fu motivato in alcuni paesi dall esigenza di ottimizzare l utilizzo dello spettro e consentire l introduzione di nuova offerta televisiva, in altri paesi (soprattutto il Nord-America) dall opportunità di offrire un segnale qualitativamente più elevato, sia in definizione standard sia in alta definizione. Alla fine degli anni Novanta, periodo in cui si colloca l introduzione dei primi servizi di televisione digitale terrestre, la nuova offerta fu concepita come offerta a pagamento. Tuttavia le prime piattaforme DTT, in Gran Bretagna e Spagna, si scontrarono con un fallimento commerciale. A metà degli anni Novanta, il progetto televisione digitale terrestre fu ripreso con la più ovvia motivazione di ottimizzare l utilizzo dello spettro e ottenere un dividendo di banda (dividendo digitale) da poter utilizzare per altri servizi, sotto l impulso della Commissione Europea. Ad oggi non solo la maggior parte dei paesi europei ha completato la transizione al digitale terrestre, ma alcuni hanno già liberato la parte più alta dello spettro assegnato alla TV sin dalla convenzione di Stoccolma del 1961, ossia la cosiddetta banda degli 800 MHz (canali televisivi dal 61 al 69) in favore dell utilizzo da parte di servizi di comunicazione mobile di quarta generazione (LTE). IPTV. Nella prima metà degli anni Novanta, dopo un decennio di sviluppo delle reti di comunicazione dati culminato con l adozione della tecnologia IP come protocollo universale per la comunicazione tra sistemi informatici e come linguaggio della rete delle reti (Internet), nasce la prima applicazione (HTTP, Hyper Text Transfer Protocol) che apre la rete ad un utilizzo di massa: il World-Wide-Web. I primi siti sono semplicemente dei siti di ipertesto, ossia di pagine di testo con link che rimandano ad ulteriori pagine di testo. Presto, i link cominciano a puntare a immagini e a filmati memorizzati sui server, scaricabili sul proprio computer: le pagine diventano multimediali. Quando poi i filmati possono essere riprodotti in tempo reale rispetto al tempo di prelievo dal server, nasce il video streaming, ossia la Web TV. Si tratta naturalmente di una TV con qualità non garantita (best effort). Sorge allora l idea, da parte degli operatori di telecomunicazioni, di offrire una Web TV a qualità controllata e garantita, mediante l utilizzo di opportuni protocolli e criteri di priorità del traffico in rete e mediante l utilizzo di CDN (Content Delivery Networks), ossia reti di video server posizionati in prossimità dei punti di accesso alla rete (DSLAM): nasce la IPTV, con una qualità praticamente indistinguibile da quella conseguibile con la radiodiffusione digitale. L Italia diventa, con Fastweb, il primo paese europeo a introdurre servizi di IPTV su fibra, nel A quel tempo, l unica infrastruttura in grado di garantire capacità trasmissiva idonea alle esigenze di trasmissione di un segnale televisivo in streaming è, appunto, la fibra. Nel corso degli anni Dieci di questo secolo, la tecnologia ADSL fa passi da gigante e diventa competitiva con la fibra, per quanto riguarda la possibilità di trasmissione di un singolo canale televisivo, anche ad alta definizione. Ad oggi la IPTV è molto diffusa in Giappone, in Corea e in Nord-America. In Europa, risulta in testa la A 41

12 a mpeg4-avc Francia (con il 35,7% di abitazioni servite, secondo dati ARCEP a settembre 2012). Il caso francese è un eccezione, per un combinato disposto di fattori favorevoli. L Italia si attesta sui 200mila abbonati. Piattaforme tecnologiche e multicanalità Il numero di programmi televisivi che è possibile diffondere tramite un multiplex digitale terrestre o un trasponder satellitare dipende da due fattori tecnologici: a) tecnica di modulazione del segnale utilizzata, che riguarda esclusivamente le piattaforme di radiodiffusione o broadcasting, ossia satellite, cavo ed etere terrestre; b) tecnica di compressione del segnale, che riguarda tutte le piattaforme di diffusione, sia quelle di radiodiffusione sia quelle di broadband attraverso la rete fissa. Entrambi i fattori sono cruciali, perché ogni combinazione dei due determina sostanzialmente una generazione di apparati, sia su lato ricezione, sia su lato trasmissione. Addirittura, il cambio di uno solo dei due fattori da parte dell emittente determina incompatibilità da parte del ricevitore. Questo ha un impatto notevole sul parco ricevitori installato e sull esigenza di un eventuale rinnovo di tale parco. Tecniche di radiodiffusione. In Europa e in molti altri paesi la norma adottata per la radiodiffusione è la DVB (dal nome del consorzio internazionale che l ha definita e promossa: Digital Video Broadcasting Consortium), declinata per le tre piattaforme: DVB-S per satellite, DVB-T per terrestre e DVB-C per cavo a radiofrequenza. In Giappone e in pochi altri paesi (tra cui il Brasile) vige la norma ISDB-T. Nel Nord-America vige la norma ATSC. La Cina ha elaborato un suo standard nazionale, il DTMB. Soffermandoci sulla tecnologia DVB, occorre precisare che le sigle DVB-S, DVB-T e DVB-C indicano la norma di prima generazione. La velocità di radiodiffusione conseguibile con tali norme dipende da vari parametri di trasmissione. Per DVB-S e DVB-T in condizioni ottimali i valori tipici ottenibili sono 38Mbit/s e 24MBit/s rispettivamente. A partire dal 2006 per il broadcasting satellitare e dal 2010 per il broadcasting terrestre, sono state introdotte in esercizio le norme di seconda generazione, DVB-S2 e DVB-T2, che assicurano velocità tipiche di trasmissione di 54Mbit/s e 36Mbits/s, ossia incrementi di efficienza del 42% e del 47%. Tecniche di compressione del segnale. Note con sigle quali MPEG-2, MPEG-4 e HEVC, tali tecniche servono non solo a trasmettere il segnale, ma determinano anche e prima di tutto il formato con cui il segnale è memorizzato sui supporti digitali. Il passaggio da MPEG-2 a MPEG-4 corrisponde ad un incremento di efficienza del 40%. Il passaggio a HEVC promette ulteriori incrementi di efficienza di circa il 50%, ma non è ancora avvenuto, perché la norma HEVC è stata definita solo un paio di anni fa, è tuttora soggetta ad una campagna internazionale di misure di qualità soggettiva e non ha ancora dato luogo ad una produzione di massa per quanto riguarda i chip di codifica che dovranno equipaggiare gli apparati per la generazione dei segnali e quelli di decodifica che dovranno invece equipaggiare i 42

13 TV, UN FUTURO GIÀ PRESENTE A Figura 12. Vantaggi combinati della modulazione di seconda generazione e della tecnologia di compressione MPEG-4 ricevitori. La Figura 12 illustra i benefici dell adozione combinata delle migliori tecniche di modulazione e di compressione oggi commercialmente disponibili. Ad esempio, in un multiplex DTT di prima generazione possono trovare posto sei canali SD oppure un HD e un SD in formato MPEG-2. Per contro, in un multiplex DTT di seconda generazione possono trovare posto venti canali SD oppure quattro canali HD. Fatte salve, ovviamente, tutte le combinazioni intermedie di canali SD e HD. Nel digitale terrestre si assiste ad una progressiva riduzione della parte di spettro dedicata alla televisione. La riduzione di spettro non significa ipso facto la necessità di ridurre il numero di canali in onda, se contemporaneamente si adottano tecniche di modulazione più efficienti e tecniche di compressione più performanti. Le direttive europee e i provvedimenti con cui esse vengono recepite dalle legislazioni nazionali sono effettivamente un forte impulso a migliorare l efficienza di utilizzo dello spettro, garantendo al contempo la pluralità di canali in onda. La TV Connessa La convergenza del mondo televisivo con quello di Internet ha visto in passato la colonizzazione unilaterale della rete con i contenuti televisivi del mondo broadcast. Da qualche anno si assiste invece ad un accelerazione sorprendente della diffusione della TV connessa, ossia della possibilità di fruire sul proprio televisore di contenuti e servizi online. Si va dalla semplice ricerca di notizie e informazioni alla vera e propria navigazione Web, dalla visione gratuita delle Web TV al catch up (riproposizione sul Web del palinsesto lineare già andato in onda) dei broadcaster tradizionali, dal social network al noleggio di film e documentari. Tale fruizione può essere diretta, nel caso in cui l apparecchio TV sia direttamente collegato, mediante cavo Ethernet o connessione Wi-Fi al router di accesso a Internet, oppure indiretta, se tale collegamento è mediato da un altro apparato (STB, PVR, lettori DVD, lettori Blu-ray, consolle per videogiochi) 43

14 a Dispositivi ibridi comunicante con l apparecchio TV mediante cavi e connettori audio/video (HDMI, SCART, ecc.). In questo secondo caso l apparecchio TV è usato solo come monitor. Il mercato potenziale della TV connessa è enorme e potrebbe segnare nel futuro una vera e propria rivoluzione nel consumo di contenuti in differita, che si sposterebbe sempre di più su offerte non lineari a scapito della fruizione di contenuti lineari tipici del tradizionale mondo broadcast. Molti sono gli attori interessati spesso in competizione tra loro: fornitori e aggregatori di contenuti Web, costruttori di apparati e broadcaster, tutti con visioni e modelli di sviluppo non sempre concordanti per la fornitura agli utenti di un insieme comparabile di servizi interattivi, video e broadcast. Da questo quadro generale emergono quattro modelli principali, ognuno dei quali è stato adottato da una gamma di competitori. Piattaforma con STB promossi da broadcaster e con servizi di tipo best effort. Normalmente i contenuti sono lungometraggi (film, documentari, ecc.) forniti in modalità on demand o catch-up (TV non lineare). Questa piattaforma si trova declinata in due versioni: A) Proprietaria, quando il STB è dato in comodato d uso dal fornitore di contenuti, che per gli apparati si approvvigiona da produttori da lui scelti con contratti chiusi. È il modello di fornitura utilizzato su grande scala nazionale da Sky Italia con il suo decoder MySkyHD e, recentemente, anche da Telecom Italia con il suo decoder Cubovision. B) Aperta, quando il STB risponde a precise specifiche tecniche (profilo proprietario e profilo di consorzio) liberamente implementabili da qualsiasi costruttore che decida volontariamente di essere conforme a tali specifiche. Il STB è acquistato direttamente dall utente sul libero mercato. In caso di consorzio includente la maggioranza delle emittenti di un determinato paese, questo modello corrisponde sostanzialmente ad un mercato orizzontale, in cui l utente con qualsiasi ricevitore può ricevere qualsiasi programma televisivo, beninteso entro i vincoli di conformità dettati dalle specifiche tecniche. È il modello corrispondente alla visione di TV connessa dei broadcaster italiani, rappresentati da DGTVi, HD Forum Italia e Tivusat, con una piattaforma basata su tecnologia MHP e descritta nelle pubblicazioni HD Book DTT e HD-Book SAT. Un altro tipo di piattaforma è quella nota come HbbTV, definita congiuntamente da broadcaster francesi e tedeschi, ai quali si sono aggiunti dei broadcaster spagnoli. In tal caso il modello è basato sulla tecnologia HTML-5. Nel Regno Unito, il modello è implementato con la piattaforma YouView, alla base del servizio iplayer della BBC e di servizi offerti dagli altri broadcaster britannici (ITV, Channel 4, Channel 5). Piattaforma ad abbonamento con STB promossi da aggregatori di contenuti non tradizionali nel campo della TV, e con servizi a qualità garantita (IPTV). Oltre a contenuti di TV non lineare possono essere forniti anche quelli di TV lineare. Nel Regno Unito, gli operatori più in vista sono Boxee, Vudu, Roku and Sainsbury/Rovi. In Francia, i maggiori operatori che offrono questo tipo di servizio sono Orange, Free e Video Club. Il servizio è offerto in Italia da Fastweb, operatore pioniere della IPTV a livello europeo, fin dal 2001/02. È stato anche offerto da Telecom, dal 2007 al 2010, con il decoder AliceTV. Piattaforma integrata nel televisore. Questo approccio è stato progressivamente introdotto da co- 44

15 TV, UN FUTURO GIÀ PRESENTE tv connessa struttori di televisori, che inizialmente si sono mossi in ordine sparso. Ad oggi tutti i maggiori costruttori (Samsung, Panasonic, LG, Sony, ecc.) producono e distribuiscono televisori in grado di connettersi alla rete Internet. L accesso ai contenuti in questo caso è mediato da un interfaccia proprietaria a widget, che oltre a codificare l accesso a un mondo walled garden (ad esempio videogames o negozi virtuali del costruttore) incapsulano anche l accesso a piattaforme molto ricche di contenuti, non controllate dagli stessi costruttori: YouTube, Facebook, Skype, Twitter. È tuttavia in atto un iniziativa per porre rimedio alla frammentazione degli standard proprietari: allo scopo LG, TP Vision (Philips) e Toshiba hanno fondato la SmartTV Alliance, committed to providing partners with a platform to create interactive content on consumers TV screens, cui hanno anche aderito Panasonic e Vestel. All iniziativa hanno poi preso parte aziende diverse dai costruttori televisivi, tra cui IBM e Qualcomm. L approccio è stato successivamente adottato anche da consorzi o associazioni di broadcaster nei vari paesi europei, con precise iniziative tendenti a imporre ai costruttori, in determinati mercati nazionali, l implementazione diretta nell apparecchio TV di quelle architetture di tipo aperto (YouView, HbbTV e HD-Book) di cui si è parlato precedentemente. Si registra da parte dei costruttori una discreta adesione a tali architetture, cui viene adattata una parte della loro produzione di TV destinata a determinati mercati nazionali. Piattaforma con dispositivi esterni al televisore, promossi da operatori OTT dominanti nei mercati dell informatica e dei videogiochi. Esistono due modalità: A) Proprietaria. AppleTV, Microsoft Xbox 360, Sony PS3 sono esempi di dispositivi con architettura assolutamente verticale, ossia con hardware e software proprietari, che orientano a walled garden, che comprendono contenuti aggregati e venduti rispettivamente da Apple, Microsoft e Sony. B) Semi-aperta. La Google TV è il primo esempio di dispositivo orizzontale, nel senso che esporta la piattaforma Android dal mondo degli smartphone, dove ha ricevuto già una larga adesione, al mondo degli apparecchi televisivi. Alcuni costruttori non solo hanno presentato i primi modelli di dispo sitivo Google TV, ma ne hanno anche realizzato una versione integrata nel proprio televisore. Connected sets Connected via retail STB Connected via blu-ray Connected via pay TV STB Connected via games console Figura 13. Numero totale di TV connessi a Internet (in migliaia). Fonte: Digital TV Research La penetrazione della TV connessa nel mondo è in continua crescita rappresentando una quota sempre più consistente del totale dei televisori in uso. Secondo le stime di Digital TV Research su 40 paesi, nel 2010 le TV connesse ad Internet erano già poco più di 100 milioni, ma già alla fine di quest anno dovrebbero raggiungere i 280 milioni di unità con un tasso medio di adozione vicino all 11%, per poi A 45

16 a cas drm sfiorare nel 2017 i 600 milioni. Gran parte sono televisori connessi, seguiti da consolle per videogiochi e STB per la pay tv (Figura 13). In Europa il tasso medio di adozione di ricevitori connessi è del 12,2%. Il tasso più alto si registra nel Regno Unito e in Francia con il 15%, quello più basso in Italia con il 9%. Nel nostro paese sembra aver avuto più successo la televisione 3D che ha un tasso di penetrazione del 13% (Fonte OFCOM). Tuttavia, solo gli operatori di TV a pagamento (tra i quali Sky Italia) hanno finora investito nell offerta di servizi 3D. La loro attrattiva presso gli utenti, forse anche per la necessità di indossare appositi occhiali per la visione 3D, è tutt ora incerta. Al punto che, in Francia, il gruppo Canal+ ha sospeso la trasmissione permanente del suo canale 3D. Sono da registrare, comunque, trasmissioni sperimentali 3D anche da parte di broadcaster in chiaro, La7 e Rai. Da parte dei produttori di televisori è partita, come dimostra l ultima manifestazione NAB di Las Vegas (marzo 2013), la corsa alla risoluzione 4K (risoluzione quadrupla dell attuale HD) che in prospettiva dovrebbe portare nelle case la stessa definizione del cinema digitale. I dispositivi in grado di riprodurre segnali 4K non si limitano ai proiettori di sala, perché già esistono televisori, a partire dai 65 pollici e fino ai 105 pollici, con risoluzione nativa 4K. La sfida regolamentare della TV della connessa TV connessa Tanto in Europa quanto nel resto del mondo, gli organismi di regolamentazione dei contenuti audiovisivi, ad ogni livello, si trovano oggi di fronte a un importante sfida per il futuro: la convergenza tra il tradizionale broadcasting e i contenuti destinati al lato broadband della TV connessa. Tale tematica ha avuto un alto impatto sull agenda dei regolatori europei, durante lo scorso anno. Inoltre, l avvento dei nuovi dispositivi di TV connessa pone non poche sfide regolatorie, dal momento che su di essi vengono fruiti contenuti che rispondono a schemi normativi differenti, mentre gli utenti potrebbero non fare più distinzione per piattaforma di provenienza dei singoli contenuti. Sorgono dunque dubbi rilevanti su quale sia il miglior modo di proteggere i cittadini, sia in termini di contenuti potenzialmente dannosi, sia in termini di dati personali sensibili e quindi di privacy. Inoltre, molti contenuti potrebbero giungere da luoghi al di fuori della giurisdizione nazionale o comunitaria. Infine, i broadcaster hanno di fronte una serie di problematiche riguardanti l accesso di tipo non discriminatorio alle infrastrutture, gli standard tecnici da utilizzare, le nuove forme di pubblicità da adottare e il modello di finanziamento per la produzione dei contenuti. In Italia, l AGCOM sembra aver fatto proprie le preoccupazioni fin qui elencate, poiché con la delibera 93/13/CONS ha dato avvio a un indagine conoscitiva in vista della redazione di un libro bianco dal titolo Televisione 2.0 nell era della convergenza, attualmente in corso di stesura. Sulla tematica della convergenza tra Internet e la televisione, la Commissione Europea ha appena pubblicato la comunicazione COM (2013) 231, con il titolo Green Paper: Preparing for a Fully Converged Audiovisual World: Growth, Creation and Values. Un analisi approfondita di tale documento potrà essere oggetto di una prossima pubblicazione su questa rivista. 46

17 TV, UN FUTURO GIÀ PRESENTE A Figura 14. Diffusione dei dispositivi elettronici, nel Fonte: OFCOM, International Communications Market Report 2012 La TV multiscreen e il secondo schermo Con il diffondersi sul mercato dei nuovi dispositivi elettronici quali smartphone e tablet e il miglioramento TV Connessa graduale della velocità di connessione media delle linee dati consumer, le abitudini degli utenti più esperti si stanno riorientando verso una fruizione dei contenuti audiovisivi, prodotti o meno per la televisione, su ogni tipo di dispositivo che abbia uno schermo, dal PC agli stessi smartphone e tablet. La problematica principale per chi trasmette i contenuti in streaming risiede nel fatto che ogni tipologia di schermo, secondo le sue dimensioni e definizione, necessita di un adattamento del contenuto video, per una visione ottimale. Dispositivi portatili come gli smartphone permettono una più forte riduzione della qualità del video, grazie ad uno schermo che mediamente non supera i 5, di modo che si possa avere un agile streaming anche attraverso la rete dati radiomobile in 3G, cui sono normalmente connessi. Tuttavia, anche gli schermi di questi dispositivi vanno assumendo definizioni via via maggiori, che di conseguenza rendono sempre più necessaria una buona definizione anche dei video su di essi fruiti. Bisogna anche ricordare come i tablet siano dotati di uno schermo più grande, che va dai 7 ai 10, la cui risoluzione è spesso persino maggiore di quella degli schermi full HD (1080 x 1920) dei televisori oggi in commercio (è il caso del nuovo ipad di Apple). In questo senso, l aumento della velocità di connessione delle reti radiomobili, reso possibile dalle tecnologie LTE, va incontro alla sempre maggior necessità di video in HD anche in mobilità. In Figura 14 sono rappresentati i dati di penetrazione, a livello globale, delle diverse tipologie di dispositivi attinenti all audiovisivo. 47

18 a hd 4k Fisse Wireless Figura 15. Utilizzo simultaneo di due schermi negli USA, (% fra i possessori delle coppie di dispositivi). Fonte: Google d Vi è un altro importante fenomeno: l uso combinato della TV e dei nuovi dispositivi con funzioni di second screen è un abitudine in costante crescita. Non esistono ancora dati pubblicamente disponibili per quel che riguarda l Italia, ma un indagine realizzata da Google nel 2012 ( The New Multi-Screen World ) sulle abitudini di uso simultaneo multischermo dei cittadini statunitensi ha condotto ai risultati illustrati in Figura 15. Infrastrutture di connettività Figura 16. Linee a banda larga (velocità maggiore di 256Kbit/s) per 100 abitanti. Fonte: elaborazione FUB su dati OCSE, 2012 Infrastrutture di connettività. La crescita futura della TV connessa non può prescindere dallo sviluppo di tre fattori chiave: la penetrazione della banda larga, la velocità di accesso a Internet e la risoluzione dei contenuti. Un quarto fattore-chiave riguarda la funzionalità di interazione con l apparecchio televisivo, ossia il problema del telecomando evoluto, ma questa tematica meriterebbe un articolo a sé. Per quanto riguarda la penetrazione della banda larga, i dati OCSE (Figura 16) mostrano per l Italia una situazione non incoraggiante. Con appena 22,1 accessi a banda larga per 100 abitanti in rete fissa e solo 34,6 in rete mobile, la TV connessa rischia di restare un servizio di limitato impatto e quindi di limitato stimolo all economia dei nuovi media. Per quanto riguarda la velocità di accesso, tutto dipende dagli obiettivi di prestazioni che ci si prefigge. Le prestazioni sono diverse a seconda che si voglia lo streaming di un canale in diretta oppure di materiale pre-registrato, perché cambiano notevolmente le tipologie di codifica del segnale. I requisiti di prestazioni diventano molto stringenti se il materiale da distribuire è materiale video ad alta definizione oppure materiale in 3D e, in futuro, materiale 4K. L aspettativa dell utente è di accedere attraverso un unica EPG (guida elettronica dei programmi) alla programmazione ricevibile via broadcast e a quella ricevibile via broadband, senza percettibili differenze di qualità. Le cosiddette codifiche adattative, che sono in grado di regolare in una certa misura la velocità istantanea di trasmissione a seconda delle prestazioni del collegamento end-to-end, onde ridurre al minimo i fenomeni di freezing dell immagine, aiutano grandemente, ma non possono prescindere da un adeguata velocità di accesso. Le velocità di accesso oggi più comuni per gli utenti, vale a dire da 2 a 7Mbit/s su linea dedicata ADSL e da 2Mbit/s fino a 14.4 Mbit/s su canale mobile di terza generazione ovviamente condiviso, sono sufficienti per ricevere un canale SD in diretta oppure un canale HD ottimizzato nella codifica (possibile, ad esempio 48

19 TV, UN FUTURO GIÀ PRESENTE A tv con film o documentari, non certo con trasmissioni in diretta). Difficilmente, l utente accetta di avere sul televisore del salotto risoluzioni del segnale al di sotto del formato SD, contrariamente a quanto avviene accedendo a filmati Web TV con il PC o con smartphone. Prestazioni adeguate alla ricezione fluida di materiale HD in diretta oppure alla ricezione contemporanea di più programmi televisivi, da vari apparecchi all interno della stessa abitazione (come è abitudine con le trasmissioni in broadcast), sono conseguibili nel campo della IPTV e della TV Connessa solo con la fibra ottica, che può essere configurata, per utenze domestiche, con flussi da 10Mbit/s (situazione attuale) a 50 Mbit/s (obbiettivo Telecom Italia) fino a 100Mbit/s (già realtà in Corea e Giappone). Conclusioni A conclusione di questa rassegna, si può innanzitutto affermare che lo schermo è il re, qualunque sia la sua dimensione e il dispositivo di cui è finestra: televisore, tablet, smartphone, computer, console. In altre parole, l utente di un qualsiasi dispositivo si aspetta ormai di poter accedere, con esso, a qualsiasi contenuto, anche audiovisivo. Il mercato, in effetti, si è ormai attrezzato per soddisfare una tale aspettativa del consumatore, rendendo disponibile qualsiasi contenuto su qualsiasi piattaforma. La competizione tra operatori di telecomunicazioni, OTT e broadcaster si misura dunque con la capacità di colonizzare quanti più schermi possibili, ossia di attrarre quanta più audience possibile, comunque connessa alle reti (broadcast e broadband). L adattamento di qualsiasi contenuto alla dimensione dello schermo avviene alla fonte: nel caso di flussi audiovisivi, operando sulla risoluzione delle immagini via via inviate in linea; nel caso di flussi informativi, inviando delle pagine Web con formato ad hoc per la tipologia di terminale (si pensi, ad esempio, alle versioni mobili dei giornali online). Si può inoltre notare come i vari dispositivi tendano comunque a specializzarsi, non per tipologia di contenuti, ma per finalità prevalenti di utilizzo. Il computer resta lo strumento preferito di accesso a Internet per applicazioni di carattere professionale e per la fruizione di servizi online con forte interattività e necessità di scaricare e stampare documenti, o di scannerizzare e inviare documenti. I tablet, gli smartphone e, in una certa misura il televisore, si avviano ad essere lo strumento preferito di accesso a Internet per coloro che vogliono informarsi, socializzare, divertirsi e giocare. La tendenza alla (relativa) specializzazione dei dispositivi si riflette nel riassestamento delle quote di 49

20 a TV, UN FUTURO GIÀ PRESENTE tv mercato dei PC (inclusi i portatili) a favore dei tablet. Sembra comunque che entrambi, insieme con gli smartphone, siano utilizzati in ugual misura per le applicazioni di social networking (soprattutto Facebook e Twitter) e di messaggistica istantanea. Altro aspetto di notevole rilievo è l evoluzione dell annoso conflitto tra paradigmi open e paradigmi walled-garden. Questi ultimi non solo esibiscono una notevole tenuta, ma si celano dietro nuove maschere, in primis le app, come entità di intermediazione tra i server di contenuti e il terminale di utente, ma anche e soprattutto le architetture verticali (dall hardware al sistema operativo) di alcuni ecosistemi. Sono innegabili le spinte alle architetture open, ma il risultato in termini di penetrazione di dispositivi graditi al mercato per affidabilità, qualità e ricchezza di contenuti non appare premiante, almeno per ora. Con un occhio alla sostenibilità economica del mercato audiovisivo, sembra potersi concludere che l audiovisivo da TV connessa o da smartphone è ad oggi capace di stimolare la disponibilità alla spesa (sia a consumo, sia ad abbonamenti presso fornitori OTT) da parte degli utenti, in misura nettamente superiore alle piattaforme tradizionali. Lo spostamento di risorse e investimenti nella nuova prateria OTT/Broadband è evidente. Con un occhio alla sostenibilità fisica, cioè della banda trasmissiva richiesta dall audiovisivo, si può affermare che le risorse non sono mai troppe. L inventiva del mercato dei fornitori di contenuti in fatto di servizi, applicazioni e contenuti multimediali e l utilizzo intensivo da parte degli utenti tendono comunque a saturare le risorse di comunicazione, sia su reti broadband, sia su reti broadcast, sia su reti mobili. Nel caso di reti fisse, si tratta di investire in nuovo rame o nuova fibra, nel caso di reti mobili c è un limite agli investimenti dovuto al semplice fatto che le risorse spettrali sono limitate e non riproducibili. A questo proposito, è fondamentale ed ineludibile il ruolo delle radio regulations, le quali muovendo dalla semplice osservazione della convergenza tra televisione e Internet si vedono obbligate dalla tendenza del mercato a trovare sempre più risorse spettrali per il broadband mobile, cercandole anche in bande contigue a quelle utilizzate dagli attuali servizi mobili. Queste considerazioni sono particolarmente stringenti per l utilizzo dell etere terrestre, dove la concorrenza tra applicazioni broadcast e applicazioni mobili è particolarmente evidente. Emerge dunque, come ragionevole conseguenza realistica, una tendenza a medio-lungo termine: contenuti non lineari, o comunque ricadenti nella coda lunga della curva di distribuzione dell audience, risulteranno distribuibili in maniera più economica attraverso la rete broadband, oppure il satellite, invece che attraverso le reti broadcast terrestri. n 50

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