Master Management Manutenzione
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- Isidoro Oliva
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1 Associazione Italiana di Manutenzione XX Congresso Nazionale Strumenti e Partners per una Manutenzione di Eccellenza Master Management Manutenzione Linee guida per un Master di Management della Manutenzione nella Produzione, nella Logistica e nei Servizi V. Dattoma Università di Lecce B. De Marzo AIMAN D. Laforgia Università di Lecce R. Nobile Università di Lecce Sommario Linee Guida per un Master 2 Le proposte dell Università di Lecce. 2 Bibliografia 7
2 Linee Guida per un Master Le proposte dell Università di Lecce. Le attività di manutenzione stanno assumendo negli ultimi anni un ruolo sempre più centrale. Le nuove tecniche produttive hanno individuato nel mantenimento nel tempo degli standard di qualità, e conseguentemente nella manutenzione, un fattore di successo. Espressioni come Total Quality Maintenance (T.Q.M.) e Total Productive Maintenance (T.P.M.) sono ormai entrate a pieno diritto nel patrimonio di conoscenze di chiunque sia chiamato a gestire un organizzazione economica. Oltre a ciò, si può ricordare che le conseguenze di una mancata o cattiva manutenzione sono spesso distruttive, talvolta non solo per l ambiente ma anche per la stessa incolumità delle persone. Di conseguenza, la diffusione di una cultura della manutenzione e la conseguente introduzione di metodi razionali di manutenzione in seno ai processi produttivi ha l effetto di migliorare indirettamente la qualità ambientale, oltre che di consentire notevoli risparmi economici e di materie prime. L ottimizzazione energetica, il risparmio delle materie prime non rinnovabili e, in generale, la minimizzazione dell impatto ambientale vengono ormai considerati in tutte le attività economiche, trasformandosi sempre più spesso in vantaggi competitivi nei confronti delle imprese concorrenti. La novità rispetto al passato è che questi fermenti non rimangono limitati al solo ambito produttivo, ma investono, in maniera più o meno evidente, la struttura stessa della società post-industriale. La consapevolezza che le risorse naturali sono limitate, l enfasi riservata agli aspetti ambientali ed ergonomici delle attività umane favoriscono sempre più la tendenza alla riutilizzazione dell esistente piuttosto che alla costruzione ex-novo. In altre parole, l orientamento visto con più interesse è quello che privilegia il riadattamento, il miglioramento, il recupero di un bene esistente, sia esso un impianto industriale o un semplice manufatto. Queste idee ispiratrici non fanno altro che dare nuovo impulso alla cultura della manutenzione migliorativa. Il nuovo atteggiamento culturale si ritrova anche nelle più avanzate filosofie progettuali: la costruzione di un nuovo impianto è preceduta da un esame dei problemi legati alla sua dismissione, così come la progettazione di un bene tiene conto del suo intero ciclo di vita, a partire dalle materie prime che verranno impiegate nella realizzazione, fino ad arrivare al riciclaggio del bene o, in alternativa, allo smaltimento del rifiuto. Questo approccio, sinteticamente indicato con l acronimo LCC (Life Cycle Costing - Costo del ciclo di vita), comporta una maggiore consapevolezza dei progettisti che, con le loro scelte iniziali, condizionano non solo i costi di realizzazione, ma anche i costi di gestione, manutenzione e dismissione degli impianti, di riciclaggio e smaltimento dei beni. Lo studio dell intero ciclo di vita è ormai pratica corrente nei manufatti caratterizzati da una forte rilevanza economica - basti pensare all industria automobilistica - ma, ciò che è più importante, si va diffondendo ed affermando anche in altri settori. PAGINA 2
3 AIMAN - XX COGRESSO NAZIONALE Strumenti e Partners per una Manutenzione di Eccellenza. In maniera lenta ma progressiva si sta realizzando il trasferimento di queste conoscenze dalla grande azienda, dove sono abbastanza sviluppate, alla piccola e media azienda. Tale trasferimento è auspicabile che avvenga anche dall'impresa industriale al terziario e alla pubblica amministrazione, dove l'assenza di una cultura manutentiva trova riscontro concreto nel degrado del patrimonio pubblico e dei servizi e nella predilezione della cultura della "sostituzione del bene". Tutti questi fattori fanno ben comprendere come la manutenzione migliorativa assuma anche un formidabile ruolo educativo e formativo nei confronti della conservazione delle risorse e del patrimonio. Se si tiene inoltre conto che mediamente il peso della manodopera nella manutenzione si aggira attorno al 70% del costo totale, si può intuire quanto la formazione in manutenzione sia utile e preziosa. Il crescente interesse attorno ai fatti manutentivi alimenta una continua richiesta di competenze specifiche nel settore, che non riceve un adeguata risposta dall offerta formativa nazionale a livello universitario. Esiste, in effetti, un potenziale mercato di giovani laureati, con specializzazione non esclusivamente tecnica, che potrebbero essere proficuamente inseriti nel mondo del lavoro in settori industriali e nei servizi del terziario, sia esso pubblico che privato. L introduzione sempre più spinta dei processi di automazione e di innovazione tecnologica all interno del ciclo produttivo consente, infatti, di ridurre l entità del personale addetto alla produzione vera e propria, ma nello stesso tempo rende i sistemi produttivi più sensibili ai guasti e alle fermate impreviste. Ciò apre notevoli prospettive a chi è chiamato a garantire la piena funzionalità degli impianti e ne giustifica l attuale fase di espansione. L inesistenza nell ordinamento formativo nazionale di corsi e discipline rivolte a temi manutentivi è evidenziata da una ricerca pubblicata sul mensile Manutenzione Tecnica & Management del maggio 2001 [1]. In tale ricerca conoscitiva, compiuta presso i presidi delle facoltà di ingegneria italiane, emerge da un lato l assenza totale dei problemi di manutenzione nei programmi universitari, dall altro lato la consapevolezza che questo rappresenti una lacuna formativa da colmare. Nel migliore dei casi, la manutenzione intesa come disciplina di studio trova parzialmente spazio in qualche corso di studio, ma sicuramente non in maniera organica. Sulla spinta di queste considerazioni l Università di Lecce, in collaborazione con l associazione di categoria AIMAN, si è fatta promotrice di una iniziativa atta a portare in breve tempo alla istituzione di un Master di Management della Manutenzione nella Produzione, nella Logistica e nei Servizi, con l obiettivo dichiarato di formare una figura professionale specificamente rivolta alle attività di manutenzione in ambito produttivo, logistico o di servizio, che integri le necessarie conoscenze tecniche e metodologiche a quelle più specificamente organizzative e gestionali, fino alla gestione delle risorse umane. Il progetto di formazione proposto privilegia un approccio multidisciplinare al problema, indispensabile per la corretta gestione delle attività di manutenzione. I corsi di laurea in ingegneria di tutte le università italiane pongono tradizionalmente l accento sulla fase di progettazione, al più, in qualche caso, alla fase di realizzazione. Le attività di manutenzione, invece, che assicurano la costanza nel tempo delle prestazioni di un sistema, sono sottaciute, tanto che spesso chi nell industria si occupa di manutenzione è costretto a formarsi da solo un esperienza, magari sulla base di errori compiuti. PAGINA 3
4 L assenza di percorsi formativi stabili nel settore è all origine della mancata pianificazione, se non addirittura improvvisazione, che si osserva talvolta nella realtà industriale. Il settore della manutenzione, che è caratterizzato da un alto grado di specializzazione ma è al contempo indipendente dallo specifico settore industriale, logistico o di servizi, avverte pesantemente il peso dell impreparazione professionale dei giovani in uscita dalle istituzioni universitarie, obbligando le aziende a sopportare notevoli costi per la formazione interna. Il percorso di formazione proposto vuole fornire da un lato una rigorosa conoscenza degli strumenti scientifici e razionali utilizzabili in manutenzione, dall altro lato la conoscenza di casi e situazioni reali. Quest ultimo aspetto in particolare può essere efficacemente conseguito solo servendosi di una collaborazione operativa e dell'apporto culturale provenienti dal mondo delle imprese. Si favorisce così lo sviluppo di solide ed efficaci interrelazioni tra università e imprese che assicurano la formazione di tecnici/manager che ben si adattino alle reali necessità del mondo produttivo. Momento fondamentale della collaborazione tra Università e imprese è lo stage, "disegnato" alla luce dell'esperienza fatta da numerose industrie che hanno considerato lo stage come una opportunità e non come da un "peso" cui l'azienda ospitante deve sottoporsi, i cui "danni" vanno limitati al minimo per non interferire in misura rilevante con i processi aziendali. Gli stagisti invece vanno impiegati in attività non marginali che richiedono un robusto impegno da parte degli studenti e dell'azienda, su questioni rilevanti che siano già un patrimonio acquisito ma in rapida evoluzione nell'ambito aziendale, attivando "Progetti Integrati" su un tema specifico già trattato in precedenza; in tal modo sarà possibile confrontare i risultati conseguiti e valutare comparativamente le soluzioni adottate con un'analisi costi/benefici. Questa metodica presenta il vantaggio di tenere sempre attiva l'attenzione sia degli allievi che del tutor a fronte di una reale esperienza aziendale. La figura professionale in uscita dal master avrà una formazione specialistica nella manutenzione ma interdisciplinare, così da essere facilmente adattabile a qualsiasi settore. Il Manager di Manutenzione nella Produzione, nella Logistica e nei Servizi avrà competenze di gestione della produzione, di sistemi logistici e di centri di servizio, integrate da specifiche conoscenze di manutenzione, con particolare riguardo alle tecniche di controllo non distruttivo, alle tecniche di individuazione dei guasti (FMECA - Failure Mode Effect and Criticality Analisys), alle tecniche di riparazione. Le tematiche strettamente tecniche saranno poi affiancate da temi più gestionali ed economici, come la scelta del tipo di modello manutentivo, la pianificazione degli interventi, la gestione in sicurezza degli interventi in emergenza, la gestione delle risorse umane. Il Manager della Manutenzione nella Produzione, nella Logistica e nei Servizi sarà dunque dotato di tutti quegli strumenti operativi necessari a redigere il piano di manutenzione dei macchinari o degli impianti a lui affidati, a controllare la corretta attuazione degli interventi programmati, a proporre l esecuzione di modifiche agli impianti per migliorarne le condizioni di esercizio, a coordinare e gestire gli interventi in emergenza, in stretto contatto, nei casi più gravi, con il responsabile della sicurezza. Tutte queste attività richiedono una profonda conoscenza della realtà produttiva in cui si andrà ad operare, un notevole spirito critico, la capacità di fornire soluzioni semplici e innovative ai problemi contingenti, la capacità infine di gestire oculatamente le risorse umane. Da un punto di vista più strettamente gestionale un altra attività fondamentale, che viene affrontata nel master, è la redazione del budget dei costi di manutenzione e il controllo delle previsioni stesse. PAGINA 4
5 AIMAN - XX COGRESSO NAZIONALE Strumenti e Partners per una Manutenzione di Eccellenza. Il controllo economico della manutenzione è in genere oggetto di relazione semestrale o annuale alla direzione aziendale, proprio perché i costi di manutenzione sono visti come un fardello per il risultato economico dell azienda e, di conseguenza, soggetti a uno stretto controllo da parte della dirigenza. La manutenzione, infatti, è sempre stata considerata come un costo improduttivo in ambito aziendale, proprio perché impedisce il pieno sfruttamento degli impianti. L impulso sempre presente nella dirigenza aziendale è quello di ridurre il più possibile i costi di manutenzione. Del resto, quando un azienda viene investita da una crisi più o meno pesante, la prima voce di costo a subire dei tagli è proprio la manutenzione. Nonostante ciò, da indagine statistiche condotte su un campione di aziende italiane, si può osservare come l incidenza della manutenzione, sia in termini strettamente economici che di manodopera impiegata, è in continua crescita. Sintetizzando e semplificando, questa figura professionale ha: conoscenza e padronanza della teoria e delle tecniche operative e gestionali di manutenzione nell'area meccanica e in quella elettrico/elettronica, viste nell'ottica del lavoro dipendente ma anche nell'ottica imprenditoriale e di consulenza tecnica, con conoscenze di budget, di controllo costi, della lingua inglese, delle tecniche di elaborazione dati e degli applicativi informatici di settore; competenza per elaborare le procedure e i piani di intervento di manutenzione sugli impianti e per impostare e gestire l'intero controllo tecnico ed economico; abilità per sovrintendere alle attività manutentive in senso stretto, in tutto ciò che riguarda la messa a punto e la verifica della regolare conduzione della macchina ed anche nell'ambito di applicativi informatici di settore; abilità per utilizzare i principali software applicativi generali; attitudine e manualità per operare in campo, traducendo il sapere nel saper fare, anche "sporcandosi e faticando"; abilità comportamentale per guidare e motivare altre risorse. La figura professionale in uscita dal master è in genere impiegata presso aziende e/o centri di servizi, nei quali coordina e pianifica le attività di manutenzione. Ciò comporta che tra i suoi compiti sia compresa la gestione del magazzino ricambi e i relativi rapporti con i fornitori, la gestione diretta delle squadre di manutenzione, la gestione di contratti a terzi, la raccolta e lo scambio di informazioni sulla qualità della produzione, in quanto indicatrici di decadimenti delle prestazioni dell impianto, l attività di previsione e controllo di spesa per manutenzione, la stesura di rapporti informativi per la dirigenza dell azienda. Come risulta evidente da questa rapida carrellata, le relazioni che il Manager delle Attività di Manutenzione deve intrattenere sono varie e molteplici e riguardano sia altre figure professionali interne all azienda che soggetti esterni, come ad esempio fornitori, ditte appaltatrici, ecc. Un altro aspetto di cui si è tenuto conto nell elaborazione della proposta è la volontà dell Università di Lecce di fare da cerniera tra il tessuto produttivo locale e il sistema formativo, facendosi esso stesso motore dello sviluppo locale. Da un punto di vista pratico, si è dunque cercato di prevedere, e in definitiva di tenere in debito conto durante il percorso formativo, quali potessero essere le più probabili forme di impiego offerte in questo settore, sia a livello locale che nazionale. PAGINA 5
6 Figura 1 Struttura dei moduli didattici del Master di Management della Manutenzione nella produzione, nella logistica e nei servizi Per inquadrare il problema si è fatto riferimento ad alcune indicazioni contenute nel rapporto del CENSIS per l anno Tale rapporto sottolinea che il lavoro in forma autonoma, il lavoro temporaneo, il lavoro sociale sono i principali ambiti nei quali si stanno sviluppando modalità innovative di approccio al lavoro e in genere lontane dalla logica tradizionale del lavoro subordinato a tempo pieno. Fra il 1997 e il 1998 cresce sempre secondo il rapporto CENSIS - del 17% il volume del lavoro cosiddetto parasubordinato. Superano ormai abbondantemente il milione i collaboratori coordinati e continuativi ed i liberi professionisti non inquadrati nei tradizionali Ordini (commercialisti, ingegneri, architetti, geometri, ecc): di questi il 38% ha un età inferiore ai 36 anni, mentre la componente femminile rappresenta il 36%. Tutti questi fenomeni devono essere imputati alla tendenza generale nel mondo industriale all'outsourcing (esternalizzazione) delle attività ritenute non prioritarie per il conseguimento del risultato aziendale. Tra tali attività rientrano sicuramente la manutenzione e il "Global Service", a cui dovranno corrispondere iniziative imprenditoriali adeguate: dovranno nascere cioè imprese di piccole e medie dimensioni in grado di offrire servizi di manutenzione, dai più minuti ai più complessi. È ragionevole quindi attendersi, accanto al tradizionale sbocco manageriale interno all azienda, la nascita di un ulteriore sbocco occupazionale di tipo imprenditoriale. Proprio per questa ragione, il percorso formativo fornisce alcune conoscenze utili a chi volesse seguire questi nuovi percorsi nel mondo del lavoro. PAGINA 6
7 AIMAN - XX COGRESSO NAZIONALE Strumenti e Partners per una Manutenzione di Eccellenza. Bibliografia [1] B. De Marzo, La manutenzione non è disciplina scolastica, ma qualcosa si deve fare, Manutenzione Tecnica & Management, Maggio 2001 PAGINA 7
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